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Rassegna Stampa 2010

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  • Plautus
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    L’assessore Ciocia: «Temo tagli selvaggi alle nostre scuole»

    L’assessore Ciocia: «Temo tagli selvaggi alle nostre scuole»

    «Sapevamo che la ristrutturazione dell’ufficio scolastico regionale e conseguentemente degli uffici provinciali era un processo in corso, ma francamente il provvedimento di taglio della dirigenza provinciale qui a Taranto ci ha preso alla sprovvista». Critico su quanto accaduto anche l’assessore comunale all’Università, Paolo Ciocia. «Ci viene sempre richiesto a tutti i livelli un raccordo con le istituzioni locali, ma quando si tratta di prendere provvedimenti che in qualche modo penalizzano la comunità tarantina, tutto viene adottato senza che ci sia il minimo coinvolgimento. Se le esigenze ci fossero state rappresentate, in qualche modo avremmo difeso le nostre necessità. Certamente questo provvedimento - prosegue Ciocia - priva Taranto di una figura a tempo pieno che è cosa di non poco conto. Sono certo, tuttavia, che il nuovo dirigente sia una persona qualificata ed esperta. Credo tuttavia che il governo di due realtà territoriali diverse sarà compito abbastanza complesso. Questa ha tanto il sapore di una dequalificazione territoriale». Ora si teme che le operazioni future, legate soprattutto ai delicati processi di razionalizzazione che richiedono una conoscenza approfondita del territorio, possano in qualche modo subire un contraccolpo. «Temo che la razionalizzazione possa prendere una piega selvaggia - dice Ciocia -. Temo che si prosegua e che si perderanno non solo posti di dirigenza, ma anche altri posti di lavoro e questo il territorio non può permetterselo». Non c’è alcuna prevenzione nei confronti del nuovo dirigente, ma all’operazione sin qui condotta senza considerazione di tutte le implicazioni. «Colgo l’occasione - conclude l’assessore Ciocia - per ringraziare pubblicamente Pietro Di Noi. Un galantuomo».


    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 12 Maggio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    «Il taglio del provveditore è frutto di un’operazione politica»

    LE REAZIONI: NON C’È PIÙ LA FIGURA DEL DIRIGENTE.
    «È CONSEGUENZA DELLO SCONTRO IN CASA PDL DOPO LE REGIONALI»
    «Il taglio del provveditore è frutto di un’operazione politica»

    I sindacati: non possiamo essere «colonia» di Brindisi

    • Nuovo dirigente reggente per l’Ufficio scolastico provinciale. Si tratta del preside Francesco Capobianco, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Brindisi, che dal 3 maggio scorso - comunica una nota stampa - è anche il responsabile dell’istruzione a Taranto su incarico della direzione dell’Ufficio scolastico regionale. Il nuovo dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale (in passato il provveditore agli studi - ndr) sostituisce il preside Pietro Di Noi. Ieri, Capobianco è stato in visita a Taranto ed ha annunciato che nei prossimi giorni incontrerà il personale in servizio presso l’ufficio di via Lago di Como, nonché la delegazione dei sindacati della scuola.
    Numerose, intanto, le proteste che si sono sollevate nei giorni scorsi allorquando la notizia del «taglio» della dirigenza provinciale tarantina è divenuta una certezza. L’attacco non è evidentemente al nuovo dirigente, ma all’operazione condotta e che ha privato Taranto con un bacino di scuole e di utenza di gran lunga superiore a quello brindisino ad essere «accorpato» a quello della vicina provincia di Brindisi. Una mera operazione di razionalizzazione delle dirigenze secondo alcuni già prevista da tempo col progressivo depauperamento di compiti e funzioni per i provveditorati, il contestuale affidamento di più compiti alle singole scuole e l’accentramento, a livello regionale, di ulteriori mansioni. Una più probabile e mera operazione politica, invece, secondo altri, il taglio a Taranto. Anzi, una lettura politica dell’accaduto - di fatto censurata nelle dichiarazioni rese - legherebbe il «taglio» della poltrona del dirigente tarantino a quanto sarebbe accaduto durante l’ultima campagna elettorale per le regionali in casa Pdl. Di fatto, tra i primi a protestare ed a chiedere al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Lucrezia Stellacci, di tornare indietro sulle proprie decisioni, sono stati i politici con una soprendente posizione bipartisan. Nella fattispecie e nell’ordine, ad intervenire è stato prima l’on. Ludovico Vico (Pd), quindi l’on. Pietro Franzoso (Pdl), che esplicitamente si è aggiunto alla richiesta di Vico, nonché Luciano Santoro (segretario provinciale del Pd). Ma anche i sindacati tutti, dai confederali agli autonomi, quando la notizia ha cominciato a circolare nel corso delle ultime riunioni del tavolo di informativa preventiva sugli organici, sono stati estensori di un documento critico rivolto alla Direzione generale a cui chiedevano lumi sull’operazione. La richiesta sindacale tendeva anche a salvaguardare un certo ruolo per Taranto, realtà già tanto tartassata e che avrebbe finito col perdere un altro «pezzo» delle sue istituzioni. Ma quel documento non ha avuto la considerazione che chiedeva. In attesa, ora, di essere convocati dal nuovo dirigente Capobianco, i sindacati focalizzano soprattutto il drastico ridimensionamento, il «trattamento di favore», la scarsa considerazione riservata ad una provincia, quella jonica appunto, già fortemente colpita da grossi disagi.
    «Nessuna guerra nei confronti di Brindisi e del dirigente del suo ufficio scolastico provinciale, ma la nostra provincia è tre volte più grande di quella brindisina - dichiara il segretario provinciale della Cisl Scuola, Antonio Cirillo -. Sapevamo che la riforma della pubblica amministrazione avrebbe portato una serie di tagli, ma ora al di là della persona sul cui mandato ci siamo peraltro espressi favorevolmente, è la figura del dirigente provinciale che difendiamo. Prenderemo posizione. Non entriamo però nel merito della valutazione politica perché è qualcosa che viene deciso dal potere legislativo. La nostra posizione rimane critica nei confronti della direzione generale regionale».
    «Questo non era uno sgarbo che ci dovevano fare», dice a sua volta il segretario provinciale della Uil Scuola, Pasquale Di Taranto. «Con tutti i suoi addetti e l’estensione del territorio, Taranto non può divenire colonia di Brindisi, suddita di una provincia più piccola. I sindacati - dice Di Taranto - hanno comunque anche interessato le segreterie nazionali. Vedremo cosa accadrà ed attendiamo, comunque, nei prossimi giorni di essere convocati dal nuovo dirigente».

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 12 Maggio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    «Non aumentate le tasse universitarie»

    Si mobilita Link Udu
    «Non aumentate le tasse universitarie»

    Da oggi e sino a giovedì 13 parte presso tutte le sedi del Polo universitario ionico la raccolta di firme per il referendum studentesco «che vedrà gli studenti tarantini chiamati ad esprimersi sulla proposta alternativa della contribuzione studentesca» Lo annuncia il movimento Link Udu. «L'Università di Bari ha un buco di bilancio di 52 milioni di euro e ha già deliberato un taglio consistente del 40 % in meno ai servizi per gli studenti. In commissione Bilancio - dice Link Udu - è stata presentata dal Pro Rettore una proposta di aumento delle tasse che massacra i redditi più bassi, determinando un aumento del 25% per i redditi dal 13.000 a 25.000 euro e un ulteriore aumento del 27,41 per i redditi superiori ai 25.000. Si tratta di un aumento privo di qualsiasi razionalità, realizzato senza un analisi delle fasce di reddito».

    articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 11 Maggio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Rischi per Economia aziendale

    LA PROTESTA: NO ALL’INTRODUZIONE NELL’ORDINAMENTO DI UNA NUOVA FIGURA CON CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO
    OGGI INCONTRO COL RETTORE PETROCELLI

    Rischi per Economia aziendale
    Ricercatori sul piede di guerra: niente lezioni se non cambia la riforma degli Atenei

    • La facoltà di Economia aziendale di Taranto rischia di non partire il prossimo anno accademico. E’ solo uno dei tanti, dirompenti effetti della riforma Gelmini che sta scatenando in tutta Italia proteste anche dal mondo universitario. A dare l’allarme sono i ricercatori della facoltà tarantina, resa autonoma nel 2006, che in questi giorni si stanno interrogando sul futuro di una categoria che, già fortemente penalizzata nelle retribuzioni (dalla metà a un terzo della media europea), potrebbe ricevere il «colpo di grazia» dalle innovazioni che il ministro Gelmini vorrebbe introdurre. Intanto, anche a Taranto si è registrata piena adesione all’iniziativa di astensione dall’assunzione di incarichi di natura didattica, cui i ricercatori non sono tenuti e che tuttavia hanno sinora svolto a titolo completamente gratuito. Si pensi che circa il 40 per cento dell’offerta formativa universitaria italiana è sostenuta proprio dai ricercatori. E poiché la Facoltà di Economia aziendale di Taranto, viene affermato, si regge più che in altre realtà sull’attività dei ricercatori, 17 in tutto su un totale di 25 docenti, se non saranno apportate sostanziali modifiche al disegno di legge di riforma degli Atenei, non potrà essere garantito l’avvio delle lezioni per il prossimo anno. Attualmente, dunque, i 1200 iscritti a questa Facoltà potrebbero dover fare le valigie per continuare a studiare, senza peraltro avere alcuna certezza che in altre sedi la situazione sia differente. I ricercatori tarantini di Economia aziendale (Stefania Ragni, Caterina Marini, Francesco Prota e Ezio Ritrovato) spiegano le ragioni della protesta, appoggiata dal preside Bruno Notarnicola e dall’intero Consiglio di facoltà. Fortemente avversata è l’introduzione nell’ordinamento universitario di una nuova figura di ricercatore che avrà un contratto a tempo determinato e che dovrà sottoporsi ad una valutazione di soli titoli per conseguire l’abilitazione nazionale. Dopodichè potrà essere assunto dalle Università con chiamata diretta. Il timore, dicono, è che gli attuali 26mila ricercatori italiani vedano ulteriormente mortificate le loro aspettative e svolgano senza motivazione il loro lavoro, non avendo la possibilità di una progressione di carriera attraverso le nuove modalità di immissione in università come associati. Potranno farlo solo ottenendo l’abilitazione nazionale e superando poi un concorso su base locale. Non è prevista per loro la chiamata diretta. Poi, a causa del taglio delle risorse sul Fondo di finanziamento ordinario delle università e il blocco del turn over, non sarà possibile finanziare i concorsi su base locale per l’avanzamento di carriera dei ricercatori (tra l’altro bloccati da sei anni). Per di più, tra qualche tempo il sistema sarà saturo per l’ingresso delle nuove figure dei ricercatori a tempo determinato. «Chiediamo - dicono i ricercatori tarantini - l’immissione di risorse destinate alla nostra progressione di carriera, ovviamente se sarà riconosciuto il merito (cioè dopo il conseguimento dell’abilitazione) e l’estensione della possibilità di “chiamata diretta” anche per noi. Questo per evitare che i nuovi ricercatori a tempo determinato possano diventare associati beneficiando di un sistema di arruolamento più semplice e che non tiene conto né dell’anzianità di servizio, né di alcun tipo di pubblicazione o di esperienza qualificante».
    Oggi, in occasione della seduta del Senato accademico, una delegazione presenterà formale al rettore Corrado Petrocelli di pronunciarsi sui punti maggiormente controversi della riforma Gelmini e sulla protesta in atto. Dal 17 al 22 maggio, poi, si procederà al blocco totale delle attività.

    articolo di Sabrina Esposito
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 11 Maggio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    No al taglio della figura del provveditore

    «La Gelmini ci ripensi e ripristini la direzione scolastica provinciale»
    No al taglio della figura del provveditore

    • «La Gelmini colpisce ancora: tagliata la Direzione scolastica provinciale di Taranto». Coro di proteste alla decisione emersa nei giorni scorsi di accorpare l’Ufficio scolastico provinciale di Taranto a quello di Brindisi, con la conseguente cancellazione della dirigenza qui a Taranto (rimangono ovviamente uffici e servizi - ndr). Dopo la nota dell’on. Ludovico Vico (Pd), a protestare è anche Luciano Santoro (Pd), che si aggiunge a Vico nella richiesta al direttore generale della Puglia, Lucrezia Stellacci, di fare «un passo indietro». «Faccio appello agli enti locali, Comune, Provincia, ma soprattutto alla giunta regionale, al nuovo assessore al Diritto allo studio, Alba Sasso, e alle sue specifiche competenze, per un intervento concreto e forte su quello che sempre più rappresenta un depauperamento di funzioni importanti per il mondo scolastico jonico - dice Santoro -. Un appello va anche ai parlamentari del centrodestra perché per una volta si spendano per fare realmente gli interessi del territorio e non quelli di una maggioranza che a colpi di tagli di personale, di investimenti e risorse guarda al Mezzogiorno come ad un territorio subalterno al Nord».
    In realtà, già nei giorni scorsi anche l’on. Pietro Franzoso (Pdl) aveva annunciato una interrogazione al ministro Gelmini e la richiesta di una ispezione ministeriale negli uffici regionali. «Condivido e sottoscrivo le dichiarazioni del collega deputato Ludovico Vico - aveva commentato Franzoso -. Ritengo il provvedimento dell’ufficio scolastico regionale inopportuno, immotivato e iniquo, oltre che fortemente penalizzante per la città». Chiedendo chiarezza su quanto accaduto ed auspicando la condivisione di parlamentari, consiglieri regionali e istituzioni anche di diverso colore politico, Franzoso auspicava anche l’intervento del ministro «di fronte ad un’evidente prevaricazione delle sue funzioni da parte della dirigente, atteso, tra l’altro, che anche un dirigente ministeriale, nel predisporre ed emettere atti, debba opportunamente motivarli per giustificare le scelte compiute». Per Franzoso, un provvedimento di tale natura «avrebbe dovuto tenere conto quantomeno di precisi riferimenti territoriali, di popolazione e di numero dei plessi scolastici provinciali». Tutti elementi che Franzoso sostiene d’aver segnalato alla Stellacci - prima ancora della determinazione ufficiale, avendo appreso la notizia in via informale - e che pare non siano stati assolutamente presi in considerazione «dal momento che - dice Franzoso - la scelta è stata effettuate, pare, sulla scorta di motivazioni tutte individuali». Nessuna considerazione è stata, inoltre, riservata al documento di plauso al lavoro svolto proprio sul provveditore Di Noi, ai titoli, meriti e curriculum del dirigente. «Mi sono informato personalmente - precisa Franzoso - e il dottor Di Noi è l’unico ad essere in possesso di attestati di corsi certificati di formazione dirigenziale riferito al piano industriale per la riforma della Pubblica ammnistrazione; sulle politiche di bilancio e dei criteri di gestione promosso dal dipartimento della Funzione pubblica presso la presidenza del Consiglio dei ministri».

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 11 Maggio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    il provveditore di Brindisi guida anche la scuola di Taranto

    Da ieri il provveditore di Brindisi guida anche la scuola di Taranto

    • BRINDISI. Francesco Capobianco, dirigente scolastico provinciale a Brindisi e preside del liceo classico «Vincenzo Lilla» di Francavilla Fontana (foto), è stato nominato reggente dell'Ufficio scolastico di Taranto. La notizia circolava già da giorni ma è stata ufficializzata soltanto ieri quando Capobianco - per disposizione del dirigente dell'Ufficio scolastico regionale Lucrezia Stellacci - è subentrato a Pietro Di Noi, che sinora ha retto l’incarico a Taranto. Capobianco sovrintenderà ai vecchi provveditorati agli studi di Brindisi e Taranto per i prossimi sei mesi fino a quando cioè compirà il 65esimo anno d'età. Dopodiché potrebbe ottenere una proroga biennale dell'incarico. È possibile, infatti, che nel frattempo l'Ufficio scolastico provinciale tarantino venga soppresso e accorpato a quello brindisino per il contenere la spesa pubblica per l'istruzione. Capobianco si dice pronto a sobbarcarsi le nuove responsabilità, grato per la fiducia che i vertici dell'Istruzione hanno voluto accordargli.

    articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 11 Maggio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Il dirigente del Provveditorato Studi? Soppresso, Brindisi governa Taranto

    A RIVELARE IL RIDIMENSIONAMENTO CHE COLPISCE DI NOI È IL DEPUTATO VICO DEL PD
    Il dirigente del Provveditorato Studi?
    Soppresso, Brindisi governa Taranto
    I tagli del decreto Gelmini si abbattono sulla scuola

    • «Decapitata» la scuola jonica. Non c’è più, infatti, la figura del dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale - ruolo al quale era stato chiamato il preside Pietro Di Noi, a questo punto «sollevato» dall’incarico -, che aveva sostituito la figura del vecchio provveditore agli studi. In realtà il preside Di Noi era subentrato ad Anna Cammalleri, chiamata a ricoprire altro ruolo dirigenziale presso l’Ufficio scolastico regionale. Ora, invece, dopo Di Noi, a governare la scuola jonica sarebbe stato infatti chiamato ad interim il dirigente dell’Ufficio scolastico di Brindisi, Capobianco.
    La notizia - in circolazione da qualche giorno nelle scuole - è stata rilanciata ieri dal parlamentare Pd, Ludovico Vico, che ieri ha esplicitamente chiesto al dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Lucrezia Stellacci, di fare marcia indietro. «Se un taglio proprio si deve operare, forse è opportuno che la stessa guardi tra le stanze e tra i ruoli equipollenti della sua sede barese», alza il tiro Vico.
    «Scuola al collasso, ridimensionata, tagliata, depredata ed ora anche subappaltata»: è questo il commento di Vico, che bolla la notizia trapelata come «inverosimile». Ma tutto trova conferma anche in ambienti sindacali perplessi anch’essi perché sia toccato proprio a Taranto, che pure rispetto alla realtà di Brindisi è più consistente nel numero di scuole e popolazione scolastica, essere stata penalizzata così.
    La scuola jonica ha già subito troppi tagli. «La dottoressa Lucrezia Stellacci - dice Vico -, in applicazione del decreto ministeriale Gelmini che dice di tagliare, e di farlo anche per un ulteriore dirigente amministrativo di alto livello, ha deciso di tagliare indovinate un pò? Proprio a Taranto cancellando di fatto la figura di riferimento di tutto il mondo scolastico jonico. Il danno va sottobraccio con la beffa. Dopo il taglio - spiega ancora Vico -, toccato guarda caso tra le sei province pugliesi proprio a quella tarantina, la dottoressa ci ha mandato il supplente, nominando una reggenza ad interim del direttore dell’ufficio scolastico provinciale di Brindisi».
    Insomma, Vico appare molto polemico su questa manovra ed annuncia battaglia. «Taranto non merita questo ulteriore schiaffo dopo aver pagato direttamente e indirettamente (riduzione degli organici del personale docente e Ata - taglio delle ore lavoro per le imprese di pulizia - ndr) una riforma della scuola tra le più scellerate della storia italiana. Chiedo con forza che la direttrice Stellacci faccia marcia indietro».

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 7 Maggio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    «La sede universitaria dei Tamburi sarà migliorata e sorvegliata»

    LA SCHIARITA: CONFERMATO CHE CHE I CORSI DELLE PROFESSIONI SANITARIE NON SARANNO TRASFERITI
    «La sede universitaria dei Tamburi sarà migliorata e sorvegliata»
    Impegno della Provincia dopo il vertice di Bari con l’Ateneo

    •La Provincia assicurerà la sorveglianza e si occuperà di rendere più consoni gli ambienti esterni della sede universitaria di via Grazia Deledda, da quest’anno anche sede dei corsi di laurea dell’area sanitaria. A breve sarà anche fissato un tavolo di programmazione con i rappresentanti degli enti interessati proprio per concordare queste cose.
    Trova riscontro anche a Taranto l’esito dell’incontro di mercoledì sera in Ateneo a Bari dove è stato scongiurato il rischio del trasferimento dei corsi di laurea dell’area sanitaria in altro polo didattico pugliese. A confermare all’assessore provinciale all’Università, Emanuele Fisicaro, che aveva convocato per ieri un incontro sul tema, le intese raggiunte la sera prima sono stati i professori Losacco e Santacroce, rispettivamente presidente interclasse dei corsi presenti a Taranto e presidente del corso di Riabilitazione psichiatrica. All’incontro di ieri in Provincia hanno anche partecipato gli assessori del Comune di Taranto, Pierri e Romeo. Ma, appunto, l’incontro è servito non solo a chiarire ulteriormente cosa è avvenuto tanto da mettere a rischio a Taranto la permanenza dei corsi, ma anche a rilanciare gli impegni dell’Amministrazione provinciale.
    «E’ emersa chiara la volontà dell’Università di non ostacolare il percorso del Polo universitario ionico e di potenziarne le attività sempre, però, nel rispetto della qualità formativa - ha detto Fisicaro -. Le perplessità erano legate al succedersi degli eventi. Infatti, la protesta degli studenti che frequentavano il corso di Scienze infermieristiche presso i locali di viale Virgilio aveva indotto il rettore, una volta riscontrate personalmente le precarie condizioni strutturali, a spostare le lezioni frontali presso la sede di via Grazia Deledda. Successivamente, era pervenuta presso il Rettorato la richiesta di spostamento delle lauree, oltre alle lamentele di alcuni docenti di Taranto relative all’ubicazione decentrata della sede. A ciò si aggiunge un provvedimento dell’Asl con cui era stato disposto il ritiro di quattro unità impiegate in quanto si trattava di figure professionali il cui contratto non prevedeva quel tipo di mansione specifica. Tuttavia, già nell’incontro di Bari, il direttore generale dell’Asl, Domenico Colasanto, si è impegnato a ripristinare la presenza del personale amministrativo». Per Fisicaro occorre insomma «individuare una linea procedurale sinergica per evitare il trasferimento che lascerebbe non solo la città, ma l’intera area ionica, ancora più impoverita. Gli studi e la ricerca - ha ribadito - vanno sostenuti e non preclusi».

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 7 Maggio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Le professioni sanitarie restano a Taranto

    Le professioni sanitarie restano qui
    Nessuna smobilitazione dei corsi di laurea.
    L’Asl e il Comune: abbiamo chiarito tutto

    • Qualche giro di parole, qualche imbarazzo, rassicurazioni affidate ad uno stringato comunicato stampa. Sembra essersi superata così la questione legata all’ipotesi di trasferimento in altri Poli universitari pugliesi dei corsi dell’area sanitaria attivi a Taranto (Infermieristica e Tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro, più gli altri corsi ad esaurimento in Fisioterapia e Tecnici della riabilitazione psichiatrica) che interessano all’incirca 400 studenti. Un incontro ieri a Bari tra il rettore Corrado Petrocelli, l’assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore, il prorettore Augusto Garuccio, il preside della facoltà di Medicina e chirurgia, Antonio Quaranta, il direttore generale della Asl, Domenico Colasanto, il direttore amministrativo dell’Università, Giorgio De Santis, il delegato del Rettore per le sedi decentrate Giovanni Dotoli, il direttore del Polo jonico Raffaele Elia, il presidente di interclasse Asl Taranto Giovanni Pertosa, i responsabili dei corsi di laurea delle Professioni sanitarie presenti a Taranto, l’assessore comunale all’Università Paolo Ciocia, è servito proprio a scongiurare il rischio trasferimento.
    Il rischio era stato reso manifesto attraverso una convocazione per il prossimo 10 maggio di una seduta del consiglio di facoltà di Medicina con uno dei punti all’ordine del giorno che parlava chiaramente di trasferimento altrove dei corsi attivi a Taranto. Dalla nota stampa dell’Ateneo emessa a fine riunione si apprende che «i presenti hanno ribadito l’impegno comune già sottoscritto a giugno 2009 a cooperare, ognuno per gli aspetti di propria competenza, per realizzare al meglio e secondo criteri di qualità, alla formazione del personale delle Professioni sanitarie attive a Taranto, al cui consolidamento e sviluppo come Polo universitario ionico tutti i convenuti confermano ogni volontà di pieno sostegno».
    Ampie assicurazioni ed impegni ribaditi, dunque, ma nulla viene specificato su come le eventuali criticità - se di questo si tratta - saranno superate anche per ridare serenità agli studenti che avevano espresso vibratamente le loro preoccupazioni. «C’è stato solo un corto circuito di comunicazione»: così definisce ciò che è accaduto il direttore generale Colasanto convinto, tuttavia, che se non fossero sorti ulteriori complicazioni nel completamento dei lavori nel San Giovanni di Dio (l’Ospedale vecchio), destinato dall’Asl ai corsi di laurea dell’area sanitaria, il conseguente trasferimento dei corsi di laurea dalla sede di viale Virgilio utilizzata per anni all’altra sede universitaria di via Grazia Deledda, non avrebbe ingenerato una serie di difficoltà, non ultimi appunto i recenti fraintendimenti. «Tutto superato, possiamo anche litigare ma non ci separiamo» commenta Colasanto. Insomma, si intuisce che il braccio di ferro su alcune figure amministrative che l’Asl mette a disposizione nella sede di via Grazia Deledda, improvvisamente ritirate con un provvedimento poi sospeso, è stato già superato e che forse si era tirata un pò troppo la corda.
    Testimone della pace fatta l’assessore Paolo Ciocia. «E’ stata una riunione positiva, ci sono stati gli opportuni chiarimenti - asserisce -. L’Università e l’Asl hanno manifestato e confermato la piena volontà alla cooperazione anche per poter meglio definire gli aspetti organizzativi e superare le criticità».

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 6 Maggio 2010
    Ultima modifica di Plautus; 08/05/2010, 12:32.

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  • Plautus
    ha risposto
    Ancora un successo per Architeatro con un classico trasposto in musical

    «Anfitrione»: il doppio made in Archita
    Ancora un successo per Architeatro con un classico trasposto in musical

    Vivere cornuti e contenti, anche perché contro gli dei poco è possibile fare... questa la sconsolante morale «comica» dell’Anfitrione, una delle commedie più ambigue e perturbanti dell’antichità, giocata sul tema del doppio e dominata - caso raro, nell’universo plautino ma anche, in genere, della commedia romana - dall’intervento indiscreto delle divinità olimpiche nella vita quotidiana (tanto che Plauto stesso affida a Mercurio, nel prologo, la definizione di «tragicommedia» per la sua opera). Al lavoro di Plauto si ispirò per il «suo» Anfitrione Molière, dopo che già Shakespeare ne aveva mutuato alcuni spunti nella Commedia degli errori, ed altri commediografi ancora rielaborarono il testo nel Sette ed Ottocento.
    L’Anfitrione portato al successo dai ragazzi di Architeatro in sei rappresentazioni all’Orfeo, e che andrà alla rassegna di Teatro classico dei giovani di Palazzolo Acredide, oltre che al Festival di teatro scuola di Altamura, è una contaminatio operata da Nella Abruzzese, da 14 anni regista di Architeatro, sui testi di Plauto e Molière, portati in musical.
    Anfitrione, col fidato servo Sosia, è partito per la guerra, lasciando a casa la bellissima moglie Alcmena. Il donnaiolo Giove, invaghito della donna, assume le fattezze di Anfitrione, accompagnato da Mercurio che diventa identico a Sosia (il qual Sosia diverrà il doppio per antonomasia), e si accoppia con l’inconsapevole Alcmena. Nel frattempo, i veri Anfitrione e Sosia, tornati dalla guerra, restano frastornati: Mercurio nelle vesti di Sosia porta Sosia a dubitare della sua stessa identità personale; Anfitrione capisce che qualcuno l’ha sostituito nel talamo coniugale e accusa la moglie di infedeltà... ad appianare le cose interviene Giove in persona che «consola» Anfitrione: Alcmena partorirà due bambini: uno, Ercole, figlio di giove, destinato a grandi imprese; l’altro figlio di Anfitrione. Che prende atto dell’innocenza della moglie ingannata e deve consolarsi...

    articolo di Giuseppe Mazzarino
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 5 Maggio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Ipotesi trasferimento corsi di laurea area sanitaria

    IL FUTURO DELL’UNIVERSITÀ: CRESCONO I DISSENSI E LA PROVINCIA CONVOCA UN INCONTRO PER DOMANI
    «Non potete toglierci i corsi dell’area sanitaria»

    • Ipotesi di trasferimento dei corsi di laurea dell’area sanitaria attivi a Taranto - Infermieristica, Tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro e, ad esaurimento, i corsi di Fisioterapia e Riabilitazione psichiatrica - in altri poli didattici dell’Università di Bari distribuiti in Puglia. La decisione che la facoltà di Medicina di Bari discuterà in consiglio di facoltà il prossimo 10 maggio trova nette opposizioni, soprattutto tra gli studenti. Intanto, allo scopo di chiarire le motivazioni reali, si succedono gli incontri. Il primo, quello più atteso, ed annunciato dallo stesso preside della facoltà di Medicina, Antonio Quaranta, alla «Gazzetta» la settimana scorsa, è in programma oggi alle 17,30 in Ateneo a Bari. Di sicuro ci saranno i vertici accademici, lo stesso rettore Corrado Petrocelli, il preside Quaranta, gli altri docenti presidenti dei corsi di laurea tarantini. Nonché, altrettanto certa la presenza dei vertici dell’Asl di Taranto, in primo luogo del direttore generale Domenico Colasanto. Il braccio di ferro, infatti, almeno in prima battuta, sembrerebbe essere tra Università ed Asl, firmatari insieme agli enti locali di un accordo triennale peraltro ormai in scadenza. Nella vicenda vogliono vederci chiaro gli stessi enti locali. In questo senso si era espresso l’altro ieri l’assessore comunale all’Università, Paolo Ciocia, incontrando gli studenti. E ieri anche l’assessore provinciale all’Università, Emanuele Fisicaro, ha preso posizione ed ha convocato per domani alle 12 un incontro a Taranto con il rettore Petrocelli, il preside Quaranta, il presidente di Interclasse Tommaso Losacco, il coordinatore didattico Maria Antonietta Panaro (Infermieristica) e il direttore generale dell’Asl Domenico Colasanto. «Ancora una volta - dice Fisicaro - si assiste ad una mancata considerazione dello sviluppo di questo territorio e ad una conseguente accelerazione di quel processo di depauperamento che trova proprio nella diffusione degli studi accademici, della cultura e della ricerca gli antidoti più efficaci. Sarebbe, dunque, un fallimento delle istituzioni che non sarebbero in grado di garantire lo sviluppo locale e, invece di favorire lo studio e la ricerca, assisterebbero, inermi, alla loro preclusione con gravi conseguenze sul futuro dei giovani della provincia e sulle opportunità dell’intera area ionica».
    L’Asl, chiamata in causa, sostiene annualmente a sua volta una spesa - come documentato da delibere e bonifici - di 12 mila euro per ogni anno di corso di laurea (i 3 di Infermieristica, i 3 di Tecnici della prevenzione, i 2 di Fisioterapia e Riabilitazione psichiatrica), più la diaria giornaliera per ogni docente universitario che venga a fare lezione a Taranto (per norma il carico didattico è diviso al 50% tra Università ed Asl).



    LETTERA-APPELLO GLI STUDENTI AL GOVERNATORE NICHI VENDOLA
    «Ma col trasferimento molti studenti sarebbero costretti a ritirarsi»

    • Blog su Facebook - «No alla chiusura di professioni sanitarie a Taranto» -, assemblee, tam tam generale, una lettera al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, al quale si chiede di comprendere la gravità della situazione ed intervenire. Agguerrita la pattuglia di studenti dei corsi di laurea che la facoltà di Medicina intende trasferire altrove. In particolare, nella lettera inviata via mail al governatore - e rimasta al momento senza risposta -, è una giovane studentessa del primo anno di corso di Infermieristiche a spiegare le ragioni della propria protesta. «Siamo circa 90 studenti del primo anno. Ci è stato detto che verremo trasferiti in altri poli come quello di Tricase, Bari ed Acquaviva. Siamo veramente preoccupati in quanto il 90% di noi sarebbe costretto a ritirarsi poiché molti non possono permettersi questi spostamenti per ragioni economiche e lavorative. Nel mese di settembre 2009 - spiega la studentessa - dal Policlinico di Bari siamo stati convocati per scegliere la sede più adatta alle nostre esigenze in base alle nostre posizioni in graduatoria (la prima in graduatoria è una tarantina). Ora ci viene negato anche il diritto allo studio a causa di problemi interni tra la Asl di Taranto ed il Policlinico di Bari. Molti di noi - prosegue la studentessa - hanno anche famiglia e svolgono lavori, addirittura in orari notturni, per poter prosegurie gli studi. Personalmente ritengo sia una mossa illogica in quanto sappiamo che tra circa 3 anni si aprirà a Taranto il San Raffaele e questa città si ritroverebbe senza un polo di riferimento. Come al solito la nostra Taranto, invece di progredire e prendere al volo queste grande occasioni, le rifiuta e le delega agli altri. Noi volevamo solo essere l’orgoglio di questa città che ha tanto bisogno di una buona sanità. Tutto questo, invece, ci mortifica».

    articoli di Maria Rosaria Gigante
    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 5 Maggio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Monito da Infermieristica: «Il corso di laurea resti qui»

    UNIVERSITÀ: APPELLO DEGLI STUDENTI CHE TEMONO NUOVI TAGLI.
    IL COMUNE INTERVIENE CON CIOCIA
    Monito da Infermieristica: «Il corso di laurea resti qui»

    • Gli studenti di Infermieristica proprio non ci stanno all’ipotesi di trasferimento del loro corso di laurea fuori dal polo jonico. Con loro potrebbero anche doversi trasferire i colleghi del corso di laurea per Tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro, gli ultimi due dell’area sanitaria rimasti a Taranto. E’ quanto potrebbe essere deciso nel corso di una riunione del consiglio di facoltà di Medicina il 10 maggio. In settimana, però, un incontro tra il rettore dell’Università di Bari, Corrado Petrocelli, il preside della facoltà di Medicina, Antonio Quaranta - intervistato nei giorni scorsi dalla «Gazzetta» -, e i vertici dell’Asl potrebbe servire a chiarire la situazione e, si spera, a superare le criticità. Le difficoltà, infatti, dovrebbero essere al momento sostanzialmente tra Università ed Asl. Intanto, ieri, gli studenti hanno avviato la loro mobilitazione e coinvolto gli amministratori locali. Annunciato anche un documento da proporre alle autorità accademiche, ai vertici Asl, agli amministratori locali. «Auspichiamo inoltre - hanno detto ieri - che la classe politica tarantina sia compatta per scongiurare questa evenienza e dia maggior rigore e futuro al polo universitario jonico in termini di stanziamenti economici e di personale. Vorremmo ricordare e sottolineare - aggiungono - la volontà degli studenti che si iscrivono a questo corso di laurea di rimanere a Taranto poiché, oltre a sostenere il test di selezione a pagamento, devono classificarsi in graduatoria pur di studiare nella propria città». Un principio giuridicamente riconosciuto, dice l’assessore comunale all’Università, Paolo Ciocia, intervenuto all’assemblea degli studenti per esprimere loro la solidarietà propria e degli altri consiglieri comunali. «Rivolgo un appello al rettore Petrocelli ed al preside Quaranta - dice Ciocia che si è reso disponibile di fare da mediatore tra le istanze degli studenti, quelle dell’Università e dell’Asl - perché considerino che noi siamo pronti a concorrere alla soluzione dei problemi purché questi ci vengano rappresentati». Ciocia non nasconde l’effetto sorpresa dell’ipotesi trasferimento, emersa solo con la comunicazione apparsa sul sito della facoltà di Medicina dell’odg della prossima seduta del consiglio di facoltà. «Voglio ricordare - dice Ciocia - che siamo tutti firmatari di un accordo di programma triennale per il consolidamento del polo universitario jonico, ma stranamente questa decisione è stata assunta unilateralmente senza aver interessato gli altri partner istituzionali».

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 4 Maggio 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Il preside di facoltà Quaranta: "Medicina non va via se sostenuta"

    «Medicina non va via se sostenuta»
    Il preside di facoltà, Quaranta: la realtà locale non può chiamarsi fuori dagli impegni


    • «Da parte nostra, non c’è alcun retropensiero. Se avessimo avuto qualche retropensiero, avremmo per tempo preso altre decisioni come quella di chiudere totalmente il polo di Taranto. Non abbiamo questa intenzione. Però, vorremmo che tutti condividessero con noi il nostro impegno. Almeno non ci guardino come invasori».
    A parlare è il preside della facoltà di Medicina dell’Università di Bari, Antonio Quaranta, dopo la convocazione di una seduta del consiglio di facoltà - il prossimo 10 maggio - in cui c’è all’ordine del giorno il trasferimento dei corsi di laurea attivi a Taranto in altri poli didattici. L’annuncio ha destato non poca indignazione soprattutto tra gli studenti che, dopo la chiusura del primo anno del corso in Fisioterapia quest’anno, e la chiusura in passato di altri corsi dell’area sanitaria, come quello per Tecnici della riabilitazione psichiatrica, Educatore professionale e per igienisti dentali, adesso temono una sorte analoga per i corsi attivi in Scienze infermieristiche e per Tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro. Ma dalle parole del preside Quaranta si evince che il rischio sembrerebbe legato al mantenimento di alcuni impegni a livello locale, mentre i «tagli» ed i sacrifici previsti dalla riforma Gelmini non dovrebbero riguardare almeno quest’area dell’offerta formativa erogata da Bari. Per il futuro, invece, eventuali ampliamenti sembrano piuttosto improbabili. Intanto, proprio per affrontare le difficoltà più immediate e chiarire cos’è che non va, il preside Quaranta ed il rettore dell’Università di Bari, Corrado Petrocelli, hanno chiesto un incontro urgente al direttore generale dell’Asl, Domenico Colasanto. L’incontro dovrebbe essere fissato per la prossima settimana.
    Preside Quaranta, quali sono i problemi alla base dell’odg del prossimo consiglio di facoltà?
    « L’Università di Bari da tempo ha investito e risposto alle esigenze di Taranto, attivando facoltà e corsi di laurea in diversi settori. Naturalmente tutto questo necessita di accordo, condivisione, sostegno da parte di tutti. Per i corsi delle professioni sanitarie, c’è un protocollo all’interno del quale ci sono degli obblighi da parte delle aziende sanitarie in termini di personale, ambienti e strutture. Per quanto riguarda le strutture, noi abbiamo finalizzato alle attività didattiche di Taranto il plesso di via Deledda, didatticamente molto più apprezzabile di quello precedentemente utilizzato per anni. Quando, però, ho notizia di un comando a ritornare in Asl, comando firmato dal direttore generale o dal coordinatore didattico alle persone che l’azienda ha il dovere di mettere a disposizione per l’organizzazione dei corsi, capisco che all’Asl questi corsi non interessano più. Naturalmente io ho l’obbligo di salvaguardare gli studenti, offrendo loro un minimo. Poi, pare che queste decisioni siano rientrate, ma peraltro tutto questo avviene senza che si informino le autorità accademiche».
    Dunque, decidereste di portar via i corsi?
    «Con il rettore abbiamo chiesto un incontro con le autorità politiche ed il direttore generale perché, se dobbiamo portare avanti un progetto condiviso, occorre farlo bene. La volontà non è quella di penalizzare. Noi stiamo investendo su Taranto. Io stesso insegno e una volta al mese vengo a tenere esami a Taranto».
    Ma su una eventuale decisione di trasferimento, peserebbero anche i nuovi paletti posti dalla riforma?
    «Questo è un altro discorso, ma noi siamo già sulla buona strada perché con l’adeguamento che faremo con il 2011-2012, non credo che avremo difficoltà. Abbiamo già disattivato alcuni corsi per motivi d’organico, e peraltro a novembre altri 30 docenti andranno in pensione, ma abbiamo anche instaurato un moto della rete formativa che, se siamo intelligenti, servirà a salvaguardare l’esistente applicando solo soluzioni oramai applicate in tutto il mondo e non penalizzanti per nessuno».
    Come vede la prospettiva dell’arrivo a Taranto del San Raffaele del Mediterraneo?
    «Bene, sia da un punto di vista accademico che da un punto di vista sanitario. Tutto quello che sarà fatto, avverrà in accordo e sarà condiviso con le Università pugliesi. Spero che anche la qualità dell’offerta e le prestazioni assistenziali possano migliorare. Noi ci confrontiamo con molta dignità con tutti, abbiamo un ottimo rapporto di collaborazione con tutte le facoltà mediche d’Italia e credo che all’interno della conferenza dei presidi delle facoltà mediche ci sia un patto d’onore e di rispetto».
    Ci sarà da clinicizzare i posti letto ospedalieri?
    «Si, se si entrasse in futuro nell’ordine di idee di attivare un corso di laurea in medicina. Attenzione, però, perché con la riduzione del corpo docente, per noi diventa assai difficile pensare ad un corso di laurea. Tuttavia, se c’è un accordo condiviso e l’impegno delle autorità politiche e civili, quindi anche un impegno economico, potremmo pensarci».

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 30 Aprile 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    Student Card: «Vogliamo sconti del 30 per cento»

    «Vogliamo sconti del 30 per cento»
    La proposta degli universitari: ecco le tipologie di negozi che vanno convenzionati

    • Esercizi di ristoro in primo luogo, anche per sopperire alla mancanza di mense universitarie (con l’unica eccezione di quella ubicata presso la facoltà di Economia - ndr), librerie, topografie e copisterie, agenzie viaggio soprattutto per agevolare la mobilità degli studenti pendolari, ma anche musei, teatri, centri sportivi, abbigliamento e elettronica. Sono i diversi generi commerciali - e non solo - che gli studenti universitari chiedono di poter individuare come settori presso i quali ottenere sconti. Non meno del 30% di sconto perché il discorso possa essere conveniente per chi lo chiede e per chi dovesse aderirvi garantendosi così una certa clientela.
    A sollecitarlo sono gli studenti del LinkUdu, associazione nazionale che conta numerosi iscritti anche a Taranto. Le modalità sono la sottoscrizione di uno specifico protocollo di intesa tra associazione studentesca, Provincia di Taranto e Confcommercio. Agli studenti dovrebbe essere rilasciata una apposita «student card». Gli esercizi commerciali che dovessero aderire alla proposta ed al protocollo evidenzieranno la loro adesione, appunto, attraverso una vetrofania.
    Fa qualche passo avanti la proposta già avanzata e discussa prima della campagna elettorale con gli assessori provinciali all’Università, Emanuele Fisicaro, e alle Politiche giovanili, Katia Marinò. Dopo l’elaborazione di una bozza di protocollo d’intesa, ieri avrebbe dovuto essere l’occasione per una riunione operativa conclusiva con la Confcommercio, rinviata tuttavia al prossimo lunedì. Per gli studenti interessati è stata comunque l’occasione per perfezionare con gli amministratori provinciali le loro proposte.
    «Abbiamo ridefinito le nostre proposte con la Provincia - dichiara il portavoce provinciale dell’associazione studentesca, Remo Pezzuto -. Lunedì prossimo concorderemo il tutto con l’associazione commercianti che già si è detta disponibile all’operazione. D’altro canto, anche una serie di commercianti sono favorevoli ed alcuni di loro già attuano una politica di sconti nei confronti di alcune organizzazioni studentesche. Si tratta, dunque, in buona sostanza di istituzionalizzare il tutto ed estendere tali opportunità agli esercizi commerciali dell’intera provincia».
    Una volta sottoscritto il protocollo di intesa, la Confcommercio dovrà emettere un bando e poi sottoscrivere le varie convenzioni. Il protocollo, evidenziano gli studenti, sarà di durata triennale e funzionerà sotto la vigilanza attiva da parte degli studenti. Per gli esercizi commerciali che dovessero sottoscrivere il protocollo e poi non rispettare l’intesa sono previste sanzioni amministrative.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 29 Aprile 2010

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  • Plautus
    ha risposto
    l’Udu presenta «Altrariforma»

    E l’Udu presenta «Altrariforma»
    Oggi incontro in Provincia per avviare il progetto della «card» per gli studenti

    • Una proposta di riforma universitaria che si discute in parallelo a quella che, presentata dal ministro Mariastella Gelmini, fa il suo iter in Parlamento. «Altrariforma»: hanno voluto chiamarla così gli studenti universitari del LinkUdu una loro proposta che sta facendo il giro delle sedi universitarie italiane con la contestuale verifica attraverso consultazione sulla riforma Gelmini e su quella proposta dal movimento studentesco. Tappe tarantine di questa consultazione sono quelle di oggi e del 30 aprile, presso la sede di Via Acton, sede dei corsi di laurea di Giurisprudenza e Lettere e Filosofia, per passare poi nelle sedi di Scienze matematiche, fisiche e naturali, Economia, Scienze della Formazione e Maricoltura. «Dopo anni di devastanti riforme calate dall’alto - dicono gli studenti -. La nostra proposta è fondata sull'idea di un'università pubblica e di qualità, accessibile a tutti». La consultazione studentesca si concluderà il 12 e 13 maggio, giorno delle elezioni del Consiglio nazionale degli studenti universitari, a cui LinkUdu ha deciso di non partecipare, «poiché - affermano - vogliamo dimostrare la differenza tra un organo inutile e burocratico, che va assolutamente riformato, e un grande momento di partecipazione democratica diretta». Proposte in discussione anche su wikisaperi.org  .
    Sul piano più prettamente locale, invece, dopo un anno di contrattazione, sempre gli studenti del LinkUdu quest’oggi incontreranno in Provincia gli assessori all’Università ed alle Politiche giovanili insieme all'associazione dei commercianti per redigere il documento finale di approvazione del progetto «Student card». Discusso infine ieri sera, in un incontro del Comitato qualità della vita, un documento su criticità e priorità di scuola e università a Taranto. Il quesito di fondo rimane l’applicazione della nota 160. Dopo Fisioterapia e Tecnici per la riabilitazione psichiatrica, sembra cancellata anche Lettere e l’attivazione della specialistica in Beni culturali. Incertezze sulla magistrale in Scienze ambientali ed il primo anno di Scienze della maricoltura.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 28 Aprile 2010
    Ultima modifica di Plautus; 30/04/2010, 13:45. Motivo: l’Udu presenta «Altrariforma»

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