LA PROTESTA: FOTOPETIZIONE
Universitari contro i tagli dei servizi
Universitari contro i tagli dei servizi
• Il sindacato studentesco Link Udu Taranto avvia la protesta «Io non sono uno spreco. Studenti non voci di bilancio». Si tratta di «una campagna informativa che coinvolge tutti gli studenti tarantini con una foto petizione». La protesta coinvolge oggi e domani la sede di via Acton, con i gruppi di Giurisprudenza e Lettere, «poi continuerà nella sede che ospita la seconda facoltà di Scienze» e negli altri corsi di laurea. In questo modo il sindacato vuole denunciare «i tagli previsti ai servizi degli studenti a causa dei 52 milioni di euro di buco che caratterizza le casse dell’Università degli studi di Bari. Il profondo rosso che ci circonda produce il taglio del 40% dei più importanti capitoli relativi alla comunità studentesca. Il suo ammontare è esattamente di 12 milioni di euro e va ad inficiare servizi come i contratti per i part-time, le attività culturali, le provvidenze agli studenti, i servizi garantiti dal fondo 390 come i buoni libro, il servizio di show card etc. A ciò si aggiungono altri tagli al fondo per il miglioramento della didattica, agli assegni alla ricerca e al sostegno alle biblioteche. Nel piano di rientro presentato dal Rettore, si parla espressamente di “modifica del regolamento per la determinazione delle tasse e contributi”,e quindi un aumento della contribuzione per il miglioramento dei servizi. Ci chiediamo però - dice Link Udu Taranto - come l’aumento delle tasse e il miglioramento dei servizi si possa coniugare con la riduzione dei capitoli che garantiscono i servizi agli studenti. Ci chiediamo anche quale futuro avrà la realtà universitaria tarantina, dove questi servizi risultano già assenti o del tutto inefficienti? Inoltre, verranno terminate le costruzioni o le ristrutturazioni delle sedi universitarie del Polo jonico?»
A tal proposito Link Udu Taranto si dice preoccupato del fatto che «il piano di rientro prevede anche la vendita di immobili».
articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di lunedì 11 Gennaio 2010
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