LA PROTESTA SIT IN SOTTO LA PREFETTURA, NEL MIRINO LA MANOVRA FINANZIARIA DEL GOVERNO
«Fermate questi tagli o la scuola non si salverà»
«Fermate questi tagli o la scuola non si salverà»
• Protesta dei professori ieri davanti alla Prefettura su iniziativa dei sindacati Cisl, Uil, Snals e Confsal. Protestano contro i tagli e gli effetti dell’ultima manovra del governo. Una delegazione di insegnanti, guidata dai responsabili sindacali, nel corso della mattinata è stata ricevuta in Prefettura. Una comunicazione con le indicazioni dei contenuti della protesta sarà ora inviata al ministero della Pubblica istruzione.
Insomma, il fronte sindacale è caldissimo nelle scuole, anche se non appare del tutto unitario con la Flc Cgil che ha scelto altre giornate di protesta ed i Cobas che hanno optato per uno sciopero degli scrutini a scacchiera. Sul tavolo - per tutti - ci sono non solo i tagli già resi noti ad aprile sugli organici del prossimo anno scolastico, ma anche proteste e mobilitazioni contro gli effetti rinvenienti dalla recente manovra finanziaria.
Dopo il sit-in e l’occupazione simbolica lo scorso 3 giugno dell’Ufficio scolastico provinciale da parte della Flc Cgil, sit-in al quale ha aderito anche il Cip (Comitato insegnanti precari), oggi corteo della Flc Cgil a Roma. Ieri, invece, la protesta a Taranto di Cisl, Uil, Snals e Gilda che hanno indetto, invece, la manifestazione nazionale per il prossimo 15 giugno a Roma.
In particolare - si legge in una nota sindacale a firma dei responsabili provinciali Antonio Cirillo (Cisl), Paquale Di Taranto (Uil), Elvira Serafini (Snals), Carlo Calvaruso (Gilda) -, i sindacati attaccano il blocco dei contratti ed il blocco degli scatti di anzianità che avranno - sostengono - ricadute negative anche sul calcolo delle pensioni e del trattamento di fine rapporto. Contestano anche l’incidenza irrilevante delle misure del governo sul fenomeno dell’evasione fiscale, gli scarsi interventi sugli enormi costi della politica, degli sprechi e dei privilegi, le ricadute negative sull’occupazione e l’incremento incontrollato del fenomeno del precariato che ne deriverà. Le ragioni che motivano la protesta si aggiungono all’altissimo prezzo già pagato dalla scuola in conseguenza dei tagli indiscriminati sugli organici, aggiungono i responsabili sindacali.
In effetti, rilevano i sindacati, la Puglia pagherà ancora una volta un tributo altissimo: 41 cattedre in meno nella scuola materna (in crescita nel resto d’Ita - lia), 821 nella scuola primaria, 334 nella scuola secondaria di primo grado e ben 1339 la scuola secondaria, anche per effetto della riforma che ha razionalizzato gli indirizzi e ridotto anche il numero di ore di lezione. Complessivamente gli organici delle regioni del Sud subiscono tagli per il 5%, mentre a livello nazionale la decurtazione è del 4%.
articolo di Maria Rosaria Gigante
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 12 Giugno 2010
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