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Rassegna Stampa 2010

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    #91
    Il caso della dirigente scolastica del liceo Battaglini

    IL CASO: LA DIRIGENTE SCOLASTICA A VICO DOPO L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
    «L’ispezione al liceo Battaglini? Sono stata io preside a chiederla»
    Busato: nel bilancio dell’istituto buco di 400mila euro

    • «Bene ha fatto l’onorevole Vico a chiedere l’invio di una ispezione ministeriale, che peraltro ho già ripetutamente sollecitato, purchè questa sia chiamata ad accertare anche le responsabilità di quanti consentirono con le proprie azioni od omissioni a rendere possibili quegli ammanchi e di quanti oggi frappongono ingiustificati ed incomprensibili ostacoli all’esercizio delle mie prerogative di dirigente scolastico». Così la preside del liceo scientifico Battaglini di Taranto, Gabriela Busato, reintegrata al suo posto dal giudice del lavoro, risponde al parlamentare Pd, Ludovico Vico, che ha chiesto un’ispezione ministeriale al liceo. Riprendendo un passaggio dell’interrogazione parlamentare di Vico al ministro, laddove imputa alla Busato « violenze verbali, violazioni delle norme etiche ed amministrative e persino inadempienze amministrative che pregiudicherebbero la normale attività scolastica», la preside del Battaglini afferma che «tutte le accuse sono state oggetto in più occasioni di valutazioni da parte dell’autorità giudiziaria che, con ben cinque distinte pronunce emesse nel corso degli ultimi mesi, ne ha ripetutamente dichiarato l’infondatezza, e la inconsistenza riconoscendo al contrario la correttezza e la legittimità del mio operato. Qualcuno, a questo punto, dovrà pure porsi il problema che “forse” gli attacchi rivolti alla mia persona sono ingiusti (se la magistratura lo ha riconosciuto per ben cinque volte una ragione ci sarà pure) e dovrà semmai domandarsi come mai essi siano scoppiati improvvisamente solo dopo che io ho comunicato formalmente al Consiglio di istituto la volontà di porre in essere ogni iniziativa per il recupero dell’ammanco di oltre 400.000 euro al bilancio della scuola dalla precedente gestione dell’istituto e così chiedersi se magari non ci sia qualcuno che abbia interesse ad impedirmelo».

    articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 28 Maggio 2010

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      #92
      Provincia e scuole sicure

      «Servono 35 milioni per avere scuole sicure»
      Florido: ma dal Governo solo 870mila euro. 2 milioni dalla Provincia

      • «I nostri tecnici, in una relazione, attestano che per mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici della provincia ci vorrebbero circa 35 milioni di euro. Questa è la verità. Per questo, evitiamo toni demagogici e collaboriamo tutti».
      Il presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, scuote ieri il consiglio provinciale con un intervento vibrante. L’occasione gliela fornisce, indirettamente, il capogruppo del Pdl a Palazzo del governo, Giuseppe Cristella, che aveva polemizzato sui prossimi lavori previsti al liceo classico «Archita» di Taranto.
      In realtà, per essere precisi, a Cristella aveva compiutamente risposto l’assessore ai Lavori pubblici, Costanzo Carrieri, ma Florido evidentemente ha avvertito l’esigenza di lanciare un messaggio dai contorni più politici.
      E così, Florido ascolta Cristella sobbalza dalla sedia, prende il microfono e tuona: «Non si può trattare una questione così importante usando toni demagogici. Per questo, chiedo la collaborazione di tutti. E così, pure tra noi cerchiamo di cambiare nel modo di fare politica. Quando un preside di una qualunque scuola, di un qualunque paese ci chiama e richiede un intervento di manutenzione non previsto dobbiamo avere la forza di dirgli di “no”. In questi anni, negli ultimi anni, abbiamo fatto molto, tanto. Certo, c’è ancora molto altro da fare ma la sicurezza nelle scuole la si garantisce soprattutto con interventi strutturali e per quelli non abbiamo risorse così ingenti. Ed allora, programmiamo, realizziamo ma senza dividerci su questo tema che riguarda il futuro dei nostri ragazzi». Poi il presidente della Provincia di Taranto aggiunge: «Purtroppo funziona così. I Vigili del fuoco effettuano i sopralluoghi negli edifici scolastici e se accertano dei pericoli compilano il verbale. E così, in questo modo, ho subìto quattro denunce penali. Sono io il primo a rischiare. Quando verrò chiamato dalle autorità giudiziarie spiegherò loro che non potevo fare altrimenti».
      Poi il presidente della Provincia indossa i panni di esponente dell’Unione province italiane (Upi) e controbatte: «Inizialmente il Governo aveva creato un fondi di 1 miliardo di euro per finanziare interventi per la messa in sicurezza delle scuole. Poi, circa un terzo di questi è stato dirottato a L’Aquila e successivamente è stato elaborato un piano stralcio da 330 milioni di euro. Ecco, di questi, alla provincia di Taranto spiega Florido - ne andranno circa 870mila euro. A questa cifra, la Provincia quest’anno ne aggiungerà altri 2 milioni di euro».
      E infine, Florido apre una parentesi sulla recente manovra del governo Berlusconi: «Ci sono 13 miliardi di euro di tagli. Di questi, 9 a carico delle Regioni e 4 a danno dei comuni. Come faremo a far quadrare i bilanci? A Taranto, ad esempio, rischiamo di vederci ridotti i trasferimenti destinate agli audiolesi ed ai trasporti. Per questo, serve unità e non demagogia». Cristella, dal canto suo, si convince solo a metà visto che contrattacca così: «Presidente, gli sprechi continuano. I soldi per staffisti e direttore generale, però, ci sono». Florido invoca quantomeno un duello con il fioretto ma il capogruppo del Pdl risponde con una ruvida sciabolata.



      LA VOTAZIONE: ESPRESSI A FAVORE DELLA DELIBERA I CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA. NO DAL PDL
      Via libera al conto consuntivo 2009 ci sono 14 milioni di euro di «avanzo»
      L’assessore Mancarelli (Bilancio): spesi 2,7 milioni per le scuole

      • Via libera al conto consuntivo 2009. Con i soli voti della maggioranza (contrario il Pdl), il Consiglio ha approvato la chiusura dei conti dello scorso anno. Bilancio che, alla fine, ha fatto registrare un avanzo di amministrazione pari a 14 milioni di euro.
      L’assessore al Bilancio, Giampiero Mancarelli (Pd), fa una riflessione a più ampio raggio che va oltre il consuntivo: «Nella provincia di Taranto c’è stato un aumento del 258 per cento degli ammortizzatori sociali eppure in questo contesto così negativo, nonostante un brusco calo delle entrate derivanti dal mercato automobilistico (imposta provinciale di trascrizione e Rca auto) siamo riusciti a realizzare importanti interventi per la collettività». E in questa direzione, inoltre, si collocano i 2.7 milioni di euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici. E ricordando, anzi comprendendo le somme spese negli anni precedenti, la Provincia ha speso 6 milioni di euro per la realizzazione del liceo di Mottola, 6.4 per quello di Massafra e 4.4 per l’istituto tecnico di Sava .
      L’assessore poi quest’occasione per criticare «gli angusti limiti del patto di stabilità. Questa situazione rischia di porci nella condizione di non poter pagare i fornitori pur avendo i soldi in cassa. Questo patto si basa, infatti, solo su rigidi formule e su una concezione asfittica della politica che rischia di bloccare lo sviluppo di questo territorio».
      Poi, sempre l’assessore provinciale al Bilancio, ricorda che il grande sostegno offerto dalla giunta Florido alla società partecipata «Taranto Isolaverde» che «ha potuto garantire un futuro occupazionale stabile a 273 dipendenti della società oltre ad offrire alla Provincia interventi e servizi ad importi decisamente inferiori rispetto al mercato».
      Mancarelli poi con vanto sottolinea che «nonostante questo quadro economico non proprio esaltante, la Provincia di Taranto, guidata da Gianni Florido, continua a finanziare l’istituto “Paisiello” che si colloca così tra i primi in Italia per questo tipo di offerta culturale e formativa».
      Non è d’accordo, e non poteva non esserlo, il capogruppo del centrodestra, Giuseppe Cristella, che accusa il centrosinistra di produrre sprechi. Tra questi, cita i 100mila euro per il canone di locazione di Palazzo D’Ayala.

      articoli di Fabio Venere
      pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 29 Maggio 2010

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        #93
        Le carenze della scuola jonica

        Dalle aule ai servizi un elenco di carenze antiche
        E nell’ultimo rapporto Legambiente mancano le superiori per assenza di dati

        • Dal liceo Archita agli altrettanto decennali problemi di edilizia scolastica all’istituto professionale Archimede. Da una nuova sede mai recuperata per il liceo artistico Lisippo che continua a utilizzare una sede inadeguata ai numerosi tanti altri aspetti legati sempre a sedi inadeguate, aule insufficienti, strutture fatiscenti, edifici nati con altra destinazione ed utilizzati come scuole, certificati prevenzione anticendi, agibilità igienico-sanitaria e di sicurezza (legge 626) quasi mai ottenuti. La mappa dei disagi e delle inadempienze a scuola potrebbe essere lunga. Se una mappa aggiornata ci fosse.
        «Cenerentola» delle amministrazioni, mai presa ed affrontata di petto, l’edilizia scolastica continua ad essere uno dei nodi critici. Drammaticità che per quanto riguarda le scuole superiori in realtà costituiscono un’eredità che viene da lontano, dagli anni del boom demografico, dagli anni dell’estensione dell’istruzione obbligatoria che portò a scuola centinaia e centinaia di studenti in più. Anni in cui ben altre amministrazioni avevano competenza sull’istruzione. Si dovettero adattare edifici non propriamente costruiti per essere scuole, ma la previsione del passaggio della competenza per l’istruzione superiore dai Comuni alle Province portò anche ad un colpevole abbandono da parte dei primi per numerosi anni. Così in eredità alla Provincia fu trasferito un patrimonio di aule già profondamente in crisi. Nel frattempo, non è stata mai completata una anagrafe istituzionale dell’edilizia scolastica, pure avviata oltre un decennio fa. E così pure i programmi e gli investimenti in edilizia scolastica sono diventati episodici, mentre si sono susseguiti solo interventi tampone che pure sono costati fior di quattrini o si è continuato a pagare fitti per sedi inadeguate, che sono l’equivalente di altrettanti prestiti. In anni più recenti, a livello locale, si aggiunga anche l’esigenza di attribuire i nuovi edifici non più a scuole, ma a sedi universitarie.
        Oggi, il grido d’allarme che giunge dal presidente della Provincia è la proiezione di una mappa dell’emergenza di cui si parla da anni, ma che non vede ancora luce. Non solo, ma secondo i dati di chi almeno ci tenta a stendere un’anagrafe dell’edilizia scolastica - vale a dire la Legambiente -, le Province pugliesi non rispondono neppure alla richiesta di fornire dati. Sicché anche l’ultimo rapporto, pubblicato a febbraio scorso, è orfano dei dati relativi alle scuole superiori. Nonostante ciò, e quindi con i dati resi dai Comuni relativi alle scuole dell’obbligo, Taranto occupa un 71° posto nella classifica generale. Nelle pratiche ecocompatibili è ferma al 75°, nella graduatoria del rischio (da quella che desta più preoccupazioni a scalare) è al 58°.

        articolo di Maria Rosaria Gigante
        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 29 Maggio 2010

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          #94
          Certamen Tarentinum

          Cultura - Il Certamen Tarentinum

          Si è svolta nel salone della Provincia, presente il vicepresidente ed assessore all’Istruzione Fisicaro, la cerimonia di premiazione dei vincitori del 1° «Agòn tarantìnos-Certamen Tarentinum», organizzato dall’Archita e dall’Aicc di Taranto con Provincia e Comune di Taranto. Il 1° premio (500 euro) è andato ad Edoardo Solito, del Tito Livio di Martina; il 2° (300 euro) a Carlo Ripa (Archita); 3° premio (200 euro) a Graziana De Chirico (De Sanctis, Manduria). Premio Sezione Ricerche (300 euro) a «Le figlie di Pandora», ricerca di Marco Cozza, Monica Galiano, Marco Peluso, Antonietta Albano, Emanuele Paradiso, Giorgia Verna, coordinati dalle docenti Gisella Tanoni e Patrizia D’Elia. Con i premiati c’erano i presidi di Archita e Quinto Ennio, Michele Marangi e Silvana D’Addario, il presidente dell’Aicc di Taranto, Adolfo Mele, Angela Mignogna, che da assessore comunale aveva sostenuto la realizzazione dell’iniziativa. Piero Totaro, docente di Storia del teatro greco e latino nell’Università di Bari, ha parlato di “Nuovi studi sul rapporto fra tragedia attica e pittura vascolare”. L’anno prossimo il Certamen riguarderà un autore latino.

          articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 1 Giugno 2010

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            #95
            Con «Anfitrione» l’Archita vince al Festival di teatro di Altamura

            E con «Anfitrione» l’Archita vince al Festival di teatro di Altamura

            • Con «Anfitrione», da Plauto, i ragazzi dell’Archita hanno vinto il primo premio al XVI Festival internazionale di teatro classico scolastico di Altamura. Già andato in scena a Taranto all’Orfeo, poi - per invito - alla Rassegna di teatro classico dei giovani di Palazzolo Acreide organizzata dall’Istituto nazionale del dramma antico (Inda), «Anfitrione» (regìa e adattamento del testo di Nella Abruzzese, con la collaborazione di Palma Violante) è la XX messinscena dell’Architeatro, il prodotto finale del laboratorio teatrale dell'ultracentenario liceo classico tarantino. Più volte le produzioni di Architeatro sono state premiate ad Altamura ed invitate a Palazzolo Acreide. Sarebbe auspicabile che anche quest'anno, come accadde lo scorso anno con le "Coefore", la rappresentazione possa avvenire in estate sullo sfondo delle colonne del tempio dorico, in piazza Castello, per consentire a più ampie fasce di pubblico di goderne.

            articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 2 Giugno 2010

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              #96
              Il "Paisiello" è Istituzione di Alta Formazione Artistica e Musicale italiana

              Ora è conclusa la battaglia sul «Paisiello»

              • L’Istituto Musicale provinciale “G. Paisiello” finalmente Istituzione di Alta Formazione Artistica e Musicale italiana, praticamente università della musica. A sancirlo definitivamente, dopo anni di lavoro sul fronte provinciale, il decreto n. 107 del 31 maggio scorso con cui il Ministero ha definitivamente approvato lo Statuto di autonomia varato dal Consiglio provinciale.
              Il Paisiello prende ora la denominazione di “Istituto Superiore di Studi Musicali”. Vanno così a regime i corsi accademici di primo e secondo livello (equivalenti alla laurea triennale e alla specialistica) avviati in fase sperimentale dal 2004. Nato nel 1927 ad opera di un gruppo di giovani musicisti tarantini, il Paisiello era stato pareggiato ai Conservatori di Stato nel 1959. Cresciuto negli anni, l’Istituto oggi conta su 70 docenti e quasi 600 allievi. Una realtà tutta completamente a carico della Provincia di Taranto che solo per il Paisiello mette in bilancio 3.800.000 euro all’anno, assorbendo così una quota consistente dei 4.300.000 euro di spesa ricadente sotto la voce formazione musicale. La prossima missione è, pertanto, la “statizzazione” dell’Istituto, giudicata complessa ma non impossibile.
              Ora si attende la designazione da parte dell’ente Provincia di una rosa di nomi che dovranno comporre il consiglio d’amministrazione del Paisiello. Sarà in questa rosa di nomi che il ministro Gelmini individuerà e nominerà il presidente. Un passaggio cruciale, una criticità che in passato aveva congelato ogni decisione e sulla quale il ministero è stato irremovibile pena la definitiva perdita di possibilità per il Paisiello di assurgere a istituto universitario. Un atteggiamento che il presidente della Provincia, Gianni Florido, non esita a definire “mafiosetto” e sul quale la Provincia ha dovuto, comunque, capitolare per non perdere l’importante occasione.
              Ma ora il Paisiello non potrà continuare a restare con una situazione “spezzatino”, come viene definita, con aule presso il Convento San Michele, in Città Vecchia, ed altre a Palazzo D’Ayala. Fondi dell’Area Vasta e altri fondi (Arcus) di provenienza nazionale potrebbero costituire due importanti canali di finanziamento per la definitiva sistemazione del San Michele. Stimata una spesa complessiva di oltre due milioni di euro.
              Soddisfatto il presidente della Provincia Gianni Florido per il traguardo raggiunto. Le valutazioni sono espresse nel corso di una conferenza stampa alla presenza del vicepresidente Emanuele Fisicaro, che negli ultimi mesi aveva lavorato per questo obiettivo, dell’assessore ai lavori pubblici Costanzo Carrieri, che annuncia per la sede il progetto in Area Vasta, dell’assessore al Bilancio e al Personale, Giampiero Mancarelli, che parla del Paisiello come di un “fiore all’occhiello del nostro territorio”, dell’attuale direttore del Paisiello, il Maestro Lorenzo Fico che annuncia anche il programma di festeggiamenti. In calendario per quest’oggi tre concerti: il primo, all’interno del chiostro del convento di San Michele, alle ore 17.30; il secondo, alle ore 19,30, nella chiesa di San Pasquale ed il terzo, alle ore 20.30, a Villa Castelli.

              articolo di Maria Rosaria Gigante
              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 4 Giugno 2010

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                #97
                Tensione nel liceo scientifico Battaglini

                Tensione nel liceo scientifico
                Scatta la protesta del personale del Battaglini
                «Ripristinate la legalità»

                In stato di agitazione il personale in servizio presso il liceo scientifico Battaglini. A dichiararlo, lo scorso 1 giugno, a seguito di una assemblea sindacale del personale tenuta presso lo stesso istituto, i sindacati Flc Cgil, Cisl, Uil scuola e Snals Confsal. E’ quanto si legge in una nota a sigla dei rispettivi segretari provinciali Santoro, Cirillo, Di Taranto e Serafini. Con la nota, indirizzata all’Ufficio scolastico regionale, i sindacati chiedono «il ripristino di una situazione di legalità prendendo anche in considerazione l’allontanamento della dirigente». La richiesta prende spunto dal fatto che, ad un anno di distanza (il 4 giugno 2009) dalla precedente richiesta di ripristino di una situazione di diritto, a causa dello stato di malessere evidenziato dal personale scolastico «in merito ad atteggiamenti e comportamenti non conformi alla funzione dirigenziale», la situazione non è ancora risolta. Le organizzazioni sindacali, si legge nella nota, «hanno verificato il persistere di situazioni censurabili». Cgil, Cisl, Uil e Snals citano l’attribuzione di in carichi con elusione del contratto integrativo di istituto, comunicazioni riservate e contestazioni di addebito in assenza di motivazioni coerenti, gestione del protocollo non conforme all’efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione, discrezionalità nei permessi retribuiti. E ancora: invio di visite fiscali, atteggiamenti lesivi della dignità del personale, esautorazione del direttore amministrativo, violazione della privacy, violazione delle prerogative sindacali, dilatazione dei tempi del confronto sindacale. «Si è in presenza - scrivono i sindacati - di palesi inottemperanze della dirigente rispetto alle sue funzioni».

                articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 11 Giugno 2010

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                  #98
                  «Fermate questi tagli o la scuola non si salverà»

                  LA PROTESTA SIT IN SOTTO LA PREFETTURA, NEL MIRINO LA MANOVRA FINANZIARIA DEL GOVERNO
                  «Fermate questi tagli o la scuola non si salverà»

                  • Protesta dei professori ieri davanti alla Prefettura su iniziativa dei sindacati Cisl, Uil, Snals e Confsal. Protestano contro i tagli e gli effetti dell’ultima manovra del governo. Una delegazione di insegnanti, guidata dai responsabili sindacali, nel corso della mattinata è stata ricevuta in Prefettura. Una comunicazione con le indicazioni dei contenuti della protesta sarà ora inviata al ministero della Pubblica istruzione.
                  Insomma, il fronte sindacale è caldissimo nelle scuole, anche se non appare del tutto unitario con la Flc Cgil che ha scelto altre giornate di protesta ed i Cobas che hanno optato per uno sciopero degli scrutini a scacchiera. Sul tavolo - per tutti - ci sono non solo i tagli già resi noti ad aprile sugli organici del prossimo anno scolastico, ma anche proteste e mobilitazioni contro gli effetti rinvenienti dalla recente manovra finanziaria.
                  Dopo il sit-in e l’occupazione simbolica lo scorso 3 giugno dell’Ufficio scolastico provinciale da parte della Flc Cgil, sit-in al quale ha aderito anche il Cip (Comitato insegnanti precari), oggi corteo della Flc Cgil a Roma. Ieri, invece, la protesta a Taranto di Cisl, Uil, Snals e Gilda che hanno indetto, invece, la manifestazione nazionale per il prossimo 15 giugno a Roma.
                  In particolare - si legge in una nota sindacale a firma dei responsabili provinciali Antonio Cirillo (Cisl), Paquale Di Taranto (Uil), Elvira Serafini (Snals), Carlo Calvaruso (Gilda) -, i sindacati attaccano il blocco dei contratti ed il blocco degli scatti di anzianità che avranno - sostengono - ricadute negative anche sul calcolo delle pensioni e del trattamento di fine rapporto. Contestano anche l’incidenza irrilevante delle misure del governo sul fenomeno dell’evasione fiscale, gli scarsi interventi sugli enormi costi della politica, degli sprechi e dei privilegi, le ricadute negative sull’occupazione e l’incremento incontrollato del fenomeno del precariato che ne deriverà. Le ragioni che motivano la protesta si aggiungono all’altissimo prezzo già pagato dalla scuola in conseguenza dei tagli indiscriminati sugli organici, aggiungono i responsabili sindacali.
                  In effetti, rilevano i sindacati, la Puglia pagherà ancora una volta un tributo altissimo: 41 cattedre in meno nella scuola materna (in crescita nel resto d’Ita - lia), 821 nella scuola primaria, 334 nella scuola secondaria di primo grado e ben 1339 la scuola secondaria, anche per effetto della riforma che ha razionalizzato gli indirizzi e ridotto anche il numero di ore di lezione. Complessivamente gli organici delle regioni del Sud subiscono tagli per il 5%, mentre a livello nazionale la decurtazione è del 4%.

                  articolo di Maria Rosaria Gigante
                  pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 12 Giugno 2010

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                    #99
                    Chiudono le lauree in Maricoltura, Lettere e Scienze della moda

                    Chiudono le lauree in Maricoltura, Lettere e Scienze della moda

                    • La Taranto che perde pezzi, la Taranto dei tagli, ora perde anche spazi dell’offerta formativa accademica. «Oppressa» dall’esigenza di razionalizzare le risorse umane e finanziarie e dai parametri sempre più stretti da rispettare per tenere in piedi un corso di laurea, l’Università di Bari cancella nell’offerta formativa del prossimo anno a Taranto un pacchetto piuttosto significativo di opportunità. Si tratta - con qualche possibile distinguo rispetto alle previsioni per il futuro - dei corsi di laurea in Scienze della maricoltura, acquacoltura e igiene dei prodotti ittici della facoltà di Medicina veterinaria, di Lettere dell’omonima facoltà e di Scienze della moda della facoltà di Scienze della formazione. Una cancellazione che, in alcuni casi, spiega il preside di Medicina veterinaria, Bonavoglia, è solo una «pausa tecnica» di un anno. Il tempo necessario a organizzare al meglio il corso di laurea in base al nuovo ordinamento della legge 270. Ma in qualche altro caso potrebbe non essere così. Viene comunque sempre confermata - e non potrebbe essere diversamente - la prosecuzione dell’offerta formativa per gli studenti degli anni successivi al primo.
                    L’offerta formativa per il prossimo anno - dopo alcune proroghe - deve essere ufficializzata dalle Università entro oggi. Anticipando di qualche giorno, il Senato accademico di Bari nell’ultima seduta di maggio ha praticamente approvato l’intero pacchetto di corsi che saranno assicurati il prossimo anno a Bari ed in tutte le sue sedi decentrate. Ecco, dunque, cosa ci sarà a Taranto.
                    - Seconda facoltà di Economia di Taranto: Laurea in Economia e amministrazione delle aziende, laurea magistrale in Strategie d’impresa e management.
                    - Seconda facoltà di Giurisprudenza di Taranto: Laurea in operatore dei servizi giuridici, laurea magistrale in Giurisprudenza.
                    - Seconda facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali di Taranto: laurea in Scienze e gestione delle attività marittime (interfacoltà); laurea in Informatica e comunicazione digitale; laurea in Scienze ambientali.
                    - Facoltà di medicina e chirurgia: corso di laurea in Infermieristica, corso di laurea in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (a numero chiuso, i posti disponibili saranno resi noti in seguito).
                    - Facoltà di Lettere e filosofia: laurea in Scienze dei beni culturali per il turismo.
                    - Scienze della formazione: laurea in Scienze dell’educazione e dell’animazione socio-culturale; laurea in - Scienze della comunicazione nelle organizzazioni.

                    Tecnicamente il corso di laurea in Scienze della maricoltura - una quarantina di immatricolazioni all’anno, un buon numero stando alla specialità del corso, 8 docenti qui incardinati -, è istituito ma non attivato per un anno. «Abbiamo deciso un anno di pausa tecnica - spiega il preside Bonavoglia - per avere il tempo necessario per operare la trasformazione di classe di laurea. Dovremo migliorare l’organizzazione delle discipline, razionalizzare la distribuzione dei crediti per esame, dare più spazio ai tirocini. Non pensiamo assolutamente di chiudere il corso. Rimaniamo con il secondo e terzo anno. E’ una uguale operazione che abbiamo deciso di fare anche per una laurea specialistica a Bari, Igiene e qualità degli alimenti, che peraltro costituisce la logica prosecuzione di studi anche per i laureati in Maricoltura».

                    articolo di Maria Rosaria Gigante
                    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 15 Giugno 2010

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                      «Versiamo soldi e in cambio non abbiamo un bel nulla»

                      FLORIDO, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA: A QUESTO PUNTO SERVE UNA VERIFICA
                      «Versiamo soldi e in cambio non abbiamo un bel nulla»

                      • «Vorrei sfogarmi ma non posso. Voglio troppo bene e stimo troppo Corrado Petrocelli. So che non è per colpa sua, ma qui una riflessione ci si impone». Il presidente della Provincia, Gianni Florido, si lascia sfuggire un commento alla conferma che l’offerta formativa dell’Ateneo barese stringe la cinghia anche su Taranto. Di tagli e sacrifici ormai si parla quotidianamente, ma - nonostante le avvisaglie - il «ridimensionamento» dell’offerta formativa accademica del polo jonico comunque sorprende un pò. Vada per corsi che avevano sofferto una crisi di sviluppo che non è mai arrivata, come Scienze della moda, un corso mai riuscito ad insediarsi neppure in un territorio quale quello di Martina che ambisce a diventare distretto della moda, ma su Maricoltura, tra i primi insediamenti universitari a Taranto, caratterizzato da una sua forte specificità - uno dei pochissimi corsi di laurea di questo tipo in Italia -, forse si sarebbe scommesso diversamente. Vero pure che il preside di Veterinaria, Bonavoglia, parla di uno stop tecnico di un anno. E’ evidente a tutti, però, che le criticità ci sono. Intanto, gli enti locali continuano a destinare ingenti risorse, anche in termini di strutture, all’Università anche se queste non paiono bastare mai.
                      «Gli organi accademici - dice il presidente Florido - ci dicono di non aver soldi, ma noi dal canto nostro continuiamo a versare contributi economici per una convenzione che ormai non viene più rispettata. Ci stiamo assumendo la responsabilità di non tagliare, ma a queste condizioni diventa sempre più complicato. Ormai ritengo che si imponga una verifica dell’accordo di programma che peraltro è arrivato a scadenza. Sicuramente dobbiamo fare una riflessione su cosa fare. Non possiamo far finta di non vedere quello che sta accadendo anno dopo anno. Eppure stiamo facendo sforzi enormi, ma stiamo anche perdendo e sarà sempre peggio con milioni di trasferimenti di fondi statali che non ci saranno più. Se il prodotto che ci viene dato in cambio di tutti questi sforzi è questo progressivo depauperamento, ebbene dobbiamo riflettere».
                      Altrettanto deciso a proporre una revisione dell’accordo il vicepresidente della Provincia ed assessore all’Università, Emanuele Fisicaro. «E’ vero che queste sono decisioni dei giorni scorsi, ma intendo vederci chiaro. Chiederò di parlare col rettore Petrocelli per capire esattamente come stanno le cose al di là di ciò che è scritto in delibera. Anche perché questi ridimensionamenti sono in contrasto con l’accordo di programma e perché così si finisce con lo spogliare sempre più un territorio».

                      articolo di Maria Rosaria Gigante
                      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 15 Giugno 2010

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                        «Ora i politici si diano da fare»

                        L’APPELLO DEL COMITATO QUALITÀ DELLA VITA: SVEGLIATI TARANTO, DIFENDI LA SCUOLA E LA TUA UNIVERSITÀ PER IL FUTURO DEI GIOVANI
                        «Ora i politici si diano da fare»
                        Gli studenti Link-Udu: tra tagli e tasse in molti rinunceranno all’Uniersità

                        • «Svegliati Taranto: difendi la Scuola e la tua Università per il futuro dei giovani di terra jonica». Non è un appello ma un segnale di allarme che ieri, in una conferenza stampa davanti a Palazzo Amati, sede del corso «decapitato» di Maricoltura, il Comitato per la Qualità della Vita ha inteso lanciare. Annunciato il coinvolgimento di Consigli provinciale e comunale, parlamentari, Cuj, nonché delle altre istituzioni firmatarie di un accordo di programma di fatto unilateralmente annullato, in particolare in riferimento all’articolo 3 che parlava di consolidamento del Polo universitario jonico, mentre di fatto si assiste al suo ridimensionamento. Non c’è un attacco diretto né al rettore Corrado Petrocelli, né ai presidi, ai quali - tutti - invece si dà atto della disponibilità sempre mostrata nei confronti di Taranto. Ma l’amarezza per le decisioni comunque assunte, quella sì, c’è tutta.
                        «E’ evidente - dice il presidente del Comitato, Carmine Carlucci - che non si tratta solo della cancellazione di alcuni corsi di laurea strategici per il modello universitario Taranto». Sostanzialmente, facendo anche i conti del più recente passato, non sono solo Maricoltura, Lettere e Scienze della Moda a saltare. Il Comitato cita la laurea triennale in Gestione delle risorse del mare e delle coste, Fisioterapia, Tecnica della riabilitazione psichiatrica, ma anche «il ridimensionamento formativo relativo alla seconda Facoltà di Economia, la mancata istituzione della laurea magistrale in Archeologia, della laurea magistrale in Scienze ambientali». E ancora, restano sulla carta dottorati e assegni di ricerca, nonchè il potenziamento dell’offerta formativa con iguardo alla discipline umanistiche e all’area medico sanitaria.
                        Gli studenti, alle prese in questo periodo con gli esami, sono anch’essi preoccupati, ma appaiono e si sentono impotenti. «Anche ai nostri rappresentanti in Senato accademico sono state spiegate le ragioni di queste decisioni - dice Remo Pezzuto, LinkUdu -. Abbiamo insediato insieme alla Flc Cgil un tavolo per chiamare i politici. Sono loro che devono dirci quale Università vogliono a Taranto. Noi sappiamo solo che quest’anno le tasse sono aumentate, che per il piano di rientro del prossimo anno sono stati annunciati ulteriori aumenti in percentuali che non è possibile chiedere, che nel frattempo noi a Taranto non abbiamo una serie di servizi, che ci tagliano anche l’offerta tenendo conto che su 6mila studenti circa 8-900 sono pendolari, lucani, calabresi. Il rischio? Che molti rinunceranno all’Università».

                        articolo di Maria Rosaria Gigante
                        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 15 Giugno 2010

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                          Ciocia: «I tagli erano forse inevitabili ma dovevano informarci prima»

                          «I tagli erano forse inevitabili ma dovevano informarci prima»
                          Ciocia: poteva andare anche peggio

                          • Più che sorpresa e sgomento, c’è quasi rassegnazione. Tre corsi di laurea tagliati - Lettere, Maricoltura e Scienze e tecnologie della moda - per il prossimo anno accademico. Qualcuno di questi (Maricoltura) che potrebbe essere riattivato in futuro. Effetti e conseguenze della rimodulazione dell’offerta formativa col decreto Gelmini, il quale pone paletti rigidi per le Università e in particolare per le sedi decentrate. Ma, più che vedere ciò che si perde e sul quale occorrebbe comunque fare una riflessione del perché alcune opzioni formative non si sono mai consolidate nonostante l’intuizione felice, c’è chi suggerisce di vedere il bicchiere mezzo pieno. Tra questi l’assessore comunale all’Università, Paolo Ciocia. Sorpreso, comunque, che i tagli abbiano anche colpito Lettere, corso di laurea che avrebbe dovuto qualificare l’offerta formativa da trasferire all’ex Rossarol, in Città vecchia, quando il trasferimento diverrà realmente operativo. «Direi che questa è la sorpresa più grossa» dice Ciocia.
                          Cosa ne pensa del taglio degli altri due corsi di laurea?
                          «Per quanto riguarda Scienze della moda, sapevamo già delle difficoltà. Tant’è che da tenpo si parlava di un possibile raccordo con il distretto della moda di Martina trattandosi di un corso di laurea che ha bisogno di attività laboratoriali. Ma non c’è stato nulla da fare».
                          Maricoltura, invece?
                          «A noi era stato informalmente preannunciato uno stop momentaneo di un anno in attesa di riorganizzare il corso di laurea. Certo, comunque è un peccato visto la peculiarità di questo corso. Ma non posso non dar credito a questa rassicurazione che mi è stata fornita. D’altro canto, è evidente che l’Università punti a questo corso di laurea avendo avviato anche una serie di lavori presso la sede di palazzo Amati».
                          E dunque?
                          «Se posso imputare all’Università di Bari una responsabilità, è quella di non aver comunicato formalmente questa deliberazione che è di fine maggio, decisioni per le quali, in ogni caso, non solo gli enti locali hanno poco da dare di più di quel che hanno già dato, ma anche la stessa Università rispetto ai tagli imposti ha un margine di manovra molto limitato. Diciamo che a livello di informativa sarebbe stato opportuno esserne a conoscenza prima. Operativamente non avremmo potuto fare molto altro, ma così come abbiamo dato insieme le notizie positive, avremmo dovuto anche comunicare queste decisioni. D’altro canto, quando sono sorte difficoltà per i corsi dell’area sanitaria, ne abbiamo discusso ed una soluzione è stata trovata».
                          Insomma, c’è comunque da accontentarsi così?
                          «Vediamo il bicchiero mezzo pieno. Il dato è che una sede decentrata come quella di Taranto, se non si fosse irrobustita grazie alla forte sponda degli enti locali, sarebbe stata ben più gravemente colpita se non spazzata via. L’onda d’urto imposta dalla razionalizzazione è forte. Su qualcos’altro, però, insistiamo».
                          Su che cosa?
                          «Sicuramente sulla ricerca ambientale e tecnologica al quartiere Tamburi. Su questo anche il sindaco è irremovibile».
                          E a proposito del Consorzio Universitario jonico? Cosa fa il Comune?
                          «Non ne siamo ancora usciti fuori formalmente, ma è condivisa in Consiglio l’idea di venirne fuori. Non ha più senso la presenza in quell’organismo. Si deve operare una sua trasformazione. Intanto, va azzerato per poi eventualmente riattivarlo come Fondazione».

                          articolo di Maria Rosaria Gigante
                          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 16 Giugno 2010

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                            Esami di Maturità per 6.183 studenti della provincia di Taranto

                            Sono 6.183 gli studenti attesi da martedì agli esami di Maturità

                            • Sono 6183 gli studenti, tra interni e privatisti,che quest’anno parteciperanno - negli istituti superiori (statali e paritari) della provincia jonica - agli esami di Stato. Avvio martedì 22 giugno con la prima prova scritta di italiano. Sono, invece, 154 i presidenti di commissione nominati dal ministero dell'Istruzione per altrettante commissioni costituite e che si insedieranno lunedì 21 giugno.
                            L’esercito di studenti è quest’anno equamente distribuito tra licei e tecnici. Nei licei, infatti - si parla di classici, scientifici, magistrale, linguistici -, gli alunni sono 2348 (di cui 2268 nelle scuole statali, 80 nelle non statali). I privatisti sono 35. Istruzione tecnica: gli alunni interni sono 2330, di cui 1933 nelle scuole statali, 397 nelle scuole non statali. Ben 198 sono, invece, i privatisti. Istruzione professionale: gli alunni interni sono 980, di cui 969 nelle scuole statali e 11 nelle non statali. Ottanta sono, invece, i privatisti. Istruzione artistica: gli interni sono 209 (tutti in scuole statali) e 3 i privatisti.

                            articolo di Maria Rosaria Gigante
                            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 16 Giugno 2010

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                              Dopo i tagli, parola agli universitari tarantini

                              Lauree soppresse che suicidio!
                              Dopo i tagli, parola agli universitari tarantini

                              • La chiusura di Lettere, Maricoltura e Scienze della moda si poteva evitare se i fondi assegnati a questi corsi di laurea fossero stati gestiti meglio e con più parsimonia. E' il pensiero di un gruppo di studenti dell'Università di Taranto che ieri la «Gazzetta» ha incontrato nella sede di via Acton, laddove sono ospitate le facoltà di Lettere e di Giurisprudenza.
                              «A dire il vero - dice Luigi, al secondo anno di Giurisprudenza - non mi sembra una cattiva idea la chiusura di Maricoltura e di Scienze della moda. Sono due corsi di laurea poco frequentati per cui non vale la pena di continuare a disperdere risorse che invece si possono destinare ad altre discipline sicuramente più ambite».
                              Non così per Lettere. In questo caso il ragionamento di Luigi cambia: «Conviviamo da anni con gli studenti di Lettere e sono piuttosto numerosi. E' perciò peccato tagliare questo corso di laurea, privando le nuove generazioni della possibilità di sceglierlo. Per quel che vediamo, Lettere funziona bene. L'unico problema è la struttura ma questo vale anche per noi visto che dividiamo lo stesso edificio. Che è assolutamente inadatto, soprattutto in relazione alle tasse universitarie che sono aumentate anche per noi come per tutti gli altri iscritti all'Università di Bari. Ora, la nostra unica speranza è il trasferimento alla caserma Rossarol. Si ipotizza che potremo spostarci in Città vecchia a settembre».
                              Con Luigi c'è Erica. A giorni affronterà gli esami di maturità per i quali sta preparando la tesina. «Stando qui - racconta la ragazza - ho sentito parlare della chiusura di alcuni corsi di laurea. Mi ha colpito in modo particolare il fatto che vogliono tagliare Lettere. Ma devo dire che mi dispiace anche per Maricoltura e Scienze della Moda. Così si riducono le possibilità di scelta per gli studenti tarantini e non solo. Personalmente deciderò a settembre dove e cosa studiare ma non nascondo che a questo punto limiterò la mia scelta ad altri corsi di laurea e forse preferirò sedi universitarie diverse da Taranto per non ritrovarmi in futuro a dover affrontare le stesse difficoltà che oggi stanno vivendo questi ragazzi».
                              I disagi che comporterà il taglio di Lettere sono ben noti alle studentesse di questo corso di laurea, come Daisy, Laura e Flavia. Lettere e cultura del territorio è infatti seguita da 450 studenti di cui un centinaio sono i più assidui. Daisy, al terzo anno di Lettere, è anche rappresentante di facoltà: «La nostra situazione è ben diversa da quella degli altri corsi che vogliono tagliare. Non a caso dopo il consiglio di marzo ci informarono che Lettere e cultura del territorio non avrebbe chiuso per mancanza di fondi ma per l'assenza dei docenti garanti. Di questo, però, così come della storia dei finanziamenti, nessuno ci ha mai riferito nulla ufficialmente. Neppure i professori».
                              Gli studenti di Lettere si sono intanto già attivati per evitare la chiusura: «Stiamo cercando di metterci in contatto con l'assessore comunale all'Università, Paolo Ciocia, che abbiamo modo di incontrare ai corsi di Giurisprudenza dove è docente. Vogliamo chiarezza sulla questione. Addirittura abbiamo saputo che al Comune di Taranto nessuno era al corrente della chiusura di Maricoltura, per la quale la stessa Amministrazione comunale aveva anche stanziato dei fondi. E poi, vogliamo sapere cosa sarà di Lettere anche ammesso che non andremo incontro ai tagli dei finanziamenti. Infatti, secondo alcune voci, anche se a settembre i corsi dovessero riprendere, si potrebbe porre il problema dei ricercatori. Ne abbiamo circa sette e non vengono retribuiti dal 2005, in più la riforma Gelmini rischia di penalizzarli ulteriormente. Per questo hanno già minacciato il blocco della didattica». «In generale - aggiunge Daisy - la notizia della chiusura fa tristezza. Noi giovani che abbiamo deciso di restare a Taranto abbiamo tutta la buona volontà di far rialzare la testa al territorio ma se le istituzioni non sono dalla nostra parte è tutto inutile».
                              «Ma non pensano a chi non può permettersi di studiare fuori Taranto? - chiede Laura -. E poi non si dovrebbero mai sopprimere corsi di laurea, piuttosto incrementarli. La presenza degli studenti universitari è importante per la crescita di una città. Col trasferimento alla Rossarol anche Taranto potrebbe diventare come Lecce che ha le sue sedi universitarie nel centro storico».
                              «Il problema - dice Flavia - è che in questa città si preferisce investire su altro piuttosto che sulla cultura. In effetti, qui come altrove, ci sono stati parecchi sprechi. A gennaio si calcolava un debito di 52milioni di euro, che è aumentato negli ultimi mesi. Per questo, pare, i corsi di laurea saranno tagliati. Ma forse se i fondi fossero stati gestiti meglio, se fosse stato dato più spazio e voce agli studenti, non si sarebbe arrivati sin qui. Purtroppo ora, per quanto sbagliata e ingiusta questa scelta, soprattutto per noi giovani, ha motivi fondati. E l'idea di contrarre un mutuo con Unicredit per risolvere la situazione, rischia di peggiorare di più la situazione».

                              articolo di Pamela Giufrè
                              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 18 Giugno 2010

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                                I tagli all'offerta didattica

                                VETERINARIA ANNUNCIA SOLO LO STOP DI UN ANNO PER MARICOLTURA. ASSICURATA LA CONTINUITÀ PER CHI È GIÀ ISCRITTO
                                «Alcune chiusure erano già nell’aria ma la sorpresa maggiore è Lettere»

                                • «Cancellati» dall’Università di Bari per l’offerta didattica del prossimo anno accademico tre corsi di laurea. Si tratta di Scienze della maricoltura, acquacoltura e igiene dei prodotti ittici (Medicina veterinaria), Lettere (fa capo all’omonima facoltà) e Scienze della moda (Scienze della formazione). Una cancellazione che, in alcuni casi, come spiega il preside di Medicina veterinaria, Bonavoglia, è solo una «pausa tecnica» di un anno, il tempo necessario a consentire e organizzare al meglio il corso di laurea ai sensi delle nuove disposizioni governative. Viene, comunque, sempre garantita per gli studenti già iscritti a questi corsi di laurea la prosecuzione degli studi fino al conseguimento del titolo.
                                E’ quanto emerge dal nuovo piano dell’offerta formativa predisposto dall’Ateneo barese e che, comunque, conferma per il prossimo anno i corsi di laurea in Scienze dei Beni culturali per il turismo, Scienze dell’educazione e dell’animazione socio-culturale, Scienze della comunicazione nelle organizzazioni, Infermieristica, Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, Scienze e gestione delle attività marittime (interfacoltà), Informatica e comunicazione digitale, Scienze ambientali, per Operatore dei servizi giuridici, la laurea magistrale in Giurisprudenza, la laurea in Economia e amministrazione delle aziende, la laurea magistrale in Strategie d’impresa e management.
                                I tagli operati, sia pure a causa di parametri molto più stretti soprattutto per le sedi decentrate, spingono il presidente della Provincia, Gianni Florido, a considerare la necessità che si vada ad una ridefinizione dell’Accordo triennale di programma, peraltro in scadenza nei prossimi mesi. «Sicuramente dobbiamo fare una riflessione su cosa fare - dice Florido -. Non possiamo far finta di non vedere quello che sta accadendo anno dopo anno. Eppure noi come ente locale stiamo facendo sforzi enormi».
                                Tagli inevitabili e che hanno penalizzato ancor più pesantemente altre sedi decentrate, commenta l’assessore comunale all’Università, Paolo Ciocia, rammaricato che questo «giro di vite» non sia stato in qualche modo discusso col Comune. Certo le avvisaglie in qualche modo c’erano state, ma, per esempio, già i referenti di Maricoltura avevano anticipato l’operazione tecnica che si stava per determinare. La sorpresa maggiore riguarderebbe, pertanto, soprattutto Lettere.

                                articolo di Maria Rosaria Gigante
                                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 18 Giugno 2010

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