Palazzo Uffici: intesa tra Comune e Provincia
• Palazzo degli Uffici, Comune e Provincia tornano a muoversi sulla stessa lunghezza d’onda. Dopo aver navigato su rotte diverse, i due enti salgono idealmente insieme sulla stessa imbarcazione. La stagione estiva, entrata nel vivo, agevola la metafora appena illustrata che, peraltro, rende bene l’idea di quel che sta accadendo tra Palazzo di città e Palazzo del governo. Le due amministrazioni, entrambe di centrosinistra, in queste ultime settimana, avevano avuto qualche divergenza sull’iter da seguire per l’avvio dei lavori di ristrutturazione di Palazzo degli uffici.
In altre parole, da tre anni ormai, la Provincia ha stanziato dal proprio bilancio 8.5 milioni di euro da destinare alla riqualificazione di questo storico immobile in cui insiste il liceo classico «Archita». Solo che questa somma è vincolata, in virtù di una delibera del Consiglio provinciale, sino al prossimo 30 ottobre.
E, in questo clima di tagli governativi, la tentazione di liberare quest’ingente cifra per fare altro è stata forte in alcuni settori della giunta Florido. Ad alimentare questa strada, secondo una parte della Provincia, avrebbe contribuito il Comune di Taranto accusato di aver perso tempo prezioso nel adottare il progetto esecutivo e nel richiedere il mutuo alla Cassa depositi e prestiti. Poi, però, le divergenze tecnico - politiche si sono appianata (almeno, così pare) ed il progetto condiviso andrà avanti con l’invito degli assessori provinciali ai loro omologhi di Palazzo di città di far presto.
E, in effetti, in queste ultime settimane, la giunta Stefàno ha accelerato su questo versante. L’assessore al Bilancio, Dante Capriulo, è stato recentemente a Roma per sondare il terreno per la concessione del mutuo. Poi, si spera prima della breve pausa estiva, Comune e Si.el. dovranno ridefinire la convenzione d’uso in base ad alcune modifiche apportate e, infine, il progetto dovrà incassare il nulla osta della Soprintendenza.
Riepilogando, dunque, cosa serve? La Cassa depositi e prestiti deve concedere un mutuo da 11 milioni di euro. Soldi, questi, necessari per coprire la quota che spetta a Palazzo di città.
Ma non è questo l’unico problema. I lavori non possono iniziare ed il mutuo, di conseguenza, non si può richiedere se prima l’impresa aggiudicataria del progetto di finanza (la Siel, appunto) non presenta il progetto definitivo che, a sua volta, deve essere sottoposto ed avere il via libera del Comune e della Sovrintendenza. Poi, ancora, serve che ci sia il quadro economico che illustri i termini dell’intervento nell’immobile di piazza della Vittoria.
• A dire il vero, in questi giorni è spuntato un altro ostacolo per la riapertura del cantiere-Palazzo degli uffici. Superabili, dicono però i tecnici. Eppure, è comunque un aspetto da risolvere. L’ente Opere Pie, proprietario di alcune aree e di alcuni locali dell’immobile, di fatto intende rivedere i termini dell’accordo siglato anni fa e chiede al Comune, proprietario dell’edificio, una somma non più di 60mila ma di 200mila euro. Alla fine, assicurano i legali, si troverà un’intesa e comunque questo recente carteggio firmato «Opere Pie» non dovrebbe bloccare il cantiere quando (già, ma quando?) ripartiranno i lavori di ristrutturazione.
Riepilogando gli enti locali (Comune e Provincia di Taranto) dovranno contribuire alla realizzazione dell’opera per circa 18 milioni di euro. La somma rimanente (15) sarà coperta dall’impresa che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all’interno del Palazzo. Aree che avranno soprattutto una destinazione commerciale. Ed ancora: la durata del contratto è di 36 anni e non più, quindi, a 44 così come la società concessionaria aveva richiesto mentre le superfici vengono così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune; 6.500 al liceo classico «Archita» (e, quindi, alla Provincia competente per legge alla manutenzione degli istituti scolastici superiori). La superficie che resta a disposizione (circa 9mila-10mila metri quadrati) sarà, invece, a disposizione della Siel. Lì, in pratica, verranno sistemate le attività commerciali e culturali anche se la stessa società concessionaria si è impegnata a non aprire le porte del palazzo ad attività che siano in palese contrasto con la storia di questo prestigioso immobile.
La Provincia finanzierà questi lavori di ristrutturazione con 8.5 milioni di euro. E il Comune? L’Amministrazione comunale, come si riferisce in questa stessa pagina, sarà costretta ad accendere un mutuo per poter avere a disposizione 11 milioni di euro. Un mutuo trentennale che peserebbe sulle casse comunali per 640 - 700mila euro all’anno.
Un bel peso, certo, per un ente che ancora non è formalmente uscito dal dissesto finanziario. Eppure, questo va detto, si tratterebbe comunque di un impegno finanziario inferiore rispetto a quanto originariamente previsto (1 milione 200mila euro all’anno) per chiudere questo lungo contenzioso.
articoli di Fabio Venere
pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di lunedì 19 Luglio 2010
Palazzo Uffici, c’è intesa tra Comune e Provincia ma la strada resta in salita
• Palazzo degli Uffici, Comune e Provincia tornano a muoversi sulla stessa lunghezza d’onda. Dopo aver navigato su rotte diverse, i due enti salgono idealmente insieme sulla stessa imbarcazione. La stagione estiva, entrata nel vivo, agevola la metafora appena illustrata che, peraltro, rende bene l’idea di quel che sta accadendo tra Palazzo di città e Palazzo del governo. Le due amministrazioni, entrambe di centrosinistra, in queste ultime settimana, avevano avuto qualche divergenza sull’iter da seguire per l’avvio dei lavori di ristrutturazione di Palazzo degli uffici.
In altre parole, da tre anni ormai, la Provincia ha stanziato dal proprio bilancio 8.5 milioni di euro da destinare alla riqualificazione di questo storico immobile in cui insiste il liceo classico «Archita». Solo che questa somma è vincolata, in virtù di una delibera del Consiglio provinciale, sino al prossimo 30 ottobre.
E, in questo clima di tagli governativi, la tentazione di liberare quest’ingente cifra per fare altro è stata forte in alcuni settori della giunta Florido. Ad alimentare questa strada, secondo una parte della Provincia, avrebbe contribuito il Comune di Taranto accusato di aver perso tempo prezioso nel adottare il progetto esecutivo e nel richiedere il mutuo alla Cassa depositi e prestiti. Poi, però, le divergenze tecnico - politiche si sono appianata (almeno, così pare) ed il progetto condiviso andrà avanti con l’invito degli assessori provinciali ai loro omologhi di Palazzo di città di far presto.
E, in effetti, in queste ultime settimane, la giunta Stefàno ha accelerato su questo versante. L’assessore al Bilancio, Dante Capriulo, è stato recentemente a Roma per sondare il terreno per la concessione del mutuo. Poi, si spera prima della breve pausa estiva, Comune e Si.el. dovranno ridefinire la convenzione d’uso in base ad alcune modifiche apportate e, infine, il progetto dovrà incassare il nulla osta della Soprintendenza.
Riepilogando, dunque, cosa serve? La Cassa depositi e prestiti deve concedere un mutuo da 11 milioni di euro. Soldi, questi, necessari per coprire la quota che spetta a Palazzo di città.
Ma non è questo l’unico problema. I lavori non possono iniziare ed il mutuo, di conseguenza, non si può richiedere se prima l’impresa aggiudicataria del progetto di finanza (la Siel, appunto) non presenta il progetto definitivo che, a sua volta, deve essere sottoposto ed avere il via libera del Comune e della Sovrintendenza. Poi, ancora, serve che ci sia il quadro economico che illustri i termini dell’intervento nell’immobile di piazza della Vittoria.
IL PROPRIETARIO DELL’EDIFICIO PRETENDE DAL COMUNE 200MILA EURO E NON PIÙ 60MILA
E spunta un altro ostacolo: Opere Pie vuole più soldi
E spunta un altro ostacolo: Opere Pie vuole più soldi
• A dire il vero, in questi giorni è spuntato un altro ostacolo per la riapertura del cantiere-Palazzo degli uffici. Superabili, dicono però i tecnici. Eppure, è comunque un aspetto da risolvere. L’ente Opere Pie, proprietario di alcune aree e di alcuni locali dell’immobile, di fatto intende rivedere i termini dell’accordo siglato anni fa e chiede al Comune, proprietario dell’edificio, una somma non più di 60mila ma di 200mila euro. Alla fine, assicurano i legali, si troverà un’intesa e comunque questo recente carteggio firmato «Opere Pie» non dovrebbe bloccare il cantiere quando (già, ma quando?) ripartiranno i lavori di ristrutturazione.
Riepilogando gli enti locali (Comune e Provincia di Taranto) dovranno contribuire alla realizzazione dell’opera per circa 18 milioni di euro. La somma rimanente (15) sarà coperta dall’impresa che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all’interno del Palazzo. Aree che avranno soprattutto una destinazione commerciale. Ed ancora: la durata del contratto è di 36 anni e non più, quindi, a 44 così come la società concessionaria aveva richiesto mentre le superfici vengono così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune; 6.500 al liceo classico «Archita» (e, quindi, alla Provincia competente per legge alla manutenzione degli istituti scolastici superiori). La superficie che resta a disposizione (circa 9mila-10mila metri quadrati) sarà, invece, a disposizione della Siel. Lì, in pratica, verranno sistemate le attività commerciali e culturali anche se la stessa società concessionaria si è impegnata a non aprire le porte del palazzo ad attività che siano in palese contrasto con la storia di questo prestigioso immobile.
La Provincia finanzierà questi lavori di ristrutturazione con 8.5 milioni di euro. E il Comune? L’Amministrazione comunale, come si riferisce in questa stessa pagina, sarà costretta ad accendere un mutuo per poter avere a disposizione 11 milioni di euro. Un mutuo trentennale che peserebbe sulle casse comunali per 640 - 700mila euro all’anno.
Un bel peso, certo, per un ente che ancora non è formalmente uscito dal dissesto finanziario. Eppure, questo va detto, si tratterebbe comunque di un impegno finanziario inferiore rispetto a quanto originariamente previsto (1 milione 200mila euro all’anno) per chiudere questo lungo contenzioso.
articoli di Fabio Venere
pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di lunedì 19 Luglio 2010
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