“Polo scientifico, sappiate utilizzare i fondi disponibili”
Da problema a risorsa ed opportunità. Ecco il profilo del Polo scientifico tecnologico “Magna Grecia” che fa dell'ambiente e della ricerca per l'ambiente il suo connotato principale. Ora, intercettate le disponibilità locali di enti, istituzioni e mondo delle imprese, si punta ad attrarre risorse ed attenzione dagli organi centrali per poter realizzare concretamente il Polo.
È quanto emerso ieri nel corso dell'incontro “La ricerca ambientale. Il Polo scientifico tecnologico “Magna Grecia” laboratorio di sperimentazione di tecnologie e di modelli innovativi nelle bonifiche ambientali”, organizzato dai partner del Polo stesso vale a dire Università di Bari, Politecnico di Bari, Consiglio nazionale delle ricerche, Arpa Puglia, Comune e Provincia di Taranto, Asi, Confindustria, Camera di Commercio, Asl, Distretto Dipar. L'iniziativa di un confronto pubblico - dopo oltre due anni di elaborazione progettuale - è del preside della facoltà di Giurisprudenza, Antonio Uricchio, il quale approfitta della nuova sede universitaria in Città vecchia, nell'ex convento San Francesco, per dare una adeguata cornice all'evento.
Non possono non convergere sugli obiettivi indicati dal Polo i due sottosegretari: all'Ambiente, Giampiero Catone, e all'Istruzione, Guido Viceconte, invitati a prendere contezza di cosa si stia sviluppando a Taranto e del fabbisogno della città di migliorare la propria qualità di vita. Per questo al sottosegretario Catone non sfugge di evidenziare la necessità di cogliere le opportunità riservate dall'Unione europea con le provvidenze destinate alla realizzazione di 16 centri di biotecnologie e biodiversità marina che saranno, appunto, presto messi a bando. “Accresciamo questa progettualità”, dice Catone, riferendosi alla fitta partnership che trova a Taranto, e facendo esplicito riferimento al placet all'intero progetto espresso dall'assessore regionale all'Ambiente, Lorenzo Nicastro. Poi, senza mezzi termini, Catone auspica che tale progettualità serva anche ad affrontare la quotidianità e, nello specifico, l'inquinamento del Mar Piccolo. Cita, dunque, come esempio, il piano messo in piedi a Pescara (un tavolo interistituzionale in Prefettura con la presenza della Procura della Repubblica) per la bonifica del porto, chiuso per l'intera estate.
Ma risorse e provvidenze sono messe in cantiere anche dal ministero dell'Istruzione e dell'Università con il Programma nazionale delle ricerca 2011-2013. C'è, però, anche il “Progetto Industria 2015”. È il sottosegretario Viceconte a indicare tale canale di finanziamento i cui obiettivi sembrano essere in perfetta sintonia con il progetto tarantino. Il punto, tuttavia, è “realizzare un dialogo tra Università, impresa e area industriale. Ci attendiamo - dice Viceconte rivolto al mondo accademico, istituzionale ed imprenditoriale - una grande attenzione da parte vostra nei prossimi bandi. E non mancherà anche l'attenzione del governo rispetto a queste tematiche “ .
“Auspici importanti” commenta il preside Uricchio. E la preside Silvia Romanelli (Scienze) aggiunge: “Se tutto ciò porterà a discutere insieme di questo futuro, avremo fatto passi avanti fondamentali”. Mentre Lorenzo Ferrara (presidente Dipar) conclude: “E' tempo che questo territorio sia protagonista”.
Oltre venti anni di lavoro accademico: dalle Scuole dirette a fini speciali ai corsi della seconda facoltà di Scienze dell'Università di Bari, della seconda facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari e persino dei corsi delle facoltà di Economia, Giurisprudenza, Lettere e Beni culturali orientati all'ambiente ed ai suoi temi. È questa la base del progetto del Polo scientifico tecnologico “Magna Grecia”. Dopo oltre due anni di gestazione, ora è un progetto consegnato lo scorso 11 agosto ai ministeri competenti insieme alla richiesta di un finanziamento nell'ambito di un Pon.
L'obiettivo di tutto rimane la ricerca in ambito ambientale non solo per il risanamento e la difficile bonifica dei siti inquinati ed il riutilizzo dei rifiuti, ma per divenire punto di riferimento scientifico a più ampi livelli.
La necessità di un Polo di ricerca a questo livello è stata evidenziata da più voci ieri, dal direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, il quale ha evidenziato il forte ritardo della città rispetto alle soluzioni trovate in quelle realtà dotate di un Polo della ricerca da oltre 40 anni. Ed anche l'Asl - dice il direttore del Dipartimento di prevenzione, Michele Conversano - evidenzia la necessità di una simile struttura sul territorio. Basti pensare che il pacchetto di analisi effettuate su matrici alimentari per la verifica dei livelli di diossine e pcb ed inviate all'Istituto zooprofilattico di Teramo (referente sul territorio nazionale) sono costate finora alla Regione un milione di euro. Il Polo scientifico tecnologico dovrebbe sorgere nell'area di Paolo VI che si sviluppa tra il Politecnico di Bari e la Cittadella della Carità, su suoli che in qualche maniera potrebbero essere anche confinanti con l'area destinata al nuovo ospedale di Taranto: il San Raffaele del Mediterraneo.
“Intendevamo evidenziare al governo ed ai due ministeri che per noi sono punto di riferimento, Istruzione-Università-Ricerca e Ambiente, che il progetto del Polo scientifico tecnologico non è una fantasia di professori universitari che vogliono decuplicarsi con altre strutture o chiedere soldi. Assolutamente. È una domanda che nasce dal territorio. A Taranto è dovuto: questo è il mio slogan”.
Così il professor Angelo Tursi (Università di Bari), che tiene le fila del progetto, spiega le ragioni dell'incontro di ieri.
Professore, ma il governo ed i ministeri non erano assolutamente a conoscenza di quel che si stava pensando a Taranto?
“Noi abbiamo mandato il progetto per le vie normali l'11 agosto, data di scadenza di un Pon relativamente a un progetto che finanziava esclusivamente le Università. Chiedevamo di essere finanziati con 20 milioni di euro unicamente per l'acquisto di attrezzature perché per fare tutto il lavoro progettato servono attrezzature”.
Non c'è però una sede. Qualcuno ha detto che questo metterà a rischio il finanziamento chiesto col progetto Pon ...
“Intanto, nel progetto abbiamo detto che mettiamo a disposizione le strutture che abbiamo a disposizione nelle sedi del Politecnico e dell'Università. Ma ci va benissimo anche l'Arpa che ha già fatto una rivoluzione copernicana a Taranto cominciando a lavorare seriamente e facendo lavorare i giovani. Perché qui, dobbiamo ricordarlo, abbiamo una generazione di giovani che non va persa. Ecco, allora il nostro obiettivo: vogliamo mettere in evidenza al governo che il sistema universitario ha alle spalle la città, la provincia. Le forze più sane della città che hanno capito che la strada è quella di capovolgere il paradigma, da Taranto città inquinata a Taranto città che studia l'inquinamento a livello locale e nazionale. Per far questo le spetta il collegamento con l'industria perché altrimenti è una nuova tassa sulle spalle dei cittadini, cosa che assolutamente non vogliamo fare. Inoltre...”
Inoltre cosa?
“L'ho già detto pubblicamente. Tutti coloro che sono stati seduti al tavolo per questo progetto sono disponibili a fare un passo indietro. Noi non abbiamo bisogno di poltrone, né di incarichi. Ne abbiamo già tanti. Vorremmo solo che si facessero le cose”.
Accanto a quella delle istituzioni, avete intercettato la disponibilità del mondo delle imprese?
“Sì, attravero la Confindustria e il Dipar, il Distretto produttivo per l'ambiente. Hanno siglato anche loro il progetto: saranno loro a dover trasformare un problema in una risorsa economica e in lavoro per i giovani. E sull'incontro con i due sottosegretari manifestiamo un giudizio positivo. Però, come si dice, il tempo è galantuomo”.
Giovani studenti ovunque. Da piazza Castello a via Duomo, dalla piazzetta antistante l'ex Convento San Francesco all'atrio centrale della nuova sede. E ancora, nei corridoi e nelle aule tantissimi studenti (e non solo) a curiosare, a frequentare lezioni e a studiare. Ora ci sarà anche da organizzare gli spazi in cui gli studenti possano incontrarsi per studiare e sostare nei tempi di attesa. La Città vecchia che non ti aspettavi neanche e che sognavi da sempre, adesso si schiude agli occhi dei visitatori, dei residenti, ma anche e soprattutto dei commercianti di quel pezzo di strada. È il primo giorno di lezione del nuovo anno accademico e tantissime matricole invadono ogni spazio. E si evidenziano subito il problema della carenza di parcheggi e le difficoltà legate alla mobilità. Per contenere i problemi occorrerebbe potenziare i trasporti pubblici, rendere più efficienti i collegamenti con l'intera città. Certo, smaltita la “sbornia” dei primi giorni, ci sarà un calo fisiologico di presenze. Ma una certa auspicata “confusione” d'ora in avanti sarà la norma. Ad animare ci si augura non solo l'arteria principale della Città vecchia, ma anche i tanti vicoli, ci saranno i giovani di Giurisprudenza, Lettere, Beni Culturali, dei corsi di laurea della facoltà di Scienze della Formazione. A guidare le matricole a muoversi nel loro nuovo mondo ci sono, intanto, i giovani universitari del Link che forniscono consigli utili ai nuovi colleghi e illustrano la nuova sede.
Intanto, ad inaugurare il nuovo anno accademico c'è anche il sottosegretario all'U niversità , Guido Viceconte. Che ricorda come lo stesso prestigioso immobile che ora ospita l'Università sia stato realizzato in passato grazie al piano Urban, un piano del Ministero delle Infrastrutture. Poi è stata l'Università di Bari a completare i lavori.
articoli di Maria Rosaria Gigante
pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 4 Ottobre 2011
“Polo scientifico, sappiate utilizzare i fondi disponibili”
I sottosegretari Catone e Viceconte indicano la strada
Il preside di Giurisprudenza, Uricchio: auspici importanti
I sottosegretari Catone e Viceconte indicano la strada
Il preside di Giurisprudenza, Uricchio: auspici importanti
Da problema a risorsa ed opportunità. Ecco il profilo del Polo scientifico tecnologico “Magna Grecia” che fa dell'ambiente e della ricerca per l'ambiente il suo connotato principale. Ora, intercettate le disponibilità locali di enti, istituzioni e mondo delle imprese, si punta ad attrarre risorse ed attenzione dagli organi centrali per poter realizzare concretamente il Polo.
È quanto emerso ieri nel corso dell'incontro “La ricerca ambientale. Il Polo scientifico tecnologico “Magna Grecia” laboratorio di sperimentazione di tecnologie e di modelli innovativi nelle bonifiche ambientali”, organizzato dai partner del Polo stesso vale a dire Università di Bari, Politecnico di Bari, Consiglio nazionale delle ricerche, Arpa Puglia, Comune e Provincia di Taranto, Asi, Confindustria, Camera di Commercio, Asl, Distretto Dipar. L'iniziativa di un confronto pubblico - dopo oltre due anni di elaborazione progettuale - è del preside della facoltà di Giurisprudenza, Antonio Uricchio, il quale approfitta della nuova sede universitaria in Città vecchia, nell'ex convento San Francesco, per dare una adeguata cornice all'evento.
Non possono non convergere sugli obiettivi indicati dal Polo i due sottosegretari: all'Ambiente, Giampiero Catone, e all'Istruzione, Guido Viceconte, invitati a prendere contezza di cosa si stia sviluppando a Taranto e del fabbisogno della città di migliorare la propria qualità di vita. Per questo al sottosegretario Catone non sfugge di evidenziare la necessità di cogliere le opportunità riservate dall'Unione europea con le provvidenze destinate alla realizzazione di 16 centri di biotecnologie e biodiversità marina che saranno, appunto, presto messi a bando. “Accresciamo questa progettualità”, dice Catone, riferendosi alla fitta partnership che trova a Taranto, e facendo esplicito riferimento al placet all'intero progetto espresso dall'assessore regionale all'Ambiente, Lorenzo Nicastro. Poi, senza mezzi termini, Catone auspica che tale progettualità serva anche ad affrontare la quotidianità e, nello specifico, l'inquinamento del Mar Piccolo. Cita, dunque, come esempio, il piano messo in piedi a Pescara (un tavolo interistituzionale in Prefettura con la presenza della Procura della Repubblica) per la bonifica del porto, chiuso per l'intera estate.
Ma risorse e provvidenze sono messe in cantiere anche dal ministero dell'Istruzione e dell'Università con il Programma nazionale delle ricerca 2011-2013. C'è, però, anche il “Progetto Industria 2015”. È il sottosegretario Viceconte a indicare tale canale di finanziamento i cui obiettivi sembrano essere in perfetta sintonia con il progetto tarantino. Il punto, tuttavia, è “realizzare un dialogo tra Università, impresa e area industriale. Ci attendiamo - dice Viceconte rivolto al mondo accademico, istituzionale ed imprenditoriale - una grande attenzione da parte vostra nei prossimi bandi. E non mancherà anche l'attenzione del governo rispetto a queste tematiche “ .
“Auspici importanti” commenta il preside Uricchio. E la preside Silvia Romanelli (Scienze) aggiunge: “Se tutto ciò porterà a discutere insieme di questo futuro, avremo fatto passi avanti fondamentali”. Mentre Lorenzo Ferrara (presidente Dipar) conclude: “E' tempo che questo territorio sia protagonista”.
L'obiettivo: “Fare ricerca ambientale per affrontare le bonifiche e il disinquinamento”
Oltre venti anni di lavoro accademico: dalle Scuole dirette a fini speciali ai corsi della seconda facoltà di Scienze dell'Università di Bari, della seconda facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari e persino dei corsi delle facoltà di Economia, Giurisprudenza, Lettere e Beni culturali orientati all'ambiente ed ai suoi temi. È questa la base del progetto del Polo scientifico tecnologico “Magna Grecia”. Dopo oltre due anni di gestazione, ora è un progetto consegnato lo scorso 11 agosto ai ministeri competenti insieme alla richiesta di un finanziamento nell'ambito di un Pon.
L'obiettivo di tutto rimane la ricerca in ambito ambientale non solo per il risanamento e la difficile bonifica dei siti inquinati ed il riutilizzo dei rifiuti, ma per divenire punto di riferimento scientifico a più ampi livelli.
La necessità di un Polo di ricerca a questo livello è stata evidenziata da più voci ieri, dal direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, il quale ha evidenziato il forte ritardo della città rispetto alle soluzioni trovate in quelle realtà dotate di un Polo della ricerca da oltre 40 anni. Ed anche l'Asl - dice il direttore del Dipartimento di prevenzione, Michele Conversano - evidenzia la necessità di una simile struttura sul territorio. Basti pensare che il pacchetto di analisi effettuate su matrici alimentari per la verifica dei livelli di diossine e pcb ed inviate all'Istituto zooprofilattico di Teramo (referente sul territorio nazionale) sono costate finora alla Regione un milione di euro. Il Polo scientifico tecnologico dovrebbe sorgere nell'area di Paolo VI che si sviluppa tra il Politecnico di Bari e la Cittadella della Carità, su suoli che in qualche maniera potrebbero essere anche confinanti con l'area destinata al nuovo ospedale di Taranto: il San Raffaele del Mediterraneo.
L'INTERVISTA: ANGELO TURSI, DOCENTE DELL'UNIVERSITÀ DI BARI, SPIEGA IL SIGNIFICATO DEL POLO
“Nessuna pretesa dei prof è un'esigenza della città”
“Nessuna pretesa dei prof è un'esigenza della città”
“Intendevamo evidenziare al governo ed ai due ministeri che per noi sono punto di riferimento, Istruzione-Università-Ricerca e Ambiente, che il progetto del Polo scientifico tecnologico non è una fantasia di professori universitari che vogliono decuplicarsi con altre strutture o chiedere soldi. Assolutamente. È una domanda che nasce dal territorio. A Taranto è dovuto: questo è il mio slogan”.
Così il professor Angelo Tursi (Università di Bari), che tiene le fila del progetto, spiega le ragioni dell'incontro di ieri.
Professore, ma il governo ed i ministeri non erano assolutamente a conoscenza di quel che si stava pensando a Taranto?
“Noi abbiamo mandato il progetto per le vie normali l'11 agosto, data di scadenza di un Pon relativamente a un progetto che finanziava esclusivamente le Università. Chiedevamo di essere finanziati con 20 milioni di euro unicamente per l'acquisto di attrezzature perché per fare tutto il lavoro progettato servono attrezzature”.
Non c'è però una sede. Qualcuno ha detto che questo metterà a rischio il finanziamento chiesto col progetto Pon ...
“Intanto, nel progetto abbiamo detto che mettiamo a disposizione le strutture che abbiamo a disposizione nelle sedi del Politecnico e dell'Università. Ma ci va benissimo anche l'Arpa che ha già fatto una rivoluzione copernicana a Taranto cominciando a lavorare seriamente e facendo lavorare i giovani. Perché qui, dobbiamo ricordarlo, abbiamo una generazione di giovani che non va persa. Ecco, allora il nostro obiettivo: vogliamo mettere in evidenza al governo che il sistema universitario ha alle spalle la città, la provincia. Le forze più sane della città che hanno capito che la strada è quella di capovolgere il paradigma, da Taranto città inquinata a Taranto città che studia l'inquinamento a livello locale e nazionale. Per far questo le spetta il collegamento con l'industria perché altrimenti è una nuova tassa sulle spalle dei cittadini, cosa che assolutamente non vogliamo fare. Inoltre...”
Inoltre cosa?
“L'ho già detto pubblicamente. Tutti coloro che sono stati seduti al tavolo per questo progetto sono disponibili a fare un passo indietro. Noi non abbiamo bisogno di poltrone, né di incarichi. Ne abbiamo già tanti. Vorremmo solo che si facessero le cose”.
Accanto a quella delle istituzioni, avete intercettato la disponibilità del mondo delle imprese?
“Sì, attravero la Confindustria e il Dipar, il Distretto produttivo per l'ambiente. Hanno siglato anche loro il progetto: saranno loro a dover trasformare un problema in una risorsa economica e in lavoro per i giovani. E sull'incontro con i due sottosegretari manifestiamo un giudizio positivo. Però, come si dice, il tempo è galantuomo”.
LA NOVITÀ: DA PIAZZA CASTELLO A VIA DUOMO IERI C'ERA FOLLA
Nel cuore della Città vecchia irrompe la presenza di tanti giovani universitari
Nel cuore della Città vecchia irrompe la presenza di tanti giovani universitari
Giovani studenti ovunque. Da piazza Castello a via Duomo, dalla piazzetta antistante l'ex Convento San Francesco all'atrio centrale della nuova sede. E ancora, nei corridoi e nelle aule tantissimi studenti (e non solo) a curiosare, a frequentare lezioni e a studiare. Ora ci sarà anche da organizzare gli spazi in cui gli studenti possano incontrarsi per studiare e sostare nei tempi di attesa. La Città vecchia che non ti aspettavi neanche e che sognavi da sempre, adesso si schiude agli occhi dei visitatori, dei residenti, ma anche e soprattutto dei commercianti di quel pezzo di strada. È il primo giorno di lezione del nuovo anno accademico e tantissime matricole invadono ogni spazio. E si evidenziano subito il problema della carenza di parcheggi e le difficoltà legate alla mobilità. Per contenere i problemi occorrerebbe potenziare i trasporti pubblici, rendere più efficienti i collegamenti con l'intera città. Certo, smaltita la “sbornia” dei primi giorni, ci sarà un calo fisiologico di presenze. Ma una certa auspicata “confusione” d'ora in avanti sarà la norma. Ad animare ci si augura non solo l'arteria principale della Città vecchia, ma anche i tanti vicoli, ci saranno i giovani di Giurisprudenza, Lettere, Beni Culturali, dei corsi di laurea della facoltà di Scienze della Formazione. A guidare le matricole a muoversi nel loro nuovo mondo ci sono, intanto, i giovani universitari del Link che forniscono consigli utili ai nuovi colleghi e illustrano la nuova sede.
Intanto, ad inaugurare il nuovo anno accademico c'è anche il sottosegretario all'U niversità , Guido Viceconte. Che ricorda come lo stesso prestigioso immobile che ora ospita l'Università sia stato realizzato in passato grazie al piano Urban, un piano del Ministero delle Infrastrutture. Poi è stata l'Università di Bari a completare i lavori.
articoli di Maria Rosaria Gigante
pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 4 Ottobre 2011
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