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Rassegna Stampa 2011

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    Rassegna Stampa 2011

    Campagna di opinione
    “Scuola e Università siano centrali”, un nuovo appello del Comitato Qualità Vita

    E' iniziata ieri mattina da via D'Aquino la “provocazione” del Comitato per la Qualità della Vita per ridare centralità alla scuola e all'Università a Taranto. I rappresentanti del Cqv, Carmine Carlucci, Mariella Fanelli e Francesco Miniero hanno spiegato “a circa un centinaio di cittadini - si legge in una nota - le motivazioni che sono alla base della iniziativa del Comitato. Per tutto il mese di gennaio ha detto lo stesso Carmine Carlucci ci preoccuperemo non tanto e non solo di far condividere l'appello con la firma, ma incontreremo tutte le espressioni del territorio per impegnarle ad affrontare le problematiche relative alla scuola e all'Università e in particolare l'istituzione della Fondazione attraverso il confronto democratico negli organi. Vogliamo, tutti insieme, mondo del lavoro, economico, culturale, imprenditoriale e giovanile che Taranto non sia da meno di altre città italiane. Porteremo l'appello all'attenzione del prefetto di Taranto, Carmela Pagano, e dei rappresentanti dell'Università. Apriremo un confronto con le associazioni studentesche e il 3 febbraio alle 17 presso l'istituto Pacinotti, che fu la prima “cellula” del Polo universitario jonico, verificheremo l'incidenza dell'appello e, soprattutto, le reali volontà del territorio per dare centralità alla scuola e all'Università. E' questo - ha concluso Carlucci - il miglior augurio che all'inizio dell'anno vogliamo rivolgere a tutti i cittadini e condividendo il pensiero del presidente della Repubblica ai giovani”.

    articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 2 Gennaio 2011

    #2
    Scuole, la Regione vara il riordino

    Scuole, la Regione vara il riordino
    Raffiche di accorpamenti e minori autonomie

    L'istituto professionale Archimede di Taranto perde un pezzo di sé a Martina, ma acquista un altro pezzo di scuola - l'istituto tecnico Falanto di Talsano, nonché la sezione dello stesso Falanto di San Giorgio - e diventa istituto di istruzione secondaria superiore. A Martina la sezione distaccata dall'Archimede è a sua volta aggregata all'istituto professionale Motolese che salva così l'autonomia. A Taranto, invece, a perdere autonomia - perché con numeri insufficienti - è l'istituto professionale Nitti che va a irrobustire l'istituto professionale Liside (che resta autonomo). Ed ancora in provincia: autorizzato presso l'istituto tecnico commerciale e per geometri Einaudi di Manduria un corso in “Relazioni internazionali per il marketing”. Fin qui le scuole di istruzione secondaria superiore. Nella scuola secondaria inferiore, invece, sono due le scuole che perdono autonomia: l'istituto comprensivo Galilei in Città Vecchia e la scuola media Foscolo di Talsano, che saranno ora aggregate. Non autorizzate poi le richieste di istituzione in alcuni comuni di sezioni staccate di scuole superiori e di ampliamento dell'offerta formativa. Tutto come quest'anno, dunque, per tutti gli altri. E' quanto la Regione Puglia ha deciso - con la delibera 2954 del 28 dicembre scorso - in tema di riordino della rete scolastica per l'anno scolastico 2011/2012 sulla base delle proposte giunte dalle Province (che recepiscono quelle dei Comuni e delle singole scuole) e i pareri dell'Ufficio scolastico regionale. Con le poche novità apportate, è dunque cristallizzato il ventaglio del panorama dell'offerta educativa in base al quale studenti e famiglie potranno iscriversi entro il prossimo 12 febbraio. Parola finale, dunque, quella della Regione che a Taranto spazza via quattro autonomie scolastiche con altrettante dirigenze (Falanto, Nitti, Foscolo e Galilei). La delibera regionale per ora rinvia la decisione per l'istituzione dei Cpia (Centri Territoriali per l'Educazione degli Adulti con l'aggiunta dei corsi serali attivati negli Istituti secondari di secondo grado della provincia), a dopo la pubblicazione del Regolamento previsto dall'art. 64 della legge 133/2008. Stabilendo, però, sin d'ora che a Taranto spetterà uno dei 10 Cpia istituendi nell'intera Regione, ha sostanzialmente respinto la richiesta della Provincia di istituzione di due Cpia, uno nel versante orientale, l'altro nel versante occidentale. In questo modo l'amministrazione provinciale, che si era avvalsa del supporto di una Consulta di dirigenti ed esperti per l'elaborazione del suo piano, contava di riequilibrare i conti delle perdite di autonomie e dirigenze pure messe in conto. Ma la bocciatura più sonora da parte della Regione appare essere quella delle due proposte su cui la Provincia aveva puntato: la prima, “l'istituzione di almeno un Its (istituto tecnico superiore) nel rispetto delle vocazioni socioeconomiche del territorio con particolare riferimento alla esigenza di sviluppo turistico”; la seconda, l'istituzione di un polo di alta formazione e ricerca (comprensiva anche dei corsi Ifts, corsi di specializzazione superiore e di ricerca) in raccordo con il mondo del lavoro e delle istituzioni di formazione universitaria. Per l'Ufficio scolastico regionale prima e per la Regione dopo, si tratta di proposte che esulano dal provvedimento adottato. Eppure, la delibera regionale afferma d'aver “dato un primo avvio alla specializzazione delle istituzioni scolastiche, favorendo la formazione di poli tecnici (per il settore economico o per il settore tecnologico) o di poli professionali o tecnico professionali“. La mancata attivazione di un istituto tecnico superiore (Its) è - ad avviso del Comitato per la Qualità della Vita che ha espresso un parere ampiamente negativo sulla delibera regionale - elemento di penalizzazione per il territorio jonico.


    I DUBBI DEL COMITATO QUALITÀ DELLA VITA
    E ora chi deve decidere per Galilei e Foscolo?
    Un “pasticcio”? O cos'altro? Tra i provvedimenti adottati dalla giunta regionale, quello che più sorprende è il punto in cui si legge “Si dispone l'at tivazione dell'I.C. (istituto comprensivo) mediante l'aggregazione dei punti di erogazione dipendenti da I.C. Galilei e Scuola secondaria di primo grado “Foscolo “ di Taranto”. Decisione questa basata sul parere dell'Ufficio scolastico regionale che recitava: “Si propone l'istituzione di un nuovo istituto comprensivo mediante l'aggregazione di tutti i punti di erogazione del servizio scolastico attualmente dipendenti dall'I.C. Galilei (297 alunni) e della scuola secondaria di I grado “Foscolo “ (326 alunni), previa naturalmente revoca dell'autonomia a dette istituzioni scolastiche”. La Provincia, invece, nel tentativo di conservare autonomia per l'istituto tecnico Falanto di Talsano, aveva proposto la verticalizzazione del Falanto con la Foscolo. “Incomprensibile “ per il Comitato per la Qualitàdella Vita la soluzione adottata. Se, infatti - questo il quesito di fondo -, non si tratta di un'aggregazione tra scuole peraltro molto distanti tra loro, chi deve ora decidere come accorpare Galilei e Foscolo?


    articoli di Maria Rosaria Gigante
    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 4 Gennaio 2011

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      #3
      Il plesso Costa va all'Archimede

      Il plesso Costa va all'Archimede
      Il Comune rinuncia a farvi la sede del comando Vigili e lo trasferisce alla Provincia

      “Per la vostra correttezza e compostezza istituzionale, meritavate una risposta positiva”. Il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, ha commentato così ieri, davanti agli studenti e alla preside dell'istituto professionale Archimede, Rosa D'Onofrio, la decisione di rinunciare al plesso Costa come sede del comando dei Vigili urbani per cederlo all'Amministrazione provinciale. Sarà ora la Provincia, che ha competenza sulle strutture destinate all'istruzione superiore, a completare e dare piena dignità di scuola al plesso che ospita 7 classi dell'indirizzo Moda e che potrà anche ospitare le altre 11 classi degli indirizzi Elettrico e Marittimo, attualmente ubicate nel plesso Codignola. Il plesso Costa, gomito a gomito con la sede centrale dell'Archimede, presto potrà costituire un corpo quasi omogeneo e, ubicato appena dietro viale Magna Grecia, quindi sostanzialmente a ridosso di strade ben servite, formerà un vero e proprio campus destinato a polo professionale. C'è una piccola strada privata a separare i due plessi, ma opportuni interventi amministrativi potranno risolvere anche quest'ultimo problema. Esito positivo, dunque, per una questione trascinatasi in questi ultimi anni con la Provincia, che aveva avuto in prestito il plesso per sistemare alla meglio gli alunni dell'Archimede, e il Comune, ente proprietario, che aveva dovuto congelare la decisione di trasferirvi il comando dei Vigili. Una situazione di precarietà che aveva portato la Provincia a ridurre al minimo gli interventi necessari per la messa in sicurezza o per quanto riguarda, ad esempio, gli impianti di riscaldamento e la sistemazione di alcuni laboratori. Per mesi la Provincia aveva tallonato l'amministrazione comunale affinchè facesse uno scambio e cedere un plesso che avrebbe consentito per l'Archimede la soluzione ottimale. Nei primi mesi di quest'anno scolastico gli studenti avevano preso di petto la situazione e chiesto a gran voce la definitiva cessione del plesso. Incontrandoli prima delle vacanze, il sindaco Stefàno aveva assicurato che avrebbe dato loro una risposta prima delle vacanze. Un appuntamento, dunque, spostato solo di qualche giorno e che ieri ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli studenti ed a tutti gli operatori della scuola che ora ringraziano Stefàno. Anche l'assessore provinciale ai Lavori pubblici, Costanzo Carrieri, esprime soddisfazione ed annuncia un intervento progettuale di 250 mila euro su quel plesso. “Siamo ben lieti di questa disponibilità dell'amministrazione comunale che ripagheremo commenta Carrieri con qualcosa che serve al Comune per realizzare servizi utili ai cittadini di Taranto”.

      articolo di Maria Rosaria Gigante
      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 11 Gennaio 2011

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        #4
        Patto tra Provincia Scuola edile e istituti superiori

        L'INIZIATIVA: È STATO SOTTOSCRITTO IERI E COINVOLGE ANCHE IL POLITECNICO E IL COLLEGIO DI CATEGORIA
        Migliorare la professionalità dei geometri, patto tra Provincia Scuola edile e istituti superiori

        Nuove opportunità di formazione continua per rispondere alle esigenze di imprese e lavoratori. Ad offrirle è la Scuola edile di Taranto che, continuando nella sua opera di collegamento tra scuola e aziende, ha firmato ieri un protocollo d'intesa con Provincia di Taranto, cinque istituti per geometri, Collegio dei geometri e Politecnico di Bari. L'obiettivo è formare i futuri geometri dando un sensibile contributo al rilancio del settore delle costruzioni. La firma al documento è stata apposta ieri, nella sala di presidenza della Provincia, alla presenza dell'assessore provinciale ai Lavori pubblici, Costanzo Carrieri, del presidente, vice presidente e direttore della Scuola edile, Fabio De Bartolomeo, Vito Lincesso e Angelo Lorusso, e dei presidi del “Pertini Fermi” di Taranto Brigida Sforza, del “Giovanni Maria Sfrorza” di Palagiano Vito Giuseppe Leopardo, dell'“Einaudi” di Manduria Italo Montinaro, del “Bellisario” di Ginosa Cosimo Malvani, e del “Da Vinci” di Martina Franca Adele Quaranta. Sono intervenuti anche il presidente del Collegio dei geometri della provincia di Taranto, Vincenzo Ricci, e il rettore e la referente del Politecnico di Bari, Nicola Costantino e Domenica Costantino. Centociquantasette in tutto gli studenti coinvolti nel progetto, che si basa su una collaborazione avviata dalla Scuola edile, dagli istituti per geometri e dal Collegio dei geometri già nell'anno scolastico 2009-2010, quando sono stati promossi interventi formativi e informativi a favore delle quarte e quinte classi. Ma sono state anche svolte azioni di promozione della figura professionale del geometra e attività negli istituti partner per avvicinare sempre più giovani alla professione e, nello stesso tempo, le iscrizioni alle scuole coinvolte. Sei in tutto gli articoli in cui si suddivide il protocollo, che prevede, tra le altre attività, lo svolgimento di seminari, l'organizzazione di visite guidate presso i cantieri edili e gli stabilimenti produttori di materiali e strumentazioni di Taranto e provincia e presso società multinazionali di settore, la predisposizione di cantieri-scuola nella sede della stessa Scuola edile a Paolo VI, nonchè la partecipazione delle quinte classi alla seconda edizione del corso di formazione per futuri geometri “Prima formazione nel settore edile” della durata di 70 ore. Saranno poi formalizzati ulteriori accordi attuativi del protocollo allo scopo di organizzare eventuali progetti biennali destinati a diplomati geometri inoccupati e disoccupati, sarà organizzata la seconda Giornata del geometra e predisposti incontri di orientamento a supporto dell'attività scolastica a cura della Scuola edile e del Collegio, nel corso dei quali gli alunni potranno incontrare esperti del settore e chiedere chiarimenti sull'andamento del settore edile. Saranno infine costituiti un Comitato tecnico scientifico con funzioni consultive e di proposta con la partecipazione dell'Ance e della Provincia di Taranto e un portale scuola ( w w w. s c u o l a e d i l e t a r a n t o . c o m ) dove saranno dettagliatamente descritte le attività legate al protocollo e dove gli alunni potranno consultare materiale didattico per la propria crescita professionale.

        articolo di Sabrina Esposito
        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 12 Gennaio 2011

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          #5
          Rivisitata la storia locale per i 150 anni dell'unità

          L'INIZIATIVA VEDE IMPEGNATE 25 SCUOLE TARANTINE GEMELLATE CON ISTITUTI DI ALTRE REGIONI
          Rivisitata la storia locale per i 150 anni dell'unità

          E' stato presentato ieri il programma delle iniziative rientranti nel progetto “Dalle tessere del localismo al mosaico Italia” , nato nell'ambito delle celebrazioni del 150° anniversario della Unità di Italia, con patrocinato di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Puglia, Provveditorato agli studi, Provincia e Comune di Taranto e la collaborazione dell'Università di Bari (polo jonico). Al progetto, che ha ottenuto l'encomio della Camera dei deputati (che ha inviato una medaglia d'argento), hanno aderito 25 istituti scolastici di ogni ordine e grado, gemellati con scuole di altre regioni. Claudio Morbidelli, responsabile del progetto, ne ha illustrato i contenuti, alla presenza dell'assessore comunale alla pubblica istruzione, Anna Rita Lemma, e del presidente dell'associazione “Taranto Centro Storico” Enzo Risolvo. L'idea consiste nella rivisitazione e nella valorizzazione del patrimonio storico, di tradizioni, usanze e vernacolo tarantino, per favorire lo scambio culturale con altre realtà scolastiche di Italia, nella convinzione che in questo momento storico, in cui sembra prevalere la cultura della divisione, la differenza va percepita come un valore unificante. Tra le iniziative programmate rientrano due concorsi: “L'Italia è...”, concepito per valorizzare l'evento storico e ad acquisire la consapevolezza della memoria come elemento di cittadinanza e di proiezione al futuro, e “Ideazione di un bozzetto”, per la realizzazione di una cartolina da utilizzare per annullo filatelico. Ci saranno poi incontri presso emittenti televisive e sette appuntamenti a tema. Il primo sarà martedì prossimo alle 11, nell'aula magna del liceo Quinto Ennio. Relazioneranno Piero Massafra e Tommaso Anzoino sulle “radici storiche della percezione di una patria comune”. Il 15 febbraio, all'istituto Pitagora, si parlerà invece de “La scuola postunitaria come strumento di unificazione nazionale” con Francesco Terzulli e Riccardo Pagano. “Italianità nella letteratura” è il tema dell'incontro del 2 marzo alle 10 alla Biblioteca comunale che sarà sviluppato da Stefano Milda, Paolo De Stefano e Tommaso Anzoino. Il 22 marzo al Pacinotti, l'obiettivo si sposterà sulla “Industrializzazione come contributo alla integrazione nazionale”, tematica che sarà approfondita da Alfredo Cervellera e Giovanni Battafarano. L'8 aprile, nel Salone di rappresentanza della Provincia, saranno presentati i risultati dell'indagine sulla percezione di appartenenza nazionale dei giovani. Negli ultimi due incontri si discuterà del “contributo delle istituzioni prefettizie nel processo dell'unità d'Italia” e sull'“unificazio ne economica e processi di unificazione valutaria e bancaria dell'Italia nel primo decennio post unitario”. La manifestazione conclusiva del progetto si terrà, presumibilmente in piazza Garibaldi, dall'8 al 10 aprile. Nell'occasione saranno esposti gli elaborati grafici, pittorici, musicali e teatrali realizzati dalle scuole tarantine partecipanti e da quelle gemellate.

          articolo di Sabrina Esposito
          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 22 Gennaio 2011

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            #6
            A caccia di alunni le superiori aprono a ragazzi e famiglie

            INIZIATIVE NELLE PROSSIME DOMENICHE
            A caccia di alunni le superiori aprono a ragazzi e famiglie

            Scuole superiori aperte la domenica per consentire agli alunni di terza media ed alle loro famiglie di prendere i primi contatti con le nuove realtà in vista delle preiscrizioni in scadenza il 12 febbraio. Aperto l'istituto professionale Cabrini domenica 30 gennaio e 6 febbraio (dalle ore 10 alle 12). “Visitabili - informa il preside Angelo Carrieri - gli ambienti di apprendimento in situazioni concrete di lavoro scolastico, con la presenza di alunni dei diversi corsi di studio, dalla grafica al chimico, dal commerciale all'audiovisivo“ . Apertura domenicale informa il preside Michele Marangi anche per il liceo Archita dalle 10 alle 12 di domenica prossima (sede centrale, piazza Archita e succursale di via Bruno 7) e di domenica 6 febbraio (sede centrale, piazza Archita e succursali di via Bruno 7 e di via Pitagora 14). Inoltre, apertura quotidiana, dalle ore 11 alle ore 12 di uno Sportello orientamento presso la segreteria alunni (piazza Archita) . All'Archita attivi il liceo classico (istituito nel 1872), il liceo scientifico, il liceo musicale (uno dei tre dell'intera Regione) e il liceo delle scienze umane (anche con opzione economico-sociale). Tre i plessi in cui sono allocate le classi: la sede principale nel Palazzo degli Uffici che ospita l'indirizzo classico e il musicale; mentre le due succursali in via Pitagora (ex scuola media Mazzini) e in via Bruno (Sant'Antonio), ospitano il liceo delle scienze umane e lo scientifico. Intensa la tradizione culturale presso l'Archita: pubblicazione della rivista Galaesus, progetti Pon, produzione di ipertesti, attività teatrale, attività concertistica, organizzazione di agoni e certamina, conferenze e seminari. Numerosi, inoltre, i servizi per gli studenti: visite guidate e viaggi di istruzione, stages estivi in colleges stranieri, corsi di potenziamento e approfondimento, corsi di lingua inglese con certificazione Cambridge, corsi di informatica per il conseguimento della patente europea Ecdl, corsi di storia e archeologia, cineforum, preparazione ai test universitari, interventi per il sostegno e il recupero, sportello didattico. Presenti anche numerosi laboratori.

            articolo di Maria Rosaria Gigante
            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 28 Gennaio 2011

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              #7
              Via libera della Provincia per Palazzo degli Uffici

              Via libera della Provincia per Palazzo degli Uffici
              Florido si accinge a dare l'ok al Comune. Il pagamento avverrà in tre rate

              “Semaforo verde” dalla Provincia. Nei prossimi giorni, la giunta Florido darà l'atteso via libera all'operazione di riqualificazione di Palazzo degli uffici. La sede del liceo “Archita” tanto per essere chiari. L'Amministrazione provinciale, infatti, spedirà (forse lunedì) agli amministratori del Comune di Taranto un messaggio dal contenuto molto rassicurante. Per la serie, i patti sottoscritti vanno ed andranno rispettati . La giunta di centrosinistra guidata da Gianni Florido non si sottrarrà agli impegni assunti e, quindi, confermerà il suo contributo finanziario di 8,5 milioni di euro per ristrutturare l'edificio di piazza della Vittoria. Una rata all'anno per il prossimo triennio (due da 3 milioni di euro, una da 2,5) consentirà alla Provincia di non uscire di scena. In attesa della definizione formale di tutti gli atti è agevole comunque fissare la data per l'inizio dei lavori per la prossima estate. Intanto, un mese fa, è stata definita la convenzione che disciplina i rapporti tra il consorzio Aeders e l'Amministrazione comunale di Taranto, proprietaria dello storico immobile che insiste nel quadrilatero compreso tra via dei Comizi (ovvero, piazza della Vittoria), via D'Aquino, piazza Archita e corso Umberto. A questo punto, si attende che venga accolta la richiesta (già avanzata) alla Cassa Depositi e Prestiti per ottenere il mutuo. La somma (11 milioni di euro) serve per coprire la quota finanziaria di competenza comunale. Una volta definite tutte queste procedure, il Comune (per la giunta sta seguendo questa complessa vicenda l'assessore ai Lavori pubblici, Alfredo Spalluto) dovrà definire con la Provincia e l'impresa aggiudicataria le modalità con cui Palazzo del governo dovrà garantire la sua dote finanziaria (8.5 milioni). E si dovrebbe procedere nella direzione descritta prima (tre rate). Riepilogando, dunque, gli enti locali (Comune e Provincia di Taranto) dovranno contribuire alla realizzazione dell'opera sborsando circa 19 milioni di euro. La somma rimanente (14) sarà coperta dall'impresa che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all'interno del Palazzo). Aree che avranno soprattutto una destinazione commerc iale. Inoltre, la durata del contratto è di 36 anni mentre le superfici vengono così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune; 6.500 al liceo classico “Archita” (e, quindi, alla Provincia competente per legge alla manutenzione degli istituti scolastici superiori). La superficie che resta a disposizione (circa 9mila-10mila metri quadrati) sarà, invece, a disposizione del consorzio Aeders. Lì, in pratica, verranno sistemate le attività commerciali e culturali anche se la stessa società concessionaria si è impegnata a non aprire le porte del palazzo ad attività che siano in palese contrasto con la storia di questo prestigioso immobile.

              articolo di Fabio Venere
              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 17 Febbraio 2011

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                #8
                Edilizia scolastica: saliamo di quattro posti

                Edilizia scolastica saliamo di quattro posti
                Meglio nella classifica generale, giù nell'ecocompatibilità

                Per l'edilizia scolastica c'è un leggero avanzamento per il Comune di Taranto che passa dal 71° posto della rilevazione dello scorso anno al 67°. Anno di riferimento è il 2009. Un leggero passo in avanti che tiene comunque bloccata Taranto su posizioni inferiori della graduatoria costituita da 92 comuni capoluoghi di provincia. È quanto riferisce l'undicesimo rapporto nazionale di Legambiente, il più completo rapporto nazionale sullo stato dell'edilizia scolastica in assenza dell'anagrafe scolastica. La graduatoria delle città (i cui dati sono riferiti alle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado) è il risultato finale dell'intreccio dei dati relativi alle informazioni generali su edifici, certificazioni, manutenzione, servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche, avvio di pratiche ecocompatibili, esposizione a fonti di inquinamento ambientale. A sua volta la graduatoria generale si suddivide in più graduatorie che tengono conto di ulteriori aspetti specifici. Ed allora emerge che, in tema di buone pratiche, ossia sulla base dei dati relativi agli investimenti in servizi e pratiche ecocompatibili, Taranto torna ad occupare una posizione ancora più in giù: siamo al 76° posto. Graduatoria del rischio: sembrerebbe esser stata nuovamente guadagnata qualche posizione, ma la legenda dei criteri di formulazione della graduatoria anche qui non lascia granché scampo. In questa ulteriore graduatoria, che indica i comuni dove il livello di attenzione sulla qualità dell'edilizia scolastica è più basso, Taranto è al 59° posto. Nelle posizioni più alte sono quindi i Comuni le cui scuole hanno i problemi maggiori. Da segnalare come molti dei dati richiesti da Legambiente (in particolare sulla presenza di fonti d'inquinamento) sono di difficile reperibilità da parte dei Comuni per la mancanza di un vero monitoraggio. Questo - viene spiegato - talvolta comporta vantaggi per chi non risponde a queste domande, quindi non è detto che i Comuni che si trovano più in basso nella graduatoria siano senza scuole a rischio. Potrebbero in effetti non aver compiuto dei monitoraggi accurati. Nella sezione destinata all'anagrafe scolastica, Taranto è insieme a Lecce la realtà fotografata per la Puglia. Presi dunque in esame complessivamente 36.684 studenti e 98 istituti. In relazione al patrimonio edilizio emerge che il 3% delle scuole è stato realizzato prima del 1900, oltre il 5% entro il 1940, il 21,21% tra il '40 ed il '74 (anno dell'en trata in vigore dei provvedimenti per le costruzioni localizzate in aree sismiche), il 62,63% tra il '74 e il '90, oltre l'8% dopo il '90. Il 94,90% degli istituti è ubicato in edifici nati come scuole, il 54% ha giardini, il 71,43% palestre. Ma il 37,76% ha bisogno di interventi di manutenzione urgenti (la media nazionale è del 36%). Ed ancora collaudi statici sono stati effettuati nel 13,56% dei casi, l'idoneità statica è presente nel 41,84% dei casi, il certificato agibilità 27,55%, la certificazione igienicosanitaria 32,65%, prevenzione incendi 35,71%, scale di sicurezza 34,69%, porte antipanico 81,63%, impianti elettrici a norma 93,88%, eliminazione barriere architettoniche 6,12%. Inoltre, il 5,1% degli edifici è entro un chilometro dalle industrie e il 7,69% è tra 1 e 5 chilometri da una discarica. Una situazione difficile, dunque, a Taranto come nel resto d'Italia. L'assessore comunale alla Pubblica istruzione, Anna Rita Lemma, tira un leggero sospiro di sollievo per quelle quattro posizioni avanzate nella graduatoria generale. “Certo - dice - paghiamo anni di mancate manutenzioni ordinarie che ora comportano la necessità di manutenzioni straordinarie. Ma quel leggero avanzamento ci dice che da qualche tempo le risorse per gli adeguamenti vengono messe a budget e realmente si comincia a spenderle nelle scuole. Negli ultimi anni, in effetti, il piano triennale delle opere pubbliche comincia ad essere attuato ed anche per il prossimo triennio sono stati previsti interventi di adeguamento finalizzati alla messa in sicurezza degli edifici. Ci sono ulteriori criticità nelle nostre scuole, come la situazione dei solai che si conta di risolvere con interventi correttivi di impermeabilizzazione anche finalizzati all'in stallazione di pannelli fotovoltaici”.

                articolo di Maria Rosaria Gigante
                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 2 Marzo 2011

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                  #9
                  Meno rischi in sette scuole superiori

                  Meno rischi in sette scuole superiori

                  Lavori di manutenzione straordinaria in sette scuole superiori di Taranto e provincia finalizzati alla messa in sicurezza, alla prevenzione e alla riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità degli elementi anche non strutturali. Insomma, in molte scuole potranno finalmente essere cambiati, ad esempio, gli infissi o sistemate nuove controsoffittature. La soluzione arriva dopo anni in cui nelle scuole si è spesso fatto ricorso anche a soluzioni estemporanee per ovviare a finestre rotte e pericolanti o pannelli delle controsoffittature divelti. Questo per salvaguardare l'incolumità di studenti e operatori delle scuole. Ma gli interventi che saranno realizzati non riguarderanno solo la sistemazione di nuovi infissi. Intanto, la spesa prevista: ammonta a 780 mila euro e rientra nei finanziamenti in un capitolo di spesa avallato da una serie di norme ed intese nazionali. Per usufruirne la Provincia di Taranto ha sottoscritto le convenzioni che regolano i rapporti tra Stato ed Ente con i ministeri delle Infrastrutture e Trasporti (Dipartimento per le infrastrutture, gli affari generali e il personale, Direzione generale per l'edilizia statale e per gli interventi speciali) e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Ieri la presentazione del programma di interventi urgenti da parte dell'assessore provinciale ai Lavori pubblici, Costanzo Carrieri. “Questi interventi - dice Carrieri - rappresentano anche il risultato di un impegno profuso dal presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, in sede di Unione Province italiane. Florido è infatti il responsabile nazionale del Dipartimento edilizia scolastica dell'associazione che raccoglie e rappresenta tutte le Province italiane”. Questa la mappa degli interventi che saranno realizzati: a Manduria, presso il liceo De Sanctis, lavori di manutenzione delle controsoffittature e degli infissi esterni, spesa di 120 mila euro; a Martina, al liceo classico Tito Livio, lavori di manutenzione di natura edile, spesa prevista 120 mila euro; sempre a Martina, all'istituto professionale Motolese, lavori di mantenzione di natura edile, spesa prevista 130 mila euro; ed ancora a Martina, all'istituto Leonardo da Vinci, altri lavori di manutenzione di natura edile, spesa prevista 50 mila euro. E ancora: a Maruggio, presso l'istituto professionale per i servizi alberghieri, sempre lavori di manutenzione di natura edile, spesa 90 mila euro. A Taranto, inoltre, ulteriori lavori di manutenzione di natura edile all'istituto tecnico Maria Pia, spesa 20 mila euro. L'intervento più consistente è, infine, quello previsto per l'istituto professionale Archimede: 250 mila euro per lavori di manutenzione straordinaria per gli infissi esterni ed opere edili connesse.

                  articolo di Maria Rosaria Gigante
                  pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 5 Marzo 2011

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                    #10
                    Università, preoccupazione per eventuali tagli ai corsi. A breve un vertice

                    “Il nodo è il sostegno del territorio”
                    Università, preoccupazione per eventuali tagli ai corsi. A breve un vertice

                    C'è attesa per l'incontro fissato il prossimo 9 marzo tra il ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, il ministro per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca, Mariastella Gelmini, con i rettori delle università meridionali per un esame delle diverse problematiche che riguardano in specie le Università del Mezzogiorno. Intanto, proprio nelle sedi più piccole delle università meridionali - e Taranto è una di queste - si cerca la strada per poter garantire la permanenza e possibilmente l'ampliamento dell'offerta formativa esistente. Se il futuro potrà essere rappresentato - come fiduciosamente commenta il rettore dell'Università di Bari, Corrado Petrocelli - dai “percorsi federativi finalizzati ad avviare concrete attività di collaborazione, ad ottimizzare le risorse, a mettere insieme ed esaltare le eccellenze, a creare attrattive realtà di ricerca e formazione”, nell'immediato c'è da fare i conti con difficoltà contingenti. “Per procedere sereni, ci occorre il sostegno del territorio”, dice Gregorio Andria, preside della II facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari con sede a Taranto. “Il problema è capire se il territorio vuol darci una mano, se e quanto ci tengano alla nostra presenza. Perché anche questo ci aiuta ad avere un peso nelle scelte strategiche del Politecnico. Convocherò a breve un forum presso la nostra facoltà con gli enti locali, Comune e Provincia, Confindustria, altre associazioni di categoria per discutere delle esigenze reali del territorio”. Insomma, a distanza di oltre 20 anni dall'istituzione del Politecnico a Bari e la conseguente istituzione di una seconda facoltà di Ingegneria a Taranto, c'è da far quadrato su questa presenza a Taranto. Entro il prossimo 30 aprile, la facoltà dovrà presentare la sua offerta formativa per il prossimo anno accademico e si tratterà di un'offerta basata ancora per un anno sull'assetto in facoltà e interfacoltà con Bari. Allo studio la possibilità di rilanciare l'offerta con una triplice filiera in Ingegneria civile, ambientale e del territorio, in Ingegneria dell'informazione (che racchiuderebbe l'elettronica, le telecomunicazioni, l'informatica e l'automazione), ed ancora - questa la novità - una nuova filiera in Ingegneria meccanica. Nel frattempo, la commissione dei 15 elaborerà entro fine luglio, al massimo settembre, un nuovo statuto per i dipartimenti che dal primo ottobre 2012 sostituiranno le facoltà. Insomma, si va verso assetti ed organizzazioni diverse che scardinano il concetto di facoltà autonoma. I dipartimenti potranno, infatti, anche prevedere l'organizzazione didattica distribuita tra Taranto e Bari, a seconda delle esigenze del territorio ed essere interateneo, in sinergia quindi con l'Università di Bari.



                    E nei docenti resta alta la voglia di “fuggire”

                    “Forse la facoltà di Taranto non è molto amata”. Il preside Gregorio Andria sceglie un eufemismo, ma non nega che anche presso la sua facoltà - come nelle altre del territorio - ci sia una certa tendenza da parte dei docenti a “fuggire” da Taranto. “Questa, però - assicura -, magari è una tendenza di chi ha già fatto carriera, non di chi voglia crescere. Il problema per i docenti - poi in qualche modo giustifica - è quello di vedersi assicurata una prospettiva di lavoro, ricerca, carriera. E per chi ha già fatto carriera, il problema è quello di fare scuola. Ebbene, al momento, con gli attuali sistemi, tutto ciò non ci è assicurato. E' vero, c'è malcontento, a Taranto come a Bari. Ma si tratta di qualche docente sfiduciato del sistema universitario in generale e che sta pertanto pensando di lasciare l'Università. La maggioranza, però, vorrebbe continuare e posso assicurare che si tratta di docenti che vogliono lavorare in questo territorio. Certo - prosegue il preside Andria - poi ci sono i docenti che andranno in pensione e per i quali sarà difficile assicurare il turnover e, se fatalmente dovessero mancare i requisiti minimi (oggi 45 docenti tra ordinari, associati e ricercatori, a Taranto ne sono incardinati 47, altri due ricercatori sono in arrivo e per un terzo sta per essere effettuato il concorso, ndr), il rischio di sopravvivenza per la facoltà aumenterebbe”. Ma scendere sotto quel requisito minimo non è poi cosa tanto difficile considerato che i ricercatori possono essere assunti a tempo determinato per due anni e con una sola riconferma. Se poi non trovano il posto da associato, sono fuori. A sostegno della spesa per i ricercatori, però, la riforma Gelmini mette in campo anche altri enti e mondo dell'impresa. Più attenzione del territorio verso questo sistema significa più ricerca, più offerta formativa, più crescita del territorio stesso.


                    Università e studenti un legame più stretto

                    Università e studenti. Due iniziative nei giorni scorsi presso le due facoltà di Scienze e Giurisprudenza dell'Università di Bari, con sede a Taranto. La prima. Attività di orientamento presso la II Facoltà di Scienze matematiche e fisiche, dove 338 studenti di otto scuole di Taranto e provincia hanno incontrato docenti e la preside Silvia Romanelli. Presentata loro l'offerta formativa della Facoltà costituita dai tre corsi di laurea in “Scienze Ambientali”, “Informatica e Comunicazione Digitale” e “Scienze e Gestione delle Attività Marittime” e i due spin-off della Facoltà (Geoprosys S.r.l. e EN.SU. S.r.l.). Gli studenti hanno avuto modo di visitare i laboratori didattici e informatici e il laboratorio Geomorfologia e GIS “L AGAT-TA”.
                    La II Facoltà di Giurisprudenza di Taranto introduce a sua volta un tema di grande interesse. All'interno del progetto “L aworo “, sull'orientamento al Lavoro, si è tenuta una lezione dal titolo “La Psicologia del Successo”. Il relatore è stato il Personal Coach Luigi Turchiarulo, Master Trainer in PNL e presidente di “FormAzione Community”, considerato uno dei massimi esperti Italiani sulla motivazione e leadership personale. A partecipare all'incontro numerosissimi studenti provenienti anche da altre facoltà e, docenti. Durante la lezione, introdotta dal preside della II Facoltà di Giurisprudenza, Antonio Felice Uricchio, Turchiarulo ha spiegato come la parola successo va intesa come la capacità di realizzare la vita che si desidera, raggiungere importanti obiettivi nel totale rispetto dei propri valori e di quelli altrui. Con questa iniziativa, la facoltà ha dimostrato grande apertura verso tematiche innovative e che permettono agli studenti di avere una formazione sia di carattere accademico che di natura personale.

                    articoli di Maria Rosaria Gigante
                    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 6 Marzo 2011

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                      #11
                      “Vogliamo aiutare ad emergere i giovani talenti”

                      “Vogliamo aiutare ad emergere i giovani talenti”
                      Centotremila euro a disposizione, 50 i selezionati ma solo 4 i premiati

                      Talenti cercasi. In qualsiasi campo e, soprattutto, non necessariamente in ambito artistico. E' aperta ai giovani dai 18 ai 30 anni, non solo tarantini ma dell'intero territorio regionale, anche stranieri ma con regolare permesso di soggiorno, l'iniziativa “Scuola di talenti” messa in campo dall'Amministrazione provinciale. Ieri, nella sala riunioni della Provincia, è stata l'assesso re provinciale alle Politiche giovanili, Marta Teresita Galeota, in una conferenza stampa, ad illustrare i contenuti ed i risvolti dell'iniziativa. Presenti anche il preside della facoltà di Giurisprudenza, Antonio Uricchio, il direttore della Scuola edile, Angelo Lorusso, che, insieme a Comune di Taranto e Camera di Commercio, sono enti partner. A spiegare i dettagli dell'iniziativa il consigliere provinciale Giorgio Grimaldi e il dirigente del settore, Cosimo Andriulo. A disposizione del progetto un finanziamento di circa 103 mila euro nell'ambito della misura “Azione Province Giovani” promossa dal ministero delle Politiche giovanili. “La Provincia punta sui suoi giovani. Vogliamo evidenziare i talenti di terra jonica - dice l'assessore Galeota -. Intendiamo essere di stimolo soprattutto a chi, non vedendo un futuro per il proprio talento, ha cessato di credere nelle proprie capacità decidendo quindi di non investire più su se stesso. Ecco, noi vogliamo provare a ridare fiducia. Su indicazione dello stesso presidente Florido, la Provincia ha deciso di dare risposte. Basta con le buone proposte”. “Scuola di talenti”, su ammissione dello stesso assessore Galeota, ha mutuato parecchio dall'anima di “Bollenti spiriti”, l'iniziativa condotta dalla Regione. Ma questa tarantina - che si concluderà a dicembre non senza l'auspicio di dare continuità - si articola con modalità diverse. Intanto, i giovani che decideranno di aderire dovranno manifestare la propria volontà attraverso le schede che potranno essere scaricate dal sito www.donointerrajonica.it, ricco peraltro di indicazioni e informazioni utili. Oppure ci si potrà presentare in uno dei 15 focus calendarizzati e programmati nell'intera provincia allo scopo appunto di incontrare e dialogare con i giovani. Sarà quindi un team di sei esperti già individuati a selezionare 50 giovani allo scopo di dare loro gli strumenti necessari a fare emergere talenti e spirito di iniziativa. Durante il percorso, saranno quindi selezionati 4 giovani a cui sarà offerta la possibilità di partecipare anche all'estero a corsi di formazione o quant'altro dovesse esser utile a mettere a profitto le proprie capacità. Sicuramente non si tratta di una sorta di ufficio di collocamento alternativo, è stato sottolineato: non si garantisce alcun posto di lavoro, ma un percorso di crescita. Una prospettiva che, insomma, spinge i partner - in particolare Università e Scuola edile - ad aderire con particolare entusiasmo a questa iniziativa. A metà percorso, tra qualche mese, una prima verifica di quello che starà accadendo.

                      articolo di Maria Rosaria Gigante
                      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 10 Marzo 2011

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                        #12
                        Palazzo Uffici, c'è l'intesa

                        Palazzo Uffici, c'è l'intesa
                        Tutto a rate: prima il Comune con 11 milioni, poi la Provincia con 8,5

                        Palazzo degli uffici, c'è la “fumata bianca”. Viene definito “positivo” il confronto avuto ieri tra Comune e Provincia di Taranto. I rappresentanti dei due esecutivi, infatti, si sono nuovamente incontrati per cercare di sbloccare la situazione e riaprire il cantiere dello storico immobile di piazza della Vittoria fermo ormai da quasi sei anni. Ed allora, al termine del vertice tra i due enti locali la ripresa dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione dell'edificio sembra decisamente più vicina. Per questo, forse, è ipotizzabile che gli interventi riprendano nella prossima estate o, al massimo, a settembre. Salvo ulteriori intoppi, sia chiaro. Tornando alla riunione di ieri, infatti, la Provincia non solo ha confermato la “dote” finanziaria per cui si era già impegnata nei precedenti bilanci (8,5 milioni di euro) ma ha trovato l'intesa col Comune sulle modalità di pagamento. In estrema sintesi, l'accordo prevede che i pagamenti dovranno avvenire con il sistema dei sal (stato avanzamento lavori). Ecco, ma se inizialmente la Provincia era disposta a pagare solo a fine lavori, ieri si è registrato un passo in avanti. Infatti, la giunta Florido aprirà i cordoni della borsa quando il Comune terminerà di pagare la sua parte (circa 11 milioni). Ed allora, per essere ancora più chiari, la giunta Stefàno verserà i suoi soldi in dieci rate e subito dopo toccherà alla giunta Florido intervenire pagando secondo questo schema: otto rate bimestrali da 1 milioni di euro ciascuna ed un'ultima rata da 500mila euro. In altre parole, la Provincia potrebbe iniziare a corrispondere la propria quota tra l'estate e l'autunno del 2012. In questo modo, l'Amministrazione provinciale potrà far fronte anche al pagamento rateale dovuto per il contenzioso Pacinotti (13 milioni) ed alla copertura del primo lotto della Taranto-Avetrana. A questo punto, incassata la “fumata bianca”, quale sarà l'iter da seguire? Entro aprile, il Consiglio provinciale dovrà esprimersi su quanto deciso ieri ed approvare, quindi, una delibera che disciplini chiaramente le nuove modalità di pagamento. Poi, una volta superato questo, non ci dovrebbero essere più particolari ostacoli. O meglio, bisognerà approvare il progetto definitivo ma è presumibile che il consorzio Aeders, aggiudicatario dell'appalto, sia già pronto ad esibire il progetto nella sua ultima... edizione. Non è stato, però, affrontato ieri l'ultimo (ma ugualmente importante) aspetto di questa complessa vicenda? Le dodici classi del liceo “Archita” rimarranno lì durante l'esecuzione dei lavori o verranno trasferite? E in questo caso dove andrebbero? Per saperne di più, però, è opportuno attendere le indicazioni tecniche dell'impresa.

                        articolo di Fabio Venere
                        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 16 Marzo 2011

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                          #13
                          “Cuj verso la liquidazione e la Fondazione non si farà”

                          “Cuj verso la liquidazione e la Fondazione non si farà”
                          Sessa: vani i tentativi di coinvolgere altri soggetti
                          Carlucci: forse il prefetto può fare un ultimo tentativo

                          Consorzio universitario jonico verso lo scioglimento? Dopo anni di commissariamento, a questo punto pare la via quasi obbligata. Il commissario, il prefetto Carlo Sessa, ha infatti convocato per domani un'assemblea con all'ordine del giorno la presa d'atto delle decisioni del Comune di Taranto di venir fuori dal Cuj e l'esame della proposta del Comune di Grottaglie di scioglimento del consorzio. Ma l'eventuale scioglimento del Cuj cancellerebbe ogni strumento di coordinamento della politica universitaria sul territorio perché, nel frattempo, non c'è stata in questi anni, al di là delle dichiarazioni, alcuna reale intenzione di andare all'istitutuzione di una Fondazione. “Eppure una Fondazione avrebbe senso ancor più di prima”, dice l'ex presidente del Cuj, Carmine Carlucci. “Ma attenzione prosegue , qui nessuno parla di Fondazione universitaria così come è intesa dalla riforma Gelmini, secondo cui la stessa Università sarebbe l'attore principale, ma di una Fondazione di comunità, così come indicato dalla proposta che i docenti della Facoltà di Economia hanno recentemente suggerito nel corso di una iniziativa pubblica”. Ma veniamo all'intervista col commissario del Cuj.
                          Prefetto Sessa, lei è il commissario del Cuj. Quale è stato il ruolo del consorzio in questi ultimi anni?
                          “Negli ultimi tre anni il Cuj ha attuato l'accordo di programma con l'Università che scade quest'anno, provvedendo a riscuotere le somme dai soci (gli enti locali - ndr) ed a ridistribuirle all'Università secondo gli impegni assunti. Un mese fa abbiamo provveduto a versare l'ultima tranche di finanziamenti per il 2010. Sotto il profilo della contabilità abbiamo proceduto con puntualità ed abbiamo chiuso il bilancio in assoluto pareggio”.
                          Ma ora il Comune va via seguendo di un anno l'uguale decisione della Provincia. Cosa accadrà?
                          “Sì, la Provincia era uscita dal Consorzio da un anno circa, ma come previsto dall'accordo ha pagato le quote per il 2010. Ora dal 2011 queste quote non saranno più versate. Viene così meno una grossa fetta di contribuzione. Non ho ancora visto la delibera del Comune e, comunque, se il Comune conferma la sua decisione, decadrà il numero legale”.
                          D'altro canto, da tempo era anche venuto meno il ruolo politico del Cuj...
                          “Da un paio di anni la Provincia si era allontanata, era rimasta alquanto defilata dalla gestione. Il Comune sembra aver preso la stessa strada”.
                          Ed anche l'idea della Fondazione è stata più sbandierata che realizzata, non pensa?
                          “Il mio tentativo un anno-un anno e mezzo fa è stato quello di passare dal Consorzio alla Fondazione facendo entrare altri enti come la Camera di Commercio, la Confindustria, l'Asl e di chiunque altro potesse usufruire delle attività universitarie. Sia il Comune che la Provincia avevano condiviso questa mia idea, ma poi di fatto, considerata anche la difficile situazione economica degli enti, non hanno fatto passi di alcun tipo in tal senso. La Provincia continua a versare autonomamente i propri contributi all'Università e ad altre facoltà. E non sappiamo il Comune sotto il profilo finanziario come possa contribuire. A questo punto...”
                          A questo punto, cosa fare?
                          “E' inutile tenere in piedi un organismo che non può svolgere alcun ruolo propositivo. Visto che chiudiamo in pareggio, è il momento più opportuno per arrivare allo scioglimento. D'altro canto, in queste condizioni, non saremmo neanche più in grado di andare ad un nuovo Accordo di programma con l'Università “ .
                          Professor Carlucci, lei invece è stato l'ultimo presidente del Cuj. Con una delibera, lei stabilì che i pagamenti degli enti locali venissero messi a ruolo perché fossero regolari. Oggi, con Provincia e Comune di Taranto che ne sono fuori, il Cuj va verso lo scioglimento, ma nel frattempo la cosa per la quale lei si è battuto, la Fondazione, non ha ancora trovato compimento.
                          “Sciogliere non sarà comunque facile perché pare occorra la nomina da parte del prefetto di un commissario liquidatore. Quanto alla decisione del Comune, c'è da capire se questa ha trovato formalizzazione in una delibera di giunta o di consiglio, tenendo peraltro conto che per statuto e regolamento la recessione non ha effetti immediati sul piano del contributo economico. Ed ancora c'è da capire, se sono state già emesse le cartelle esattoriali per l'anno in corso, come cancellare i relativi ruoli”.
                          Insiste per la Fondazione?
                          “Sicuramente sì e, a mio avviso, il prefetto di Taranto, Carmela Pagano, è l'unica autorità che può mettere tutti intorno ad un tavolo e far fare i passi necessari per andare verso una Fondazione che esprima una presidenza di altissimo profilo e che abbia la credibilità necessaria per continuare a parlare di Università in questa città”.



                          DI FONDAZIONE SI PARLA DA DIECI ANNI
                          E c’è anche un appello a Stefàno e a Florido

                          “Che il ruolo del Cuj sia ormai esaurito è negli atti, ma è assurdo che la realtà jonica che per “mere beghe politiche” ha fatto miseramente naufragare il consorzio, ora non trovi la forza, la capacità, la spinta creativa a realizzare quella Fondazione che pure è presente da circa 10 anni nei programmi elettorali di Provincia e Comune di Taranto, ma che non si riesce a far decollare” scrive in una nota l'ultimo presidente del Cuj, Carmine Carlucci, nel rivolgere un nuovo appello al prefetto di Taranto, Pagano, perché convochi il “tavolo” e al presidente Florido e al sindaco Stefàno “perchè concordino un confronto nei Consigli per pervenire a impegni unitari da un lato per lo sviluppo e il consolidamento del polo universitario jonico, dall'altro per la costituzione della Fondazione”.


                          articolo di Maria Rosaria Gigante
                          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 20 Marzo 2011

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                            #14
                            “Archita inagibile se i lavori non iniziano entro dicembre”

                            “Archita inagibile se i lavori non iniziano entro dicembre”
                            Il progettista Vecchi: corsa contro il tempo per i lavori a Palazzo Uffici
                            “Se i lavori di ristrutturazione di Palazzo degli Uffici non dovessero partire, al massimo, entro la fine dell'anno, questo palazzo rischierà l'inagibilità”. A pronunciare queste parole è l'ingegner Giuseppe Vecchi, responsabile del progetto esecutivo per il consorzio Aeders, ovvero dell'impresa che si è aggiudicata i lavori. Il motivo? Il cantiere è chiuso da cinque anni e l'immobile versa in evidente degrado. Degrado strutturale e non tanto (o meglio, non solo) estetico e di decoro. L'affermazione di Vecchi, esperto progettista, ha assunto nello stesso tempo il duplice carattere della “doccia fredda” e del “grido d'allarme”. In un caso o nell'altro, queste parole hanno avuto il merito di scuotere chi si aggrovigliava su altre ipotesi e percorreva altri sentieri. Ma in quale contesto le dichiarazioni dell'ingegner Vecchi sono state amplificate? Nell'aula “Paisiello” del liceo classico “Archita”. Lì, infatti, ieri mattina, si è tenuta una riunione del consiglio circoscrizionale Borgo Città vecchia, presieduta da Luigi Paradiso. Al consiglio di quartiere, inoltre, hanno partecipato, tra gli altri: l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Alfredo Spalluto; l'assessore provinciale al Bilancio, Giampiero Mancarelli; alcuni insegnanti del liceo (Loredana Flore e Francesca Poretti), il rappresentante degli studenti (Andrea Andriani) e la presidente del consiglio d'istituto (Rosa Stallo). L'ingegner Vecchi poi, a margine della riunione del consiglio circoscrizionale, avvicinato dai cronisti presenti, ha spiegato che “già quando, per le note vicende amministrative che hanno colpito il Comune di Taranto, fummo costretti a chiudere il cantiere notammo alcune anomalie. E questo, accadeva cinque anni fa...”. Per la serie, in questo periodo, con il passar del tempo, la situazione dello stabile non potrà certo essere migliorata. Ma cosa notarono i tecnici dell'impresa? “Avevamo riscontrato - spiega Vecchi - dei problemi di copertura del solaio. E poi, essendo intervenuti nelle fondazioni dell'edificio è probabile che ci siano state poi delle depressioni considerato che il terreno su cui sorge Palazzo degli Uffici è in parte frutto di un riempimento. A questo, si aggiunge che la tipologia di quel suolo è, in parte, calcarea. Per questo, se non si dovesse intervenire entro la fine dell'anno, l'intero palazzo rischierebbe di essere dichiarato inagibile considerato, peraltro, che versa in condizioni di degrado”. È stato sempre l'ingegner Vecchi, sempre ieri, a precisare che “i lavori di ristrutturazione dovrebbero durare tra i due ed i tre anni”. Poi sarà l'assessore provinciale Mancarelli a specificare che “Comune e Provincia hanno chiesto all'impresa di finire, prima degli altri interventi previsti, i lavori relativi al liceo”.


                            Comune e Provincia rassicurano:“Rispetteremo gli impegni assunti”
                            Le amministrazioni verseranno complessivamente 19 milioni

                            “Quando saranno ultimati questi lavori di ristrutturazione e riqualificazione, l'Archita avrà una scuola moderna e sicura e la città, il Borgo soprattutto, potranno rinascere. Verrà realizzata una galleria commerciale che potrà, potrebbe attirare oltre ai residenti famiglie provenienti da Bari, Lecce e Matera”. La pensa così Alfredo Spalluto, assessore comunale ai Lavori pubblici. Per il resto, l'esponente della giunta Stefàno cerca, di fronte al consiglio circoscrizionale Borgo - Città vecchia e ad alcuni professori, di dettare i tempi per la riapertura del cantiere di Palazzo degli Uffici: “Entro un mese, così come ci ha assicurato l'assessore Mancarelli, il Consiglio provinciale dovrebbero approvare il nuovo schema di accordo. Poi, da quel momento potranno partire i 60 giorni necessari per la presentazione del progetto esecutivo e, da questi, ancora altri 30 giorni per la cosiddetta validazione del progetto. In altre parole - sintetizza Spalluto - se non ci dovessero essere ulteriori ostacoli entro 3 - 4 mesi potrebbero iniziare i lavori. E questi, come confermava l'ingegner Vecchi, potrebbero durare 3 anni”. Dal canto suo, l'assessore provinciale al Bilancio, Giampiero Mancarelli, ha ieri ricordato le modalità di pagamento che saranno osservate dalla Provincia. Prima, però, ha ribadito che “nonostante i tagli a cui siamo stati sottoposti dal Governo centrale pari a 4 milioni 200mila euro e nonostante le difficoltà legate al mantenimento del Patto di stabilità e nonostante il pagamento a cui dobbiamo far fronte di un contenzioso del ‘78 per la realizzazione dell'istituto Pacinotti (13 milioni di euro in tre anni), nonostante tutto questo -osserva Mancarelli - abbiamo confermato il nostro impegno finanziario di 8,5 milioni di euro. Abbiamo chiesto al Comune di Taranto - aggiunge Mancarelli - proprio per consentirci di rispettare il Patto di stabilità di iniziare a versare la nostra quota di finanziamento in un periodo successivo. Ovvero, l'Amministrazione comunale erogherà prima le sue 10 rate per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro (cifra che verrà coperta con l'accensione di un mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti, ndr) e poi la Provincia pagherà in otto rate bimestrali da 1 milioni di euro ciascuna mentre ci sarà poi una nona rata dall'importo di 500mila euro”.


                            I “PROF”: AL LICEO SERVONO ALMENO 15-20 AULE. IN CASO CONTRARIO DOVE ANDREBBERO GLI STUDENTI?
                            “Noi vogliamo rimanere qui anche durante i lavori di ristrutturazione”
                            I docenti: il cantiere può coesistere con le nostre attività

                            “Noi, vogliamo rimanere qui. Non vogliamo lasciare questa sede, anche quando inizieranno i lavori di ristrutturazione”. La professoressa Loredana Flore usa il linguaggio della chiarezza. E per rimanere lì servono almeno 15 - 20 aule. In questo sa di avere con sè la stragrande maggioranza dei suoi colleghi. Un'affermazione, questa, che è il frutto evidentemente di un certo scetticismo per non dire diffidenza. Del resto, esordendo la stessa Flore, aveva parlato di “una situazione che si trascina ormai da anni” ed aveva ammesso “che in queste condizioni è davvero difficile lavorare in maniera decorosa”. Subito dopo, la sua collega Poretti aveva chiesto agli assessori Spalluto e Mancarelli “che cosa manca materialmente per sbloccare questa vicenda amministrativa ed avviare i lavori”. Tra le due “prof”, il rappresentante degli studenti (Andrea Andriani) non nasconde la sua diffidenza rispetto a queste rassicurazioni ed arriva a dire: “C'è l'interesse a far andare via l'Archita da qui anche per poter realizzare così degli interessi commerciali e dei profitti economici”. Sul tema posto inizialmernte dalla professoressa Flore, si sintonizza anche la presidente del Consiglio d'istituto (la componente dei genitori), Rosa Stallo, che ad un certo punto, afferma: “Al reparto Cardiologia dell'ospedale “SS. Annunziata” sono stati realizzati dei lavori di ristrutturazione senza per questo costringere il personale ad abbandonare il reparto stesso”. Nel suo intervento poi è toccato all'ingegner Giuseppe Vecchi, responsabile del progetto esecutivo del consorzio Aeders (società aggiudicataria dei lavori) spiegare che “le attività scolastiche possono coesistere con i lavori di ristrutturazione e riqualificazione previsti. Verrebbero, ovviamente, garantite le misure di sicurezza necessarie per gli studenti e le insegnanti. Ma - avverte Vecchi - se l'impresa concessionaria avesse la disponibilità dell'intero edificio, potrebbe ridurre i suoi tempi d'intervento di almeno sei mesi”. Ed ancora: “Dal punto di vista edile - osserva Vecchi - non sono preoccupato per un'eventuale convivenza tra scuola e cantiere ma dal punto di vista impiantistico, invece, questo potrebbe crearci qualche problema”. Ed infine, il progettista aggiunge: “Se l'impresa, titolare della concessione prevista dal progetto di finanza, avesse tutto il palazzo nella sua disponibilità potrebbe allestire due cantieri e non, invece, uno solo”.

                            articoli di Fabio Venere
                            pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 23 Marzo 2011

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                              Deserta l'assemblea del Cuj

                              Deserta l'assemblea del Consorzio universitario che doveva avviare la procedura di liquidazione

                              E' andata praticamente deserta lunedì sera l'assemblea del Corsorzio Universitario jonico convocato per discutere delle dimissioni del Comune di Taranto (peraltro assente) e della proposta di scioglimento dell'ente consortile avanzata anche dal Comune di Grottaglie (anch'esso assente). Presenti, invece, solo i Comuni di Manduria, Laterza e San Marzano. Ora sarà il commissario, il prefetto Carlo Sessa, a dover fare l'ulteriore mossa e probabilmente a recarsi dal prefetto di Taranto, Carmela Pagano, per concordare le azioni future. Lo stesso commissario Sessa aveva ammesso che, viste le condizioni ma soprattutto considerato il fatto che il Consorzio chiude il bilancio in pareggio, dopo aver erogato l'ul tima tranche di aiuti economici del 2010 all'Università di Bari, questo sarebbe il momento più adeguato per andare allo scioglimento dell'ente. Rimane il fatto, però, che nel frattempo non ha mosso alcun passo l'idea di costituzione di una Fondazione e che a breve ci sarà da formalizzare un nuovo accordo di programma con l'Università alla vigilia, peraltro, di una radicale trasformazione dell'organizzazione universitaria (non più per facoltà, ma per dipartimenti e scuole, corsi di laurea). Intanto, così come previsto dallo statuto dei Cuj, le delibere con cui gli enti locali danno le proprie dimissioni dall'ente non producono effetti immediati sull'erogazione delle risorse che dovranno continuare ad essere versate per l'anno in corso. Quanto ha fatto per il 2010 anche l'Amministrazione provinciale che si era tirata indietro dall'anno prima. Ora l'aggiunta della fuoriuscita dal Cuj anche del Comune di Taranto - di cui pare ci sia solo la delibera di giunta e non quella di consiglio - riduce all'osso la percentuale delle quote dei soci presenti.

                              articolo di Maria Rosaria Gigante
                              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 23 Marzo 2011

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