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Rassegna Stampa 2011

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    #61
    “Polo scientifico, sappiate utilizzare i fondi disponibili”

    “Polo scientifico, sappiate utilizzare i fondi disponibili”
    I sottosegretari Catone e Viceconte indicano la strada
    Il preside di Giurisprudenza, Uricchio: auspici importanti


    Da problema a risorsa ed opportunità. Ecco il profilo del Polo scientifico tecnologico “Magna Grecia” che fa dell'ambiente e della ricerca per l'ambiente il suo connotato principale. Ora, intercettate le disponibilità locali di enti, istituzioni e mondo delle imprese, si punta ad attrarre risorse ed attenzione dagli organi centrali per poter realizzare concretamente il Polo.
    È quanto emerso ieri nel corso dell'incontro “La ricerca ambientale. Il Polo scientifico tecnologico “Magna Grecia” laboratorio di sperimentazione di tecnologie e di modelli innovativi nelle bonifiche ambientali”, organizzato dai partner del Polo stesso vale a dire Università di Bari, Politecnico di Bari, Consiglio nazionale delle ricerche, Arpa Puglia, Comune e Provincia di Taranto, Asi, Confindustria, Camera di Commercio, Asl, Distretto Dipar. L'iniziativa di un confronto pubblico - dopo oltre due anni di elaborazione progettuale - è del preside della facoltà di Giurisprudenza, Antonio Uricchio, il quale approfitta della nuova sede universitaria in Città vecchia, nell'ex convento San Francesco, per dare una adeguata cornice all'evento.
    Non possono non convergere sugli obiettivi indicati dal Polo i due sottosegretari: all'Ambiente, Giampiero Catone, e all'Istruzione, Guido Viceconte, invitati a prendere contezza di cosa si stia sviluppando a Taranto e del fabbisogno della città di migliorare la propria qualità di vita. Per questo al sottosegretario Catone non sfugge di evidenziare la necessità di cogliere le opportunità riservate dall'Unione europea con le provvidenze destinate alla realizzazione di 16 centri di biotecnologie e biodiversità marina che saranno, appunto, presto messi a bando. “Accresciamo questa progettualità”, dice Catone, riferendosi alla fitta partnership che trova a Taranto, e facendo esplicito riferimento al placet all'intero progetto espresso dall'assessore regionale all'Ambiente, Lorenzo Nicastro. Poi, senza mezzi termini, Catone auspica che tale progettualità serva anche ad affrontare la quotidianità e, nello specifico, l'inquinamento del Mar Piccolo. Cita, dunque, come esempio, il piano messo in piedi a Pescara (un tavolo interistituzionale in Prefettura con la presenza della Procura della Repubblica) per la bonifica del porto, chiuso per l'intera estate.
    Ma risorse e provvidenze sono messe in cantiere anche dal ministero dell'Istruzione e dell'Università con il Programma nazionale delle ricerca 2011-2013. C'è, però, anche il “Progetto Industria 2015”. È il sottosegretario Viceconte a indicare tale canale di finanziamento i cui obiettivi sembrano essere in perfetta sintonia con il progetto tarantino. Il punto, tuttavia, è “realizzare un dialogo tra Università, impresa e area industriale. Ci attendiamo - dice Viceconte rivolto al mondo accademico, istituzionale ed imprenditoriale - una grande attenzione da parte vostra nei prossimi bandi. E non mancherà anche l'attenzione del governo rispetto a queste tematiche “ .
    “Auspici importanti” commenta il preside Uricchio. E la preside Silvia Romanelli (Scienze) aggiunge: “Se tutto ciò porterà a discutere insieme di questo futuro, avremo fatto passi avanti fondamentali”. Mentre Lorenzo Ferrara (presidente Dipar) conclude: “E' tempo che questo territorio sia protagonista”.



    L'obiettivo: “Fare ricerca ambientale per affrontare le bonifiche e il disinquinamento”

    Oltre venti anni di lavoro accademico: dalle Scuole dirette a fini speciali ai corsi della seconda facoltà di Scienze dell'Università di Bari, della seconda facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari e persino dei corsi delle facoltà di Economia, Giurisprudenza, Lettere e Beni culturali orientati all'ambiente ed ai suoi temi. È questa la base del progetto del Polo scientifico tecnologico “Magna Grecia”. Dopo oltre due anni di gestazione, ora è un progetto consegnato lo scorso 11 agosto ai ministeri competenti insieme alla richiesta di un finanziamento nell'ambito di un Pon.
    L'obiettivo di tutto rimane la ricerca in ambito ambientale non solo per il risanamento e la difficile bonifica dei siti inquinati ed il riutilizzo dei rifiuti, ma per divenire punto di riferimento scientifico a più ampi livelli.
    La necessità di un Polo di ricerca a questo livello è stata evidenziata da più voci ieri, dal direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, il quale ha evidenziato il forte ritardo della città rispetto alle soluzioni trovate in quelle realtà dotate di un Polo della ricerca da oltre 40 anni. Ed anche l'Asl - dice il direttore del Dipartimento di prevenzione, Michele Conversano - evidenzia la necessità di una simile struttura sul territorio. Basti pensare che il pacchetto di analisi effettuate su matrici alimentari per la verifica dei livelli di diossine e pcb ed inviate all'Istituto zooprofilattico di Teramo (referente sul territorio nazionale) sono costate finora alla Regione un milione di euro. Il Polo scientifico tecnologico dovrebbe sorgere nell'area di Paolo VI che si sviluppa tra il Politecnico di Bari e la Cittadella della Carità, su suoli che in qualche maniera potrebbero essere anche confinanti con l'area destinata al nuovo ospedale di Taranto: il San Raffaele del Mediterraneo.


    L'INTERVISTA: ANGELO TURSI, DOCENTE DELL'UNIVERSITÀ DI BARI, SPIEGA IL SIGNIFICATO DEL POLO
    “Nessuna pretesa dei prof è un'esigenza della città”

    “Intendevamo evidenziare al governo ed ai due ministeri che per noi sono punto di riferimento, Istruzione-Università-Ricerca e Ambiente, che il progetto del Polo scientifico tecnologico non è una fantasia di professori universitari che vogliono decuplicarsi con altre strutture o chiedere soldi. Assolutamente. È una domanda che nasce dal territorio. A Taranto è dovuto: questo è il mio slogan”.
    Così il professor Angelo Tursi (Università di Bari), che tiene le fila del progetto, spiega le ragioni dell'incontro di ieri.
    Professore, ma il governo ed i ministeri non erano assolutamente a conoscenza di quel che si stava pensando a Taranto?
    “Noi abbiamo mandato il progetto per le vie normali l'11 agosto, data di scadenza di un Pon relativamente a un progetto che finanziava esclusivamente le Università. Chiedevamo di essere finanziati con 20 milioni di euro unicamente per l'acquisto di attrezzature perché per fare tutto il lavoro progettato servono attrezzature”.
    Non c'è però una sede. Qualcuno ha detto che questo metterà a rischio il finanziamento chiesto col progetto Pon ...
    “Intanto, nel progetto abbiamo detto che mettiamo a disposizione le strutture che abbiamo a disposizione nelle sedi del Politecnico e dell'Università. Ma ci va benissimo anche l'Arpa che ha già fatto una rivoluzione copernicana a Taranto cominciando a lavorare seriamente e facendo lavorare i giovani. Perché qui, dobbiamo ricordarlo, abbiamo una generazione di giovani che non va persa. Ecco, allora il nostro obiettivo: vogliamo mettere in evidenza al governo che il sistema universitario ha alle spalle la città, la provincia. Le forze più sane della città che hanno capito che la strada è quella di capovolgere il paradigma, da Taranto città inquinata a Taranto città che studia l'inquinamento a livello locale e nazionale. Per far questo le spetta il collegamento con l'industria perché altrimenti è una nuova tassa sulle spalle dei cittadini, cosa che assolutamente non vogliamo fare. Inoltre...”
    Inoltre cosa?
    “L'ho già detto pubblicamente. Tutti coloro che sono stati seduti al tavolo per questo progetto sono disponibili a fare un passo indietro. Noi non abbiamo bisogno di poltrone, né di incarichi. Ne abbiamo già tanti. Vorremmo solo che si facessero le cose”.
    Accanto a quella delle istituzioni, avete intercettato la disponibilità del mondo delle imprese?
    “Sì, attravero la Confindustria e il Dipar, il Distretto produttivo per l'ambiente. Hanno siglato anche loro il progetto: saranno loro a dover trasformare un problema in una risorsa economica e in lavoro per i giovani. E sull'incontro con i due sottosegretari manifestiamo un giudizio positivo. Però, come si dice, il tempo è galantuomo”.



    LA NOVITÀ: DA PIAZZA CASTELLO A VIA DUOMO IERI C'ERA FOLLA
    Nel cuore della Città vecchia irrompe la presenza di tanti giovani universitari

    Giovani studenti ovunque. Da piazza Castello a via Duomo, dalla piazzetta antistante l'ex Convento San Francesco all'atrio centrale della nuova sede. E ancora, nei corridoi e nelle aule tantissimi studenti (e non solo) a curiosare, a frequentare lezioni e a studiare. Ora ci sarà anche da organizzare gli spazi in cui gli studenti possano incontrarsi per studiare e sostare nei tempi di attesa. La Città vecchia che non ti aspettavi neanche e che sognavi da sempre, adesso si schiude agli occhi dei visitatori, dei residenti, ma anche e soprattutto dei commercianti di quel pezzo di strada. È il primo giorno di lezione del nuovo anno accademico e tantissime matricole invadono ogni spazio. E si evidenziano subito il problema della carenza di parcheggi e le difficoltà legate alla mobilità. Per contenere i problemi occorrerebbe potenziare i trasporti pubblici, rendere più efficienti i collegamenti con l'intera città. Certo, smaltita la “sbornia” dei primi giorni, ci sarà un calo fisiologico di presenze. Ma una certa auspicata “confusione” d'ora in avanti sarà la norma. Ad animare ci si augura non solo l'arteria principale della Città vecchia, ma anche i tanti vicoli, ci saranno i giovani di Giurisprudenza, Lettere, Beni Culturali, dei corsi di laurea della facoltà di Scienze della Formazione. A guidare le matricole a muoversi nel loro nuovo mondo ci sono, intanto, i giovani universitari del Link che forniscono consigli utili ai nuovi colleghi e illustrano la nuova sede.
    Intanto, ad inaugurare il nuovo anno accademico c'è anche il sottosegretario all'U niversità , Guido Viceconte. Che ricorda come lo stesso prestigioso immobile che ora ospita l'Università sia stato realizzato in passato grazie al piano Urban, un piano del Ministero delle Infrastrutture. Poi è stata l'Università di Bari a completare i lavori.

    articoli di Maria Rosaria Gigante
    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 4 Ottobre 2011

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      #62
      Vertice sulla scuola: la Provincia si mobilita

      Vertice sulla scuola: la Provincia si mobilita
      La Regione dovrà dare indicazioni per l'anno prossimo

      Quale rete scolastica per il prossimo anno? Non sono pochi i nodi da sciogliere quest'oggi all'incontro convocato dall'assessore provinciale alla pubblica istruzione, Francesco Massaro, con l'assessore regionale al diritto allo studio, Alba Sasso, gli assessori alla pubblica istruzione dei comuni di Terra Ionica, il vicedirettore regionale dell'ufficio scolastico regionale Ruggero Francavilla e il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale, Francesco Capobianco.
      “In particolare, faremo il punto sulle novità in ambito normativo che in qualche modo interessano il mondo della scuola e quindi, di riflesso - conclude Massaro - la programmazione scolastica degli enti locali”.
      Dall'assessore Sasso e dal vicedirettore regionale Francavilla ci si attende in realtà almeno qualche anticipazione delle linee guida - quest'anno in ritardo che disciplineranno la razionalizzazione della rete scolastica del prossimo anno e che, questa la vera novità, dovranno tener conto e rendere possibile l'applicazione dell'art. 19 della manovra correttiva di luglio. In quell'articolo, infatti, per contenere le spese, si prevede l'istituzione di istituti comprensivi, che mettano insieme scuole secondarie di primo grado e scuola primaria, con almeno mille alunni.
      Proprio questo vincolo crea perplessità soprattutto nei comuni della provincia dove, mettendo insieme i due ordini di scuola, il più delle volte non si raggiunge il numero di mille alunni. Ci saranno allora deroghe per queste situazioni? O dovranno nascere istituti comprensivi persino tra più comuni? Ma anche nello stesso comune capoluogo - segnala l'assessore Anna Rita Lemma - la difficoltà che si sta incontrando è legata al fatto che ci siano più circoli didattici, e spesso anche grossi, e meno scuole medie. Questione questa più “sentita” in quartieri come Italia Montegranaro e Solito Corvisea.
      Dalle scuole dell'obbligo alle scuole superiori. C'è bisogno di capire - e qui le linee guida dovranno indicarlo chiaramente - se il vincolo dei mille alunni riguarda anche quest'ordine di scuola. In tal caso, la realtà jonica avrebbe più di qualche gatta da pelare. Di certo, tuttavia, non si potrà scendere al di sotto di 500 alunni.
      Sul tappeto, poi, anche l'organizzazione (eventuale) dei Cpa (centri di educazione per gli adulti), anche se a tal proposito sembra prevalere l'idea di far slittare la loro istituzione al 2013. C'è ancora il capitolo degli Its, i tecnici superiori che dovranno nascere d'intesa con le università e le realtà imprenditoriali locali. A tal proposito a Taranto, sembrerebbe prevalere - ed in tal senso si starebbe lavorando - su un indirizzo legato alla logistica integrata.
      Infine, le linee guida attese dovranno fissare lo scadenzario delle varie operazioni, vale a dire - nell'ordine - le decisioni nei consigli di circolo e di istituto, nei Comuni, presso la Provincia, il parere dell'Ufficio scolastico regionale e la scelta finale che compete come al solito alla Regione.



      LA PROTESTA: LA RIUNIONE DEGLI STUDENTI È PREVISTA ALE 10 NELL'AULA C DELL'EX CONVENTO SAN FRANCESCO IN VIA DUOMO, NELLA CITTÀ VECCHIA
      Universitari, oggi l'assemblea
      L'associazione “Link” denuncia: mancano i fondi per assicurare il diritto allo studio

      Assemblea studentesca del Link stamane alle 10 presso l'aula C dell'ex Convento San Francesco in via Duomo. “Dobbiamo mobilitarci - dicono gli studenti -. Proponiamo alle realtà studentesche universitarie che oggi, il 7 Ottobre, data studentesca di mobilitazione nelle scuole, diventi una giornata di mobilitazione anche nelle Università “. Gli studenti ce l'hanno contro la mancanza di fondi per il diritto allo studio, i tagli agli assegni di ricerca e all'offerta formativa, il blocco del turn over, gli alti costi della mobilità locale, nazionale e transnazionale che creano una linea di demarcazione forte tra chi può accedere al sapere e chi no. “Abbiamo contato tutti i miliardi di euro di tagli a scuola e università che non sono solo una misura economica del Governo ma un preciso progetto politico di creare un sistema di esclusione sociale”, affermano.
      Poi incalzano: “L'edilizia scolastica e universitaria è decadente e non c'è nessun finanziamento sulla messa in sicurezza dei luoghi della formazione nelle ultime finanziarie del Governo. Scendiamo in piazza per chiedere scuole e università più sicure “. Ed ancora: “Il taglio alle risorse, le classi pollaio, una valutazione fatta di crediti, sentenze e numeri diventano uno scoglio reale per chi studia, per chi insegna e ricerca. Ci parlano di merito e di qualità mentre la didattica è indietro di 30 anni, svuotata di senso e sempre meno adatta e meno all'altezza della società in cui viviamo. Chiediamo un ripensamento reale e partecipato della didattica nelle scuole e nelle università”.
      Contestando, quindi, l'attacco all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori e la distruzione di ogni forma di welfare in Italia, rinnegano quel “futuro di precarietà” che sentono loro destinato. “Dovranno fare i conti con noi. I loro guadagni non valgono le nostre vite”, commentano ulteriormente.
      “A questo ennesimo attacco non possiamo che reagire con una radicale azione di risposta coordinata del mondo della conoscenza - sono le conclusioni -. L'ingiustizia che pesa sulla nostra generazione non può più essere tollerata. Dal mondo della conoscenza nasca la ribellione, contro ogni ignoranza, contro ogni sottomissione”.

      articoli di Maria Rosaria Gigante
      pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 7 Ottobre 2011

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        #63
        Riferimento: Rassegna Stampa 2011

        GIOVANI MOBILITATI: LINK UDU EVIDENZIA COME LA NUOVA SEDE DI GIURISPRUDENZA IN CITTÀ VECCHIA ABBIA BISOGNO DI COMPLETAMENTI
        “Il diritto all'istruzione rischia di sparire”
        Sulla Rotonda la protesta degli studenti medi, alla Rossarol quella degli universitari

        Ieri mattina sit-in degli studenti sulla Rotonda del Lungomare: erano presenti circa 500 studenti dei licei tarantini. È stata un'organizzazione veloce perché è da poco che è costituita anche a Taranto la sezione dell'Uds (Unione degli studenti) che è organizzazione nazionale. Più che parlare di rivendicazioni, questi studenti hanno lanciato una campagna informativa su temi essenziali come la didattica, la formazione e la crisi finanziaria. A ciascuna scuola era affidato un tema e gli studenti si sono divisi a seconda dei loro interessi. Alla fine gli studenti si sono detti soddisfatti per la riuscita della manifestazione.
        Gli universitari, invece, hanno solo tenuto l'assemblea nella sede di Giurisprudenza nell'ex caserma Rossarol nella Città vecchia. Due lunghi striscioni calati uno all'interno del chiostro e l'altro all'esterno della sede su via Duomo. Così era visibile all'esterno la protesta degli universitari. Il primo striscione riportava la frase “Uniti per il cambiamento globale”, l'altro, invece, “Nell'ignoranza la sottomissione, nella conoscenza la ribellione”.
        Remo Pezzuto, portavoce di Link Udu, dichiara che con quest'assemblea sono stati messi al centro dell'attenzione “i tagli all'Università e alla ricerca pubblica, la decurtazione del fondo del 94% del diritto allo studio e la mancanza di futuro per tanti studenti che non trovano posto di lavoro dopo la laurea e rimangono disoccupati. Tutti temi nazionali che però trovano un facile riscontro nel territorio tarantino. Nonostante il trasferimento delle tre facoltà all'interno della nuova sede (la Rossarol appunto - ndr), la condizione degli ospiti della struttura è del tutto precaria”.
        Diverse per Link Udu sono le carenze: “mancanza di laboratori e spazi per studenti e docenti, servizi che invitino gli studenti ad utilizzare la bicicletta per raggiungere la facoltà, linea telefonica. Purtroppo la mancanza di laboratori e biblioteche fornite è un problema che noi studenti affrontiamo spesso, ma che ancora all'interno del Polo Jonico non ha trovato soluzione”. Denunciato infine che “tanti studenti quest'anno non percepiranno la borsa di studio”.

        articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 8 Ottobre 2011

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          #64
          Istituti con 1000 alunni 30 scuole sono in bilico

          Istituti con 1000 alunni 30 scuole sono in bilico
          Tante le realtà che perderebbero l'autonomia
          L'assessore regionale Sasso: ci opponiamo

          Accorpamenti di scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado in istituti comprensivi di almeno mille studenti. Lo ha imposto l'articolo 19 della manovra correttiva di luglio per ridurre la spesa di gestione delle strutture scolastiche. Ma sarà difficile costituire scuole uniche con mille alunni soprattutto nei piccoli comuni, a meno di mettere insieme più scuole di più comuni e perdere il dirigente almeno da una parte. La Regione, però, dice no e si oppone.
          “Con questo provvedimento, il governo entra a gamba tesa nelle competenze della Regione”. A denunciarlo ieri l'assessore regionale al Diritto allo Studio, Alba Sasso, presente all'incontro con gli assessori provinciale alla Pubblica istruzione, Francesco Massaro, e comunale, Anna Rita Lemma, il vicedirettore regionale dell'ufficio scolastico regionale, Ruggero Francavilla, e il vice-dirigente dell'ufficio scolastico provinciale, Angelo Scialpi (presenti anche gli assessori comunali dei centri jonici). L'incontro è stato convocato dalla Provincia alla vigilia della stesura del piano della rete scolastica per il prossimo anno scolastico. L'obiettivo è stato quello di fare il punto sulle novità in ambito normativo che in qualche modo interessano il mondo della scuola e, quindi, di riflesso la programmazione scolastica degli enti locali. Competenti, questi ultimi, per le scuole dell'obbligo (i Comuni) e superiori (la Provincia). Di fatto è stato un incontro interlocutorio in cui sono stati ribaditi vari temi sul tappeto. Si resta in attesa delle linee guida che regoleranno la razionalizzazione per il prossimo anno, ma lunedì l'assessore Sasso sarà a Roma per raccogliere le indicazioni necessarie alla stesura di tali linee guida. Quanto ai tempi, invece, dovrebbe essere rispettata quella degli anni precedenti per cui le prossime saranno settimane cruciali per poter arrivare a fine anno all'approvazione definitiva del piano da parte della Regione.
          Cosa potrebbe produrre l'accorpamento in istituti comprensivi di scuole della fascia dell'obbligo? Per la provincia jonica si fa una proiezione di circa una trentina di scuole che sparirebbero come realtà autonome. In questa proiezione non ci sono soltanto le scuole aggregate in comprensivi ma anche scuole superiori che sono al di sotto del numero minimo di studenti.
          La difficoltà ad arrivare ad istituti comprensivi con mille alunni non riguarda, inoltre, solo i piccoli comuni della provincia. Anche a Taranto, infatti, ci sono problemi considerando che in alcuni quartieri - in particolare Italia-Montegranaro e Solito-Corvisea - con una maggiore presenza di scuole primarie rispetto alle scuole di ordine superiore.
          Inoltre, c'è bisogno di capire se il vincolo dei mille alunni riguarda anche le scuole superiori perché, in tal caso, la situazione sarebbe ancora più problematica. Di certo, tuttavia, nelle scuole superiori non si potrà scendere al di sotto di 500 alunni.
          Rimane, infine, completamente tutta ancora da affrontare l'organizzazione dei Cpa (Centri di educazione per gli adulti). Ci sarebbe, tuttavia, l'ipotesi di far slittare la loro istituzione al 2013. C'è ancora il capitolo degli istituti tecnici superiori che dovranno nascere d'intesa con le Università e le realtà imprenditoriali locali. A tal proposito a Taranto sembrerebbe prevalere ed in tal senso si starebbe lavorando un indirizzo legato alla logistica integrata.

          articolo di Maria Rosaria Gigante
          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 8 Ottobre 2011

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            #65
            Riferimento: Rassegna Stampa 2011

            UNIVERSITÀ: I NUOVI TERMINI VANNO DALL'11 AL 21 OTTOBRE PROSSIMI. ECCO COSA BISOGNA FARE
            Al Politecnico posti liberi riaperta l’immatricolazione

            C'è disponibilità di posti al primo anno dei corsi di laurea attivati presso le sedi a Taranto, Bari e Foggia del Politecnico di Bari. E dunque a decorrere dal 11 ottobre e sino al 21 ottobre prossimo sono riaperti i termini per l'immatricolazione ai corsi di laurea delle classi L7 (Ingegneria civile, ambiente e territorio), L8 (Meccanica), L9 (Elettronica e telecomunicazioni). Sono tre corsi di laurea presenti anche a Taranto. Posti disponibili anche a L23 (Ingegneria edile presente però solo a Bari).
            L'accesso sarà consentito dopo il superamento di una nuova prova che si terrà entro il 5 novembre a Bari. Gli interessati dovranno consegnare, entro e non oltre il 21 ottobre presso la segreteria studenti del Politecnico (a Bari in via Amendola 126/B, orari di apertura dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30) un apposito modulo di domanda debitamente compilato e ricevuta del versamento di 30 euro sul conto corrente postale 9704 con causale “Iscrizione prova concorsuale”. L'accesso alla nuova prova sarà consentita solo a coloro che non abbiano presentato domanda di partecipazione alla selezione del 6 settembre scorso. L'iscrizione alla prova richiede indicazione vincolante del corso di laurea per il quale si intende concorrere; l'accesso sarà garantito in ragione della graduatoria finale. In attesa di espletare la nuova procedura concorsuale, coloro che avranno formalizzato la richiesta di immatricolazione, avranno diritto, con lo status temporaneo di uditori, a frequentare le lezioni.
            I posti che complessivamente il Politecnico ha attivato quest'anno nelle tre sedi di Taranto, Bari e Foggia sono 180 ad Elettronica (Bari e Taranto), 450 ad Ingegneria dell'Ambiente e territorio (3 sedi), 180 ad Elettronica (Bari e Taranto). Impossibile definire al momento quanti sono realmente i posti disponibili a Taranto, ma maggiori probabilità - viene indicato - ci sono ad Elettronica ed Ambiente e territorio piuttosto che a Meccanica.

            articolo di Maria Rosaria Gigante
            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 8 Ottobre 2011

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              #66
              Firmato l'accordo di programma: in 15 scommettono sull'Università

              In 15 scommettono sull'Università
              Accanto a Comune e Provincia coinvolte altre realtà. Così si sopperisce ai tagli

              Arriva con un anno di ritardo, ma raccoglie intorno a sé 15 partner, l'ultimo accordo di programma tra Università di Bari e gli enti territoriali, denominato “Patto per le azioni di sostegno e sviluppo del Polo universitario jonico”, siglato ieri nella splendida cornice dell'ex convento San Francesco, in Città vecchia. A firmare ieri il documento, insieme al rettore dell'Università di Bari, Corrado Petrocelli, i responsabili di una vasta platea di istituzioni-partner, vale a dire il Comune di Taranto, la Provincia di Taranto, il Consorzio universitario jonico, la Camera di Commercio, la Scuola Sottufficiali della Marina Militare, l'Asl, l'Arpa Puglia, la Comunità delle Università Mediterranee, il consorzio Asi, la Confindustria, il Circeos, l'Autorità portuale, la Questura di Taranto e la Fondazione S. Raffaele del Mediterraneo.
              L'accordo sancisce una serie di impegni che ogni ente ed istituzione si accinge ad assicurare al polo jonico per un triennio, quindi fino al 2013. Si tratta, in ordine di tempo, del quinto accordo stipulato tra Università ed enti locali. Il primo risale al 19 novembre del 1999. I successivi furono siglati nel 2002, nel 2006, nel 2008, infine nel gennaio 2011 una preintesa all'accordo sottoscritto ieri per un nuovo triennio.
              I tempi difficili, contrassegnati da una crisi economica generale e dai conseguenti tagli che stanno comportando pesanti sacrifici alle Università ed agli enti locali, costringono spesso a fare di necessità virtù, chiamando a raccolta le sinergie di tutti. E mantenere gli impegni assunti in questi anni non sempre è stato facile, né sempre possibile. Il rettore Petrocelli non può non fare accenno al disavanzo di 52 milioni del bilancio del proprio Ateneo di qualche anno fa. Ma il percorso virtuoso intrapreso ha consentito in pochi anni di scendere agli attuali 19 milioni di disavanzo ed all'obiettivo di arrivare presto al pareggio di bilancio. A compromettere il tutto anche i tagli nell'erogazione dei fondi ministeriali. “Senza quei tagli - dice Petrocelli - oggi avremmo 10 milioni di avanzo di bilancio”.
              Tutto questo, comunque, per dire che l'Ateneo barese non ha voluto perdere di vista la qualità della propria offerta formativa. Un impegno che ha ripagato se il rettore Petrocelli appare più che soddisfatto della classifica stilata dal “Times” secondo cui l'Ateneo barese è al 353mo posto nel mondo, alla 13ma posizione in Italia. Un successo lusinghiero che sembrerebbe far giustizia di graduatorie nostrane ben più impietose, a volte basate su criteri - come la funzionalità del sito web - che poco o nulla hanno a che fare con la qualità della didattica.
              Ma, soprattutto e nonostante le difficoltà - sostiene Petrocelli -, l'Ateneo barese ha sempre voluto avere una forte apertura di credito nei confronti della realtà jonica presso la quale intende essere punto di riferimento. Gli scambi con gli enti locali sono, però, reciproci. Secondo il nuovo Statuto dell'Ateneo barese, tra le dieci rappresentanze dei dipartimenti che dovranno essere presenti nel cda dell'Università una sarà quella del dipartimento economico-giuridico di Taranto. Non potrà, invece, essere presente come pure si era auspicato in passato, una rappresentanza degli enti locali. Nel cda - evidenzia il rettore - c'è spazio per due esterni. “Ci sarà il relativo bando, auspico la presenza di persone di qualità”. Petrocelli spera anche di portare presto il Cus a Taranto e che si sblocchi il finanziamento per la realizzazione dello Student Center nella sede di via Acton (appena dismessa da Giurisprudenza).



              TRA ATENEO E POLITECNICO L'ENTE STANZIAVA PRIMA UN MILIONE E MEZZO L'ANNO
              Da 900mila a 500mila euro la Provincia taglia i fondi
              Il sindaco: sacrifici, ma il polo va consolidato

              L'impegno c'è sempre, ma le risorse economiche sono ridotte. A dover fare i conti in tasca con le riduzioni delle rimesse finanziarie e a dover limitare i propri sforzi è in primo luogo ed in maniera consistente l'amministrazione provinciale. Nel nuovo accordo di programma, infatti, la Provincia s'impegna a destinare all'Università di Bari 500 mila euro all'anno. In passato aveva destinato 900 mila euro annui. Il presidente della Provincia, Gianni Florido, accenna in premessa che, a causa delle progressive riduzioni delle risorse, per compensare quelle perdite, la Provincia dovrebbe ricorrere a ulteriori tasse aumentando le Rc auto. Ma la realtà economica locale esporrebbe l'ente a rischi troppo grossi. Da qui il taglio delle risorse all'Università ed al Politecnico. Infatti, tra l'una e l'altro, in passato l'amministrazione stanziava 1 milione e 500 mila euro annui per un totale di 4 milioni e mezzo in tre anni. Troppo. Ora non è più possibile.
              La razionalizzazione delle risorse non è disgiunta da richieste precise: il consolidamento di ciò che funziona e l'istituzione di lauree magistrali per almeno un paio di corsi di laurea, come Scienze Marittime e ambientali, nonché per Scienze archeologiche (anche per recuperare la perdita di Lettere). Replica a tal proposito Petrocelli, anticipando quella che potrebbe essere una novità futura: “Alcuni corsi di laurea potrebbero tornare ad essere a ciclo unico. Il 3+2 a volte si è dimostrato catastrofico”. Ed accenna pure che la richiesta sarà in primo luogo rivolta alla facoltà di Lettere.
              I sacrifici fatti, nonostante il dissesto, pur di assicurarsi e contribuire al consolidamento della presenza universitaria a Taranto sono anche il leit-motif del sindaco di Taranto, Ezio Stefàno. Ma quei 5 mila studenti tarantini laureati ogni anno al Nord e che non tornano più qui sono per tutti un fardello pesante da sopportare, oltre ai sacrifici delle famiglie stesse. Da qui la convinzione che fosse giusto e corretto impegnarsi a fornire risorse e strutture all'Università. Ora, presto, insieme all'impegno di Provincia e Marina Militare, potrà esserci un nuovo fiore all'occhiello. “Tra qualche mese - annuncia Stefàno - verrà realizzato il Centro sportivo di via Cugini”.
              L'adesione convinta ad un'azione sinergica per lo sviluppo del polo jonico viene, inoltre, confermata dai rappresentanti di ciascun ente firmatario dell'accordo di programma. Vi si aggiunge anche il prefetto di Taranto, Carmela Pagano, che annuncia che presto saranno avanzate proposte concrete al mondo universitario.
              Infine, sembra giungere come la classica ciliegina sulla torta, la promessa che, sia pure in ritardo, ma Taranto avrà la sua “Notte dei ricercatori”. La realtà jonica non era rientrata nella programmazione delle settimane passate, ma ora si corre ai ripari. L'appuntamento, d'intesa tra Università e Politecnico, è per il prossimo 15 novembre. Ad annunciarlo è il delegato del polo jonico, nonché direttore scientifico del Circeos (Centro interuniversitario per la ricerca e la cooperazione con l'Europa orientale e sudorientale), Giovanni Dotoli. [M.R.Gigante]


              COSA PREVEDE L'INTESA: MARINA E ASL CONTINUERANNO A FORNIRE STRUTTURE, PERSONALE E SERVIZI
              Ecco gli impegni assunti per tre anni
              Arpa e Autorità portuale tra le new entry

              Consolidare e potenziare l'offerta formativa dei corsi di laurea triennali e delle lauree specialistiche, sostenere le azioni del Dipartimento jonico in Sistemi giuridici e economici del Mediterraneo, finanziare dottorati e assegni di ricerca, migliorare i servizi a favore degli studenti, sostenere un'offerta formativa innovativa con particolare riguardo alle discipline umanistiche e dell'area medico-sanitaria, raccordate in Scuole (denominabili Scienze umane e Medicina e Scienze della salute). Ed ancora: consolidare il corso di laurea in Tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, sostenere il Centro di educazione ed esperienza ambientali riconosciuto dal ministero dell'Ambiente.
              Sono alcuni degli impegni che l'Università di Bari ha assunto per il prossimo triennio firmando l'accordo di ieri. A fronte di ciò, ci sono anche gli impegni degli enti locali ma anche - della Marina Militare e dell'Asl - che hanno erogato strutture, servizi, personale e continueranno a farlo. Per le new-entry (come Arpa, Autorità portuale), uno degli impegni è finalizzato a consentire anche i tirocini formativi agli studenti. In tema di risorse destinate al sostegno delle attività didattiche, di ricerca e gestionali, invece, accanto alla drastica riduzione di risorse messe in campo dalla Provincia, ci sono garanzie da altri. L'amministrazione comunale fissa per il primo anno l'erogazione di 100 mila euro, il Cuj nelle more di una nuova configurazione giuridica altri 180 mila euro. A sua volta la Camera di Commercio (oltre ai 62 mila euro consistenti nella concessione gratuita dei locali della Cittadella delle Imprese in uso all'Istituto per la Storia e l'Archeologia della Magna Grecia), erogherà altri 20 mila euro annui. Altre risorse, non ancora quantificate, sono promesse dall'Asi e dalla Confindustria.
              Tra le novità il concomitante impegno di Asl e Fondazione S. Raffaele del Mediterraneo a spianare la strada all'ampliamento dell'offerta formativa in campo sanitario e soprattutto ad un corso di laurea in Medicina (previsti 60 posti, possibilmente anche in lingua inglese presso il nuovo ospedale). A tal fine, l'Asl - che pure chiede all'Università più corsi delle professioni sanitarie - si è impegnata a procedere con la clinicizzazione dei posti letto necessari in coerenza col piano regionale della salute. La Fondazione San Raffaele del Mediterraneo ipotizza, inoltre, attività di alta formazione tra cui una scuola internazionale di specializzazione medica in Igiene e management sanitario, nonché corsi di formazione executive per il top management delle aziende sanitarie meridionali, del Mediterraneo e dei Balcani.

              articoli di Maria Rosaria Gigante
              pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 22 Ottobre 2011

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                #67
                Via le tre facoltà, al loro posto arriva il nuovo Dipartimento

                Via le tre facoltà, al loro posto arriva il nuovo Dipartimento
                Scompaiono Giurisprudenza, Economia e Scienza e nasce la struttura economica-giuridica.
                Uricchio: bene per Taranto

                Taranto perderà le sue tre facoltà universitarie di Giurisprudenza, Economia e Scienze, ma avrà il suo Dipartimento economico-giuridico il cui direttore sarà membro di diritto del Senato accademico dell'Ateneo barese. Per certi versi una sconfitta per il vecchio sogno di avere facoltà autonome a Taranto quale passaggio preliminare - così si riteneva in passato - verso l'autonomia del polo jonico. Per altri versi, invece, un riconoscimento ufficiale e diretto di Taranto quale sede decentrata dell'Ateneo di Bari.
                È l'importante novità contenuta nello Statuto dell'Università di Bari appena approvato in Senato accademico e nel cda dello stesso Ateneo in applicazione della riforma del sistema universitario voluto dal ministro Gelmini.
                Ad illustrare il riconoscimento che dal nuovo Statuto deriva a Taranto è il preside della seconda facoltà di Giurisprudenza a Taranto, Antonio Uricchio. “Il riconoscimento, introdotto all'articolo 11 del nuovo Statuto del nostro Ateneo, dell'esistenza del polo jonico quale sede decentrata è una questione di grande importanza - dice Uricchio -. Significa che per sopprimere la sede jonica, occorre modificare lo Statuto. È la logica conseguenza dell'accordo sottoscritto qualche giorno addietro qui a Taranto con 15 partner istituzionali. Ora, però, il tutto è anche inserito in una norma di rango superiore”.
                Il direttore del Dipartimento jonico - al momento il prof. Mastroberti - sarà, dunque, membro di diritto del Senato accademico. Non sarà così per i direttori degli altri 10 dipartimenti istituiti dall'Ateneo barese, presenti invece con una loro rappresentanza nell'organo di governo centrale. Diverso il discorso relativo alla presenza di un rappresentante locale nel cda, aperto a cariche elettive. Ed, infatti, intervenendo a Taranto alla cerimonia della firma del nuovo accordo di programma, il rettore dell'Uniersità , Corrado Petrocelli, aveva proprio insistito su questo: “Nel cda c'è spazio per due esterni. Ci sarà il relativo bando. Auspico la presenza di persone di qualità”.
                Un ulteriore novità riguardo il Dipartimento jonico - ubicato al momento presso la nuova sede della facoltà di Giurisprudenza presso l'ex convento di San Francesco in Città Vvcchia - è legata ad una sorta di deroga che questo ha ottenuto nel numero di docenti relativi alla sede jonica. Saranno, infatti, sufficienti 40 docenti, mentre per gli altri dipartimenti i docenti dovranno essere 50. La deroga sul numero di adesioni dovrebbe quindi consentire al Dipartimento jonico di non avere problemi considerato che, nelle settimane passate, proprio tale questione numerica aveva creato qualche apprensione per il mantenimento di una struttura più forte a Taranto. Tanto da spingere il Comitato per la qualità della vita a rivolgere un quesito al ministero, se sia cioè naturale l'adesione al polo jonico di quei docenti risultati vincitori di concorso per posti banditi in passato a Taranto.
                Cosa ne sarà degli altri corsi di laurea presenti a Taranto (dai corsi di Scienze ambientali ai corsi della facoltà di Scienze dell'educazione per finire a Scienze infermieristiche) non legati alle due facoltà di Giurisprudenza e Economia che confluiscono nel Dipartimento economico-giuridico? Il loro destino non sembrerebbe al momento ancora ben definito, ma è abbastanza probabile che confluiscano negli altri dipartimenti relativi alla tipologia di offerta formativa erogata ed esistenti a Bari. “Gli assetti futuri sono da decifrare - dice Uricchio -. Una volta entrato in vigore lo Statuto, dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, si presume dunque verso febbraio 2012, si dovrà mettere mano al riordino dei Dipartimenti. Quella attuale è, dunque, una fase transitoria”. Discorsi, quindi, da dover al momento rinviare.

                articolo di Maria Rosaria Gigante
                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 28 Ottobre 2011

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                  #68
                  Studio & Business

                  L' Università di Bari è una realtà da 509 milioni di euro

                  I più inclini all'analisi economica la definiscono come la più grande azienda cittadina. Forse i letterati ed i giuristi non apprezzeranno, ma sta di fatto che tra la popolazione studentesca, oltre cinquantanovemila iscritti ed il personale, altre tremila e trecento anime di docenti e tecnici amministrativi, l'Università di Bari rappresenta una realtà da 509 milioni di euro.
                  Sono questi i numeri del bilancio previsionale del 2011 e dentro ci sono tutte le entrate, essenzialmente i finanziamenti dello Stato e le tasse studentesche e, tra i costi, una lunga serie di appalti, dalle pulizie alla vigilanza.
                  Soprattutto, ci sono gli stipendi dei lavoratori universitari, che assorbono quasi tutto il budget trasferito dal Governo, pari a 189 milioni di euro quest'anno, senza contare l'indotto degli alloggi per i fuorisede, i trasporti e tutte le attività commerciali, dalle librerie specializzate alle fotocopisterie, che ruotano intorno all'Ateneo ed alle sue sedi periferiche.
                  Il solo patrimonio edilizio, del quale fanno parte dieci sedi universitarie a Bari e dintorni (la facoltà di Veterinaria, per esempio è a Valenzano), è stato stimato in quasi 257 milioni di euro, compresi 9 edifici in uso a Taranto e altri 2 a Brindisi, dove hanno sede, rispettivamente, tre facoltà autonome ed alcuni corsi di laurea decentrati. Ovvero le due sedi distaccate.
                  Attualmente, l'Università ha da poco aperto l'ex Palazzo delle Poste in via Nicolai, di cui è proprietaria, dopo un restauro costato 2 milioni e 400mila euro, per realizzarvi un centro polifunzionale per studenti, la nuova sede di una serie di uffici ed una porzione della facoltà di Scienze della formazione, attualmente ubicata nel palazzo Ateneo ed in procinto di essere trasferita, per la maggior parte, in un altro pezzo del tesoro accademico: il palazzo ex Enel in via Crisanzio.
                  Anche in quest'ultimo edificio, tra l'altro, l'Università è intervenuta con una ristrutturazione del valore di altri 11 milioni e 240 mila euro, affidata con una gara molto combattuta ad un'associazione temporanea di imprese locali.
                  Nel frattempo, sono stati messi in vendita la ex Manifattura dei tabacchi, nel quartiere Libertà, al prezzo di 23 milioni di euro ed un palazzo in via Giulio Petroni, per altri 7 milioni, dove aveva sede la ex Ssis, scuola per la formazione degli insegnanti della scuola media e superiore.
                  Sul piano degli investimenti, invece, l'Università ha recentemente ottenuto un finanziamento di 80 milioni di euro, provenienti dal piano per il Sud del Governo nazionale, da dividere in parti uguali con il Politecnico per acquistare da un privato una residenza per studenti di nuova costruzione, con servizi vari, realizzata nella zona di Mungivacca ed in grado di ospitare 750 studenti.
                  L'insufficienza degli alloggi pubblici per i fuorisede, infatti, è un problema che ha prodotto, negli ultimi anni, un nuovo mercato in cui si stanno cimentando investitori pubblici e privati per cercare di intercettare buona parte, quantomeno, della massa di studenti che per alloggiare in città affittano posti letto in appartamenti privati .
                  Tra l'Università e il Politecnico, infatti, si stima che a Bari siano presenti oltre ventimila studenti fuorisede ed il Sunia, sindacato nazionale inquilini ed assegnatari, ci sarebbero 5.000 appartamenti locati ad universitari, abitati in media ognuno da 3,5 studenti, al costo di circa 180 euro a posto letto. Un mercato parallelo e, per gran parte illegale, visto che tra i proprietari di appartamenti è molto diffusa la pratica dell'affitto in nero.
                  In questo contesto si inseriscono, a proposito di indotto universitario, il nuovo Campus X, costruito in via Amendola con capitali Inpdap, l'ente previdenziale per i dipendenti della pubblica amministrazione, con 300 stanze a partire da 280 euro a posto letto e la nuova struttura in costruzione, a Mungivacca, di proprietà dell'Istituto autonomo per le case popolari, che ha fruttato un ulteriore appalto di 7 milioni di euro. Se questa non è una grande azienda.



                  Libri, fotocopie e alloggi un enorme giro d'affari
                  L'indotto economico degli studenti fuori sede

                  C'è una grossa voce, tra le entrate del bilancio dell'Ateneo, che riguarda le tasse ed i contributi degli studenti. Una posta che lo scorso anno ha portato nelle casse universitarie quasi 38 milioni di euro, e nella quale sono ricomprese le rette per i vari corsi di laurea, le scuole di specializzazione, i master ed i dottorati di ricerca. In percentuale, questo flusso di denaro vale il 9% di tutti gli incassi realizzati nel 2010 dall'Università e che serve a finanziare, anche se solo in parte, i servizi ed il welfare studentesco.
                  Vista dalla parte degli studenti, uno degli impieghi che sta più a cuore ai ragazzi è lo stanziamento per i contratti di lavoro part time, una borsa di 930 euro procapite per 150 ore di servizio, da svolgere all'interno degli uffici accademici, a seconda delle esigenze dell'amministrazione, che lo scorso anno ammontava a 450mila euro per complessivi 480 contrati circa. Al part time si accede partecipando ad un bando annuale di concorso e la graduatoria degli idonei viene stilata tenendo in considerazione il reddito familiare e il rendimento personale negli studi.
                  Per gli studenti più bisognosi, questo contributo è utile per mantenersi agli studi, senza gravare sulle famiglie, soprattutto in tempi di crisi. Un'altra opportunità lavorativa è quella offerta dal servizio civile nazionale, nell'ambito del quale l'Università è sede accreditata ed è risultata, anche quest'anno, vincitrice di un finanziamento sulla base di una serie di progetti presentati a livello nazionale ed internazionale.
                  A disposizione ci sono 47 posti, di cui 12 all'estero, retribuiti con 430 euro al mese, per svolgere compiti di utilità sociale e di promozione culturale, della durata di un anno. Anche quest'anno le linee d'azione sono due: i progetti locali, approvati dalla Regione Puglia e quelli internazionali, frutto di accordi di collaborazione dell'Università con istituzioni straniere, per i quali c'è il via libera dell'ufficio nazionale della Protezione civile. Complessivamente, l'Università partecipa con 5 progetti, tre dei quali da svolgersi a Bari e due all'estero.
                  Inoltre, ci sono le borse di studio per gli studenti idonei, ma non vincitori dei contributi dell'Adisu - agenzia regionale per il diritto allo studio, per il perfezionamento all'estero, le scuole di specializzazione, per i dottorati di ricerca e per i viaggi studio all'estero. Un altro aspetto importante delle attività accademiche, viste dalla parte degli studenti, è infatti il programma Erasmus, per la mobilità dei giovani all'interno dell'Unione europea.
                  In occasione del Welcome days, una manifestazione organizzata di recente in Ateneo per accogliere i nuovi arrivi dall'estero, sono stati contati 340 nuovi arrivi per quest'ano, in città, tra spagnoli, greci ed una serie di altre nazionalità, a cui si aggiungeranno, secondo le stime degli uffici competenti, un altro centinaio entro la fine del 2012. I movimenti di studenti legati all'Erasmus generano, a loro volta, un indotto economico per la ricerca degli alloggi (un posto letto si fitta mediamente a 200 euro al mese e il soggiorno può durare fino ad un anno), non avendo l'Università strutture dedicate a disposizione.
                  Non a caso, alcune agenzie immobiliari hanno fiutato l'affare. Ovviamente, la posta in gioco è minima se si confronta con il mercato, ben più esteso e redditizio, degli appartamenti affittati (quasi tutti in nero) agli studenti fuorisede, ma ci sono tutti i presupposti perché il business possa crescere nel tempo. Ma a ben guardare, il settore più redditizio, all'interno del vasto indotto economico generato dall'Ateneo, è quello dei libri di testo, o meglio delle fotocopie.
                  Un giro d'affari impressionante, quest'ultimo, che più volte è finito sotto indagine da parte della guardia di finanza, così come sono sotto osservazione le dichiarazioni dei redditi degli studenti, grazie ad una convenzione stipulata dall'Università con le fiamme gialle per verificare l'esattezza delle certificazioni.

                  articoli di Luca Barile
                  pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 30 Ottobre 2011

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                    #69
                    Fotovoltaico su 30 scuole: finanziamento di 8 milioni

                    Fotovoltaico su 30 scuole: finanziamento di 8 milioni
                    La Provincia punta sulle fonti alternative. Co2 ridotta di 55 milioni di chili

                    Il sole è impotente davanti alla fabbrica di nuvole malate, ma può creare energia pulita. E ridurre le emissioni nocive con l'utilizzo di impianti fotovoltaici realizzati con materiali ad impatto zero come il silicio, il rame, il ferro e l'alluminio. Grazie a un finanziamento di 8 milioni di euro, la Provincia di Taranto ha dato il via al progetto di solarizzazione di 28 scuole superiori e due sedi universitarie. Si tratta del più importante investimento nelle energie rinnovabili realizzato al Sud Italia da un ente locale con 10 milioni di euro di risparmio in bolletta in venti anni e minori emissioni di anidride carbonica pari a 55 milioni di chilogrammi. Il progetto, che prevede la realizzazione di lastrici per una potenza complessiva che ammonta a circa 4 megawatt, è stato presentato nel corso di una conferenza stampa dal presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, dall'amministratore della Svicat Energy, l'azienda emiliana che si è aggiudicata l'appalto, Christian Tosi, e dall'amministratore delegato della Solar Green Technology, la società che si occuperà della gestione degli impianti, Angelo Prete.
                    A partire dai prossimi giorni saranno aperti 30 cantieri per la realizzazione delle opere preliminari e l'installazione degli impianti, che sarà ultimata entro la primavera del 2012. I lastrici saranno installati sui tetti delle scuole Righi (centrale e succursale), Cabrini, Vittorino da Feltre, Archimede, Liside, Battaglini, Pacinotti, Quinto Ennio, Pertini-Fermi e Ferraris di Taranto, Da Vinci (centrale e succursale), Majorana e Tito Livio di Martina Franca, De Ruggieri e Mondelli di Massafra, Einaudi e Galilei di Manduria, Vico di Laterza, Lentini ed Einstein di Mottola, Flacco (centrale e succursale) di Castellaneta, Mediterraneo di Maruggio e Falcone di Sava. Le Università interessate sono la Facoltà di Scienze della Formazione e la Facoltà di Scienze Matematiche, fisiche e naturali.
                    “Noi crediamo nel buon ambiente” ha sottolineato il presidente Florido, affiancato nell'occasione dal suo vice Costanzo Carrieri e dal direttore generale, Domenico Mosca. “Con questa iniziativa diamo un segnale forte ad una città e ad un territorio che a giusta ragione reclamano maggiore attenzione per l'ambiente. Peraltro, installare i pannelli fotovoltaici sulle nostre scuole assume anche un valore simbolico per l'educazione ambientale dei nostri studenti e delle nuove generazioni. Da questo punto di vista, non facciamo altro che continuare con il percorso intrapreso diversi anni fa quando decidemmo di finanziare l'Arpa Puglia per il monitoraggio dei fattori inquinanti”.
                    L'impiego dei pannelli fotovoltaici evita la diffusione di anidride carbonica, comporta l'assenza di qualsiasi tipo di emissione inquinante e consente il risparmio di combustibili fossili.
                    Angelo Prete, amministratore delegato della Solar Green Technology, la società che si occuperà della gestione degli impianti, ha ricordato che “anche nel settore del fotovoltaico maturano significative collaborazioni con le aziende del territorio in cui si opera, soprattutto per gli aspetti legati alla manutenzione. Né va trascurato il fatto che parliamo di prodotti realizzati con materiali ad impatto zero”.
                    “I primi impianti - ha annunciato Christian Tosi, amministratore della Svicat Energy - inizieranno a funzionare probabilmente già da gennaio del 2012. Si tratta di una sfida stimolante e coraggiosa se si considera l'attuale contesto economico. Tuttavia stiamo parlando - ha aggiunto Tosi - di un settore destinato ad incidere profondamente sulle scelte future”. Così il fotovoltaico produrrà energia pulita, mentre fumi e fiamme continueranno a sbuffare dalla ciminiere.

                    articolo di Giacomo Rizzo
                    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 10 Novembre 2011

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                      #70
                      “Rossarol? Un cantiere aperto”

                      “Rossarol? Un cantiere aperto”

                      “A più di un mese e mezzo dal nostro trasferimento all'interno della tanto attesa nuova sede nell'ex convento San Francesco in città vecchia, dopo aver ormai smaltito il nostro stupore nell'ammirare in tutti questi giorni il prestigio del sito che ci ospita, iniziamo a tirare le somme di quanto si sarebbe dovuto fare prima del nostro trasferimento e che ancora non è stato fatto”. Lo dice Remo Pezzuto, coordinatore del sindacato studentesco Link, il quale evidenzia come ancora oggi l'ex convento San Francesco sia ancora un cantiere a cielo aperto. “Non possiamo rimanere indifferenti - dice Pezzuto - a problematiche come la mancanza della linea telefonica, essenziale tanto agli impiegati per garantire un servizio efficiente, quanto a noi studenti, che in un’epoca dove l'accesso al sapere è perpetrato attraverso internet, ancora oggi non disponiamo di alcuna linea wi-fi. Questo potrebbe sembrare anche un problema secondario, ma se pensiamo che qui non vengono garantiti neanche i normali servizi, come le luci all'interno della sala lettura o nei bagni, oppure un dignitoso impianto audio e video nelle aule, il discorso diventa ancor più problematico. All'interno della struttura non c'è alcun minimo di sicurezza, visto che ancora oggi si necessita di installare le strisce antiscivolo sulle scale (dove per giunta già molti studenti sono state vittime di incidenti, scivolando su di esse). Ulteriore problematica è quella degli estintori, visto che quelli presenti, oltre ad essere in numero limitato e utilizzati principalmente come ferma porte, sono anche scaduti nel 2005. Una delle tante stranezze all'interno della struttura, è l'accensione e spegnimento delle luci nei vari reparti e nei corridoi direttamente dai pannelli dei quadri elettrici, essendo accessibili a tutti coloro che frequentano la struttura, vista anche la mancanza di semplici interruttori a tempo”.

                      articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 11 Novembre 2011

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                        #71
                        “Tra buio, randagi e bus inefficienti noi studenti abbandonati ai Tamburi”

                        LA LETTERA: GLI UNVERSITARI CHE FREQUENTANO I CORSI DELL'AREA SANITARIA SCRIVONO AL SINDACO STEFÀNO E SOLLECITANO INTERVENTI
                        “Tra buio, randagi e bus inefficienti noi studenti abbandonati ai Tamburi”

                        Strade buie, presenza di cani randagi e trasporti urbani inefficienti. Sono i disagi che lamentano gli studenti iscritti alla facoltà di Medicina e Chirurgia a Taranto. Un gruppo di universitari che frequenta la sede universitaria di via Grazia Deledda nel rione Tamburi, dove appunto sono rimasti i corsi di laurea dell'area sanitaria dopo il trasferimento nell'ex caserma Rossarol nella Città vecchia di Scienze della formazione, ha scritto al sindaco, Ezio Stefàno, per segnalare una serie di criticità che creano disagio non solo tra gli studenti, vanificando così gli sforzi compiuti dalle istituzioni per avviare a Taranto le lezioni di Medicina.
                        “ L'attivazione di questo corso di laurea - dicono gli universitari - ha segnato una svolta importante per il quartiere Tamburi e per lo stesso polo universitario anche perché l'edificio, già sede di facoltà, e prima in totale stato di abbandono, fu completamente ristrutturato e consegnato alla città”. Eppure, si registrano ancora diverse carenze: “Purtroppo l'area necessita ancora di interventi di riqualificazione” viste “le condizioni di degrado e abbandono in cui versa”. Di qui la richiesta al sindaco che deve “risolvere i problemi critici che attanagliano gli universitari che frequentano la facoltà di Medicina e chirurgia in via Grazia Deledda”. Secondo gli studenti, “l'assenza di illuminazione per un lungo tratto di percorrenza e l'orario ultimo di fermata dell'autobus presso la facoltà”, sono “collegati tra di loro”.
                        Il buio diventa pericoloso soprattutto a causa di un branco di cani randagi, a quanto pare anche di grossa taglia. “A volte ci circondano - si legge nella lettera a Stefàno - e hanno reazioni del tutto imprevedibili”. Il disagio dei trasporti pubblici è invece per gli studenti collegato ad una “incomprensibile organizzazione su di un aspetto così importante che attiene ai bisogni dei cittadini in materia di trasporto pubblico. Da molto tempo - spiegano gli universitari - dopo le 17 l'Amat non effettua più la fermata dell'autobus e noi studenti che usciamo dalla facoltà mediamente tra le 18 e le 19 dobbiamo percorrere un lungo tratto di strada per raggiungere le altre fermate” e questo in presenza “della mancanza di luce e dei cani randagi”.
                        Per gli studenti un segnale da Palazzo di Città ad una questione che “nulla ha di politico, ma che attiene agli aspetti organizzativi della macchina amministrativa”, consentirebbe al sindaco di “avvicinarsi meglio ai problemi della collettività”.

                        articolo di Pamela Giufré
                        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 22 Novembre 2011

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                          #72
                          “Orari bus? L'Università li ha indicati”

                          LA REPLICA: AMAT AGLI STUDENTI
                          “Orari bus? L'Università li ha indicati”

                          “L'ultima corsa da via Grazia Deledda è alle 17 perché l'Università ci ha comunicato questo orario quando fu attivata la deviazione per consentire agli iscritti alla facoltà del rione Tamburi di raggiungere la sede”. Così Walter Poggi, presidente dell'Amat, risponde agli studenti che hanno scritto al sindaco, Ezio Stefàno, per lamentare l'inefficienza dei trasporti urbani: non ci sono più autobus davanti alla facoltà dopo le 17 del pomeriggio.
                          “Ma non siamo stati noi - dice ora Poggi - a individuare la fascia oraria nella quale l'autobus effettua la deviazione in via Grazia Deledda. Ci è stato riferito che le lezioni terminavano a quest'ora e che quindi dopo le 17 non c'era più necessità dei nostri mezzi, che, ripeto, deviano appositamente per gli studenti di questa facoltà secondo gli accordi presi con l'Università“ .
                          Detto questo, il presidente dell'Amat è pronto a rivedere l'organizzazione: “L'Università ci indichi la fascia oraria nella quale è necessaria la deviazione e noi ci attiveremo in questo senso. Non abbiamo alcun interesse a saltare la fermata in via Grazia Deledda, ma abbiamo invece tutto l'interesse a venire incontro alle esigenze degli studenti”.
                          In buona sostanza, secondo l'interpretazione di Poggi alla luce della lettera degli universitari iscritti a Medicina e chirurgia, deve essersi verificato un “difetto di comunicazione”. In effetti, prima dell'inaugurazione della nuova sede universitaria nell'ex caserma Rossarol, in Città vecchia, in via Grazia Deledda c'erano i corsi di laurea in Scienze della formazione, Scienze della comunicazione e Scienze e tecnologia della moda. “Evidentemente - conclude il presidente dell'Amat - le lezioni terminavano entro le 17. Ora, però, che i corsi sono cambiati, nessuno ci ha comunicato la necessità di variare l'orario”.

                          articolo di Pamela Giufré
                          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 23 Novembre 2011

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                            #73
                            Cinque scuole in meno nel nuovo piano varato dalla Provincia

                            Cinque scuole in meno nel nuovo piano varato dalla Provincia
                            Nel capoluogo un unico polo di studi economici

                            Un unico polo di studi economici per la città di Taranto. È uno dei nodi sciolti dalla delibera con cui l'amministrazione provinciale ha licenziato ieri - rispettando la scadenza prevista - la sua proposta di piano di dimensionamento per il prossimo anno scolastico. Cinque in totale le soppressioni di altrettante scuole sottodimensionate (con meno di 600 alunni, questo il limite previsto per le scuole di istruzione superiore), ma nascono tre Cpa (scuole destinate alla formazione degli adulti) nei comuni di Taranto (presso l'ex scuola Nitti), a Manduria (presso l'Einaudi) e Castellaneta (presso il Perrone). Rinviata, invece, ad una ulteriore delibera la decisione relativa all'istituzione di un istituto tecnico superiore. La delibera provinciale - come è noto - mette insieme la proposta della Provincia per quel che concerne l'istruzione secondaria superiore con le delibere dei Comuni, competenti, invece, sulle scuole dell'obbligo.
                            Ma veniamo alle novità introdotte dalla Provincia, fermo restando che manca ancora il parere dell'Ufficio scolastico regionale e che sarà poi la Regione a decidere definitivamente. Cosa per la quale ha tempo sino al 31 dicembre. Ed allora, un polo di studi economici: vengono fusi, infatti, i tre istituti tecnici commerciali Pitagora, Bachelet e Pertini. L'istituto per geometri Fermi (finora aggregato al Pertini) passa, invece, all'istituto tecnico Pacinotti.
                            Importante anche la creazione di un polo di istruzione liceale artistica che unisce le competenze distintive e l'esperienza didattica dei due licei, Lisippo di Taranto e Calò di Grottaglie. La succursale di Massafra del liceo artistico Calò viene, invece, accorpato al liceo scientifico De Ruggieri di Massafra, mentre la succursale del liceo artistico Lisippo di Martina è accorpata all'istituto Motolese, sempre di Martina.
                            Gli ulteriori accorpamenti sono quelli dell'Itis (istituto tecnico industriale statale) “Amaldi” di Massafra e dell'Iis (istruzione superiore) Sforza di Palagiano all'Iis Mondelli di Massafra, della succursale di Statte dell'Itis Amaldi all'Itis Majorana di Martina Franca, dell'Ipa di Manduria all'Itcg (tecnico commerciale e per geometri) Einaudi della stessa città, della succursale di Palagianello dell'Iis Sforza all'Iis Perrone di Castellaneta.
                            L'amministrazione provinciale, inoltre, evidenzia l'assessore provinciale alla pubblica istruzione, Francesco Massaro, ha voluto dare un segnale forte nella direzione dell'istruzione tecnico-scientifica, approvando nuovi indirizzi di Scienze applicate in alcune scuole, evitando però quelle situazioni in cui ci sono accorpamenti e soppressioni. Il tutto in attesa di capire come andranno lì le cose. E, quindi, sì a Scienze applicate al liceo De Santis di Manduria, al Lentini-Einstein di Mottola, al liceo Ferraris di Taranto (dove arriva anche il Cinese come terza lingua). Ma ci sono ulteriori nuovi indirizzi ed altrettante novità nel panorama dell'offerta formativa: il liceo scientifico, coreutico e sportivo all'Orazio Flacco di Castellaneta, Arti ausiliarie delle professioni sanitarie odontotecnico al Bellisario di Ginosa, Trasporti e logistica al Mediterraneo di Leporano, Scienze Umane e Scienze umane-economico sociale al Tito Livio-Fermi di Martina, due indirizzi di Chimica Materiali e Biotecnologie, Grafica e Comunicazione all'Einstein di Mottola. Per il liceo artistico Lisippo, ok all'attivazione dell'indirizzo Audiovisivo, Multimedia e Scenografia a Taranto, Scenografia e Design a Manduria e Martina, Arti figurative presso la Casa circondariale. Per il liceo artistico Calò di Grottaglie, ok agli indirizzi Arti figurative, Design e Grafica. Ed ancora, Grafica e Comunicazione al Liside-Nitti, Trasporti e Logistica all'Archimede, liceo scientifico sportivo al Righi. Infine, si concentra al liceo Quinto Ennio l'offerta formativa del liceo classico per Taranto.

                            articolo di Maria Rosaria Gigante
                            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 26 Novembre 2011

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                              #74
                              Ecco, istituto per istituto, cosa cambierà nei diversi comuni

                              IL RIASSETTO: SÌ DAL COMITATO QUALITÀ DELLA VITA. ATTESI I PARERI DI UFFICIO SCOLASTICO E REGIONE
                              “Scuole, il piano della Provincia diventi un progetto a lungo termine”
                              Ecco, istituto per istituto, cosa cambierà nei diversi comuni

                              L'auspicio è che il piano per il dimensionamento della rete scolastica appena deliberato dalla Provincia (ci sarà ora il parere dell'Ufficio scolastico regionale e, quindi, la decisione definitiva da parte della Regione Puglia) “diventi un vero e proprio progetto provinciale per il medio e lungo termine”. Ad esprimersi ieri in questi termini il presidente del Comitato per la qualità della vita, Carmine Carlucci, in una conferenza stampa in cui è stata annunciata l'iniziativa di domani sul tema “Ricerca e... polo scientifico tecnologico Magna Grecia” (alle 17 al Cabrini). Tornando al tema dimensionamento della rete scolastica, “vivo apprezzamento” è stato espresso sempre dal presidente Carmine Carlucci per l'impegno profuso dall'assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Francesco Massaro, il quale, “anche tenendo conto fra gli altri del parere della Consulta, ha avviato quello che da tempo il Comitato per la qualità della vita auspica: l'elaborazione di un progetto dell'offerta formativa”.
                              Cosa prevede, dunque, tale progetto? Eccone una rilettura anche a parziale rettifica di quanto apparso ieri sulla “Gazzetta”: fusione degli istituti tecnici commerciali Pitagora, Bachelet e Pertini di Taranto; fusione licei Artistici Lisippo di Taranto e Calò di Grottaglie, accorpamento della succursale del Calò di Massafra al liceo Scientifico De Ruggieri sempre di Massafra, accorpamento della succursale del Lisippo di Martina all'istituto Motolese di Martina; accorpamento dell'istituto tecnico per geometri Fermi all'istituto tecnico Pacinotti di Taranto; accorpamento del tecnico Amaldi di Massafra e dello Sforza di Palagiano all'istituto Mondelli di Massafra; accorpamento della succursale di Statte dell'istituto Amaldi all'istituto Majorana di Martina Franca; accorpamento del professionale di Manduria al tecnico Einaudi della stessa città; accorpamento della succursale di Palagianello dello Sforza al Perrone di Castellaneta. Introdotti anche nuovi indirizzi: liceo coreutico all'Orazio Flacco di Castellaneta, Arti ausiliarie delle professioni sanitarie odontetecnico al Bellisario di Ginosa, liceo Scienze umane al De Sanctis-Galilei di Manduria, Scienze umane e Scienze umane-economico sociale al Tito Livio-Fermi di Martina, Chimica materiali e biotecnologie al Lentini-Einstein di Mottola, Grafica e Comunicazione al Nitti di Taranto, Scienze applicate al Ferraris a Taranto, Biotecnologie ambientali al Pacinotti di Taranto, liceo scientifico sportivo al Righi di Taranto.

                              articolo di Maria Rosaria Gigante
                              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 27 Novembre 2011

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                                #75
                                Dipartimento, pressing sui docenti

                                UNIVERSITÀ: QUALE FUTURO PER TARANTO?
                                IN BILICO: Sciolto il Dipartimento di Ingegneria del Politecnico, mancano ancora i 40 docenti richiesti per quello Giuridico-economico
                                CITTÀ VECCHIA: Sulla rete le opinioni di chi dice che bisognava attendere prima di andare alla “Rossarol” e di chi invece sostiene che la sede va migliorata

                                Dipartimento, pressing sui docenti
                                E fioccano le segnalazioni sulla “Rossarol”: “troppi disagi”, “no, la sede va vissuta”

                                Non più attivo da lunedì scorso il Dipartimento jonico di Ingegneria del Politecnico, mentre per l'Università non è ancora matematicamente raggiunto il numero di 40 docenti che dovranno far capo al Dipartimento giuridico-economico. Ancora nubi sul polo universitario di Taranto, considerato che i Dipartimenti divengono ora con la riforma le strutture di riferimento per la didattica in sostituzione delle vecchie facoltà. Ma i disagi non mancano anche sul fronte edilizio. Appena inaugurata da qualche mese, la nuova sede della facoltà di Giurisprudenza e dei corsi di laurea della facoltà di Scienze della Formazione - il prestigioso immobile del convento San Francesco-ex Rossarol in Città vecchia - già presenta agli occhi degli studenti una situazione di precarietà.
                                Dipartimenti. Il rischio che le prospettive si aggravino se non saranno attivati i Dipartimenti è emerso n un incontro sui temi dell'Università convocato dal Comitato per la qualità della vita ed al quale hanno preso parte i professori Mastroberti, Vinci, Vittore e Santacroce dell'Università, Lippolis per il Politecnico, i presidi Carrieri e Marzo, l'assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Massaro, gli studenti rappresentanti del movimento Link, Pezzuto, Pavone e Angelillo, e dell'Uds (Unione degli studenti), Calienno, Palmieri, Lucarella, Cazzato, nonché per il Comitato, Carlucci , Ghionna, Capozza, Guarini, Urso, Cacciuttolo. Dalla discussione è emersa la necessità di svolgere un ruolo di persuasione nei confronti dei docenti vincitori a Taranto (un centinaio ai vari livelli e per i vari corsi di laurea e facoltà) e che non hanno ancora optato in questa fase di transizione dal vecchio al nuovo modello, di far capo a Taranto. Il documento di “moral suasion” - lo chiamano così - sarà ufficializzato oggi e sarà sottoposto a Comune e Provincia, nonché al prefetto Carmela Pagano, perché “valuti la possibilità di avviare una iniziativa rivolta ai docenti vincitori a Taranto e alle imprese nella prospettiva della Fondazione”.
                                I disagi alla Rossarol. Gli studenti affidano ai forum sulla rete tutte le contestazioni in merito ad una struttura - appunto l'ex Rossarol - nella quale sarebbero piovuti dal soffitto, fortunatamente nel corso della notte, alcuni calcinacci intrisi di acqua. Per gli studenti, è la dimostrazione che i lavori non sono stati eseguiti a regola d'arte. E che forse occorrerebbe già una ristrutturazione. Se però questi sono inconvenienti legati ai lavori di edilizia, ben altri sono i problemi che attengono altre responsabilità e potrebbero trovare una più rapida soluzione. “Sento gente che si lamenta per il traffico, gente che si lamenta per il parcheggio, gente che si lamenta per i trasporti, gente che si lamenta per il telefono, per internet, per gli estintori, per le discese dei disabili, per il malfunzionamento dell'ascensore, per i bagni, per le aule umide e fredde, di questo e di quest'altro...” dice uno studente. Ognuno segnala un problema per concludere che forse sarebbe stato meglio rimanere nella vecchia sede di via Acton. Qualcun altro sostiene che si sarebbe potuto attendere ancora un po' per rendere pienamente funzionale la sede prima del trasferimento. Ma c'è anche chi osserva: “Non bisogna essere catastrofisti, piuttosto bisognerebbe avere un atteggiamento positivo. Ossia essere presenti in facoltà, viverla e cercare di migliorare l'ambiente che ci circonda esponendo i problemi e sollecitando gli enti competenti”.

                                articolo di Maria Rosaria Gigante
                                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 30 Novembre 2011

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                                Sto operando...
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