Il governo con il decreto semplificazioni mira ad abolire il valore legale del titolo di studio, misura sostenuta già dall'ex ministro Gelmini, l'esecutivo Monti è infatti intenzionato a proseguire l'operato dei suoi predecessori in materia di università.
Cosa si intende per valore legale del titolo di studio? In Italia al titolo di studio si attribuisce un valore legale, viene quindi sancita l'equiparazione tra tutte le lauree ottenute sul territorio nazionale senza distinzione di sorta, purché conformi ai regolamenti ministeriali. Questo determina l'obbligo della laurea per l'accesso alle professioni come per la partecipazioni agli esami di stato.
Perché vogliono abolirlo? Alcuni politici e docenti, e soprattutto esponenti di Confindustria, ritengono che l'abolizione del valore legale del titolo di studio, aumenterebbe la competizione tra gli atenei permettendo agli studenti di scegliere le università con una migliore qualità della didattica e aumentando quindi la competizione tra gli studenti oggi ingessata a causa del valore legale del titolo di studio .
Perché diciamo no all'abolizione del valore legale del titolo di studio?
- perché non esisterebbe più nessun controllo della qualità della formazione se non quella stabilita dal mercato e dai privati.
- perché le lauree ottenute in alcuni atenei, in particolare del sud, siano ancora più dequalificate e meno spendibili sul mercato del lavoro di quanto già oggi non si verifichi.
- perché si creerebbero atenei di seria A con corsi di formazione di avanguardia e master di eccellenza con tasse universitarie elevatissime, accessibili a pochissimi, e atenei di serie B, C e D, con percorsi di formazione meno qualificati e con meno possibilità per gli studenti di accesso al mondo del lavoro.
- perché chi sostiene questa idea propone allo stesso tempo la liberalizzazione delle tasse universitarie e l'apertura ai prestiti d'onore e noi non vogliamo indebitarci per studiare.
- Perché con un'università sotto-finanziata come quella di oggi, a seguito dei tagli di questi ultimi anni, verrebbero penalizzati ulteriormente gli atenei già in difficoltà.
- perché senza un diritto allo studio che consenta di scegliere dove studiare a seconda dei propri interessi personali e senza la copertura totale delle borse di studio, gli studenti senza adeguate possibilità economiche vedrebbero ancor più ridotte le possibilità di frequentare le future università di serie A e quindi la mobilità sociale sarebbe ulteriormente bloccata.
- perché crediamo che la competizione tra gli atenei debba svilupparsi sulla qualità della didattica e della ricerca, ma che tutti gli atenei debbano avere tutti le stesse condizioni di partenza e che quindi debbano essere adeguatamente finanziati.
- perché non crediamo che un sistema basato sulla competizione sfrenata tra gli atenei e tra gli studenti sia un sistema equo e giusto.
Difendiamo il valore legale del titolo di studio perché vogliamo venga garantito il “valore reale del titolo di studio”. Vogliamo una formazione di qualità. Pensiamo che solamente con un diritto allo studio garantito per tutti e con delle tasse universitarie eque questo paese possa garantire a tutti gli studenti un elevato percorso formativo.
SINDACATO STUDENTESCO
LINK TARANTO
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