annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

Giù le mani dal valore legale del titolo di studio!

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

    Giù le mani dal valore legale del titolo di studio!




    Il governo con il decreto semplificazioni mira ad abolire il valore legale del titolo di studio, misura sostenuta già dall'ex ministro Gelmini, l'esecutivo Monti è infatti intenzionato a proseguire l'operato dei suoi predecessori in materia di università.

    Cosa si intende per valore legale del titolo di studio? In Italia al titolo di studio si attribuisce un valore legale, viene quindi sancita l'equiparazione tra tutte le lauree ottenute sul territorio nazionale senza distinzione di sorta, purché conformi ai regolamenti ministeriali. Questo determina l'obbligo della laurea per l'accesso alle professioni come per la partecipazioni agli esami di stato.

    Perché vogliono abolirlo? Alcuni politici e docenti, e soprattutto esponenti di Confindustria, ritengono che l'abolizione del valore legale del titolo di studio, aumenterebbe la competizione tra gli atenei permettendo agli studenti di scegliere le università con una migliore qualità della didattica e aumentando quindi la competizione tra gli studenti oggi ingessata a causa del valore legale del titolo di studio .
    Perché diciamo no all'abolizione del valore legale del titolo di studio?

    • perché non esisterebbe più nessun controllo della qualità della formazione se non quella stabilita dal mercato e dai privati.
    • perché le lauree ottenute in alcuni atenei, in particolare del sud, siano ancora più dequalificate e meno spendibili sul mercato del lavoro di quanto già oggi non si verifichi.
    • perché si creerebbero atenei di seria A con corsi di formazione di avanguardia e master di eccellenza con tasse universitarie elevatissime, accessibili a pochissimi, e atenei di serie B, C e D, con percorsi di formazione meno qualificati e con meno possibilità per gli studenti di accesso al mondo del lavoro.
    • perché chi sostiene questa idea propone allo stesso tempo la liberalizzazione delle tasse universitarie e l'apertura ai prestiti d'onore e noi non vogliamo indebitarci per studiare.
    • Perché con un'università sotto-finanziata come quella di oggi, a seguito dei tagli di questi ultimi anni, verrebbero penalizzati ulteriormente gli atenei già in difficoltà.
    • perché senza un diritto allo studio che consenta di scegliere dove studiare a seconda dei propri interessi personali e senza la copertura totale delle borse di studio, gli studenti senza adeguate possibilità economiche vedrebbero ancor più ridotte le possibilità di frequentare le future università di serie A e quindi la mobilità sociale sarebbe ulteriormente bloccata.
    • perché crediamo che la competizione tra gli atenei debba svilupparsi sulla qualità della didattica e della ricerca, ma che tutti gli atenei debbano avere tutti le stesse condizioni di partenza e che quindi debbano essere adeguatamente finanziati.
    • perché non crediamo che un sistema basato sulla competizione sfrenata tra gli atenei e tra gli studenti sia un sistema equo e giusto.


    Difendiamo il valore legale del titolo di studio perché vogliamo venga garantito il “valore reale del titolo di studio”. Vogliamo una formazione di qualità. Pensiamo che solamente con un diritto allo studio garantito per tutti e con delle tasse universitarie eque questo paese possa garantire a tutti gli studenti un elevato percorso formativo.

    SINDACATO STUDENTESCO
    LINK TARANTO

    #2
    Riferimento: Giù le mani dal valore legale del titolo di studio!

    Titolo di studio o carta straccia? Giù le mani dal valore legale del titolo di studio (LINK Taranto)




    Il governo con il decreto semplificazioni mira ad abolire il valore legale del titolo di studio, misura sostenuta già dall'ex ministro Gelmini, l'esecutivo Monti è infatti intenzionato a proseguire l'operato dei suoi predecessori in materia di università. In questo momento la cancellazione di una garanzia giuridica rilasciata dagli atenei pubblici che attesti il percorso formativo svolto dallo studente diventa il cavallo di battaglia di una “modernizzazione” del sistema. Il “pezzo di carta” così come vogliono farci intendere i nostri diplomi di laurea, non dimostrano in alcun modo la nostra effettiva preparazione e capacità individuale: al contrario è un odioso privilegio che porta a un’insopportabile ingiustizia. Uno studente laureatosi col massimo dei voti all’Università di Bari non può di certo essere paragonato ad un allievo della Bocconi.

    Molto più equo ed efficiente premiare chi produce eccellenze e prestigio separando gli atenei di serie A dal tutto il resto. Magari introducendo un sistema di rating all’americana che fornisca allo studente liceale la lista dei “big” in grado di garantire un lavoro in futuro e per cui possa valere la pena indebitarsi per migliaia di dollari, piuttosto che essere spedito negli atenei “di serie B” con poche o nulle prospettive di carriera. L'obbiettivo, in continuità con la Riforma Gelmini, è quello di trasformare il sistema dell’Università pubblica in un mercato concorrenziale di atenei prestigiosi che accedono ai finanziamenti e si espandono, schiacciando di anno in anno le Università sottofinanziate e in difficoltà (il più delle quali concentrate al sud Italia).

    Difendiamo la garanzia del valore legale del titolo di studio perchè, impedisce che ogni concorso e assunzione venga incanalata nelle corsie di un’élite universitaria eccellente rispetto a cui un qualsiasi altro studente potrebbe far valere ben poco. Perché se non varrà più un pezzo di carta comune a tutti, a contare sarà soltanto il “nome” dell’ateneo di prestigio, dell’istituto privato o della scuola di eccellenza, il cui accesso sarà riservato a quei “meritevoli” disposti a pagare rette da capogiro o ad indebitarsi per decenni.

    In questo modo lo Stato lascia l’attestazione e garanzia della qualità della formazione universitaria in mano a un’élite di atenei o di istituti privati, impedendo che tutti altri studenti virtuosi possano vedere riconosciuto il valore del proprio percorso di studi a prescindere dall’università di provenienza. Si dovrebbe, piuttosto, contrastare un processo di lungo periodo, che ha visto conferire pari dignità a corsi di laurea di atenei pubblici e a università telematiche e per corrispondenza, svalutando fortemente il valore reale del titolo di studio. Questo non impedisce al merito di esprimersi e fare strada: al contrario tutela anche quel merito diffuso che non ha però un “nome di prestigio” da allegare al proprio curriculum.

    Come se non bastasse però già l'intenzione da parte del Governo di voler abolire il valore legale del titolo di studio, ieri il viceministro del Lavoro, Martone, durante un convengo sull'apprendistato promosso dalla Regione Lazio, ha dichiarato: "Dobbiamo dire ai nostri giovani che se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto tecnico professionale sei bravo e che essere secchione è bello, almeno hai fatto qualcosa". Siamo disgustati dalle sue affermazione e invece controbattiamo che sfigato, ovvero sfortunato, è chi non percepisce una borsa di studio pur avendo diritto a riceverla, chi deve fare lavori precari, o spesso a nero, per pagarsi gli studi, sfigato è chi viene abbandonato dallo Stato nel suo percorso formativo. Sono migliaia gli studenti, spesso fuori sede, che non avendo altre possibilità sono costretti a rallentare gli studi per lavorare e pagare tasse sempre più esose. Non tutti hanno, come il viceministro Martone, un padre altolocato e con le giuste amicizie e le risorse economiche per sostenerne gli studi, e magari anche la carriera accademica.

    Difendiamo il valore legale del titolo di studio perché vogliamo venga garantito il “valore reale del titolo di studio”. Vogliamo una formazione di qualità. Pensiamo che solamente con un diritto allo studio garantito per tutti e con delle tasse universitarie eque questo paese possa garantire a tutti gli studenti un elevato percorso formativo.

    Le studentesse e gli studenti del
    sindacato universitario
    LINK Taranto









    Commenta

    Sto operando...
    X