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Le conseguenze dei provvedimenti del Ministro Gelmini sulla scuola media

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    Le conseguenze dei provvedimenti del Ministro Gelmini sulla scuola media

    Le conseguenze dei provvedimenti del Ministro Gelmini sulla scuola media
    Dal complesso dei provvedimenti prefigurati dal Ministro Gelmini, sia tramite il D.Legge 112 convertito in legge 133/2008 sia tramite il D.Legge 137/2008 che attende la conversione in legge, la scuola media statale esce impoverita e deprivata sia sul piano culturale sia sul piano delle risorse.
    Dal Decreto legge 137/2008, se convertito in legge, alcuni cardini pedagogico-didattici che hanno costituito un campo di innovazione e ricerca, su cui ancora molto è da esplorare e che è terreno specifico di sperimentazione e ricerca, vengono azzerati con un impossibile ritorno alla scuola che fu, e che fu prima della scolarizzazione di massa e dei nuovi programmi del 1979.
    Il voto numerico come il voto in condotta, presentati come strumento di chiarezza e di lotta al bullismo, eludono da un lato i problemi della valutazione, che è fatto formativo per eccellenza e non fatto classificatorio e sanzionatorio, dall’altro i problemi della “gestione colta e competente” della difficoltà della preadolescenza, di per sé età di crisi, e in particolare della preadolescenza del nostro tempo, sempre più smarrita e bisognosa di relazione all’altezza delle sue complessità.
    Voto decimale e voto di condotta sono un ritorno all’ordine, buono per una politica, buono per una stagione e per una ”pulsione” del momento dell’opinione pubblica, ma è fatto destinato a lasciare macerie dietro di sé, perché inadeguato e anacronistico.
    Lo specifico insegnamento di “cittadinanza e costituzione” è sempre stato dentro i programmi e le indicazioni di vario orientamento varate negli ultimi anni.
    Una sua specifica quantificazione oraria e valutazione mal si concilia, però, con due fatti: il primo è il disprezzo culturale per il “buon comportamento civico” di larga parte dello schieramento politico che propone tale cambiamento (per non parlare del vero e proprio disprezzo per la costituzione che percorre i capi dell’attuale maggioranza); il secondo è la riduzione annunciata del tempo scuola nella secondaria.
    Nella scuola media, la quale, secondo i piani che incominciano a circolare, deve avere 29 ore settimanale (e forse 27), occorre ritagliare nelle attuali materie di storia e geografia la specifica ora di educazione alla cittadinanza. Più materie e meno orario mal si conciliano. Senza parlare del fatto che sarebbe bastato, mantenendo le 30 ore settimanali dell’ordinamento pre Moratti, riformulare la scheda valutativa con specifica valutazione dopo aver programmato un’apposito corso formativo per il corrispondente insegnamento.
    Dalla Legge 133/2008 (ex 112) emerge la volontà di fare cassa per cui nessun segmento dell’attuale ordinamento scolastico italiano si salverà: neppure la scuola media.
    Dalle prime bozze di “devastazione programmata” che circolano la scuola media deve contribuire con una riduzione del tempo scuola.
    Il modello di tempo normale pre Moratti di 30 ore, che con l’insegnamento della seconda lingua straniera veniva portato a 33 ore, deve cedere il passo ad un modello di 29 ore, bene che vada, o ad un modello di 27.
    Nell’uno e nell’altro caso (29 o 27 ore settimanali) occorre ritagliare l’ora di “cittadinanza e costituzione” e l’ora di religione cattolica: non vorremmo fosse espunta anche la seconda lingua straniera oltre alle annunciate riduzioni per lettere ed educazione tecnica.
    Il modello di tempo prolungato verrebbe ricondotto unicamente a 36 ore, con prolungamento didattico per almeno tre giorni settimanali, e solo se i comuni possono assicurare la mensa.
    Fermo restando che il tempo prolungato ha senso solo se prevede almeno tre permanenze pomeridiane, non è utile coartare le volontà e le possibilità delle scuole e dei territori: si potrebbe scegliere anche un modello di 40 ore o un modello senza mensa laddove vi è una richiesta reale delle famiglie e laddove nei piccoli centri è possibile praticare il ritorno a casa per il pranzo.
    L’organico arricchito del tempo prolungato (di 36 o di 40 ore) favorisce l’individualizzazione dell’insegnamento e l’affrontamento delle ordinarie emergenze delle scuole che lo richiedono nelle zone più deprivate (presenza del deficit socioculturale, presenza di immigrazione, aree a rischio).
    Il suo superamento non fa bene alla scuola italiana.
    Pertanto, oggi i modelli, certamente da riqualificare soprattutto in funzione della colmatura del deficit che fanno registrare i nostri preadolescenti nelle rilevazioni internazionali, devono essere due: 33 ore comprensive della seconda lingua comunitaria e 36 o 40 ore come tempo prolungato.
    Affrontare le difficoltà della scuola media con i tagli (disinvestimento) è quanto di più illogico e insano si possa concepire.

    Scuola superiore: un massacro per alunni e personale
    Le dichiarazioni del Ministro Gelmini e le bozze non ufficiali, in circolazione, del piano programmatico attuativo dell’art 64 del decreto legge 112/08, convertito nella legge133/08, fanno emergere proposte di cambiamento della scuola superiore fortemente preoccupanti, che dovrebbero essere attuate già dall’a.s. 2009/10.
    Questa tempistica è il primo degli elementi profondamente negativi del piano, dato che tutte le profonde e devastanti modifiche lì ipotizzate non hanno un anno di tempo per essere discusse,comprese e realizzate, come può apparire, ma solo tre mesi, visto che le scuole secondarie devono definire la propria offerta formativa entro dicembre 2008, per consentire poi ai giovani e le loro famiglie di scegliere la scuola cui iscriversi entro gennaio del nuovo anno.
    E’ evidente che se il Governo mantenesse quella tempistica, sarebbe il caos ed il caso a presiedere le iscrizioni, vista l’assoluta impossibilità a praticare quei cambiamenti in quell’arco di tempo!
    I contenuti di questa massiccia operazione di “razionalizzazione”, ripensamento dell’impianto della secondaria, “in termini di massima semplificazione” e di “essenzializzazione” (termine di nuovo conio!!!), saranno definiti sulla base dell’esigenza del risparmio della spesa, che implica una riduzione di tutti i quadri orari, senza nessuna attenzione a scelte di carattere pedagogico/didattico o sociale.
    Ne risulta un massacro di organico che riguarda tutti gli indirizzi della secondaria superiore, che non risparmia nessuno, dal momento che si dichiara esplicitamente che quei criteri riguarderanno anche il sistema dei licei.
    Il tutto è sapientemente mascherato da alcune argomentazioni di facile presa in un’opinione pubblica ormai addomesticata dai processi di semplificazione che, nascondendo la complessità dei problemi e delle soluzioni da adottare, rendono più difficile il controllo sociale sulla reale portata delle decisioni che finiranno per deprimere la qualità non eccelsa dell’attuale scuola secondaria, per di più aumentandone il carattere selettivo sul versante sociale ed educativo.
    La riduzione di tutto (orari, discipline, risorse e personale), che il ministro sta ipotizzando si traduce solo in una pesante penalizzazione per tutti sul versante dei saperi ed in un aumento della selezione e della dispersione scolastica per i più deboli, qualsivoglia sia la causa della loro condizione.
    Ci troveremo a gestire tra tre mesi anche la definizione dei nuovi organici determinati sulla base dei nuovi parametri in un clima di confusione derivante degli accorpamenti delle classi di concorso.
    Se, per un verso, ad esempio, c’è la necessità di intervenire rispetto ai circa 900 indirizzi oggi presenti nell’istruzione tecnica e professionale e sul carico orario settimanale, in molti casi ridondanti e insostenibili per un apprendimento proficuo, quel piano, ancora da definire nei suoi contenuti specifici (quali indirizzi dell’istruzione professionale confluiranno nell’istruzione tecnica; quali classi di concorso saranno accorpate; quali discipline spariranno o vedranno ridotte il proprio orario; che fine faranno le già scarse attività laboratoriali?) dice solo che sarà aumentato il rapporto alunni/docenti, con il conseguente aumento del numero di alunni per classe, saranno ridotte le ore di lezione ed il numero delle discipline, accorpate classi di concorso, evidentemente con criteri da bilancino del farmacista, e non sulla base di attente valutazioni sui saperi necessari per la cittadinanza in una società complessa e sui contenuti epistemologici delle discipline.
    Non è dato sapere i criteri che ispireranno la riduzione degli indirizzi e la confluenza delle eventuali sovrapposizioni dall’istruzione professionale nell’istruzione tecnica. Perché non il contrario?
    L’istruzione professionale risulterà fortemente ridotta nelle tipologie, contraddicendo l’impegno, assunto su altri tavoli, per il sostegno e la formazione di professionalità in aree strategiche per il rilancio del processo produttivo italiano.
    L’ipotesi del monte ore settimanale di 32 ore, la revisione e la riduzione del ruolo degli insegnanti tecnico pratici licealizza nei fatti i percorsi, facendo venir meno la componente laboratoriale, tecnico – professionale, caratteristica fondamentale di questi indirizzi.
    Sostanzialmente si ritorna all’ipotesi della Moratti e del decreto 226 /05, annullando il percorso di revisione e riqualificazione presenti nell’art 13 della legge 40/07, che prevedeva di mantenere nell’istruzione professionale, d’intesa con le regioni, anche percorsi di durata triennale. Questa prospettiva verrebbe del tutto smantellata, costringendo chi non è interessato al titolo quinquennale ma ad una certificazione spendibile nel mondo del lavoro ad assolvere l’obbligo d’istruzione nella formazione professionale.
    Altro che libera scelta!
    Il tutto diventa ancora più confuso con l’eventualità, al momento accantonata ma comunque presente nel piano, di strutturare per il futuro l’intero percorso superiore su 4 anni!
    Saremo in presenza di percorsi già profondamente ridotti nella loro consistenza oraria (30 ore settimanali medie per i licei e 32 per gli istituti tecnici e professionali), che subiranno un’ulteriore prossima riduzione annua, senza alcuna valutazione sulle ricadute sul percorso educativo dei giovani.
    Tutte operazioni fuori da una visione strategica del ruolo della scuola pubblica per la crescita democratica e lo sviluppo del Paese, fatte per esigenze di risparmio e che pagheranno per primi i giovani ed i lavoratori della scuola.

    Nella scuola il 97% della spesa sulla scuola è per il personale: un’anomalia in Europa. E' falso!
    Ripetutamente il ministro Gelmini, per giustificare i tagli drammatici che stanno stravolgendo la scuola concertate con il duo Tremonti Bossi, ha dichiarato che la spesa per la scuola in Italia rappresenta una anomalia rispetto al resto dell'Europa, che sarebbe fuori controllo ed in costante aumento, che è inaccettabile il fatto che ben il 97% della stessa sia destinate alle retribuzioni del personale.
    E’ falso. Infatti, secondo lo studio Ocse Oecd Education at a Glance 2008 con l’aumentare in gran parte dei paesi dell’Ocse del numero degli studenti che completano l’istruzione secondaria, la spesa per l’istruzione è notevolmente cresciuta in tutti i paesi sia in termini assoluti che di percentuale di bilancio”. Tra il 2000 e il 2005 questa crescita ha raggiunto il 19%. Ma l’Italia è ben al di sotto di sotto. Infatti, sempre secondo questo studio complessivamente l’Italia risulta nelle fila dei paesi che spende meno in istruzione: soltanto il 9,3 % (dato del 2005). Infatti, al di là degli aumenti per il rinnovo dei contratti, tutti sappiamo che le diverse finanziarie hanno operato forti riduzioni su tutte le voci di spesa della scuola.
    La spesa del bilancio del Ministero dell’Istruzione per l’istruzione per il 2008 risulta 42,4 miliardi. Di questi, secondo la Gemini il 42 miliardi (da qui il 97%) sono dovute a spese di personale. Ma quando si parla di cifre bisogna essere precisi. Infatti le spese di personale in realtà sono 40,1 miliardi come si legge dalle tabelle sul sito Miur. Comunque anche questo dato nasconde una mistificazione, infatti la Gelmini inserisce in questa voce anche i circa 3 miliardi inviati alle scuole per il miglioramento dell’offerta formativa. Dunque, questa percentuale si riduce e scende sotto la media europea.
    Ora, la verità è che la spesa per l’istruzione a carico dello stato (42 miliardi) è pari all'80,4% della spesa totale sulla scuola che nel nostro paese è di circa 52 miliardi per l’apporto degli EE. LL: per mensa ed edilizia scolastica.
    Esattamente come in Europa, visto che la media OCSE - comprendente paesi anche al di fuori dell'Europa, come Stati Uniti, Giappone, Corea- è pari al 79,9%.
    Allora non vi è nessuna anomalia. L’anomalia sta nel voler far cassa e che per far ciò si manipolino i dati o si falsificano.
    MA CON LA SCUOLA NON SI DEVE FAR CASSA E, COME E’ SEMPRE AVVENUTO, TUTTI GLI EVENTUALI RISPARMI CHE NON POSSONO ESSERE IN OGNI CASO RAGGIUNTI CON LA DEVASTAZIONE DELLA SCUOLA PUBBLICA, DEVONO RIMANERE ALLA SCUOLA
    NON UN EURO DEVE USCIRE DALLA SCUOLA
    E ANZI SI RICHIEDONO INVESTIMENTI MASSICCI PER L’ITALIA DELLA CONOSCENZA IN UN MONDO DELLA CONOSCENZA
    In conclusione la spesa sulla scuola non è fuori controllo ma è aumenta bene al di sotto della media solo per effetto dei rinnovi contrattuali. Un diritto sacrosanto dei lavoratori.
    Anzi essa è drasticamente e costantemente diminuita in questi ultimi dieci anni.
    Infatti la spesa sulla scuola negli anni novanta era circa il 3,9-4.0% del PIL e nel 97-98 si era già ridotta a circa il 3.0% del PIL. Ora, 10 anni dopo, è circa al 2,8% sempre del PIL.
    Quindi è falso dire, come fa il Ministro che la spesa è fuori controllo, come è falso anche dire che essa aumenta continuamente.
    Il Ministro dovrebbe prima documentarsi e poi leggere attentamente i dati.
    Infine invitiamo la Ministra ad essere precisi anche sul numero degli addetti. Questi non sono 1.300.000 come va sempre dicendo ma non superano i 1.125.975 compresi i precari come si legge dalla pubblicazione del Miur “La scuola in cifre”.

    Il piano del Ministro Gelmini renderà inefficienti i servizi scolastici: Dsga, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici ridotti al lumicino
    Il piano programmatico del Ministro Gelmini comporterà lo stravolgimento della rete scolastica. Questo significa che verranno chiusi molti punti di erogazione del servizio (dove ci sono gli alunni) con ricadute pesanti sia sull’occupazione che sull’organizzazione del lavoro. Già adesso, per effetto dei continui tagli, i docenti aprono e chiudono direttamente le scuole nei piccoli centri. Un duro colpo verrà dato alla sicurezza delle scuole dal momento che gli assistenti tecnici non avranno più ore disponibili per mantenere in efficienza e in sicurezza i laboratori dove gli alunni svolgono le esercitazioni didattiche. Ad esempio dopo tutta l’enfasi sull’informatica non ci sarà nessun investimento sul sistema informativo delle scuole che invece è sempre più determinante nelle operazioni di gestione del personale e della didattica.
    Le cifre – meno 44.500 posti - sono drammatiche e mandano un messaggio culturale negativo su questo personale che invece ha un ruolo importante nell’innovazione per quanto riguarda la vivibilità dell’ambiente e la qualità delle relazioni con gli alunni, con i docenti e con i genitori. Ma così non sarà più se andrà avanti il progetto della Gelmini che vuole affidare i servizi scolastici a ditte esterne.
    Le ricadute sul personale saranno molto negative. In concreto, oltre al soprannumero e alla perdita del lavoro dei precari anche il concorso ordinario per Dsga non verrà più bandito perché non ci saranno più posti liberi da coprire. Questo sarà un grave danno alla professionalità di questa figura che da dieci anni non ha avuto alcun ricambio. I tagli riducendo i posti disponibili manderanno in fumo le aspettative di molti colleghi che da anni aspettavano i corsi concorsi per passare ai profili superiori.
    La FLC Cgil è impegnata a fermare lo stravolgimento che si vuole operare in questo settore e ritiene che per la qualificazione del sistema scolastico siano necessarie la valorizzazione delle competenze e le specificità dei vari profili.
    Infatti, la scuola va concepita come un grande sistema unitario in cui tutti i soggetti hanno un ruolo che va qualificato e differenziato.

    Le risorse che il Ministro Gelmini promette per aumentare gli stipendi dei docenti: un piatto di lenticchie in cambio della devastazione della scuola pubblica
    Il comma 9 dell'art. 64 della L. 133/08 prevede che solo una parte dei risparmi derivanti dai tagli nella scuola venga destinato ad "incrementare le risorse contrattuali per la valorizzazione e sviluppo professionale della carriera del personale" a decorrere dal 2010.
    Come noto il taglio complessivo previsto nel triennio comporterà risparmi complessivi nella spesa per l'istruzione di circa 8 miliardi di euro.
    Ma solo una minima parte di questo risparmio e cioè circa 950 milioni di euro verrà utilizzato per valorizzare il personale. In realtà si vogliono introdurre elementi di meritocrazia.
    Se, per via di ipotesi, ripartiamo tale cifra, sul 30% della categoria (quella da premiare) l’aumento sarebbe di 150 euro lordi. Un piatto di lenticchie che è difficile spacciare per "valorizzazione e sviluppo professionale della carriera del personale".
    E non bisogna dimenticare che lo stesso Ministro ha più volte dichiarato che lo stipendio degli insegnanti va portato a livello degli insegnanti europei. Siamo d’accordo. Ma allora c’è da dire che dividendo questa cifra per tutti gli addetti l’aumento sarebbe di circa 70 euro lordi mensili. In questo caso non ci si comprerebbero nemmeno le proverbiali lenticchie che almeno sfamarono Esaù, ma sarebbero solo elemosina senza contare che ne è escluso il personale di segreteria, gli assistenti di laboratorio e i collaboratori scolastici.
    Se poi si tiene conto che il Ministro Gelmini ha già ipotecato una parte di questi risparmi all’aumento del tempo pieno e all'aumento di orario frontale del maestro unico per coprire l'orario a 24 ore degli alunni, è del tutto evidente che ciò che rimarrebbe sempre per la " valorizzazione e sviluppo professionale della carriera del personale" basterebbe al massimo per una ciotola di cicoria amara e scondita.

    tratto fa www.flcgil.it
    Originariamente inviato da Clara
    Ma tu sei FOD....SEI onnipresente e onniscente

    $iege è il mio mito




    #2
    Sei un mito FOD,semplicemente perchè hai postato questi progetti di riforma..
    bè che dire,semplicemente un massacro,una distruzione totale della scuola pubblica,su qualsiasi versante
    Giustificazioni campate in aria,dati evidentemente contraffatti(vedi spesa lorda per il personale),piccolo specchietto per le allodole con l'aumento irrisorio degli stipendi
    A mio parere la Gelmini taglia i fondi in maniera netta ed evidente,tentando di recuperare le grandi spese inutili di una classe politica ormai allo sbando...
    Che possiamo fare noi poveri studenti?Manifestare,unirci alla causa dei dipendenti statale,fare talmente tanto casino da costringere il sistema politico ad ascoltarci...e per una volta raga,non pensate alle giustifiche con il genitore,al "oh mio dio,poi il preside ci toglie la gita"...stiamo parlando di cose serie,del futuro della scuola,del futuro della nostra nazione stessa
    Alziamo i calici per FoD e beviamo la birra delle terre dei nani..A FOD!
    Originariamente inviato da αи∂яєαѕ_89
    direi che è la giornata nazionale del post di $iege questa

    12-1-2009 Giornata Nazionale Del Quoto $iege

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      #3
      Originariamente inviato da $iege Visualizza il messaggio
      Sei un mito FOD,semplicemente perchè hai postato questi progetti di riforma..
      bè che dire,semplicemente un massacro,una distruzione totale della scuola pubblica,su qualsiasi versante
      Giustificazioni campate in aria,dati evidentemente contraffatti(vedi spesa lorda per il personale),piccolo specchietto per le allodole con l'aumento irrisorio degli stipendi
      A mio parere la Gelmini taglia i fondi in maniera netta ed evidente,tentando di recuperare le grandi spese inutili di una classe politica ormai allo sbando...
      Che possiamo fare noi poveri studenti?Manifestare,unirci alla causa dei dipendenti statale,fare talmente tanto casino da costringere il sistema politico ad ascoltarci...e per una volta raga,non pensate alle giustifiche con il genitore,al "oh mio dio,poi il preside ci toglie la gita"...stiamo parlando di cose serie,del futuro della scuola,del futuro della nostra nazione stessa
      che uomo... comunque appoggio pienamente quello che hai detto...
      Originariamente inviato da Clara
      Ma tu sei FOD....SEI onnipresente e onniscente

      $iege è il mio mito



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        #4
        Originariamente inviato da FOD Visualizza il messaggio
        che uomo... comunque appoggio pienamente quello che hai detto...
        qui c'è del tenero

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          #5
          Originariamente inviato da valevitina Visualizza il messaggio
          qui c'è del tenero
          ma nooooooooooo
          Originariamente inviato da Clara
          Ma tu sei FOD....SEI onnipresente e onniscente

          $iege è il mio mito



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