Ogni anno nel mondo si producono miliardi di tonnellate di rifiuti e la loro collocazione rappresenta da sempre un problema ambientale di dimensioni rilevanti. Nell'ultimo secolo la crescita demografica e lo sviluppo industriale e tecnologico hanno provocato un aumento dei consumi sia in termini di qualità che di quantità di prodotti. Il fenomeno è risultato aggravato dalla progressiva urbanizzazione che ha concentrato alcuni problemi ambientali e sanitari in aree estremamente circoscritte tra cui emerge la produzione abnorme di Rifiuti Solidi Urbani RSU. Gli RSU sono solamente una piccola parte dei rifiuti; sono, infatti, rifiuti anche gli scarti che derivano dalla produzione agricola, le ceneri che escono dalle centrali elettriche e dagli impianti di riscaldamento, i detriti che provengono dalle demolizioni, gli scarti delle lavorazioni industriali, e così via. All'inizio degli anni 90 il quantitativo di rifiuti da gestire annualmente nel mondo occidentale ammontava a circa 10 miliardi di tonnellate: di cui circa il 5% è costituito da RSU, circa il 15% da rifiuti di tipo industriale (di cui circa un quinto è costituito da rifiuti pericolosi), ed il rimanente 80% da rifiuti di varia natura, quali residui dell'industria energetica, dell'agricoltura, delle opere di demolizione, dei dragaggi e da fanghi degli impianti di depurazione. La situazione italiana è sostanzialmente allineata con la situazione di altri Paesi occidentali: negli ultimi 15 anni la produzione degli RSU è più che raddoppiata ed oggi ammonta a circa 30 milioni di tonnellate all'anno pari a circa 1,4 kg procapite al giorno.Negli ultimi anni è aumentata molto la frazione di carta, cartone, materie plastiche e legno in quanto è cresciuta la quota dei materiali da imballaggio che raggiunge attualmente il valore del 35-40% in peso e il 50% in volume. Se le attuali linee di tendenza non verranno prontamente corrette c'è il rischio di aumentare ancora la produzione di RSU, portando pertanto il problema del loro impatto ambientale al di fuori di ogni possibile controllo.
Il punto di partenza nella gestione dei rifiuti solidi urbani, è sicuramente la riduzione della quantità di rifiuti che viene prodotta e che deve poi essere conseguentemente raccolta e smaltita. L'obiettivo principale da perseguire per cercare di risolvere il problema è sicuramente la riduzione alla fonte dei rifiuti . Per questo motivo deve essere data priorità assoluta agli interventi preventivi come per esempio la riduzione degli imballaggi che raggiungono oramai la soglia del 40% sul totale dei rifiuti solidi urbani.
Il recupero post consumo da solo non può rappresentare l'unica soluzione efficace allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, è importante che i produttori di merci si facciano carico del problema riducendo l'impiego di imballaggi a perdere il cui ingombro supera ormai quello delle merci consumate.
L'Agenda 21 focalizza per il problema dei rifiuti quattro punti di azione: minimizzazione dei rifiuti, massimizzazione del riuso e del recupero, smaltimento ambientalmente compatibile, incremento di qualità dei servizi di gestione.
La legislazione italiana, che finora si è dimostrata arretrata e inadeguata, è stata recentemente aggiornata dal Decreto Legislativo n. 22 del 5/2/97 (Decreto Ronchi). I principi fondamentali sono:
prevenire la produzione di rifiuti;
riciclare il materiale organico (compostaggio);
riciclare carta, vetro, plastica il più possibile;
ricorrere all'incenerimento con recupero dell'energia
smaltire in discarica solo i rifiuti inerti e i residui delle attività produttive.
Gli interventi per ridurre la quantità di rifiuti prodotti, possono essere attuati sia a livello nazionale che locale e devono essere finalizzati a promuovere:
il design di nuovi prodotti ed imballaggi;
la sensibilità e la responsabilità del consumatore sui rifiuti prodotti una volta terminato l'uso del prodotto (soprattutto nei Paesi industrializzati);
la raccolta differenziata;
il compostaggio.
La minimizzazione dei rifiuti si basa su due concetti fondamentali:
la riduzione dei rifiuti alla fonte, attraverso cambiamenti nei prodotti (ecodesign) e nei processi (produzione pulita). Il miglioramento dei processi comprende l'utilizzo di tecnologie pulite, di materie prime alternative, il miglioramento dei cicli tecnologici di produzione, etc.
Riciclo e riutilizzo dei materiali.
Bisogna sottolineare che i benefici della minimizzazione dei rifiuti sono sia ambientali (prevenzione e riduzione dell'impatto ambientale) che economici. In Italia il problema di fondo è costituito dalla diffusa arretratezza del sistema nazionale di gestione dei rifiuti, dall'insufficienza dell'impiantistica di trattamento e smaltimento, da situazioni di smaltimento illegale, dalla scarsità di informazioni e di dati sulla produzione e sullo smaltimento dei rifiuti industriali.
Il punto di partenza nella gestione dei rifiuti solidi urbani, è sicuramente la riduzione della quantità di rifiuti che viene prodotta e che deve poi essere conseguentemente raccolta e smaltita. L'obiettivo principale da perseguire per cercare di risolvere il problema è sicuramente la riduzione alla fonte dei rifiuti . Per questo motivo deve essere data priorità assoluta agli interventi preventivi come per esempio la riduzione degli imballaggi che raggiungono oramai la soglia del 40% sul totale dei rifiuti solidi urbani.
Il recupero post consumo da solo non può rappresentare l'unica soluzione efficace allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, è importante che i produttori di merci si facciano carico del problema riducendo l'impiego di imballaggi a perdere il cui ingombro supera ormai quello delle merci consumate.
L'Agenda 21 focalizza per il problema dei rifiuti quattro punti di azione: minimizzazione dei rifiuti, massimizzazione del riuso e del recupero, smaltimento ambientalmente compatibile, incremento di qualità dei servizi di gestione.
La legislazione italiana, che finora si è dimostrata arretrata e inadeguata, è stata recentemente aggiornata dal Decreto Legislativo n. 22 del 5/2/97 (Decreto Ronchi). I principi fondamentali sono:
prevenire la produzione di rifiuti;
riciclare il materiale organico (compostaggio);
riciclare carta, vetro, plastica il più possibile;
ricorrere all'incenerimento con recupero dell'energia
smaltire in discarica solo i rifiuti inerti e i residui delle attività produttive.
Gli interventi per ridurre la quantità di rifiuti prodotti, possono essere attuati sia a livello nazionale che locale e devono essere finalizzati a promuovere:
il design di nuovi prodotti ed imballaggi;
la sensibilità e la responsabilità del consumatore sui rifiuti prodotti una volta terminato l'uso del prodotto (soprattutto nei Paesi industrializzati);
la raccolta differenziata;
il compostaggio.
La minimizzazione dei rifiuti si basa su due concetti fondamentali:
la riduzione dei rifiuti alla fonte, attraverso cambiamenti nei prodotti (ecodesign) e nei processi (produzione pulita). Il miglioramento dei processi comprende l'utilizzo di tecnologie pulite, di materie prime alternative, il miglioramento dei cicli tecnologici di produzione, etc.
Riciclo e riutilizzo dei materiali.
Bisogna sottolineare che i benefici della minimizzazione dei rifiuti sono sia ambientali (prevenzione e riduzione dell'impatto ambientale) che economici. In Italia il problema di fondo è costituito dalla diffusa arretratezza del sistema nazionale di gestione dei rifiuti, dall'insufficienza dell'impiantistica di trattamento e smaltimento, da situazioni di smaltimento illegale, dalla scarsità di informazioni e di dati sulla produzione e sullo smaltimento dei rifiuti industriali.
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