La questione dell'articolo 18 e' diventato un tema caldo. In questo post si cerca di riussumere i risultati più robusti dell'analisi EMPIRICA degli ultimi 20 anni a proposito della protezione dell'occupazione.
Non si parlerà di teoria, altrimenti poi qualcuno dice che sono uno "scolaretto indottrinato". Mi metto da parte e faccio parlare i dati analizzati da gente che ne sa infinitamente più di me, non dagli opinionisti "della domenica".
Qui ci metto il riassutino, i secchioni come me possono consultare questo studio di una quarantina di pagine di Per Skedinger (professore di economia all'Università di Stoccolma):
http://www.google.com/url?sa=t&rct=j...yTccvs4UgTfccw
I risultati si riferiscono ai paesi ocse. Vediamo queste regolarità empiriche:
1) In presenza di protezione dell’occupazione i flussi da occupazione a disoccupazione e viceversa sono minori.
2) In presenza di protezione dell’occupazione, le donne e i giovani fanno peggio degli altri gruppi in termini sia di occupazione (piu’ bassa) sia di disoccupazione (piu’ alta)
3) In presenza di protezione dell’occupazione la creazione e la distruzione di posti di lavoro sono entrambi piu’ lenti. Si riduce cioe’ la velocita’ di riallocazione dei lavoratori. Anche questa evidenza e’ in linea con la teoria.
4) Tutti i precedenti effetti (1, 2, 3) sono piu’ forti in presenza di contrattazione collettiva, cioe’ quando i salari fanno piu’ difficolta’ ad aggiustarsi.
5) In presenza di protezione dell’occupazione le imprese diventano piu’ selettive e assumono con maggiore probabilita’ lavoratori piu’ istruiti.
6) Quando si riduce la protezione dell’occupazione le imprese iniziano a sostituire contratti temporanei con contratti permanenti. Cioe’ piu’ persone vengono assunte con contratti a tempo indeterminato.
7) Empiricamente ci sono poi effetti su altre variabili, come i salari e i tassi di investimento (mentre e' ormai assodato che in Italia non sembrano esserci effetti rilevanti sul tasso di crescita delle imprese).
Chi ne vuole sapere un po' di più, legga questo articolo: http://noisefromamerika.org/articolo...rte-2-evidenza
Di fatto, questa discussione è un estratto dell'articolo appena linkato, scritto dai professori Zanella e Bisin.
Non si parlerà di teoria, altrimenti poi qualcuno dice che sono uno "scolaretto indottrinato". Mi metto da parte e faccio parlare i dati analizzati da gente che ne sa infinitamente più di me, non dagli opinionisti "della domenica".
Qui ci metto il riassutino, i secchioni come me possono consultare questo studio di una quarantina di pagine di Per Skedinger (professore di economia all'Università di Stoccolma):
http://www.google.com/url?sa=t&rct=j...yTccvs4UgTfccw
I risultati si riferiscono ai paesi ocse. Vediamo queste regolarità empiriche:
1) In presenza di protezione dell’occupazione i flussi da occupazione a disoccupazione e viceversa sono minori.
2) In presenza di protezione dell’occupazione, le donne e i giovani fanno peggio degli altri gruppi in termini sia di occupazione (piu’ bassa) sia di disoccupazione (piu’ alta)
3) In presenza di protezione dell’occupazione la creazione e la distruzione di posti di lavoro sono entrambi piu’ lenti. Si riduce cioe’ la velocita’ di riallocazione dei lavoratori. Anche questa evidenza e’ in linea con la teoria.
4) Tutti i precedenti effetti (1, 2, 3) sono piu’ forti in presenza di contrattazione collettiva, cioe’ quando i salari fanno piu’ difficolta’ ad aggiustarsi.
5) In presenza di protezione dell’occupazione le imprese diventano piu’ selettive e assumono con maggiore probabilita’ lavoratori piu’ istruiti.
6) Quando si riduce la protezione dell’occupazione le imprese iniziano a sostituire contratti temporanei con contratti permanenti. Cioe’ piu’ persone vengono assunte con contratti a tempo indeterminato.
7) Empiricamente ci sono poi effetti su altre variabili, come i salari e i tassi di investimento (mentre e' ormai assodato che in Italia non sembrano esserci effetti rilevanti sul tasso di crescita delle imprese).
Chi ne vuole sapere un po' di più, legga questo articolo: http://noisefromamerika.org/articolo...rte-2-evidenza
Di fatto, questa discussione è un estratto dell'articolo appena linkato, scritto dai professori Zanella e Bisin.
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