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Una modesta proposta per riformare le elezioni locali

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    Una modesta proposta per riformare le elezioni locali

    Vi riporto un articolo interessantissimo scritto dal prof. Sandro Brusco, docente di economia alla Stony Brook University of New York. Ditemi cosa ne pensate.

    La proposta è in due parti. Primo, mettere automaticamente sulla scheda elettorale l'opzione ''nessuno di questi''. La vittoria di tale opzione comporta il commissariamento dell'ente per tre anni. Secondo, istituire la possibilità della revoca dell'elezione. Tale possibilità è messa in atto raccogliendo un numero sufficiente di firme e istituendo un referendum sulla giunta esistente. In caso di vittoria del referendum l'ente viene commissariato fino alle successive elezioni, tenute alla normale scadenza.

    Introduzione
    In un paio di settimane gli italiani saranno chiamati alle urne in un buon numero di comuni e province, tra cui realtà importanti come Milano e Napoli. Non credo di essere l'unico che prova assai poco entusiasmo per la qualità dei principali candidati e credo che la diffidenza verso le forze politiche tradizionali, che negli ultimi anni ha condotto a un aumento dell'astensionismo sia nelle elezioni politiche sia in quelle regionali, si manifesterà nuovamente. E, come nel passato, l'aumentato astensionismo non servirà a nulla, in termini di miglioramento della offerta politica. In effetti esiste la concreta possibilità che l'astensionismo favorisca le forze più clientelari dato che, al diminure del numero complessivo di voti, i voti ''acquistati'' finiscono per contare di più in termini percentuali.

    In questo post vorrei offrire un paio di proposte per rendere più concreto il controllo degli elettori sugli eletti negli enti locali. Si tratta di un paio di modifiche che possono essere introdotte senza alcun addizionale cambiamento delle regole elettorali.

    L'opzione ''nessuno di questi''
    Per dare maggiore potere ai cittadini è opportuno introdurre automaticamente sulle schede l'opzione ''nessuno di questi''. Il voto a tale opzione funziona come il voto a qualunque altra lista, eccetto che in caso di vittoria viene automaticamente nominato un commissario, con i poteri che già ora sono regolati dalla legge.

    Consideriamo per esempio un comune con più di 15.000 abitanti, nel quale quindi il sindaco viene scelto con il metodo del doppio turno. Se due candidati ottengono più voti del simbolo ''nessuno di questi'' allora tale opzione diventa irrilevante. Se il simbolo ''nessuno di questi'' arriva secondo allora resta irrilevante se il candidato che arriva primo (chiamiamolo candidato A) ottiene la maggioranza assoluta dei voti, altrimenti si va al ballottaggio. Al ballottaggio gli elettori possono scegliere tra il ''candidato A'' e ''nessuno di questi''. Se vince il candidato A questi diventa sindaco, esattamente come avviene ora. Anche la selezione dei consiglieri resta identica a quella attuale, con possibilità di apparentamento tra le liste che sostengono al ballottaggio il candidato A etc. etc. Se invece vince ''nessuno di questi'' il comune viene commissariato per tre anni, dopodichè si torna a votare. Infine, se ''nessuno di questi'' arriva primo con la maggioranza assoluta dei voti allora il comune viene immediatamente commissariato, altrimenti si va al ballottaggio e vale quanto appena detto.

    Il meccanismo si può adattare anche ad altri enti locali (per esempio regioni e comuni con meno di 15.000 abitanti) che usano sistemi elettorali differenti. Per esempio, se in una elezione regionale l'opzione ''nessuno di questi'' risulta la più votata allora la regione viene commissariata, altrimenti l'ozione diventa irrilevante.

    Tale opzione darebbe quindi uno sfogo più concreto, e potenzialmente assai più efficace, alla protesta da parte dei cittadini in quegli enti locali nei quali nessuna delle liste che appaiono sulla scheda appare soddisfacente. A sua volta tale accresciuto potere ''di minaccia'' verso le forze politiche tradizionali potrebbe stimolare la selezione di un miglior personale politico.
    Inoltre, la presenza di queste opzioni avrebbe il beneficio di rendere contendibili anche enti locali che al momento vedono una minoranza così debole (ad esempio le regioni Veneto e Toscana) da rendere la maggioranza regionale praticamente immune da sfide politiche.

    La revoca dell'elezione
    Se una giunta eletta si rivela inefficace e incompetente, con la legislazione attuale i cittadini si vedono costretti ad attendere fino alle elezioni successive per porre rimedio al proprio ''errore''. Un modo per ovviare a questo problema è quello di introdurre il meccanismo della revoca dell'elezione (ciò che negli USA viene chiamata recall election).

    La nostra proposta è che quando una certa frazione degli elettori dell'ente locale (per esempio, l'otto per cento) lo richiede, venga convocato un referendum sulla giunta esistente. Al referendum si decide se continuare o meno con la stessa giunta o se avviare la procedura di commissariamento. Una vittoria dei SI porta allo scioglimento del consiglio e alla nomina di un commissario che resta in carica tre anni. La vittoria del NO porta al mantenimento della giunta in carica.

    Le modalità del referendum verrebbero stabilite dalla legge. Sarebbe a nostro avviso opportuno mantenere una soglia alta per il numero di firme, ma evitare di condizionare la validità del risultato al raggiungimento di un quorum (per la verità queste modifiche sarebbero opportune anche per i referendum nazionali, ma ciò richiede una modifica costituzionale). Data l'intensa partigianeria che caratterizza la politica italiana è opportuno stabilire che occorre attendere almeno due anni dall'elezione del consiglio per permettere la celebrazione del referendum e che un singolo referendum può essere tenuto in ciascuna legislatura. Questo per evitare il costante tentativo da parte della parte sconfitta all'elezione di ''rifarsi'' immediatamente, sperando magari che la bassa partecipazione al referendum di revoca porti a risultati sorpresa.



    (Questo articolo è apparso oggi sul blog noisefromamerika.org)

    #2
    Riferimento: Una modesta proposta per riformare le elezioni locali

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    Soprattutto la revoca dell'elezione.
    Insomma non è possibile che se un'amministrazione è incompetente devi aspettare 4 anni per rivotare (magari qualcun'altro altrettanto incompetente).
    Se ci fossero questi meccanismi si avrebbe un modo per "ricattare" i politici da parte nostra. Nel senso, io oggi ti voto e ti do fiducia, ma se tu non concludi nulla e mi prendi in giro io faccio di tutto per revocarti l'elezione. In questo modo si sentirebbero col fiato sul collo e oltre che stare li per prendersi gli stipendi d'oro penserebbero davvero a fare qualcosa di utile.

    Ovvio che un meccanismo del genere al livello di stato centrale sarebbe complicato. Insomma non si può avere un governo che cade un anno si e l'altro pure. In quel caso si dovrebbe trovare un'altra soluzione.

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