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LA FESTA E' FINITA. Da Bruxelles le nuove regole sul debito pubblico

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    LA FESTA E' FINITA. Da Bruxelles le nuove regole sul debito pubblico

    LA FESTA E' FINITA

    Da Bruxelles le nuove regole sul debito pubblico. Una cura da cavallo per l'Italia che dovrà abbattere 900 miliardi di euro. Pagheranno i cittadini o faremo la fine della Grecia


    di Giorgio Meletti - 10 febbraio 2011

    Quello che sta per accadere all'Italia è molto più grave di quello che la gente pensa, mentre ci si occupa degli scandali sessuali di Berlusconi. All'Unione Europea si sta per decidere una cura da cavallo per i conti pubblici dei 27 paesi membri, ma in particolare per quelli aderenti all'Euro. E tra i paesi messi peggio, fra quelli che dovranno subire le cose più severe, c'è l'Italia. Perché l'Italia ha il più alto debito pubblico tra i paesi europei. Un debito che si misura oggi al 120% del Pil; questo significa che per ogni Euro prodotto di ricchezza in un anno dagli italiani, gli stessi hanno 1,20 Euro di debito.
    L'Europa vuole che il debito venga riportato a quello che è considerato il tetto fisiologico, cioè il 60% del Pil. Dal 120% al 60% il conto è presto fatto, bisogna ridurre il debito della metà, dimezzarlo, saldare 900 miliardi di Euro. Questo significa che probabilmente nei prossimi mesi il governo, quello attualmente in carica o il prossimo, dovrà imporre una manovra sui conti pubblici di proporzioni mai viste prima in Italia.
    Si è parlato dell'ultima manovra fatta l'anno scorso da Tremonti da 25 miliardi. I conti sono stati fatti, ne ha parlato anche Il Fatto Quotidiano in un lungo e dettagliato articolo. E' pensabile che si arrivi ad una "cura" da 50 miliardi di Euro all'anno per un numero imprecisato di anni e questo significa che lo Stato dovrà tagliare ancora di più, se è possibile, la spesa pubblica e probabilmente andare a cercare denaro nelle tasche degli italiani, con un aumento della tassazione significativo.
    Mettere le mani nelle tasche degli italiani può significare due cose: o un aumento della tassazione dei consumi e del reddito, di un aumento dell'Iva da una parte e un aumento dell'IRPEF che colpisce i consumi e i redditi, oppure c'è la strada della patrimoniale. Quest'ultima tassa i patrimoni: si va a vedere sostanzialmente il patrimonio che ogni famiglia detiene in immobili o in titoli. Il problema della patrimoniale è che, siccome alla fine si teme che il poi paghino sempre gli stessi, quelli che hanno il patrimonio visibile (come la casa di proprietà) si inneschino dei conflitti sociali molto forti.
    In Europa è in corso una trattativa in cui però l'Italia non ha una posizione di forza. Dunque si può più o meno capire come andrà a finire: la Francia e la Germania, che sono in questo momento i due paesi forti dell'Unione Europea, detteranno queste regole, e chi non seguirà questo percorso forzato di rientro dal debito, non sarà sostenuto dal cosiddetto fondo salva-stati, quel fondo di garanzia comunitario che serve ad assistere, com'è già stato fatto con la Grecia nei mesi scorsi, il corso dei titoli pubblici emessi da un paese. Questo vuol dire che se l'Italia non applica questa cura drastica sui conti pubblici, imponendo sacrifici mai visti prima, il rischio che corre è di avere una crisi finanziaria tipo Grecia o in Portogallo.

    LE ORIGINI DEL DEBITO ITALIANAO. Il debito pubblico italiano è esploso negli anni 80. Ricordiamoci che nei parametri di Maastricht, quelli per entrare nell'Euro negli anni 90, fu fissato come testo all'indebitamento il 60% del Pil. L'Italia era già oltre il 100%. Ma nonostante tutto riuscì ad entrare nell'Euro grazie alla diplomazia di Prodi e di Ciampi che riuscirono sostanzialmente a ottenere una deroga. Questa deroga fu ottenuta dando dimostrazioni di buona volontà. Negli anni del Governo Prodi dal 1996 al 1998 il Pil effettivamente scese parecchio. Il percorso continuò anche durante i due anni con Tommaso Padoa Schioppa. In questi ultimi due anni di governo Berlusconi, invece, il debito italiano è tornato a esplodere.
    Quando siamo entrati nell'Euro, circa 10 anni fa, poco più, avevamo il debito pubblico che era sceso alle soglie del 100%. Adesso, all'improvviso, è balzato nuovamente al 120%. Quello che purtroppo si deve constatare è che da una parte non c'è stata severità sui conti pubblici, nonostante le dichiarazioni, e dall'altra parte bisogna considerare che il debito si misura rispetto al Pil. Ciò che costituisce per l'Italia un grave handicap è il fatto che l'economia non cresce e quindi in un'economia con un Pil che cresce molto meno degli altri paesi, questo debito si vede di più, è più pesante ed è un fardello sempre più difficilmente sostenibile.

    Fonte: http://www.cadoinpiedi.it/2011/02/10..._e_finita.html

    #2
    Riferimento: LA FESTA E' FINITA. Da Bruxelles le nuove regole sul debito pubblico

    Sinceramente non capisco come mai l'Europa stia esagerando nel cercare di aiutare la Grecia a rimanere nell'eurozona. La Grecia ha fatto una cosa (più o meno come l'Italia): ha finanziato il proprio disavanzo di bilancio emettendo debito pubblico (cioè si è fatta prestare i soldi dai greci, ma non solo, per spenderli); e ha speso molto male quei soldi. Ad esempio: in Grecia hanno le pensioni di reversibilità che vanno non solo dal padre (quando muore) alla madre vedova, ma anche dalla madre (quando muore) alla figlia zitella. Questa cosa (assurda direi) assomiglia molto alle politiche fiscali fatte dal pentapartito degli anni '80 (ricordate le baby-pensioni?).
    Ricapitolando: la Grecia si è indebitata col resto del mondo e ha sprecato denaro lanciandosi in una specie di festa gigantesca, e adesso che è stato presentato il conto non hanno voglia di pagare.

    Per l'Italia il discorso è molto simile. Prima o poi i debiti andranno pagati, e non ci si dovrà lamentare se le cose precipiteranno.
    Un tempo, il governo chiedeva alla banca d'italia di emettere moneta per finanziare il proprio disavanzo (monetizzazione del debito). Questo faceva crescere l'inflazione che, a sua volta, andava ad erodere lo stock di debito. Oggi, questo giochetto da furbetti non si può più fare perché abbiamo delegato la gestione della politica monetaria alla bce. 'Sto fatto dovrebbe responsabilizzare la classe politica, ma così non è.
    Di fatto, dagli anni '60 fino ad ora il debito è cresciuto anche a causa di sconsiderate politiche fiscali fatte da una classe politica incompetente. La colpa naturalmente, in ultima analisi, è dei nostri genitori e dei nostri nonni, i quali non hanno saputo scegliere i nostri rappresentanti politici. Arriverà, prima o poi, il conto da pagare e poi saranno guai. Immagino già le rivolte di piazza (comprensibili ma ingiustificabili, forse un po' patetiche, dal momento che siamo noi a scegliere chi esercita la funzione di attuare la politica economica).

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      #3
      Riferimento: LA FESTA E' FINITA. Da Bruxelles le nuove regole sul debito pubblico

      Esatto. Gli italiani non capiscono il problema fino a quando non ci sbattono con la testa.

      Non hanno capito che la classe politica di oggi (ed intendo TUTTA: destra - sinistra - centro) deve essere sbattuta a calci fuori dai palazzi del governo.

      Sono gli stessi che ci governavano 15 anni fa ... e fanno gli stessi errori.

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