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    Riferimento: Favorevole o contrario alla chiusura dell'ILVA? Partecipa al sondaggio

    Ilva: via al sequestro, imminenti gli 8 arresti
    Operai in corteo, Clini: "Subito il riesame"


    Disposti i sigilli a sei reparti a caldo dell'acciaieria, in arrivo anche otto ordini di custodia ai domiciliari per alcuni dirigenti. L'indagine è per "disastro ambientale". Cinquemila i dipendenti in strada: in corteo hanno raggiunto il cento città. A Roma firmato il patto per il risanamento: sul piatto 336 milioni. Passera: "Garantire la continuità operativa"






    TARANTO - Il gip di Taranto Patrizia Todisco ha firmato il provvedimento di sequestro senza facoltà d'uso dell'intera area a caldo dello stabilimento siderurgico Ilva. I sigilli sono previsti per i parchi minerali, le cokerie, l'area agglomerazione, l'area altiforni, le acciaierie e la gestione materiali ferrosi. Disposti otto arresti per gli indagati nell'inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici del siderurgico. Gli operai sono usciti dallo stabilimento e hanno dato vita a una manifestazione sulle statali Appia e 106. Poi in corteo hanno raggiunto il centro della città per un presidio sul ponte giravole. Sono circa 5.000, 200 quelli in sit-in davanti alla Prefettura. "Chiederò che il provvedimento di riesame avvenga con la massima urgenza", fa sapere il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che nel frattempo a Roma ha firmato a Roma il patto per le boniche e il risanamento di Taranto: un accordo da 336 milioni di euro. Ma sulla vicenda interviene anche il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera: "Governo e istituzioni locali faranno tutto il possibile per individuare soluzioni che tutelino occupazione e sostenibilità produttiva. E' necessario avviare e portare avanti, una volta per tutte, il superamento strutturale delle motivazioni che hanno portato al sequestro. Si tratta di uno dei più importanti impianti del Paese, la cui produzione è di grande importanza per diversi comparti del nostro sistema industriale".


    FOTO MIGLIAIA DI OPERAI IN CORTEO

    VIDEO "IL LAVORO NON SI TOCCA", LA MARCIA DEI 5MILA

    I SIGILLI E GLI ARRESTI - Sono 8 gli indagati, tra dirigenti ed ex dirigenti dell'Ilva, per i quali il gip ha disposto i domiciliari. Cinque di questi erano già inquisiti e avevano nominato propri consulenti nell'ambito dell'incidente probatorio. I provvedimenti sono stati firmati ma non ancora notificati. Riguardano il patron Emilio Riva, presidente dell'Ilva Spa fino al maggio 2010, il figlio Nicola Riva, che gli è succeduto nella carica e si è dimesso un paio di settimane fa, l'ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso, il dirigente capo dell'area del reparto cokerie, Ivan Di Maggio, il responsabile dell'area agglomerato, Angelo Cavallo. La misura cautelare, però riguarderebbe anche altri tre dirigenti che hanno assunto incarichi in tempi più recenti . Per quanto riguarda i sigilli agli impianti, sono state individuate anche tre figure tecniche (due funzionari dell'Arpa Puglia e uno dei Dipartimenti di prevenzione dell'Asl di Bari) che dovranno sovrintendere alle operazioni e garantire il rispetto delle norme di sicurezza. Della gestione delle fasi che attengono al personale si occuperà un commercialista e revisore contabile. Due le ordinanze del gip Todisco: quella che dispone il sequestro di sei impianti è di circa 300 pagine (come l'altra per gli arresti) e contiene, tra le motivazioni del provvedimento, anche pezzi dei risultati dell'incidente probatorio durante il quale sono state discusse due perizie - una chimica e l'altra medico-epidemiologica - disposte dal magistrato su richiesta della Procura.

    DOCUMENTI/1 Le coclusioni della perizia epidemiologica
    DOCUMENTI/2 I risultati dell'indagine dei chimici

    IL MINISTRO - "La magistratura sta procedendo al sequestro degli impianti e ad altre misure cautelari - dice Clini - e "l'intenzione del governo è di sostenere la continuazione delle attività produttive nel sito industriale". Per questo - aggiunge - "chiederò che il riesame dei provvedimenti giudiziari avvenga nel minor tempo possibile, entro giorni e non mesi, perché non possiamo sostenere il probabile clima di tensione economica e sociale". "L'iniziativa della magistratura incide sulla vita di 15mila persone", ha aggiunto Clini assicurando che il Governo "vigilerà sul fatto che l'azienda continui a stare a Taranto anche per potare avanti il programma di risanamento ambientale". Secondo il ministro, infatti, nonostante i provvedimenti giudiziari, "non è detto che l'impianto venga chiuso, anche perché non si tratta di impianti che si chiudono con un bottone, e quindi abbiamo un ragionevole tempo per risolvere la situazione".

    LA FOTOSTORIA DELL'IMPIANTO

    LA PROTESTA - I sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm hanno organizzato la mobilitazione avendo avuto sentore dell'imminente la notifica del provvedimento da parte dei carabinieri. Un assembramento di 3-4000 persone si è formato sulla statale 7 Appia, all'altezza della direzione aziendale, ed è partito in corteo verso il centro della città. Altre 3000 persone, dipendenti del 2° turno, si sono uniti alla manifestazione. Un nuovo blitz dopo quello di ieri, chiamato dai lavoratori stessi 'sciopero preventivo'. Il rincorrersi di voci sul sequestro, la tensione alle stelle, la città blindata: i lavoratori stremati dall'attesa hanno deciso di dare vita alla protesta, mentre a Roma il governo, gli enti locali e le parti sociali firmavano l'accordo sulle bonifiche e per il risanamento della città jonica. Una manifestazione si è svolta anche nella capitale, sotto al ministero dell'Ambiente. Un elicottero dei carabinieri dalla mattina sorvola l'area dello stabilimento e le strade che portano al centro di Taranto sono presidiate dalle forze dell'ordine. I lavoratori sono gli stessi che il 30 marzo invasero la città. Quella volta erano il doppio e sfilarono nel giorno in cui venivano consacrate in incidente probatorio due perizie che accusano Ilva di produrre, oltre all'acciaio, malattia e morte. "L'azienda ecocompatibile va bene - dice un operaio - ma bisogna dare tempo all'azienda. Noi dobbiamo continuare a lavorare, altrimenti dove si va?". "In questa città - gli fa eco un collega - le prospettive sono quasi zero. La chiusura dell'Ilva manderebbe in crisi le nostre famiglie. Sarebbe una decisione traumatica".
    IL BLITZ DI IERI FOTO VIDEO

    GLI AVVERTIMENTI - I magistrati sono come rinchiusi in un bunker. Non hanno la scorta, ma quella che si chiama sorveglianza speciale, una macchina delle forze di polizia li segue passo dopo passo per paura di qualche esagitato. "Cinque lettere negli ultimi anni, senza mai avere avuto una risposta" ha ripetuto fino all'ultimo il procuratore di Taranto, Franco Sebastio da settimane. L'ultima - alla Regione, alla Prefettura, al ministero eccetera eccetera - diceva così: "Dal contenuto della relazione tecnica depositata si desumono elementi conoscitivi tali da destare particolare allarme. Gli elementi fin qui accertati possono e debbono essere valutati dagli enti diretti destinatari di questa comunicazione, i quali sono titolari di specifici 'poteri-doveri' di intervento in materia di intervento (...) c'è da tutelare il diritto alla salute e quindi alla vita, unico di tali diritti che, oltre ad essere assoluto e valido erga omnes, non tollera alcun contemperamento ".

    IL 'PATTO PER TARANTO' - Le risorse per "interventi urgenti di riqualificazione ambientale" a Taranto saranno pari a "un importo complessivo di 336 milioni di euro". Lo ha detto Clini spiegando i contenuti del protocollo d'intesa firmato oggi al ministero, mentre era in corso una manifestazione cui hanno partecipato alcuni cittadini di Taranto organizzati in comitati e associazioni ("Aria irrespirabile, cibo inquinato e acqua imbevibile" gli slogan scanditi). L'accordo prevede una "cabina di regia" presieduta dal presidente Vendola. La firma del protocollo è arrivata oggi al termine una riunione al ministero che ha coinvolto anche le istituzioni locali e i sindacati. E l'intesa "non è una risposta alle iniziative della magistratura ma un impegno per andare avanti in tempi rapidissimi", ha sottolineato ancora Clini spiegando che "le autorità daranno le prescrizioni per gli interventi che saranno a carico dell'impresa". Secondo il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, si tratta di "una terapia d'urto per sanare una malattia nata 52 anni fa".

    REGIONE PARTE CIVILE -
    Se si dovesse arrivare al processo, la Regione Puglia si costituirà parte civile, annuncia Vendola. "Se la magistratura - dice - avesse indicato delle prescrizioni, l'Ilva avrebbe il dovere di adempierle". "In tutte le vicende in cui c'è la lesione di un danno collettivo - prosegue Vendola - normalmente ci costituiamo parte civile. E penso che lo faremo anche in questo caso". In questo momento, osserva però il governatore della Puglia, "il pensiero è per gli operai e le loro famiglie, a cui va tutta la solidarietà di chi vive con grande apprensione quello che sarebbe disastroso per Taranto, la Puglia e l'economia italiana".
    (26 luglio 2012)


    http://bari.repubblica.it/cronaca/20...74/?ref=HREA-1

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