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PDL: un partito alla deriva?

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    PDL: un partito alla deriva?

    Silvio ha deciso: un nuovo gruppo sostituirà i 14 espulsi

    Sono più del previsto i parlamentari finiani in procinto di essere scomunicati dal partito berlusconiano nell’Ufficio di presidenza di stasera. Saranno rimpizzati da rappresentanti del gruppo misto e dell’Mpa

    Sarebbero 14 secondo quanto si vocifera alla Camera dei deputati i parlamentari finiani dei quali lo stato maggiore del Pdl chiederà la testa nell’Ufficio di Presidenza del partito previsto per stasera. Un’ecatombe.

    MPA E MISTO – Deputati e senatori vicini al presidente della Camera verrebbero rimpiazzati da rappresentanti del gruppo misto e dell’Mpa. Già nelle votazioni di stamattina a Montecitorio si sarebbero viste alcune astensioni e “voti favorevoli sospetti“. Resta fuori dai giochi l’Udc di Pier Ferdinando Casini. Il Pdl punta all’autosufficienza senza l’apporto dei centristi. Le new entry della maggioranza formeranno un nuovo gruppo parlamentare insieme ai rappresentanti dell’Mpa.

    LA CONTA DEI FINIANI – Intanto i i finiani preparano le loro contromosse. Secondo quanto si apprende da fonti della maggioranza, se dovessero scattare una epurazione all’indirizzo nei confronti di alcuni uomini vicini all’ex presidente di An, gli uomini di Fini sarebbero pronti a costituire un gruppo parlamentare autonomo. Il gruppo sarebbe formato da una trentina di deputati, di cui 20, tutti quelli del Comitato nazionale di Generazione Italia, hanno già sottoscritto oggi l’atto di nascita. Ma il numero degli aderenti potrebbe essere destinato a crescere, perchè potrebbero aderire altri finiani doc, come Giulia Bongiorno, Donato Lamorte e Roberto Menia. Allo stato, non c’è nulla di ufficiale, ma l’operazione è partita. Ogni decisione è rimessa, in ogni caso, nelle mani di Fini. Dopo aver visto i suoi, Italo Bocchino è andato dal presidente della Camera per fare il punto dulla manovra in vista del voto di fiducia. Un’iniziativa analoga è stata promossa in queste ore a palazzo Madama dal senatore Giuseppe Valditara e coinvolgerebbe una decina di parlamentari.

    http://www.giornalettismo.com/archiv...co-sostituira/

    Il lo sapevo che finiva così .. alla favola del partito unito non ci ho mai creduto ...

    E ora me la rido

    Però nonostante questo .. non penso che questo governo sia arrivato al capolinea. Una cosa è certa .. ci saranno un bel po' di problemi prossimamente ...
    Ultima modifica di Butterfly; 30/07/2010, 12:14.

    #2
    Riferimento: PDL: un partito alla deriva?

    Berlusconi: "Mi sono tolto un peso"
    E minaccia di tornare alle elezioni

    Il premier si sfoga con i suoi dopo la cacciata dei finiani dal partito: "Mi sento liberato, come quando ho divorziato da Veronica". A Montecitorio sfiora il nemico senza guardarlo
    di FRANCESCO BEI

    ROMA - "Mi sono tolto un peso, mi sento liberato. Come quando ho divorziato". Al termine di quello che sarà ricordato come il giorno più lungo della legislatura, Silvio Berlusconi tira un sospiro di sollievo e già pensa alla prossima campagna elettorale. "Vediamo quanti parlamentari gli andranno dietro. Se ci renderanno la vita difficile, torneremo al giudizio degli italiani". Consiglio di guerra a palazzo Grazioli. Dalla mattina entrano ed escono nel salotto del Cavaliere tutti i più stretti collaboratori, da Letta a Ghedini, da Bonaiuti a Bondi. Berlusconi non ha più remore, non ascolta più chi gli consiglia di non precipitare la situazione: "Basta, con questa rissa continua il Pdl ha già perso il 5 per cento nei sondaggi. Non sto fermo a farmi massacrare". Dopo pranzo nuova riunione con i coordinatori e i capigruppo per stendere la sentenza di condanna al presidente della Camera. Ma la decisione di rompere con Fini in verità è già stata presa la sera prima, a nulla è valsa la corsa notturna (in Vespa e sandali tedeschi) di Giuliano Ferrara al Plebiscito per scongiurare l'irreparabile.

    Così, dopo averci dormito sopra, indispettito dalla lettura dei giornali, Berlusconi è andato a sfidare il nemico in campo aperto. "Andiamo alla Camera", ha ordinato a sorpresa alla scorta prima di pranzo. Mentre Fini presiedeva, il Cavaliere ha fatto ingresso nell'Aula durante le votazioni sulla manovra. Né uno sguardo né un saluto con Fini. Berlusconi gli ha voltato le spalle, ignorandolo platealmente. Quindi, seduto al banco del governo, a meno di due metri dalla poltrona di Fini, si è messo a discutere con Bobo Maroni le prossime mosse: "Voglio nominare sei nuovi sottosegretari. Poi voglio promuovere tutti gli attuali sottosegretari a viceministri... è un titolo più onorevole".

    Il premier ragiona come se dovesse durare fino alla fine della legislatura. Ma non esclude più nulla. "Mettiamoci a lavorare alla campagna elettorale", ha detto a tutti quelli che negli ultimi giorni sono andati a trovarlo. Il ragionamento del premier non prevede infatti subordinate. Non esistono governi di transizione. Il piano, nel caso qualcuno volesse provarci, è quello di trasformare palazzo Madama nel "ridotto della Valtellina", il luogo dove organizzare la difesa finale. "Al Senato avremo comunque la maggioranza - ha spiegato Berlusconi - e, se pure Fini riuscisse a provocare la crisi, diremo a Napolitano che non sosterremo nessun altra soluzione se non il ritorno alle urne. Io sono un imprenditore, al rischio sono abituato".

    Visto che ormai ha deciso di affrontare a viso aperto i suoi nemici, Berlusconi è intenzionato ad andare martedì prossimo in Senato per pronunciare un duro j'accuse nei confronti delle procure, preannunciando l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare sull'uso "politico" della giustizia. Commissione che avrà gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria, potrà chiedere ai pm le carte delle inchieste in corso sul Pdl e interrogarli in audizione. "Faremo il processo a chi ci vuole processare", preannuncia un falco berlusconiano. L'escalation contro i giudici è dovuta anche all'incubo che inizia a farsi strada a palazzo Grazioli. Tra ottobre e novembre è attesa infatti la sentenza della Corte costituzionale sul legittimo impedimento e i consiglieri giuridici del premier si aspettano una bocciatura. A quel punto, senza il lodo Alfano costituzionale, Berlusconi sarà privo di qualsiasi scudo. E a Milano ricomincerà a ticchettare il conto alla rovescia per la sentenza nel processo Mills. L'imperativo dunque è quello di passare subito al contrattacco.

    Deciso a sistemare tutti i conti aperti, il premier sarebbe prossimo anche a un "chiarimento finale" con l'altro uomo forte del Pdl: Giulio Tremonti. Il ministro che, in queste settimane, di fatto ha commissariato palazzo Chigi, gestendo in proprio la difficile partita della manovra. Un confronto tra i due ci sarà a settembre, perché i nemici vanno affrontati "uno alla volta".

    Berlusconi dunque pensa alle elezioni. Tanto che ha iniziato a prendere le misure a quello che considera già il suo prossimo sfidante: Nichi Vendola. Su di lui il premier ha chiesto sondaggi perché non ritiene la sfida tanto semplice. "C'è la convinzione - si leggeva due giorni fa sul "Mattinale" berlusconiano - che in Italia una leadership di sinistra radicale non avrebbe mai spazio. È la stessa convinzione che ha portato Bassolino prima e Vendola poi ad espugnare regioni tradizionalmente di centrodestra. Berlusconi è l'unico che può affrontare un avversario venuto dal nulla che appare come l'Obama italiano".

    In serata il Cavaliere, per dimenticare Fini, è andato alla festa per i 50 anni di Gianfranco Rotondi. E la notte è scivolata via fra una barzelletta e una canzone di Peppino di Capri.

    (30 luglio 2010)

    http://www.repubblica.it/politica/20...60/?ref=HREA-1

    Fini ha perso una grande occasione. Poteva trasformare il PDL in un parito di una destra normale ed eliminare Berlusconi e i suoi interessi ... invece ha preferito muoversi con dichiarazioni che andavano contro l'operato del governo in modo tale da recuperare quei consensi che aveva perso quando si è alleato con Berlusconi ... ma di fatto non ha concluso nulla. Evidentemente il richiamo della poltrona era più forte rispetto al rinnovamento di cui tanto si parlava. Il problema è che ora si ritrova con un pugno di mosche in mano, è riuscito solo a farsi cacciare (e deridere) dal nano.
    La cosa triste poi è che in parlamento dall'altra parte c'è un PD che dorme.

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      #3
      Riferimento: PDL: un partito alla deriva?

      ho sentito qualcosina alla radio oggi, fini vuole formare un nuovo partito mi pare chiamato NL (nazione e libertà credo) e avrebbe già 8 membri, 4 dei quali erano del pdl
      ma credo siano solo voci da giornalisti
      faccio delle ricerche e scrivo qualcosa di più attedibile =)
      "I keep memories inside. Memories are nice but that's all they are."

      Originariamente inviato da CesaroSummability
      Ragion per cui (questa è per i miei fans Rizla e Clara, vi amo u_u)
      :Q_
      Take me to the magic of the moment on a glory night where the children of tomorrow dream away in the wind of change

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        #4
        Riferimento: PDL: un partito alla deriva?

        Nasce Azione Nazionale: i gruppi finiani in parlamento
        Pubblicato il 30 - luglio - 2010


        “Azione Nazionale”, con l’acronimo ‘An’, è il nome scelto da Gianfranco Fini per i nuovi gruppi finiani che, dopo il divorzio dal Pdl, si costituiranno in Parlamento. Al momento i deputati che hanno inviato la lettera di dimissioni e hanno dato la disponibilità ad aderire al nuovo gruppo sono 35, mentre al Senato le difficoltà sono maggiori e sono otto i senatori dichiaratamente finiani che però non hanno ancora rassegnato le dimissioni dal gruppo Pdl. Fini ha incontrato questa mattina alcuni dei senatori per capire la situazione al Senato. Ma i sottosegretari Andrea Augello e Pasquale Viespoli (che si sono molto spesi nel ruolo di mediazione con Berlusconi) e altri tre senatori che fanno loro riferimento, non hanno ancora sciolto la riserva.

        La crisi del Pdl arriva in aula alla Camera, con il capogruppo Fabrizio Cicchitto che “sfiducia” il presidente Gianfranco Fini, e le opposizioni, a partire dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che ha chiesto che il premier Berlusconi venga a chiarire in Parlamento. Intanto c’è attesa per la replica di Fini, all’indomani della rottura con Berlusconi. Alle ore 15, presso l’Hotel Minerva a Roma, il presidente della Camera farà una dichiarazione alla stampa. (Ansa)


        http://lnx.cataniapolitica.it/wordpress/pol/14079

        Bagia hanno cambiato in azione nazionale =)
        non ho trovato di meglio =(
        "I keep memories inside. Memories are nice but that's all they are."

        Originariamente inviato da CesaroSummability
        Ragion per cui (questa è per i miei fans Rizla e Clara, vi amo u_u)
        :Q_
        Take me to the magic of the moment on a glory night where the children of tomorrow dream away in the wind of change

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          #5
          Riferimento: PDL: un partito alla deriva?



          Un minuto di silenzio

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            #6
            Riferimento: PDL: un partito alla deriva?

            Originariamente inviato da Clara Visualizza il messaggio
            Bagia hanno cambiato in azione nazionale =)
            non ho trovato di meglio =(

            Evidentemente è la prima cosa che è venuta in mente pensando al caro vecchio acronimo AN. E poi così è anche più simile al loro "braccio" all'interno delle università (azione universitaria).

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              #7
              Riferimento: PDL: un partito alla deriva?

              Nasce «Futuro e Libertà per l’Italia»: aderiscono 34 deputati e dieci senatori
              Fini: non mi dimetto, premier illiberale
              «Il garantismo non è pretesa di impunità». E lancia il nuovo gruppo: «Saremo leali, ma no a norme ingiuste»


              ROMA - «In due ore, senza la possibilità di esprimere le mie ragioni, sono stato di fatto espulso dal partito che ho contribuito a fondare». Gianfranco Fini rompe il silenzio e replica a Silvio Berlusconi, dando alla cosa l'ufficialità di una conferenza stampa. «Ovviamente non darò le dimissioni - ribadisce all'indomani dell'ufficio di presidenza del Pdl che lo ha "sfiduciato" nel suo ruolo di leader di Montecitorio - perché il presidente della Camera deve garantire il parlamento e non la maggioranza che lo ha eletto». Fini ha mal digerito l'invito del presidente del Consiglio a lasciare lo scranno più alto di Montecitorio, un invito che, a suo dire, rappresenta una «concezione non proprio liberale della democrazia». Proprio «l'invito a dimettermi dalla presidenza di Montecitorio perché è venuta meno la fiducia del Pdl», è l'affondo del numero uno della Camera, «dimostra una logica aziendale, modello amministratore delegato-consiglio d'amministrazione, che di certo non ha nulla a che vedere con le nostre istituzioni».

              LEGALITÀ E IMPUNITÀ - Fii non nasconde l'amaro in bocca per quanto accaduto giovedì («ieri è stata scritta una brutta pagina per il centrodestra e più in generale per la politica italiana), ma assicura che preserverà assieme ai suoi «i valori autenticamente liberali e riformisti del Pdl». Neanche sulla battaglia per la legalità, il presidente della Camera è intenzionato a fare passi indietro: «È un impegno che avverto - ha spiegato - per onorare il patto con i nostri milioni di elettori onesti, grati alla magistratura e alle forze dell’ordine, che non capiscono perché nel nostro partito il garantismo significhi troppo spesso pretesa di impunità». «Ringrazio - ha aggiunto il presidente della Camera - i tantissimi cittadini che in queste ore mi hanno manifestato solidarietà e mi hanno invitato a continuare nel nome di principi come l’amor di patria, l’unità nazionale, la giustizia sociale, la legalità intesa nel senso più pieno del termine: cioè lotta al crimine come meritoriamente sta facendo il governo. Ma anche etica pubblica, senso dello Stato, rispetto delle regole».

              I NUOVI GRUPPI - Leggendo la sua breve dichiarazione ai giornalisti che lo hanno raggiunto all'Hotel Minerva di Roma, Fini ha voluto poi fare riferimento ai parlamentari a lui vicini, che in queste ore si stanno organizzando per formare un gruppo autonomo sia alla Camera che al Senato. Il gruppo che nascerà, ha spiegato il presidente della Camera, «è formato di uomini e donne liberi che sosterranno lealmente il governo ogni qual volta saranno prese scelte nel solco del programma elettorale e lo contrasteranno - ha avvertito - se le scelte saranno ingiustamente lesive dell'interesse generale». Il nome del nuovo gruppo, «Futuro e Libertà per l’Italia», è già stato formalizzato presso gli uffici della Camera, cui sono state anche consegnate le 33 richieste di adesione da parte dei deputati. In un primo tempo si era pensato che i gruppi parlamentari avrebbero potuto prendere il nome di «Azione nazionale» e rispolverare così il vecchio acronimo di An . Prima ancora si era parlato di «Nazione e libertà».

              I PARLAMENTARI IN FUGA -
              I finiani, nel frattempo, continuano a contarsi. A Palazzo Madama è stata toccata la soglia dei 10 senatori necessaria per costituire un gruppo autonomo, mentre alla Camera è già stato depositato il nome del gruppo dei deputati, al quale hanno già aderito 33 finiani. Ecco l’elenco: Ruben, Ronchi, Lamorte, Buongiorno, Scalia, Lo Presti, Perina, Granata, Briguglio, Giorgio Conte, Bellotti, Polidori, Moffa, Tremaglia, Urso, Menia, Consolo, Angeli, Sbai, Paglia, Raisi, Bocchino, Barbareschi, Siliquini, Della Vedova, Napoli, Proietti, Di Biagio, Patarino, Cosenza, Divella, Barbaro, Bonfiglio. Quanto al capogruppo, sarà stabilito dalla prima riunione del gruppo. Intanto il rappresentante del neonato gruppo dovrebbe essere Giorgio Conte. Benedetto Della Vedova, onorevole del Pdl con un passato tra i radicali, ha poi spiegato che la creazione del gruppo parlamentare autonomo, a Montecitorio, arriverà già in giornata «perché è l'ultimo giorno di lavoro a Montecitorio prima della pausa estiva» mentre «al Senato ci sarà tempo fino alla prossima settimana». «È un gruppo che nasce in seguito all'espulsione politica di Fini e dei finiani dal Pdl» ha poi precisato, a rimarcare la responsabilità berlusconiana della rottura.

              Redazione online
              30 luglio 2010

              http://www.corriere.it/politica/10_l...4f02aabe.shtml

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                #8
                Riferimento: PDL: un partito alla deriva?

                Credo che Fini sia una delle poche persone in politica che si possano definire quantomeno quasi oneste.
                Forse come dice Butterfly non cambierà niente, ma in ogni caso penso che la scelta di Fini fosse inevitabile.
                Come al solito Berlusconi coinvolge tutti nei suoi progetti ma poi comanda solo lui a proprio piacimento, e una persona come Fini certo non poteva abbassarsi al ruolo di subalterno di Silvio.
                sigpic

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                  #9
                  Riferimento: PDL: un partito alla deriva?

                  Originariamente inviato da |Ref| Visualizza il messaggio
                  Credo che Fini sia una delle poche persone in politica che si possano definire quantomeno quasi oneste.
                  Forse come dice Butterfly non cambierà niente, ma in ogni caso penso che la scelta di Fini fosse inevitabile.
                  Come al solito Berlusconi coinvolge tutti nei suoi progetti ma poi comanda solo lui a proprio piacimento, e una persona come Fini certo non poteva abbassarsi al ruolo di subalterno di Silvio.

                  Hai ragione, però secondo me ha sbagliato strategia.
                  Non doveva limitarsi solo a fare delle dichiarazioni che andavano contro la linea di Berlusconi, ma cercare di creare all'interno del partito delle correnti nel corso del tempo, in modo da rafforzare la sua posizione e aumentare il numero di persone che condividevano il suo pensiero.
                  Così ha ottenuto solo una manciata di persone che lo seguono ... ed è stato cacciato a quanto pare
                  Ed è un vero peccato .. forse era l'unico in grado di creare un partito di destra normale.

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                    #10
                    Riferimento: PDL: un partito alla deriva?

                    I partiti possono sciogliersi, riformarsi, andare alla deriva ecc, ma la verità è che i politici sono sempre gli stessi. Il Pdl potrà anche scomparire, ma i vari Berlusconi, Dell'Utri, Ghedini ecc rimarrano con le mani in pasta fino alla morte.
                    Non vorrei che il mio intervento fosse interpretato in chiave qualunquistica, però i fatti parlano chiaro: cioè ad esempio, muore l'Ulivo ma Rutelli o D'Alema sono sempre là!
                    E' necessario un ricambio della classe politica: donne e uomini più giovani e molto preparati (condizione necessaria ma non sufficiente, dato che manca l'aggettivo "onesti"; bon ma qui siamo quasi nell'ambito dell'utopia..)

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                      #11
                      Riferimento: PDL: un partito alla deriva?

                      Originariamente inviato da Smith Visualizza il messaggio
                      I partiti possono sciogliersi, riformarsi, andare alla deriva ecc, ma la verità è che i politici sono sempre gli stessi. Il Pdl potrà anche scomparire, ma i vari Berlusconi, Dell'Utri, Ghedini ecc rimarrano con le mani in pasta fino alla morte.
                      Non vorrei che il mio intervento fosse interpretato in chiave qualunquistica, però i fatti parlano chiaro: cioè ad esempio, muore l'Ulivo ma Rutelli o D'Alema sono sempre là!
                      E' necessario un ricambio della classe politica: donne e uomini più giovani e molto preparati (condizione necessaria ma non sufficiente, dato che manca l'aggettivo "onesti"; bon ma qui siamo quasi nell'ambito dell'utopia..)
                      Hai ragione ... del resto se si sciolgono o riformano è perchè ci sono le medesime persone che ormai non si sopportano più.

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                      Sto operando...
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