Pubblico qui una serie di articoli e di iniziative riguardo la situazione dell'ateneo barese. Oggi gli effetti dei tagli si fannno sentire, l'uniba ha il bilancio in rosso per 52 milioni di euro. Questo rappresenta un danno per noi studenti, perchè questo bilancio in rosso comporta dei pesanti tagli ai nostri servizi. Girava voce che avrebbero chiuso il polo jonico ... bè questo è esagerato, però ci saranno gravi ripercussioni .. noi essendo una sede distaccata accuseremo il colpo più degli altri .. giusto per fare un esempio, potrebbe essere a rischio la convenzione con l'AMAT dell'abbonamento a 6€ per gli studenti universitari.
I ragazzi che l'anno scorso manifestavano contro questi tagli e la riforma Gelmini avevano ragione ... e chi se ne infischiava dicendo che le leggi al livello nazionale "a noi non interessavano" si sbagliava, perchè questi sono gli effetti... e sono effetti molto pesanti.
Di "meritocrazia" e "lotta ai baroni" in tutto questo non c'è traccia.
Ho deciso di aprire questo post perchè credo che tutti debbano sapere come stanno davvero le cose. E spero che lo leggerete. Questa è più o meno la situzione che si prospetta in tutti gli atenei italiani.
Profondo rosso per l'Ateneo barese. A pochi giorni dal Consiglio di Amministrazione del 29 dicembre 2009, inizialmente previsto per il 22 e poi rinviato, iniziano a trapelare le prime indiscrezioni sullo stato di salute della più grande Università della Puglia.
Dopo la riunione della Commissione Bilancio, in data 21 dicembre, conclusasi con una mera presa d'atto della difficile situazione economico-finanziaria, aggravata dalla mannaia dei tagli del Governo, il Rettore Petrocelli ha informato ieri il Senato Accademico, organo di discussione e di indirizzo politico dell'Università.
Una situazione economica molto difficile per molte delle Università italiane, “virtuose” e non, secondo la differenziazione introdotta dal Ministro Mariastella Gelmini, tanto da impegnare l'Assemblea della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) nell'approvazione di una mozione lo scorso 26 novembre, con cui si richiede al Ministro un intervento "individuato in non meno di 500 milioni di euro” per evitare l'eliminazione o la compromissione “di funzioni e servizi essenziali” e “la caduta di qualità della didattica e della ricerca”. Una richiesta valutata come un “contentino per accettare la riforma universitaria della Gelmini” dagli studenti dell'Onda, a fronte di un taglio ben più elevato, introdotto dalla Legge 133: 1.5 miliardi di euro in 5 anni.
Fra gli studenti che anche quest'anno sono scesi nelle piazze baresi contro i tagli ed il tentativo della Gelmini di “privatizzare di fatto l'Università” riecheggia un << noi l'avevamo detto. Siamo scesi in piazza e ci davano dei facinorosi... ed oggi tutti ammettono che avevamo ragione>>.
Per l'Università degli Studi di Bari pesa il taglio di quasi 21 milioni di euro al Ffo (Fondo di Finanziamento Ordinario), la maggiore entrata nelle casse universitarie che permette alle Università di pagare il personale docente ed amministrativo. 21 milioni, parzialmente ridotti a 12 milioni dall'intervento della Legge Finanziaria approvata ieri in Parlamento, grazie ai maggiori introiti derivanti dallo Scudo fiscale. <<L'ennesimo contentino mediatico per far stare buoni i rettori, evitare le polemiche e proseguire sulla strada segnata dal DDL Gelmini di riforma del sistema universitario, approvato il 28 ottobre ed ora in commissione Istruzione al Senato. 400 milioni sono solo una parte del taglio al FFO per il 2010, mentre non ci sono rassicurazione sui tagli del prossimo anno. Il tutto mentre si continua, con ben 130 milioni di euro, a finanziare le scuole private>> fanno sapere dal sindacato studentesco LINK UDUBari.
Ma i tagli del Governo non sono l'unica fonte del “disavanzo”, che si aggira sui 52 milioni di euro. A pesare sul bilancio anche il deficit di 14 milioni di euro emerso nel corso della variazione di bilancio del 30 settembre scorso, nonostante l'importante intervento finanziario a sostegno dell'Università da parte della Regione Puglia che compensava i tagli del Governo nella ripartizione del 7% dell'FFO su “base meritocratica”. Al deficit, causato in gran parte dagli arretrati stipendiali per il personale docente e tecnico amministrativo, si aggiungono poi gli adeguamenti degli stipendi che non vengono risarciti dal Ministero ed al mantenimento in servizio di ben 16 docenti fuori-ruolo che avevano fatto ricorso alla Corte Costituzionale per poter continuare ad insegnare.
La situazione preoccupa non poco la componente studentesca, che vede sempre più imminente il rischio di un aumento delle tasse ed una riduzione dei servizi. LINK UDUBari, che esprime un Senatore Accademico ed un Consigliere di Amministrazione, "auspica che la proposta finale", che sarà presentata il 29 dicembre 2009 dopo la riunione del collegio dei revisori dei conti prevista per il 26 dicembre, “salvaguardi le funzioni sociali, didattiche e di ricerca dell'Università attraverso un impegno a mantenere in vita i servizi essenziali per gli studenti universitari”.
<<Abbiamo presentato oggi una proposta di abolizione del gettone di presenza per i senatori accademici e consiglieri di amministrazione – spiega Leonardo Madio, Consigliere di Amministrazione di LINK UDUBari – In una fase di forte crisi ognuno deve fare la propria parte. Non si può chiedere agli studenti ed a quanti non percepiscono gli arretrati di fare uno sforzo, se in primis non lo fanno coloro che governano l'Università. Un segnale politico di questo tipo rappresenterebbe un segnale di sobrietà. Del resto anche l'Università di Foggia ha già fatto lo stesso, riducendo indennità e gettoni di presenza lo scorso novembre>>.
<<Chiediamo che il risparmio – sostiene Claudio Riccio, Senatore Accademico – sia comunque destinato ai servizi agli studenti e in particolare al fondo della 390>>.
Una situazione molto difficile per l'Università degli Studi di Bari, e non solo. La “virtuosa” Università del Salento ha, infatti, deliberato di non approvare il bilancio di previsione, obbligatorio entro il 31 dicembre, entrando in “esercizio provvisorio”. <<Il Consiglio di Amministrazione, compresi i rappresentati degli studenti, - ha fatto subito sapere il Rettore Laforgia - è stato unanime nel deliberare l’esercizio provvisorio come risposta inevitabile ai tagli ministeriali annunciati, ma soprattutto perché l’analisi attenta del bilancio non lascia margini ulteriori di riduzioni delle ‘uscite’, oltre a quelle già effettuate in questi due anni>>.
FONTE: http://www.linkredulo.it/index.php?o...sita&Itemid=56
I ragazzi che l'anno scorso manifestavano contro questi tagli e la riforma Gelmini avevano ragione ... e chi se ne infischiava dicendo che le leggi al livello nazionale "a noi non interessavano" si sbagliava, perchè questi sono gli effetti... e sono effetti molto pesanti.
Di "meritocrazia" e "lotta ai baroni" in tutto questo non c'è traccia.
Ho deciso di aprire questo post perchè credo che tutti debbano sapere come stanno davvero le cose. E spero che lo leggerete. Questa è più o meno la situzione che si prospetta in tutti gli atenei italiani.
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Profondo rosso per l'Ateneo barese. A pochi giorni dal Consiglio di Amministrazione del 29 dicembre 2009, inizialmente previsto per il 22 e poi rinviato, iniziano a trapelare le prime indiscrezioni sullo stato di salute della più grande Università della Puglia.
Dopo la riunione della Commissione Bilancio, in data 21 dicembre, conclusasi con una mera presa d'atto della difficile situazione economico-finanziaria, aggravata dalla mannaia dei tagli del Governo, il Rettore Petrocelli ha informato ieri il Senato Accademico, organo di discussione e di indirizzo politico dell'Università.
Una situazione economica molto difficile per molte delle Università italiane, “virtuose” e non, secondo la differenziazione introdotta dal Ministro Mariastella Gelmini, tanto da impegnare l'Assemblea della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) nell'approvazione di una mozione lo scorso 26 novembre, con cui si richiede al Ministro un intervento "individuato in non meno di 500 milioni di euro” per evitare l'eliminazione o la compromissione “di funzioni e servizi essenziali” e “la caduta di qualità della didattica e della ricerca”. Una richiesta valutata come un “contentino per accettare la riforma universitaria della Gelmini” dagli studenti dell'Onda, a fronte di un taglio ben più elevato, introdotto dalla Legge 133: 1.5 miliardi di euro in 5 anni.
Fra gli studenti che anche quest'anno sono scesi nelle piazze baresi contro i tagli ed il tentativo della Gelmini di “privatizzare di fatto l'Università” riecheggia un << noi l'avevamo detto. Siamo scesi in piazza e ci davano dei facinorosi... ed oggi tutti ammettono che avevamo ragione>>.
Per l'Università degli Studi di Bari pesa il taglio di quasi 21 milioni di euro al Ffo (Fondo di Finanziamento Ordinario), la maggiore entrata nelle casse universitarie che permette alle Università di pagare il personale docente ed amministrativo. 21 milioni, parzialmente ridotti a 12 milioni dall'intervento della Legge Finanziaria approvata ieri in Parlamento, grazie ai maggiori introiti derivanti dallo Scudo fiscale. <<L'ennesimo contentino mediatico per far stare buoni i rettori, evitare le polemiche e proseguire sulla strada segnata dal DDL Gelmini di riforma del sistema universitario, approvato il 28 ottobre ed ora in commissione Istruzione al Senato. 400 milioni sono solo una parte del taglio al FFO per il 2010, mentre non ci sono rassicurazione sui tagli del prossimo anno. Il tutto mentre si continua, con ben 130 milioni di euro, a finanziare le scuole private>> fanno sapere dal sindacato studentesco LINK UDUBari.
Ma i tagli del Governo non sono l'unica fonte del “disavanzo”, che si aggira sui 52 milioni di euro. A pesare sul bilancio anche il deficit di 14 milioni di euro emerso nel corso della variazione di bilancio del 30 settembre scorso, nonostante l'importante intervento finanziario a sostegno dell'Università da parte della Regione Puglia che compensava i tagli del Governo nella ripartizione del 7% dell'FFO su “base meritocratica”. Al deficit, causato in gran parte dagli arretrati stipendiali per il personale docente e tecnico amministrativo, si aggiungono poi gli adeguamenti degli stipendi che non vengono risarciti dal Ministero ed al mantenimento in servizio di ben 16 docenti fuori-ruolo che avevano fatto ricorso alla Corte Costituzionale per poter continuare ad insegnare.
La situazione preoccupa non poco la componente studentesca, che vede sempre più imminente il rischio di un aumento delle tasse ed una riduzione dei servizi. LINK UDUBari, che esprime un Senatore Accademico ed un Consigliere di Amministrazione, "auspica che la proposta finale", che sarà presentata il 29 dicembre 2009 dopo la riunione del collegio dei revisori dei conti prevista per il 26 dicembre, “salvaguardi le funzioni sociali, didattiche e di ricerca dell'Università attraverso un impegno a mantenere in vita i servizi essenziali per gli studenti universitari”.
<<Abbiamo presentato oggi una proposta di abolizione del gettone di presenza per i senatori accademici e consiglieri di amministrazione – spiega Leonardo Madio, Consigliere di Amministrazione di LINK UDUBari – In una fase di forte crisi ognuno deve fare la propria parte. Non si può chiedere agli studenti ed a quanti non percepiscono gli arretrati di fare uno sforzo, se in primis non lo fanno coloro che governano l'Università. Un segnale politico di questo tipo rappresenterebbe un segnale di sobrietà. Del resto anche l'Università di Foggia ha già fatto lo stesso, riducendo indennità e gettoni di presenza lo scorso novembre>>.
<<Chiediamo che il risparmio – sostiene Claudio Riccio, Senatore Accademico – sia comunque destinato ai servizi agli studenti e in particolare al fondo della 390>>.
Una situazione molto difficile per l'Università degli Studi di Bari, e non solo. La “virtuosa” Università del Salento ha, infatti, deliberato di non approvare il bilancio di previsione, obbligatorio entro il 31 dicembre, entrando in “esercizio provvisorio”. <<Il Consiglio di Amministrazione, compresi i rappresentati degli studenti, - ha fatto subito sapere il Rettore Laforgia - è stato unanime nel deliberare l’esercizio provvisorio come risposta inevitabile ai tagli ministeriali annunciati, ma soprattutto perché l’analisi attenta del bilancio non lascia margini ulteriori di riduzioni delle ‘uscite’, oltre a quelle già effettuate in questi due anni>>.
FONTE: http://www.linkredulo.it/index.php?o...sita&Itemid=56
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