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Palazzo degli Uffici: quale futuro?

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    Alla scuola Consiglio da oggi nove classi del liceo Archita

    IL TRASFERIMENTO: SI AGGIUNGONO A QUELLE GIÀ TRASLOCATE PER I LAVORI AL PALAZZO DEGLI UFFICI
    Alla scuola Consiglio da oggi nove classi del liceo Archita

    Oggi, salvo imprevisti dell'ultimo momento, le nove classi del liceo “Archita” si tra- sferiranno alla scuola “Consiglio” in Città vecchia. In particolare, si trasferiranno lì gli studenti del liceo musicale oltre alla segreteria mentre quelli del classico erano già stati sistemati all'interno della scuola “Mazzini” (in via Pitagora) e dell'istituto “Sant'Antonio” (in via Bruno). Questo trasferimento, annunciato più volte nei mesi scorsi e definito solo dopo l'esecuzione di alcuni lavori eseguiti dall'Amiu, si è reso necessario a causa dell'avvio dei lavori di riqualificazione di Palazzo degli Uffici. Lavori che termineranno entro maggio del 2015 stando alla data comunicata qualche giorno fa dall'impresa al Comune.
    Ecco, intanto, le “cifre” di Palazzo degli uffici. Quali saranno i costi che Comune e Provincia dovranno sostenere?
    L'Amministrazione comunale di Taranto, grazie ad un mutuo acceso con la Cassa Depositi e Prestiti, verserà 11 milioni di euro. E la Provincia? Quest'ente sborserà a rate 8,5 milioni di euro. Pagherà con otto rate bimestrali da un milione di euro ciascuna (l'ultima sarà da 534mila euro). Riepilogando, dunque, gli enti locali contribuiranno alla realizzazione dell'opera sborsando 19,5 milioni di euro. La somma rimanente (13,5) sarà coperta dall'impresa, consorzio Aeders, che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all'interno del Palazzo.
    Infine, la durata del contratto è di 36 anni mentre le superfici verranno così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune che lì sistemerà alcuni suoi uffici; 6.500 al liceo classico “Archita” (e quindi alla Provincia, competente alla manutenzione de- gli istituti scolastici superiori). La superficie che resta a disposizione (circa 9mila-10mila metri) sarà infine a disposizione del consorzio Aeders. E lì, in pratica, verrà realizzato un albergo di lusso con 54-55 stanze. Un nuovo hotel in pieno centro stando al progetto.

    articolo di Fabio Venere
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 13 Maggio 2013

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      Palazzo Uffici: un altro ostacolo

      Palazzo Uffici, un altro ostacolo
      L'istituto Opere Pie proprietario dei locali al piano terra vuole rivedere il canone

      Un altro ostacolo lungo la ristrutturazione di Palazzo degli Uffici. L'ultimo, probabilmente. Quando un po' tutti pensavano che davvero ogni tassello fosse al suo posto, è sorto un altro caso. Che, se non risolto, potrebbe anche generare contenziosi e rallentare i lavori. Va detto subito, però, che il Comune di Taranto, proprietario dello storico immobile, sta affrontando la questione.
      Ma, detto questo, di cosa si tratta esattamente? L'istituto “Opere Pie”, proprietario dei locali al piano terra e di parte del primo piano, avrebbe chiesto di rivedere l'importo per la cessione di queste aree. In altre parole, da quel che si apprende in ambienti vicino all'Amministrazione comunale, Opere Pie non darebbe più valore all'accordo sottoscritto nell'ormai lontano 2005 quando iniziarono i lavori (poi sospesi per sette anni e mezzo). Sempre fondate indiscrezioni, inoltre, fanno trapelare che l'istituto vorrebbe una cifra superiore, decisamente maggiore, rispetto a quanto sottoscritto otto anni fa.
      Ma non si tratta solo di soldi. La definizione dell'intesa con l'istituto porterà con sé anche la risoluzione dei casi dei due commercianti che sono in fitto nei locali di proprietà di “Opere Pie”. Si tratta di due noti esercizi commerciali che insistono, da diverse decenni ormai, nella centralissima via D'Aquino, a pochi passi da piazza Archita. Di certo, un accordo serve per consentire poi un sereno svolgimento dei lavori con il conseguente spostamento di carichi pesanti e l'allestimento di altre attrezzature e macchinari necessari al completamento dei lavori di riqualificazione e ristrutturazione di Palazzo degli Uffici. Peraltro, in questi giorni, l'Amministrazione comunale di Taranto (pur non essendo un suo compito diretto) è impegnata a cercare una sistemazione logistica alternativa per questi due storici esercizi commerciali della città.
      Tornando al caso - Opere Pie, proprio oggi avrebbe dovuto esserci un confronto tra il Comune e l'istituto ma è slittato a data da destinarsi.
      Il cantiere, il più importante del territorio comunale dal punto di vista finanziario ed il più imponente dal punto di vista delle dimensioni, fa comunque registrare dei passi in avanti. Le nove classi del liceo musicale, previste dall'offerta formativa del liceo classico “Archita”, da un paio di settimane sono ormai state trasferite all'interno della scuola “Consiglio” in Città vecchia. A seguire la complessa procedura del trasferimento degli studenti, oltre all'assessore comunale ai Lavori pubblici, Lucio Lonoce, al dirigente del settore, Aniello Moccia, ha recitato un ruolo importante il consigliere comunale Francesco Di Giovanni (Sel), delegato dal sindaco ad occuparsi delle problematiche del liceo Archita. È terminata così l'opera di smembramento della scuola che, in questi anni, a causa dei lavori prima iniziati, poi a lungo sospesi e poi ripresi, ha vissuto una vera e propria diaspora. Che ha portato, e porta, studenti, insegnanti e personale non docente ad operare in più sedi (“Mazzini” in via Pitagora; “Sant'Antonio” in via Regina Elena e, appunto, nella scuola “Consiglio”).

      Le cifre del contratto che durerà 36 anni
      Il Municipio verserà 11 milioni di euro la Provincia 8,5 e l'impresa almeno 12

      Le “cifre” di Palazzo degli uffici. Quali saranno i costi che Comune e Provincia dovranno sostenere? L'Amministrazione comunale di Taranto, grazie ad un mutuo acceso con la Cassa Depositi e Prestiti, verserà 11 milioni di euro. E la Provincia? La giunta Florido sborserà a rate 8.5 milioni di euro. Pagherà con otto rate bimestrali da un milione di euro ciascuna (l'ultima da 534mila euro). Riepilogando, dunque, gli enti locali contribuiranno alla realizzazione dell'opera sborsando 19,5 milioni di euro. La somma rimanente (13,5) sarà coperta dall'impresa, consorzio Aeders, che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all'interno del Palazzo per 36 anni.

      articolo di Fabio Venere
      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 24 Maggio 2013

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        Caso Palazzo degli Uffici: “trattativa” con Opere Pie

        Caso Palazzo degli Uffici: “trattativa” con Opere Pie
        Il nodo è sull'uso dei locali di piano terra

        Caso - Palazzo degli Uffici, è partita la mediazione. Il Comune di Taranto, infatti, ha già avviato una trattativa con l'istituto Opere Pie. Obiettivo, manco a dirlo, superare l'ultimo ostacolo che si frappone per spianare la strada alla realizzazione e riqualificazione dello storico immobile che domina la centralissima piazza della Vittoria. Come, forse, si ricorderà l'istituto aveva posto alcuni paletti, di natura economica, sull'utilizzo da parte del concessionario dei locali posti al piano terra dell'edificio che, sino a qualche settimana fa, ospitava il liceo classico Archita.
        Dieci anni fa, in realtà, un accordo tra Comune, proprietario dell'immobile, ed Opere Pie era stato raggiunto che poi, però, è stato di fatto rimesso in discussione. Per essere più chiari, l'istituto è proprietario di alcuni locali ubicati al piano terra dell'immobile in cui, peraltro, insistono due storici esercizi commerciali. I commercianti, e la cosa li è stata comunicata da tempo, da lì devono andar via per consentire al concessionario (consorzio Aeders) di svolgere senza problemi i previsti lavori di ristrutturazione. Lavori, al termine dei quali, non solo verrà ristrutturato Palazzo degli Uffici, dando finalmente una sede decorosa al liceo Archita, ma verranno anche creati degli spazi per gli uffici comunali e, inoltre, verrà costruito un albergo di lusso dotato di circa 55 stanze.
        Comune ed Opere Pie, dunque, come si diceva, si sono incontrate già un paio di volte per tentare di trovare un'intesa.
        Dal verbale stilato al termine dell'ultima riunione, che la Gazzetta ha potuto visionare, si legge che “le Opere Pie hanno chiesto alla direzione Lavori pubblici di produrre documentazione necessaria al corretto inquadramento dell'intera vicenda ed, in particolare, hanno chiesto di depositare i verbali di consegna dei locali posti al piano terra di Palazzo degli Uffici, la documentazione - si riporta testualmente - attestante lo spostamento della scuola dai locali ubicati al piano ammezzato, la deliberazione di giunta riferita alla destinazione d'uso dei locali al piano ammezzato, la documentazione tecnica relativa alla determinazione delle superfici del piano in questione”. Ed ancora: “Ai fini - si legge ancora dal verbale - dalla determinazione della somma da corrispondere alle Opere Pie per l'utilizzo dei locali in diritto di usufrutto, tanto il Comune di Taranto (rappresentato dall'assessore ai Lavori pubblici, Lucio Lonoce e dal dirigente Aniello Moccia) quanto le Opere Pie hanno concordato di conferire incarico all'Agenzia del territorio”. Saranno, dunque, gli uffici di quello che un tempo si chiamava Catasto a decidere il valore economico di quei locali posti al piano terra di Palazzo degli Uffici.

        articolo di Fabio Venere
        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 18 Giugno 2013

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          Palazzo degli Uffici, sospesi i lavori di ristrutturazione

          Palazzo degli Uffici, sospesi i lavori di ristrutturazione
          L’impresa esecutrice vanta dal consorzio crediti per 1,8 milioni

          Palazzo degli Uffici, sospesi i lavori. La C&G, società esecutrice dei lavori di ristrutturazione, ha comunicato lo scorso 9 ottobre alla direzione Lavori pubblici del Comune di Taranto di interrompere le attività nel cantiere dello storico immobile che domina piazza della Vittoria. Il motivo? L’impresa di Mesagne lamenta di dover incassare una cospicua somma di denaro non già dall’Amministrazione comunale ma dal consorzio aggiudicatario, con il modello del progetto di finanza, dei lavori. Nella breve comunicazione della C&G, infatti, si legge: “Con nota del 20 settembre 2013, l’impresa - si riporta testualmente - comunicava a codesta Amministrazione di aver eseguito in qualità di affidataria per l’esecuzione, in base alla lettera di assegnazione del Consorzio Stabile Aeders, per un totale complessivo di 3 milioni 263mila euro ma di aver ricevuto solo 1 milione 888mila euro restando creditrice di 1 milione 375mila euro”. Nella nota, l’amministrazione della società scrive anche che “nonostante i ripetuti solleciti ed il decorso del termine assegnato il consorzio è rimasto sordo ad ogni istanza. Per questo motivo, l’impresa si è vista costretta a depositare il 7 ottobre scorso un ricorso per ingiunzione di pagamento e l’impresa - scrive l’amministrazione della C&G - ha sollevato eccezione di inadempimento giustificativa dell’immediata sospensione dei lavori”.
          In questa querelle tra l’azienda esecutrice dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione, la “C&G”, ed il consorzio aggiudicatario del progetto, Consorzio Stabile Aedars, s’inserisce anche la compravendita delle quote societarie della “Palazzo degli Uffici srl”. Ma di cosa si tratta? È la società di scopo istituita ah hoc per seguire i lavori di ristrutturazione. Bene, la “C&G” ha acquistato dal consorzio il 40 per cento delle quote di partecipazione del capitale sociale e “con contratto preliminare di compravendita, la “C&G” si è obbligata ad acquistare ed il Consorzio Stabile Aedars a vendere il restante 60 per cento delle quote di partecipazione del capitale sociale”. Ma l’Amministrazione comunale accende il “semaforo rosso” richiamandosi all’Atto aggiuntivo al contratto di concessione che ritiene che “non ci siano le condizioni normative e contrattuali per poter autorizzare la cessione delle quote societarie”. Poi, nella nota, Angelo Contessa aggiunge: “Sino ad oggi, il Consorzio Stabile Aedars - scrive Contessa - non ha inteso risolvere la questione relativa alla cessione delle quote, nonostante la disponibilità manifestata più volte da chi scrive”. La nota si conclude rassicurando il Comune che, nonostante la sospensione di ogni attività lavorativa, “con la sola esclusione delle opere provvisionali che dovranno rendersi necessarie per la sicurezza dell’edificio in questione, provvederemo alla custodia del cantiere ed alla tenuta del medesimo”.
          Contattato dalla Gazzetta, Contessa aggiunge: “Sono davvero dispiaciuto per il disagio che stiamo recando alla città. Resto a disposizione per qualsiasi richiesta da parte dell’Amministrazione comunale”.



          Infiltrazioni mafiose, rescissi i due contratti siglati a Milano e Lecco per le opere pubbliche
          Il Comune milanese ha sciolto il contratto con il consorzio finito al centro di indagine Dia
          In Consorzio Aedars, aggiudicatario dei lavori a Palazzo degli Uffici, intanto, finisce a Milano agli onori della cronaca. La notizia è riportata sull’edizione di Milano del Corriere della Sera.
          E cosa si legge? Chiuso per mafia. Per la prima volta il Comune mette i sigilli a un cantiere di Milano dove la Direzione investigativa antimafia (Dia) ha riscontrato infiltrazioni della criminalità e dove dal 2010 il Consorzio Stabile Aedars Scarl sta realizzando 48 alloggi di edilizia sociale destinati agli sfrattati dopo essersi aggiudicato un appalto da 3,9 milioni di euro.
          E così, come riporta il quotidiano milanese, l’area in costruzione di via Cogne, a Quarto Oggiaro, sarà piantonata di giorno dalla polizia locale e di notte da guardie armate. Un atto dovuto dopo l’arrivo a Palazzo Marino, martedì scorso, di una informativa antimafia interdittiva sul Consorzio da parte della Prefettura di Roma. Il Comune ha provveduto subito alla rescissione del contratto e da ieri l’azienda impegnata sull’area, una delle 50 consorziate, sta smontando il cantiere. Ma sull’intervento in via Cogne l’amministrazione aveva già alzato le antenne, soprattutto da quando, qualche mese fa, un esponente del Consorzio si era presentato in cantiere vestito di tutto punto dopo essere sceso da una Aston Martin che a Quarto Oggiaro non era certo passata inosservata.
          “Non si conoscono i dettagli dell’informativa, ma sarebbero stati evidenziati contatti di primissimo piano - riporta il Corriere - con il clan dei Mollica e con la famiglia Riina”.
          L’importo iniziale dell’appalto in via Cogne era appunto di 3,9 milioni e i lavori sono stati portati a termine per meno della metà: la palazzina oggi è a rustico ed è appena stato realizzato il tetto.
          Intanto, l’Anas ha rescisso, sempre per lo stesso motivo, il contratto stipulato con l’azienda Consorzio Stabile Aedars per la realizzazione di una pista ciclopedonale sulla statale tra Lecco e Abbadia. “Il provvedimento emesso dal prefetto di Roma - si riporta da Lecconotizie.it - ha, infatti, valore vincolante per la stazione appaltante. La normativa nazionale vigente impone il divieto di proseguire il rapporto contrattuale con l’impresa o il Consorzio, come in questo caso, destinatario dell’informazione”.

          articoli di Fabio Venere
          pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 21 Ottobre 2013

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            ≪Infiltrazioni mafiose≫: Il Comune scrive alla Prefettura di Roma

            ≪Infiltrazioni mafiose≫
            Il Comune scrive alla Prefettura di Roma

            Caso Palazzo degli Uffici, il Comune di Taranto “chiama” la Prefettura di Roma. Da quel che risulta alla Gazzetta, ieri mattina, dalla sede della direzione Lavori pubblici di via Plinio è stata spedita una nota con cui l’Amministrazione comunale ha richiesto la documentazione relativa al Consorzio Stabile Aedars di Roma. Si tratta, come anticipato nell’edizione di ieri, del consorzio aggiudicatario dei lavori per la ristrutturazione e riqualificazione dello storico immobile di Palazzo degli Uffici che si è vista rescindere i contratti siglati a Milano e Lecco. Il motivo? Il Consorzio è stato sottoposto ad una misura interdittiva disposta dalla prefettura di Roma per “infiltrazioni mafiose”, in seguito ad un’indagine della Dia.
            Nel frattempo, l’impresa esecutrice dei lavori, la “C&G” di Mesagne, ha sospeso i lavori in corso perché, a suo dire, vanterebbe un credito per oltre un milione di euro.
            Sul punto, l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Lucio Lonoce, dapprima sottolinea che “l’impresa esecutrice non dovrebbe sospendere i lavori perché il Comune sta regolarmente pagando i cosiddetti “Sal” (stato avanzamento lavori) e, quindi, l’impresa dovrebbe vedersela col consorzio per la definizione della parte economica”. Poi, sulla questione (più delicata) dei contratti del consorzio a Milano e Lecco rescissi per infiltrazioni mafiose, Lonoce assicura che “il Comune di Taranto non ha ricevuto ancora alcuna comunicazione. Ovviamente, agiremo in base alla legge appena ci verrà formalmente inviata la comunicazione della Prefettura di Roma”. Certo, a questo punto, è forte il rischio che il cantiere si blocchi di nuovo. E questa volta, per molto tempo ancora. L’assessore comunale, per ora, allontana il problema ed afferma: “Cerchiamo di affrontare e risolvere una cosa per volta. E lo faremo d’intesa con il sindaco di Taranto, Ezio Stefano e con il dirigente dei Lavori Pubblici, Aniello Moccia”.
            Intanto, nell’ultimo anno, l’impresa “C&G” ha eseguito diversi e importanti lavori. Tra questi: la bonifica dell’amianto presente sulla copertura. Sono state incapsulate le lastre di amianto e nella successiva rimozione. Rimane da bonificare circa il 40 per cento dell’amianto presente.

            articolo di Fabio Venere
            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 22 Ottobre 2013

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              Palazzo degli Uffici: a rischio la stabilità se non si interviene presto

              INSEGNANTI, EX DOCENTI E STUDENTI DEL LICEO CLASSICO ARCHITA SONO MOLTO PREOCCUPATI
              ≪A Palazzo degli Uffici, il tetto è scoperchiato
              È a rischio la stabilità se non si interviene presto≫

              L’associazione “Aldo Moro” lancia l’allarme dopo la recente sospensione dei lavori


              Palazzo degli Uffici, “stabilità dell’edificio a rischio”. A lanciare l’allarme è l’associazione “Aldo Moro - Archita” che mette insieme docenti (tra cui Nino Palma), ex insegnanti, studenti ed ex allievi del liceo classico “Archita” di Taranto.
              In una nota diffusa dallo stesso Palma, si legge: “Da quel che si può osservare dall’esterno, pare che - si riporta dal comunicato - sia stata rimossa la copertura superiore, o parte di essa e, quindi, l’edificio, se non si procede subito alla ripresa dei lavori, potrà restare esposto a tutte le intemperie atmosferiche, con rischi di infiltrazioni d’acqua che ne potrebbero minare la stabilità”. Per non parlare del fatto che, secondo l’associazione intitolata all’ex presidente del Consiglio ucciso dalle Brigate rosse, “ormai è diventato insopportabile lo spettacolo di un edificio storico, di grande pregio artistico ed archeologico e di un intero isolato, transennati da anni. Uno spettacolo che abbruttisce il Borgo - aggiunge - e sottrae ulteriori spazi ad una città che già ne è asfittica. Certo - sottolinea l’”Aldo Moro” - bene ha fatto l’Amministrazione comunale di Taranto a chiedere tempestivamente informazioni sulla fondatezza della notizia circolata nei giorni scorsi sulla stampa di eventuali infiltrazioni mafiose nel consorzio di imprese aggiudicatario dei lavori di ristrutturazione dell’edificio”. Eppure “permane molto forte il timore che i tempi di ripresa dei lavori si allunghino in maniera indefinita. Per questo - sostiene la nota firmata da Nino Palma - è auspicabile che si faccia subito chiarezza sulla vicenda e si vada rapidamente al superamento di tutti i possibili intralci di natura economica, burocratica e legale, che in questa fase si vanno affacciando, in modo che i lavori di ristrutturazione possano riprendere immediatamente e l’edificio riconsegnato, nei tempi previsti, alla città, dei docenti, degli studenti dell’Archita e delle loro famiglie”.
              Intanto, prossimamente, rivedrà la luce, una nuova associazione culturale: l’associazione “Aldo Moro - Archita”, alla quale aderiscono ex alunni, ex docenti e docenti tuttora in attività del glorioso liceo tarantino. Un’associazione non nuova, anzi antica, fondata nel lontano 1967 alla presenza dell’allora presidente del Consiglio dei ministri, anche lui ex studente dell’Archita, che per primo vi aderì e dotata di un suo statuto, varati entrambi nel 1989.
              Il gruppo promotore dell’associazione, costituitosi nei giorni scorsi alla presenza anche del dirigente scolastico, ha stabilito, tra le altre cose, di convocare l’assemblea generale dei soci il 18 novembre prossimo, per decretare ufficialmente la rinascita dell’associazione, per eleggere gli organismi statutari e per definire le linee programmatiche che ne guideranno l’attività culturale.
              L’associazione riprende vita, tra l’altro, in un momento particolare della vita del liceo Archita, “alle prese da anni con difficoltà di natura logistica e oggi ancora diviso in tre edifici. Obiettivo dell’associazione - si riporta ancora dalla nota stampa - è anche quello di dare un proprio contributo di idee, proposte e iniziative per il superamento di queste difficoltà e per riaffermare sempre più il grande valore di una scuola che, nata 140 anni fa, si è sempre più proposta come centro di cultura e di stimolo, di incontro tra generazioni diverse, coniugando la sua storia con la storia stessa della città e delle sue trasformazioni”.

              articolo di Fabio Venere
              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 3 Novembre 2013

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                Palazzo degli Uffici: le carte all’Avvocatura

                Palazzo degli Uffici: le carte all’Avvocatura
                L’ufficio legale dirà alla direzione Lavori pubblici cosa fare

                Palazzo degli Uffici, è tutto nelle mani dell’Avvocatura. Sarà, infatti, l’ufficio legale del Comune di Taranto ad indicare alla direzione Lavori pubblici come procedere. È stato lo stesso assessorato a trasmettere al servizio Avvocatura i documenti che, a proposito del consorzio Aedars titolare del progetto di finanza, erano pervenuti dalla Prefettura di Roma. Il riferimento è alla misura interdittiva per presunte infiltrazioni mafiose in alcuni cantieri aperti in Lombardia. Da quel che risulta alla Gazzetta, del resto, il consorzio avrebbe fatto ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento della prefettura romana. Sarà, dunque, l’ufficio legale del Comune di Taranto ad indicare al dirigente del settore Lavori pubblici, Aniello Moccia, la strada da seguire. Quella che, al momento, resta comunque la più probabile e quotata è quella che porta alla rescissione del contratto così come, del resto, avvenuto in altri comuni italiani in cui erano assegnate opere pubbliche all’≪Aedars≫.
                A questo punto, vale la pena di ricordare che da un mese ormai sono sospesi i lavori che erano iniziati proprio per ristrutturare e riqualificare Palazzo degli Uffici, sede sino allo scorso gennaio dello storico liceo classico “Archita” di Taranto. L’impresa esecutrice dei lavori, infatti, li ha sospesi perché vanta un credito da 1,8 milioni di euro non già con il Comune di Taranto, che ha pagato regolarmente i “Sal”, stato avanzamento lavori, ma proprio con il consorzio “Aedars”. E se la vicenda ha assunto ormai i (complicati) contorni di una sfida a suon di carte bollate, ci sono diversi problemi tecnici che vanno affrontati. Ed anche subito. L’impresa (di Mesagne), nel realizzare i primi lavori, ha rimosso alcune lastre di amianto che insistevano sul lastrico solare dell’edificio che domina piazza della Vittoria. Nel caso in cui proseguissero le copiose piogge che hanno caratterizzato quest’ultimo periodo, lo storico edificio correrebbe dei seri rischi di staticità. Per i quali, forse, sarebbe opportuno procedere affidando dei lavori con la procedura della “somma urgenza”.
                In realtà, gli aspetti tecnici non sono gli unici da risolvere. Sfumato, o quasi, il progetto che prevedeva la realizzazione di un hotel di lusso e di uffici comunali, il Comune e la Provincia dovrebbero a questo punto ristrutturare almeno la scuola, ovvero il liceo. I soldi dovrebbero esserci.

                articolo di Fabio Venere
                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 27 Novembre 2013

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                  Palazzo degli Uffici, a breve il verdetto dell’Avvocatura

                  Palazzo degli Uffici, a breve il verdetto dell’Avvocatura
                  Probabile la rescissione del contratto dopo la misura della Prefettura di Roma

                  Palazzo degli Uffici, a breve il “verdetto” dell’Avvocatura. È attesa, infatti, per la prossima settimana, la decisione dell’ufficio legale del Comune di Taranto che dovrà esprimersi sulla rescissione del contratto sottoscritto con il consorzio “Aedars”, titolare del progetto di finanza per la riqualificazione e ristrutturazione dello storico immobile che ospita il liceo classico “Archita”. È probabile, quanto meno rientra nel novero delle (alte) possibilità, che il contratto venga rescisso. La decisione, se assunta, verrebbe presa in seguito alla misura interdittiva emessa dalla Prefettura di Roma a causa di (presunte) infiltrazioni mafiose nei cantieri lombardi.
                  E della questione - Palazzo degli Uffici, se n’è parlato ieri mattina anche in Consiglio comunale. Sul punto, infatti, è intervenuto il consigliere comunale indipendente Ciccio Venere ed il sindaco Ezio Stefàno che, peraltro, ha ribadito quanto già assicurato nei giorni scorsi dall’assessore comunale ai Lavori pubblici, Lucio Lonoce. Ma qual è l’exit strategy dell’Amministrazione comunale a più di un mese dall’interruzione dei lavori (sospesi a causa di crediti per 1,8 milioni vantati dall’impresa esecutrice verso il consorzio)? Lonoce, dunque, spiega alla Gazzetta: “Attendiamo che l’Avvocatura ci faccia sapere quale sia il suo orientamento e poi ci muoveremo. Come? Ci sono degli interventi da fare per coprire quelle parti dei lastrici solari che erano rimaste aperte dopo gli interventi di rimozione dell’amianto. E lì faremo - aggiunge Lonoce - procedendo secondo il criterio della “somma urgenza”. Poi, d’intesa con la Provincia competente per legge sugli edifici scolastici, dovremo pensare a ristrutturare la scuola ed a realizzare degli uffici comunali. Per fare questi interventi, però, sarà necessario indire un bando di gara”.
                  Intanto sulla vicenda, senza nascondere tutta la loro preoccupazione, intervengono Confindustria e Ance Taranto. Che lanciano l’allarme: Palazzo degli Uffici, storico immobile del borgo umbertino, rischia un declino irreversibile: occorre intervenire al più presto e garantire la messa in sicurezza.
                  Nel documento scrivono: “I lavori di ripristino e valorizzazione dell’immobile, interrotti per l’ennesima volta dopo un interminabile stop and go legato alle molteplici vicende susseguitesi prima e dopo il “distacco” dell’ultimo pezzo (il trasferimento del liceo classico Archita), hanno ulteriormente aggravato - ed è questo il passaggio che più genera preoccupazione - la stabilità dell’immobile, sottoposto a interventi lasciati a metà e quindi privato di strutture essenziali, come il tetto, che ne garantivano la conservazione minima. Il rischio che la struttura possa cedere definitivamente sotto i colpi del tempo non è affatto remoto. Anzi. Le condizioni ci sono, purtroppo, tutte e il paradosso è, ancora una volta, che la città potrebbe assistere passivamente al disfacimento di un suo pregevolissimo pezzo di storia ponendosi domande destinate a non avere risposta”.
                  Confindustria ed Ance parlano di “un fallimento che la comunità tarantina, già alle prese con problemi di carattere socio-economico di non facile soluzione, non può e non deve permettersi”. Ora occorre fare presto - questo l’appello di Confindustria e Ance - e garantire, assieme ad interventi immediati di messa in sicurezza, una soluzione amministrativa che consenta di superare i problemi che hanno investito il concessionario dei lavori e che dia continuità al progetto di ripristino e valorizzazione dell’immobile di pregio”.
                  Del resto, Palazzo degli Uffici, prima ancora di essere uno degli edifici più rappresentativi della “città nuova”, (per ubicazione, struttura, maestosità) è uno dei simboli più belli del borgo e quindi della storia di Taranto.
                  L’antico palazzo, vale la pena di ricordarlo, ha ospitato infatti fin dal 1872, data della sua inaugurazione ufficiale, il Tribunale, la scuola nautica, l’Osservatorio meteorologico e sismico, l’Istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia e, ultimo, il liceo ginnasio Archita, frequentato, fra le varie personalità cittadine succedutesi negli anni, dallo statista Aldo Moro.
                  Confindustria e Anche Taranto, “nell’invocare interventi tempestivi da parte del Comune di Taranto, istituzionalmente preposto all’iter di riqualificazione dell’immobile, si dicono, inoltre, disponibili ad eventuali confronti con l’amministrazione per individuare tutte le soluzioni atte a sbloccare una situazione altrimenti destinata a rimanere drammaticamente insoluta”.


                  Da Palazzo del Governo: i soldi sono inseriti in bilancio ma...
                  La Provincia ha ancora 8,5 milioni da spendere

                  La (complessa) vicenda di Palazzo degli Uffici non riguarda solo il Comune di Taranto. Certo, l’Amministrazione comunale è la proprietaria dell’immobile ma, per legge, la competenza sugli edifici scolastici superiori spetta alla Provincia. Già, da cinque anni ormai, l’Amministrazione provinciale, all’epoca guidata da Gianni Florido, aveva stanziato per coprire la quota parte degli interventi a lei spettanti 8,5 milioni di euro. Somma che, negli anni, è stata ribadita sempre dalla giunta provinciale di centrosinistra, nonostante ci sia stata pure qualche divergenza (poi recuperata) con il Comune di Taranto.
                  Alla fine, dunque, l’accordo fu trovato. E la Provincia firmò un accordo con cui vennero anche stabiliti i tempi e le scadenze da onorare per il pagamento della quota prevista (8,5 milioni di euro, appunto). In particolare, la Provincia avrebbe iniziato a pagare un anno dopo l’inizio dei lavori lasciando al Comune il compito di iniziare ad allargare i cordoni della borsa. Anche la gestione commissariale della Provincia, retta da maggio dal prefetto Mario Tafaro, conferma quest’impegno ma l’inserimento della somma nel bilancio non mette al riparo, in termini di spesa, dai vincoli del Patto di stabilità. Da verificare, dunque.


                  La scheda: dal 2011 è in vigore il decreto sull’ispezione antimafia. È stata effettuata?
                  Una concessione per 36 anni
                  Mutuo del Comune con la Cassa Depositi e Prestiti per 11 milioni
                  Le “cifre” di Palazzo degli Uffici. Quali dovrebbero essere, o avrebbero dovuto essere nel caso in cui venisse annullato il contratto, i costi che Comune e Provincia dovranno sostenere?
                  L’Amministrazione comunale di Taranto, grazie ad un mutuo acceso con la Cassa Depositi e Prestiti, dovrebbe versare 11 milioni di euro. E la Provincia? L’Amministrazione provinciale sborserà, o meglio dovrebbe sborsare, a rate, 8,5 milioni di euro. Pagherà, appunto, un anno dopo la consegna dei lavori con otto rate bimestrali da un milione di euro ciascuna (l’ultima da 534mila euro).
                  Riepilogando, dunque, gli enti locali contribuiranno, o meglio dovrebbero contribuire, alla realizzazione dell’opera sborsando 19,5 milioni di euro. La somma rimanente (13,5) sarà coperta dall’impresa, consorzio Aedars, che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all’interno del Palazzo.
                  Infine, la durata del contratto è di 36 anni mentre le superfici verranno così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune; 6.500 al liceo classico “Archita” (e, quindi, alla Provincia competente alla manutenzione degli istituti scolastici superiori). La superficie che resta a disposizione (circa 9mila-10mila metri) sarà, invece, a disposizione del consorzio Aedars. E li, in pratica, verranno sistemate le attività commerciali e culturali previste dal progetto.
                  Come già riportato in questa stessa pagina, su questo contratto pesa come un macigno la misura interdittiva emessa dalla Prefettura di Roma per presunte infiltrazioni mafiose in alcuni cantieri aperti in Lombardia.
                  Sul punto, delicato, il Comune ha recentemente assicurato di aver richiesto, negli anni scorsi, il certificato antimafia ma bisogna capire se ha poi anche chiesto al consorzio titolare del progetto di finanza la cosiddetta “informazione antimafia”, prevista dal decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159.


                  Il 6 dicembre sit in degli studenti in piazza Garibaldi

                  Il 6 dicembre sit-in degli studenti del liceo “Archita”. Lo annunciano, in una nota, i rappresentanti del comitato studentesco.
                  “Palazzo degli Uffici, sede storica del liceo classico “Archita”, una delle più antiche istituzioni culturali ancora attive nella realtà ionica, vede ancora una volta - scrivono gli studenti in una nota - deluse le promesse di recupero e ristrutturazione dell’edificio”.
                  Poi, sempre nel comunicato stampa, gli studenti intervengono su un altro aspetto, importante, che riguarda Palazzo degli Uffici: “La storica biblioteca del liceo “Archita” che è rimasta, in gran parte, ancora nei locali del palazzo, versa attualmente - si riporta dalla nota - in gravi condizioni che rischiano di danneggiare irreparabilmente il patrimonio di oltre ventimila volumi. Gli studenti del liceo “Archita”, ormai divisi su tre sedi anche distanti tra loro, stanchi della precarietà di questa situazione, che dura da oltre dieci anni, forti anche dell’appoggio di docenti e di associazioni culturali presenti sul territorio, hanno deciso - annunciano - di manifestare la propria protesta in primo luogo con una petizione al sindaco di Taranto, quindi, con un sit-in in piazza Garibaldi il 6 dicembre”.
                  Gli studenti, infine, si augurano una rapida e positiva soluzione dei problemi rappresentati, che non riguardano solo studenti, docenti, personale della scuola, “ma - concludono - l’intera città di Taranto”.

                  articoli di Fabio Venere
                  pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 30 Novembre 2013

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                    Sos Palazzo degli Uffici: l’impresa lavorerà gratis

                    Sos Palazzo degli Uffici: l’impresa lavorerà gratis
                    Contessa (“C&G”): non voglio che Taranto riceva un altro schiaffo

                    Palazzo degli Uffici, l’impresa lavorerà gratis. Almeno per mettere in sicurezza lo storico edificio. È lo stesso Angelo Contessa, amministratore della società “C&G” di Mesagne, esecutrice dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione, a confermare l’indiscrezione raccolta dalla Gazzetta. “Si - ammette - ho accolto una duplice richiesta che mi è stata formulata dal Comune di Taranto, proprietario dell’immobile”. E quali erano mai queste due richieste? La prima, peraltro avanzata anche dall’associazione composta da insegnanti, studenti ed ex allievi del liceo classico “Archita” che in quel palazzo era ospitato sino all’inizio dei lavori, era di mettere in sicurezza l’edificio. Sicurezza, appunto, potenzialmente compromessa dopo l’avvio dei primi interventi, sospesi due mesi fa, che avevano rimosso l’amianto presente sui lastrici solari dell’edificio. La sostituzione di quelle lastre nocive ha, però, scoperchiato vaste aree del tetto di Palazzo degli Uffici che, nel caso in cui riprendessero le copiose piogge delle scorse settimane, potrebbero minare la stabilità dell’edificio. Detto più brutalmente, se non venisse messo in sicurezza Palazzo degli Uffici potrebbe crollare o quantomeno avere seri problemi di staticità. Ed allora, l’impresa C&G che pure vanta dal consorzio titolare del progetto di finanza “Aedars” una cifra vicina a 1,8 milioni di euro si accolla i lavori di messa in sicurezza. Inizieranno domani. La seconda richiesta, invece, era quella di arretrare le impalcature per ridare, soprattutto durante il periodo natalizio, una parte (almeno 80) dei posti auto che prima insistevano in piazza Archita. Contessa commenta così il suo gesto: “È un atto d’amore verso questo territorio. So che sembra difficile credermi e so che a molti sembrerà strano che io faccia questo pur sapendo che il mio lavoro non verrà riconosciuto ma da non tarantino - prosegue - ho capito l’importanza che ha per voi questo palazzo ed allora ho deciso di dare il mio contributo”.
                    Se queste sono due buone notizie, sul futuro resta una grande e grave incognita. I lavori di ristrutturazione e riqualificazione, quelli che avrebbero dovuto ridare una sede decorosa e sicura al liceo “Archita”, realizzare degli uffici comunali ed ospitare un albergo a cinque stelle quando potranno ragionevolmente ripartire? È difficile rispondere a questa domanda. Il Comune, nonostante ci sia un parere dell’Avvocatura che pare vada in questa direzione, non ha ancora deciso se rescindere il contratto con il consorzio “Aedars” su cui pende una misura interdittiva della Prefettura di Roma per presunte infiltrazioni mafiose in alcuni cantieri lombardi. La sensazione è che, se non ci dovessero essere delle novità negli assetti societari, i tempi possano allungarsi. E non di poco.


                    articolo di Fabio Venere
                    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 15 Dicembre 2013

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                      Riferimento: Palazzo degli Uffici: quale futuro?

                      Farebbero prima a buttarlo giù e a ricostruirlo... sia da un punto di vista funzionale che da un punto di vista economico

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                        Palazzo degli Uffici, la parola al Tar

                        Palazzo degli Uffici, la parola al Tar
                        Il ricorso già innescato dall’avvio delle procedure per la rescissione del contratto

                        Palazzo degli Uffici, la parola passa al Tar. Il consorzio stabile “Aedars” di Roma ha presentato ricorso al tribunale amministrativo regionale. L’iniziativa legale del consorzio d’imprese, titolare del progetto di finanza per la riqualificazione e ristrutturazione di Palazzo degli Uffici, in realtà, va in una doppia direzione. Da un lato, infatti, il ricorso è stato presentato contro il ministero dell’Interno a causa dell’emissione di una misura interdittiva per infiltrazioni mafiose in alcuni cantieri lombardi e dall’altro contro l’Amministrazione Stefàno. In particolare, l’azienda agisce contro il Comune per contestare l’avvio della procedura di rescissione del contratto. L’Amministrazione comunale si è costituita in giudizio affidando la sua difesa all’avvocato Maddalena Cotimbo dell’Avvocatura comunale. Del resto, era stato proprio l’ufficio legale del Comune di Taranto a fornire alla direzione Lavori pubblici, guidata da Aniello Moccia, i pareri determinanti per la risoluzione contrattuale. Ora, dunque, deciderà il tribunale amministrativo regionale, sezione di Lecce, per quel che riguarda il provvedimento adottato dal Comune e quella di Roma per quel che riguarda la misura adottata dalla Prefettura di Roma. Dallo scorso ottobre, intanto, i lavori di ristrutturazione e riqualificazione di Palazzo degli Uffici sono sospesi a causa di un contenzioso tra l’impresa esecutrice dei lavori, la “C&G” di Mesagne, e lo stesso consorzio “Aedars” che avrebbe un debito nei confronti della sua consorziata di 1,8 milioni di euro. I lavori si sono interrotti dopo la rimozione dell’amianto dal solaio dello stabile che ha ospitato per 140 anni il liceo classico “Archita”. E questi interventi hanno lasciato, in parte, scoperchiato il tetto esponendo la struttura dello stabile al rischio di dissesti statici derivanti dalle recenti e copiose piogge. Poi, poco prima di Natale, è stata la stessa impresa mesagnese, a proprie spese, a coprire il solaio con una particolare plastica. In realtà, servirebbe una copertura in muratura ma, al momento, non ci sono le condizioni per una messa in sicurezza di questa portata da parte del Comune di Taranto. Si attende, evidentemente anche per questo, l’esito della controversia che si aprirà al Tar.
                        E il futuro? Resta incerto. È molto probabile, però, che il Comune di Taranto, proprietario dell’immobile, istituisca un tavolo di confronto con la Provincia per decidere il da farsi. Difficilmente, verrà ripresa la strada del progetto di finanza che prevedeva una ripartizione delle spese tra privati, Comune e Provincia di Taranto per un importo complessivo di 33 milioni di euro. Sarà, forse, preferibile far ricorso al tradizionale bando di gara ed accantonare quel progetto faraonico che prevedeva, oltre alla ristrutturazione della scuola ed alla realizzazione degli uffici comunali, anche la costruzione di un albergo a cinque stelle. Una volta, infatti, definiti gli aspetti giuridici di questa complessa vicenda, che si trascina da dieci anni, ed una volta superato positivamente il giudizio del Tar, bisognerà lavorare per far riaprire il cantiere. La Provincia, dal canto suo, ha ancora a disposizione 8,5 milioni di euro ma, ovviamente, a causa dei vincoli imposti dal Patto di stabilità, non li può spendere tutti in un’unica soluzione. Ed allora, la ristrutturazione dell’”Archita” dev’essere messa al primo posto, anzi al centro, del progetto.

                        articolo di Fabio Venere
                        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 19 Febbraio 2014

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                          Sos Palazzo degli Uffici: ecco i costi per la copertura

                          Sos Palazzo degli Uffici: ecco i costi per la copertura
                          Sul solaio c’è un telo di plastica.
                          Serve soluzione definitiva da 2,5 milioni

                          Sos Palazzo degli Uffici, servono 2,5 milioni di euro per coprire definitivamente lo stabile. Se si vuole intervenire a regola d’arte, ne potrebbero bastare 300mila per una soluzione - tampone.
                          Secondo fondate indiscrezioni, infatti, è questa la cifra (ingente) che servirebbe al Comune di Taranto per coprire il solaio dell’immobile che sino ad un anno fa ha ospitato, per oltre 140 anni, il liceo classico “Archita”. Attualmente, come è ormai noto, il tetto è coperto in maniera provvisoria da un telo di particolare plastica sistemato nello scorso dicembre dall’azienda esecutrice dei lavori, la “C&G” di Mesagne, che ha agito gratuitamente. Detto in maniera chiara e senza particolari fronzoli, la plastica sinora ha fatto il suo dovere resistendo alle intemperie ed alle piogge cadute copiosamente nelle scorse settimane. Ma reggerà anche per un’altra stagione invernale? Potrà ancora garantire che non ci siano delle infiltrazioni che poi compromettano la staticità dell’edificio? È difficile prevederlo e comunque non si può escludere nulla. Per questa ragione, occorre intervenire. E farlo, come si suol dire, a regola d’arte. Altri interventi provvisori sarebbero certo meno costosi (potrebbero bastare anche 300mila euro) ma non risolverebbero il problema definitivamente. Certo, si potrebbe stare tranquilli e senza preoccupazioni per qualche anno ma poi si dovrebbe intervenire di nuovo. Ed allora, è possibile che l’Amministrazione comunale ragioni su un intervento di copertura in muratura tale da risolvere la questione - copertura del solaio. E di farlo in maniera definitiva.
                          È difficile, però, che il Comune di Taranto, in particolar modo la direzione Lavori pubblici, agiscano in questa direzione prima che si risolva la questione giudiziaria. Come già riportato dalla Gazzetta nei giorni scorsi, si è in attesa di conoscere il responso del Tar di Lecce all’avvio del procedimento della rescissione del contratto tra il Municipio ed il consorzio “Aedars”, titolare del progetto di finanza di riqualificazione dello storico palazzo. Se il tribunale amministrativo regionale, infatti, dovesse dare la sospensiva al provvedimento della direzione, allora la questione si ingarbuglierebbe. E di molto pure. Se, invece, il Tar dovesse rinviare ogni decisione ad un esame nel merito della controversia allora tutto si rinvierebbe ma il Comune, nel frattempo, potrebbe ugualmente agire. Convocando magari un “tavolo” tecnico con la Provincia competente per legge sull’edilizia scolastica delle scuole superiori e poi affrontando la questione della copertura definitiva del solaio nei termini che prima si descrivevano.


                          articolo di Fabio Venere
                          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 04 Marzo 2014

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                            Palazzo degli Uffici: ecco i soldi per il tetto

                            Palazzo degli Uffici: ecco i soldi per il tetto
                            Il Comune di Taranto sta per tornare in possesso del cantiere

                            “Stato di consistenza”. Si chiama così, in gergo tecnico, quello che ieri mattina il Comune di Taranto ha iniziato a verificare all’interno di Palazzo degli Uffici. Da quel che risulta alla Gazzetta, infatti, i tecnici della direzione Lavori pubblici dell’Amministrazione comunale sono entrati nell’area in cui insiste lo storico immobile del Borgo che, sino ad un anno fa, ha ospitato il liceo classico “Archita”. È, dunque, stato avviato l’iter al termine del quale il Comune di Taranto ritornerà in possesso del cantiere. E questo, avverrà a sei mesi dalla sospensione dei lavori decisa dall’impresa esecutrice, la “C&G” di Mesagne, che vantava un credito di 1,8 milioni di euro dal consorzio “Aedars”, titolare del progetto di finanza ed azionista unico della società di scopo “Palazzo degli Uffici srl”. L’iniziativa del Municipio, peraltro, si concretizza a qualche settimana dalla rescissione del contratto tra la stessa Amministrazione ed il consorzio “Aedars” a cui il Comune contesta una serie di inadempienze contrattuali. Nel provvedimento della direzione Lavori pubblici, anticipato da un atto di indirizzo della giunta comunale. Infatti, si fa riferimento ad alcuni ritardi e ad alcune mancate risposte che l’impresa non avrebbe fornito soprattutto alla misura interdittiva emessa dalla Prefettura di Roma per presunte infiltrazioni mafiose in alcuni cantieri aperti dalla società in Lombardia. Per la cronaca, “Aedars” ha presentato ricorso sia contro la misura interdittiva antimafia che contro l’avvio del procedimento di rescissione contrattuale deciso dal Comune di Taranto.
                            Ed allora, in questo quadro, i tecnici dell’Amministrazione comunale hanno iniziato a verificare i lavori effettivamente realizzati dall’impresa rispetto a quanto corrisposto dal Comune. Tra questi, gli interventi più significativi riguardano la rimozione dell’amianto massicciamente presente nel solaio dello storico palazzo. Nei prossimi giorni, inoltre, il Comune di Taranto avvierà anche le procedure per l’escussione della polizza fideiussoria sottoscritta dal consorzio “Aedars” prima dell’apertura del cantiere. Si tratta, da quel che si apprende in ambienti vicini all’Amministrazione comunale, di 1,8 milioni di euro. Soldi che servirebbero al Municipio per coprire il tetto dello stabile che, da tre mesi, è provvisoriamente coperto con un telo di particolare plastica.
                            In realtà, pare che il Comune abbia la copertura finanziaria per sistemare adeguatamente il solaio di Palazzo degli Uffici. Per il momento, non c’è ancora una stima definitiva di quanto servirebbe ma per eseguire un lavoro a regola d’arte ci vorrebbero almeno 2 - 2,5 milioni di euro. Soldi che il Comune di Taranto assicura di avere già stanziato e, quindi, di avere a disposizione. Certo, si potrebbe spendere anche di meno, molto meno, realizzando una copertura non definitiva ma, in Comune, si sta facendo strada l’ipotesi di pensare ad una soluzione definitiva. In grado di rimanere negli anni anche indipendentemente dalla futura destinazione che avrà il palazzo.

                            articolo di Fabio Venere
                            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 12 Marzo 2014

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                              Non c’è infiltrazione mafiosa nell’appalto Palazzo degli Uffici

                              Non c’è infiltrazione mafiosa nell’appalto Palazzo degli Uffici
                              Il Tar accoglie il ricorso del consorzio “Aedars” contro l’interdizione

                              Palazzo degli Uffici, non c’è alcuna infiltrazione mafiosa. A dire il vero nel cantiere aperto nello storico immobile che ospitava il liceo classico “Archita” non c’era mai stato un pericolo così diretto e collegato ma il consorzio “Aedars”, titolare del progetto di finanza, aveva subito alla fine dello scorso settembre una misura interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Roma. Contro quel provvedimento il consorzio che raggruppa 44 imprese ed occupa, tra diretti ed indiretti, circa mille lavoratori ha presentato ricorso al Tar del Lazio. Il giudizio amministrativo che ha visto contrapposti, da una parte, i legali dell’impresa e, dall’altra, la Prefettura di Roma ed il Ministero dell’Interno, si è concluso lo scorso 13 marzo con una sentenza deliberata in camera di consiglio ma depositata in segreteria solo lo scorso 20 marzo.
                              Ed allora, il presidente della sezione del Tar del Lazio che ha seguito la vicenda, Linda Sandulli, ha accolto il ricorso del consorzio romano. Uno dei motivi su cui si reggeva l’accusa nei confronti di “Aedars” era relativo alla società “Fracla”, “partecipata” dal consorzio, riconducibile ai signori Mollica. Sul punto “va detto che dai dati desumibili dalla documentazione agli atti si evidenzia - si riporta testualmente dalla sentenza - che le imputazioni riferite a questi ultimi sono in realtà una riproposizione di quelle inizialmente mosse dalla pubblica accusa. Non si tiene conto, infatti, della circostanza che ciascuno dei giudizi indicati - scrive il Tar - si è già concluso o con giudicati di assoluzione con formula piena oppure con decreti di archiviazione motivati dall’impossibilità di sostenere l’accusa per insussistenza degli elementi posti a base dell’esercizio dell’azione penale”. Il Tar poi non ha dubbi nel ritenere che “è evidente che gli elementi indizianti - si riporta testualmente - non possono assumere rilevanza quando ormai il giudice penale ne abbia accertato l’insussistenza”. In particolare, assume rilievo la sentenza della Corte di Appello di Reggio Calabria del 2011, passata in giudicato, che confermando quella del Gup del Tribunale di Reggio Calabria del 2003 “ha assolto il signor Pietro Mollica ed i suoi fratelli dalle imputazioni relative al delitto di associazione mafiosa e di truffa aggravata perché i fatti non sussistono”.
                              Ed infine, sempre dalla sentenza del Tar del Lazio si legge che il presunto inserimento nel sistema politico mafioso degli appalti pubblici dei fratelli Mollica “che è stato preso in considerazione in sede istruttoria e riportato nel provvedimento impugnato, in realtà, rappresenta una delle affermazioni - scrive il Tar - del collaboratore di giustizia, Siino, ma la stessa sentenza conclude nel senso che tale imputazione ≪non può ritenersi configurabile≫”.



                              E sulla rescissione del contratto ora si esprimerà il Tribunale di Lecce
                              Il Comune aveva denunciato anche altre presunte violazioni

                              Palazzo degli Uffici, da un Tar all’altro. Se della sentenza della magistratura amministrativa del Lazio abbiamo riferito in questa stessa pagina, ora non resta che attendere il pronunciamento di un altro tribunale amministrativo regionale. Questa volta, però, quello chiamato in causa sarà quello di Lecce che dovrà, appunto, esprimersi sulla rescissione del contratto effettuata dal Comune di Taranto nei confronti del consorzio “Aedars”. Rescissione che si basava non solo ma anche sulla misura interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Roma.
                              Il consorzio stabile “Aedars” di Roma, nelle settimane scorse, ha presentato ricorso al tribunale amministrativo regionale. L’Amministrazione comunale si è costituita in giudizio affidando la sua difesa all’avvocato Maddalena Cotimbo dell’Avvocatura comunale.
                              Del resto, era stato proprio l’ufficio legale del Comune di Taranto a fornire alla direzione Lavori pubblici, guidata da Aniello Moccia, i pareri determinanti per la risoluzione contrattuale. Ora, dunque, deciderà il tribunale amministrativo regionale, sezione di Lecce, per quel che riguarda il provvedimento adottato dal Comune. Dallo scorso ottobre, intanto, i lavori di ristrutturazione e riqualificazione di Palazzo degli Uffici sono sospesi a causa di un contenzioso tra l’impresa esecutrice dei lavori, l “C&G” di Mesagne, e lo stesso consorzio “Aedars” che avrebbe un debito nei confronti della sua consorziata di 1,8 milioni di euro. I lavori si sono interrotti dopo la rimozione dell’amianto dal solaio dello stabile che ha ospitato per 140 anni il liceo classico “Archita”. E questi interventi hanno lasciato, in parte, scoperchiato il tetto esponendo la struttura dello stabile al rischio di dissesti statici derivanti dalle recenti e copiose piogge. Poi, poco prima di Natale, è stata la stessa impresa mesagnese, a proprie spese, a coprire il solaio con una particolare plastica. In realtà, servirebbe una copertura in muratura ma, al momento, non ci sono le condizioni per una messa in sicurezza di questa portata da parte del Comune di Taranto. Per la copertura definitiva servirebbero almeno 2 milioni di euro che il Comune comunque dovrebbe avere a disposizione.
                              E il futuro? Resta incerto. È molto probabile, però, che il Comune di Taranto, proprietario dell’immobile, istituisca un tavolo di confronto con la Provincia per decidere il da farsi.

                              articoli di Fabio Venere
                              pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 23 Marzo 2014


                              Studenti Taranto mette a vostra disposizione il testo delle sentenze del Tar del Lazio: Sentenza n. 03048/2014 e Sentenza n. 03049/2014

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                                Palazzo Uffici: nuovo sopralluogo

                                Palazzo Uffici: nuovo sopralluogo
                                I tecnici controllano la consistenza del cantiere

                                Palazzo degli Uffici, il Comune di Taranto ha definito quello che in gergo si chiama “stato di consistenza del cantiere”. Nelle settimane scorse, infatti, i tecnici della direzione Lavori pubblici dell’Amministrazione comunale hanno tenuto diversi sopralluoghi nel cantiere di piazza della Vittoria che si sono formalmente conclusi solo pochi giorni fa. I rilievi tecnici hanno accertato che il cantiere si trova in buone condizioni tecniche, anzi hanno evidenziato ancor di più l’amarezza per la brusca sospensione dei lavori che, peraltro, stavano procedendo a passo abbastanza spedito almeno per quel che riguarda l’aspetto preliminare del progetto. Le recenti e copiose piogge non hanno poi causato particolari problemi tecnici o di tenuta della struttura, che per quasi 140 anni ha ospitato il liceo classico “Archita”, e questo grazie alla speciale copertura in plastica posta a protezione dell’edificio. Che era, del resto, rimasto scoperto dopo la rimozione dell’amianto presente sul solaio. Di certo, quella plastica non potrà reggere per un’altra stagione invernale e per questo il Comune interverrà (si spera) entro il prossimo autunno. I tecnici comunali, infatti, hanno previsto una copertura a regola d’arte del solaio che, a quel punto, potrebbe costare anche intorno ai 2 milioni di euro. Si tratterebbe, certo, di un intervento oneroso ma che consentirebbe non solo di tenere lo storico edificio al riparo dalle intemperie atmosferiche ma anche di poter poi realizzare a Palazzo degli Uffici qualsiasi tipo di attività (scolastica, commerciale, direzionale, culturale) senza dover poi intervenire ulteriormente modificando magari ancora il progetto.
                                Entro maggio, definito lo “stato di consistenza”, il Comune di Taranto passerà a quella (anche qui in gergo) che viene definita “presa di possesso” del cantiere. Tradotto dal burocratese, l’Amministrazione comunale con quest’atto amministrativo si riprende il cantiere che, a quel punto, deve essere liberato da tutte le attrezzature lasciate dall’impresa che stava eseguendo i lavori (la “C&G” di Mesagne) per conto del consorzio “Aedars”, socio unico della società di scopo (la “Palazzo degli Uffici srl”) titolare del progetto di finanza assegnato dal Municipio per riqualificare e ristrutturare lo storico immobile. Intanto, la scorsa settimana, la direzione Lavori pubblici del Comune di Taranto ha invitato l’Avvocatura comunale ad avviare le procedure per escutere la polizza fideiussoria (importo 1,8 milioni di euro) sottoscritta dal consorzio al momento della sottoscrizione del contratto. Ed una volta definita la presa di possesso del cantiere, gli uffici tecnici comunali potranno elaborare il progetto per la copertura totale dell’edificio che si estende su circa 5mila metri quadrati. A proposito di copertura... c’è quella finanziaria per fare un intervento di questo tipo. Parallelamente, però, Comune e Provincia di Taranto (competente per legge per quel che riguarda l’edilizia scolastica) possono, anzi devono, riprendere il confronto.
                                Il 20 marzo scorso il Tar del Lazio, sconfessando la Prefettura di Roma, non ha ritenuto che ci fossero degli elementi validi per confermare la misura interdittiva antimafia nei confronti del consorzio Aedars, titolare del progetto di finanza per la riqualificazione del Palazzo degli Uffici. Bisognerà comunque attendere il pronunciamento di un altro Tar, questa volta quello di Lecce, a cui il consorzio si è rivolto contro la rescissione del contratto decisa dal Comune di Taranto.

                                articolo di Fabio Venere
                                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 28 Aprile 2014

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