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Liceo Archita Occupato

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    Liceo Archita Occupato

    Liceo Archita occupato e da oggi è autogestione
    Si allarga anche alle superiori il dissenso contro la riforma Gelmini

    La protesta degli universitari contagia anche gli studenti delle scuole superiori. Obiettivo comune: dire no alla riforma Gelmini appena passata alla Camera ed in attesa dell'ultimo passaggio al Senato. I primi a scendere in campo nel capoluogo sono gli studenti del liceo Archita. Lo hanno deciso ieri mattina con una sorta di referendum in cui hanno messo ai voti la forma di protesta da far partire. Dovevano scegliere tra occupazione, assemblea permanente e autogestione. Alla fine hanno deciso una forma mista. Il via ieri notte con un’occupazione simbolica da parte di una trentina di studenti della sede centrale in piazza Archita appunto. Da quest’oggi, invece, si torna nelle proprie aule in altrettante assemblee permanenti. Poi nei giorni successivi passeranno a fare le prime due ore di lezione, nelle ore successive si procederà con l'autogestione. Almeno stando a quel che affermano, gli studenti hanno essenzialmente voglia di discutere. “Non vogliamo occupare solo per occupare, vogliamo conoscere a fondo le questioni sul tappeto. Per questo - dice uno dei loro portavoce, Stefano De Baggis -, chiediamo ai docenti di essere al nostro fianco e di aiutarci ad analizzare. Noi cerchiamo chiarezza, non vogliamo il caos”. Gli studenti sperano quindi che il vento della loro azione giunga e coinvolga anche i compagni delle altre scuole. Difficile dire quanto durerà, però si pongono un obiettivo: arrivare almeno il 14 dicembre, data ultima per l'approvazione al Senato. Anche se, attraverso i social network con cui queste proteste si legano sempre più intimamente, l’auspicio di chi protesta è quello di riuscire a protestare quel giorno proprio sotto Palazzo Madama. Nessuna sigla associativa, nessuna etichetta sulla loro protesta, nessuna appartenenza politica, giurano. L’unico dialogo, ma senza confondersi con essi, è con gli studenti universitari del Link che stanno tenendo in piedi la protesta nelle facoltà. “Gli studenti si sono svegliati scrivono in una nota diffusa via mail alle redazioni. Gli studenti del liceo Archita hanno deciso di rompere il muro del silenzio che da troppo tempo opprime questa città. In risposta all’approvazione del ddl Gelmini del 30 novembre, in risposta ai movimenti che da settimane ormai infiammano tutta Italia, in risposta alle cariche della Polizia e alla repressione attuata dal Governo, gli studenti del liceo Archita di Taranto si sono astenuti arbitrariamente dalle lezioni, dopo una notte di assemblea permanente all'interno dell'istituto, da domani (quest’oggi ndr) partirà l'auto gestione a tempo indeterminato”. Poi, l'invito rivolto anche alle altre scuole: “Auspichiamo che in reazione alla nostra protesta anche le altre scuole presenti sul territorio jonico si ribellino dando vita ad un movimento studentesco reale in grado di far sentire la propria voce”. In chiusura, le parole - vere o suggerite che siano - rivelano tutto l'idealismo della loro età: “Negli occhi quello sguardo di chi non vuol mollare, nel cuore la speranza di un giorno migliore”.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 03 Dicembre 2010

    #2
    Occupato anche l'Archita

    Occupato anche l'Archita, da oggi è autogestione

    “…Un solo interesse, gli studenti!”. È questo lo slogan degli studenti di Taranto Universitaria i quali in una nota spiegano i motivi per i quali, contrariamente ai colleghi di altre facoltà, non hanno occupato la facoltà di Economia. «In questi mesi, - scrovono Marcello Murgia del Comitato direttivo e Alessandro Tarantino e Gianluca Campanelli consiglieri di facoltà - ci sono state legittime proteste nel paese e nelle varie sedi della comunità accademica tarantina, nate successivamente all’intenzione del Governo di legiferare una riforma del sistema universitario». Riforma della quale i rappresentanti di Taranto Universitaria non condividono il punto relativo ai concorsi per i docenti «poiché così strutturati non risolvono il fenomeno della baronia» così come sottolineano che «tale legge non abbia previsto significativi investimenti finanziari, prioritari per renderla più completa sotto tutti i punti di vista. Temi meritevoli di attenzione e soprattutto di discussione, che hanno bisogno di essere trattati senza la necessità di protestare in modo estremo, evitando di conseguenza la strumentalizzazione da parte dei vari movimenti politici e dei baroni. Tante volte in passato non abbiamo condiviso l’operato delle altre rappresentanze studentesche che trascuravano gli interessi degli studenti nelle Facoltà, poiché volevano solo fare politica compiacendo i sindacati e i partiti di turno. Quindi - concludono - speriamo che si possa discutere di tali problematiche all’interno degli organi accademici preposti».
    Chi, invece, ha deciso di occupare il proprio istituto sono stati gli studenti del liceo Archita che hanno deciso «di rompere il muro del silenzio che da troppo tempo opprime questa città. In risposta all’approvazione del Ddl Gelmini del 30/11/2010, in risposta ai movimenti che da settimane ormai infiammano tutta Italia, in risposta alle cariche della polizia e alla repressione attuata dal governo», gli studenti del liceo Archita di Taranto si sono astenuti arbitrariamente dalle lezioni, «dopo una notte di assemblea permanente all’interno dell’istituto. Da oggi partirà l’autogestione a tempo indeterminato. Ci auspichiamo - conclude la nota degli studenti dell'Archita - che in reazione alla nostra protesta anche le altre scuole presenti sul territorio jonico si ribellino dando vita ad un movimento studentesco reale in grado di far sentire la propria voce».

    articolo pubblicato su Corriere del Giorno di venerdì 03 Dicembre 2010

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