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Marco Travaglio

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    #46
    Originariamente inviato da Butterfly Visualizza il messaggio
    Questo è un articolo che ha scritto Travaglio in merito alla vicenda...mi ha fatto troppo ridere

    Yoko Onan

    Ora d'aria
    l'Unità, 17 ottobre 2008

    Mi scuso per l'intrusione, ma siccome sono diventato il condannato più famoso d'Italia, vorrei dire qualcosa anch'io sulla sentenza della giudice Di Gioia che, in primo grado, ha ritenuto diffamatorio per Cesare Previti un mio pezzo pubblicato nel 2002 sull'Espresso, in cui Previti era citato in mezza riga. Anzi, non sulla sentenza, che non c'è ancora (verrà depositata tra 60 giorni) e che comunque, più che commentata, andrà appellata nella speranza che sei occhi in Corte d'appello vedano meglio dei due del giudice monocratico. Vorrei dire qualcosa su tutto ciò che l'ha accompagnata. Perché, come sono certo di non aver diffamato nessuno, men che meno Previti (reato impossibile), non sono altrettanto sicuro che le cronache dedicate alla sentenza, a reti ed edicole unificate, non siano diffamatorie.

    Cito dal Tg1, che di solito non dà notizia delle condanne non solo dei giornalisti, ma nemmeno dei ministri, parlamentari, banchieri, imprenditori, e gabella le prescrizioni di Berlusconi e Andreotti per assoluzioni, ma ha riscoperto i piaceri della cronaca giudiziaria giusto in tempo per me: "Marco Travaglio è stato condannato a 8 mesi di reclusione, pena sospesa, per aver diffamato l'ex deputato Previti. Il processo, celebrato a Roma, riguardava un servizio sull'Espresso… Travaglio dovrà risarcire Previti con 20 mila euro". Manca solo un piccolo dettaglio: la sentenza è di primo grado. Avesse riguardato chiunque altro, i Raiotti avrebbero precisato che verrà appellata e dato la parola all'imputato per dire che nessuno è colpevole fino a condanna definitiva. Non ho avuto questa fortuna. Così il Tg1, informando sulla mia presunta diffamazione, è riuscito a diffamare me. Complimenti e grazie. Ora attendo che il Tg1 fornisca alla Nazione tutta i nomi dei suoi giornalisti condannati negli ultimi anni, in primo, secondo, o eventualmente terzo grado. Così come mi auguro che tutti i giornali che ieri han voluto dedicarmi tanto spazio, spalanchino gli archivi e facciano altrettanto. Ci sarà da divertirsi.

    Casomai la cosa potesse interessare, il sottoscritto è giunto all'età di 44 anni con la fedina penale immacolata: sul mio Casellario giudiziale c'è scritto "Nulla". Il che naturalmente non significa che tutti i condannati definitivi per diffamazione siano dei diffamatori: questo genere di processi, per chi fa cronaca giudiziaria, sono incidenti di percorso quasi inevitabili anche per chi non sbaglia (e prima o poi sbagliamo tutti). Perché esistono tre tipi di diffamazione: quella di chi esprime opinioni critiche, ritenute dal giudice eccessive; quello di chi scrive fatti falsi; quello di chi scrive fatti veri, ma inseriti in un contesto negativo che il giudice, nella sua discrezionalità, ritiene diffamatori. Ora, quel che ho scritto sull'Espresso è vero: ho citato il verbale del colonnello del Ros Michele Riccio, che parlava (lui, non io, diversamente da quanto scritto dall'Unità) della presenza di Previti nello studio Taormina mentre si teneva una riunione per discutere certe faccende riguardanti Dell'Utri, senz'attribuire a Previti alcun ruolo nella riunione.
    Dunque penso che la mia sentenza riguardi il reato del terzo tipo. Càpita, viste la genericità del reato di diffamazione e la carenza di cultura liberale nella giurisprudenza italiana, diversamente da quella europea (vedi sentenze della Corte di Strasburgo) e americana (il I emendamento taglia la testa al toro).

    Non è stato sempre così: negli anni 80, Indro Montanelli fu condannato per diffamazione nei confronti di Ciriaco De Mita: un milione di lire di multa per avergli dato del padrino. Montanelli si appuntò al petto la condanna come una medaglia. L'altro giorno il pm aveva chiesto per me una multa di 500 euro. Il giudice l'ha ridotta a 100 e ci ha aggiunto, bontà sua, 8 mesi di reclusione. La pena media dell'omicidio colposo; la metà della pena inflitta a Previti per aver comprato il giudice del caso Mondadori; 3 mesi in meno degli anni affibbiati a Cesare Romiti per 100 miliardi di lire di falsi in bilancio Fiat (prima che il reato fosse depenalizzato); 2 mesi in più della pena patteggiata da Renato Farina per favoreggiamento nel sequestro Abu Omar.

    A proposito dell'on. Farina, alias agente Betulla: ieri su Libero, sotto il titolo "La banda Santoro - Anche Travaglio finisce tra i pregiudicati", definisce "barbarie" la pena detentiva, ma poi mi rinfaccia di aver ricordato le condanne per diffamazione di Lino Jannuzzi. E scrive che usufruirò dell'indulto. Dunque "chi di spada ferisce…". Ma non sa quel che dice. Dell'indulto ha usufruito lui, visto che la sua pena patteggiata è definitiva. La mia è un primo grado (dunque pregiudicato lo dica a se stesso) e conto di farla cancellare nei gradi successivi: forse Betulla non sa che l'indulto si applica solo alle pene irrevocabili. Quanto a Jannuzzi, a parte il fatto che le sue condanne si riferiscono a notizie false (tipo i complotti delle toghe rosse contro Berlusconi e Andreotti "poi assolti"), ne ho parlato perché Jannuzzi è stato a lungo parlamentare (infatti ha avuto prontamente la grazia). Le condanne dei giornalisti sono fatti loro, quelle dei parlamentari sono fatti nostri. Sottili distinzioni ignorate anche dal biondo mèchato del Giornale, che ha sbattuto la mia sentenza in prima pagina, dopo aver nascosto le sue (una caterva di processi persi, con abbondanti risarcimenti dei danni ai pm di Mani Pulite per la balle diffamatorie che lui rovescia loro addosso da una vita). Il pover'ometto farnetica di "pregiudicato", "indulto", "prescrizione" e s'interessa appassionatamente alle mie ferie. Lui che era di casa ad Hammamet ai piedi di un celebre latitante pluripregiudicato e pluricorrotto, di cui è vedovo inconsolabile. Ecco, nemmeno Vallanzasca potrebbe mai accettare lezioni dalla Yoko Ono di Craxi.
    Oibò, in questa circostanza il travagliato giornalaio, rivendica "la presunzione di non colpevolezza fino al giudicato".

    Peccato che nelle sue deliranti inchieste, tale principio costituzionale non merita cittadinanza alcuna. Molto spesso, l'amico Marco ipotizza pene e fattispecie penali sin dalle indagini preliminari.

    Zelig ha bisogno di talenti di questa levatura. Se cambia mestiere, prometto di fondare un comitato feste, per regalargli le piazze di mezzo sud, così le feste patronali saranno meno noiose.

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      #47
      Originariamente inviato da silente Visualizza il messaggio
      Zelig ha bisogno di talenti
      Originariamente inviato da silente Visualizza il messaggio
      prometto di fondare un comitato feste.

      Potresti cominciare sin da ora. Creare una cosa tipo "ordine dei giornalisti comici italiani" ... come capocomico ci sarebbe Emilio Fede .. e poi troveresti tanti "giornalisti" degni di entrarci ... almeno il 75% del totale di quelli che scrivono in Italia... a forza di leccare-non-dico-cosa al nuovo governo si stanno rendendo così ridicoli che c'è davvero da ridere....


      Così, almeno, nell'Ordine Dei Giornalisti, ci rimarrebbe solo gente degna di tale titolo, come Travaglio appunto.


      P.S: quando Travaglio parla di sentenze e condanne specifica sempre se si tratta "primo", "secondo" grado, "cassazione" ecc... Non ha mai dato del colpevole ad una persona solo dopo appena un grado di giudizio (come invece hanno fatto con lui i telegiornali) ... ma forse non te ne sei mai accorto.
      Per quanto riguarda indagini preliminari eccc... specifica sempre che si tratta di "ipotesi di reato" ... non è mai andato a dire che una persona è colpevole di un fatto solo perchè c'è un'indagine in corso non ancora giudicata da un giudice.

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        #48
        Concordo, un duetto Fede-Travaglio, sarebbe irresistibile.

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          #49
          Originariamente inviato da silente Visualizza il messaggio
          Concordo, un duetto Fede-Travaglio, sarebbe irresistibile.
          Hai letto male.

          Ho detto che Travaglio rimane nell'ordine dei giornalisti ... quello serio. Fede è il capocomico dell'ordine dei giornalisti comici italiani.


          Silente insomma ... mi devi leggere con attenzione!

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            #50
            Cara farfalla, ti leggo sempre con attenzione. Diciamo che di comici io ne vedo due, tu soltanto uno, e tagliamo la testa a santoro.....volevo dire al toro.

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              #51
              ho da poco finito di leggere l'ultimo di marco, "per chi suona la banana", che narra soprattutto (per quelli che dicono che travaglio parla solo di berlusconi) delle tragicomiche avventure del governo prodi, fino ai giorni nostri, al ritorno del nano da combattimento. che dire.....come mi capitò dopo aver letto "la scomparsa dei fatti", la sensazione è la stessa: i fatti aprono la mente, fanno rendere conto, senza avere pregiudizi e paletti mentali destroidi e sinistroidi, di quanto ormai siamo immersi nel qualunquismo e nell'immobilità mentale e di quante cose putroppo ignoriamo sulla nostra classe politica. io sono del parere che marco travaglio debba solo essere ringraziato per il servizio eccellente che rende all'informazione sana e alla verità, ma dato che viene solo additato come giustizialista, comunista (!!!), fascista (???) ripongo la speranza nei posteri.....
              ...Ma soprattutto senza con gesta quotidiane richiamare l'attenzione delle forze dell'ordine...

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                #52
                Riferimento: Marco Travaglio

                Originariamente inviato da silente Visualizza il messaggio
                Travaglio, è uno in cerca di gloria. Ha costruito le sue fortune sulle disgrazie giudiziarie di Berlusconi. Ne ha guadagnati soldini.Purtroppo il giornalismo italiano, ha di questi pessimi esempi.
                Io avrei dei dubbi sull'uso dell'espressione "disgrazie giudiziarie"; diciamo pure che il Cavaliere ne ha combinate di tutti i colori
                Berlusconi è continuamente imputato per reati odiosi come la corruzione. Non ci sono dubbi sul fatto che venga assolto: il fatto non sussiste, il fatto non è più previsto dalla legge come reato, assolto con formula dubitativa (art. 530 del codice di procedura penale, secondo comma), ecc.

                Prescrizione.

                Io terrei conto del fatto che Berlusconi è un uomo molto ricco. Il giudice è un uomo. Un semplice uomo, con tutti i pregi e i difetti; quindi corruttibile (perchè no? nulla di nuovo sotto il cielo).
                Si, possono sembrare solo insinuazioni; ma il mio compito non è fare l'avvocato di Travaglio. Voglio solo dire che le assoluzioni potrebbero essere comprate; in fondo ci sono tutte le condizioni affinchè avvenga. E questo vale per molti altri imputati (ricchi o molto potenti), poi assolti.

                Per quel che mi riguarda, Travaglio è un buon giornalista. Molto preparato. Ha un difetto però: non è totalmente imparziale. Attacca indistintamente destra e sinistra ma risparmia un partito (quello dell'ex pm Di Pietro). Mi risulta difficile pensare che quel partito sia composto da soli santi, sebbene l'ex magistrato dica di non avere con se condannati (la condanna o l'assoluzione per me sono concetti relativi poichè nulla vieta l'esistenza di giudici corrotti e imputati corruttori; del resto viviamo in un'epoca caratterizzata dalla relatività ).

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