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Rassegna Stampa 2016

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    Rassegna Stampa 2016

    Preside denuncia la Provincia
    Dalbosco (Ferraris): “Inconcludente, tanti sprechi”



    Una scuola disposta a cedere qualche aula rimasta vuota, l’altra con il bisogno matto e disperatissimo di mettere un tetto decoroso sulla testa dei propri studenti. I due dirigenti scolastici si accordano con l’imprimatur della Provincia (ente deputato alla gestione degli edifici delle scuole superiori) e ne nasce un decreto. Siamo al 6 agosto del 2015. Il presidente Martino Tamburrano, come si legge nel provvedimento emesso dall’ente, “decreta” - appunto -, che il liceo Ferraris traslochi all’inizio dell’anno scolastico (quello che ha già doppiato la boa del primo trimestre) in un’ala dell’istituto Pitagora.
    Galeotto fu il decreto e chi lo scrisse, però. Dal momento che, dopo una lunga sequela di botta e risposta tra il dirigente scolastico del liceo Ferraris, il professor Marco Dalbosco, e i dirigenti della Provincia, nulla è cambiato, con l’aggravante che gli studenti del Ferraris in una sede fatiscente erano e là restano. Dalbosco ieri mattina ha denunciato la situazione alla stampa. Con lui anche gli insegnanti e un centinaio di studenti. Il Ferraris da qualche anno ha acquisito anche il classico Quinto Ennio: complessivamente 1.200 ragazzi e 100 dipendenti.
    Ma oltre che di rispetto, il trasloco sarebbe anche questione di buon senso. L’attuazione del decreto avrebbe fatto risparmiare i contribuenti. Oggi il Ferraris è dislocato su due poli: via Abruzzo (Quinto Ennio) e via Mascherpa, con due sedi distaccate (e private). Queste costano alla Provincia 25mila euro all’anno di fitto. Quindi - proponeva Dalbosco - perché non trasferire 4 classi in un’ala del Pitagora inutilizzata per il calo delle iscrizioni in quell’istituto? La Provincia ci sta, ma poi va tutto in stallo.
    “Non siamo qui per demolire, ma per costruire”, ha precisato il dirigente che ha messo a nudo tutte le inefficienze dell’ente pubblico. “La Provincia di Taranto ha utilizzato solo 702mila euro della prima annualità del Piano triennale regionale per l’edilizia scolastica, a fronte di una disponibilità massima di 3,5 milioni di euro che le altre province pugliesi hanno sfruttato al meglio. A Taranto sono stati presentati solo quattro progetti e ignoriamo i criteri con cui sono state scelte le scuole. In ogni caso abbiamo vanificato la possibilità di utilizzare altri 2,5 milioni di euro”. Le cose non vanno bene nemmeno sul fronte della “Buona scuola”. Il Governo aveva assegnato alla Puglia 21,8 milioni di euro. “Per accedere ai fondi - ha detto Dalbosco -, sarebbe bastato inviare una banale manifestazione di interesse”. Invece tabula rasa o poco ci manca. “Se ci avessero interpellato, avremmo sicuramente offerto il nostro contributo di idee. L’unica ipotesi riproposta è stata quella del trasferimento del Ferraris presso l’istituto Salesiano di cui si era discusso lo scorso gennaio senza pervenire ad alcuna decisione”. Abbandonare l’edificio di via Mascherpa sarebbe un doppio danno per la scuola che ha effettuato un grosso investimento sulla fibra ottica per cablare l’istituto, con un ulteriore e gravissimo spreco di risorse pubbliche. Con Dalbosco ci sono i rappresentanti degli studenti Alberto Iezza, Giulia Settembrini, Domenico Salerno, Giulia Di Palma. “Basta menzogne - dicono -. Continueremo questa battaglia finché non otterremo ciò che un decreto ha già assegnato”.


    articolo di Maristella Massari
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 6 Gennaio 2016



    “Il decreto per il Ferraris non può essere attuato”


    “La Provincia di Taranto non è inadempiente. È il decreto del 6 agosto 2015, il numero 76, che stabiliva il trasferimento di quattro aule del liceo Ferraris nell’istituto Pitagora, a non essere attuabile come riscontrato da apposite verifiche tecniche”.
    Così replicano dal Palazzo del Governo di via Anfiteatro dopo le accuse del dirigente scolastico del liceo Ferraris, Marco Dalbosco che ieri ha convocato la stampa, stigmatizzando la logica con la quale a suo dire l’ente provinciale avrebbe ritirato il provvedimento di trasferimento, proponendo lo spostamento di un’ala del liceo nell’ex istituto Salesiani di viale Virgilio. Secondo il preside, questa seconda operazione sarebbe ancora più difficile della prima. Dalla Provincia sostengono di non aver mai data per certa questa soluzione, definendola “un’ipotesi remota”.
    “Soprattutto - spiega Piero Bitetti, consigliere provinciale delegato all’edilizia scolastica, che però fa sapere di non aver seguito in prima persona il caso Ferraris - perché ai Salesiani dovrebbe andare l’ex Lisippo, ora accorpato con l’istituto Calò di Grottaglie, e per la distanza tra il liceo di via Mascherpa e viale Virgilio. Uno spacchettamento nelle due sedi sarebbe scomodo e complicato per docenti e studenti”. Nella fattispecie, del Ferraris e del relativo decreto si è occupato il dirigente all’Istruzione e gestione scolastica, Stefano Semeraro, che dal punto di vista tecnico ha sempre sostenuto l’utilità di trasferire uno degli istituti senza sede o attualmente sistemati in strutture inadeguate, nei Salesiani. Anche perché, spendendo cifre pari a quelle attualmente impiegate, gli alunni potrebbero stare più comodi e studiare in un edificio a norma. Che ci vada il Ferraris o l’ex Lisippo, a questo punto, è solo una scelta politica. Scelta che forse è già stata presa. “Mancano solo due piccole integrazioni alla documentazione, che è già pronta - dice Bitetti - per il trasferimento del Calò ai Salesiani. Sicuramente avverrà entro gennaio. La somma per i traslochi dei diversi istituti, compreso l’ex Lisippo, pari a circa 5mila euro, è già disponibile. Mi riservo comunque la possibilità di valutare se sia fattibile l’ipotesi di spostare anche parte del Ferraris in questo contenitore”.

    articolo di Pamela Giufrè
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 6 Gennaio 2016


    #2
    Aule di nuovo al freddo, insufficienti i fondi stanziati

    Aule di nuovo al freddo, insufficienti i fondi stanziati
    E c’è anche il problema sicurezza, con molti piani inagibili
    Il Lisippo in un’ala dei Salesiani, la soluzione adesso è vicina



    Studenti nuovamente sul piede di guerra. Appena tornati sui banchi di scuola dopo la pausa natalizia, hanno trovato i termosifoni spenti nelle aule di numerose scuole superiori di Taranto e provincia. I fondi (appena 100mila euro) reperiti a fine dicembre per accendere quest’anno gli impianti di riscaldamento non sono bastati neppure a garantire qualche giorno di accensione dopo la ripresa. Praticamente si è punto e a capo.
    Ma a preoccupare sono anche gli aspetti legati alla sicurezza degli edifici. In alcuni casi, lamentano gli studenti, interi piani non sono agibili. La situazione si è di fatto complicata all’inizio di gennaio perché alcune delle competenze in materia di edilizia scolastica nelle scuole secondarie di secondo grado sono rimaste in capo alle Province. Non ci sono, però, le risorse necessarie. Insomma, le responsabilità in termini economici sembrerebbero essersi spostate sugli altri enti locali. E governare queste partite non è affatto semplice mentre rischia di esplodere la protesta degli studenti per i disagi riscontrati nelle aule. Studenti, comunque, accomunati da stessa sorte in tutte le province. Intanto, ieri, tavolo tecnico alla Provincia. Il confronto tra Piero Bitetti, consigliere provinciale delegato all’edilizia scolastica, e i referenti delle varie sigle studentesche (Unione degli studenti, Federazione degli studenti e Movimento di Azione cattolica studentesca) non ha sbloccato alcuna delle situazioni denunciate dai ragazzi. Forse, dopo la sistemazione, finalmente avvenuta ieri, degli studenti di una delle sedi del liceo Archita (quella presso Sant’Antonio) nella sede delle suore di Maria Immacolata, qualche chance e qualche speranza in più sono state date agli studenti ed ai docenti del liceo artistico Lisippo-Calò. Una cui delegazione si è presentata ieri in Provincia per sollecitare il promesso trasferimento dalla attuale sede di via Lago di Molveno, dove le aule e gli spazi sono del tutto inadeguati, nei locali reperiti presso l’immobile dei Salesiani in viale Virgilio. Un’operazione che sta slittando da tempo, ma ora sembrerebbe essere finalmente vicina.
    “Mancano solo due documenti da parte della proprietà - assicura Bitetti -. Non appena saranno stati prodotti, stipuleremo il contratto e si procederà con il trasloco. Studenti, genitori e docenti sono giustamente preoccupati, ma ho voluto tranquillizzarli che la procedura è definita e chiara”. Non dovrebbero esserci sorprese, dunque, anche sul piano finanziario nel senso che l’operazione ha le coperture necessarie. Nell’ampio e spazioso immobile dei Salesiani, gli studenti del Lisippo utilizzeranno il primo ed il secondo piano, nonché i laboratori esistenti. Per una scuola che da anni attendeva spazi adeguati anche per valorizzare i lavori dei propri studenti, questa promette di essere finalmente la sede giusta. Il consigliere delegato Bitetti ha comunque dato a studenti e professori un nuovo appuntamento per fare un aggiornamento della situazione per lunedì prossimo. È, invece, fissato al 18 gennaio un ulteriore incontro con le associazioni studentesche. Ma gli studenti hanno capito che la situazione ora si complica davvero e che difficilmente arriveranno risposte risolutive. Da qui, insomma, l’intenzione di attivare forme di protesta per far conoscere le proprie ragioni. “Come gli operai Ilva, anche noi sentiamo di subire una sorta di ricatto - afferma Michael Tortorella (Unione degli studenti)-. Ci si dice che un eventuale sciopero non cambierà le cose, mentre siamo costretti a frequentare aule non solo inagibili a causa del freddo e dell’umidità, ma anche poco sicure sul piano edilizio. Se scioperiamo, inoltre, finiamo col danneggiare noi stessi. Ma non demorderemo. Non si può rimanere indifferenti davanti ai numerosi disagi che stiamo vivendo in tanti”.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 8 Gennaio 2016

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      #3
      “La Provincia ha investito 6 milioni su dieci scuole”

      “La Provincia ha investito 6 milioni su dieci scuole”
      La replica del presidente Tamburrano al preside Dalbosco


      “Capisco la rabbia del dirigente scolastico, che ad anno in corso ha visto sfumare la possibilità di trasferire alcune classi in un nuovo plesso, ma ritengo il suo intervento un po’ singolare”.
      Così il presidente della Provincia Martino Tamburrano, ieri mattina ha replicato alle affermazioni mosse dal preside del liceo “Ferraris”, Marco Dalbosco. Il dirigente scolastico, la scorsa settimana lo aveva tirato in ballo denunciando presunte mancanze della Provincia in merito all’attuazione di un decreto con cui l’Ente avrebbe dovuto autorizzare il trasloco di alcune classi del liceo dalla sede di via Mascherpa, all’edificio attiguo che ospita l’istituto Pitagora. Il liceo “Ferraris” occupa anche un terzo polo, quello di Santa Teresa. Si tratta di un edificio di proprietà della omonima parrocchia per l’affitto del quale la Provincia sborsa ogni anno 25.000 euro. L’operazione di trasloco avrebbe consentito un risparmio all’Ente pubblico.
      “Si da atto - si legge nel decreto -, che per volontà dell’Ites Pitagora non è stato possibile effettuare un sopralluogo nei locali dell’oggetto della concessione”.
      “Non è stata colpa della Provincia - ha spiegato Tamburrano - se l’accordo è saltato. I dirigenti tecnici avrebbero ricevuto parere negativo e contrario dal Pitagora per questioni legate alla sicurezza dei luoghi. E di fronte alla sicurezza noi ci siamo fermati proponendo un’altra soluzione. Tutto qui. Tra l’altro - prosegue Tamburrano -, abbiamo interpellato la proprietà dell’edificio di Santa Teresa, ospitato da alcune aule del liceo Ferraris, chiedendo di effettuare lavori di ristrutturazione per rendere la sede più dignitosa e idonea alla frequentazione dei locali da parte degli studenti, ottenendo risposte favorevoli sul punto”.
      La questione della manutenzione e più in generale dell’edilizia scolastica è uno dei compiti di istituto che assorbe maggiormente la Provincia.
      “Abbiamo pochi soldi per la gestione ordinaria nel bilancio dell’Ente, molti dei quali - ha precisato il Presidente -, vengono destinati all’acquisto del gasolio per i riscaldamenti. Ma siamo stati in grado di intercettare diversi finanziamenti regionali, grazie ai quali abbiamo appaltato lavori per ben 6 milioni di euro. A farne tesoro saranno dieci scuole tra cui l’istituto Falcone di Sava, l’Aristosseno, il Cabrini e il Liside di Taranto, l’Einaudi e il De Santis di Manduria e il Vico di Laterza. Qui i lavori sono stati già appaltati e per altre tre scuole siamo in procinto di emettere i bandi. A questo si aggiunga che la Provincia è riuscita a riportare il liceo Archita nel cuore di Taranto e che abbiamo in corso lavori nell’edificio di Palazzo degli Uffici per 1,7 milioni di euro, recuperati dal Piano per l’edilizia scolastica, per rimettere a norma la scuola”.

      articolo di Maristella Massari
      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 12 Gennaio 2016

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        #4
        Lisippo, tarda il trasferimento

        Lisippo, tarda il trasferimento
        Ancora un nulla di fatto per il passaggio nell’immobile dei Salesiani
        Ma Bitetti (Provincia) assicura: stiamo completando, è solo questione di giorni


        Niente da fare ancora, anche se ieri l’informativa fornita dal delegato all’edilizia scolastica della Provincia, Piero Bitetti, lascia ben sperare che la situazione si sblocchi in poche ore. È la storia eterna del liceo artistico Lisippo-Calò i cui studenti ancora non riescono a trasferirsi nella nuova sede che sta per essere allestita presso l’immobile dei salesiani in viale Virgilio. Poco male se Bitetti incalza e rammenta le date abbastanza ristrette con cui l’amministrazione provinciale, ormai con i cordoni della borsa saldamente allacciati, ha messo mani sulla storia negli ultimi mesi e solo negli ultimi giorni di dicembre è giunta la documentazione chiesta ai proprietari dell’immobile di viale Virgilio. Dal canto loro, gli studenti sono “orfani” di una sede adeguata da anni e, comunque, almeno da quando, già provenendo da un immobile realizzato per fini civili e adattato a scuola, furono costretti a trasferirsi in una sede ancora più angusta: quella attualmente ubicata in via Lago di Molveno.
        Spazi angusti e laboratori praticamente ed obiettivamente inesistenti, la protesta degli studenti si è fatta sempre sentire. Ma da quando la promessa di trasferimento in una sede sicuramente più idonea è stata ufficializzata, l’attesa diventa sempre più pesante. Lunedì scorso sarebbe stata la data segnata come ultima tappa possibile per attendere la conferma che l’operazione sottoscrizione del contratto di nuovo affitto e l’inserimento in agenda della giornata di trasferimento di sede. Ma ancora una volta quella scadenza è saltata. Anche ieri, incontrando in delegazione studenti e famiglie, Bitetti ha spiegato che, esaminata l’intera documentazione, i tecnici della Provincia hanno chiesto un’ulteriore documentazione che sta per essere approntata. La richiesta formale è partita dalla Provincia il 29 dicembre. “Sono semplicissime attestazioni, non si tratta di prove di collaudo o di altro” assicura Bitetti. “Chiedo ancora solo qualche giorno di pazienza - aggiunge -. I rispettivi tecnici dell’amministrazione hanno appena concordato le procedure”.
        Ma non è, in queste ore, l’unico tema caldo nella relazione tra scuole superiori ed amministrazione provinciale che ne è competente. Gli studenti delle altre scuole tornano anche a farsi sentire per la storia della mancata accensione degli impianti di riscaldamento in numerosi istituti. In molti casi, infatti, si sta provvedendo alla trasformazione della tipologia di alimentazione degli impianti da gasolio a gas metano. [...]


        E trasloco imminente per professioni sanitarie

        Trasferimento in agenda in questi giorni e rinviato ad horas anche per gli studenti universitari delle professioni sanitarie. Ubicate ancora per pochi giorni presso la sede del Politecnico a Paolo VI, le aule e tutte le attività dei corsi di laurea in Infermieristica, Fisioterapia e Tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro andranno nei locali messi a disposizione dalla Cittadella della Carità e acquisiti in fitto dall’Asl. In calendario subito alla ripresa dopo la pausa natalizia, il trasferimento è insomma solo questione di ore. In questo modo, i corsi di laurea delle professioni sanitarie avranno, per la prima volta, una più corretta sistemazione presso una struttura sanitaria. Oltretutto, da quest’anno è cresciuto il numero di posti disponibili per Infermieristica, un corso di laurea che, oltre al corso tradizionale, si svolge in parallelo presso la Scuola Sottufficiali della Marina Militare e dove, da quest’anno, c’è posto anche per i civili. Sono strutturati qui, infatti, i 20 posti assegnati in più al polo di Taranto, che si aggiungono ai 10 (anche qui con un leggero incremento) posti destinati al personale militare.
        Una possibilità, questa del corso con formula mista. Una chance in più, che è stata salutata positivamente in quanto probabilmente preliminare a possibili accordi con la Marina Militare finalizzati all’utilizzo dell’ospedale militare. E questo, soprattutto, nella prospettiva dell’insediamento a Taranto di un dipartimento biomedico. Un obiettivo al quale aveva lavorato l’allora direttore della Scuola di Medicina dell’Università di Bari, Paolo Livrea, dall’altro ieri sostituito dal nuovo direttore, Loreto Gesualdo. Occorreranno ora le prime interlocuzioni col nuovo responsabile per capire quanto del percorso tracciato anche a favore di un potenziamento dell’offerta formativa universitaria nell’ambito sanitario potrà essere conservato e irrobustito a Taranto.
        Non certo destinati alla formazione universitaria vera e propria, ma giungono anche gli aiuti per le associazioni che si occupano di formazione continua destinata alla popolazione anziana. Con una propria recente delibera, la Regione ha infatti approvato il piano di riparto dei contributi (un totale di 29.500 euro) per le Università popolari e della terza età per l’anno accademico in corso. Si tratta, per la provincia di Taranto, di queste associazioni a cui vengono corrisposti gli aiuti indicati tra parentesi: Università dell’Età libera (592 euro), Università Popolare del Mediterraneo di Taranto (327), Università della Terza Età Vincenzo Curci di Taranto (263), Università dell’Età Libera di Grottaglie (226), Università delle Tre Età di Manduria (226).

        articoli di Maria Rosaria Gigante
        pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 13 Gennaio 2016

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          #5
          “Scuole abbandonate dal 2015 dalla Provincia”

          “Scuole abbandonate dal 2015 dalla Provincia”
          I dirigenti scrivono a Renzi e alle istituzioni
          E sul liceo Lisippo-Calò critiche dal ministero


          Ieri il picco di assenze al liceo Aristosseno. Tantissimi studenti e non pochi operatori, anche tra il personale, in malattia. Colpa dell’influenza stagionale, ma anche una inevitabile conseguenza delle temperature e delle condizioni climatiche che si raggiungono nelle aule non più riscaldate a causa del mancato rifornimento di gasolio da parte dell’Amministrazione provinciale. Ma le aule al freddo non sono l’unico disagio quanto la punta di un iceberg di un insieme di situazioni determinate dall’assenza di manutenzione e di risorse necessarie al funzionamento di una scuola.
          È quanto vanno denunciando da settimane gli studenti convocati ancora dal presidente della Provincia, Martino Tamburrano, per lunedì prossimo. E ora è anche oggetto di una lettera (il cui tema è “Scuola jonica ed ente provincia: una situazione insostenibile”), deliberata nei giorni scorsi dal collegio dei docenti, ed inviata per una sottoscrizione ai dirigenti degli istituti scolastici di Taranto ed ai segretari delle organizzazioni sindacali. Destinatari del documento di denuncia, il presidente del Consiglio, Renzi, il ministro dell’Istruzione, Giannini, il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Cammalleri, il provveditore, Rusciano, il presidente della Regione Puglia, Emiliano, i parlamentari tarantini, i consiglieri regionali, lo stesso presidente Tamburrano. Intanto, il ministero dell’Istruzione ha voluto sapere di più sulla situazione del liceo artistico Lisippo-Calò, in attesa di un ulteriore trasferimento presso la struttura dei Salesiani in viale Virgilio. E lo ha fatto rispondendo ad una lettera di denuncia inviata dal Comitato Qualità della Vita proprio ad uno degli indirizzi mail che il testo della riforma della “Buona Scuola” indica alle scuole per denunciare le criticità in tema di edilizia scolastica. Ad occuparsi della situazione è proprio uno specifico settore (Edilizia scolastica) del ministero. Nell’interlocuzione telefonica con il presidente del Comitato tarantino, Carmine Carlucci, il funzionario del ministero non ha esitato ad esprimere perplessità sulla situazione del Calò-Lisippo e sulla scelta, ancora una volta, di una soluzione non definitiva assicurando un immediato intervento presso la Provincia. L’informativa ha riguardato anche la più complessiva situazione in cui versano le scuole tarantine anche in riferimento al mancato funzionamento di un buon numero di impianti di riscaldamento. A creare maggiori disagi, gli impianti a gasolio, la cui fornitura non è più assicurata. Diverso, almeno per ora, per le scuole i cui impianti sono stati convertiti a gas metano per cui, con una facile ironia, si fa notare che in questi ultimi casi il riscaldamento sarà assicurato almeno fino a quando non verranno tagliate le forniture per mancato pagamento.
          Il nodo - è evidente - è in quel che resta delle competenze in capo alla Provincia in materia di scuola (secondaria) e delle risorse sempre più asfittiche della stessa Provincia. Secondo il consigliere delegato all’edilizia scolastica per la Provincia, Piero Bitetti, talune competenze, comprese quelle proprio per il riscaldamento, sarebbero transitate alla Regione Puglia. Nel balletto di attribuzioni di responsabilità e in attesa di un definitivo assestamento delle situazioni, ad avere la peggio, intanto, sono proprio le scuole e chi ci opera dentro.
          Nella lettera al presidente Renzi e ai vertici istituzionali, si cita infatti proprio il graduale disimpegno della Provincia verso le scuole superiori. Fino al 2014, invece, erano assicurate le varie forniture, piccola ed ordinaria manutenzione, le spese generali. Disponibilità improvvisamente negate dal 2015 con la conseguente necessità da parte delle scuole, per ovviare a ciò, di fare ricorso alla contribuzione volontaria delle famiglie. Questo ha, però, a sua volta, sottratto risorse all’ampliamento dell’offerta formativa. Almeno, si reclama nella lettera, che “le risorse derivanti alla Provincia dall’utilizzo delle entrate per contratti a redditività commerciale stipulati per i servizi di bar e ristoro ubicati nelle sedi scolastiche (macchinette per il caffè e quant’altro), rimangano come risorse proprie ed esclusive di ciascuna scuola”.

          articolo di Maria Rosaria Gigante
          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 16 Gennaio 2016

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            #6
            Torna il riscaldamento a scuola - Lisippo, ancora nessuna risposta

            Torna il riscaldamento a scuola
            La protesta degli studenti ieri davanti alla Provincia sortisce il primo risultato



            Una penna e un quaderno in mano e una coperta... addosso. Non in tantissimi al riparo da una coperta, come avevano sperato di essere, ma sicuramente in tanti ad affrontare il rigore della temperatura di ieri. Per strada. Ma sarebbe stata la stessa cosa a scuola. Ci hanno messo ieri gli studenti delle scuole superiori di Taranto - a fare da capofila in qualche modo il liceo Aristosseno, a cui poi si sono uniti gli studenti del Pitagora e dell’Archita - nella protesta inscenata sotto il Palazzo della Provincia per denunciare ancora una volta, con un tono che evidentemente sale in modo inversamente proporzionale al trend delle temperature, la mancanza di riscaldamento nelle aule. Colpa della esiguità di risorse economico-finanziarie e della razionalizzazione delle spese, viene replicato. Alla fine, in qualche modo, almeno per ora, però, l’hanno vinta loro. Il presidente Tamburrano ha, infatti, garantito che stamattina le aule torneranno ad essere al caldo perché, nel rifornire gli edifici di gasolio, sarà data priorità alle scuole e non si dovrà dunque attendere, come era stato detto in precedenza, venerdì prossimo. Da oggi, promettono a loro volta gli studenti, si torna a scuola. [...]

            articolo di Maria Rosaria Gigante
            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 20 Gennaio 2016



            Lisippo, ancora nessuna risposta
            Continuano a mancare le certificazioni chieste dalla Provincia ai salesiani


            Ancora una incredibile giornata di stallo, ancora nessuna informazione precisa sull’inoltro delle ultime certificazioni richieste dalla Provincia alla proprietà dell’Istituto dei Salesiani prima di procedere all’acquisizione in fitto dell’immobile in viale Virgilio. Il liceo artistico Lisippo Calò resta, dunque, ancora in attesa. Ieri, intanto, mentre gli studenti occupavano la precaria sede di via Lago di Molveno, una delegazione di genitori e docenti si è recata in Provincia. Era stata promessa loro una risposta, ma in loro presenza il delegato all’edilizia scolastica, Piero Bitetti, ha tentato inutilmente di mettersi in contatto con l’amministrazione dell’istituto che ha sede a Napoli. Nulla da fare. L’appuntamento è stato, dunque, rinviato a quest’oggi. Intanto, ha ricevuto la firma di sei dirigenti di altrettanti istituti superiori di Taranto (Pacinotti, Liside, Ferraris e Maria Pia) e provincia (Mondelli e Falcone), nonché dei segretari provinciali di Gilda-Unams (Giovanni Mortato), Uil Scuola (Ettore Saporetti) e Flc Cgil (Angela Dragone), la lettera deliberata dal collegio dei docenti del liceo Aristosseno , e inviata in giro nelle scuole tarantine dal dirigente Salvatore Marzo. La lettera è indirizzata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e un ulteriore lungo elenco di destinatari. Sotto accusa la situazione - definita “insostenibile” - in cui versa il rapporto scuola jonica e ente Provincia. [...]

            articolo di Maria Rosaria Gigante
            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 22 Gennaio 2016

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              #7
              Fondi per palazzo degli uffici: i tempi non saranno brevi

              Fondi per palazzo degli uffici: i tempi non saranno brevi

              Finanziamento governativo per Palazzo degli Uffici, i tempi non saranno brevi. Se in Provincia, i più ottimisti si aspettavano che la presidenza del Consiglio accendesse il semaforo verde già lo scorso 14 gennaio (giorno in cui si era riunito il “Tavolo per Taranto” dopo la sottoscrizione del Contratto istituzionale di sviluppo), con il passar dei giorni anche i più fiduciosi hanno iniziato ad avere dei dubbi. Crescenti. Rilevanti. E, alla fine, anche chi pensava che si potesse risolvere tutto con un decreto non si fa più illusioni. Almeno sui tempi. Che non saranno brevi. L’opera, la ristrutturazione dello storico immobile richiesta dal Comune e dall’Amministrazione provinciale, verrà finanziata ma il definitivo via libera non ci sarà prima di maggio o, più probabilmente, di giugno.
              Prima ancora di comprendere, infatti, se il Governo nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) finanzierà la ristrutturazione e riqualificazione dell’edificio nei termini finanziari richiesti dagli enti locali (20 milioni di euro), bisogna ricordare che dopo la presentazione della scheda bisognerà avviare una fase istruttoria. Che, una volta terminata, dovrà portare il dossier all’esame del cosiddetto pre Cipe prima e del Cipe poi. Solo il Comitato interministeriale per la programmazione economica, infatti, può materialmente finanziare la grande incompiuta del Borgo di Taranto. Questo dice la legge. Chi in Provincia pensava che poteva essere firmato un decreto ministeriale ad hoc ha esercitato, per dirla così, un ottimismo della volontà. Nulla di più. Ma per quale motivo al quarto piano di Palazzo del Governo c’era e, peraltro, c’è così tanta attenzione verso un immobile di proprietà del Comune di Taranto? Perché all’interno deve ritornare lo storico liceo classico Archita e la Provincia ha la competenza sulle scuole superiori? In parte. In realtà, come più volte sottolineato, l’Amministrazione Tamburrano ha legato a doppio filo la ristrutturazione e riqualificazione di Palazzo degli Uffici con il salvataggio di Taranto Isolaverde, l’azienda partecipata in liquidazione dallo scorso luglio. Se il Governo, attraverso il Cis, finanziasse la ristrutturazione di quell’edificio, infatti, l’ente di via Anfiteatro potrebbe svincolare e liberare le risorse che ha già stanziato e dirottarle così per ripianare parte dei debiti della società. La Provincia che, ai tempi della giunta Florido, aveva deciso di sborsare 8,5 milioni per il palazzo in cui aveva sede l’Archita, ha poi ridotto il suo impegno finanziario a 2,8 milioni. Ecco, se questi soldi li mettesse Roma (tanto per essere chiari), la Provincia potrebbe avviare la lenta uscita dalla liquidazione dell’azienda. Che, in questo modo, potrebbe anche avviare i corsi di formazione professionale che la Regione Puglia finanzierebbe e potrebbe soprattutto presentare il piano industriale in cui magari potrebbe esserci pure spazio per le bonifiche così come chiesto al commissario Corbelli. Tutto, o quasi, sarebbe possibile. Va rilevato, infatti, che i 2,8 milioni di euro ammesso che siano disponibili (per assurdo) già domani comunque non farebbero azzerare tutti i debiti della società che oscillano sui 4,3 milioni. Eppure, un’iniezione finanziaria simile sarebbe una vera boccata di ossigeno per un’azienda che ha arretrati verso i propri 223 dipendenti per otto stipendi e che li ha sospesi, senza retribuzione, già dal 10 dicembre scorso.
              In questo clima di incertezza, una decisione va assunta. Necessariamente. E questo, non foss’altro perché il prossimo 1 febbraio scade la proroga della sospensione dei licenziamenti definita in Prefettura.



              Tutti i dubbi sul progetto
              La presidenza del Consiglio ha chiesto chiarimenti al Comune


              Palazzo degli Uffici, i dubbi della presidenza del Consiglio. O meglio, del coordinamento del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto. Da quel che risulta alla Gazzetta, venerdì scorso, alcuni esponenti di Palazzo Chigi avrebbero rilevato alcuni aspetti da chiarire rispetto alla scheda presentata dal Comune e dalla Provincia di Taranto.
              In particolare, non avrebbero subito rilevato la richiesta reale di finanziamento avanzata dai due enti locali per ristrutturare e riqualificare lo storico immobile che domina il Borgo umbertino. Il problema, in realtà, è di facile soluzione e probabilmente è stato poi risolto nelle ore successive e prima ancora che chiudessero gli uffici per lo stop del fine settimana. Bastava leggere la scheda in maniera più approfondita, per desumere dal quadro finanziario che la richiesta era di 20 milioni di euro.
              A dire il vero, la questione più difficile da superare è un’altra. E già oggi, i tecnici del Comune di Taranto (direzione Lavori pubblici) riformuleranno la scheda per presentare poi al Cis un’ulteriore integrazione. I funzionari governativi, in particolare, avrebbero fatto notare come nella scheda presentata non ci sia la dimostrazione che l’Amministrazione comunale, proprietaria dell’immobile, abbia un effettivo risparmio economico nel sistemare lì i propri uffici. In effetti, il risparmio non ci sarebbe. Il Comune non paga più fitti per i locali che ospitano i propri uffici che insistono in edifici, tutti, di proprietà del Municipio. Con l’operazione del trasferimento nell’ex mercato coperto di via Anfiteatro e prima ancora con la realizzazione del comando dei Vigili urbani ed il trasferimento degli uffici della circoscrizione Borgo in piazza Immacolata, l’Amministrazione Stefàno ha praticamente azzerato il peso dei fitti passivi che gravava per circa 2 milioni di euro all’anno sulle casse comunali. Il risparmio, dunque, c’è già stato.
              Ed allora, come si potrebbe fare per convincere il Governo? Il Comune cercherà di far comprendere ai funzionari governativi che trasferendo all’interno dello storico immobile di piazza della Vittoria alcuni tra i suoi uffici più importanti ancora lontani dal Borgo (magari Avvocatura, Lavori pubblici e Patrimonio) si potrebbe realizzare una triangolazione (quasi) perfetta tra quelli presenti in via Anfiteatro (Tributi, Personale) e quelli ubicati a Palazzo di Città (Gabinetto Sindaco, Ambiente) e questo contribuirebbe a creare una maggiore efficienza della macchina amministrativa e soprattutto ridurre i disagi per gli spostamenti in città dei cittadini costretti spesso a spostarsi da un quartiere all’altro per ottenere documenti di varia natura. Ma non solo. Nel progetto, per ora è solo una bozza, predisposto dalla direzione Lavori pubblici del Comune oltre agli uffici pubblici ci sarà anche altro: esercizi commerciali, uffici privati, banche oltre che una degna sistemazione al vasto patrimonio culturale costituito dai libri del liceo Archita (20mila volumi circa).
              Su questo punta il Comune nel riformulare la scheda contenente la richiesta di finanziamento per Palazzo degli Uffici che verrà inviata entro la settimana. Il tutto, ovviamente, con lo (scontato) via libera della Provincia che dovrà firmare e condividere le modifiche apportate.

              articoli di Fabio Venere
              pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 25 Gennaio 2016

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                #8
                Ci siamo, il liceo Lisippo verso il trasloco ai Salesiani

                Ci siamo, il liceo Lisippo verso il trasloco ai Salesiani
                Si lascia via lago di Molveno. Arrivati gli ultimi certificati tecnici
                ora si procede con la voltura delle utenze e la firma dei contratti


                Finalmente la tanto attesa notizia: le ultime certificazioni richieste dai tecnici sono arrivate e sono state protocollate. Ora si sta procedendo alla voltura delle utenze e subito anche alla firma del contratto di locazione. Insomma, il liceo artistico Lisippo, oggi succursale del liceo Calò di Grottaglie (l’ex istituto d’arte), guidato dalla dirigente Brigida Sforza, può finalmente cambiare casa. Dalla sede angusta di via lago di Molveno, dove è rimasto ubicato per ben quattro lunghi anni dopo il trasferimento dalla ex sede centrale di via Lucania, può trasferirsi nella sede, ben più ampia e prestigiosa, dei Salesiani in viale Virgilio. Ora è davvero questione di giorni, il tempo solo di allacciare le utenze e firmare il contratto già pronto da tempo.
                C’è voluto oltre un anno, una volta individuata la sede, per arrivare all’attuale step finale. Ma il consigliere provinciale delegato all’edilizia scolastica, Piero Bitetti, respinge ogni illazione di chi ha voluto bollare di disinteresse l’Amministrazione provinciale. “Al contrario - dice Bitetti -. Ci siamo insediati ad ottobre del 2014, a dicembre dello stesso anno avevamo pronto il bando, a febbraio 2015 era firmato il decreto che autorizzava l’assunzione in fitto di una parte del complesso immobiliare di proprietà dell’istituto dei Salesiani, già in passato destinazione scolastica. Questo, quindi, dimostra il contrario, e cioè che siamo in realtà intervenuti tempestivamente. Non è però responsabilità della politica, né dell’amministrazione, se, per produrre le certificazioni di adeguamento previste dalle norme, i tempi tecnici si siano così allungati”.
                Gli attacchi, soprattutto nelle ultime settimane, erano arrivati da più parti. Anche gli studenti - ma a loro si può forse riconoscere la pratica della creatività e della facile ironia, considerato peraltro il particolare settore educativo frequentato - non hanno mancato di esprimere in maniera colorata, e spesso divertente, i grossi disagi in realtà vissuti nelle aule. Dai social ai manifesti affissi sul cancello della scuola, è stato un susseguirsi di vignette e colori. Creatività che ora gli studenti potranno esprimere al meglio. Gli ampi spazi dell’immobile di viale Virgilio, più che adeguati e consoni alle attività ed alla produzione artistica della scuola, potranno infatti più agevolmente consentire non solo le attività di laboratorio ma anche l’allestimento di mostre e quant’altro, così come era in passato.
                Anche un po’ per scaramanzia, ma ora Bitetti non si pronuncia sul tempo necessario a organizzare e effettuare il trasloco. “Siamo solo consapevoli - sottolinea - che le risorse per il trasloco ci sono già”. Un utile chiarimento in un momento in cui, con l’azzeramento delle Province, tutto sembra vacillare e dalle scuole superiori proviene il solito allarme circa l’assenza di fondi una volta erogati dall’Amministrazione provinciale e finalizzati a coprire le spese di gestione e di piccola manutenzione di ogni struttura.
                Intanto, gli studenti di Taranto del Lisippo-Calò partiranno questa sera per la volta di Venezia dove, a seguito di un lavoro prodotto e valutato positivamente, sono stati invitati a partecipare alla sezione Magnifici del settimo Carnevale internazionale dei ragazzi della Biennale di Venezia.

                articolo di Maria Rosaria Gigante
                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 28 Gennaio 2016

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                  #9
                  Il Lisippo-Calò trasloca in viale Virgilio

                  Il Lisippo-Calò trasloca in viale Virgilio
                  Dall’1 marzo prossimo le lezioni del liceo artistico si terranno nella nuova sede


                  Liceo artistico Calò-Lisippo, ci siamo. L’Amministrazione provinciale annuncia finalmente una data per l’avvio delle lezioni nella tanto attesa sede dell’istituto Salesiani in viale Virgilio. L’1 marzo, quindi tra un paio di giorni. Dopo anni di attesa, tribolazioni e proteste varie, la partita finalmente è chiusa e gli studenti ed i docenti potranno trasferirsi in queste ore dalla sede precaria e disagevole di via Lago di Molveno in una delle strutture più ampie e prestigiose del territorio. Insomma, una pazienza lunga parecchi anni e finalmente ripagata. [...]

                  articolo di Maria Rosaria Gigante
                  pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 27 Febbraio 2016

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                    #10
                    Palazzo degli Uffici, riparte a fine 2017 il cantiere

                    Palazzo degli Uffici, riparte a fine 2017 il cantiere
                    Ma solo nel caso in cui il Contratto di sviluppo finanzi l’opera


                    Palazzo degli Uffici, c’è una prima data per l’inizio dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione. Da prendere, per carità, assolutamente con le molle. Da non assumere come certa, assolutamente. Eppure, si è ora nelle condizioni di ipotizzare che la riapertura del cantiere potrebbe oscillare intorno tra settembre e novembre del 2017. Difficilmente prima. Ma questo, attenzione, è opportuno precisarlo subito, solo e soltanto nel caso in cui il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) finanzi l’opera (sembra certo) e soprattutto che i tempi previsti dal cronoprogramma non si allunghino ulteriormente. Tanto per essere chiari, se entro il mese di marzo non verrà acceso il “semaforo verde” quel periodo inizialmente ipotizzato potrebbe slittare. Intanto oggi dovrebbe concludersi la fase istruttoria e, quindi, terminare la prima parte del lavoro, andato avanti a ritmi serrati, della direzione Lavori pubblici del Comune di Taranto. Che su “grande incompiuta” del Borgo, nei giorni scorsi, si è confrontata a lungo con l’agenzia ministeriale Invitalia che, a sua volta, relazionerà a Giampiero Marchesi, capo del gruppo di lavoro incaricato dal Governo di occuparsi del Contratto istituzionale di sviluppo per l’area di Taranto. In particolare, il lavoro svolto nei giorni scorsi ha solo perfezionato la domanda (tecnicamente, la scheda) precedentemente inviata alla presidenza del Consiglio dei ministri. Tanto per essere chiari, non mancava alcun documento nel faldone spedito in precedenza a Roma. Ma i tecnici del Municipio hanno sostanzialmente definito il cronoprogramma degli interventi e del percorso da seguire per sbloccare l’opera.
                    Per il resto, l’orientamento del Governo è di finanziare l’opera. Dopo iniziali perplessità, infatti, il coordinamento del Cis ha condiviso sull’importanza di quest’edificio per Taranto. Importante sia dal punto di vista storico che da quello culturale, sia da quello economico che da quello urbanistico. Nelle prossime ora, ad istruttoria conclusa, Marchesi oltre al (richiesto) cronoprogramma potrà visionare anche il progetto. Nuovo perché la proposta progettuale si appresta a cambiare per la terza volta negli ultimi tredici anni. Inizialmente, infatti, a Palazzo degli Uffici oltre al liceo classico “Archita” avrebbero dovuto trovare spazio anche alcuni esercizi commerciali ed anche una galleria d’arte. Poi si era passati al pacchetto scuola più hotel di lusso ed infine il nuovo progetto prevede, oltre naturalmente al liceo, il trasferimento nell’immobile che domina piazza della Vittoria di alcuni uffici comunali oltre alla possibilità per banche e assicurazioni di aprire all’interno delle proprie sedi ed infine verranno ricavati adeguati e prestigiosi spazi per la biblioteca e per organizzare momenti culturali. È del tutto evidente che, trattandosi di una modifica progettuale, spetterà alla competente commissione consiliare prima ed al Consiglio comunale poi approvare le ulteriori novità introdotte dai progettisti. Evidentemente, l’ipotetica riapertura del cantiere è stata fissata nell’autunno del prossimo anno proprio considerando tutto il tempo necessario alle necessarie votazioni da parte del Municipio oltre che le prevedibili conferenze di servizi (la Sovrintendenza ed i Vigili del Fuoco tanto per fare solo due esempi dovranno esprimersi sul nuovo progetto).
                    In realtà, nei prossimi venti mesi, non ci sarà solo un’attività amministrativa. Qualcosa dentro Palazzo degli Uffici si muoverà comunque. Sono sempre fondate indiscrezioni a riferire che l’Amministrazione Stefàno non starà ferma ad attendere che da Roma, sponda Cis-Tavolo per Taranto, arrivino i 20 milioni di euro richiesti per la ristrutturazione. Entro fine marzo, infatti, dovrebbe essere comunque pubblicato il bando di gara per la copertura del solaio e per rifare in cemento armato alcune parti interne all’edificio. L’importo previsto non dovrebbe superare 1,5 milioni di euro. Un solaio coperto a regola d’arte serve comunque indipendentemente dalle attività che si realizzeranno all’interno dell’immobile soprattutto in considerazione che una parte è coperta in maniera provvisoria da almeno due anni, ovvero da quando l’impresa che stava eseguendo i lavori per conto del consorzio aggiudicatario del progetto di finanza, ha rimosso l’amianto. Oltre all’esigenza del solaio c’è, in effetti, anche quella di rifare in cemento armato anche alcune aree interne e questo in considerazione della relazione di due professionisti consegnata al Comune nella scorsa primavera. Che, in estrema sintesi, escludeva rischi statici per Palazzo degli Uffici ma invitava il Comune di Taranto ad eseguire alcuni interventi di manutenzione straordinaria.



                    “Danni per 5 milioni”
                    Il Comune intende rivalersi contro il Consorzio Aedars


                    Il Comune sta per chiedere danni per cinque milioni di euro. Prosegue la partita a scacchi, e la guerra a carte bollate, attorno alla “grande incompiuta” di Taranto. E così, se il futuro di Palazzo degli Uffici si chiama, o meglio potrebbe chiamarsi, Cis (Contratto istituzionale di sviluppo), il recente passato, o meglio il presente, si chiama ancora Aedars. È la denominazione del consorzio che aveva acquisito le quote della società di scopo “Palazzo degli Uffici Taranto srl”.
                    Il nuovo anno si era aperto con la richiesta del consorzio di riprendere i lavori o, in via alternativa, di chiudere il contenzioso ancora aperto con una transazione. Il Comune, nel corso del confronto ed in un successivo carteggio, non aveva del tutto chiuso la porta ma non aveva mai ceduto neppure di un millimetro rispetto al punto che ogni (eventuale) trattativa sarebbe partita dal fatto che l’originario contratto fosse ormai definitivamente rescisso. Ma proprio dopo che l’Amministrazione comunale ha chiarito quale fosse la sua base di partenza è calato il silenzio.
                    In realtà, la direzione Lavori pubblici (d’intesa con il servizio Avvocatura di Palazzo di Città) sta proseguendo proprio sulla strada che deriva dalla revoca del contratto decisa tre anni fa. E quindi ha avviato (per ora, senza successo) le azioni per incassare la polizza fideiussoria versata dall’impresa ad apertura del cantiere e ha definito i danni che avrebbe subito. Che oscillerebbero intorno ai 5 milioni di euro, tra danni causati dall’interruzione dei lavori ed altri dalle ricadute negative anche in termine d’immagine, oltre che dal grave disagio (ancora) sopportato dagli insegnanti e dagli studenti del liceo classico Archita.
                    Ma in che termini e quali margini aveva la trattativa appena riaperta? Era stato l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, designato dal Tribunale di Roma amministratore giudiziario del consorzio “Aedars”, a richiedere un confronto all’Amministrazione comunale.
                    L’avvocato Seminara aveva chiesto al Comune di poter proseguire i lavori di ristrutturazione dello storico immobile che, per oltre 130 anni, ha ospitato il liceo Archita.
                    Nella proposta dell’amministratore giudiziario, il consorzio si era candidato ad eseguire direttamente le opere di messa in sicurezza e di consolidamento di Palazzo degli Uffici “per risolvere la controversia in maniera stragiudiziale”. Seminara aveva fatto anche appello ad una collaborazione “consona tra organi dello Stato”. In altre parole, l’amministratore giudiziario di Aedars aveva proposto all’Amministrazione Stefàno di definire una transazione.
                    Nel confronto e nella successiva documentazione spedita, la direzione Lavori pubblici non aveva chiuso la porta alla possibilità che i lavori potessero riprendere ma aveva chiarito che il contratto era ormai rescisso (“è un presupposto imprescindibile”, sostengono tuttora fonti vicine al Municipio).
                    Ed invece il consorzio ”Aedars” non si è sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda tant’è che nella documentazione spedita successivamente all’incontro, aveva sottolineato che sulla rescissione del contratto di concessione deve ancora pronunciarsi il Tar di Lecce (il ricorso è stato presentato più di due anni fa). Ora, il consorzio si era candidato a proseguire i lavori di ristrutturazione come se si trattasse di un appalto vero e proprio, rinunciando agli altri investimenti previsti (realizzazione di un hotel) ma incassando dal Comune delle somme da intendersi come l’importo di una transazione.
                    E il Comune cos’aveva replicato? Il Municipio avrebbe dovuto verificare quali fossero i margini giuridici per trasformare l’originario progetto di finanza in un appalto tradizionale ma, nel frattempo, aveva comunque ribadito il suo punto irrinunciabile che ruota attorno alla perdita di ogni valore del contratto iniziale. Poi è calato il silenzio. In mezzo, il tentativo di recuperare la polizza (per ora fallito) e, infine, la richiesta di danni che sta per essere notificata. Tracciato questo quadro sembra davvero riduttivo affermare, in conclusione, che non sembrano esserci assolutamente le premesse per arrivare ad una transazione.

                    articoli di Fabio Venere
                    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 29 Febbraio 2016

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                      #11
                      In classe debutta l’innovazione digitale

                      In classe debutta l’innovazione digitale
                      In rete 24 istituti scolastici di Taranto e provincia. Concluso il percorso avviato al Liside


                      Scuola digitale, concluso ieri presso l’istituto Liside il percorso in rete che 24 scuole della provincia di Taranto hanno intrapreso per diventare “amministrazioni digitali dal volto umano”.
                      L’azione in rete consentirà in tempi brevissimi alle scuole partecipanti di fornire servizi sempre più in linea con le richieste della propria utenza, allievi e loro famiglie in primis, garantendo la piena e concreta trasparenza amministrativa e snellendo, al contempo, le attuali ridondanti procedure di lavoro. Il tutto, inoltre, consentirà di ottenere un notevole risparmio derivante dalla dematerializzazione (o meglio non materializzazione) degli atti, così come previsto da un decreto del novembre 2014.
                      L’obiettivo dell’azione in rete è quello di giungere al cosiddetto “switch-off” della carta nella pubblica amministrazione. Si passa, dunque, dalla logica degli adempimenti a quella della pianificazione, dove un nuovo obbligo di legge determina modifiche nel comportamento delle organizzazioni. La gestione documentale digitale, se motivata e integrata in un progetto di modifica del modello organizzativo - viene spiegato in un documento delle scuole protagoniste della svolta -, potrà generare risultati e benefici anche immediati, ottenendo risparmi importanti e guadagnando in efficienza.
                      L’azione in rete consentirà, inoltre, di conseguire la nuova certificazione Aica di livello professionale “Informatica giuridica”, essendo il percorso formativo incentrato sui Syllabus (modulo A e modulo B) della certificazione. Il modulo A tratta la normativa alla base dell’e-governance in Italia e i procedimenti interessati dal Codice dell’amministrazione digitale. Una sezione è dedicata, inoltre, alle infrastrutture hardware e software e ai requisiti e alle procedure relative alla sicurezza informatica nella pubblica amministrazione. Il modulo B, invece, tratta le procedure riferite alla gestione documentale e alla dematerializzazione.
                      Il percorso in rete effettuato porta ad incidere, oltre che sul sapere e sul saper fare, anche e soprattutto sul come fare. Il programma è rivolto alla governance delle scuole, quindi dirigenti scolastici, direttori amministrativi, collaboratori, assistenti amministrativi, funzioni strumentali e restanti figure dello staff del dirigente.
                      Queste le scuole promotrici di questo percorso: istituto comprensivo Viola, Taranto (scuola capofila); circolo didattico Maria Pia, San Giorgio; istituto Alfieri, Taranto; istituto Casalini, S. Marzano; istituto Del Bene, Maruggio; istituto Frascolla, Taranto; istituto Giannone, Pulsano; istituto Giovanni XXIII, Palagiano; istituto Leone, Ginosa; istituto Martellotta, Taranto; istituto Pascoli, San Giorgio; istituto Pascoli, Massafra; istituto Severi, Crispiano; istituto Vico, Taranto; istituto Archimede, Taranto; istituto Elsa Morante, Crispiano; Cpia Taranto, Polo Pitagora, Taranto; istituto Liside, Taranto; scuola media Volta, Taranto; istituto Aldo Moro, Carosino; liceo De Sanctis-Galilei, Manduria; istituto Majorana, Martina Franca; istituto Maria Pia, Taranto; liceo Ferraris, Taranto.

                      articolo di Maria Rosaria Gigante
                      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 28 Gennaio 2016

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                        #12
                        “Palazzo degli Uffici non rischia di crollare”

                        “Palazzo degli Uffici non rischia di crollare”
                        Il vice sindaco: la verifica statica fatta dall’esperto ci dice che non c’è bisogno di fare altri interventi

                        “Non occorre realizzare alcuna opera provvisionale per porre rimedio ad eventuali situazioni di pericolo ed instabilità statica del Palazzo degli Uffici”. Firmato Lucio Lonoce, vicesindaco di Taranto ed assessore ai Lavori pubblici. Nella nota, l’esponente della giunta Stefàno risponde implicitamente ad un recente comunicato stampa dell’associazione “Made in Taranto” che commentando alcune immagini del solaio scoperto riprese con il satellite dai canali di Google aveva sottolineato la situazione di potenziale pericolo statico dello storico edificio. E lo aveva fatto già ipotizzando, nel titolo del comunicato, che l’immobile potesse crollare considerata la situazione in cui versa.
                        Ma, esattamente, cosa scrive Lonoce? “La verifica statica effettuata dal professionista incaricato dal Comune di Taranto - precisa l’assessore ai Lavori pubblici - ha evidenziato che lo stato delle strutture murarie dell’intero edificio non è significativamente cambiato, rispetto alla situazione originaria, in conseguenza della sospensione dei lavori e, pertanto, non si è ritenuto necessario intervenire in questa fase transitoria con presidi o opere di riscontro statico”.
                        Infine, è ancora Lonoce a sottolineare che “lo stesso professionista ha concluso che la messa in sicurezza dell’immobile denominato Palazzo degli Uffici, che allo stato si trova in “fase costruttiva” come si dice in gergo, con lavori riferiti ad un progetto stralcio non completato, non richiede particolari interventi di natura statica”.
                        Peraltro, al termine di alcuni sopralluoghi e dopo alcuni rilievi eseguiti permettono, infatti, di “confermare che, allo stato attuale, non occorre - evidenzia Lonoce - realizzare alcuna opera per rimediare ad eventuali situazioni di pericolo oppure di instabilità statica dell’edificio”.
                        Intanto, il 21 marzo, a Palazzo Chigi, il destino della grande incompiuta sarà al centro della riunione del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis). Che deve accendere il “semaforo verde” alla ristrutturazione. Intanto, entro e non oltre aprile, la direzione Lavori pubblici dovrebbe indire il bando di gara per la copertura del solaio. Detto questo, nell’incertezza generale, si è comunque nelle condizioni di ipotizzare che la riapertura del cantiere potrebbe oscillare tra settembre e novembre del 2017. Ma questo, solo e soltanto nel caso in cui il Cis finanzi l’opera (sembra certo) e soprattutto che i tempi previsti dal cronoprogramma non si allunghino. I tecnici comunali, in sintonia con quelli di Invitalia, stanno solo perfezionando la domanda precedentemente inviata. I funzionari del Municipio hanno sostanzialmente definito il cronoprogramma degli interventi e del percorso da seguire per sbloccare l’opera. Per il resto, l’orientamento del Governo è di finanziare l’opera. Dopo iniziali perplessità, infatti, il coordinamento del Cis ha condiviso sull’importanza dei quest’edificio per Taranto. Importanza sia dal punto di vista storico che da quello culturale, sia da quello economico che da quello urbanistico.
                        Alla fine, dunque, ci sarà un progetto nuovo perché la proposta progettuale si appresta a cambiare per la terza volta negli ultimi dodici anni. Inizialmente, infatti, a Palazzo degli Uffici oltre al liceo classico “Archita” avrebbero dovuto trovare spazio anche alcuni esercizi commerciali ed anche una galleria d’arte. Poi si era passati al pacchetto scuola più hotel di lusso ed infine il nuovo progetto prevede, oltre naturalmente al liceo, il trasferimento nell’immobile che domina piazza della Vittoria di alcuni uffici comunali oltre alla possibilità per banche e assicurazioni di aprire all’interno delle proprie sedi ed infine verranno ricavati adeguati e prestigiosi spazi per la biblioteca e per organizzare momenti culturali.

                        articolo di Fabio Venere
                        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 11 Marzo 2016

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                          #13
                          Università, Comune ricalibra i fondi

                          Università, Comune ricalibra i fondi
                          Meno soldi ai master, più ad una borsa di dottorato. Accorpamento Edisu, è protesta


                          Una decisione che finirebbe col comportare nuovi pesanti disagi per gli studenti universitari di Taranto quella di accorpare, in un unico settore, tutti i settori e dunque tutte le sedi Adisu Puglia decentrate sul territorio. È quanto avrebbe da poco deciso il nuovo direttore dell’Agenzia regionale di diritto allo studio universitario, Alessandro Cataldo, ed è quanto denuncia il consigliere comunale Francesco Venere che ora chiede al presidente della Regione, Michele Emiliano, di rivedere il provvedimento. Intanto, la giunta comunale ha accolto e deliberato in tal senso una rimodulazione dello stanziamento di 300 mila euro previsto dall’accordo di programma per il consolidamento del Polo universitario jonico. Si tratta di un vecchio accordo di programma - per il 2011-2013 - a lungo rimasto inevaso. Poi il 21 dicembre 2015 il sindaco Ezio Stefàno e il rettore Antonio Uricchio firmavano il disciplinare attuativo. Che stabiliva un determinato utilizzo delle risorse. In particolare, 100mila euro venivano destinati a master di primo o secondo livello e di tipo cosiddetto “short” (seconda edizione del master annuale in Diritto e tecnica doganale e del commercio internazionale, la prima edizione dello short master in Diritto, economia e sostenibilità dei sistemi agro-industriali e alimentari, ed ancora lo short master in Pedagogia ed etica della comunicazione). Altri 150mila euro venivano destinati al finanziamento di sei assegni di ricerca annuali (di cui 5 da istituire e attivare entro febbraio 2016 e un altro entro marzo 2016). Ed ancora, veniva cofinanziato un posto di ricercatore di tipo A da istituire e attivare possibilmente entro giugno 2016 con eventuali residui delle altre risorse. Infine, c’erano 50mila euro per il finanziamento di una borsa di dottorato di nuova istituzione presso il Dipartimento jonico. Ma, a seguito di una rivalutazione annuale, lo stanziamento originario di 50mila euro, ipotizzato nell’accordo del 2011-2013, destinato a borsa di dottorato, è risultato insufficiente. La borsa, infatti, ha oggi un costo totale di 66mila euro. L’Università ha pertanto chiesto di recuperare i 16 mila euro mancanti dalle somme previste per i master, un’altra delle opportunità a cui contribuiscono i 300mila euro complessivi. L’Università non chiede, dunque, ulteriori impegni economici, ma solo di rimodulare la spesa. Richiesta rispetto alla quale il Comune si è dichiarato disponibile.
                          Ma torniamo alla decisione dell’Adisu. “Incomprensibile” e “inopportuna”, dice il consigliere Venere. “Le sedi decentrate - rammenta - furono individuate a monte dell’atto di nascita della legge di istituzione dell’Agenzia unica di diritto allo studio, pertanto invito la giunta regionale a voler recedere dalla decisione assunta dal presidente in quanto, a mio parere, non gli compete”. In particolare, evidenzia Venere, l’Adisu Puglia “dà alla popolazione del nostro territorio borse di studio, servizi mensa, biblioteca, sovvenzioni per i trasporti e, non per ultimo, l’Adisu ha dato un servizio storico per il Polo universitario jonico creando il primo studentato in convenzione con la città di Taranto”. Inoltre, gli uffici di Taranto dell’Adisu sono situati a Palazzo Galeota, in Città vecchia, proprio a 100 metri dall’Università “Aldo Moro” (ex caserma Rossarol). Accentrare i servizi altrove, e quindi presumibilmente a Bari, comporterebbe evidenti disagi per gli studenti e, soprattutto, “può rappresentare un ulteriore danno per la nostra città”.


                          articolo di Maria Rosaria Gigante
                          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 14 Aprile 2016

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                            #14
                            Palazzo degli Uffici, nuovo codice degli appalti fa slittare i bandi
                            Pesa l’ennesimo rinvio sulla pubblicazione delle linee guida

                            Palazzo degli Uffici, ancora tutto fermo. Le responsabilità del tempo che trascorre, almeno questa volta, non sono addebitabili al Comune di Taranto ma al nuovo Codice per gli appalti che, peraltro, sta di fatto paralizzando le opere pubbliche un po’ dovunque, da Milano a Palermo. A complicare la situazione, già di per se complessa, è stato l’ennesimo rinvio sulla pubblicazione delle linee guida sull'applicazione delle nuove norme che rivoluzionano il sistema degli appalti pubblici. Queste, in effetti, avrebbero dovuto essere rese note già a partire dallo scorso 18 giugno ma tutto questo non è avvenuto. Si spera ora che gli enti locali ricevano le indicazioni utili entro e non oltre il prossimo 20 luglio.
                            In questo caso, difficilmente, il bando (anzi, i bandi) per la copertura dello storico immobile che ospitava il liceo classico “Archita” sarà indetto prima di agosto. O, forse anche, se ne riparlerà a settembre. Si tratta, in effetti, di due distinti avvisi pubblici. Uno relativo alla copertura a regola d’arte del solaio di Palazzo degli Uffici (un milione di euro l’importo posto a base) e l’altro (spesa prevista 500mila euro) per la messa in sicurezza dell’edificio con la conseguente rimozione dei ponteggi ormai obsoleti e con degli interventi di cemento armato in alcuni punti dell’edificio.
                            Eppure, inizialmente, si pensava che il bando di gara per la copertura del solaio di Palazzo degli Uffici avrebbe potuto essere indetto entro la scorsa primavera. Non sembravano esserci molti dubbi e non avrebbero dovuto esserci altri rinvii.
                            La direzione Lavori pubblici aveva posto all'Anac, Autorità nazionale anti corruzione, un quesito rispetto alle forme di pubblicità del bando di gara da seguire in virtù delle modifiche introdotte dopo l’entrata in vigore del nuovo codice sugli appalti. Si sperava che, una volta ottenuta questa risposta, si sarebbe potuto senza ulteriori ostacoli indire non uno ma esattamente due bandi di gara. Ed invece, così come riportato inizialmente, il Comune è stato costretto, ed è tuttora costretto, ad attendere la pubblicazione delle linee guida del nuovo testo unico sugli appalti. [...]

                            articolo di Fabio Venere
                            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 27 Giugno 2016

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                              #15

                              Arriva il primo “dottorato”
                              Università, anche Taranto avrà i suoi ricercatori. Si parte in sei

                              “Diritti, economie e nature del mediterraneo”, è il primo dottorato di ricerca targato dipartimento jonico dell’Università di Bari. Sei posizioni (di cui cinque coperte da borse di studio) per altrettanti giovani laureati italiani, si spera tarantini, che cominceranno a costituire la squadra di giovani in formazione dei futuri docenti universitari del territorio tarantino. Il relativo bando, con tutta probabilità, a fine ottobre. Una conquista importante per Taranto, che completa la filiera dell’offerta formativa universitaria, dai corsi di laurea triennale, alle lauree specialistiche, ai master ed ora il dottorato. Con evidente orgoglio di squadra (premiato il lavoro ed il coordinamento di 12 docenti e 4 ricercatori), è il successo raccontato ieri nel corso di una conferenza stampa alla quale erano presenti il rettore dell’ateneo barese, Antonio Uricchio, il direttore (appena rieletto per un nuovo triennio) del Dipartimento jonico in “Sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture”, Bruno Notarnicola, il delegato per il polo jonico nonché referente del dottorato, Riccardo Pagano, alla presenza del sindaco Ezio Stefàno (l’amministrazione comunale ha assicurato i propri fondi con la stipula di apposita convenzione, come da delibera n. 64 del 7 aprile scorso) ed altri rappresentanti delle realtà territoriali.
                              Gioco di squadra. Non è stato facile superare la valutazione severa dell’Anvur (agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) che ha esaminato il progetto scientifico che doveva rispondere ad una serie di indicatori di qualità.
                              All’agenzia di valutazione era stato il Senato accademico barese a far giungere la proposta, una volta che questa aveva anche superato il vaglio dell’organo di governo dell’ateneo. Ora sarà la stessa Anvur a valutare anno per anno procedure e scientificità del corso autorizzato su Taranto. Corso nel quale ci si occuperà di tematiche ambientali, di diritto di impresa, managerialità, traffico e commercio internazionale. Insomma, la ricerca realmente targata Taranto. Per tre anni, questa la durata naturale del dottorato dopo la quale ci si auspica ci siano ulteriori rinnovi ed un aggiornamento dei temi. Ventiduemila euro, il costo annuale per ogni posizione. Saranno alcuni enti locali, tra cui il Comune di Taranto, e alcuni privati, tra cui Italcave, a coprire le spese da moltiplicarsi per tre anni.

                              articolo di Maria Rosaria Gigante
                              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 14 Luglio 2016

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