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Rassegna Stampa 2015

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    Palazzo degli Uffici: si riapre la trattativa

    Palazzo degli Uffici: si riapre la trattativa
    Aedars chiede di poter proseguire i lavori di ristrutturazione


    Palazzo degli Uffici, si riapre (a sorpresa) la trattativa tra il Comune di Taranto ed il consorzio Aedars. Gli spiragli, questo va sottolineato subito, sono stretti. Strettissimi. Eppure, nelle scorse settimane, qualche segnale di avvicinamento c’è stato. Interessante, certo ma che, al tempo stesso, disegna scenari ancora fragili.
    E così, a nove mesi dalla rottura definitiva del confronto, lungo l’asse Roma-Taranto c’è stato un incontro a cui ha fatto seguito uno scambio di documenti. Il confronto, peraltro, era stato chiesto dall’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, designato dal Tribunale di Roma amministratore giudiziario del consorzio.
    Ed allora il rappresentante di Aedars (a cui il Comune ha rescisso il contratto di concessione per una serie di inadempienze su cui deve ancora esprimersi il Tar), incontrando i rappresentanti del Municipio ha fatto la prima mossa. E ha chiesto al Comune di poter proseguire i lavori di ristrutturazione dello storico immobile che domina piazza della Vittoria e che, per oltre 130 anni, ha ospitato il liceo classico Archita. In realtà, nella proposta dell’amministratore giudiziario, il consorzio di candida ad eseguire direttamente le opere di messa in sicurezza e di consolidamento di Palazzo degli Uffici “per risolvere la controversia in maniera stragiudiziale”. L’avvocato Seminara fa anche appello ad una collaborazione “consona tra organi dello Stato”. In altre parole, l’amministratore giudiziario di Aedars ha proposto all’Amministrazione Stefàno di definire una transazione.
    Nel confronto e nella successiva documentazione spedita, la direzione Lavori pubblici non ha chiuso la porta alla possibilità che i lavori riprendano ma ha chiarito che il contratto è rescisso (“è un presupposto imprescindibile”, sostengono fonti vicine al Municipio). Questa è la condizione necessaria e sufficiente per il Comune di Taranto affinché possa riprendere il percorso. Ed invece il consorzio non sembra essersi sintonizzato completamente e subito sulla lunghezza d’onda tracciata dall’Amministrazione comunale. Aedars, nella documentazione spedita successivamente all’incontro, ha sottolineato che sulla rescissione del contratto di concessione deve ancora pronunciarsi il Tar di Lecce (il ricorso è stato presentato due anni fa). Ora, indipendentemente dal contratto originario, il consorzio di candida a proseguire i lavori di ristrutturazione come se si trattasse di un appalto vero e proprio, rinunciando agli altri investimenti previsti dal contratto (realizzazione di un hotel) ma incassando dal Comune delle somme da intendersi come l’importo di una transazione. Tutta ancora da scrivere. Questa, in sintesi, la proposta di Aedars.
    E il Comune, cos’ha risposto? Il Municipio verificherà quali siano i margini giuridici per trasformare l’originario progetto di finanza in un appalto tradizionale ma, nel frattempo, ribadirà il suo punto irrinunciabile: perdita di ogni valore del contratto iniziale. Si parte da qui. Altrimenti, la trattativa finirà prima ancora di essere completamente ripresa.
    Nel caso in cui fallisse il confronto, la direzione Lavori pubblici darebbe subito il via libera al bando di gara da 1,4 milioni di euro per la ristrutturazione del solaio dell’immobile. Indispensabile per qualsiasi attività si possa realizzare in futuro all’interno dell’edificio (uffici comunali, centro culturale, liceo Archita). Il bando era pronto da almeno due mesi ma è stato messo nel cassetto proprio dopo la ripresa del dialogo con il consorzio. In caso di rottura, non è da escludere che Aedars si opponga ai lavori dell’Amministrazione comunale sostenendo che, sino a quando il Tar non si pronuncerà, il Comune non possa realizzare alcun intervento. E questo, nel caso accadesse, farebbe allungare i tempi, non solo per quel che riguarda il rifacimento del solaio.
    Nota a margine: nei giorni scorsi, l’Amministrazione comunale ha sborsato altri 20mila euro per la sostituzione dei teli che coprono i ponteggi. Altri soldi spesi che, molto probabilmente, finiranno nel calcolo della stima dei danni che - nel caso la trattativa si arenasse - il Comune presenterà al consorzio Aedars.


    Per riqualificarlo 20 milioni
    È la proposta avanzata dal sindaco Stefàno e dal presidente Tamburrano


    “Chiediamo che il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) preveda la ristrutturazione di Palazzo degli Uffici e la finanzi per venti milioni di euro”. A richiederlo sono, in una nota congiunta, il sindaco di Taranto ed il presidente della Provincia. A dire il vero, Ezio Stefàno e Martino Tamburrano avevano già chiesto a Palazzo Chigi di finanziare l’opera ma le prime indiscrezioni sono negative tant’è che, lo scorso 23 dicembre, nella riunione del Cipe sono stati finanziati solo gli interventi per le infrastrutture dell’Arsenale (37 milioni). E questo aveva spinto il capo dell’Amministrazione provinciale a disertare la firma del contratto istituzionale siglata a Roma il 22 dicembre. Per Tamburrano, il finanziamento dell’immobile libererebbe risorse preziose ed utili per salvare la società Taranto Isolaverde. E analogamente l’Amministrazione comunale risparmierebbe soldi che potrebbe riservare per “soddisfare i bisogni dei meno abbienti”, così come è riportato nella nota inviata a Roma. Se la risposta dovesse essere negativa e non ci dovessero essere i fondi necessari, Isolaverde chiuderebbe i battenti e i 231 licenziamenti dei dipendenti diventerebbero esecutivi. [...]

    articoli di Fabio Venere
    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 27 Dicembre 2015

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  • Plautus
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    Ecco 300mila euro per sostenere ricerca e Università

    Ecco 300mila euro per sostenere ricerca e Università
    Abbraccio tra Stefàno e Uricchio



    Trecentomila euro per finanziare borse di studio, assegni di ricerca, borse di dottorato, ossia l’anello più debole della formazione post universitaria. In breve, la ricerca vera e propria. È quanto l’amministrazione comunale ha deciso di erogare in base ad un vecchio accordo di programma con l’Università. Ieri sono stati il sindaco Ezio Stefàno e il rettore di Bari, Antonio Uricchio, a firmare il disciplinare attuativo del vecchio accordo triennale che aveva validità 2011-2013. Intanto, il rettore Uricchio annuncia la volontà di candidare Taranto a divenire sede di una Scuola in Beni culturali. Superato ormai il modello del vecchio corso di laurea in Beni culturali, “cassato” quest’anno a Taranto, il protocollo di recente siglato tra i ministeri della Pubblica istruzione e dei Beni culturali prevede nuovi percorsi formativi molto più specialistici, ma anche corsi a numero chiuso ma con evidenti più sicuri sbocchi occupazionali. Sarà un’ipotesi su cui dovranno lavorare anche altri enti e, soprattutto, il Museo. Taranto dovrà comunque vedersela con sedi molto più blasonate come Venezia e Firenze.
    Ma il tema dell’incontro sono i fondi “frutto di sacrificio dei tarantini” ed ora sbloccati, sia pure con notevole ritardo. Segno di ben celate divergenze d’opinione e difficoltà di vario tipo affrontati in questi anni. Ieri, però, è stato il momento del superamento definitivo di tutto ciò e l’avvio di un percorso in cui i beneficiari saranno i giovani tarantini (per quanto è stato detto, l’accordo si intende esteso ai giovani dell’intera provincia) e, con loro, l’intera città, come ha voluto testimoniare il simbolico abbraccio tra sindaco e rettore, tra il Comune e l’Università. Presenti anche, per il Comune, il nuovo assessore alla Pubblica istruzione e Cultura, Mino Ianne, e l’assessore Vincenza Vozza, già assessore alla Pubblica istruzione e cultura, ossia gli ultimi due assessori a mettere mano sull’accordo. A rappresentare il mondo accademico, erano presenti invece il direttore del Dipartimento jonico, Bruno Notarnicola, e il delegato per il polo jonico, Riccardo Pagano.
    L’attuazione di parte del vecchio accordo triennale rimasto inevaso, di fatto sembrerebbe o potrebbe spianare la strada al nuovo accordo triennale che attende di essere stilato. Esiste - viene detto - una prima bozza che resta cosa segreta. In attesa, forse, del supporto più volte auspicato di altre istituzioni del territorio. Il Comune non può certo rimanere - viene fatto notare - l’unico ente che sostiene il polo universitario. Peraltro, a fronte delle numerose difficoltà economiche che incontra un Comune uscito sì in cinque anni dal dissesto, ma pur sempre vincolato al patto di stabilità, il sindaco è chiamato ad argomentare con forti motivazioni la decisione di aver investito, e continuare a farlo, nell’Università e nella formazione. Certo, è ancora ben poca cosa rispetto ad altri Comuni che hanno deciso un ben più cospicuo investimento per l’Università: vedi Brindisi che ha messo in campo un milione di euro. Soldi investiti per il futuro di questa città, evidenzia il sindaco Stefàno. Soldi che resteranno in città, che serviranno e aiuteranno la ricerca qui e quindi giovani che rimarranno a Taranto. Questo è l’auspicio. Che riecheggia anche nelle parole degli universitari secondo cui questi sforzi devono tendere a creare le opportunità di future docenze nate e affidate ai tarantini.
    Come saranno spesi i 300mila euro? Centomila euro andranno a master di primo e secondo livello e a short master (seconda edizione del master annuale in Diritto e tecnica doganale e del commercio internazionale per 25 partecipanti; prima edizione dello short master in Diritto, economia e sostenibilità dei sistemi agro-industriali e alimentari per 25 partecipanti; prima edizione dello short master in Pedagogia ed etica della comunicazione, 25 partecipanti). Altri 50mila euro finanzieranno poi borse di dottorato di nuova istituzione. I rimanenti 150mila euro serviranno a finanziare sei assegni di ricerca annuali. Inoltre, saranno realizzati nel 2016 due convegni, uno sulla figura di Archita ed il suo periodo storico, l’altro, nell’anno delle celebrazioni per Paisiello, proprio sulla cultura umanistica e musicologica della città di Taranto nel diciottesimo secolo. Ed ancora, con le parti residue di queste linee di intervento, sarà cofinanziato un posto di ricercatore di tipo A (entro giugno 2016).

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 22 Dicembre 2015

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  • Plautus
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    “Carenze, ritardi e burocrazia sacrificano il diritto allo studio”

    “Carenze, ritardi e burocrazia sacrificano il diritto allo studio”
    Ieri il corteo in città con tappa finale al palazzo della Provincia
    E l’ente annuncia l’insediamento di un tavolo tecnico da oggi

    Studenti medi in piazza. In tantissimi, e provenienti dalle diverse scuole del capoluogo e della provincia, ieri mattina hanno disertato le lezioni per confluire in piazza della Vittoria e, da lì, procedere verso Palazzo del Governo dove era in corso il Consiglio provinciale. Sotto accusa non solo o non tanto il ritardato approvvigionamento di gasolio per gli impianti di riscaldamento nelle scuole (ad oltre un mese dalla data prevista di avvio, il gasolio è arrivato o sta arrivando nelle scuole solo nelle ultime ore). Più complessivamente gli studenti rivendicano il diritto di fare scuola in contesti più civili ed in condizioni più dignitose. Termosifoni spenti, acqua dal soffitto alle finestre, mancanza di norme di sicurezza e un’altra lunga lista di inadeguatezze - sostengono gli studenti - allontanano la scuola tarantina dagli standard europei e dal diritto allo studio sancito dalla nostra Carta Costituzionale.
    Ora gli studenti rivendicano il diritto ad esserci, a contare nelle decisioni e ad essere coinvolti. Maggiore protagonismo e maggiore consapevolezza. Questo, almeno,appare dalle ragioni della protesta indetta da una serie di comitati studenti che stanno sorgendo nelle scuole e dalle posizioni del sindacato degli studenti.
    Ieri, intanto, la protesta degli studenti ha sortito un primo importante effetto. Lamentavano dallo scorso anno di aver inviato alle amministrazioni locali una loro piattaforma di questioni sul tappeto e da risolvere. Ma i loro documenti erano rimasti lettera morta. Oggi, quantomeno, hanno strappato la promessa e l’impegno della Provincia ad aprire un tavolo tecnico che sarà insediato oggi e intorno al quale ci saranno delegazioni studentesche e i vertici dell’Amministrazione per cominciare a discutere delle diverse esigenze.
    La previsione di un tavolo tecnico, da chiedere al prefetto ed al presidente della Provincia, era peraltro la proposta emersa qualche giorno fa dal confronto che gli studenti avevano anche ottenuto col direttore dell’Ufficio scolastico provinciale, Cataldo Rusciano. “Rivendichiamo una scuola che permetta agli studenti, ai docenti e a tutto il personale scolastico di svolgere un’attività didattica dignitosa, che dia agli studenti gli strumenti per costruire il loro futuro”, si legge nei loro documenti. “Troviamo infatti indispensabile un radicale cambiamento della gestione delle scuole nel Tarantino che ha messo a dura prova gli articoli 33 e 34 della Carta Costituzionale - scrivono Giovanni Ricci, coordinatore provinciale della federazione degli studenti, e Simone Andrisani segretario provinciale dell’unione degli studenti -. Se da un lato la fatiscente edilizia scolastica e la farraginosità burocratica e didattica rendono difficoltosa, e in alcuni casi addirittura impossibile, la fruizione dei servizi, dall’altro, in numerosi casi, gli istituti ed i licei mettono a segno importanti risultati a livello regionale, nazionale ed europeo. Chiaramente non possiamo ignorare il “lato oscuro” della scuola tarantina - aggiungono -. Tale situazione rischia di non garantire agli studenti il diritto allo studio, ma si rivela preoccupante in quanto nel nostro territorio solo la scuola può rivelarsi l’unica speranza per un futuro migliore e diverso in questo sventurato angolo di mondo”.
    Gli studenti citano, quindi, nei propri documenti alcune scuole dove è forte il gap tra la modernità di attrezzature e metodologie e la vetustà e l’inadeguatezza dei luoghi.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 18 Dicembre 2015

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  • Plautus
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    Scuole, arriva il gasolio ma non si ferma la protesta

    Scuole, arriva il gasolio ma non si ferma la protesta


    Tanto tuonò che piovve. Ma più che pioggia, in realtà in numerose scuole superiori di Taranto e provincia sta arrivando per fortuna il gasolio per gli impianti di riscaldamento, rimasti spenti finora. La protesta degli studenti era stata incalzante negli ultimi giorni, ma l’arrivo del gasolio dopo i ripetuti annunci non blocca la protesta che gli studenti avevano programmato per domani, giovedì 17 dicembre. L’accensione dei riscaldamenti è, infatti, solo uno dei problemi più complessivi che UdS (Unione degli Studenti) e FdS (Federazione degli Studenti) mettono in campo.
    Sono stati spesi 150 mila euro, assicura il presidente della Provincia, Martino Tamburrano, ben consapevole che questa cifra basterà a tamponare l’emergenza. Ma presto - alla ripresa dopo le festività natalizie - il problema della mancanza di risorse e la necessità di garantire la gestione delle aule scolastiche rischia di deflagrare più di prima. Intanto, ieri una delegazione di studenti ha incontrato il neo direttore dell’Ufficio scolastico provinciale (provveditore agli studi) di Taranto, Cataldo Rusciano, il quale ha garantito loro di attivarsi per chiedere dal prossimo mese un tavolo tecnico col prefetto Umberto Guidato e il presidente della Provincia, Martino Tamburrano. Domani, gli studenti, che hanno previsto un concentramento alle 9, in Piazza della Vittoria, cercheranno di parlare con i referenti in Provincia. È evidente che la questione riscaldamenti è solo la punta di un iceberg. “Rivendichiamo una scuola che permetta agli studenti, ai docenti e a tutto il personale scolastico di svolgere un’attività didattica dignitosa, che dia agli studenti gli strumenti per costruire il loro futuro”, si legge nei loro documenti. “Termosifoni spenti, acqua dal soffitto alle finestre, mancanza di norme di sicurezza e un’altra lunga lista di inadeguatezze allontanano la scuola tarantina dagli standard europei e dal diritto allo studio sancito dalla nostra Carta Costituzionale”.
    Da tempo, è pronto un progetto che gli studenti hanno presentato e che continueranno a presentare alle autorità competenti. Gli studenti intendono, infatti, essere coinvolti nelle decisioni e nelle strategie di intervento per migliorare la situazione delle scuole a Taranto. Citano esempi di scuole in cui innovazioni didattiche e dotazioni informatiche stridono fortemente con strutture fatiscenti, al limite della sicurezza, ed indicano un metodo da seguire. Ma il loro progetto ha uno step finale che stride anch’esso con le politiche degli enti a favore delle scuole. “Concretizzazione”, è la parola che mal si concilia con le capacità finanziarie di enti e istituzioni.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 16 Dicembre 2015

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  • Plautus
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    “Scuole ancora al freddo: la Provincia resta assente”

    “Scuole ancora al freddo: la Provincia resta assente”
    Gli studenti delle superiori: ci avete promesso la soluzione e invece nulla.

    Ancora aule al freddo. Monta la protesta degli studenti delle scuole superiori di Taranto e di alcuni comuni della provincia. Almeno di quelle scuole dove, per difficoltà economiche, l’Amministrazione provinciale, cui compete appunto la gestione delle aule degli istituti di secondo grado, non ha ancora provveduto a fornire di gasolio gli impianti di riscaldamento e dove non si è ancora effettuata la trasformazione in impianti a metano. Il provvedimento e il relativo acquisto di gasolio è stato invece assicurato nelle scuole ubicate nei comuni oltre i 300 metri. La Provincia ha fatto più volte sapere che, nell’arco di qualche giorno, avrebbe provveduto anche per le scuole in un primo momento escluse avendo probabilmente trovato altri centomila euro necessari ad effettuare un primo acquisto. Ma di fatto in queste giornate di protesta non è accaduto nulla. Se non la formulazione di nuove promesse. Da qui la presa di posizione degli studenti che, dalle minacce dei giorni scorsi, hanno deciso di passare alle manifestazioni più significative. Per lunedì prossimo, infatti, è annunciata una giornata di sciopero in quelle scuole esposte al problema.
    Intanto, ieri gli studenti hanno anche elaborato un documento inviato al prefetto Umberto Guidato in cui descrivono la situazione di disagio in cui stanno frequentando le lezioni in questi giorni. Nei giorni scorsi si erano fatti sentire anche gli studenti che frequentano convitto e semiconvitto dell’istituto “Mondelli” a Massafra. Una struttura in piena campagna dove il rigore della temperatura si fa sentire in modo pesante la notte. Ma anche durante il giorno gli studenti lamentavano il fatto di non poter neanche utilizzare l’acqua calda.
    Studenti e docenti. A protestare sono anche circa 2mila docenti universitari di 82 Atenei italiani. Una protesta a cui si associano anche i docenti del Dipartimento di Taranto. La rivolta è contro il blocco delle classi e degli scatti stipendiali. Nella legge di Stabilità in discussione alla Camera - spiegano in un documento - non è più reiterato per il 2016 il blocco delle classi e degli scatti stipendiali della docenza universitaria, rimasto in vigore per cinque anni, dal 2011 al 2015, né vengono riconosciuti gli effetti giuridici del quinquennio 2011-2015. Invece per tutti gli altri dipendenti pubblici il blocco è cessato fin dall’1 gennaio 2015 e sono stati riconosciuti gli effetti giuridici del periodo 2011-2014. I docenti precisano di non chiedere alcuna restituzione, né arretrati per il quadriennio 2011-2014, né aumenti di stipendio, ma solo di poter percepire dall’1 gennaio 2015, come tutte le altre categorie del pubblico impiego, le retribuzioni che sarebbero spettate loro in assenza del blocco del quadriennio 2011-2014. A questo - dice il professor Nicola Triggiani - “si aggiunga che migliaia di professori associati, i quali hanno superato una rigorosa procedura di abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professore ordinario, attendono da due anni di essere assunti, ma ciò risulta impedito dalla mancanza di fondi dei singoli Atenei, e in particolare di quelli del Sud. Di conseguenza in moltissime sedi universitarie i ruoli degli ordinari risultano completamente scoperti in moltissime discipline”.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 11 Dicembre 2015



    17 dicembre scioperano gli studenti

    Spostata da lunedì 14 dicembre a giovedì 17 dicembre la giornata di protesta degli studenti delle scuole superiori di Taranto che lamentano, in primo luogo, il mancato funzionamento del riscaldamento nei licei Aristosseno, Archita e Lisippo di Taranto, negli istituti Pacinotti ed Archimede di Taranto, ed ancora nei licei Calò di Grottaglie, Galilei, De Sanctis e Einaudi di Manduria. Per questa ed altre ragioni, gli studenti hanno scritto una lettera al prefetto Umberto Guidato chiedendo un incontro. Nel documento rivendicano il diritto a studiare in ambienti nelle migliori condizioni. “Siamo stanchi - scrivono al prefetto - di seguire lezioni con giubbotti e maglioni pesanti e, in alcuni casi, anche con borse con acqua calda poiché le aule e i corridoi sono davvero freddi”. Ma gli studenti contestano anche la scarsa sicurezza al Calò di Grottaglie, l’assenza di scala antincendio all’Aristosseno, la mancanza di una sede adeguata sia per il Lisippo (alunni e docenti in attesa da mesi dell’immobile previsto presso i salesiani di viale Virgilio) che per l’Archita (liceo costretto, a causa dell’interruzione dei lavori al Palazzo degli Uffici, ad essere distribuito su più sedi). “Siamo stanchi e scoraggiati da queste situazioni che ogni giorno condizionano e indeboliscono il nostro diritto allo studio”, scrivono al prefetto auspicando al più presto una occasione di confronto e di soluzione dei problemi lamentati.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 12 Dicembre 2015

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  • Plautus
    ha risposto
    Gli studenti alla Provincia: “Finita la nostra pazienza, bugie sul riscaldamento”

    Gli studenti alla Provincia: “Finita la nostra pazienza, bugie sul riscaldamento”

    Niente da fare. Rimangono al freddo molte delle aule scolastiche degli istituti superiori del capoluogo e della provincia, ubicate nei Comuni al di sotto dei 300 metri di altitudine. Scuole, prevalentemente licei, dove non si è ancora provveduto alla conversione dell’alimentazione degli impianti termici da gasolio a metano. Di prime forniture di gasolio, in queste scuole, neanche a parlarne ancora. Non sono state confermate le anticipazioni fatte nei giorni scorsi dal presidente della Provincia, Martino Tamburrano, secondo cui nelle ore successive sarebbe stato firmato il provvedimento che avrebbe autorizzato la fornitura di gasolio nelle scuole rimaste prive. Erano stati, infatti, recuperati 100mila euro da aggiungere ad altri 100mila euro già previsti per la fornitura di gasolio nelle scuole ubicate in quei Comuni al di sopra dei 300 metri dove la temperatura scende più facilmente e i rigori dell’inverno si fanno sentire maggiormente. Era stato questo il criterio originariamente preso in considerazione dall’amministrazione dovendo fare i conti, nelle proprie casse, con finanziamenti al lumicino. Ma, a distanza di giorni dalle assicurazioni fornite ad alcuni rappresentanti dei genitori da alcuni funzionari della Provincia, i riscaldamenti rimangono spenti, le forniture non arrivano e non è più dato sapere se le soluzioni individuate sono state portate avanti o no. Intanto, gli studenti delle scuole al freddo, tenuti finora a freno dai ragionamenti che i dirigenti scolastici hanno fatto loro sulla scorta delle prime promesse che si stesse per provvedere, si organizzano perché - annunciano - non hanno alcuna intenzione di sopportare. E tirano fuori la legge (il Dpr 412 del ’93) che disciplina quali sono le condizioni da rispettare in un’aula scolastica. Altrimenti, dicono, saranno coinvolti i Vigili del Fuoco e il rischio è che occorrerà evacuare le scuole. Di ragioni economico-finanziarie, che spingono le amministrazioni a tenere stretti i cordoni della borsa, non vogliono neanche sentirne parlare. Né hanno più voglia di credere alle parole ed alle promesse dei politici.
    Studenti in fibrillazione, dunque. In sciopero da giovedì scorso a Massafra, presso la sede centrale dell’istituto superiore Mondelli, in piena campagna, gli studenti della sezione dell’Agrario. Qui si soffre anche di notte. Sono, infatti, almeno una quindicina gli studenti in convitto ed un altro bel gruppo è in semiconvitto. Il gasolio serve non solo per il riscaldamento, ma anche per riscaldare l’acqua e lavarsi. Nei primi giorni dell’anno scolastico, per far fronte a questa situazione, era stata la scuola stessa ad anticipare una prima fornitura di mille euro. Ma per coprire il fabbisogno di un anno, occorrono almeno 50-60 mila euro, dice il rappresentante degli studenti, Mattia Miraglia. Non ci sarà scuola in questi giorni, ma alla ripresa, dopo l’Immacolata, la protesta si farà più dura. Per giovedì è già preannunciata una manifestazione davanti al palazzo della Provincia. Protesta alla quale potrebbero unirsi anche altre scuole. Così pure a Taranto, al liceo Aristosseno, gli studenti - dice il loro rappresentante, Michael Tortorella - stanno per esaurire la pazienza. Nelle aule la temperatura è più bassa di quella registrata all’esterno, soprattutto in questi giorni tutto sommato di bel tempo. Stessi segnali di impazienza anche dall’Archita e dal liceo Calò di Grottaglie. Qui avrebbero già misurato la temperatura degli ambienti interni e, c’è da crederci, si è al di sotto dei valori ritenuti il limite invalicabile anche dalla norma.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 05 Dicembre 2015

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  • Plautus
    ha risposto
    Riscaldamento a scuola: la Provincia trova altri soldi

    Riscaldamento a scuola: la Provincia trova altri soldi
    Trovati altri 100mila euro che si aggiungono ai 100mila reperiti.
    Ora via all’accensione di tutti gli impianti

    Saranno accesi anche nelle scuole superiori di Taranto e in quei comuni al di sotto dei 300 metri di altitudine gli impianti di riscaldamento. È il presidente della Provincia, Martino Tamburrano, a confermare che è imminente la firma di un atto in tal senso. “Sono stati trovati i fondi necessari”, afferma confermando che la carenza di risorse aveva portato, una decina di giorni fa, a fare una scelta diversa, cioè il rifornimento di gasolio, e quindi l’accensione degli impianti, solo nelle scuole ubicate nei Comuni oltre i 300 metri, a Martina, Mottola, Castellaneta e Ginosa, dove la temperatura è più rigida. Adesso, invece, sta per partire un ordine suppletivo.
    In buona sostanza ai 100mila euro prima destinati a questa partita ne sono stati aggiunti altri 100mila per un totale di 200mila euro che, stando ai consumi storici delle scuole superiori, potrebbero coprire la metà del fabbisogno annuale. “Mi dicono che in media occorrono intorno ai 350 mila euro”, conferma Tamburrano. E aggiunge: “Intanto, per quest’ultima tranche d’anno abbiamo provveduto. Vedremo poi il prossimo”. Da augurarsi, dunque, che l’inverno non sia particolarmente rigido anche se le previsioni non lasciano ben sperare”.
    Gli studenti delle scuole interessate a questi tagli erano ovviamente pronti a protestare, ma la mediazione dei dirigenti scolastici ha mantenuto tale agitazione in qualche modo. Mentre, nel frattempo, più di qualche dirigente si era attrezzato scrivendo alla Provincia per chiedere quale fosse l’orientamento. Ed, infatti, alcuni dei dirigenti interessati contestano proprio l’assenza di qualsivoglia tipo di comunicazione dell’amministrazione, anche solo per dire che le condizioni finanziarie dell’ente non avrebbero consentito quest’operazione o, tutt’al più, che si stava cercando di provvedere. Evidentemente ciò che è stato fatto in queste ore in cui si è andati alla ricerca delle risorse necessarie per garantire almeno questo primo rifornimento. Ma è anche evidente l’imbarazzo della Provincia a dover fare scelte di questo tipo ben sapendo tutti quanto in tutte le scuole, al di là della loro ubicazione, si creano condizioni di freddo ed umidità notevoli che limitano molto le attività e mettono a repentaglio la salute di chi opera.
    Ieri, oltre ai dirigenti che avevano scritto nei giorni scorsi, anche i genitori hanno chiesto spiegazione agli amministratori. Anche a loro è stato comunque garantito che la situazione è stata sbloccata e che, quindi, a giorni si provvederà a rifornire le scuole e ad accendere gli impianti.


    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 02 Dicembre 2015

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  • Plautus
    ha risposto
    Gli istituti superiori resteranno al freddo

    Gli istituti superiori resteranno al freddo
    Riscaldamento assicurato soltanto in quattro Comuni

    Riscaldamento solo nelle scuole superiori ubicate in comuni al di sopra dei 300 metri di altitudine, vale a dire Martina, Mottola, Castellaneta e Ginosa. Resterebbero, dunque, al freddo le aule delle scuole superiori di Taranto, ma anche Massafra, Manduria. Rischia di presentarsi come un anno scolastico particolarmente difficile quello in corso per la decisione - ci sarebbe una ordinanza in tal senso - del presidente della Provincia, Martino Tamburrano, motivata probabilmente dalle solite ristrettezze economico finanziarie, di accendere gli impianti di riscaldamento solo nelle scuole sicuramente più esposte a temperature più rigide. Ma, con un ritardo già di 15 giorni rispetto al periodo tradizionale di accensione degli impianti e senza alcuna informativa a proposito, gli studenti delle scuole “penalizzate” perché sotto i 300 metri cominciano a manifestare non pochi malumori. Secondo le informazioni che fanno filtrare, appunto, se entro lunedì non riceveranno alcuna notizia certa, gli studenti cominceranno a manifestare. Una lettera di protesta sarebbe già pronta per essere inviata al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. È sin fin troppo scontato il contenuto della missiva, vale a dire la contestazione di una scuola che non riesce neppure a garantire un minimo di comfort nella stagione fredda nonostante i milioni di euro spesi per i programmi della “Bella scuola”, anche qui in facile abbinamento alla “Buona scuola”, ma certamente non in sintonia con tutti gli altri programmi ministeriali, regionali e più locali, in materia di promozione della salute. La lettera sarebbe inviata anche al prefetto Umberto Guidato perché la questione - ad avviso dei giovanissimi - avrebbe anche implicazioni di ordine pubblico.
    A tenere a freno in questi giorni la tensione degli studenti gli stessi dirigenti scolastici, rimasti all’oscuro di ogni intenzione dell’amministrazione provinciale. Neppure una semplice comunicazione circa il ritardo o il mancato avvio del servizio, neppure parole di scuse o di giustificazioni. Eppure in questi giorni sono stati loro a tenere a freno qualche esuberanza. Eppure che anche quella del 15 novembre è una scadenza classica nelle scuole, una data “spartiacque” in cui, in assenza di gasolio, il tempo in cui si può tenere a freno proteste e disagi di studenti ed operatori è davvero molto limitato. Senza poi la previsione e soprattutto la comunicazione di soluzioni imminenti, la pazienza appare ancora più debole. Colti questi disagi, il dirigente scolastico del liceo Aristosseno, Salvatore Marzo, ha pronta, anche lui, una lettera da inviare all’amministrazione provinciale. Per chiedere quanto meno una spiegazione. [...]

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 28 Novembre 2015

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  • Plautus
    ha risposto
    Palazzo degli Uffici, progetto nuovo

    Palazzo degli Uffici, progetto nuovo
    Entro la fine del mese partirà il bando di gara per la copertura del solaio dello stabile

    Palazzo degli Uffici, ecco il progetto riveduto e corretto. Già nei giorni immediatamente successivi alla recente conferenza stampa con cui la Provincia ha dimezzato il suo impegno economico per riqualificare lo storico edificio (da 8,5 a 4,5 milioni di euro), i tecnici del Comune di Taranto si erano messi al lavoro per modificare la proposta tecnica su cui si era sinora discusso.
    Ancor prima di anticipare le possibili novità, va riferito che negli uffici comunali trova conferma il fatto (già annunciato) che, entro fine mese, verrà indetto il bando di gara per la copertura del solaio dello stabile che domina il Borgo di Taranto. L’importo dovrebbe oscillare tra 1,5 e 2 milioni di euro e, al termine dei lavori, la superficie della struttura (5mila metri quadrati) verrà sistemata a regola d’arte. Il bando, considerato l’importo, ragionevolmente non dovrebbe vedere la sua conclusione prima della fine di gennaio e, di conseguenza, il contratto con l’impresa che si aggiudicherà i lavori non potrà essere firmato prima della fine del prossimo febbraio. Tirando una riga, dunque, i lavori per la copertura del solaio di Palazzo degli Uffici non inizieranno prima della primavera 2016. I tempi sono questi e li detta la legge. Di questi interventi si farà carico l’Amministrazione comunale, proprietaria dello storico immobile, così come sarà sempre il Municipio a dover sborsare risorse finanziarie importanti per il rifacimento delle facciate. Per quest’intervento, in realtà, la situazione è ancora più complessa ed onerosa tant’è che la stima fatta dai tecnici comunali fa alzare l’asticella dell’importo presunto a 5 milioni di euro. Anche per questo, evidentemente, il bando di gara per rifare i prospetti non potrà mai essere indetto prima della prossima estate con il conseguente, probabile, inizio dei lavori previsto per l’autunno del prossimo anno. Salvo imprevisti (ovvero ricorsi al Tar di società escluse dall’appalto), naturalmente.
    E la Provincia? L’Amministrazione Tamburrino, dimezzando il suo impegno finanziario rispetto a quanto stabilito nel contratto poi rescisso dal Comune per alcune presunte inadempienze dell’ormai ex concessionario, si occuperà solo della parte dell’edificio che ospiterà il liceo classico “Archita”. Che, peraltro, lì dentro ha trascorso oltre 130 anni della sua lunga e gloriosa storia prima di essere smembrata in diverse sedi.
    Alla Provincia, competente per legge ad occuparsi degli istituti scolastici superiori, andranno i 6mila metri quadrati che già originariamente dovevano comunque essere attribuiti al liceo. Secondo alcuni, si tratterebbe di una superficie ormai sovrastimata considerando che sta progressivamente diminuendo il numero degli studenti che si iscrivono al liceo classico ma, considerato questo, per ora si parte da un’area di 6mila metri, Inizialmente, si era pensato di dividere gli spazi assegnati ai due enti locali in maniera orizzontale quasi come se si stesse in un supercondominio. L’idea, secondo robuste indiscrezioni, non sembrerebbe aver incontrato l’entusiasmo dell’Amministrazione comunale. In Municipio, infatti, non solo non avrebbero gradito (per usare un eufemismo) la drastica riduzione dell’esborso finanziario deciso da Tamburrano ma soprattutto alcuni toni usati nella conferenza stampa. Anche per questo, unitamente a ragioni esclusivamente tecniche, si sta valutando una sistemazione in verticale e non in orizzontale dell’Archita in modo da destinare agli studenti ed agli insegnanti un ingresso indipendente di Palazzo degli Uffici. Che, probabilmente, potrebbe essere quello che si apre su via D’Aquino. E, quindi, in verticale, l’Amministrazione provinciale potrebbe sviluppare su due o tre livelli gli spazi assegnati alla scuola.
    Ancor prima che venisse rescisso il contratto con il consorzio Aedars, gli spazi erano così assegnati: 6mila metri quadrati alla Provincia per sistemare le aule del liceo “Archita”, 2mila metri al Comune di Taranto e 10mila all’impresa concessionaria che avrebbe dovuto in un primo momento, realizzare dei locali commerciali e successivamente costruire un hotel. Ora, invece, a rescissione contrattuale avvenuta, la nuova attribuzione delle superfici conferma la quota riservata al liceo ma fa, ovviamente, lievitare le aree assegnate all’Amministrazione comunale che passano così da 2mila a 12-14 mila metri quadrati.
    E cosa potrà mai fare il Municipio in tutto questo spazio? L’ipotesi principale è quella di ridare la giusta corrispondenza tra la denominazione dell’immobile (Palazzo degli Uffici) con le attività che effettivamente si svolgono all’interno. E, quindi, l’Amministrazione Stefàno potrebbe trasferire lì gran parte degli uffici che si trovano sul piazzale Bestat (Lavori pubblici) e magari anche l’ufficio tecnico (Urbanistica ed Edilizia) che, da anni ormai, insiste a Paolo VI.

    articolo di Fabio Venere
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 19 Ottobre 2015


    Dallo scorso giugno il cantiere infinito di Palazzo degli Uffici rientra di diritto nell'elenco delle opere pubbliche italiane incompiute stilate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: Opere Incompiute Regione Puglia 2015 (in quarta pagina con percentuale dei lavori eseguiti ferma al 6,13%).

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  • Plautus
    ha risposto
    “Il Comune è assente ma l’Università funziona”

    “Il Comune è assente ma l’Università funziona”
    I rappresentanti degli studenti: attendiamo i 300mila euro
    Siano destinati al post laurea tra master e dottorati di ricerca

    “Nonostante la lontananza del Comune, il Polo jonico continua a funzionare”. Gli studenti universitari danno atto all’operato del direttore del Dipartimento jonico, Bruno Notarnicola, ma anche alla propria attività, svolta in rappresentanza del 95 per cento degli studenti tarantini, di fare il massimo per far funzionare le cose a Taranto. È quanto si legge in un documento a firma di Claudio Aurora, rappresentante degli studenti al Senato accademico ed al consiglio del Dipartimento jonico, e di Giuseppe Colella, rappresentante degli studenti al consiglio di Dipartimento e consiglio di interclasse dei corsi di studi in Economia, entrambi appartenenti alla lista “Progetto Taranto Universitaria”. Dopo tale precisazione, il documento riprende in realtà l’annosa questione dei fondi - 300mila euro - che, in forza di un accordo di programma triennale, ampiamente scaduto, il Comune deve ancora erogare a sostegno dell’offerta formativa universitaria a Taranto. Non sono serviti una serie di incontri, né le ripetute sollecitazioni, a sbloccare la situazione ancora. “Ribadiamo l’importanza di destinare tali fondi esclusivamente agli studenti in varie forme, nel post laurea tra cui master, dottorati di ricerca e assegni di ricerca volti a sviluppare o al più consolidare quella che è l’offerta formativa del dipartimento attraverso una elevata formazione di studenti tarantini che intendono proseguire il proprio percorso formativo nel proprio territorio”, incalzano Aurora e Colella. “Dopo la “farsa” della conferenza stampa tenutasi dall’ex ormai assessore dell’Università e dal sindaco, la tanto auspicata lettera da parte del rettore è stata inoltrata - aggiungono -. Ora non aspettiamo altro che il trasferimento dei fondi affinché il Dipartimento possa finalmente stilare un serio programma di stanziamento del fondo”. Il nodo ed il punto sono, dunque, si, lo sblocco di questi fondi, ma l’obiettivo più complessivo è quello di poter cominciare a parlare di futura programmazione e, soprattutto, di futuri accordi di programma.
    Ma agli studenti piace anche evidenziare come, “proprio grazie al massimo sforzo e alla massima sinergia che si è creata tra direttore, coordinatori e rappresentanza studentesca che i nostri corsi di studio in Economia e Giurisprudenza, e da un paio di anni il corso di Scienze e Gestione delle attività marittime, tendono a consolidarsi e valorizzarsi. Sarà proprio col post laurea - aggiungono - che finalmente si potrà parlare di ampliamento dell’offerta formativa, date le limitate risorse presenti. Di fatto, anche grazie a questi assegni di ricerca, si potrà dare una prospettiva più positiva allo sviluppo del Polo jonico. In ogni caso - concludono - è necessario che il punto di partenza per Taranto sia sempre l’Università”.
    Nei giorni scorsi, lamentando le limitazioni subite nell’erogazione delle borse di studio per l’entrata in vigore del nuovo Isee (a Taranto ci sono 226 idonei in meno rispetto allo scorso anno, -126 fra gli iscritti agli anni successivi e -100 fra quelli iscritti al primo anno, rispettivamente un calo del 25 per cento e 37 per cento), gli studenti del Link avevano, invece, proposto una diversa destinazione dei fondi attesi dal Comune.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 14 Ottobre 2015

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  • Plautus
    ha risposto
    Taglio alle borse di studio

    Taglio alle borse di studio
    Gli universitari Link: ci penalizzano i nuovi criteri di calcolo Isee

    “Sin dall’entrata in vigore del nuovo Isee abbiamo denunciato le nostre perplessità. Sapevamo che da potenziale metodo per combattere l’evasione fiscale si sarebbe trasformato in uno strumento per diminuire la platea degli idonei al bando della borsa di studio”. A denunciare la penalizzazione determinata dal nuovo calcolo Isee sono gli studenti universitari del Link. “Ora - spiegano - vengono inclusi i redditi esenti da Irpef (quindi anche la borsa di studio percepita nell’anno precedente) mentre i redditi di fratelli e sorelle, che prima venivano considerati solo nella misura del 50 per cento del loro ammontare, ora concorrono per intero alla formazione dell’indicatore. Gli immobili, inoltre, vengono valutati non più ai fini Ici ma ai fini Imu (con conseguente aumento di valore del 66 per cento rispetto al precedente)”.
    Le perplessità iniziali hanno trovato conferma nei primi dati sulle borse di studio erogate. “In Italia - affermano gli studenti - il numero degli aventi diritto alla borsa di studio universitaria è sceso in media del 25 per cento rispetto al 2014 con punte del -39 per cento in Veneto”. Nonostante la parziale vittoria ottenuta da Link in Puglia con l’innalzamento della soglia Isee a 19mila euro (prima era 17mila) ed Isp a 35mila (prima era di 31mila), il dato nella regione non è certo più confortante: fra gli studenti iscritti agli anni successivi al primo si registra circa il 21 per cento degli idonei, mentre tra gli iscritti al primo anno circa il 33 (quest’ultimo è ancora un dato provvisorio poiché le graduatorie definitive per gli iscritti al primo anno verranno pubblicate a fine ottobre)”.
    I dati generali si completano con quelli di Taranto dove ci sono 226 idonei in meno rispetto allo scorso anno (-126 fra gli iscritti agli anni successivi e -100 fra quelli iscritti al primo anno, rispettivamente un calo del 25 e 37 per cento). “Il problema di questo tipo di calcolo - evidenziano gli studenti - è che sostanzialmente rende “più ricche” le famiglie anche se in realtà non lo sono, colpendo quindi anche chi, senza la borsa di studio, non può sostenere le spese universitarie “.
    Quale ora la proposta degli studenti per arginare questa situazione? “C’è da utilizzare - dicono - l’ultima tranche dei fondi stanziati dal Comune di Taranto (legati al vecchio accordo di programma) per finanziare delle borse di studio in favore degli studenti universitari, come del resto è avvenuto fino al 2010. Ed, invece, apprendiamo che c’è l’intenzione di finanziare master post laurea”. Una decisione inopportuna per gli studenti, i quali contestano anche le modalità con cui queste decisioni vengono prese senza consultare le associazioni in commissione Servizi.
    “Non condividiamo l’entusiasmo mostrato per la realizzazione di questi master - dicono -. Riteniamo che quei fondi dovrebbero essere utilizzati diversamente, soprattutto auspichiamo che il Comune di Taranto decida di indire una commissione Servizi con tutte le associazioni universitarie (come da noi richiesto) per discutere di questa problematica, invece di prendere decisioni unilateralmente o peggio consultando solo alcuni soggetti”. Quei fondi comunali - dicono infine gli studenti del Link - andrebbero anche investiti per ripristinare alcuni esami disattivati in questi anni, in modo da ripristinare la qualità della didattica dei corsi di laurea che oggi sopravvivono alla riforma Gelmini.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 07 Ottobre 2015

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  • Plautus
    ha risposto
    Liceo Archita, un progetto nuovo

    Palazzo uffici, si riduce il contributo della Provincia
    Da 8,5 a 2,5-3 milioni di euro. Oggi il Consiglio

    Si riduce il contributo della Provincia per la ristrutturazione di Palazzo degli uffici. L’ente è in crisi finanziaria e non può sostenere l’impegno di spesa di 8,5 milioni di euro precedentemente annunciato. Oggi si riunirà il Consiglio provinciale per discutere della suddivisione dei fondi precedentemente destinati (e del “Piano degli interventi e iniziative per lo sviluppo dell’area tarantina”). La cifra da destinare alla ristrutturazione dell’antico edificio dovrebbe limitarsi a 2,5-3 milioni di euro. Nelle prossime ore se ne saprà di più. Ieri c’è stato un confronto tra il presidente Martino Tamburrano e il sindaco Ezio Stefano. Il ridimensionamento della somma era già stato proposto dall’ex commissario Mario Tafaro. Ora si attende il bando per la copertura del solaio. I lavori (l’importo oscilla tra 1,5 e 2 milioni di euro) potrebbero iniziare già a gennaio. Questa sarà una sorta di prima pietra del “nuovo” Palazzo degli Uffici. [...]

    articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 30 Settembre 2015




    Palazzo degli Uffici, dietrofront sul progetto: la struttura continuerà ad ospitare l’Archita

    Dietrofront sui progetti faraonici. Palazzo degli Uffici continuerà ad ospitare il liceo classico Archita. La Provincia di Taranto ha recepito la proposta avanzata dal Comune, che ritira il project financing stipulato nel 2003 con il consorzio “Aedars”. Il contratto fu poi revocato. Dopo un lungo contenzioso l’Amministrazione comunale è rientrata in possesso del cantiere. ieri il Consiglio provinciale ha approvato la delibera con cui impegna 4,5 milioni di euro (1,7 milioni derivano dal fondo della “Buona scuola”) per la riqualificazione del liceo Archita. In attesa dei lavori di ristrutturazione, il liceo sfrutterà le aule di un istituto di suore di via Mignogna, nel centro della città, per le quali la stessa Provincia spenderà 80mila euro l’anno.
    L’idea è quella di distribuire i 6mila metri quadrati di proprietà della Provincia su tre piani anziché due, da destinare alla scuola Archita e realizzare un ingresso autonomo che consentirebbe di non attendere il completamento della ristrutturazione degli altri uffici (in totale, 20mila metri quadrati).
    Il Comune utilizzerà ulteriori 5,8 milioni di euro degli 11 milioni già impegnati in seguito al mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti per il rifacimento del tetto, della facciata, delle scale e degli infissi esterni. “Se non dovessero bastare i 4,5 milioni stanziati - spiega il consigliere Vito Miccolis (Pd) - l’Amministrazione provinciale intende vincolare alcuni beni di proprietà perché il liceo Archita per noi è un simbolo di questa città. Verso questa direzione sta spingendo soprattutto il Partito democratico, i cui esponenti sono stati tutti presenti in Consiglio. Non c’era nessuno, invece, del centrodestra”.
    L’intesa tra Comune e Provincia è stata definita martedì pomeriggio (sarà comunque sottoscritto entro il 5 ottobre un nuovo accordo di programma) nel corso di un incontro a cui hanno partecipato il presidente della Provincia, Martino Tamburrano, il vice sindaco di Taranto, Lucio Lonoce, lo staff tecnico del Comune, i consiglieri provinciali del Pd Azzaro, Bitetti, Miccolis e Cascarano, i dirigenti tecnici e amministrativi. L’impegno di spesa per Palazzo degli Uffici è già stato inserito nel prossimo bilancio dell’ente.
    “Rifinanziamo l’Archita per la parte che ci riguarda - ha sottolineato il presidente Tamburrano - nonostante le esigue risorse di bilancio e possiamo dire alla città che il liceo Archita si farà in quel palazzo”.
    Il vecchio contratto avrebbe dovuto portare alla riqualificazione del liceo “Archita”, alla realizzazione di uffici comunali e di un hotel a 5 stelle per un appalto da 33 milioni di euro. Di questi, 18-19 li avrebbe dovuti versare il concessionario, 11 il Comune di Taranto e 8,5 la Provincia di Taranto. Ed invece si è arrivati alla rescissione contrattuale.

    articolo di Giacomo Rizzo
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 1 Ottobre 2015




    Liceo Archita, un progetto nuovo
    La scuola da realizzare su tre piani con un ingresso autonomo da corso Umberto

    “I presupposti per una soluzione ci sono tutti”. Per salvare Palazzo degli uffici dall’oblio, gli enti locali si dividono compiti e spese, accantonando il vecchio progetto che prevedeva anche la realizzazione di un hotel a cinque stelle. Ma restano i dubbi sui tempi di realizzazione e sulla disponibilità delle risorse (basteranno?). Perplessità ribadite dal professor Nino Palma, presidente dell’associazione “Aldo Moro” ed ex docente del liceo Archita, dopo tante promesse disattese. Nel verbale di accordo il presidente della Provincia, Martino Tamburrano, afferma che non “è mai mancata la volontà di riqualificare lo storico edificio”. I dettagli dell’intesa sono stati illustrati ieri da Gianni Azzaro, nella sua doppia veste di vicepresidente della Provincia e capogruppo del Pd in Comune, e dai consiglieri Piero Bitetti e Vito Miccolis. Tutti rappresentanti del Partito democratico, dunque (ha partecipato all’incontro anche il segretario cittadino Tommy Lucarella). Era assente, a causa di altri impegni istituzionali, lo stesso presidente Tamburrano. In attesa dei lavori di ristrutturazione, il liceo sfrutterà le aule di un istituto di suore in centro.
    Nel verbale d’intesa siglato martedì scorso da Provincia a Comune si stimano le somme da destinare in vista dell’accordo di programma che sarà formalizzato entro lunedì, ma il quadro prospettato non è chiarissimo. Inizialmente si fa presente che la Provincia, secondo la relazione dei suoi tecnici, intende ottenere gli spazi per il liceo “con l’apporto di 4,7 milioni di euro”. Nella parte conclusiva del documento “la Provincia di Taranto comunica la disponibilità - allo stato - di 4,5 milioni da destinare alla ristrutturazione della parte di immobile di competenza per il liceo Archita, precisando comunque l’intenzione di integrare tali risorse con quelle eventualmente reperibili da fonti di finanziamento destinate all’edilizia scolastica”.
    In mezzo, i consiglieri Gianni Azzaro e Piero Bitetti specificano “che le somme con cui la Provincia partecipa sono di 3,6 milioni più 1,6 milioni che dovranno essere utilizzate per il liceo”.
    Si fa inoltre rilevare che “la Provincia, già con una nota dell’ex commissario Tafaro aveva preso impegni per trovare una soluzione con il Comune di Taranto, impegni che l’attuale Amministrazione intende mantenere, precisando che con l’attuale bilancio consuntivo si potrà deliberare la prima parte del finanziamento, per l’importo di 1,7 milioni”.
    La cifra è comunque ridimensionata rispetto agli 8.538.940,10 euro che la Provincia aveva destinato con il vecchio progetto, saltato dopo la rescissione del contratto con il consorzio “Aedars” (che si vide notificare dalla Prefettura di Roma la misura interdittiva antimafia), ora commissariato. Il Comune di Taranto conferma “l’intendimento di completare la ristrutturazione dell’edificio Palazzo degli Uffici destinando a ciò le somme residuali rivenienti dal mutuo contratto con Cassa Depositi e Prestiti pari a 11.148.389,10 euro, al lordo delle opere già eseguite”. La somma residua dovrebbe ammontare a circa 6 milioni di euro da investire per “messa in sicurezza e rifacimento della copertura, realizzazione delle opere di consolidamento statico e intervento di manutenzione straordinaria dei soli prospetti esterni dell’edificio”. C’è il bando per i lavori di copertura del solaio (l’importo oscilla tra 1,5 e 2 milioni di euro), che potrebbero iniziare già a gennaio. In una parte della struttura potrebbero essere realizzati un caffè letterario e una sala convegni, “ma al momento - ha osservato Azzaro - sono solo idee che vanno approfondite”. Nel caso in cui le risorse non dovessero essere sufficienti, la Provincia prevede di utilizzare somme che stima di incassare dalla cessione di immobili come Palazzo d’Ayala e la caserma dei carabinieri di via Giovinazzi visto che gli uffici saranno trasferiti nella città vecchia. Inoltre, “la scheda di Palazzo degli Uffici - ha annunciato Azzaro - finirà all’attenzione del Tavolo istituzionale che si appresta a sottoscrivere il Contratto istituzionale di sviluppo. Risponde pienamente ai parametri di rigenerazione urbana e promozione della cultura”.
    Tamburrano aveva spiegato nel documento che “la Provincia, nonostante paghi molti fitti per le scuole, intende mantenere l’impegno preso di riportare l’Archita nel Palazzo degli uffici, anche se le somme a disposizione del Comune e della Provincia non bastano, bisogna iniziare”.
    La struttura sviluppa 20mila metri quadrati di cui “6mila mq sono destinati a scuola” e “sarà necessario fare un cambio di destinazione, definendo gli spazi diversi, in modo che ognuno sia indipendente dall’altro”. L’idea è quella di distribuire i 6mila mq di proprietà della Provincia su tre piani, anziché due (l’ala C che affaccia su corso Umberto), da destinare alla scuola Archita e realizzare un ingresso autonomo che consentirebbe di non attendere il completamento della ristrutturazione degli altri uffici. Sperando che non si arrivi alle calende greche.

    articolo di Giacomo Rizzo
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 2 Ottobre 2015

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  • Plautus
    ha risposto
    Scienze infermieristiche: 20 matricole in più al corso

    Scienze infermieristiche: 20 matricole in più al corso
    Si potenzia la laurea. Tutto l’incremento di posti assegnato alla Scuola sottufficiali Marina che ne ha altri 10 riservati

    Cresce a Taranto il corso di laurea in infermieristica nel nuovo anno accademico che sta per cominciare. Passano, infatti, da 74 a 94 le nuove matricole, posti ai quali si aggiungono altri dieci riservati, però, alla Scuola sottufficiali della Marina Militare. Per un totale di 104 a Taranto. Anzi, quest’anno la vera novità sarà proprio lì, nella scuola della Marina dove i nuovi 20 posti in più assegnati alla sede tarantina saranno incardinati nel corso che si tiene presso la Scuola sottufficiali. Quindi, in buona sostanza, 30 matricole seguiranno le lezioni a San Vito e tra queste 10 saranno allievi sottufficiali. Le altre 74 matricole frequenteranno regolarmente nella sede del corso di laurea presso il Politecnico.
    Sostenuti nei primi giorni di settembre i test di ammissione, gli studenti conosceranno la propria assegnazione di sede solo il 22 settembre, data prevista per la pubblicazione degli esiti. Ma - anche questa è una novità importante sul piano organizzativo - si conoscono già date di lezioni e di esami in calendario per il nuovo anno per tutti e tre gli anni di corso. Con largo anticipo rispetto al passato, infatti, i relativi calendari sono già on line sul sito della Scuola di Medicina di Bari, da cui dipendono i corsi di laurea delle professioni sanitarie che si tengono a Taranto (ad infermieristica, si aggiungono anche fisioterapia e tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro, i cui posti disponibili per le immatricolazioni sono confermati rispetto al passato).
    Intanto, anche l’Asl ha provveduto proprio ieri a liquidare i pagamenti dei compensi previsti per lo scorso anno accademico per il personale docente di ruolo sanitario che, sulla base della specifica convenzione tra Università e Asl, effettuano ore di lezione presso il corso di laurea. Si tratta, infatti, di corsi integrati in cui c’è un preciso rapporto percentuale tra presenze di personale di provenienza universitaria e personale sanitario in servizio presso l’Asl che ospita il corso di laurea. Asl alla quale spetta anche mettere a disposizione una sede in cui tenere le lezioni teoriche (a parte tirocini che gli studenti effettuano nelle strutture sanitarie pubbliche e private del territorio). Un tema dolente quello della sede, purtroppo. Il corso di laurea, infatti, è da sempre “orfano” di una sede adeguata ed in attesa del completamento dei lavori a San Giovanni di Dio (ospedale vecchio cittadino) dove, però, una serie di contenziosi avrebbero bloccato ogni reale prospettiva. Per questo, il corso originariamente sistemato presso la sede di via Grazia Deledda, poi dismessa, era stato trasferito in tempi più recenti in alcuni spazi (dove è tuttora) che il Politecnico aveva messo a disposizione a Paolo VI. Ma nello scorso anno non sono mancati i disagi. Ci si augura solo che, così come il nuovo assetto, la nuova organizzazione che si sta dando al corso, l’ampliamento dei posti, mostrano di voler superare del tutto le vicissitudini dello scorso anno quando il corso rischiava di bloccarsi definitivamente, anche una sistemazione ben più dignitosa e, per alcuni versi anche più consona e vicina ad ambienti sanitari, possa ulteriormente qualificare questa importante offerta formativa della città.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 16 Settembre 2015

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  • Plautus
    ha risposto
    Riapre l’istituto alberghiero ma aule ancora insufficienti

    Riapre l’istituto alberghiero ma aule ancora insufficienti
    Restano le criticità. Debutto per il dirigente Buccoliero



    Domani a Pulsano si aprono le porte per il primo giorno di scuola dell’alberghiero “Mediterraneo”. Con l’inizio della settimana torneranno tra i banchi le seconde, terze, quarte e quinte classi. Mentre martedì ci sarà il saluto alle “matricole” da parte del nuovo dirigente scolastico, Bianca Maria Buccoliero, presso l’auditorium comunale “Giovanni Paolo II”. Ma quale sistemazione logistica gli oltre ottocento alunni, distribuiti anche presso i plessi di Maruggio e la casa circondariale di Taranto, troveranno?
    Le criticità sono ancora quelle dello scorso anno per l’insufficienza delle aule soprattutto nella sede principale di Pulsano.
    Come “eredità” dello scorso anno scolastico anche per l’avvio delle attività alcune classi non troveranno posto nell’edificio scolastico “Giannone”, che ospita l’alberghiero sin dal suo trasferimento da Leporano, ma in locali di fortuna che il sindaco di Pulsano, Giuseppe Ecclesia, riuscì a trovare sin dal passato anno scolastico proprio per sopperire all’insufficienza degli spazi necessari. Così sei classi anche per quest’anno avvieranno a Pulsano la propria “buona scuola”, preparatoria a un futuro lavorativo di sicuro interesse qual è quello professionale nella ristorazione e attività alberghiere, ospitate presso la parrocchia e il teatro comunale, già insufficiente di suo. Tutto come lo scorso anno, insomma. Nonostante che anche per la mancanza di locali idonei gli studenti, provenienti da un ampio bacino che va da Taranto a San Marzano, nell’anno passato, sostenuti dai genitori e anche da una parte del mondo politico locale, avviarono azioni “forti” nei confronti della Provincia di Taranto, competente per le scuole secondarie di secondo grado.
    Da assemblee, quasi permanenti, d’istituto, a scioperi per passare a un lungo periodo di occupazione della scuola che sfociò con alcuni sit-in sotto Palazzo del Governo a Taranto. Una loro delegazione fu anche ricevuta dal presidente dell’ente, Martino Tamburrano, che assicurò studenti e personale docente che il “Mediterraneo” di Pulsano avrebbe ricevuto le dovute attenzioni e immediati finanziamenti per trovare a Pulsano anche strutture private dove alloggiare degnamente gli studenti. Tanto che dette il via libera al sindaco Ecclesia di indire un bando pubblico per darle in locazione a spese della Provincia. Sindaco che, fluttuante tra le legittime richieste degli alunni e il rispetto istituzionale verso Tamburrano se non la vicinanza politica, trovò comunicandolo a via Anfiteatro. Poi tutto improvvisamente si stoppò lasciando quella valida scuola in balia di se stessa.
    Buccoliero, subentrata nella dirigenza al collega Raffaele Capone dall’1 settembre scorso, interpellata dalla “Gazzetta” per illustrare all’utenza e al territorio lo stato dell’arte sull’edilizia scolastica, ha voluto mantenere un basso profilo limitandosi a dichiarare che “sono fiduciosa per un positivo e prossimo esito conseguente ai recenti incontri con il sindaco Ecclesia e il presidente Tamburrano”. Tutto, in ogni caso, appare legato alla sistemazione di alcuni prefabbricati da installare probabilmente presso il plesso “De Nicola” che sarebbero presi in locazione al costo di 150mila euro per tre anni.

    articolo di Paolo Lerario
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 13 Settembre 2015

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  • Plautus
    ha risposto
    “Così vogliamo che spenda i nostri soldi l’Università”

    “Così vogliamo che spenda i nostri soldi l’Università”
    Il Comune rende nota la sua proposta.
    Previste delle borse di studio ai bisognosi
    ma l’Ateneo non sarebbe favorevole


    Erogazione di borse di studio agli studenti universitari bisognosi e meritevoli, ampliamento dell’offerta formativa universitaria non solo a livello di corsi di laurea, ma anche e soprattutto nel post lauream. Insomma, consentire ai laureati di frequentare master in loco al fine di professionalizzarsi al meglio e trovare maggiori sbocchi lavorativi. Ed ancora: favorire l’inserimento dei laureati tarantini in “start-up” qualificate anche nel più ampio contesto regionale per limitare le “fughe dei cervelli” e valorizzare il capitale umano locale. Ieri l’amministrazione comunale ha rinnovato, in una conferenza stampa dell’assessore alla Pubblica istruzione, Vincenza Vozza, la propria volontà di assegnare all’Università i 300mila euro previsti dall’accordo di programma triennale 2011-2013 ampiamente scaduto, ribadendo, altresì, le finalità da perseguire. Un innegabile ritardo, dunque, al quale non appare ancora possibile che si possa mettere la parola fine, considerando che è dei giorni scorsi una lettera del sindaco Stefàno al rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio, invitato a concordare i requisiti della rendicontazione. Insomma, si sperava in un annuncio che chiudesse definitivamente un’attesa che dura da anni, ma ancora niente. C’è ancora da concordare qualcosa.
    Ma a questo punto rimangono ancora in piedi alcuni nodi fondamentali. Al di là delle finalità dichiarate, comunque abbastanza generaliste e ampie, come saranno erogati questi fondi? Voler sostenere e soprattutto dire di voler ampliare con fondi di un vecchio accordo l’offerta formativa futura, dopo che sono andate perse Maricoltura, Beni culturali e qualche pezzo dell’offerta formativa in ambito sanitario, spinge ora a chiedere come le finalità ribadite dal Comune collimeranno con tempistica, esigenze organizzative, iter amministrativi ed autorizzativi previsti dal sistema universitario.
    In realtà, la sensazione è che l’amministrazione comunale intenda andare avanti con la sua idea di erogare borse di studio direttamente agli studenti bisognosi e meritevoli nonostante si tratti di un’opinione che la stessa Università sembrerebbe non gradire molto. Il diritto allo studio è competenza di altri enti, sarebbe stato evidenziato. Piuttosto, il sostegno dovrebbe andare alla ricerca, è stato sollecitato dall’Università, prevedendo borse di studio per giovani ricercatori. C’è, infatti, una proposta avanzata nei mesi scorsi dal Dipartimento jonico secondo cui sarebbe conveniente che i 300 mila euro fossero divisi in 9 assegni di ricerca (del valore di 20 mila euro ciascuno), una borsa di dottorato di ricerca (valore 50mila euro per tre anni), nonché master per i laureati (valore complessivo di 50mila euro). Una proposta, questa, rispetto alla quale non viene fatta una esplicita menzione ed alla quale di contrappone, invece, l’annuncio di una lettera al rettore Uricchio con cui concordare la rendicontazione dell’erogazione finanziaria da parte del Comune.
    Ma perché non sono stati invitati all’incontro di ieri al Comune i referenti locali dell’Università? “Non sono stati invitati - replica l’assessore - in quanto questa conferenza stampa è stata indetta per comunicare alla città ed agli studenti la volontà dell’amministrazione comunale di sostenere l’Università. Conosceremo a breve la disponibilità del rettore ad un incontro”.
    Sciolti o no i nodi del vecchio accordo, sarebbe però già tempo di pensare al nuovo. “Sicuramente il nuovo accordo va scritto al più presto - dice l’assessore Vozza -. Chiederemo la partecipazione di tutte le istituzioni e degli altri enti nella convinzione che un lavoro di squadra e in piena sinergia possa migliorare le prospettive di potenziamento del Polo universitario jonico”.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 12 Settembre 2015

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