Palazzo degli Uffici: si riapre la trattativa
Aedars chiede di poter proseguire i lavori di ristrutturazione
Aedars chiede di poter proseguire i lavori di ristrutturazione
Palazzo degli Uffici, si riapre (a sorpresa) la trattativa tra il Comune di Taranto ed il consorzio Aedars. Gli spiragli, questo va sottolineato subito, sono stretti. Strettissimi. Eppure, nelle scorse settimane, qualche segnale di avvicinamento c’è stato. Interessante, certo ma che, al tempo stesso, disegna scenari ancora fragili.
E così, a nove mesi dalla rottura definitiva del confronto, lungo l’asse Roma-Taranto c’è stato un incontro a cui ha fatto seguito uno scambio di documenti. Il confronto, peraltro, era stato chiesto dall’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, designato dal Tribunale di Roma amministratore giudiziario del consorzio.
Ed allora il rappresentante di Aedars (a cui il Comune ha rescisso il contratto di concessione per una serie di inadempienze su cui deve ancora esprimersi il Tar), incontrando i rappresentanti del Municipio ha fatto la prima mossa. E ha chiesto al Comune di poter proseguire i lavori di ristrutturazione dello storico immobile che domina piazza della Vittoria e che, per oltre 130 anni, ha ospitato il liceo classico Archita. In realtà, nella proposta dell’amministratore giudiziario, il consorzio di candida ad eseguire direttamente le opere di messa in sicurezza e di consolidamento di Palazzo degli Uffici “per risolvere la controversia in maniera stragiudiziale”. L’avvocato Seminara fa anche appello ad una collaborazione “consona tra organi dello Stato”. In altre parole, l’amministratore giudiziario di Aedars ha proposto all’Amministrazione Stefàno di definire una transazione.
Nel confronto e nella successiva documentazione spedita, la direzione Lavori pubblici non ha chiuso la porta alla possibilità che i lavori riprendano ma ha chiarito che il contratto è rescisso (“è un presupposto imprescindibile”, sostengono fonti vicine al Municipio). Questa è la condizione necessaria e sufficiente per il Comune di Taranto affinché possa riprendere il percorso. Ed invece il consorzio non sembra essersi sintonizzato completamente e subito sulla lunghezza d’onda tracciata dall’Amministrazione comunale. Aedars, nella documentazione spedita successivamente all’incontro, ha sottolineato che sulla rescissione del contratto di concessione deve ancora pronunciarsi il Tar di Lecce (il ricorso è stato presentato due anni fa). Ora, indipendentemente dal contratto originario, il consorzio di candida a proseguire i lavori di ristrutturazione come se si trattasse di un appalto vero e proprio, rinunciando agli altri investimenti previsti dal contratto (realizzazione di un hotel) ma incassando dal Comune delle somme da intendersi come l’importo di una transazione. Tutta ancora da scrivere. Questa, in sintesi, la proposta di Aedars.
E il Comune, cos’ha risposto? Il Municipio verificherà quali siano i margini giuridici per trasformare l’originario progetto di finanza in un appalto tradizionale ma, nel frattempo, ribadirà il suo punto irrinunciabile: perdita di ogni valore del contratto iniziale. Si parte da qui. Altrimenti, la trattativa finirà prima ancora di essere completamente ripresa.
Nel caso in cui fallisse il confronto, la direzione Lavori pubblici darebbe subito il via libera al bando di gara da 1,4 milioni di euro per la ristrutturazione del solaio dell’immobile. Indispensabile per qualsiasi attività si possa realizzare in futuro all’interno dell’edificio (uffici comunali, centro culturale, liceo Archita). Il bando era pronto da almeno due mesi ma è stato messo nel cassetto proprio dopo la ripresa del dialogo con il consorzio. In caso di rottura, non è da escludere che Aedars si opponga ai lavori dell’Amministrazione comunale sostenendo che, sino a quando il Tar non si pronuncerà, il Comune non possa realizzare alcun intervento. E questo, nel caso accadesse, farebbe allungare i tempi, non solo per quel che riguarda il rifacimento del solaio.
Nota a margine: nei giorni scorsi, l’Amministrazione comunale ha sborsato altri 20mila euro per la sostituzione dei teli che coprono i ponteggi. Altri soldi spesi che, molto probabilmente, finiranno nel calcolo della stima dei danni che - nel caso la trattativa si arenasse - il Comune presenterà al consorzio Aedars.
Per riqualificarlo 20 milioni
È la proposta avanzata dal sindaco Stefàno e dal presidente Tamburrano
“Chiediamo che il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) preveda la ristrutturazione di Palazzo degli Uffici e la finanzi per venti milioni di euro”. A richiederlo sono, in una nota congiunta, il sindaco di Taranto ed il presidente della Provincia. A dire il vero, Ezio Stefàno e Martino Tamburrano avevano già chiesto a Palazzo Chigi di finanziare l’opera ma le prime indiscrezioni sono negative tant’è che, lo scorso 23 dicembre, nella riunione del Cipe sono stati finanziati solo gli interventi per le infrastrutture dell’Arsenale (37 milioni). E questo aveva spinto il capo dell’Amministrazione provinciale a disertare la firma del contratto istituzionale siglata a Roma il 22 dicembre. Per Tamburrano, il finanziamento dell’immobile libererebbe risorse preziose ed utili per salvare la società Taranto Isolaverde. E analogamente l’Amministrazione comunale risparmierebbe soldi che potrebbe riservare per “soddisfare i bisogni dei meno abbienti”, così come è riportato nella nota inviata a Roma. Se la risposta dovesse essere negativa e non ci dovessero essere i fondi necessari, Isolaverde chiuderebbe i battenti e i 231 licenziamenti dei dipendenti diventerebbero esecutivi. [...]
articoli di Fabio Venere
pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 27 Dicembre 2015
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