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Rassegna Stampa 2015

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    #16
    Università di Bari, ecco i corsi di laurea a Taranto

    Università di Bari, ecco i corsi di laurea a Taranto
    “Sacrificate” Scienze in beni culturali e del turismo
    Non ci saranno nemmeno le lezioni con la teledidattica

    Università, in attesa che accada qualcosa e che la realtà locale metta mano al nuovo piano triennale che pare essere naufragato nelle nebbie (nonostante il torrido clima estivo), l’Ateneo di Bari ha varato - e dunque ufficializzato - l’offerta formativa universitaria per il prossimo anno accademico. Cosa c’è a Taranto? Al netto della definizione numerica dei posti che saranno resi disponibili nei corsi di laurea delle professioni sanitarie (la Scuola di Medicina di Bari dovrebbe suddividere in queste ore il pacchetto dei posti ricevuti dal ministero ed è stato annunciato un aumento a Taranto), ecco i corsi di laurea di primo livello sui quali potranno orientare le proprie scelte gli studenti tarantini e, ci si augura, anche studenti provenienti da altre realtà. Si tratta, dunque, di Economia e amministrazione delle aziende, Fisioterapia, Infermieristica, Informatica e comunicazione digitale, Scienze ambientali, Scienze e gestione delle attività marittime, Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro.
    Tra i corsi magistrali a ciclo unico (cinque anni), da annoverare ovviamente Giurisprudenza. Per le lauree magistrali di secondo livello, invece, corso di laurea in Strategie d’impresa e management. Tutti corsi di laurea ai quali - è bene evidenziare - si aggiungono quelli previsti nella sede di Taranto del Politecnico di Bari. Ma, come è facile notare, si è impoverita nel corso degli anni l’offerta formativa erogata a Taranto. L’ultima “vittima” è il corso di laurea in Scienze dei Beni culturali e del turismo, cancellato nell’offerta complessiva di Ateneo. Dal manifesto non sembrerebbe evincersi, infatti, che il corso avrà un seguito, come era stato garantito nonostante la cancellazione a Taranto per insufficienza di organico. Il prosieguo era stato garantito nei mesi scorsi, quando era scoppiato il problema, perché si pensava di fare ricorso alla teledidattica. Ma, almeno, stando al manifesto degli studi, di tutto ciò non pare esserci traccia. Intanto, il corso affine di Scienze dei beni culturali - questo si presente nell’offerta didattica - appare presente solo a Bari.
    Ad accendere i riflettori su tale offerta formativa a Taranto è il Comitato per la Qualità della Vita, impegnato negli ultimi mesi nella raccolta di firme a sostegno del mantenimento di Beni culturali a Taranto, anche in considerazione della rivalutazione che il patrimonio artistico e dei beni culturali sembrerebbe voler avere negli impegni di Governo per Taranto, così come potrebbe emergere nel Tavolo convocato dallo stesso Governo per il 20 luglio. [...]

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 14 Luglio 2015

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      #17
      Palazzo degli Uffici, si accelerano i tempi

      Palazzo degli Uffici, si accelerano i tempi
      atteso il bando per la copertura del solaio

      Il prossimo mese il Comune pubblicherà l’avviso. Appalto di 2 milioni di euro


      Palazzo degli Uffici, settembre (salvo imprevisti ed ulteriori rinvii) sarà il mese in cui l’Amministrazione comunale indirà il bando per la copertura del solaio. È di due milioni di euro l’importo previsto per sistemare a regola d’arte la sommità dello storico stabile di Piazza della Vittoria la cui superficie si estende per 5mila metri quadrati. Si spera che nel prossimo mese ci sia anche il, sinora colpevolmente rimandato, confronto con la Provincia. Certo, il Comune è il proprietario dell’immobile ma l’Amministrazione provinciale è responsabile, per legge, dell’edilizia scolastica superiore e, quindi, chiamarla in causa è un obbligo giuridico in linea generale. Lo è ancor di più, in particolare, considerato che nel caso del progetto di Palazzo degli Uffici, la Provincia di Taranto è firmataria del protocollo d’intesa in cui si impegnava a versare 8,5 milioni di euro. Al momento, quella firma e quella cifra sono indicati. Successivamente, però, sia il commissario Tafaro che il presidente Tamburrano hanno annunciato pubblicamente di voler rivedere l’impegno di Palazzo del Governo più che dimezzando l’esborso economico che verrebbe così rideterminato a 3,5 - 4 milioni di euro. Ora, però, i due enti locali devono necessariamente incontrarsi per fare il punto della situazione e sottoscrivere un nuovo accordo che dovrà necessariamente poi portare all’elaborazione di un nuovo progetto di ristrutturazione.
      Intanto, nelle scorse settimane sono praticamente ultimati gli interventi di messa in sicurezza di Palazzo degli Uffici. Questi interventi erano, del resto, l’ultimo tassello del mosaico da completare affinché poi i tecnici dell’Amministrazione comunale (proprietaria dell’edificio che per oltre 130 anni ha ospitato il liceo classico “Archita”) potessero dare il via al bando per la copertura del solaio. Che consentirà di realizzare nello stabile qualsiasi tipo di attività senza particolari problemi. Per essere più chiari, andrà bene per qualsiasi cosa gli enti locali decidano di fare o sistemare all’interno. In realtà, anche la copertura del solaio non è slegata dalla tipologia di attività che si voglia realizzare. Ad esempio, se tornasse d’attualità l’ipotesi di costruire un hotel (opzione remota, a dire il vero), le distanze tra il solaio stesso e la struttura sottostante sarebbero differenti rispetto al caso in cui, invece, si realizzassero degli edifici pubblici.
      La ripresa del cantiere da parte del Comune (contratto revocato al consorzio Aedars, di recente fallito) era stato solo l’ultimo atto amministrativo in ordine di tempo di questa vicenda così complessa da essere estenuante. E che colloca ormai Palazzo degli Uffici tra le “opere incompiute” pugliesi segnalate dal ministero delle Infrastrutture. Prima della ripresa del cantiere, infatti, c’era stata l’approvazione dell’atto di indirizzo che dava mandato al dirigente dei Lavori pubblici di rescindere il contratto con il consorzio “Aedars”. E, in realtà, prima ancora di questo “strappo”, ci sono dodici lunghi anni tutti da raccontare.
      Andrebbe dunque descritta la storia di un progetto nato male e (per ora) finito peggio. E ci sarebbe anche da ricordare i quattro cambi di assetto societario all’interno della società di scopo “Put srl”, ovvero Palazzo degli Uffici Taranto srl. Società le cui quote furono appunto rilevate dal consorzio “Aedars”, divenuto poi titolare del contratto nato dal progetto di finanza stipulato con il Comune nel lontano 2003. Contratto che avrebbe dovuto poi portare alla riqualificazione del liceo classico “Archita”, alla realizzazione di uffici comunali e di un hotel a 5 stelle per un appalto da 33 milioni di euro. Di questi, 18-19 li avrebbe dovuti versare il Comune di Taranto e 8,5 la Provincia di Taranto.
      Ed invece si è arrivati alla rescissione contrattuale per una serie di inadempienze contrattuali ed anche per una misura interdittiva antimafia poi revocata dalla magistratura amministrativa.

      articolo di Maria Rosaria Gigante
      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 18 Agosto 2015

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        #18
        Archita e Calò trasferiti nelle sedi di due istituti religiosi

        Tamburrano: la Provincia ha ridotto i casi difficili
        abbiamo recuperato 8 milioni di fondi regionali
        Archita e Calò trasferiti nelle sedi di due istituti religiosi, suore e salesiani


        Ed ora che si ritorna a scuola, occhi puntati sulle strutture edilizie. Cantieri a cielo aperto nelle scuole dell’obbligo di competenza del Comune che sta provvedendo anche ad importanti azioni di bonifica in alcuni istituti dei quartieri più esposti agli effetti dell’inquinamento e nelle scuole superiori dove, nonostante le ristrettezze economiche della Provincia e l’allarme lanciato ad agosto, si riesce a mettere in campo le risorse per i trasferimenti di alcune scuole e le manutenzioni minime necessarie. Ma, soprattutto, ci sono oltre 8 milioni di euro di fondi regionali che l’amministrazione guidata dal presidente Martino Tamburrano è riuscita a recuperare per ristrutturare 12 scuole. È il quadro a più colori che riguarda il patrimonio edilizio delle scuole di Taranto e provincia.
        “Stiamo garantendo, nonostante le difficoltà finanziarie dell’anno, l’apertura dell’anno scolastico ai nostri ragazzi - dice il presidente della Provincia, Martino Tamburrano -. Abbiamo ridotto all’osso i casi difficili. Per Taranto, in particolare, abbiamo risolto i casi dell’Archita e del Calò che andranno rispettivamente presso la sede delle suore di via Mignogna e presso i salesiani di viale Virgilio. Strutture per le quali stiamo risolvendo - siamo ormai alle battute finali - i problemi legati alle loro certificazioni (entro ieri mattina attesa la certificazione per l’immobile di via Mignogna - ndr). Questioni - sottolinea Tamburrano - che richiedono un impegno della Provincia non solo per quanto riguarda i fitti, ma anche per i traslochi e per qualche rifinitura finale nelle strutture, vedi la realizzazione di qualche bagno. Bloccheremo le cifre necessarie in attesa del bilancio. Tenendo conto anche dell’istituto alberghiero, il Leonardo da Vinci di Martina, le eventuali manutenzioni che saranno necessarie in un anno scolastico, parliamo di 3-400 mila euro tutto compreso. Abbiamo fatto, ritengo, un buon lavoro di razionalizzazione di tutto, in economia, utilizzando senza aumentare la spesa così come il Governo ci impone nel rispetto del Patto di stabilità. Inoltre - rileva Tamburrano - bisogna aggiungere che stiamo andando in gara per 12 scuole da ristrutturare (due gare in corso per il Liside e per il Falcone - ndr) grazie ad alcuni fondi che abbiamo riattivato dalla Regione, lavori che entro l’anno saranno effettuati. E qui parliamo di una spesa complessiva di oltre 8 milioni di euro”. [...]


        articolo di Maria Rosaria Gigante
        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 6 Settembre 2015

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          #19
          Palazzo degli Uffici: entro fine mese pronto il bando per coprire il solaio

          Palazzo degli Uffici: entro fine mese pronto il bando per coprire il solaio

          “Entro fine mese, pubblicheremo il bando per la copertura del solaio di Palazzo degli Uffici”. Ad annunciarlo è Lucio Lonoce, vicesindaco di Taranto ed assessore ai Lavori pubblici del Comune di Taranto. Che aggiunge: “Spero che entro dicembre possa essere sottoscritto il contratto con l’impresa che risulterà aggiudicataria dell’appalto. E che, di conseguenza, i lavori (l’importo oscilla tra 1,5 e 2 milioni di euro) possono iniziare già a gennaio. Questa sarà una sorta di prima pietra del “nuovo” Palazzo degli Uffici. Poi, anzi parallelamente - prosegue l’assessore ai Lavori pubblici - avvieremo un confronto con la Provincia competente per legge sull’edilizia scolastica superiore e, quindi, responsabile della sistemazione del liceo Archita”. Lonoce, infine, non si esprime sulla proposta di Nino Palma dell’associazione “Aldo Moro” di realizzare un polo bibliotecario o una galleria d’arte ma si limita a ricordare che “nelle aree di proprietà comunale, lo stesso sindaco Stefàno ha manifestato la sua intenzione di sistemare lì tutti gli uffici comunali che attualmente sono dislocati in altri edifici sparsi in diversi quartieri della città”. [...]

          articolo di Fabio Venere
          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 07 Settembre 2015

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            #20
            Il Comune spiega come finanzierà l’Università di Bari

            Il Comune spiega come finanzierà l’Università di Bari


            Decise le modalità di erogazione del contributo finanziario da parte del Comune all’Università di Bari previsto dal vecchio accordo di programma triennale, da tempo ormai scaduto. Si tratta di 300 mila euro su cui c’era stato nei mesi scorsi un tentativo di chiarimento tra Comune e Università. Ora saranno il sindaco, Ezio Stefàno, e l’assessore comunale alla Pubblica istruzione, Vincenza Vozza, ad annunciare, nel corso di una conferenza stampa indetta per venerdì prossimo, le modalità scelte.
            “L’impegno finanziario dell’ente con l’Università dovrà fare i conti con i limiti territoriali della città di Taranto perché sarà condizionato al potenziamento del Polo universitario jonico per garantire agli studenti tarantini un’offerta formativa stabile e definitiva”, si legge in una nota di Palazzo di Città. Che poi tenta ulteriormente di chiarire: “Con quest’azione, si intende infatti sostenere la carriera universitaria degli studenti tarantini meritevoli e favorire il potenziamento dei corsi post lauream e dei master che prevedano stage formativi presso le aziende del territorio. È un’azione che mira al rilancio occupazionale della città ed a favorire l’inserimento dei laureati tarantini in “start-up” qualificati, anche nel più ampio contesto regionale per limitare le “fughe di cervelli” e valorizzare il capitale umano locale”.
            Potrebbe essere in qualche modo la risposta ad una seconda ulteriore proposta di destinazione dei 300mila euro che i responsabili locali dell’Ateneo di Bari, nella fattispecie il direttore del Dipartimento Jonico, Bruno Notarnicola, e il delegato per il Polo jonico, Riccardo Pagano, avevano avanzato il mese scorso ai vertici comunali che preferivano parlare, invece, di borse di studio. La proposta dei due prof, formulata d’intesa con gli studenti, chiedeva che i 300 mila euro fossero divisi in 9 assegni di ricerca (del valore di 20 mila euro ciascuno), una borsa di dottorato di ricerca (valore 50mila euro per tre anni), nonché master per i laureati (valore complessivo di 50mila euro). Intanto, la Regione incontrerà il Polo universitario jonico. Stamane, infatti, l’assessore regionale al Lavoro ed istruzione, Sebastiano Leo, prenderà parte alla prima riunione di Dipartimento. Lo sforzo dell’amministrazione universitaria va nella direzione del consolidamento del Polo jonico, anche se pesa, e non poco, l’ultimo treno perso, ossia il corso di laurea in Scienze dei Beni culturali. Proprio ora che il tema sembra diventare centrale. Ad occuparsene potrebbe essere anche il prefetto, Umberto Guidato, che dovrebbe presto convocare il tavolo di confronto insediato a luglio.


            articolo di Maria Rosaria Gigante
            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 9 Settembre 2015

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              #21
              “Così vogliamo che spenda i nostri soldi l’Università”

              “Così vogliamo che spenda i nostri soldi l’Università”
              Il Comune rende nota la sua proposta.
              Previste delle borse di studio ai bisognosi
              ma l’Ateneo non sarebbe favorevole


              Erogazione di borse di studio agli studenti universitari bisognosi e meritevoli, ampliamento dell’offerta formativa universitaria non solo a livello di corsi di laurea, ma anche e soprattutto nel post lauream. Insomma, consentire ai laureati di frequentare master in loco al fine di professionalizzarsi al meglio e trovare maggiori sbocchi lavorativi. Ed ancora: favorire l’inserimento dei laureati tarantini in “start-up” qualificate anche nel più ampio contesto regionale per limitare le “fughe dei cervelli” e valorizzare il capitale umano locale. Ieri l’amministrazione comunale ha rinnovato, in una conferenza stampa dell’assessore alla Pubblica istruzione, Vincenza Vozza, la propria volontà di assegnare all’Università i 300mila euro previsti dall’accordo di programma triennale 2011-2013 ampiamente scaduto, ribadendo, altresì, le finalità da perseguire. Un innegabile ritardo, dunque, al quale non appare ancora possibile che si possa mettere la parola fine, considerando che è dei giorni scorsi una lettera del sindaco Stefàno al rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio, invitato a concordare i requisiti della rendicontazione. Insomma, si sperava in un annuncio che chiudesse definitivamente un’attesa che dura da anni, ma ancora niente. C’è ancora da concordare qualcosa.
              Ma a questo punto rimangono ancora in piedi alcuni nodi fondamentali. Al di là delle finalità dichiarate, comunque abbastanza generaliste e ampie, come saranno erogati questi fondi? Voler sostenere e soprattutto dire di voler ampliare con fondi di un vecchio accordo l’offerta formativa futura, dopo che sono andate perse Maricoltura, Beni culturali e qualche pezzo dell’offerta formativa in ambito sanitario, spinge ora a chiedere come le finalità ribadite dal Comune collimeranno con tempistica, esigenze organizzative, iter amministrativi ed autorizzativi previsti dal sistema universitario.
              In realtà, la sensazione è che l’amministrazione comunale intenda andare avanti con la sua idea di erogare borse di studio direttamente agli studenti bisognosi e meritevoli nonostante si tratti di un’opinione che la stessa Università sembrerebbe non gradire molto. Il diritto allo studio è competenza di altri enti, sarebbe stato evidenziato. Piuttosto, il sostegno dovrebbe andare alla ricerca, è stato sollecitato dall’Università, prevedendo borse di studio per giovani ricercatori. C’è, infatti, una proposta avanzata nei mesi scorsi dal Dipartimento jonico secondo cui sarebbe conveniente che i 300 mila euro fossero divisi in 9 assegni di ricerca (del valore di 20 mila euro ciascuno), una borsa di dottorato di ricerca (valore 50mila euro per tre anni), nonché master per i laureati (valore complessivo di 50mila euro). Una proposta, questa, rispetto alla quale non viene fatta una esplicita menzione ed alla quale di contrappone, invece, l’annuncio di una lettera al rettore Uricchio con cui concordare la rendicontazione dell’erogazione finanziaria da parte del Comune.
              Ma perché non sono stati invitati all’incontro di ieri al Comune i referenti locali dell’Università? “Non sono stati invitati - replica l’assessore - in quanto questa conferenza stampa è stata indetta per comunicare alla città ed agli studenti la volontà dell’amministrazione comunale di sostenere l’Università. Conosceremo a breve la disponibilità del rettore ad un incontro”.
              Sciolti o no i nodi del vecchio accordo, sarebbe però già tempo di pensare al nuovo. “Sicuramente il nuovo accordo va scritto al più presto - dice l’assessore Vozza -. Chiederemo la partecipazione di tutte le istituzioni e degli altri enti nella convinzione che un lavoro di squadra e in piena sinergia possa migliorare le prospettive di potenziamento del Polo universitario jonico”.

              articolo di Maria Rosaria Gigante
              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 12 Settembre 2015

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                #22
                Riapre l’istituto alberghiero ma aule ancora insufficienti

                Riapre l’istituto alberghiero ma aule ancora insufficienti
                Restano le criticità. Debutto per il dirigente Buccoliero



                Domani a Pulsano si aprono le porte per il primo giorno di scuola dell’alberghiero “Mediterraneo”. Con l’inizio della settimana torneranno tra i banchi le seconde, terze, quarte e quinte classi. Mentre martedì ci sarà il saluto alle “matricole” da parte del nuovo dirigente scolastico, Bianca Maria Buccoliero, presso l’auditorium comunale “Giovanni Paolo II”. Ma quale sistemazione logistica gli oltre ottocento alunni, distribuiti anche presso i plessi di Maruggio e la casa circondariale di Taranto, troveranno?
                Le criticità sono ancora quelle dello scorso anno per l’insufficienza delle aule soprattutto nella sede principale di Pulsano.
                Come “eredità” dello scorso anno scolastico anche per l’avvio delle attività alcune classi non troveranno posto nell’edificio scolastico “Giannone”, che ospita l’alberghiero sin dal suo trasferimento da Leporano, ma in locali di fortuna che il sindaco di Pulsano, Giuseppe Ecclesia, riuscì a trovare sin dal passato anno scolastico proprio per sopperire all’insufficienza degli spazi necessari. Così sei classi anche per quest’anno avvieranno a Pulsano la propria “buona scuola”, preparatoria a un futuro lavorativo di sicuro interesse qual è quello professionale nella ristorazione e attività alberghiere, ospitate presso la parrocchia e il teatro comunale, già insufficiente di suo. Tutto come lo scorso anno, insomma. Nonostante che anche per la mancanza di locali idonei gli studenti, provenienti da un ampio bacino che va da Taranto a San Marzano, nell’anno passato, sostenuti dai genitori e anche da una parte del mondo politico locale, avviarono azioni “forti” nei confronti della Provincia di Taranto, competente per le scuole secondarie di secondo grado.
                Da assemblee, quasi permanenti, d’istituto, a scioperi per passare a un lungo periodo di occupazione della scuola che sfociò con alcuni sit-in sotto Palazzo del Governo a Taranto. Una loro delegazione fu anche ricevuta dal presidente dell’ente, Martino Tamburrano, che assicurò studenti e personale docente che il “Mediterraneo” di Pulsano avrebbe ricevuto le dovute attenzioni e immediati finanziamenti per trovare a Pulsano anche strutture private dove alloggiare degnamente gli studenti. Tanto che dette il via libera al sindaco Ecclesia di indire un bando pubblico per darle in locazione a spese della Provincia. Sindaco che, fluttuante tra le legittime richieste degli alunni e il rispetto istituzionale verso Tamburrano se non la vicinanza politica, trovò comunicandolo a via Anfiteatro. Poi tutto improvvisamente si stoppò lasciando quella valida scuola in balia di se stessa.
                Buccoliero, subentrata nella dirigenza al collega Raffaele Capone dall’1 settembre scorso, interpellata dalla “Gazzetta” per illustrare all’utenza e al territorio lo stato dell’arte sull’edilizia scolastica, ha voluto mantenere un basso profilo limitandosi a dichiarare che “sono fiduciosa per un positivo e prossimo esito conseguente ai recenti incontri con il sindaco Ecclesia e il presidente Tamburrano”. Tutto, in ogni caso, appare legato alla sistemazione di alcuni prefabbricati da installare probabilmente presso il plesso “De Nicola” che sarebbero presi in locazione al costo di 150mila euro per tre anni.

                articolo di Paolo Lerario
                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 13 Settembre 2015

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                  #23
                  Scienze infermieristiche: 20 matricole in più al corso

                  Scienze infermieristiche: 20 matricole in più al corso
                  Si potenzia la laurea. Tutto l’incremento di posti assegnato alla Scuola sottufficiali Marina che ne ha altri 10 riservati

                  Cresce a Taranto il corso di laurea in infermieristica nel nuovo anno accademico che sta per cominciare. Passano, infatti, da 74 a 94 le nuove matricole, posti ai quali si aggiungono altri dieci riservati, però, alla Scuola sottufficiali della Marina Militare. Per un totale di 104 a Taranto. Anzi, quest’anno la vera novità sarà proprio lì, nella scuola della Marina dove i nuovi 20 posti in più assegnati alla sede tarantina saranno incardinati nel corso che si tiene presso la Scuola sottufficiali. Quindi, in buona sostanza, 30 matricole seguiranno le lezioni a San Vito e tra queste 10 saranno allievi sottufficiali. Le altre 74 matricole frequenteranno regolarmente nella sede del corso di laurea presso il Politecnico.
                  Sostenuti nei primi giorni di settembre i test di ammissione, gli studenti conosceranno la propria assegnazione di sede solo il 22 settembre, data prevista per la pubblicazione degli esiti. Ma - anche questa è una novità importante sul piano organizzativo - si conoscono già date di lezioni e di esami in calendario per il nuovo anno per tutti e tre gli anni di corso. Con largo anticipo rispetto al passato, infatti, i relativi calendari sono già on line sul sito della Scuola di Medicina di Bari, da cui dipendono i corsi di laurea delle professioni sanitarie che si tengono a Taranto (ad infermieristica, si aggiungono anche fisioterapia e tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro, i cui posti disponibili per le immatricolazioni sono confermati rispetto al passato).
                  Intanto, anche l’Asl ha provveduto proprio ieri a liquidare i pagamenti dei compensi previsti per lo scorso anno accademico per il personale docente di ruolo sanitario che, sulla base della specifica convenzione tra Università e Asl, effettuano ore di lezione presso il corso di laurea. Si tratta, infatti, di corsi integrati in cui c’è un preciso rapporto percentuale tra presenze di personale di provenienza universitaria e personale sanitario in servizio presso l’Asl che ospita il corso di laurea. Asl alla quale spetta anche mettere a disposizione una sede in cui tenere le lezioni teoriche (a parte tirocini che gli studenti effettuano nelle strutture sanitarie pubbliche e private del territorio). Un tema dolente quello della sede, purtroppo. Il corso di laurea, infatti, è da sempre “orfano” di una sede adeguata ed in attesa del completamento dei lavori a San Giovanni di Dio (ospedale vecchio cittadino) dove, però, una serie di contenziosi avrebbero bloccato ogni reale prospettiva. Per questo, il corso originariamente sistemato presso la sede di via Grazia Deledda, poi dismessa, era stato trasferito in tempi più recenti in alcuni spazi (dove è tuttora) che il Politecnico aveva messo a disposizione a Paolo VI. Ma nello scorso anno non sono mancati i disagi. Ci si augura solo che, così come il nuovo assetto, la nuova organizzazione che si sta dando al corso, l’ampliamento dei posti, mostrano di voler superare del tutto le vicissitudini dello scorso anno quando il corso rischiava di bloccarsi definitivamente, anche una sistemazione ben più dignitosa e, per alcuni versi anche più consona e vicina ad ambienti sanitari, possa ulteriormente qualificare questa importante offerta formativa della città.

                  articolo di Maria Rosaria Gigante
                  pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 16 Settembre 2015

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                    #24
                    Liceo Archita, un progetto nuovo

                    Palazzo uffici, si riduce il contributo della Provincia
                    Da 8,5 a 2,5-3 milioni di euro. Oggi il Consiglio

                    Si riduce il contributo della Provincia per la ristrutturazione di Palazzo degli uffici. L’ente è in crisi finanziaria e non può sostenere l’impegno di spesa di 8,5 milioni di euro precedentemente annunciato. Oggi si riunirà il Consiglio provinciale per discutere della suddivisione dei fondi precedentemente destinati (e del “Piano degli interventi e iniziative per lo sviluppo dell’area tarantina”). La cifra da destinare alla ristrutturazione dell’antico edificio dovrebbe limitarsi a 2,5-3 milioni di euro. Nelle prossime ore se ne saprà di più. Ieri c’è stato un confronto tra il presidente Martino Tamburrano e il sindaco Ezio Stefano. Il ridimensionamento della somma era già stato proposto dall’ex commissario Mario Tafaro. Ora si attende il bando per la copertura del solaio. I lavori (l’importo oscilla tra 1,5 e 2 milioni di euro) potrebbero iniziare già a gennaio. Questa sarà una sorta di prima pietra del “nuovo” Palazzo degli Uffici. [...]

                    articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 30 Settembre 2015




                    Palazzo degli Uffici, dietrofront sul progetto: la struttura continuerà ad ospitare l’Archita

                    Dietrofront sui progetti faraonici. Palazzo degli Uffici continuerà ad ospitare il liceo classico Archita. La Provincia di Taranto ha recepito la proposta avanzata dal Comune, che ritira il project financing stipulato nel 2003 con il consorzio “Aedars”. Il contratto fu poi revocato. Dopo un lungo contenzioso l’Amministrazione comunale è rientrata in possesso del cantiere. ieri il Consiglio provinciale ha approvato la delibera con cui impegna 4,5 milioni di euro (1,7 milioni derivano dal fondo della “Buona scuola”) per la riqualificazione del liceo Archita. In attesa dei lavori di ristrutturazione, il liceo sfrutterà le aule di un istituto di suore di via Mignogna, nel centro della città, per le quali la stessa Provincia spenderà 80mila euro l’anno.
                    L’idea è quella di distribuire i 6mila metri quadrati di proprietà della Provincia su tre piani anziché due, da destinare alla scuola Archita e realizzare un ingresso autonomo che consentirebbe di non attendere il completamento della ristrutturazione degli altri uffici (in totale, 20mila metri quadrati).
                    Il Comune utilizzerà ulteriori 5,8 milioni di euro degli 11 milioni già impegnati in seguito al mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti per il rifacimento del tetto, della facciata, delle scale e degli infissi esterni. “Se non dovessero bastare i 4,5 milioni stanziati - spiega il consigliere Vito Miccolis (Pd) - l’Amministrazione provinciale intende vincolare alcuni beni di proprietà perché il liceo Archita per noi è un simbolo di questa città. Verso questa direzione sta spingendo soprattutto il Partito democratico, i cui esponenti sono stati tutti presenti in Consiglio. Non c’era nessuno, invece, del centrodestra”.
                    L’intesa tra Comune e Provincia è stata definita martedì pomeriggio (sarà comunque sottoscritto entro il 5 ottobre un nuovo accordo di programma) nel corso di un incontro a cui hanno partecipato il presidente della Provincia, Martino Tamburrano, il vice sindaco di Taranto, Lucio Lonoce, lo staff tecnico del Comune, i consiglieri provinciali del Pd Azzaro, Bitetti, Miccolis e Cascarano, i dirigenti tecnici e amministrativi. L’impegno di spesa per Palazzo degli Uffici è già stato inserito nel prossimo bilancio dell’ente.
                    “Rifinanziamo l’Archita per la parte che ci riguarda - ha sottolineato il presidente Tamburrano - nonostante le esigue risorse di bilancio e possiamo dire alla città che il liceo Archita si farà in quel palazzo”.
                    Il vecchio contratto avrebbe dovuto portare alla riqualificazione del liceo “Archita”, alla realizzazione di uffici comunali e di un hotel a 5 stelle per un appalto da 33 milioni di euro. Di questi, 18-19 li avrebbe dovuti versare il concessionario, 11 il Comune di Taranto e 8,5 la Provincia di Taranto. Ed invece si è arrivati alla rescissione contrattuale.

                    articolo di Giacomo Rizzo
                    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 1 Ottobre 2015




                    Liceo Archita, un progetto nuovo
                    La scuola da realizzare su tre piani con un ingresso autonomo da corso Umberto

                    “I presupposti per una soluzione ci sono tutti”. Per salvare Palazzo degli uffici dall’oblio, gli enti locali si dividono compiti e spese, accantonando il vecchio progetto che prevedeva anche la realizzazione di un hotel a cinque stelle. Ma restano i dubbi sui tempi di realizzazione e sulla disponibilità delle risorse (basteranno?). Perplessità ribadite dal professor Nino Palma, presidente dell’associazione “Aldo Moro” ed ex docente del liceo Archita, dopo tante promesse disattese. Nel verbale di accordo il presidente della Provincia, Martino Tamburrano, afferma che non “è mai mancata la volontà di riqualificare lo storico edificio”. I dettagli dell’intesa sono stati illustrati ieri da Gianni Azzaro, nella sua doppia veste di vicepresidente della Provincia e capogruppo del Pd in Comune, e dai consiglieri Piero Bitetti e Vito Miccolis. Tutti rappresentanti del Partito democratico, dunque (ha partecipato all’incontro anche il segretario cittadino Tommy Lucarella). Era assente, a causa di altri impegni istituzionali, lo stesso presidente Tamburrano. In attesa dei lavori di ristrutturazione, il liceo sfrutterà le aule di un istituto di suore in centro.
                    Nel verbale d’intesa siglato martedì scorso da Provincia a Comune si stimano le somme da destinare in vista dell’accordo di programma che sarà formalizzato entro lunedì, ma il quadro prospettato non è chiarissimo. Inizialmente si fa presente che la Provincia, secondo la relazione dei suoi tecnici, intende ottenere gli spazi per il liceo “con l’apporto di 4,7 milioni di euro”. Nella parte conclusiva del documento “la Provincia di Taranto comunica la disponibilità - allo stato - di 4,5 milioni da destinare alla ristrutturazione della parte di immobile di competenza per il liceo Archita, precisando comunque l’intenzione di integrare tali risorse con quelle eventualmente reperibili da fonti di finanziamento destinate all’edilizia scolastica”.
                    In mezzo, i consiglieri Gianni Azzaro e Piero Bitetti specificano “che le somme con cui la Provincia partecipa sono di 3,6 milioni più 1,6 milioni che dovranno essere utilizzate per il liceo”.
                    Si fa inoltre rilevare che “la Provincia, già con una nota dell’ex commissario Tafaro aveva preso impegni per trovare una soluzione con il Comune di Taranto, impegni che l’attuale Amministrazione intende mantenere, precisando che con l’attuale bilancio consuntivo si potrà deliberare la prima parte del finanziamento, per l’importo di 1,7 milioni”.
                    La cifra è comunque ridimensionata rispetto agli 8.538.940,10 euro che la Provincia aveva destinato con il vecchio progetto, saltato dopo la rescissione del contratto con il consorzio “Aedars” (che si vide notificare dalla Prefettura di Roma la misura interdittiva antimafia), ora commissariato. Il Comune di Taranto conferma “l’intendimento di completare la ristrutturazione dell’edificio Palazzo degli Uffici destinando a ciò le somme residuali rivenienti dal mutuo contratto con Cassa Depositi e Prestiti pari a 11.148.389,10 euro, al lordo delle opere già eseguite”. La somma residua dovrebbe ammontare a circa 6 milioni di euro da investire per “messa in sicurezza e rifacimento della copertura, realizzazione delle opere di consolidamento statico e intervento di manutenzione straordinaria dei soli prospetti esterni dell’edificio”. C’è il bando per i lavori di copertura del solaio (l’importo oscilla tra 1,5 e 2 milioni di euro), che potrebbero iniziare già a gennaio. In una parte della struttura potrebbero essere realizzati un caffè letterario e una sala convegni, “ma al momento - ha osservato Azzaro - sono solo idee che vanno approfondite”. Nel caso in cui le risorse non dovessero essere sufficienti, la Provincia prevede di utilizzare somme che stima di incassare dalla cessione di immobili come Palazzo d’Ayala e la caserma dei carabinieri di via Giovinazzi visto che gli uffici saranno trasferiti nella città vecchia. Inoltre, “la scheda di Palazzo degli Uffici - ha annunciato Azzaro - finirà all’attenzione del Tavolo istituzionale che si appresta a sottoscrivere il Contratto istituzionale di sviluppo. Risponde pienamente ai parametri di rigenerazione urbana e promozione della cultura”.
                    Tamburrano aveva spiegato nel documento che “la Provincia, nonostante paghi molti fitti per le scuole, intende mantenere l’impegno preso di riportare l’Archita nel Palazzo degli uffici, anche se le somme a disposizione del Comune e della Provincia non bastano, bisogna iniziare”.
                    La struttura sviluppa 20mila metri quadrati di cui “6mila mq sono destinati a scuola” e “sarà necessario fare un cambio di destinazione, definendo gli spazi diversi, in modo che ognuno sia indipendente dall’altro”. L’idea è quella di distribuire i 6mila mq di proprietà della Provincia su tre piani, anziché due (l’ala C che affaccia su corso Umberto), da destinare alla scuola Archita e realizzare un ingresso autonomo che consentirebbe di non attendere il completamento della ristrutturazione degli altri uffici. Sperando che non si arrivi alle calende greche.

                    articolo di Giacomo Rizzo
                    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 2 Ottobre 2015

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                      #25
                      Taglio alle borse di studio

                      Taglio alle borse di studio
                      Gli universitari Link: ci penalizzano i nuovi criteri di calcolo Isee

                      “Sin dall’entrata in vigore del nuovo Isee abbiamo denunciato le nostre perplessità. Sapevamo che da potenziale metodo per combattere l’evasione fiscale si sarebbe trasformato in uno strumento per diminuire la platea degli idonei al bando della borsa di studio”. A denunciare la penalizzazione determinata dal nuovo calcolo Isee sono gli studenti universitari del Link. “Ora - spiegano - vengono inclusi i redditi esenti da Irpef (quindi anche la borsa di studio percepita nell’anno precedente) mentre i redditi di fratelli e sorelle, che prima venivano considerati solo nella misura del 50 per cento del loro ammontare, ora concorrono per intero alla formazione dell’indicatore. Gli immobili, inoltre, vengono valutati non più ai fini Ici ma ai fini Imu (con conseguente aumento di valore del 66 per cento rispetto al precedente)”.
                      Le perplessità iniziali hanno trovato conferma nei primi dati sulle borse di studio erogate. “In Italia - affermano gli studenti - il numero degli aventi diritto alla borsa di studio universitaria è sceso in media del 25 per cento rispetto al 2014 con punte del -39 per cento in Veneto”. Nonostante la parziale vittoria ottenuta da Link in Puglia con l’innalzamento della soglia Isee a 19mila euro (prima era 17mila) ed Isp a 35mila (prima era di 31mila), il dato nella regione non è certo più confortante: fra gli studenti iscritti agli anni successivi al primo si registra circa il 21 per cento degli idonei, mentre tra gli iscritti al primo anno circa il 33 (quest’ultimo è ancora un dato provvisorio poiché le graduatorie definitive per gli iscritti al primo anno verranno pubblicate a fine ottobre)”.
                      I dati generali si completano con quelli di Taranto dove ci sono 226 idonei in meno rispetto allo scorso anno (-126 fra gli iscritti agli anni successivi e -100 fra quelli iscritti al primo anno, rispettivamente un calo del 25 e 37 per cento). “Il problema di questo tipo di calcolo - evidenziano gli studenti - è che sostanzialmente rende “più ricche” le famiglie anche se in realtà non lo sono, colpendo quindi anche chi, senza la borsa di studio, non può sostenere le spese universitarie “.
                      Quale ora la proposta degli studenti per arginare questa situazione? “C’è da utilizzare - dicono - l’ultima tranche dei fondi stanziati dal Comune di Taranto (legati al vecchio accordo di programma) per finanziare delle borse di studio in favore degli studenti universitari, come del resto è avvenuto fino al 2010. Ed, invece, apprendiamo che c’è l’intenzione di finanziare master post laurea”. Una decisione inopportuna per gli studenti, i quali contestano anche le modalità con cui queste decisioni vengono prese senza consultare le associazioni in commissione Servizi.
                      “Non condividiamo l’entusiasmo mostrato per la realizzazione di questi master - dicono -. Riteniamo che quei fondi dovrebbero essere utilizzati diversamente, soprattutto auspichiamo che il Comune di Taranto decida di indire una commissione Servizi con tutte le associazioni universitarie (come da noi richiesto) per discutere di questa problematica, invece di prendere decisioni unilateralmente o peggio consultando solo alcuni soggetti”. Quei fondi comunali - dicono infine gli studenti del Link - andrebbero anche investiti per ripristinare alcuni esami disattivati in questi anni, in modo da ripristinare la qualità della didattica dei corsi di laurea che oggi sopravvivono alla riforma Gelmini.

                      articolo di Maria Rosaria Gigante
                      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 07 Ottobre 2015

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                        #26
                        “Il Comune è assente ma l’Università funziona”

                        “Il Comune è assente ma l’Università funziona”
                        I rappresentanti degli studenti: attendiamo i 300mila euro
                        Siano destinati al post laurea tra master e dottorati di ricerca

                        “Nonostante la lontananza del Comune, il Polo jonico continua a funzionare”. Gli studenti universitari danno atto all’operato del direttore del Dipartimento jonico, Bruno Notarnicola, ma anche alla propria attività, svolta in rappresentanza del 95 per cento degli studenti tarantini, di fare il massimo per far funzionare le cose a Taranto. È quanto si legge in un documento a firma di Claudio Aurora, rappresentante degli studenti al Senato accademico ed al consiglio del Dipartimento jonico, e di Giuseppe Colella, rappresentante degli studenti al consiglio di Dipartimento e consiglio di interclasse dei corsi di studi in Economia, entrambi appartenenti alla lista “Progetto Taranto Universitaria”. Dopo tale precisazione, il documento riprende in realtà l’annosa questione dei fondi - 300mila euro - che, in forza di un accordo di programma triennale, ampiamente scaduto, il Comune deve ancora erogare a sostegno dell’offerta formativa universitaria a Taranto. Non sono serviti una serie di incontri, né le ripetute sollecitazioni, a sbloccare la situazione ancora. “Ribadiamo l’importanza di destinare tali fondi esclusivamente agli studenti in varie forme, nel post laurea tra cui master, dottorati di ricerca e assegni di ricerca volti a sviluppare o al più consolidare quella che è l’offerta formativa del dipartimento attraverso una elevata formazione di studenti tarantini che intendono proseguire il proprio percorso formativo nel proprio territorio”, incalzano Aurora e Colella. “Dopo la “farsa” della conferenza stampa tenutasi dall’ex ormai assessore dell’Università e dal sindaco, la tanto auspicata lettera da parte del rettore è stata inoltrata - aggiungono -. Ora non aspettiamo altro che il trasferimento dei fondi affinché il Dipartimento possa finalmente stilare un serio programma di stanziamento del fondo”. Il nodo ed il punto sono, dunque, si, lo sblocco di questi fondi, ma l’obiettivo più complessivo è quello di poter cominciare a parlare di futura programmazione e, soprattutto, di futuri accordi di programma.
                        Ma agli studenti piace anche evidenziare come, “proprio grazie al massimo sforzo e alla massima sinergia che si è creata tra direttore, coordinatori e rappresentanza studentesca che i nostri corsi di studio in Economia e Giurisprudenza, e da un paio di anni il corso di Scienze e Gestione delle attività marittime, tendono a consolidarsi e valorizzarsi. Sarà proprio col post laurea - aggiungono - che finalmente si potrà parlare di ampliamento dell’offerta formativa, date le limitate risorse presenti. Di fatto, anche grazie a questi assegni di ricerca, si potrà dare una prospettiva più positiva allo sviluppo del Polo jonico. In ogni caso - concludono - è necessario che il punto di partenza per Taranto sia sempre l’Università”.
                        Nei giorni scorsi, lamentando le limitazioni subite nell’erogazione delle borse di studio per l’entrata in vigore del nuovo Isee (a Taranto ci sono 226 idonei in meno rispetto allo scorso anno, -126 fra gli iscritti agli anni successivi e -100 fra quelli iscritti al primo anno, rispettivamente un calo del 25 per cento e 37 per cento), gli studenti del Link avevano, invece, proposto una diversa destinazione dei fondi attesi dal Comune.

                        articolo di Maria Rosaria Gigante
                        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 14 Ottobre 2015

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                          #27
                          Palazzo degli Uffici, progetto nuovo

                          Palazzo degli Uffici, progetto nuovo
                          Entro la fine del mese partirà il bando di gara per la copertura del solaio dello stabile

                          Palazzo degli Uffici, ecco il progetto riveduto e corretto. Già nei giorni immediatamente successivi alla recente conferenza stampa con cui la Provincia ha dimezzato il suo impegno economico per riqualificare lo storico edificio (da 8,5 a 4,5 milioni di euro), i tecnici del Comune di Taranto si erano messi al lavoro per modificare la proposta tecnica su cui si era sinora discusso.
                          Ancor prima di anticipare le possibili novità, va riferito che negli uffici comunali trova conferma il fatto (già annunciato) che, entro fine mese, verrà indetto il bando di gara per la copertura del solaio dello stabile che domina il Borgo di Taranto. L’importo dovrebbe oscillare tra 1,5 e 2 milioni di euro e, al termine dei lavori, la superficie della struttura (5mila metri quadrati) verrà sistemata a regola d’arte. Il bando, considerato l’importo, ragionevolmente non dovrebbe vedere la sua conclusione prima della fine di gennaio e, di conseguenza, il contratto con l’impresa che si aggiudicherà i lavori non potrà essere firmato prima della fine del prossimo febbraio. Tirando una riga, dunque, i lavori per la copertura del solaio di Palazzo degli Uffici non inizieranno prima della primavera 2016. I tempi sono questi e li detta la legge. Di questi interventi si farà carico l’Amministrazione comunale, proprietaria dello storico immobile, così come sarà sempre il Municipio a dover sborsare risorse finanziarie importanti per il rifacimento delle facciate. Per quest’intervento, in realtà, la situazione è ancora più complessa ed onerosa tant’è che la stima fatta dai tecnici comunali fa alzare l’asticella dell’importo presunto a 5 milioni di euro. Anche per questo, evidentemente, il bando di gara per rifare i prospetti non potrà mai essere indetto prima della prossima estate con il conseguente, probabile, inizio dei lavori previsto per l’autunno del prossimo anno. Salvo imprevisti (ovvero ricorsi al Tar di società escluse dall’appalto), naturalmente.
                          E la Provincia? L’Amministrazione Tamburrino, dimezzando il suo impegno finanziario rispetto a quanto stabilito nel contratto poi rescisso dal Comune per alcune presunte inadempienze dell’ormai ex concessionario, si occuperà solo della parte dell’edificio che ospiterà il liceo classico “Archita”. Che, peraltro, lì dentro ha trascorso oltre 130 anni della sua lunga e gloriosa storia prima di essere smembrata in diverse sedi.
                          Alla Provincia, competente per legge ad occuparsi degli istituti scolastici superiori, andranno i 6mila metri quadrati che già originariamente dovevano comunque essere attribuiti al liceo. Secondo alcuni, si tratterebbe di una superficie ormai sovrastimata considerando che sta progressivamente diminuendo il numero degli studenti che si iscrivono al liceo classico ma, considerato questo, per ora si parte da un’area di 6mila metri, Inizialmente, si era pensato di dividere gli spazi assegnati ai due enti locali in maniera orizzontale quasi come se si stesse in un supercondominio. L’idea, secondo robuste indiscrezioni, non sembrerebbe aver incontrato l’entusiasmo dell’Amministrazione comunale. In Municipio, infatti, non solo non avrebbero gradito (per usare un eufemismo) la drastica riduzione dell’esborso finanziario deciso da Tamburrano ma soprattutto alcuni toni usati nella conferenza stampa. Anche per questo, unitamente a ragioni esclusivamente tecniche, si sta valutando una sistemazione in verticale e non in orizzontale dell’Archita in modo da destinare agli studenti ed agli insegnanti un ingresso indipendente di Palazzo degli Uffici. Che, probabilmente, potrebbe essere quello che si apre su via D’Aquino. E, quindi, in verticale, l’Amministrazione provinciale potrebbe sviluppare su due o tre livelli gli spazi assegnati alla scuola.
                          Ancor prima che venisse rescisso il contratto con il consorzio Aedars, gli spazi erano così assegnati: 6mila metri quadrati alla Provincia per sistemare le aule del liceo “Archita”, 2mila metri al Comune di Taranto e 10mila all’impresa concessionaria che avrebbe dovuto in un primo momento, realizzare dei locali commerciali e successivamente costruire un hotel. Ora, invece, a rescissione contrattuale avvenuta, la nuova attribuzione delle superfici conferma la quota riservata al liceo ma fa, ovviamente, lievitare le aree assegnate all’Amministrazione comunale che passano così da 2mila a 12-14 mila metri quadrati.
                          E cosa potrà mai fare il Municipio in tutto questo spazio? L’ipotesi principale è quella di ridare la giusta corrispondenza tra la denominazione dell’immobile (Palazzo degli Uffici) con le attività che effettivamente si svolgono all’interno. E, quindi, l’Amministrazione Stefàno potrebbe trasferire lì gran parte degli uffici che si trovano sul piazzale Bestat (Lavori pubblici) e magari anche l’ufficio tecnico (Urbanistica ed Edilizia) che, da anni ormai, insiste a Paolo VI.

                          articolo di Fabio Venere
                          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 19 Ottobre 2015


                          Dallo scorso giugno il cantiere infinito di Palazzo degli Uffici rientra di diritto nell'elenco delle opere pubbliche italiane incompiute stilate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: Opere Incompiute Regione Puglia 2015 (in quarta pagina con percentuale dei lavori eseguiti ferma al 6,13%).

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                            #28
                            Gli istituti superiori resteranno al freddo

                            Gli istituti superiori resteranno al freddo
                            Riscaldamento assicurato soltanto in quattro Comuni

                            Riscaldamento solo nelle scuole superiori ubicate in comuni al di sopra dei 300 metri di altitudine, vale a dire Martina, Mottola, Castellaneta e Ginosa. Resterebbero, dunque, al freddo le aule delle scuole superiori di Taranto, ma anche Massafra, Manduria. Rischia di presentarsi come un anno scolastico particolarmente difficile quello in corso per la decisione - ci sarebbe una ordinanza in tal senso - del presidente della Provincia, Martino Tamburrano, motivata probabilmente dalle solite ristrettezze economico finanziarie, di accendere gli impianti di riscaldamento solo nelle scuole sicuramente più esposte a temperature più rigide. Ma, con un ritardo già di 15 giorni rispetto al periodo tradizionale di accensione degli impianti e senza alcuna informativa a proposito, gli studenti delle scuole “penalizzate” perché sotto i 300 metri cominciano a manifestare non pochi malumori. Secondo le informazioni che fanno filtrare, appunto, se entro lunedì non riceveranno alcuna notizia certa, gli studenti cominceranno a manifestare. Una lettera di protesta sarebbe già pronta per essere inviata al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. È sin fin troppo scontato il contenuto della missiva, vale a dire la contestazione di una scuola che non riesce neppure a garantire un minimo di comfort nella stagione fredda nonostante i milioni di euro spesi per i programmi della “Bella scuola”, anche qui in facile abbinamento alla “Buona scuola”, ma certamente non in sintonia con tutti gli altri programmi ministeriali, regionali e più locali, in materia di promozione della salute. La lettera sarebbe inviata anche al prefetto Umberto Guidato perché la questione - ad avviso dei giovanissimi - avrebbe anche implicazioni di ordine pubblico.
                            A tenere a freno in questi giorni la tensione degli studenti gli stessi dirigenti scolastici, rimasti all’oscuro di ogni intenzione dell’amministrazione provinciale. Neppure una semplice comunicazione circa il ritardo o il mancato avvio del servizio, neppure parole di scuse o di giustificazioni. Eppure in questi giorni sono stati loro a tenere a freno qualche esuberanza. Eppure che anche quella del 15 novembre è una scadenza classica nelle scuole, una data “spartiacque” in cui, in assenza di gasolio, il tempo in cui si può tenere a freno proteste e disagi di studenti ed operatori è davvero molto limitato. Senza poi la previsione e soprattutto la comunicazione di soluzioni imminenti, la pazienza appare ancora più debole. Colti questi disagi, il dirigente scolastico del liceo Aristosseno, Salvatore Marzo, ha pronta, anche lui, una lettera da inviare all’amministrazione provinciale. Per chiedere quanto meno una spiegazione. [...]

                            articolo di Maria Rosaria Gigante
                            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 28 Novembre 2015

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                              #29
                              Riscaldamento a scuola: la Provincia trova altri soldi

                              Riscaldamento a scuola: la Provincia trova altri soldi
                              Trovati altri 100mila euro che si aggiungono ai 100mila reperiti.
                              Ora via all’accensione di tutti gli impianti

                              Saranno accesi anche nelle scuole superiori di Taranto e in quei comuni al di sotto dei 300 metri di altitudine gli impianti di riscaldamento. È il presidente della Provincia, Martino Tamburrano, a confermare che è imminente la firma di un atto in tal senso. “Sono stati trovati i fondi necessari”, afferma confermando che la carenza di risorse aveva portato, una decina di giorni fa, a fare una scelta diversa, cioè il rifornimento di gasolio, e quindi l’accensione degli impianti, solo nelle scuole ubicate nei Comuni oltre i 300 metri, a Martina, Mottola, Castellaneta e Ginosa, dove la temperatura è più rigida. Adesso, invece, sta per partire un ordine suppletivo.
                              In buona sostanza ai 100mila euro prima destinati a questa partita ne sono stati aggiunti altri 100mila per un totale di 200mila euro che, stando ai consumi storici delle scuole superiori, potrebbero coprire la metà del fabbisogno annuale. “Mi dicono che in media occorrono intorno ai 350 mila euro”, conferma Tamburrano. E aggiunge: “Intanto, per quest’ultima tranche d’anno abbiamo provveduto. Vedremo poi il prossimo”. Da augurarsi, dunque, che l’inverno non sia particolarmente rigido anche se le previsioni non lasciano ben sperare”.
                              Gli studenti delle scuole interessate a questi tagli erano ovviamente pronti a protestare, ma la mediazione dei dirigenti scolastici ha mantenuto tale agitazione in qualche modo. Mentre, nel frattempo, più di qualche dirigente si era attrezzato scrivendo alla Provincia per chiedere quale fosse l’orientamento. Ed, infatti, alcuni dei dirigenti interessati contestano proprio l’assenza di qualsivoglia tipo di comunicazione dell’amministrazione, anche solo per dire che le condizioni finanziarie dell’ente non avrebbero consentito quest’operazione o, tutt’al più, che si stava cercando di provvedere. Evidentemente ciò che è stato fatto in queste ore in cui si è andati alla ricerca delle risorse necessarie per garantire almeno questo primo rifornimento. Ma è anche evidente l’imbarazzo della Provincia a dover fare scelte di questo tipo ben sapendo tutti quanto in tutte le scuole, al di là della loro ubicazione, si creano condizioni di freddo ed umidità notevoli che limitano molto le attività e mettono a repentaglio la salute di chi opera.
                              Ieri, oltre ai dirigenti che avevano scritto nei giorni scorsi, anche i genitori hanno chiesto spiegazione agli amministratori. Anche a loro è stato comunque garantito che la situazione è stata sbloccata e che, quindi, a giorni si provvederà a rifornire le scuole e ad accendere gli impianti.


                              articolo di Maria Rosaria Gigante
                              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 02 Dicembre 2015

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                                #30
                                Gli studenti alla Provincia: “Finita la nostra pazienza, bugie sul riscaldamento”

                                Gli studenti alla Provincia: “Finita la nostra pazienza, bugie sul riscaldamento”

                                Niente da fare. Rimangono al freddo molte delle aule scolastiche degli istituti superiori del capoluogo e della provincia, ubicate nei Comuni al di sotto dei 300 metri di altitudine. Scuole, prevalentemente licei, dove non si è ancora provveduto alla conversione dell’alimentazione degli impianti termici da gasolio a metano. Di prime forniture di gasolio, in queste scuole, neanche a parlarne ancora. Non sono state confermate le anticipazioni fatte nei giorni scorsi dal presidente della Provincia, Martino Tamburrano, secondo cui nelle ore successive sarebbe stato firmato il provvedimento che avrebbe autorizzato la fornitura di gasolio nelle scuole rimaste prive. Erano stati, infatti, recuperati 100mila euro da aggiungere ad altri 100mila euro già previsti per la fornitura di gasolio nelle scuole ubicate in quei Comuni al di sopra dei 300 metri dove la temperatura scende più facilmente e i rigori dell’inverno si fanno sentire maggiormente. Era stato questo il criterio originariamente preso in considerazione dall’amministrazione dovendo fare i conti, nelle proprie casse, con finanziamenti al lumicino. Ma, a distanza di giorni dalle assicurazioni fornite ad alcuni rappresentanti dei genitori da alcuni funzionari della Provincia, i riscaldamenti rimangono spenti, le forniture non arrivano e non è più dato sapere se le soluzioni individuate sono state portate avanti o no. Intanto, gli studenti delle scuole al freddo, tenuti finora a freno dai ragionamenti che i dirigenti scolastici hanno fatto loro sulla scorta delle prime promesse che si stesse per provvedere, si organizzano perché - annunciano - non hanno alcuna intenzione di sopportare. E tirano fuori la legge (il Dpr 412 del ’93) che disciplina quali sono le condizioni da rispettare in un’aula scolastica. Altrimenti, dicono, saranno coinvolti i Vigili del Fuoco e il rischio è che occorrerà evacuare le scuole. Di ragioni economico-finanziarie, che spingono le amministrazioni a tenere stretti i cordoni della borsa, non vogliono neanche sentirne parlare. Né hanno più voglia di credere alle parole ed alle promesse dei politici.
                                Studenti in fibrillazione, dunque. In sciopero da giovedì scorso a Massafra, presso la sede centrale dell’istituto superiore Mondelli, in piena campagna, gli studenti della sezione dell’Agrario. Qui si soffre anche di notte. Sono, infatti, almeno una quindicina gli studenti in convitto ed un altro bel gruppo è in semiconvitto. Il gasolio serve non solo per il riscaldamento, ma anche per riscaldare l’acqua e lavarsi. Nei primi giorni dell’anno scolastico, per far fronte a questa situazione, era stata la scuola stessa ad anticipare una prima fornitura di mille euro. Ma per coprire il fabbisogno di un anno, occorrono almeno 50-60 mila euro, dice il rappresentante degli studenti, Mattia Miraglia. Non ci sarà scuola in questi giorni, ma alla ripresa, dopo l’Immacolata, la protesta si farà più dura. Per giovedì è già preannunciata una manifestazione davanti al palazzo della Provincia. Protesta alla quale potrebbero unirsi anche altre scuole. Così pure a Taranto, al liceo Aristosseno, gli studenti - dice il loro rappresentante, Michael Tortorella - stanno per esaurire la pazienza. Nelle aule la temperatura è più bassa di quella registrata all’esterno, soprattutto in questi giorni tutto sommato di bel tempo. Stessi segnali di impazienza anche dall’Archita e dal liceo Calò di Grottaglie. Qui avrebbero già misurato la temperatura degli ambienti interni e, c’è da crederci, si è al di sotto dei valori ritenuti il limite invalicabile anche dalla norma.

                                articolo di Maria Rosaria Gigante
                                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 05 Dicembre 2015

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