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Rassegna Stampa 2014

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    #16
    Riferimento: Rassegna Stampa 2014

    A Palazzo degli Uffici è pronta la progettazione per coprire il solaio
    È previsto anche il consolidamento statico dello storico edificio

    Palazzo degli Uffici, i tecnici della direzione Lavori pubblici del Comune di Taranto stanno definendo la progettazione per la copertura del solaio e per il consolidamento statico dello storico immobile. Entro due settimane, la proposta verrà consegnata all’Amministrazione comunale che deciderà il da farsi.
    Sos Palazzo degli Uffici, servono 2,5 milioni di euro (è questa solo una stima provvisoria) per coprire definitivamente lo stabile. Se si vuole intervenire a regola d’arte, ne potrebbero bastare 300mila per una soluzione - tampone.
    Secondo fondate indiscrezioni, infatti, è questa la cifra (ingente) che servirebbe al Comune di Taranto per coprire il solaio dell’immobile che sino ad un anno fa ha ospitato, per oltre 140 anni, il liceo classico “Archita”. Attualmente, come è ormai noto, il tetto è coperto in maniera provvisoria da un telo di particolare plastica sistemato nello scorso dicembre dall’azienda esecutrice dei lavori, la “C&G” di Mesagne, che ha agito gratuitamente. Detto in maniera chiara e senza particolari fronzoli, la plastica sinora ha fatto il suo dovere resistendo alle intemperie ed alle piogge cadute copiosamente nelle scorse settimane. Ma reggerà anche per un’altra stagione invernale? Potrà ancora garantire che non ci siano delle infiltrazioni che poi compromettano la staticità dell’edificio? è difficile prevederlo e comunque non si può escludere nulla. Per questa ragione, occorre intervenire. E farlo, come si suol dire, a regola d’arte. Altri interventi provvisori sarebbero certo meno costosi (potrebbero bastare anche 300mila euro) ma non risolverebbero il problema definitivamente. Certo, si potrebbe stare tranquilli e senza preoccupazioni per qualche anno ma poi si dovrebbe intervenire di nuovo. Ed allora, è possibile che l’Amministrazione comunale ragioni su un intervento di copertura in muratura tale da risolvere la questione - copertura del solaio. E di farlo in maniera definitiva.
    Una volta avviati i lavori, si spera nel prossimo autunno, gli interventi per la ristrutturazione e la copertura del solaio, il Comune dovrà definire necessariamente un’intesa con la Provincia di Taranto. E, dunque, capire se l’Amministrazione provinciale ha davvero ancora a disposizione 8,5 milioni di euro per intervenire nel progetto. Sulla vicenda mantiene la guardia alta l’associazione “Aldo Moro”, composta da insegnanti, ex docenti ed ex allievi del liceo “Archita”, presieduta da Nino Palma.


    articolo di Fabio Venere
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 18 Giugno 2014

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      #17
      Riferimento: Rassegna Stampa 2014

      “Il Politecnico porterà qui tutti i corsi sull’ambiente”
      Andria, delegato del rettore: rendere specifica l’offerta
      L’idea del “green campus” sulla sostenibilità ambientale

      Sicuramente piace perché arricchisce il panorama dell’offerta formativa in Puglia il nuovo corso di laurea triennale in Ingegneria dei sistemi logistici per l’agroalimentare con sede a Foggia, corso interateneo tra l’Università di Foggia e il Politecnico di Bari. Ma la novità avviata felicemente altrove riporta alla mente le difficoltà tutte locali per conservare l’esistente. Giusto per rimanere nell’ambito dell’ex facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari a Taranto, ad esempio, è un cruccio non aver potuto più garantire la laurea magistrale in Ingegneria elettronica. Lo sa bene anche il nuovo delegato del rettore per la sede di Taranto, prof. Gregorio Andria, già preside della facoltà tarantina. Il nuovo incarico è giunto l’altro ieri nell’ambito della riunione del Senato accademico. “Abbiamo in mente una riorganizzazione dei corsi qui esistenti” dice il prof. Andria con riferimento all’anno accademico 2015-2016. “L’idea di massima - aggiunge - è quella di portare a Taranto tutta l’offerta legata all’Ambiente ed al territorio, oggi esistente sia a Taranto che a Bari. Insomma, rendere più specifica l’offerta tarantina ed a questo aggiungere altri corsi di laurea in linea con le specificità del territorio. È l’idea già avanzata da qualche tempo del cosiddetto “green campus” sui temi della sostenibilità ambientale e della produzione sostenibile. Un altro filone molto interessante che stiamo cercando di sviluppare, anche su input regionale, è quello dell’aerospazio”.
      Intanto, pare rimettere in pista qualche speranza di trovare interlocutori la decisione del sindaco Ezio Stefàno di assegnare la delega all’Istruzione, Università e Beni culturali, nell’ambito del rimpasto in giunta, a Cisberto Zaccheo, anche se - stando ad alcune voci - la delega all’Università potrebbe passare ad un esterno. “La nomina è un segnale importante dell’impegno del Comune di Taranto per la centralità della conoscenza” commenta il Comitato per la Qualità della Vita che avanza anche la proposta di affiancare il nuovo assessore con un gruppo di lavoro senza oneri di spesa per affrontare le diverse criticità. Criticità del sistema sottolineate dall’associazione anche in una lettera al presidente del Consiglio ed al prefetto di Taranto. Ed, infatti, la lettera è un appello ai vari livelli istituzionali. Ai parlamentari perché “impegnino il Governo a predisporre adeguate misure, anche in deroga agli attuali ordinamenti, per lo sviluppo e il consolidamento del polo universitario jonico e la immediata statizzazione dell’istituto di studi musicali Giovanni Paisiello di Taranto”. Ai consiglieri ed assessori regionali affinché “la Regione assegni adeguate risorse direttamente finalizzate al consolidamento e sviluppo del polo universitario jonico, al consolidamento dell’istituto Paisiello, all’istituzione a Taranto, dall’anno 2014-2015, dell’istituto tecnico superiore per la logistica”. Ed ancora, ai rappresentanti degli enti locali perché si trasformi il Cuj in Fondazione e si definisca un nuovo patto (a distanza di oltre un anno dalla scadenza del vecchio patto triennale). Posto, a questo livello, anche il problema dell’utilizzo di alcune sedi come Palazzo Amati, Palazzo Delli Ponti, ospedale San Giovanni di Dio, ospedale militare, Palazzo degli Uffici. Infine, appello ai rettori perché si ampli l’offerta (Scienze della Maricoltura, lauree magistrali, Dipartimento di Medicina) e venga istituito il Dipartimento di Ingegneria a Taranto.


      articolo di Maria Rosaria Gigante
      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 04 Luglio 2014

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        #18
        Riferimento: Rassegna Stampa 2014

        Palazzo degli Uffici, progetto per la copertura del tetto

        Palazzo degli Uffici, la giunta Stefàno ha approvato il progetto preliminare per la copertura del tetto. L’importo oscilla intorno ai 2 milioni di euro ma verrà chiesto, nella formulazione del bando di gara previsto per l’autunno, all’impresa aggiudicataria dei lavori di provvedere anche alla progettazione esecutiva. Si tratta, da quel che si apprende in ambienti comunali, di un intervento (come si dice in gergo) a regola d’arte rispetto a quello precedentemente progettato nel tentativo, poi naufragato, di project financing con il consorzio “Aedars”. In particolare, la copertura era inizialmente prevista con dei pannelli sistemati a sandwich mentre ora sarà totale e coprirà tutti i 5mila metri quadrati del solaio. Ma non solo. Il progetto preliminare prevede anche il consolidamento della struttura e la protezione della facciata dall’acqua piovana che, con il passar degli anni, senza interventi potrebbe provocare danni seri compromettendo la staticità della struttura. Del resto, da sette mesi ormai una parte del solaio che, per quasi 140 anni, ha ospitato il liceo classico “Archita” di Taranto è coperta solo parzialmente da un telo di plastica messo lì dalla ditta, C&G, esecutrice dei lavori per tamponare l’emergenza venutasi a creare dopo la rimozione dell’amianto presente proprio sul solaio. Ovviamente, si tratta di un intervento parziale che con la ripresa delle prossime piogge invernali potrebbe anche non reggere più all’urto dell’acqua piovana. Il Comune, in particolare la direzione Lavori pubblici, spera di poter assegnare la gara per la copertura del tetto di Palazzo degli Uffici entro il prossimo autunno in modo da iniziare i lavori di consolidamento entro la fine dell’anno. Detto questo, il vero nodo da sciogliere è quello relativo al futuro dello storico immobile. E, in questo, un ruolo importante lo doveva recitare (sarà ancora così) la Provincia di Taranto, competente per legge ad occuparsi dell’edilizia scolastica superiore. In altre parole, gli 8,5 milioni di euro stanziati ci sono ancora? Dopo la lettera di un mese e mezzo fa scritta dal sindaco Stefàno ed indirizzata al commissario della Provincia, Mario Tafaro, non si registrano altre novità nei rapporti tra Palazzo di Città, proprietario dello storico immobile, e Palazzo del Governo, competente per legge ad occuparsi del liceo.
        Ma quali sono, forse sarebbe meglio dire quali erano, le “cifre” di Palazzo degli Uffici? Quali saranno i costi che Comune e Provincia dovranno sostenere?
        L’Amministrazione comunale di Taranto, grazie ad un mutuo acceso con la Cassa Depositi e Prestiti, verserà 11 milioni di euro. E la Provincia? Sborserà a rate 8,5 milioni di euro. Pagherà un anno dopo la consegna dei lavori con otto rate bimestrali da un milione di euro ciascuna (l’ultima da 534mila euro).
        Riepilogando, dunque, gli enti locali contribuiranno alla realizzazione dell’opera sborsando 19,5 milioni di euro. La somma rimanente (13,5) sarà coperta dall’impresa, consorzio Aedars, che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all’interno del Palazzo. Questo, però, inizialmente visto che a febbraio il Comune ha rescisso il contratto con il consorzio.
        Infine, la durata del contratto era di 36 anni mentre le superfici avrebbero dovuto essere così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune; 6.500 al liceo classico “Archita” (e, quindi, alla Provincia competente alla manutenzione degli istituti scolastici superiori). La superficie che sarebbe rimasta a disposizione (circa 9mila-10mila metri) avrebbe dovuto essere, invece, a disposizione del consorzio Aedars. Che avrebbe dovuto realizzare un albergo di lusso a cinque stelle per complessive 55 camere.


        articolo di Fabio Venere
        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 14 Luglio 2014

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          #19
          Riferimento: Rassegna Stampa 2014

          Salvare l’università: un appello condiviso
          Firmato il manifesto proposto dai dirigenti dell’ateneo

          Riaggregare anche le energie e le volontà della comunità in un momento di profonda crisi perché possa avere nell’università il suo punto di riferimento. Hanno fatto suonare non pochi campanelli d’allarme alcune recenti dichiarazioni del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, circa il nuovo possibile giro di vite per le sedi universitarie decentrate. A quel punto il rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio, il direttore del Dipartimento jonico, Bruno Notarnicola, il delegato per il polo jonico, Riccardo Pagano hanno sfoderato tutte le armi e le strategie possibili non solo per difendere l’esistente (che non è poco), ma soprattutto per pensare ad uno sviluppo futuro della presenza universitaria, sempre più orientata alle istanze del territorio. Per questo non sono mancati negli ultimi tempi gli incontri, con lo stesso ministro Giannini (che pone come condizione essenziale la specificità dell’offerta formativa, nessun duplicato dell’offerta presente nella sede centrale), e con i sottosegretari, la pugliese Angela D’Onghia, e soprattutto Roberto Reggi. Il quale ha chiesto un segnale forte e tangibile da parte dell’intera comunità jonica a sostegno dell’università, questo per poter dare chance concrete a Taranto rispetto ad altre città universitarie. Da qui l’idea di un manifesto-appello da presentare appunto al governo.
          Per questo l’invito rivolto ieri dall’ateneo barese - col rettore Uricchio a guidare la task force per rivendicare un futuro coerente e legittimo per Taranto - non è stato certamente inascoltato. Anzi, è piuttosto affollata di presenze istituzionali a tutti i livelli il salone della ex Caserma Rossarol, sede dei corsi di laurea in Giurisprudenza. “Guardiamo al futuro - dice il rettore -, ma abbiamo bisogno di essere sostenuti per non sentirci soli. Bisogna che le istituzioni ci siano vicine”. Il rettore ricorda, quindi, l’accordo di programma, scaduto da qualche mese, dice. ma è lo stesso commissario della Provincia Mario Tafaro a ricordare che in realtà è scaduto dal dicembre 2011. Si lavora da troppo tempo ormai al suo rinnovo, che significa mettere gli impegni nero su bianco. Lo stesso commissario Tafaro, nel dare merito alla Provincia d’essersi spesa più degli altri enti in passato a sostenere l’università, annota che “col passaggio degli amministratori, la posizione dell’ente non si modifica”. Per questo auspica che i futuri consiglieri eletti a settembre “sappiano intravedere tra le maglie della normativa le possibilità di continuare a sostenere l’università”. Per il Comune, è il neo assessore all’Università, Cisberto Zaccheo, a sottolineare che a breve “si chiuderà l’accordo di programma per il 2011-12-13 (la parte economica, ndr) e che si potrà procedere alla definizione del nuovo”. Ma Uricchio incalza e, rammentando che il futuro del polo jonico passa anche attraverso il polo scientifico tecnologico in fase avanzata di attivazione d’intesa col Politecnico (grande assente ieri, ndr), chiede alla Regione di fare di Taranto la sede di un distretto tecnologico. A raccogliere questa indicazione il consigliere regionale Pietro Lospinuso (FI) che annuncia uno specifico ordine del giorno sulla questione università a Taranto. Le cui direttrici di sviluppo - indica ancora il rettore dell’ateneo barese - vanno in direzione di un’implementazione dell’area sanitaria (cosa per la quale è essenziale l’intesa per l’ospedale della Marina Militare) e - tra le novità delle ultime ore che stanno impegnando a Roma i prorettori dell’Università e del Politecnico - la partita per il “decommissioning navale”.



          LA SCHEDA: IL DIPARTIMENTO JONICO È IN ITALIA UNO DI QUELLI CON L’ETÀ MEDIA PIÙ BASSA
          Ma sono i giovani docenti il punto da cui partire

          Una sede vitale, un dipartimento tra i più giovani in Italia, con una ottima performance nella ricerca e la didattica tanto da intercettare maggiori risorse nel riparto dei fondi all’interno dell’ateneo, e - sempre in termini di qualità - una alta percentuale di docenti che hanno superato i concorsi nazionali per l’avanzamento di fascia di appartenenza. Il direttore del Dipartimento jonico, Bruno Notarnicola, e il delegato alla sicurezza, Domenico Garofalo, forniscono dati e numeri per evidenziare la particolare vivacità del Dipartimento jonico e l’affezione che - al di là delle evidenti difficoltà che non sono sfuggite a nessuno nelle fasi di reclutamento dei 45 prof afferenti allo stesso - i docenti, nelle diverse fasce di appartenenza, manifestano per la realtà universitaria a cui hanno deciso di aderire. “Non si fa lezione col diesel acceso”, sottolinea Notarnicola a voler definitivamente superare le accuse che pure gli studenti non hanno lesinato in passato. Il Dipartimento costituisce, tuttavia, oggi un rafforzamento perché significa che alla didattica si aggiunge la ricerca. “E per chi fa ricerca, non c’è orario”, commenta. La riprova è quel sesto posto su 26 (tanti sono i dipartimenti dell’ateneo barese) nella ripartizione dei fondi in Senato accademico, i cui criteri di attribuzione sono appunto quantità e qualità di didattica e ricerca. “Se poi si ripartisce il punteggio sul numero dei docenti, considerati i nostri 50 docenti, mentre altrove se ne contano anche 120, questo fa si che quello jonico, in questa sorta di graduatoria di merito d’ateneo, diventi il primo dipartimento in termini di qualità e ricerca. Dati - sottolinea Notarnicola - che ci rendono orgogliosi”. Dati rinforzati ulteriormente dal prof. Garofalo: “Su 45 docenti del dipartimento jonico, ben 10 hanno conseguito le abilitazioni per il passaggio di fascia. E nel secondo giro di abilitazioni, c’è un altro buon numero che ha buone chance. Altrove non è andata così. Ecco proprio questo indice della qualità dell’insegnamento dovrebbe guidare studenti e genitori nella scelta di un corso di laurea. E, comunque, siamo disposti a regalare questo patrimonio ad altri?”.
          Ulteriori criticità. La volontà di implementare l’area sanitaria (presenti tre corsi di laurea, ndr) - una delle direttrici di sviluppo - è frustrata dalle difficoltà incontrate nel trovare sinergia per dare una sede adeguata ai corsi e per raccogliere le disponibilità dei sanitari locali a sostenere l’offerta formativa. Il grido d’allarme viene direttamente dal presidente della Scuola di medicina dell’Università di Bari, Paolo Livrea. Che, per la sede, indica senza mezzi termini l’ospedale della Marina Militare. E, per poter puntare ad un corso di laurea in Medicina a Taranto, dà una data che gela le attese, se ne parla realisticamente infatti per il 2020.


          articoli di Maria Rosaria Gigante
          pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 18 Luglio 2014

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            #20
            Riferimento: Rassegna Stampa 2014

            “Provincia in silenzio sul liceo Archita”
            Palma (associazione Moro): gli 8,5 milioni ci sono ancora?

            Il silenzio della Provincia sulla ristrutturazione di Palazzo degli Uffici. È questo il senso di una nota inviata alla Gazzetta da Nino Palma, presidente dell’associazione “Aldo Moro” che raggruppa ex studenti ed ex insegnanti del liceo classico “Archita” che, in quello storico immobile, ha avuto sede per quasi 140 anni.
            “Chi non vuole - si chiede Palma - che il Palazzo degli Uffici, dichiarato opera monumentale, e quindi da tutelare come bene culturale, secondo quanto dice l’articolo 9 della Costituzione italiana, sia ristrutturato? Chi vuole - insiste Nino Palma - che il Palazzo degli Uffici resti così com’è e torni allo stato di “fabbrico derelitto”, come fu definito dopo che i lavori di costruzione, iniziati nel 1791, furono interrotti nel 1799 e tali restarono per oltre 80 anni, fino al 1872, quando furono ripresi e finalmente portati a termine nel 1894?”.
            Poi l’ex docente liceale ed ex consigliere comunale si rivolge agli enti locali: “Non certamente il Comune di Taranto vuole far questo, visto che non possiamo ascrivergli grandi colpe e responsabilità in questo momento. Ora, qualcosa sta facendo, come l’approvazione del progetto preliminare per la copertura a regola d’arte dello storico immobile e per il suo consolidamento, per evitarne l’ulteriore degrado e lo stato di abbandono. E la Provincia di Taranto? Non lo sappiamo! Visto - osserva - il prolungato e assordante silenzio di questo ente che non riesce ancora a chiarire se gli 8 milioni e mezzo di euro, a suo tempo stanziati per la ristrutturazione dell’area di sua competenza (i 6.500 metri quadrati destinati al liceo Archita di Taranto) ci sono ancora”.
            Palma usa un linguaggio chiaro ed afferma perentorio: “Vorremmo che, una volta per tutte, si comprendesse che la ristrutturazione del Palazzo degli Uffici non è - scrive il presidente dell’associazione “Aldo Moro” - un’operazione di carattere burocratico, né si tratta della semplice ristrutturazione di una qualsiasi opera pubblica. Qui si tratta di dare esecuzione ad un’opera, che non riguarda solo il liceo Archita, ma che è strategica per i destini e il futuro del Borgo umbertino e dell’intera città, la cui rinascita e rigenerazione non può che iniziare proprio dal suo compimento”.
            Per Palma, la copertura del tetto e il consolidamento del palazzo sono certamente importanti “ma c’è tutto il resto che ci preoccupa enormemente. Si fa o non si fa la ristrutturazione completa o si fa una ristrutturazione parziale? È valida oppure no la rescissione del contratto operata dal Comune nei confronti del consorzio delle imprese? E se la rescissione - insiste Nino Palma - è valida, è possibile indire una nuova gara per la riassegnazione dei lavori secondo un nuovo progetto che preveda non solo la messa in sicurezza ma la ristrutturazione completa, interna ed esterna, dell’intero stabile e una sua nuova destinazione d’uso, ad esempio, come Palazzo della cultura?”.
            Molti, dunque, sono i punti interrogativi che attendono risposte e “non servono - sentenzia Nino Palma - più ritardi e traccheggiamenti di varia natura da parte di chicchessia. Occorre che tutti si mettano d’impegno e trovino le soluzioni adatte perché l’opera abbia finalmente un suo punto vero di avvio e una sua conclusione. In questo quadro, qualcosa in più avrebbe potuto fare il Comune, come, ad esempio, segnalare al Governo nazionale, nell’ambito del decreto sblocca Italia, questa eterna incompiuta e anziché chiedere alla Provincia per lettera se sono ancora disponibili quei soldi, avrebbe potuto - obietta ancora l’ex insegnante - convocare un tavolo di confronto, visto che si tratta di problemi talmente rilevanti da non poter essere trattati per via epistolarburocratica, e visto che come ente locale crediamo abbia tutta l’autorità per farlo. Oppure se questa autorità ritiene di non averla, ci sono organi di livello superiore a cui potersi appellare e che certamente l’autorità di mettere insieme a confronto enti locali diversi ce l’hanno”.


            articolo di Fabio Venere
            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 18 Luglio 2014

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              #21
              Riferimento: Rassegna Stampa 2014

              PALAZZO DEGLI UFFICI: PROPOSTA AL COMUNE DI TARANTO PER VELOCIZZARE L’ITER DELLA RISTRUTTURAZIONE DELLO STABILE
              “Archita, facciamo così”
              Tafaro: c’è disponibilità di 8,5 milioni ma con 4,5 potremmo...

              “Confermo la disponibilità finanziaria, già stanziata dalla Provincia sei anni fa, di 8,5 milioni di euro per la ristrutturazione di Palazzo degli Uffici. Ma se il Comune di Taranto, proprietario dell’immobile, vuole possiamo anche definire una proposta diversa”. Il commissario straordinario della Provincia, Mario Tafaro, usa parole chiare a proposito dello storico stabile che per (quasi) 140 anni ha ospitato il liceo classico “Archita”. La sua sembra quasi una risposta, perlomeno indiretta, a Nino Palma, presidente dell’associazione “Aldo Moro”, che proprio sulla Gazzetta aveva denunciato il silenzio dell’Amministrazione provinciale di Taranto.
              È sempre Tafaro a ricordare che “la Provincia aveva dato la sua disponibilità ad erogare questa somma chiedendo solo di essere informati sulle evoluzioni e sul percorso del contratto e dell’appalto. Il punto, però, riguarda il fatto che quell’accordo che reggeva il project financing non esiste più. Il Comune di Taranto - insiste Tafaro - come è noto ha avviato le procedure per la rescissione del contratto. E, quindi, la Provincia ha fermi dei soldi su un contratto che non esiste più. A questo punto - osserva ancora il commissario straordinario - attendiamo di sapere dal Comune di Taranto cosa intende fare”.
              E, nell’attesa di saperlo, qualche giorno fa, lo stesso commissario straordinario della Provincia, Mario Tafaro, ha scritto una lettera al sindaco Stefàno chiedendogli di aderire ad una nuova proposta della Provincia in base alla quale “la nostra Amministrazione - osserva Tafaro - è pronta a versare 1 milione di euro per finanziare la ristrutturazione delle parti comuni dello stabile e ad aggiungere 3,5 milioni di euro per il rifacimento della parte del Palazzo in cui insiste il liceo classico, il tutto per complessivi 4,5 milioni di euro. In questo modo, se il Comune accettasse - insiste il commissario straordinario della Provincia - la nostra Amministrazione risparmierebbe circa 4 milioni di euro che poi finirebbero nell’avanzo di bilancio”. Nel caso in cui il Comune respingesse al mittente quest’offerta, la Provincia confermerebbe lo stanziamento iniziale che verrebbe comunque erogato rispettando i vincoli imposti dal Patto di stabilità”.
              A proposito di Palazzo degli Uffici infine, per la cronaca, va ricordato che la giunta Stefàno ha approvato il progetto preliminare per il consolidamento delle parti comuni e per il rifacimento “a regola d’arte” del solaio. Spesa prevista: 2 milioni di euro. È l’importo stimato per coprire un solaio che si estende per circa 5mila metri quadrati e che, in parte, era rimasto sguarnito dopo la rimozione dell’amianto.


              articolo di Fabio Venere
              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 22 Luglio 2014

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                #22
                Riferimento: Rassegna Stampa 2014

                Mele valuta il dossier
                Palazzo degli Uffici, il caso al vaglio del direttore generale

                Il dossier Palazzo degli Uffici è sulla scrivania del direttore generale. Al rientro da un breve periodo di ferie, a partire da oggi, Giuseppe Mele si confronterà con funzionari e dirigenti comunali per affrontare alcuni problemi spinosi, ancora irrisolti, dell’Amministrazione comunale. Tra questi, al primo posto pare ci sia proprio la situazione, controversa e complessa, dello storico immobile che per (quasi) 140 anni ha ospitato il liceo classico “Archita”.
                Ed è probabile, anzi è praticamente certo, che si discuta della proposta ufficializzata l’altroieri in conferenza stampa dal commissario straordinario della Provincia, Mario Tafaro. Che, in particolare, aveva proposto al Comune, proprietario dell’immobile, di versare 1 milione di euro per il rifacimento ed il consolidamento delle parti comuni a cui aggiungere ulteriori 3,5 milioni di euro per la ristrutturazione della parte dello stabile che verrà nuovamente occupata dagli studenti e insegnanti del liceo “Archita”. In questo modo, sintetizzando il Tafaro - pensiero, il percorso amministrativo potrebbe velocizzarsi ed essere accelerato se l’Amministrazione comunale accettasse questo nuovo modo di procedere. Altrimenti, ha ancora detto Tafaro, la Provincia conferma l’impegno finanziario deciso, sei anni fa, in favore della ristrutturazione di Palazzo degli Uffici che era stato determinato in 8,5 milioni di euro ma per renderlo operativo bisognerebbe, a quel punto, l’insediamento della nuova Amministrazione provinciale che verrà determinata dalle elezioni del prossimo 28 settembre. La somma (8,5 milioni di euro), dunque, c’è anche se, come è del tutto evidente, i pagamenti potranno essere effettuati solo osservando i vincoli imposti dal Patto di stabilità interno.
                La proposta della Provincia, in realtà, si sintonizza sulla stessa lunghezza d’onda tracciata dal Comune di Taranto nel corso di alcuni incontri successivi alla rescissione del contratto tra il Municipio ed il consorzio “Aedars”, aggiudicatario del progetto di finanza ormai naufragato. Sin qui, dunque, il percorso non solo coincide ma sembra essere anche condiviso tra i due enti locali. Il punto, quello cruciale, è un altro. Ed è, ovviamente, riferito alle risorse finanziarie da mettere in campo. Fonti vicine ad ambienti comunali, infatti, ritengono insufficienti sia la cifra avanzata per il consolidamento delle parti comuni (1 milione di euro) che quella per la parte occupata dagli studenti (3,5).
                Di fronte alla legittima esigenza della Provincia di risparmiare risorse preziose in un contesto finanziariamente difficile, sempre le fonti comunali fanno notare che comunque Palazzo del Governo potrà contare sugli (scontati) ricavi che si otterranno dai ribassi d’asta degli appalti. Fatto che, nel precedente progetto di finanza, non era possibile non essendoci gare d’appalto. A questo punto, dopo l’esame interno della situazione che ci sarà in questi giorni a Palazzo di Città, prima della pausa estiva i tecnici di Comune e Provincia dovranno necessariamente confrontarsi per stabilire con esattezza i costi (e i conti) dell’operazione.


                articolo di Fabio Venere
                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 28 Luglio 2014

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                  #23
                  Amalfitano: “Ecco cosa ha bloccato l’Università”

                  “Ecco cosa ha bloccato l’Università”
                  Amalfitano: Bari ha istituito le stesse facoltà di Taranto e i docenti si sono trasferiti

                  Basterebbe fare i conti: 8 docenti ordinari, più 12 associati e 12 ricercatori, moltiplicato per tre facoltà - quelle concesse negli anni passati dal Governo a Taranto, vale a dire Scienze ambientali, Ingegneria ambientale e Economia aziendale - per capire quale avrebbe potuto essere oggi il corpo docente universitario strutturato a Taranto. Ed invece si è dovuto lottare - ed ancora oggi si lotta come dimostra per altre questioni il rischio di veder trasferire altrove anche i corsi di laurea delle professioni sanitarie - per assicurare a Taranto un numero di docenti sufficienti a garantire la sorte di una sede decentrata, come viene oggi ritenuta Taranto a livello ministeriale ed anch’essa, come paventato dal ministro Stefania Giannini per tutte le sedi decentrate, a rischio di cancellazione (da qui, peraltro, il recente manifesto-appello dell’Ateneo barese - ndr).
                  È una lettura amara quella che fa dell’attuale situazione universitaria a Taranto il professor Domenico Amalfitano, parlamentare tarantino della Dc dagli anni ’70 agli anni ’90, già sottosegretario alla Pubblica istruzione, uno dei padri della presenza universitaria a Taranto. Che oggi, osservando la realtà esistente, ha da dire la sua sul modello Bologna (con le sedi di Rimini, Forlì, Cesena autonome amministrativamente ma sempre legate alla sede centrale - ndr) ultimamente evocato per Taranto come alternativa sostenibile contro il rischio cancellazione delle sedi decentrate.
                  “Quello - dice Amalfitano - era un modello obbligato e già previsto ed attuato anche a Taranto ma che Bari ha sempre rifiutato. Le facoltà di Scienze ambientali, Ingegneria ambientale e Economia aziendale furono istituite dal Governo a Taranto che le affidò ad Ateneo di Bari e Politecnico di Bari e le finanziò (5 miliardi di lire dell’epoca per ciascuna facoltà). Fondi destinati ad hoc e che dovevano essere gestiti ad hoc per assicurare ad ogni facoltà ordinari, associati e ricercatori. Non so - aggiunge l’ex parlamentare - come siano stati spesi quei fondi. So solo che, una volta fatti i concorsi, siccome a Bari si sono nel frattempo istituite le stesse facoltà, i docenti si sono trasferiti lì. Ed a Taranto è rimasto ben poco. Nel frattempo, Bari ha concesso a Taranto un’altra tipologia di corsi di laurea, successivamente cancellati”. Amalfitano incalza: “Non so se tutto è avvenuto per strappi individuali, strategie, in buona o cattiva fede. Certo è che dei docenti ordinari che Taranto avrebbe dovuto avere non c’è quasi nessuno. E quando si dice il modello Bologna, non si dice che all’Ateneo bolognese non è mai venuto in mente di duplicare quello che c’era a Rimini o Forlì. Bologna ha continuato a far crescere quelle come sedi gemmate. Taranto, invece, sembra piuttosto essere servita come distaccamento di servizi. Quando l’utenza non sarà più sufficiente, si chiuderà”.
                  Il vero nodo, il punto a favore si Taranto, ciò che si sarebbe dovuto difendere a tutti i costi, è la specificità dell’offerta formativa istituita con quelle facoltà. Specificità che, all’epoca, venne non solo dalle facoltà ma che prima ancora era venuta dalla scuola diretta a fini speciali in Maricoltura. “Il corso tarantino istituito nel 1985-1986, sempre con decreto sulla “Gazzetta Ufficiale” (le Università non potevano decidere di istituire corsi fuori dalla propria sede legale) era quanto di meglio potesse esserci per la biologia marina - rammenta Amalfitano -. All’epoca la Provincia spese anche 2 miliardi di lire per attrezzarne i laboratori”. Inutile ricordare che il corso di laurea che ne derivò è stato in tempi più recenti cancellato. E non è ben chiaro dove siano finiti i laboratori considerati i furti che ci sono stati anche nella sede abbandonata in Città Vecchia.
                  Ed allora, quale la via d’uscita oggi? “Localmente, purtroppo, manca una politica unitaria che abbia un progetto comune, condiviso, gestito in termini di governance - conclude Amalfitano -. A questo punto occorrerebbe che il ministero nominasse un gruppo di esperti in grado di riconiugare le specificità universitarie per Taranto”.


                  articolo di Maria Rosaria Gigante
                  pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 10 Agosto 2014

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                    #24
                    Archita, verifica a novembre

                    Archita, verifica a novembre
                    Fissato il sopralluogo nel cantiere di Palazzo degli Uffici per controllare i lavori

                    Palazzo degli Uffici, il 18 novembre ci sarà il sopralluogo finale per la verifica dei lavori sinora effettuati e per la “presa in consegna” definitiva del cantiere da parte del Comune di Taranto.
                    Intanto, per la cronaca, vale la pena ricordare che a fine luglio scorso la giunta Stefàno aveva approvato il progetto preliminare per la copertura del tetto. L’importo oscilla intorno ai 2 milioni di euro ma verrà chiesto, nella formulazione del bando di gara previsto per l’autunno, all’impresa aggiudicataria dei lavori di provvedere anche alla progettazione esecutiva. Si tratta, da quel che si apprende in ambienti comunali, di un intervento (come si dice in gergo) a regola d’arte rispetto a quello precedentemente progettato nel tentativo, poi naufragato, di project financing con il consorzio “Aedars”. In particolare, la copertura era inizialmente prevista con dei pannelli sistemati a sandwich mentre ora sarà totale e coprirà tutti i 5mila metri quadrati del solaio. Ma non solo. Il progetto preliminare prevede anche il consolidamento della struttura e la protezione della facciata dall’acqua piovana che, con il passar degli anni, senza interventi potrebbe provocare danni seri compromettendo la staticità della struttura. Del resto, da sette mesi ormai una parte del solaio che, per quasi 140 anni ha ospitato il liceo classico “Archita” di Taranto è coperta solo parzialmente da un telo di plastica messo lì dalla ditta, C&G, esecutrice dei lavori per tamponare l’emergenza venutasi a creare dopo la rimozione dell’amianto presente proprio sul solaio. Ovviamente, si tratta di un intervento parziale che con la ripresa delle prossime piogge invernali potrebbe anche non reggere più all’urto dell’acqua piovana. Peraltro, i tecnici comunali controlleranno se le recenti (e copiose) piogge hanno creato qualche problema alla precaria copertura in plastica. In tal caso, interverranno in via s’emergenza.
                    Il Comune, in particolare la direzione Lavori pubblici, spera di poter assegnare la gara per la copertura del tetto di Palazzo degli Uffici entro il prossimo autunno in modo da iniziare i lavori di consolidamento entro la fine dell’anno o, al massimo, entro gennaio 2015. Detto questo, il vero nodo da sciogliere è quello relativo al futuro dello storico immobile. E, in questo, un ruolo importante lo doveva recitare (sarà ancora così) la Provincia di Taranto, competente per legge ad occuparsi dell’edilizia scolastica superiore.
                    Ma quali sono, forse sarebbe meglio dire quali erano, le “cifre” di Palazzo degli Uffici? Quali saranno i costi che Comune e Provincia dovranno sostenere?
                    L’Amministrazione comunale di Taranto, grazie ad un mutuo acceso con la Cassa Depositi e Prestiti, verserà 11 milioni di euro. E la Provincia? Sborserà a rate 8,5 milioni di euro. Pagherà un anno dopo la consegna dei lavori con otto rate bimestrali da un milione di euro ciascuna (l’ultima da 534mila euro).
                    Riepilogando, dunque, gli enti locali contribuiranno alla realizzazione dell’opera sborsando 19,5 milioni di euro. La somma rimanente (13,5) sarà coperta dall’impresa, consorzio Aedars, che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all’interno del Palazzo. Questo, però, inizialmente visto che a febbraio il Comune ha rescisso il contratto con il consorzio.
                    Infine, la durata del contratto era di 36 anni mentre le superfici avrebbero dovuto essere così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune; 6.500 al liceo classico “Archita” (e, quindi, alla Provincia competente alla manutenzione degli istituti scolastici superiori). La superficie che sarebbe rimasta a disposizione (circa 9mila-10mila metri) avrebbe dovuto essere, invece, a disposizione del consorzio Aedars. Che avrebbe dovuto realizzare un albergo di lusso a cinque stelle per complessive 55 camere.


                    articolo di Fabio Venere
                    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 15 Settembre 2014

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                      #25
                      Lavori all’Archita: “Il 2015 sarà l’anno buono?”

                      Lavori all’Archita
                      “Il 2015 sarà l’anno buono?”

                      “Sarà il 2015 l’anno in cui il Palazzo degli Uffici, ristrutturato e messo a nuovo, sarà finalmente riconsegnato alla fruizione dei cittadini di Taranto? Sarà il 2015 l’anno in cui l’Archita potrà far ritorno in quella che è stata per 140 anni la sua sede storica? Sarà il 2015 l’anno in cui il glorioso liceo tarantino potrà tornare ad essere uno, dopo oltre un decennio in cui è stato diviso in tre parti?”.
                      Sono questi i tre interrogativi con cui si apre una nota di Nino Palma, presidente dell’associazione “Aldo Moro” che rappresenta insegnanti ed ex studenti del liceo classico Archita di Taranto.
                      Palma, in particolare, fa esplicito riferimento all’incontro avuto nelle settimane scorse con il direttore generale del Comune di Taranto, Giuseppe Mele e fa implicito cenno alla notizia pubblicata ieri dalla “Gazzetta” in base alla quale il 19 settembre ci sarà l’ultimo atto dell’entrata in possesso del cantiere da parte dell’Amministrazione comunale.
                      Ed allora, cosa dice il presidente dell’associazione Aldo Moro?
                      Nell’incontro con il city manager, definito “concreto”, Mele avrebbe (secondo quanto riferisce lo stesso Palma) un programma di lavoro che si può riassumere in questi quattro punti: affidamento dell’appalto entro il mese di ottobre ed inizio dei lavori di ristrutturazione, consistenti preliminarmente nella copertura del solaio e nel consolidamento del palazzo; ristrutturazione prioritaria dell’area riguardante l’Archita e le sue aderenze, e dell’area riguardante gli uffici comunali, nonché di tutte le facciate esterne; assegnazione dei rimanenti spazi a privati che potranno ristrutturarli sulla base di quelli che sono i loro progetti e le attività che intenderanno svolgervi. Istanza di prelievo degli atti nei confronti del Tar di Lecce che a distanza di nove mesi ancora non si pronuncia sul ricorso presentato dal Consorzio di imprese Aedars. Palma e la sua associazione, intanto, apprezzano Mele. E attendono.


                      articolo di Fabio Venere
                      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 16 Settembre 2014

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                        #26
                        Palazzo degli Uffici: degrado nel cantiere

                        Palazzo degli Uffici: degrado nel cantiere
                        La Soprintendenza: teli lacerati, situazione indecorosa

                        “Siamo di fronte, in pieno Borgo, ad una situazione indecorosa. I ponteggi posti all’esterno di Palazzo degli Uffici sono in una condizione di degrado ed i teli che coprivano le impalcature sono ormai lacerati in più punti e sono anneriti in tanti altri ancora dai depositi organici e dallo smog”. È sostanzialmente questo il messaggio contenuto in una nota “riservata” indirizzata al Comune, proprietario dello storico immobile, e firmata da Augusto Ressa, soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici di Taranto. La comunicazione di Ressa è avvenuta, peraltro, da quel che risulta alla Gazzetta, quasi nelle stesse ore in cui all’interno del cantiere che domina il centro della città era in corso il sopralluogo del collaudatore per verificare la consistenza dei lavori effettuati dall’impresa esecutrice (la C&G di Mesagne su mandato del consorzio Aedars). Passaggio, questo, necessario ed obbligatorio dopo la rescissione del contratto avvenuta nello scorso febbraio. Rescissione, vale la pena di ricordarlo, resasi necessaria non solo per la misura interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Roma un anno fa (che il Tar, in primo grado, ha revocato) ma anche per una serie di inadempienze contrattuali denunciate dall’Amministrazione comunale. Ora, da quel che si apprende, al collaudatore servirà almeno un altro sopralluogo (forse due) per redigere, alla fine, il verbale con cui viene sancito definitivamente il passaggio del cantiere di Palazzo degli Uffici dal consorzio “Aedars”, titolare del progetto di finanza, al Comune di Taranto. Successivamente, entro ottobre, potrà essere finalmente indetto il bando di gara per l’assegnazione dei lavori per la copertura a regola d’arte del solaio che sovrasta lo storico immobile (importo stimato 2 milioni di euro). Si tratta, peraltro, di lavori necessari per proteggere la struttura dell’edificio dall’arrivo delle piogge autunnali ed invernali. Per ora, infatti, una parte consistente del solaio stesso è coperta da un particolare telo di plastica che ha sinora sostanzialmente retto alle (già consistenti e numerose) piogge estive. In realtà, proprio recentemente, il telo si è lacerato in un paio di punti e dell’acqua si sarebbe, seppure in quantità modesta, infiltrata. Per questo, la direzione Lavori pubblici del Comune di Taranto sistemerà la copertura (che, ricordiamo, doveva essere provvisoria) in attesa di coprire il solaio con cemento armato. Per coprire, dunque, quella parte sovrastante dell’edificio che era stata praticamente scoperchiata dopo la rimozione di fibre di amianto da parte dell’impresa esecutrice dei lavori.
                        Per quel che riguarda, infine, i teli lacerati ed anneriti in più punti così come sottolineato dalla Sovrintendenza, l’Amministrazione comunale diffiderà il consorzio Aedars a rendere il cantiere più decoroso altrimenti interverrà direttamente in danno dell’impresa stessa.


                        articolo di Fabio Venere
                        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 22 Settembre 2014

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                          #27
                          Provincia, 10 milioni di euro per gli interventi nelle scuole

                          Provincia, 10 milioni di euro per gli interventi nelle scuole
                          La somma si riferisce al prossimo triennio e include fondi regionali e statali

                          Provincia, lavori (nel triennio) per 10 milioni di euro. Ecco le scuole superiori su cui ci saranno degli interventi. Nell’elenco del piano triennale (e di quello annuale) per le opere pubbliche che oggi verrà adottato dal Consiglio provinciale, infatti, si leggono una serie di interventi da realizzarsi nel triennio 2014-2016 anche se, volgendo al termine il primo anno di riferimento, è del tutto evidente come i lavori previsti, se varati oggi, verranno di fatto realizzati l’anno prossimo.
                          Ed allora, l’elenco comprende: lavori di manutenzione straordinaria all’impianto antincendio del liceo classico Aristosseno di Taranto (per il 2015 è prevista una spesa di 150mila euro provenienti da fondi regionali); manutenzione scale di sicurezza dell’istituto d’arte di Grottaglie (158mila euro nel 2015 provenienti da fondi regionali); lavori di manutenzione edile all’istituto Einaudi di Manduria (167mila euro nel 2014 somme derivanti dal trasferimento statale); manutenzione edile all’istituto Righi di Taranto (192mila euro, trasferimento statale); lavori di efficientamento energetico e antincendio all’istituto Liside di Taranto (560mila euro da fondi regionali e provinciali); lavori di efficientamento energetico all’istituto Falcone di Sava (562mila euro da fondi regionali e provinciali); lavori di potenziamento e miglioramento energetico all’Università sede di Taranto (1 milione 200mila euro nel 2014, finanziati in parte dalla Regione ed in parte dalla Provincia); lavori di completamento dell’istituto tecnico di Sava (420mila euro nel 2015 da fondi regionali); istituto Fermi di Palagiano lavori di completamento (575mila euro nel 2015); adeguamento norme di sicurezza con annessa sezione liceo scientifico Tito Livio di Martina Franca (1.112mila euro); interventi per sicurezza ed igiene al liceo De Sanctis di Manduria (730mila euro); interventi per garantire condizioni di sicurezza ed igiene al liceo Aristosseno di Taranto (970mila euro, così come negli altri casi, sempre riferiti all’anno 2014 e sempre derivanti da somme statali e provinciali); interventi per la sicurezza e l’igiene all’istituto Cabrini di Taranto per 930mila euro; all’Einaudi di Manduria (730mila euro) ed al Pitagora di Taranto per 730mila euro; interventi per rendere funzionale l’auditorium del Majorana di Martina Franca (200mila euro).
                          Nell’elenco degli istituti scolastici superiori su cui intervenire non c’è, tra gli altri, il liceo “Moscati” di Grottaglie che pure avrebbe bisogno di alcuni lavori che, però, al momento non hanno copertura finanziaria.


                          articolo di Fabio Venere
                          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 19 Novembre 2014

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                            #28
                            Politecnico, 2 nuovi corsi di laurea

                            Politecnico, 2 nuovi corsi di laurea
                            Dal 2015 sarà attivata Ingegneria aerospaziale e tornerà Ingegneria ambientale

                            Una chance in più per guardare al futuro con un po' di ottimismo, almeno nel mondo della formazione. Se l’intero iter andrà a buon fine, come c’è da auspicare, nel prossimo anno accademico la sede del Politecnico di Bari a Taranto terrà a battesimo la nascita di due corsi di laurea.
                            Uno nuovo in assoluto: il corso di laurea in Ingegneria aerospaziale, atteso ed auspicato da tempo. Un secondo, invece, che in parte intende essere il recupero dell’originario corso di laurea in Ingegneria ambientale, con forte specificità sul territorio, privo della commistione con Ingegneria civile, come è attualmente, e soprattutto unico nel suo genere, senza copioni a Bari, come appunto è stato negli ultimi anni. È questa l’offerta didattica varata lo scorso primo dicembre dal Senato accademico del Politecnico di Bari, quindi l’istituzione del nuovissimo Ingegneria aerospaziale e un rimodulato ed esclusivo corso di laurea in Ingegneria ambientale.
                            A darne notizia, a margine dell’ulteriore informazione in merito all’accordo di programma siglato nei giorni scorsi col commissario Straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, dott.ssa Vera Corbelli, è il rettore Eugenio Di Sciascio. Che non vorrebbe enfatizzare troppo la notizia, però, consapevole dei passaggi, non facili, che dopo la delibera istitutiva del Senato accademico dovranno ora essere affrontati.
                            Si pensa ad una sede qui a Taranto con maggior appeal, dice sostanzialmente il rettore illustrando come l’idea in embrione di un nuovo corso di laurea per il Politecnico sia stata focalizzata puntando sulla sede tarantina. E come si sia capito, dopo qualche anno di “distrazione”, che per Ingegneria Ambientale occorresse un po’ tornare all’idea originaria di specificità ed unicità per Taranto. Il corso di Ingegneria aerospaziale lavorerebbe in sinergia con il Distretto tecnologico dell’aerospazio, una realtà diffusa sul territorio regionale ma con sede fisica a Brindisi, dove però il Politecnico non ha alcuna sede didattica.
                            Quali ora i passaggi? Entro il 31 gennaio occorrerà definire l’ordinamento, ossia l’architettura generale dei corsi, entro aprile andrà invece stabilito il regolamento della struttura dei corsi.
                            Tutto ciò dovrà poi sottostare al parere ed all’accreditamento finale dell’Anvur. Se sarà disco verde su tutto, dopo l’accreditamento, si tratterà di attivare i corsi. E saremmo al primo ottobre 2015.
                            Intanto, nei giorni scorsi, il commissario straordinario per la bonifica, Vera Corbelli, e il rettore Eugenio Di Sciascio hanno consolidato il rapporto di collaborazione mediante la sottoscrizione di un accordo di programma.
                            Stando all’accordo siglato l’altra mattina in Prefettura, sarà ora avviata una collaborazione per cui il Politecnico mette a disposizione del Commissario le proprie competenze tecnico-scientifiche al fine di definire le più idonee strategie di attuazione degli interventi per la bonifica e riqualificazione del sito d’interesse nazionale (Sin) di Taranto.
                            Nell’ambito dello scenario delle azioni da porre in essere per la salvaguardia del Sin di Taranto, il commissario Corbelli ha posto, come priorità, gli interventi di bonifica del Mar Piccolo.
                            La collaborazione con il Politecnico è intesa a concretizzare l’identificazione degli interventi più idonei a bonificare il sito sia nel breve, sia nel lungo termine, a partire da tutte le conoscenze che gli studi pregressi condotti in sede regionale hanno messo a disposizione.
                            La collaborazione con il Politecnico sarà sinergica con collaborazioni che il Commissario ha già avviato o sta per stipulare con altre istituzioni scientifiche sempre riguardo alle bonifiche del sito di Taranto.


                            articolo di Maria Rosaria Gigante
                            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 7 Dicembre 2014

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                              #29
                              A Palazzo degli Uffici, il Comune sostituirà i pannelli ormai logorati

                              A Palazzo degli Uffici, il Comune sostituirà i pannelli ormai logorati

                              Palazzo degli Uffici, presto saranno sostituiti i pannelli che coprono le impalcature che dominano piazza della Vittoria. Un paio di mesi fa era stato Augusto Ressa, direttore della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici delle province di Taranto, Brindisi e Lecce ad invitare il Comune a sostituire quei teli, in più punti, logorati ed ormai ridotti a brandelli svolazzanti. E se la richiesta di Ressa faceva leva sostanzialmente sulla necessità di garantire per un immobile così imponente un maggiore decoro per il Borgo di Taranto, l’intervento dei tecnici della direzione Lavori pubblici, invece, trae origine anche dalla necessità di garantire le maggiori condizioni di sicurezza possibile per chi si trova a passeggiare da quelle parti. Se quei pannelli non venissero sostituiti, infatti, alla lunga, potrebbero anche cadere o causare qualche problema. Che va, ovviamente, evitato.
                              Se la sostituzione dei pannelli che coprono le impalcature sembra essere cosa agevole da fare, più in generale, la situazione non è assolutamente in discesa. Il Comune di Taranto, infatti, non è ancora formalmente riuscito a riprendere possesso del cantiere. Tra l’Amministrazione comunale ed il consorzio d’imprese aggiudicatario del progetto di finanza per la riqualificazione dell’immobile che per oltre 135 anni ha ospitato il liceo classico “Archita”, prosegue una sfida serrata a suon di carte bollate. Gli ultimi capitoli di questa vicenda sono, infatti, rappresentati dalle diffide emesse dal Comune per poter accedere nel cantiere. Ad ostacolare il lavoro dei tecnici comunali ci sarebbe, da quel che filtra da ambienti vicini all’Amministrazione, la resistenza del consorzio che prima di farsi da parte attende il pronunciamento del Tar di Lecce. La magistratura amministrativa, infatti, dovrà valutare il ricorso dell’impresa contro la rescissione del contratto decisa un anno e mezzo fa dalla giunta Stefàno. Il Municipio, evidentemente, ha un parere diverso tant’è che vuole riprendere in mano il cantiere per poi poter finalmente indire il bando di gara per la copertura del solaio del palazzo (importo 2 milioni di euro, il progetto è già pronto). Ma se non torna in possesso di quell’area non può procedere con il bando. Peraltro, la copertura della struttura è necessaria visto che una parte del solaio, dopo la rimozione dell’amianto, ha come protezione solo un telo di plastica. Che potrebbe non essere più sufficiente nel caso in cui ci piovesse copiosamente.
                              Va aggiunto un altro elemento di... attesa che potrebbe ulteriormente complicare il quadro. Il riferimento è alla prossima sentenza del Consiglio di Stato che dovrà, a sua volta, esprimersi sul ricorso del ministero dell’Interno contro la sentenza del Tar del Lazio che aveva annullato la misura interdittiva per presunte infiltrazioni mafiose emessa ai danni del consorzio della Prefettura di Roma.


                              articolo di Fabio Venere
                              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 9 Dicembre 2014

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