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Rassegna Stampa 2013

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    Rassegna Stampa 2013

    Iscrizioni on line, scuole pronte ad aiutare i genitori
    Le famiglie espongono dubbi: nessuno ci ha avvertito
    I dirigenti scolastici: è un passo in avanti necessario

    Digitalizzazione delle iscrizioni subito, pagelle e registri a partire dall'anno scolastico 2013-2014. La macchina dell'informatizzazione nelle scuole è già partita quest'anno. Una rivoluzione culturale che mira a cancellare i documenti di carta e a facilitare le procedure tramite computer. Ma sarà davvero così? Oppure una buona fetta del mondo scolastico è impreparata al cambiamento? Un po' tutti, docenti, presidi, genitori, sollevano delle perplessità.
    I genitori degli alunni che dovranno iscriversi alla prima elementare, media e superiore, dovranno consultare, a partire dal 21 gennaio, il portale iscrizioni.istruzione.it. Per compilare il modulo c'è tempo fino al 28 febbraio. Ma molti genitori erano completamente all'oscuro di questa nuova procedura. “Nessuno mi ha avvertito di questo cambiamento, io l'ho scoperto per caso” dice Giovanna Placato, madre di Francesco che frequenta la quinta D alla scuola “Rodari”. Non immaginava che la procedura di iscrizione tramite il ministero della Pubblica Istruzione fosse già attiva da quest'anno. Sapeva invece dell'introduzione delle pagelle on line che lei non vede di buon occhio: “Mi interesserà capire se sarà rispettata la privacy dei ragazzi. Quando si tratta di dati personali, che per giunta coinvolgono minori, io sono sempre reticente”. Anche Antonello Corrado, papà di Marinella, terza media scuola “Colombo”, ignorava la nuova informatizzazione della modulistica. “Dell'iscrizione on line non ne sapevo nulla - dice -, delle nuove pagelle, invece, se ne parla da tempo e io sono d'accordo perché per noi genitori sarà più facile accedere ai dati e in tempi ristretti”. Valeria Salomone, mamma di Antonio, quinta A della scuola elementare “Carrieri”, pone un problema: “Siamo sicuri che tutti abbiano un computer a casa e che quindi l'accesso alla nuova modulistica sia facile per i nuclei familiari?”. Una domanda lecita alla quale però le scuole stanno già dando risposte anche perché è previsto nella circolare ministeriale mandata agli istituti. Le procedure on line per iscrivere gli studenti, seppur non semplici, sono corredate da spiegazioni contestuali. Annesse ci sono anche delle guide rapide. Ma se questo non dovesse bastare, e di certo non basterà, il personale scolastico sarà a disposizione delle famiglie.
    “Abbiamo già predisposto un sostegno ai genitori - spiega Massimo Romandini, preside della scuola media “Colombo” -. A loro disposizione ci sarà un assistente di segreteria in orari preordinati. Inoltre per le aperture domenicali, proprio per far conoscere la scuola alle famiglie e ai ragazzi, abbiamo pensato di mettere alcuni gazebo informativi. Io credo che ci saranno certamente degli ostacoli iniziali ma li affronteremo”.
    Ada Iannelli, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo “Salvemini” di Tramontone, è invece ottimista. Anche la sua scuola ha messo a disposizione da lunedì un assistente amministrativo. “Reputo giusto - afferma - che la scuola guardi al futuro. Per quanto riguarda l'iscrizione on line, capirò giorno dopo giorno se ci sono delle reali difficoltà. È chiaro però che il ministero abbia guardato la questione nella sua complessità, tralasciando le realtà più piccole che comunque dovranno adeguarsi”.
    Un altro scoglio da affrontare sarà il registro di classe in formato elettronico, anch'esso previsto dalla spendingreview. Il punto è che ogni insegnante dovrebbe avere a disposizione un pc dove annotare presenze, assenze e ritardi. “Il vero problema è che le aule non sono attrezzate e che le risorse finanziarie sono poche” interviene Gualberto Carducci, preside del liceo “Tito Livio” di Martina Franca. “Il ministero è intervenuto per sostenere le scuole in questa operazione e devo dire che le agevolazioni per l'acquisto, ad esempio, di nuovi computer, ci sono. Quest'anno noi abbiamo intenzione nel secondo trimestre di sperimentare già il registro on line parallelamente al cartaceo. Le insegnanti sono ben disposte”. Insomma il preside Carducci è convinto che una buona terapia d'urto sia utile.
    “Questa telematizzazione nel complesso è positiva”. Il preside del liceo “Ferraris”, Marco Dalbosco, pone alcune riflessioni utili a docenti e genitori e risponde, di fatto, a chi pensa che questa nuova metodologia, frenerà il dialogo e i rapporti umani: “La trasparenza delle informazioni richiederà un esercizio maggiore di comunicazione. La valutazione on line di un voto deve essere sempre spiegata, il che richiederà un maggiore aggancio umano tra insegnanti e famiglie”.


    I CAMBIAMENTI: LE NUOVE MISURE RIENTRANO NEI PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO PER IL DIGITALE
    Anche a registri e pagelle si applicherà la svolta

    Come cambierà la scuola? E come dovranno orientarsi le famiglie nella nuova giungla del digitale? Si tratta di una trasformazione radicale rispetto al passato che rientra nelle novità previste dalle misure orientate al digitale varate dal Governo uscente. In buona sostanza, si tratta del decreto che riguarda le “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica”. Vecchio è il “cartaceo”, nuovo è invece l'accesso a modulistica e valutazioni scolastiche tutto rigorosamente on line.
    Iscrizione on line. Funzionerà solo il sito internet del ministero con la piattaforma “Scuola in chiaro”. La novità è freschissima. O meglio: il cambiamento era cosa nota da mesi, ma le scuole hanno appreso poche settimane fa che, ciò che fino allo scorso anno era solo un'opzione, ora è un obbligo. L'applicazione on line parte il 21 gennaio. Le famiglie dovranno accedere al sito www.iscrizioni.istruzione.it, cercare la scuola in cui vogliono iscrivere i figli e compilare il modulo.
    Registro elettronico. Anche questa novità è prevista dalla spending review. Ogni insegnante dovrebbe avere a disposizione un computer dove annotare tutto ciò che riguarda lo studente. Il debutto però si scontra con la mancanza di risorse economiche e di attrezzature. Le disposizioni del Governo prevedono, infatti, che “le istituzioni scolastiche e i docenti adottino i registri online”. Facile a dirsi, più difficile da realizzare e subito. Ecco perché ancora per qualche mese il “vecchio” registro cartaceo continuerà circolare nelle scuole.
    Pagelle via web. Dovrebbero, anche in questo caso è meglio usare il condizionale, essere redatte in formato elettronico e rese disponibili via web o posta elettronica certificata alle famiglie. La pagella elettronica ha la medesima validità legale del documento cartaceo. Non tutti gli istituti scolastici saranno pronti quest'anno, ecco perché il decreto sancisce anche “il diritto dell'interessato di ottenere su richiesta gratuitamente copia cartacea del documento redatto in formato elettronico“ .

    articoli di Alessandra Cavallaro
    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 06 Gennaio 2013

    #2
    Palazzo degli Uffici, si rischia lo stop

    Palazzo degli Uffici, si rischia lo stop
    Battaglia a suon di carte bollate tra l'azienda concessionaria dei lavori e il Comune

    Palazzo degli Uffici, si rischia lo stop. Il consorzio, concessionario dei lavori di ristrutturazione del liceo classico “Archita”, potrebbe intraprendere una guerra a suon di carte bollate con il Comune di Taranto.
    Nei giorni scorsi, la società “Palazzo degli Uffici srl” ha presentato un ricorso al Tar contro l'esito della conferenza di servizi in cui era stato deciso di trasferire gli studenti all'interno della scuola “Consiglio” in Città vecchia. Trasferimento che, appunto, è stato rinviato a data da destinarsi. Ma non solo. Il 17 dicembre scorso, il consorzio di imprese ha rimosso dall'incarico di direttore dei lavori, Aniello Moccia, dirigente dei Lavori pubblici del Comune di Taranto.
    Ieri mattina, peraltro, gli studenti erano sul punto di scioperare e protestare per quest'ennesimo rinvio. Non vogliono rimanere all'interno dello storico edificio di piazza della Vittoria. Non vogliono, in altre parole, “coabitare” nello stesso luogo in cui sono in corso i lavori di ristrutturazione. Gli studenti, infatti, sono preoccupati dalla presenza di amianto del solaio che, se manipolato, potrebbe procurare anche dei problemi per loro. Per questo, in estrema sintesi, se ne vogliono andare da lì così come, a fine 2012, era stato promesso loro. E per questo, una volta saputo del rinvio, ieri erano pronti a scioperare. Li ha fermati, almeno per ora, il consigliere comunale di Sel, Francesco Di Giovanni: “Ho chiesto ai ragazzi - afferma - di pazientare ancora per qualche settimana. So che ci sono dei problemi tra l'impresa e l'Amministrazione comunale ma qualunque siano i problemi, gli studenti devono abbandonare l'edificio e trasferirsi alla scuola “Consiglio”. Del resto - prosegue DI Giovanni - lì gli interventi da fare per accogliere dignitosamente ragazzi e docenti sono davvero minimi. È sufficiente eseguire alcuni interventi di tinteggiatura delle pareti, erigere due tre muri in cartongesso e sistemare alcune porte per superare l'ingresso degli studenti delle scuole superiori da quello degli alunni delle elementari”. Ed invece, da fondate indiscrezioni, sembra che l'azienda sia sempre favorevole al trasferimento degli studenti ma solo durante la stagione estiva. Con calma, dunque.
    Trasferimento a parte, bisognerà comunque chiarire i rapporti tra il Comune ed il concessionario. Ed in questo, la nomina del direttore dei lavori (su cui il Municipio può esprimere un “gradimento”) è fondamentale. Se, nei prossimi giorni, non ci sarà spazio per una mediazione, si rischia di andare ad una guerra a suon di carte bollate e quindi di aprire un contenzioso. Che potrebbe quantomeno rallentare la realizzazione di un'opera da 31 milioni di euro che prevede la ristrutturazione del liceo, la realizzazione di alcuni uffici comunali e di un albergo a cinque stelle.

    articolo di Fabio Venere
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 10 Gennaio 2013

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      #3
      “In un laboratorio piove e Internet funziona male”

      “In un laboratorio piove e Internet funziona male”
      Viaggio nei tanti disagi di Scienze Ambientali e Informatica
      “Anche l'ordinaria amministrazione qui diventa un'impresa“

      Piove all'interno del laboratorio di Scienze della Terra nell'edificio universitario a Paolo VI. E si potrebbe dire che piove sul bagnato. Perché questo laboratorio, in dotazione al corso di laurea in Scienze Ambientali, è già di per sé abbandonato, privo di allestimenti, le plafoniere sono rotte, c'è la muffa a causa delle infiltrazioni. E Link Taranto, il sindacato studentesco, rilancia: “In quella stanza è anche pericoloso respirare l'aria”.
      Ma la congiuntura del cattivo tempo è solo la punta dell'iceberg. Da quando la seconda Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali di Taranto è stata, di fatto, sostituita dai dipartimenti, che si occupano anche della gestione didattica, ogni inconveniente anche il più piccolo, diventa, un muro altissimo da superare. La riforma Gelmini, il cui processo di applicazione si è completato nell'anno accademico in corso, prevede proprio l'attribuzione dei corsi di laurea ai dipartimenti con lo smantellamento di alcune Facoltà. Per cui, il corso di laurea in Scienze ambientali a Taranto, dipende in toto dal dipartimento di Chimica di Bari, così come Informatica e comunicazione digitale dal suo omonimo barese. E inoltre il vecchio Preside della seconda Facoltà di Scienze Matematiche non c'è più e i presidenti dei corsi di laurea non sono preposti al disbrigo di tutte le esigenze degli studenti. “Doveva essere nominato un responsabile, ma al momento dall'Ateneo di Bari tutto tace” dice Gianluca De Tuglie il coordinatore di Link Scienze.
      I problemi da risolvere nel quotidiano sono tanti, come la mancanza di carta igienica ad esempio. “Da tempo ormai arriva in ritardo ed è poca, quindi finisce subito. Abbiamo deciso di autofinanziarci per risolvere l'emergenza”. A questo si aggiunge che l'impresa di pulizia da mesi lavora solo 2 ore al giorno per una questione di tagli. Tra disservizi e disguidi anche le più banali attività diventano difficili da coordinare. Un esempio? la gestione della rete internet. “La Wi-Fi in tutta la struttura è fatta male. Un tecnico arriverà in questi giorni per mettere in sicurezza la rete, ma sarà costretto a tornare un'altra volta perché, se prima da Bari non mandano un addetto di Fastweb, non potrà risolvere nulla. E intanto noi aspettiamo. È tutto scoordinato” sottolinea De Tuglie. E stiamo parlando di Internet che “gira” male in una struttura universitaria che accogli anche il corso di laurea in Informatica. Quando la seconda Facoltà di Scienze Matematiche aveva la sua autonomia, c'erano sicuramente delle attività da migliorare come l'accessibilità di alcune aule informatizzate, ma nel complesso vantava una buona didattica. Tant'è che le questioni gestionali venivano comunque risolte con il dialogo e la collaborazione tra studenti e dirigenti universitari. Oggi non è più così e l'elenco dei problemi è ancora lungo. Dalle mosche, che hanno invaso l'edificio universitario fino a novembre, alla pensilina della fermata Amat che manca. “Abbiamo sollecitato per ben due volte la disinfestazione è non abbiamo ottenuto nulla. Con il caldo, le mosche torneranno sicuro. Per quanto riguarda l'Amat oltre il danno c'è la beffa: si prospetta la possibilità di togliere proprio l'ultimo servizio navetta speciale, quello delle 17.30. Sarebbe l'ennesima mazzata” conclude Gianluca.
      E se è già difficile incanalare la normale amministrazione, diventa pressoché impossibile mettere sui giusti binari, vecchi ma buoni progetti. “C'è un disegno, ad esempio, nel quale la palestra viene trasformata in laboratori, utili per noi, ci sono stati dei sopralluoghi anche ultimamente, ma da un po' non se ne sente più parlare. Perché? Ecco noi vorremmo saperlo. Ma a chi lo dobbiamo chiedere?” continua a sfogarsi il rappresentante di Link Scienze. Domande, per ora, che finiscono nel vuoto.

      articolo di Alessandra Cavallaro
      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 16 Gennaio 2013

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        #4
        E sul Palazzo degli Uffici Comune tratta con l'azienda

        IERI IL PRIMO INCONTRO. MARTEDÌ ALTRA RIUNIONE.
        PASSI IN AVANTI SUL TRASFERIMENTO DEGLI STUDENTI
        E sul Palazzo degli Uffici Comune tratta con l'azienda

        Caso-Palazzo degli Uffici, si tratta ancora. Dopo l'incontro di ieri, Comune di Taranto e società concessionaria per i lavori di riqualificazione si rivedranno nuovamente martedì prossimo. Al termine del confronto, da via Plinio, è stata diffusa una nota stampa piuttosto rassicurante che si riporta qui di seguito: “Oggi (ieri per chi legge ndr) negli uffici della direzione Lavori pubblici, alla presenza del dirigente, Aniello Moccia, del responsabile unico del procedimento (Rup) Enzo Piccolo, dell'assessore comunale ai Lavori pubblici, Lucio Lonoce,e del consigliere comunale Francesco Di Giovanni si è tenuto un incontro con la società di progetto “Palazzo Uffici Taranto srl” per le problematiche sorte anche in merito al trasferimento del liceo Archita”. La nota stampa prosegue così: “Dall'esito della riunione è emersa la disponibilità da parte della società di progetto ad eseguire i lavori all'interno della scuola “Consiglio” ed il conseguente trasferimento del liceo. Le parti si sono aggiornate per martedì 22 gennaio per ulteriori dettagli e definizione delle relative procedure”.
        Sin qui, appunto, il comunicato stampa ufficiale firmato dal neoassessore Lonoce. Da queste poche righe, si evidenzia non solo un clima di serenità e di collaborazione ma anche, se non soprattutto, che la società concessionaria dei lavori sia disponibile a contribuire al trasferimento già previsto per le scorse festività natalizie degli studenti all'interno della scuola “Consiglio” in Città Vecchia. In realtà, la questione è più complessa di quanto la si voglia far apparire. I nodi da sciogliere sono altri e vanno oltre il “trasloco” dei liceali. Se, da un lato, è vero che il consorzio Aeders, che ha rilevato la società di progetto “Palazzo degli Uffici Taranto srl”, e l'Amministrazione comunale non hanno alcuna intenzione di farsi la guerra a suon di carte bollate, dall'altro, dei problemi esistono. Non irrilevanti, peraltro.
        E “la madre di tutti i problemi”, secondo la società aggiudicataria dei lavori, ruota attorno alla nomina del direttore dei lavori. Precedentemente individuato in Aniello Moccia, dirigente comunale ai Lavori pubblici, è stato poi rimosso dallo stesso concessionario lo scorso 17 dicembre. Su questo si è aperto uno scontro con gli uffici comunali. E ieri la situazione stava precipitando.
        Per questo, è stato saggio ed opportuno rinviare a martedì prossimo. Per (tentare di) trovare un'intesa ragionevole. Altrimenti, la riqualificazione della scuola, la realizzazione di uffici comunali e di un albergo di lusso potrebbero essere sommersi da una valanga di carte. Bollate, naturalmente.

        articolo di Fabio Venere
        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 17 Gennaio 2013

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          #5
          Iscrizioni on line, le scuole aiutano i genitori a farle

          Iscrizioni on line, le scuole aiutano i genitori a farle
          Ieri diversi istituti aperti per illustrare l'offerta formativa alle famiglie

          Oggi comincia la rivoluzione telematica nelle scuole di ogni ordine e grado. Per le classi iniziali di ogni ciclo iscrizioni solo on line per il prossimo anno, 2013-2014. Una modalità già sperimentata l'anno scorso in maniera facoltativa e che ora è diventata obbligatoria per le scuole statali con il decreto legge per la razionalizzazione della spesa pubblica, la cosiddetta Spending Rewiew. Ieri, quindi, apertura domenicale in molti istituti scolastici tarantini. Dirigenti e docenti hanno deciso di aiutare le famiglie, soprattutto quelle che a casa non possiedono il computer, mettendo a disposizione personale di segretaria e insegnanti. I dubbi sono tanti e ciò che spaventa di più è la paura di sbagliare e compromettere l'iscrizione. Intere famiglie si sono recate nelle scuole dove intendono mandare i loro figli per confrontarsi ed essere accompagnati per mano nella nuova modulistica. E l'iniziativa sembra essere riuscita. Anche perché i genitori ne hanno approfittato per visitare la scuola e conoscere i docenti. Il ciclo domenicale di visite andrà avanti anche nelle prossime settimane.
          In verità è stato proprio il ministero della Pubblica Istruzione ad aver disposto per le scuole un servizio di assistenza rivolto a coloro che non possiedono un collegamento internet o che hanno poca dimestichezza con la tecnologia. Il termine di scadenza per le iscrizioni è fissato al 28 febbraio. Gli istituti scolastici tarantini, di ogni ordine e grado, non si sono fatti trovare impreparati. Durante la settimana è stato anche predisposto un calendario con i giorni e le ore di visita per i genitori. Qualcuno ha chiesto di ampliare gli incontri in serata per conciliare meglio il lavoro. Personale tecnico sarà a disposizione di quanti vorranno non solo essere aiutati nelle fasi di iscrizioni, ma anche conoscere l'offerta formativa. Le scuole, infatti, hanno aperto le porte per mostrare le moderne strumentazioni a loro disposizione connesse alla didattica quotidiana. L'istituto Righi, ad esempio, ha organizzato la manifestazione “Righi scuola aperta”, cominciata ieri, per consentire e facilitare la scelta degli studi secondari da parte degli allievi delle scuole medie inferiori. Durante l'apertura al pubblico dei locali, è stato possibile visitare la sede centrale della scuola con annessi i laboratori. L'Open Day ha dato i suoi buoni frutti. L'evento è andato bene anche nei licei Aristosseno e Ferraris, e nelle medie Alfieri e Colombo. Per tutte le altre scuole tarantine, sono a disposizione le pagine on line. È bene anche ricordare la modalità di iscrizione predisposta dal ministero. Bisogna accedere al sito www.iscrizioni.istruzione.it e scegliere la scuola compilando il modulo messo a disposizione. Sono gli stessi istituti a curare la redazione del propria modulistica. C'è una parte generale uguale per tutte le scuole, dove bisogna inserire i dati anagrafici degli alunni e del nucleo familiare, e una parte invece che gli stessi istituti personalizzano con informazioni a scelta sull'offerta formativa.

          articolo di Alessandra Cavallaro
          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 21 Gennaio 2013

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            #6
            “Quinto Ennio” e “Ferraris” si accorpano in un solo liceo

            “Quinto Ennio” e “Ferraris” si accorpano in un solo liceo
            Ecco le altre novità organizzative nei Comuni della provincia
            Istituti dell'obbligo, poche novità: resta l'assetto attuale

            Accorpamento del liceo classico Quinto Ennio con il liceo scientifico Ferraris. È, almeno a Taranto, la novità di maggiore rilievo del piano di dimensionamento scolastico deliberato alla fine della scorsa settimana dalla Regione Puglia. Le operazioni mirano a rendere stabili le scuole con un numero di studenti che deve attestarsi a quota 900. Di fatto, subisce solo una modesta rimodulazione la rete delle scuole a livello provinciale, con un'altra sostanziale soppressione di un altro istituto superiore in provincia che si aggiunge all'accorpamento QuintoEnnio-Ferraris. In arrivo, invece, nuovi indirizzi. Ma a numerose richieste giunte dalle scuole è giunto il “no” a varie tappe: Amministrazione provinciale, Ufficio scolastico regionale e Regione cui compete la decisione finale. Ma ecco la mappa delle novità.
            Massafra. Istituito presso l'istituto Mondelli un nuovo istituto professionale settore Servizi, indirizzo Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale. Istituito anche presso la sede di Statte dello stesso Mondelli, nell'ambito del settore tecnologico, un indirizzo di Informatica e Telecomunicazioni dell'articolazione Telecomunicazioni. Sempre a Massafra, presso il liceo scientifico De Ruggieri, istituito un corso di liceo scientifico con opzione di Scienze applicate ed un corso di liceo artistico ad indirizzo Architettura e Ambiente.
            A Martina, invece, le novità riguardano il liceo Tito Livio dove è attivato il liceo delle Scienze Umane. Novità anche all'istituto tecnico commerciale e per geometri Leonardo Da Vinci a cui si accorpano le sezioni Grafica e Servizi sociali e Servizi commerciali dell'Istituto Motolese e dove si attiva l'opzione Logistica dell'indirizzo Logistica e Trasporti. Gli altri corsi dell'istituto Motolese - Manutenzione e assistenza tecnica, nonché Produzione industriale ed artigianale - sono accorpati, invece, all'Istituto tecnico Majorana.
            Manduria. Attivata l'opzione Logistica dell'indirizzo Logistica e Trasporti all'istituto Einaudi.
            A Ginosa, al Bellisario arriva l'opzione Sistemi informativi aziendali nell'indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing.
            A Castellaneta, presso l'istituto superiore Orazio Flacco, parecchie le novità in arrivo: istituiti il liceo coreutico, nonché le opzioni Apparati impianti e Servizi tecnici industriali e civili Manutenzione dei mezzi di trasporto nell'ambito dell'indirizzo Manutenzione ed Assistenza tecnica. Ed ancora, in arrivo Produzioni tessili nell'indirizzo Produzioni industriali e artigianali.
            Scuola dell'obbligo. Poche le novità, con una sostanziale conferma dell'assetto attuale. È così a Taranto non è prevista alcuna verticalizzazione - cosa che diceva anche il Comune - per le scuole medie Volta, Colombo e De Carolis, e le elementari Pertini, Carrieri e Tempesta. In provincia, a Martina autorizzata l'aggregazione della scuola dell'infanzia “La Sorte” all'istituto Grassi e, a San Marzano, l'aggregazione dei due comprensivi Casalini e Castriota.
            Inoltre, confermata la precedente autorizzazione all'istituzione di tre Cpia (educazione adulti) per Taranto presso la scuola Deledda, nel versante orientale presso il Mondelli di Massafra, e, per il versante occidentale, presso l'Einaudi di Manduria.
            Infine, ad una prima analisi, Roberto Calienno, segretario Cisl Scuola Puglia, ha confermato che le osservazioni presentate dal sindacato per la garanzia della qualità dell'offerta formativa e la corretta gestione della scuola pubblica pugliese, sono state sostanzialmente accolte dalla Regione. Calienno ha infine ribadito la preoccupazione per le scuole sottodimensionate esistenti sul territorio pugliese che mettono a rischio, con la perdita dell'autonomia, posti di dirigenza scolastica.

            LE ISCRIZIONI ALLA PRIMA CLASSE: IL DIRETTORE DELL'UFFICIO SCOLASTICO, CAPOBIANCO
            “Niente veti, i genitori hanno libertà di scelta”

            Partite ieri le iscrizioni on line a scuola, procedura che dovrà chiudersi il 28 febbraio. La novità riguarda in primo luogo le iscrizioni ai primi anni dei diversi cicli scolastici, quindi prima elementare, prima media, primo anno della scuola secondaria superiore. Ancora troppo presto per evidenziare criticità e problemi delle procedure. Tuttavia, recependo le preoccupazioni e le ansie dei genitori, ma anche confermando la tendenza, ormai in atto da più di qualche anno, di aprire la scuola alla nuova utenza non solo nelle domeniche di dicembre, gennaio e febbraio, e nei pomeriggi di alcune giornate distribuite in calendario, le scuole stanno predisponendo servizi ed assistenza specifica ai genitori. Lo prevede la stessa norma ministeriale che dà indicazioni di questo tipo alle scuole. Le quali, a loro volta, stanno anche basando la propaganda che in questo periodo si fa proprio sulla capacità di dare assistenza. Si tratta, tuttavia, di assistenza che va cercata in primo luogo nella scuola a cui si intende iscrivere i propri figli e, solo in subordine, alle scuole di provenienza, anch'esse più orientate ed interessate ad accogliere l'utenza in ingresso.
            Ma proprio i nuovi ingressi e i numeri degli alunni interessati sono, al momento, la preoccupazione maggiore. Intanto, è sceso in campo anche l'Ufficio scolastico provinciale a chiarire e sventare qualche tentativo messo in atto non correttamente da qualche istituto comprensivo che aveva prospettato la necessità del nulla osta al genitore che intende iscrivere i propri figli al primo anno della scuola primaria o al primo anno della scuola secondaria di primo grado in scuola diversa dall'istituto comprensivo frequentato. In una circolare diffusa il 16 gennaio alle scuole, il dirigente provinciale Francesco Capobianco, pur non entrando nel merito delle singole segnalazioni, dice di non potersi esimere “dal sottolineare che i genitori devono poter iscrivere i propri figli nella scuola prescelta senza alcun condizionamento”.
            Guerra e concorrenza tra scuole sono purtroppo un fenomeno abbastanza frequente, acuito in questi ultimi anni dai problemi legati alla verticalizzazione delle scuole e dal calo demografico in atto. Non può, in effetti, essere di scarso peso il fatto che - ad esempio nella scuola media - a fronte di 6.074 alunni in uscita in terza media, si possa prevedere un ingresso di 5604 alunni attualmente frequentanti la quinta elementare. Considerato che anche quest'anno in prima media ci sono 6.123 alunni frequentanti, è evidente che una previsione di oltre 500 alunni in meno lo scorso anno, comporta una perdita secca di circa 20 classi (numero medio 25 alunni per classe), con conseguente ricaduta sugli organici.


            articolo di Maria Rosaria Gigante
            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 22 Gennaio 2013

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              #7
              “Archita”, intesa cercasi

              IL CASO PALAZZO DEGLI UFFICI: IL NODO ANCORA DA SCIOGLIERE È QUELLO RELATIVO ALLA FIGURA DEL DIRETTORE DEI L AVORI
              “Archita”, intesa cercasi
              Mediazione tra il Comune e l'azienda per evitare il contenzioso

              Palazzo degli Uffici, mediazione in corso. Dopo un incontro protrattosi per diverse ore e terminato l'altroieri sera, il Comune di Taranto e l'impresa aggiudicataria dei lavori in concessione stanno cercando un'intesa. Se non la trovassero, si aprirebbe la strada ad un lungo contenzioso dall'esito e dai tempi imprevedibili. Sarebbe, peraltro, una strada tortuosa e ricca di insidie. E, forse per questo, non conviene ad alcuno intraprenderla.
              Ma cosa è accaduto l'altroieri sera? Alcune indiscrezioni riportano che durante la riunione si sarebbe poi deciso che l'impresa avrebbe nominato il direttore dei lavori del cantiere e che il Comune avrebbe dato mandato al suo ufficio legale di verificare se il modus operandi dell'azienda era pienamente legittimo o meno. Per questo, ci si attendeva che la società nominasse appunto un direttore dei lavori di sua fiducia in attesa del parere dell'Avvocatura comunale.
              Ma tra la riunione e ieri mattina, gli sherpa si sono rimessi in azione. Hanno iniziato ad avviare la grande macchina diplomatica per arrivare ad una mediazione, ad un compromesso nobile, alto, che sbloccasse la situazione.
              Il confronto, sarebbe sbagliato parlare di trattativa, è ancora in corso ma ruota tutto sulla figura del direttore dei lavori del cantiere. Inizialmente come, forse, si ricorderà era stato nominato Aniello Moccia, dirigente comunale ai Lavori pubblici. Poi, tra le parti, c'è stata qualche divergenza e il 17 dicembre la società ha rimosso Moccia dall'incarico. Da qui, si sono alimentate delle distanze che già evidentemente iniziavano a formarsi. Il culmine di questa vicenda, per ora, è stato toccato con il ricorso al Tar contro la conferenza di servizi indetta da Moccia per trasferire gli studenti alla scuola “Consiglio”. Trasferimento che, a questo punto, evidentemente slitta.
              Le parti sino all'altroieri sono rimaste distanti. Nulla da fare. Poi, una (lieve) schiarita. La società sta cercando con Moccia una strada comune che consenta, da un lato, la ripresa totale dei lavori e, dall'altro, non metta in secondo piano il suo ruolo all'interno di questo cantiere. Che, peraltro, è il più importante del Borgo ed è rimasto fermo per otto anni.
              Se la situazione, così come il sindaco Ezio Stefàno si augura fortemente, dovesse sbloccarsi, tra tre anni, quando il progetto verrà concluso quel palazzo sarà trasformato. E, in questo storico immobile, troveranno spazio oltre alla sede, ristrutturata, del liceo classico “Archita”, anche alcuni uffici comunali ed un albergo di lusso (cinque stelle pare) con una cinquantina di stanze.

              articolo di Fabio Venere
              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 24 Gennaio 2013

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                #8
                L'Archita trasloca nella scuola Consiglio: da stamattina partono i lavori

                IL CAMBIO DI SEDE: GLI EFFETTI DEI LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DEL PALAZZO UFFICI DOVE È IL CLASSICO
                L'Archita trasloca nella scuola Consiglio
                da stamattina partono i lavori
                In Città vecchia le classi del liceo che convivono col cantiere

                Palazzo degli Uffici, qualcosa si muove. Stamattina, infatti, inizieranno i lavori di ristrutturazione e manutenzione straordinaria alla scuola “Consiglio” nella Città vecchia. Gli interventi verranno eseguiti (e questo non era inizialmente previsto dal contratto) dall'impresa “Ceg - edilizia e restauro” di Mesagne, esecutrice per conto del consorzio Aeders del progetto di riqualificazione di Palazzo degli Uffici.
                Nella “Consiglio” verrebbero trasferite alcune classi del liceo Archita che, da qualche mese, convive con il cantiere. Per ora, non ci sono particolari disagi per gli studenti e gli insegnanti ma, nelle prossime settimane, la situazione potrebbe diventare insostenibile. Per questo già un mese fa Comune (proprietario dello storico immobile), Provincia (competente per legge del liceo classico), preside, insegnanti e studenti individuarono nella “Consiglio” la sede ideale per questo trasloco. Altre classi, a dire il vero, verrebbero trasferite all'interno della “Mazzini” che già da qualche anno ospita alcuni studenti liceali.
                In realtà, il trasferimento alla “Consiglio” era stato annunciato e previsto durante le festività natalizie. L'annuncio, fatto al termine di una conferenza di servizi, non ebbe seguito a causa di una contrapposizione tra l'azienda concessionaria dei lavori di riqualificazione di Palazzo degli Uffici ed il dirigente comunale ai Lavori pubblici, Aniello Moccia. Contrapposizione poi sfociata lo scorso 17 dicembre con la revoca dell'incarico di direttore dei lavori. Il clima di scontro sembra essersi attenuato anche dopo due lunghe riunioni svoltesi in queste settimane. La mediazione, anche se non perfettamente andata a buon fine, ha quantomeno sbloccato la questione relativa al trasferimento degli studenti. Ma quanto ci vorrà per cambiare sede? Un mese dovrebbe essere più che sufficiente considerato che, tutto sommato, si tratta di piccoli interventi (pitturazione, manutenzione di bagni ed infissi). Oltre alla disponibilità dimostrata dall'impresa esecutrice dei lavori di Palazzo degli Uffici - la Ceg di Mesagne - ed al coordinamento dell'assessore ai Lavori pubblici, Lucio Lonoce, un ruolo importante in questa vicenda l'ha oggettivamente svolto Francesco di Giovanni, consigliere comunale di Sel delegato ai rapporti tra l'Amministrazione ed il liceo. Se non ci dovessero essere ulteriori intoppi, i lavori di riqualificazione e ristrutturazione di Palazzo degli Uffici potrebbero terminare in tre anni ma la parte dell'edificio riservata alla scuola potrebbe, invece, essere pronta in un anno e mezzo.

                articolo di Fabio Venere
                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Lunedì 04 Febbraio 2013

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                  #9
                  “I tagli alle borse di studio scoraggeranno gli studenti”

                  “I tagli alle borse di studio scoraggeranno gli studenti”
                  Link accusa: anche così cala la frequenza all'Università
                  Ma i dati rivelano che a Taranto le immatricolazioni tengono

                  “Una vergognosa rimodulazione dei parametri di assegnazione delle borse di studio agli studenti universitari”. Insieme ai colleghi delle altre province pugliesi, Mara Pavone (coordinatrice del sindacato studentesco Link Taranto), definisce così quanto previsto dal decreto ministeriale “Determinazione dei livelli essenziali e requisiti di eleggibilità delle prestazioni per il diritto allo studio universitario”, appena presentato a chiusura della legislatura dal governo Monti. Ed infatti, dicono gli studenti, si tratterebbe di un ultimo colpo di coda di un governo contro il quale ora si scaglia la rabbia degli stessi studenti i quali vedono fortemente leso il loro diritto allo studio. Se approvato, nel Sud il decreto sbarrerebbe la strada dell'accesso al bando per l'erogazione delle borse di studio a quegli studenti e studentesse con reddito Isee superiore ai 14 mila euro contro i precedenti 17 mila in Puglia. Al Nord ed al Centro, invece, i limiti massimi saranno rispettivamente di 20.000 e 17.000 euro per il modello Isee. Nella generale consapevolezza, così come emerso proprio nei giorni scorsi, di un calo di iscrizioni nelle Università, un tale meccanismo (definito “malsano”) avrebbe per gli studenti tre conseguenze “terrificanti”: l'abbandono dell'Università da parte di migliaia di studenti e studentesse specialmente al Sud; l'esodo forzato dal Sud al Nord degli studenti con un Isee inferiore ai 20.000 euro e di conseguenza l'ulteriore svuotamento delle Università del Sud; un ulteriore crollo di iscrizioni alle Università. Da qui la richiesta degli studenti del Link ai vertici regionali perché nella conferenza Stato-Regioni del 7 febbraio tale provvedimento venga respinto. “E' una necessità improrogabile dopo i risultati ottenuti nella nostra regione quest'anno in materia di diritto allo studio - dicono gli studenti -. Il traguardo appena conseguito del 92% della copertura degli aventi diritto, che non è solo un risultato politico ma una vera e propria risposta alle esigenze materiali degli studenti e delle studentesse pugliesi, non può essere vanificato dall'ennesimo provvedimento penalizzante di un Governo che non ha mai ritenuto i saperi e la conoscenza una priorità per il rilancio del Paese”. Intanto, sia pure orfano di un corso di laurea in Maricoltura (mai più riavviato, riacquistato invece quest'anno il corso di laurea in Fisioterapia, un altro dei corsi persi negli anni - ndr), il sistema universitario tarantino apparirebbe un tantino in controtendenza con i numeri a livello nazionale caratterizzati quest'anno da un crollo delle iscrizioni. Non ci sono ancora dati ufficiali a supportare tali valutazioni, ma all'incontro organizzato ieri mattina dal Comitato qualità della vita a 30 anni dalla petizione per l'Università a Taranto che raccolse 83 mila firme, viene riportata una situazione di sostanziale tenuta delle immatricolazioni. Sicuramente è così ad Ingegneria e Giurisprudenza. Addirittura un piccolo boom c'è a Beni culturali (da una media di 30-40 si è passati a 63 immatricolati), Informatica (una ottantina di immatricolazioni) ed ai corsi della Lumsa (70 immatricolati). Il prof. Angelo Tursi (a cui è andata la targa “La città chiede l'Università” consegnata anche alla preside di Lettere, Grazia Di Staso, a Barbara Scozzi di Ingegneria, che ha dedicato il suo premio ai precari dell'Università, e a Riccardo Rossano della Lumsa), ha affermato in un suo messaggio: “Finalmente possiamo affermare che Taranto non è più un esamificio, ma Università. Certo, c'è ancora molto da lavorare, ma il Polo scientifico tecnologico Magna Grecia costituisce ora la chiave di volta per passare definitivamente alla ricerca“ .

                  articolo di Maria Rosaria Gigante
                  pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 05 Febbraio 2013

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                    #10
                    La marcia degli studenti per sollecitare spazi e risorse

                    La marcia degli studenti per sollecitare spazi e risorse
                    Il collettivo ha occupato simbolicamente l'ex asilo comunale in viale Virgilio

                    Sono partiti dalla Rotonda del Lungomare, hanno costeggiato il centro, e sono arrivati in piazza Medaglie d'Oro, dove hanno tenuto un'assemblea pubblica. Infine hanno occupato simbolicamente l'ex asilo abbandonato, di proprietà del Comune, in viale Virgilio. Uno spazio che, per gli studenti scesi ieri in strada, “potrebbe essere recuperato e restituito ai giovani come luogo di aggregazione”. Il Collettivo studentesco Taranto, composto da ragazzi del liceo e dell'università, ha manifestato contro i tagli alla scuola pubblica e per la “riappropriazione degli spazi abbandonati nella città”. “Questo è l'ennesimo spreco edilizio - hanno lamentato ieri gli studenti - perpetrato in questo caso dalla precedente amministrazione comunale. Anche questa volta, si è preferito lasciare certe strutture al degrado e all'abbandono piuttosto che impegnarle per fini sociali”. All'inizio del corteo uno striscione, sul quale si legge: “Zero spazi per gli studenti, ora rabbia basta lamentele”.
                    Per Gigi, studente della Facoltà di Economia Aziendale l'elenco di ciò che non funziona è lungo. “Io faccio parte - dice - di una generazione di studenti che non studia per l'Università di Taranto ma per quella di Bari, e già questa è un'anomalia”. È stato lui a denunciare durante il corteo, che anche nelle giornate dedicate agli esami, “gli studenti sono costretti a spostarsi da un'aula a un'altra, perché piove sui banchi e sulle sedie”. Per i ragazzi che hanno manifestato, le strutture universitarie sono fatiscenti “si salva solo la nuovissima sede in città vecchia”. Parlando di luoghi di aggregazione non fruibili, o gestiti male, Gigi fa un intervento sulla Biblioteca comunale sul piazzale Bestat. “È un disservizio continuo - dice - e poi è l'unica biblioteca che conosco che è aperta con il contagocce e chiude al pubblico alle 18.45, quando in altre parti d'Italia sono aperte anche di sera”. Gli studenti non sono scesi in strada solo per protestare ma anche per lanciare alcune proposte, come quella di andare oltre i soliti corsi universitari e creare a Taranto una Facoltà di Archeologia, che abbia la sede in città vecchia, “in questa maniera i professori stessi potrebbero fare un tipo di formazione diversa”.
                    La manifestazione di ieri è solo l'inizio di un percorso che vedrà impegnato il Collettivo nella riabilitazione di spazi degradati affinché gli studenti dispongano di strutture in cui poter organizzare le proprie iniziative autonomamente. Per Andrea uno studente del Pacinotti “l'ex asilo non è l'unica struttura abbandonata e fatiscente”. “Sappiamo - conclude - che ce ne sono altre di privati che non vengono utilizzate. Noi proponiamo che vengano gestite dai giovani per fare ad esempio cineforum o concerti”.

                    articolo di Alessandra Cavallaro
                    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 16 Febbraio 2013

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                      #11
                      Ingegneria è a rischio tagli

                      NUBI SULL'ISTRUZIONE: NEL MIRINO È UN DECRETO DI FINE GENNAIO DEL MINISTRO PROFUMO CHE FISSA NUOVI CRITERI SU CORSI DI LAUREA E DOCENTI
                      Ingegneria è a rischio tagli
                      Gli studenti minacciano l'occupazione: qui siamo in mille a frequentare

                      Corsi di laurea a Taranto, è concreto il rischio di un forte ridimensionamento. A mobilitarsi per primi ed a chiedere alla politica, proprio alla vigilia delle elezioni, un impegno ad un cambiamento di rotta sono gli studenti di Ingegneria. A far temere un futuro a tinte losche per Taranto è il decreto 47 del 30 gennaio 2013 con cui il ministro Profumo detta i nuovi criteri per l'accreditamento dei corsi di laurea fissando i numeri che, nell'arco di un triennio, dovranno essere garantiti in termini di organici dei docenti incardinati in ogni singolo corso di laurea, nonché anche le caratteristiche strutturali delle sedi. Si parla di tutti i corsi di laurea, evidentemente, ma l'intento pare chiaro: colpire non solo i doppioni e le Università telematiche, ma anche le sedi decentrate già messe in crisi nella loro autonomia dalla cancellazione delle facoltà e dall'istituzione dei dipartimenti. Per cui a Taranto se corsi di laurea come Giurisprudenza ed Economia (dove si registra anche un più 6% rispetto alle immatricolazioni dello scorso anno) potranno tenere, è solo perché esiste un Dipartimento jonico giuridico-economico, peraltro con il suo responsabile (il preside di Giurisprudenza Antonio Uricchio) per statuto presente nel consiglio d'amministrazione dell'Università .
                      Il Politecnico, invece, “orfano” della seconda facoltà istituita a Taranto nel 1990 e cancellata da quest'anno accademico, articola la propria offerta formativa attraverso un centro interdipartimentale diviso tra Bari e Taranto. Insomma, in aggiunta al mancato turn over dei docenti in pensione e all'antica resistenza dei docenti a scegliere di essere incardinati su Taranto (discorso che vale per tutti, Università e Politecnico), il rischio di drastico ridimensionamento, e forse anche di cancellazione di pezzi importanti di offerta formativa su Taranto, è davvero concreto.
                      Preoccupatissimi, gli studenti delle associazioni studentesche della sede di Taranto del Politecnico hanno incontrato ieri l'on. Ludovico Vico (Pd) e quest'oggi hanno in programma un incontro col rettore Costantino. Dipenderà anche dall'esito di quest'ulteriore incontro, ma le associazioni minacciano di occupare la sede di Taranto a difesa degli oltre mille studenti frequentanti. Intanto, da ieri anche il Comitato per la Qualità della Vita - da sempre impegnato a tutela del polo universitario jonico - è in presidio nelle sedi tarantine a cominciare da Palazzo Amati. Il Comitato, dopo l'ulteriore decisione del ministro di anticipare a luglio quest'anno i test di ammissione alle facoltà a numero chiuso, rinnova un invito a Profumo: “La smetta di emanare decreti contro i giovani e si dimetta lasciando al successore il compito di decretare per la scuola e l'Università con il supporto del nuovo Parlamento”. Praticamente in sintonia, anche Francesco Amico, rappresentante degli studenti di Ingegneria, incalza: “Assurdo prendere decisioni in questa fase. Magari il nuovo governo decide di finanziare finalmente la formazione erogata dall'Università statale”.
                      Importanti decisioni potrebbero venire, per quanto riguarda il Politecnico, dalla seduta del Senato accademico prevista per il 27 febbraio. Ed, in effetti, alla luce del decreto 47, alle Università tocca definire l'offerta formativa per il prossimo anno accademico entro le prossime settimane. Per il Comitato Qualità della Vita occorre sicuramente un fronte comune tra enti locali e Regione, ma occorre soprattutto un piano straordinario dello Stato. Commenta infine l'on. Vico: “Taranto non può permettersi il lusso di una perdita ulteriore di cervelli e identità sane. Il nuovo Governo non potrà non tenerne conto”.

                      articolo di Maria Rosaria Gigante
                      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 19 Febbraio 2013

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                        #12
                        L'Università vara una nuova laurea

                        L'Università vara una nuova laurea
                        Fusione per Scienze comunicazione e Giurisprudenza triennale. Le altre novità

                        La mobilitazione attivata per salvare l'offerta formativa del Politecnico di Bari a Taranto riesce a contenere i rischi lasciando aperta una strada. Ma anche l'Università di Bari riesce a confermare, con qualche distinguo, l'offerta formativa già assicurata. Ed il distinguo riguarda la soppressione della laurea in Scienze della comunicazione e dell'animazione socio-culturale, nonché di una laurea triennale in Sistemi giuridici. Nasce, incardinata su Taranto, per bilanciare e rinforzare i numeri del dipartimento jonico in “Sistemi dei giuridici ed Economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture”, un nuovo corso di laurea interclasse in Scienze dell'amministrazione e comunicazione nelle organizzazioni. Qualcosa a metà strada, dunque, tra Studi giuridici e Studi in scienze della comunicazione. Sono stati i due Senati accademici del Politecnico di Bari e dell'Università di Bari, nei loro distinti organismi, ad approvare ieri il piano dell'offerta formativa per il prossimo anno accademico.
                        Ma aver previsto queste istituzioni non equivale a garantire l'attivazione di tutto. Almeno questo è il segnale e la strada scelta dal Politecnico. Lo aveva anticipato nei giorni scorsi il rettore Nicola Costantino. Avrebbero provato - aveva assicurato - a confermare l'intera offerta (lauree triennali e magistrali, quelle in realtà più a rischio) con l'auspicio che, nel frattempo, si creino le condizioni per cambiare l'ultimo decreto Profumo di fine gennaio con cui venivano modificati i criteri di accreditamento dei corsi di laurea per il prossimo anno accademico e il prossimo triennio nel suo complesso. Criteri fortemente penalizzati per i corsi di laurea delle sedi decentrate. Ora si vedrà quali scenari reali si apriranno nel prossimo futuro.
                        Intanto, ieri, in una lettera al Comitato per la Qualità della Vita, il rettore del Politecnico ha confermato: “La precisazione di ciò che riusciremo effettivamente ad attivare (da elaborare entro il 30 aprile prossimo) dipenderà dalla puntuale verifica dei pressanti vincoli imposti dall'ormai tristemente noto decreto 47 del 2013 e dall'individuazione di risorse aggiuntive (soprattutto ricercatori a tempo determinato) che riusciremo a raccogliere intorno al nostro progetto”. Nell'ambito dell'offerta formativa dell'Università, a parte la nascita del corso di laurea in Scienze dell'amministrazione e comunicazione nelle organizzazioni, il resto appare tutto confermato. Confermate nell'ambito del Dipartimento jonico in Sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo le lauree in Economia e amministrazione delle aziende, quella magistrale in Strategia d'impresa e management (per Economia), quella magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza, quella infine in Scienze delle attività marittime. Confermati anche i corsi di laurea in Scienze ambientali confluiti nel Dipartimento barese di Chimica (ma c'è il rischio evidente di trasferimento proprio a Bari), in Scienze dei Beni culturali per il turismo confluito nel Dipartimento di Scienze dell'antichità e del tardo antico (qui c'è l'esplicito riferimento alla sede di Taranto), in Informatica e comunicazione digitale confluito nel Dipartimento di informatica (anche qui esplicito riferimento alla sede di Taranto).

                        articolo di Maria Rosaria Gigante
                        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 28 Febbraio 2013

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                          #13
                          Università, 1 milione per borse di studio

                          Università, 1 milione per borse di studio
                          Il sindaco Stefàno: si è sbloccata la donazione della famiglia Mastrocinque alla città

                          Taranto investe nella formazione. Ha il duplice obiettivo di valorizzare il polo universitario tarantino e di migliorare la mobilità urbana, l'accordo sottoscritto ieri nel salone degli Specchi del Comune dal sindaco Ezio Stefàno, e dal presidente dell'Amat , Walter Poggi, con il direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale, del territorio, edile e chimica, il Dicatech, Antonio Castorani, ed il presidente del centro interdipartimentale Magna Grecia, Gregorio Andria. Presente anche il professor Michele Ottomanelli, curatore del progetto. Per l'esattezza si tratta di due protocolli d'intesa. Il primo, firmato con il dipartimento di Ingegneria, è mirato alla riprogettazione della rete urbana del trasporto pubblico e dei servizi. L'accordo prevede anche la possibilità di tirocini di formazione ed orientamento nella sede dell'Amat per laureandi e laureati, ed è stato formalizzato, sempre ieri, attraverso una seconda specifica convenzione, sottoscritta in questo caso dal professor Andria, delegato dal rettore del Politecnico di Bari, Nicola Costantino - a Padova per impegni istituzionali - e dal presidente Poggi.
                          “Abbiamo sempre puntato sull'Università - afferma il sindaco - sin da quando ci siamo insediati. Sei anni fa, infatti, mentre il Comune di Taranto si trovava in una paurosa condizione di dissesto finanziario, abbiamo lavorato per trasformare la caserma Rossarol in sede universitaria, continuando ad erogare un contributo per finanziare borse di studio ai giovani pur non avendo neppure un centesimo per le lampadine. Ora, oltre a questi due protocolli d'intesa, annunciamo anche che presto sarà disponibile una donazione che 72 anni fa la famiglia Mastrocinque, dopo la morte in guerra del figlio 22enne, decise di destinare ai giovani di Taranto. Si tratta di un patrimonio di un milione di euro che finalmente è stato sbloccato e che sarà messo a disposizione di ulteriori borse di studio”.
                          A sgomberare il campo da qualsiasi dubbio che il Comune abbia intensificato il suo impegno per l'Università solo ora che il Politecnico di Taranto si trova in una situazione di particolare difficoltà, è il presidente dell'Amat: “L'azienda - dice - sta lavorando a questi due protocolli da luglio 2012 nell'intento di favorire la ricerca per rendere più efficace ed efficiente la rete dei trasporti urbani e nello stesso tempo offrire una possibilità concreta di esperienza diretta sul campo a giovani laureati e laureandi che potranno così fare degli stage”. “È nostro interesse - precisa Castorani - svolgere attività di ricerca nel settore della mobilità urbana e con l'occasione esprimiamo il nostro apprezzamento per l'attenzione che Taranto sta riservando all'Università, non solo nel caso specifico, ma in generale nell'intera vicenda che sta riguardando il Politecnico. Altrove questo non succede”.
                          “La nostra attività - conclude Andria - si articola su tre livelli: la ricerca, la formazione d'eccellenza ed il servizio al territorio. E a proposito di quest'ultimo, possiamo vantare ogni anno borse di studio da parte di istituzioni e realtà locali. Queste convenzioni si inseriscono in tale ambito e ci danno la certezza che il Politecnico supererà il momento di criticità che sta vivendo“.


                          L'AMAT E LE SCUOLE: “Cerchiamo anche operai di officina”

                          “Stiamo ragionando sulla possibilità di reclutare gli operai specializzati da mettere in officina stipulando una convenzione analoga a quella appena sottoscritta con il Politecnico anche con gli istituti tecnico-professionali di Taranto”. Il presidente dell'Amat, Walter Poggi, annuncia una delle prossime novità che vedranno protagonista l'azienda per il trasporto pubblico urbano per intensificare il legame con gli studenti tarantini.
                          In questa direzione, infatti, già ieri sono stati sottoscritti due appositi protocolli d'intesa con la sede tarantina del Politecnico di Bari. All'iniziativa si lavorava da qualche mese dopo che da diverso tempo erano terminate altre collaborazioni di questo genere.
                          Il prossimo progetto, quello appunto che riguarderà gli studenti delle scuole superiori, è altrettanto ambizioso. Poggi lo anticipa così alla “Gazzetta”: “Vogliamo inserire con contratti, anche di apprendistato, se non di tirocini formativi, ragazzi appena diplomati negli istituti professionali dove si studiano discipline attinenti alle mansioni da svolgere nella nostra officina”. A tal proposito il presidente dell'Amat specifica che “il progetto non può, per ovvie ragioni, riguardare gli autisti, ma di certo vale la pena sperimentarlo per il rinnovo degli organici di officina”.
                          Nelle intenzioni dei vertici dell'Amat c'è quella di affiancare all'indizione di un concorso generale, “che è sicuramente importante ed utile”, anche questo genere di “reclutamento”. “Un pezzo di questa selezione - ribadisce il presidente Poggi - lo vogliamo fare attraverso la scuola. Anche in questo caso, come per il Politecnico, con l'obiettivo di potenziare i rapporti tra l'azienda e le istituzioni scolastiche”.
                          L'idea però è da rinviare. Almeno per ora. Sui tempi previsti per l'attuazione di questa iniziativa, Poggi dice: “Appena le cose si metteranno meglio per l'azienda”.


                          GLI OBIETTIVI: CHE DICE L'INTESA
                          45mila euro per svolgere le ricerche

                          Un contributo complessivo di circa 45mila euro per le attività di ricerca nel settore dei trasporti. Lo prevede la convenzione sottoscritta ieri tra Comune di Taranto, Amat e Dicatech, il dipartimento di Ingegneria civile, ambientale, del territorio, edile e di chimica, del Politecnico di Bari. Ad erogare la somma al Politecnico sarà l'Amat, direttamente coinvolta nella convenzione finalizzata allo svolgimento di ricerche di comune interesse nei settori in cui opera la stessa azienda di trasporto. Gli studi condotti da laureandi e laureati in Ingegneria serviranno a “sviluppare conoscenze di base ed applicazioni di carattere innovativo e di interesse industriale attraverso lo scambio di esperienze comuni oltre che di ricercatori e tecnici”. Il tutto avverrà attraverso stage in azienda, secondo le disposizioni di un accordo complementare - la convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento - sottoscritto sempre ieri e direttamente dal Politecnico di Bari.
                          A seguire i giovani nell'elaborazione di studi e ricerche anche sulla mobilità delle persone, individuale e collettiva, all'interno dell'area comunale, sarà il professor Michele Ottomanelli, responsabile scientifico del progetto e docente di Ingegneria dei Trasporti al Politecnico. “Non esiste un preciso limite numerico alla partecipazione ai tirocini - afferma il professor Ottomanelli - che spetta alla libera valutazione degli studenti. Saranno infatti gli stessi universitari a valutare se proporre la loro candidatura nel caso in cui intendano preparare una tesi di laurea sui trasporti locali o l'abbiano già redatta se neolaureati”.
                          Tra gli obiettivi dell'accordo, che durerà due anni, anche quello di “realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro nell'ambito dei processi formativi”, ma secondo quanto previsto dalla legge 196 del 1997: nessun compenso per i laureandi, un contributo minimo per chi ha già conseguito il titolo.


                          articoli di Pamela Giufrè
                          pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 2 Marzo 2013
                          Ultima modifica di Plautus; 02/03/2013, 21:12.

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                            #14
                            “Salviamo ricerca ambientale e corsi del Politecnico”

                            “Salviamo ricerca ambientale e corsi del Politecnico”
                            L'assessore regionale Sasso: bisogna recuperare risorse per mantenere quest'offerta di formazione a Taranto

                            Non solo salvare i corsi di laurea e la filiera dell'offerta formativa del Politecnico a Taranto, ma potenziare e consolidare anche l'importante e strategico settore della ricerca ambientale. È la via indicata per contrastare gli effetti, ritenuti “perversi”, del decreto del ministro Francesco Profumo con cui si ridisegnano i criteri di accreditamento dei corsi di laurea mettendo a rischio la presenza dell'offerta universitaria nelle sedi decentrate. E così ora, dopo lo stand-by in qualche modo pronunciato dal Senato accademico del Politecnico la settimana scorsa con la conferma, al momento, dei corsi di laurea istituiti (successivamente occorrerà effettivamente attivare quei corsi), scende in campo anche la Regione. È il ruolo assunto ieri dall'assessore regionale alla Pubblica istruzione, Alba Sasso, che ha tenuto un incontro al quale hanno partecipato il rettore del Politecnico, Nicola Costantino, una delegazione di studenti, e l'assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Francesco Massaro. “Convergiamo tutti sulla necessità di recuperare risorse per il mantenimento di questa offerta su Taranto - dice l'assessore Sasso alla “Gazzetta” -. Si tratta di attingere ai fondi già appositamente destinati a Taranto negli ultimi tempi e che vanno riconsiderati rispetto a questo problema. Ipotizzabile anche un utilizzo, a tal fine, dei fondi destinati al Polo scientifico tecnologico o dei fondi Pon destinati alla ricerca. Si tratta ora di predisporre una piattaforma programmatica sulla quale torneremo a confrontarci in una tappa intermedia rispetto alla data del 30 aprile, termine entro il quale il rettore deve presentare la sua proposta definitiva al Senato accademico. Le istituzioni saranno chiamate a condividere tale piattaforma anche per una sorta di chiamata di corresponsabilità”. Quanto alla possibilità che sia la Regione a mettere in campo risorse proprie, l'assessore Sasso chiarisce: “Il problema è che, come bilancio autonomo, la Regione può disporre di poco per le Università”. Previsto anche un incontro nei prossimi giorni con i consiglieri regionali tarantini.
                            Intanto, esplode a Taranto il caso di uno dei palazzi storici della Città vecchia, Palazzo Amati, per lunghi anni utilizzato come sede del corso di laurea in Maricoltura e del Museo del mare. Chiuso quel corso di laurea, anche la sede rischia la dismissione e con questo si prospetta anche il fallimento della filiera delle professioni del mare. Si è mantenuto il riserbo nei giorni scorsi su un incontro tenuto tra rappresentanti del Comune e dell'Università proprio sulla “restituzione” di Palazzo Amati al Comune che vi insedierebbe l'archivio storico e alcuni uffici comunali. Eppure anche la definizione dell'utilizzo delle sedi è uno dei punti dell'accordo di programma triennale, scaduto da tempo, sottoscritto da una quindicina di istituzioni e mai verificato. La questione è emersa ieri nel corso di un incontro proprio a Palazzo Amati e proprio sul tema “Le professioni del mare”, convocato dal Comitato per la Qualità della Vita e conclusosi con un no categorico alla prospettiva di abbandonare Palazzo Amati, ritenuto invece centro propulsore delle professioni del mare (che vanno dai titoli rilasciati dall'istituto Archimede alla laurea in Scienze della Maricoltura), nonché delle ricerche per la mitilicoltura e ostricoltura. Prevedibile e scontata anche una sinergia con il vicino presidio per la cura della fauna protetta, il Cnr e il polo scientifico tecnologico della Magna Grecia. Intanto, nei prossimi giorni il Comitato per la Qualità della Vita chiederà la revoca del decreto del ministro Profumo sui nuovi criteri di accreditamento, impegni economici per il polo jonico e non solo per il Politecnico alla Regione, l'avvio di una vertenza della conoscenza al tavolo Taranto a Roma, l'invito a convocare consigli monotematici sull'Università e la definizione giuridica del Cuj.

                            articolo di Maria Rosaria Gigante
                            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 05 Marzo 2013

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                              #15
                              “Ora basta con i tagli all'Università”

                              “Ora basta con i tagli all'Università”
                              Lanciata una nuova raccolta di firme, timori per la tenuta dei corsi di laurea

                              “Valore alla cultura”. È il nome del documento di messa in mora proposto ai parlamentari, politici rappresentanti delle forze sociali, culturali ed economiche, ai cittadini e agli studenti di Taranto, dal Comitato per la Qualità della Vita. Si tratta di difendere e sostenere il Polo universitario di Taranto. Per questo il documento di messa in mora ha fatto partire una raccolta di firme che ha avuto inizio domenica mattina in via D'Aquino ed ha già raccolto l'adesione di molti cittadini. Anche se - nessuno lo nasconde - i tarantini sono profondamente sfiduciati ed il tema Università, dopo aver registrato il distacco dei rappresentanti politici, appassiona sempre meno anche i cittadini. Insomma, il sogno dell'Università autonoma a Taranto è miseramente naufragato. E una volta cancellate le facoltà solo in parte sostituite dal Dipartimento jonico giuridico-economico, l'Università è anche confinata ad un panorama sempre più ristretto di offerta formativa.
                              Che cosa si sollecita nel documento di messa in mora? Innanzi tutto l'immediato ritiro-slittamento del decreto ministeriale 47 del gennaio 2013, il quale, fissando nuovi e più rigidi criteri per l'accreditamento dei corsi di laurea decentrati, ha stroncato le gambe all'offerta formativa di Taranto che già fa affidamento su un numero ristretto di docenti, mettendo così a rischio la permanenza degli attuali corsi. Nelle settimane passate il problema è stato enfatizzato per i corsi di laurea di Ingegneria del Politecnico, ma è chiaro che un ridimensionamento di prospettive si pone anche per i corsi di laurea dell'Università di Bari. Perché il decreto 47 sia ritirato o fatto slittare, il Comitato promotore chiede un intervento urgente dei parlamentari tarantini: Finocchiaro, Chiarelli, Pelillo, Durante, Furnari e Labriola. Si tratta contestualmente di inserire la vertenza Università a Taranto al tavolo interministeriale insediato a Roma per le questioni ambientali.
                              Ma c'è una sollecitazione anche nei confronti della Regione. In particolare è auspicata una delibera regionale che, in attesa di definire la riorganizzazione dell'offerta universitaria pugliese, stanzi adeguate risorse per il polo di Taranto al fine di favorire un reclutamento straordinario di ricercatori per Ingegneria e i vari corsi di laurea dell'Università con particolare riferimento a Scienze della maricoltura (da recuperare) e Scienze dei Beni culturali.
                              Ed ancora, nell'appello sottoposto ai cittadini, si chiede vengano convocati i Consigli comunale e provinciale per definire le linee di indirizzo per la verifica con l'Università ed il Politecnico. Che si definisca, inoltre, la situazione del Consorzio universitario ionico per il quale si è sempre in attesa del suo scioglimento e dell'istituzione di una Fondazione. Ma per il Comitato promotore va anche rivista la decisione di dismettere Palazzo Amati per realizzare invece in quest'immobile il progetto delle professioni del mare.
                              Tra i primi a sottoscrivere il documento ed a annunciare un impegno per il Polo universitario jonico c'è la parlamentare del Movimento Cinque Stelle, Vincenza Labriola. In particolare la parlamentare “grillina”, laureata a Taranto in Scienze della comunicazione, concorda sulla necessità di revoca del decreto ministeriale 47, sul recupero di Scienze della maricoltura e sulla necessità di un piano straordinario di reclutamento per Taranto.

                              articolo di Maria Rosaria Gigante
                              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Martedì 19 Marzo 2013

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