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    #46
    Università, c'è il bando delle borse di studio

    Università, c'è il bando delle borse di studio
    La sede di Taranto dell’Adisu invita a tenere d’occhio le scadenze

    Borse di studio per gli studenti universitari jonici, occhio alle scadenze e alle modalità di partecipazione per averne diritto. È stato approvato e pubblicato il bando di concorso per il conferimento di borse di studio e servizi per l'anno accademico 2011-2012 a favore degli studenti iscritti ai corsi di studio dell'Università e del Politecnico di Bari attivati presso le sedi di Taranto, della Lumsa e del Conservatorio. A darne notizia è il dirigente della sede di Taranto dell'Adisu, Antonio Palmiotta. Il testo integrale del bando di concorso - fanno sapere dall'Agenzia per il diritto allo studio - è disponibile sul sito www.adisupuglia.it selezionando la sede territoriale di appartenenza. Può anche essere ritirato presso gli sportelli della segreteria studenti della sede tarantina, in via De Cesare 100-102, dalle 9 alle 12,30 di tutti i giorni escluso il sabato e dalle 15 alle 16,30 del martedì e giovedì. Ulteriore precisazione utile agli studenti: anche per l'anno accademico 2011-2012 le domande di partecipazione al concorso dovranno essere compilate esclusivamente secondo la procedura online e convalidata dalla successiva consegna della stampa cartacea nei termini stabiliti dal bando di concorso. Nei giorni scorsi, tra gli studenti si era diffusa una certa apprensione proprio in merito alla pubblicazione del bando.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 9 Luglio 2011

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      #47
      Giurisprudenza lancia tre master per il nuovo anno

      Giurisprudenza lancia tre master per il nuovo anno
      LA FORMAZIONE: SONO IN DIRITTO E TECNICA DOGANALE COMUNITARIA, COUNSELING GIURIDICO E SVILUPPO RURALE

      Tre master - in diritto e tecnica doganale comunitaria, counseling giuridico, sviluppo rurale sostenibile - e la terza edizione del corso di alta formazione in arbitrato, mediazione e conciliazione. Sono le importanti novità per un verso, e conferme per altro, in programma per il prossimo anno accademico presso la facoltà di Giurisprudenza di Taranto. Ieri a presentare il pacchetto di iniziative il preside di Giurisprudenza, Antonio Uricchio, il preside della facoltà di Economia, Bruno Notarnicola, il segretario del Dipartimento jonico in Sistemi giuridici del Mediterraneo, Maria Denicolò, il docente della facoltà di Agraria, Bernardo De Gennaro, Mario Mantovani per la Confindustria e Augusto Sebastio per la Comunità Universitaria del Mediterraneo.
      Master e corso di alta formazione partiranno il prossimo ottobre e costituiscono il frutto di una stretta collaborazione tra Università di Bari e gli enti pubblici e privati nazionali ed internazionali.
      Tutti di primo livello i tre master messi in cantiere. La Regione Puglia riconoscerà borse di studio a sostegno dei laureati occupati e cassintegrati - bando catalogo interregionale -. La Regione Puglia corrisponderà ulteriori borse di studio per laureati disoccupati (avviso Regione Puglia n° 32011 Ritorno al Futuro). “In questo modo - commenta il preside Uricchio - si mira a fornire conoscenze tecnico-specialistiche per acquisire un bagaglio di nozioni e competenze da utilizzare nel mondo lavorativo. Ogni master si concludera con degli stage presso delle aziende”.
      Prima edizione per il master in diritto e tecnica doganale comunitaria e il master in counseling giuridico. Seconda edizione, invece, per il master in manager dello sviluppo rurale sostenibile. Tutti i master sono destinati a giovani laureati, professionisti e lavoratori sia con profilo giuridico-amministrativo, sia con profilo tecnico-economico. Avranno durata annuale di 1.500 ore (equivalenti a 60 crediti formativi universitari). Al corso di alta formazione, invece, possono essere ammessi studenti forniti di lauree triennali, quadriennali, specialistiche e magistrali, Diplomi universitari, di ogni area scientifico-disciplinare ed ogni facoltà. Oltre 100 posti disponibili.

      articolo di Maria Rosaria Gigante
      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 9 Luglio 2011

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        #48
        Trasporti, lavoro, casa: i giovani portano in piazza le loro proposte

        Trasporti, lavoro, casa: i giovani portano in piazza le loro proposte
        Lanciata la piattaforma, per l'autunno sono attese le risposte

        Centri e spazi aggregativi, lavoro, alloggi, trasporti. E non solo. I giovani dell'“Italia migliore” come hanno voluto chiamare la loro manifestazione in risposta all'“Italia peggiore” dei precari così apostrofata dal ministro Brunetta sono scesi in piazza e su questi temi di interesse trasversale hanno cercato di coinvolgere non solo coloro che sono già attenti e preoccupati per tali questioni, ma anche i più scettici. Così venerdì sera in piazza Immacolata sono stati qualche centinaio i ragazzi coivolti tra coloro che avevano aderito all'invito e coloro che sono stati “strappati” allo “struscio” serale. Complice anche una band musicale che per le vie del centro ha richiamato l'attenzione su ciò che avveniva in piazza. Si è presentata così pubblicamente venerdì sera la Rete dei “Giovani non più disposti a tutto” costituitasi anche a Taranto. I temi del dibattito sono lanciati e quest' estate per loro non segnerà affatto una pausa di riflessione. Tuttaltro. Il prossimo autunno è infatti annunciato come un autunno caldo in cui la piattaforma rivendicativa dei giovani - che dovrà essere perfezionata in queste settimane - dovrà trovare risposte. Intanto, sembra in questa fase funzionare anche il dialogo generazionale: i giovani accolgono positivamente l’attenzione manifestata dagli assessori provinciale Teresita Galeota (Politiche giovanili) e comunale Mario Pennuzzi (Servizi sociali) l'altra sera in piazza, insieme alla segretaria della Cgil Taranto, Filomena Principale. Chi sono i giovani della Rete e cosa vogliono? E' stata la coordinatrice Lucia La Penna a fare un identikit di questi aspetti e ad indicare nello sviluppo delle politiche giovanili sul territorio e nella lotta al precariato i temi più spinosi. I giovani dell'Arci chiedono l'abrogazione della legge 30 e del pacchetto Treu. Ma c'è anche la proposta dei giovani di Sinistra Ecologia e Libertà di istituire presso la Provincia un gruppo di monitoraggio sul mondo del lavoro. Ulteriore proposta: creare una banca dati in cui i giovani possano inserire titoli e competenze e le aziende possano attingere per le assunzioni. Questo contro il lavoro a chiamata e mediato dalle agenzie che i giovani definiscono “nuovi caporali”. Per l'Unione degli studenti medi, il leit-motif da sempre è la non dignitosità degli edifici scolastici. Per i giovani del Link, c'è un problema alloggi che non riguarda solo gli universitari fuori sede, ma tutti quei giovani che vogliono emanciparsi dalle loro famiglie ed andare a vivere da soli. La richiesta è sintetizzata da Remo Pezzuto: uno sportello comunale che favorisca l'incontro tra la domanda e l'offerta dei proprietari anche allo scopo di rivitalizzare centro storico e Borgo.
        Anche il tema trasporti interessa. Il Ctp ha già aumentato le tariffe extraurbane del 13% e a settembre anche l'Amat porterà da 6 a 10 euro il costo dell'abbonamento dei mezzi urbani per gli studenti universitari. Controproposta dei ragazzi: si faccia come a Bari dove il costo annuale è di 60 euro.
        Spazi aggregativi. I giovani hanno eletto la Biblioteca Acclavio come luogo in cui incontrarsi e studiare. Ebbene, in estate la Biblioteca chiude alle 13,30. “E ora dove andiamo a studiare?” si chiedono gli studenti che rilanciano: “create in città sale studio perché dall'aggregazione dei giovani deriva anche lo sviluppo culturale”. In questo contesto piacciono ai giovani le idee lanciate anche dagli amministratori. Da quella dell'assessore Pennuzzi, che parla di un piccolo fondo per il microcredito ai giovani, a quella dell'assessore Galeota, che rilancia l'idea di una Consulta giovanile.

        articolo di Maria Rosaria Gigante
        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 10 Luglio 2011

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          #49
          Un aiuto a studenti e disoccupati

          Un aiuto a studenti e disoccupati
          La Provincia presenta tutti i piani finanziati dal Fse. Spazio anche agli immigrati

          Presentate ieri in Provincia le attività formative oggetto degli avvisi pubblici del Fondo sociale europeo (Fse). Oggi è prevista la pubblicazione dei bandi relativi all'avvio di borse lavoro per 50 disoccupati di età inferiore ai 30 anni (250mila euro a disposizione) e di percorsi professionali qualificati per 36 persone che acquisiranno la qualifica di installatore-manutentore di impianti termoidraulici e termotecnici per un totale di 306mila euro. Infine, altri 36 studenti universitari inoccupati o disoccupati potranno accedere a tirocini formativi di specializzazione che si concluderanno, anche questi, con l'acquisizione della qualifica di installatore-manutentore di impianti termo-idraulici e termo-tecnici. Le risorse disponibili per quest'ultimo bando sono 150mila euro.
          Obiettivo della Provincia è quello di offrire ad ogni cittadino la possibilità di accedere a misure e servizi funzionali al miglioramento del proprio grado di occupabilità, incrementando conoscenze e competenze spendibili nel mercato del lavoro.
          Con questi strumenti la Provincia intende dotare le politiche del lavoro e della formazione di risorse ma anche di servizi alle persone. In questo senso, attraverso la collaborazione e la consulenza orientativa dei servizi per il lavoro, si vogliono mettere a punto piani individuali di sviluppo professionale da realizzarsi con la rete dei servizi pubblici e privati del territorio.
          Altri bandi saranno pubblicati entro la fine di luglio. Si tratta di un percorso interculturale e linguistico di 300 ore suddiviso in 4 progetti, per l'inserimento occupazionale di 76 immigrati (340mila euro a disposizione), di un ulteriore percorso professionale qualificante per 36 disoccupati da impiegare come addetti alla segreteria, accoglienza e gestione preventivi, di un corso di formazione rivolto a 36 diplomati per l'acquisizione del profilo professionale legato ad interventi tecnici in campo marittimo (per un totale di oltre 521mila euro), e di 5 progetti per percorsi formativi finalizzati all'acquisizione di profili professionali per il potenziamento delle figure direttive e organizzative del settore turistico. Consistenti le risorse per questo bando: 643mila e 300 euro; ne saranno destinatari 90 unità. Infine, un milione e 326mila euro serviranno per far partire azioni formative per la definizione di figure professionali specialistiche nell'ambito della tutela ambientale e del risparmio energetico. Quest'azione è stata preceduta da una fase di concertazione con le aziende presenti sul territorio: Eni-Marcegaglia, Eni-Power, Vestas e Autorità portuale.
          I vari interventi sono stati illustrati ieri nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Provincia, Gianni Florido, l'assessore alla Formazione professionale e Lavoro, Luciano De Gregorio, l'assessore regionale al Bilancio, Michele Pelillo, e i rappresentanti degli enti di formazione.

          articolo di Sabrina Esposito
          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 14 Luglio 2011

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            #50
            Riqualificazione dell'Archita il Consiglio provinciale dice “sì”

            Riqualificazione dell'Archita il Consiglio provinciale dice “sì”
            Per la ristrutturazione di Palazzo degli Uffici, la Provincia conferma il suo impegno

            “A volte si usa l'aggettivo storico anche a sproposito. Ma, questa volta, tutti quanti noi partecipiamo ad un evento che è, oggettivamente tale. Con il nostro voto, partecipiamo alla riqualificazione del liceo “A rchita” la cui prima pietra fu posta 220 anni fa”. Forse non ce n'era bisogno ma Gianni Florido, presidente della Provincia di Taranto, ieri mattina, ha abilmente toccato le corde del protagonismo collettivo istituzionale, se così si può dire, per ottenere il voto unanime del Consiglio provinciale alla riqualificazione di Palazzo degli uffici. La Provincia, segue quindi a ruota il Comune, e sostiene il progetto di finanza che verrà materialmente realizzato dal consorzio Aeders. Ora, come ha giustamente ricordato ieri il vicepresidente ed assessore ai Lavori pubblici, Costanzo Carrieri, “entro sessanta giorni, l'impresa dovrà presentare il progetto esecutivo che dovrà essere approvato e poi dovranno trascorrere altri trenta giorni per la firma del contratto”. In altre parole, se non ci saranno ostacoli ulteriori il cantiere dovrebbe, potrebbe, riaprire entro fine anno. E la Provincia di Taranto, un anno dopo il verbale di consegna dei lavori, inizierà a pagare con rate bimestrali da 1 milione di euro (l'ultima di 534mila euro). Florido non ha dubbi che “se riusciremo a riqualificare Palazzo degli Uffici contribuiremo a ridisegnare non solo il volto del Borgo di Taranto. Senza il nostro contributo - sottolinea Florido - questa ristrutturazione sarebbe stata impossibile”. Tra gli altri interventi, si segnala quello di Domenico Rana che ha ricordato “quanto quella scuola, quel palazzo stiano a cuore a me, ed alla mia famiglia” ed ha anche ricordato che tra gli alunni del liceo ci fu “anche Aldo Moro”. Dai banchi dell'opposizione, pur esprimendo un voto favorevole, Giovanni Brigante (Idv) si è mostrato scettico sull'inizio dei lavori mentre Giuseppe Cristella (Pdl) ha invitato la provincia ad iniziare a pagare sei mesi dopo la consegna dei lavori e non dopo un anno. Tra la maggioranza, Mino Borraccino (Sel) ha sottolineato come “la Provincia, nonostante i tagli governativi, stanzi 8.5 milioni di euro per l'Archita “ mentre Gianni Azzaro (Pd) coglie l'occasione per chiedere alla Provincia “di acquisire l'immobile che avrebbe dovuto ospitare il “Lisippo” alla Salinella”. E, infine, per Luciano Santoro (Pd) “così si riqualifica uno dei simboli di Taranto e dell'intera provincia”. Poi, il voto. La delibera passa all'unanimità.


            Quanto ci costa
            Il Comune sborsa 11 milioni di euro e la Provincia 8,5

            Ristrutturazione di Palazzo degli uffici, dopo il doppio “sì” di Comune e Provincia quando riaprirà il cantiere? Ora è questa la domanda da porsi. È possibile che riapra (dopo sette anni) a novembre. E poi ancora, gli studenti del licero rimarranno lì o dovranno traslocare? Si vedrà... L'impresa si è impegnata a realizzare prima i lavori di riqualificazione e ristrutturazione del liceo “Archita”. Una sorta di corsia preferenziale rispetto alla parte commerciale dell'opera. Ed inoltre, il consorzio Aeders si è anche impegnata ad accollarsi (qualora ce ne fosse bisogno) gli oneri finanziari di un eventuale trasferimento dell'Archita in un'altra sede sempre e solo nel caso in cui la presenza della scuola dovesse risultare tecnicamente incompatibile con l'apertura del cantiere. Il Comune, grazie ad un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti, verserà 11 milioni di euro. E la Provincia? La giunta Florido sborserà a rate 8.5 milioni di euro. Pagherà un anno dopo la consegna dei lavori con otto rate bimestrali da un milione di euro ciascuna (l'ultima da 534mila euro). Riepilogando, dunque, gli enti locali contribuiranno alla realizzazione dell'opera sborsando 19 milioni di euro. La somma rimanente (14) sarà coperta dall'impresa che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all'interno del Palazzo. Infine, la durata del contratto è di 36 anni mentre le superfici verranno così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune; 6.500 al liceo classico “Archita” (e, quindi, alla Provincia competente alla manutenzione degli istituti scolastici superiori). La superficie che resta a disposizione (circa 9mila10mila metri) sarà, invece, a disposizione del consorzio Aeders. E lì, in pratica, verranno sistemate le attività commerciali e culturali previste dal progetto.

            articolo di Fabio Venere
            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 23 Luglio 2011

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              #51
              Riferimento: Rassegna Stampa 2011

              “Archita, così rinasce il Borgo”
              Il sindaco Stefàno: chiederò che il 40 per cento dei lavori venga fatto da ditte locali

              È il giorno dei sorrisi, degli applausi. Ma qualcuno, incrociando le dita, dice anche sottovoce al cronista che gli sta accanto: “Speriamo che sia la volta buona”. Il timore è legittimo, i dubbi comprensibili ma, questa volta, si ha l'impressione che per l'avvio dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione di Palazzo degli uffici manchi davvero poco. Molto poco. Già, cosa manca? A dettare i tempi, ci pensa Alfredo Spalluto, assessore comunale ai Lavori pubblici, ieri raggiante di fronte al frenetico flash dei fotografi: “Nei prossimi giorni - spiega - sottoscriveremo con l'azienda aggiudicataria dei lavori (il consorzio Aeders) l'atto integrativo che, per ora, ha in calce le firme di Comune e Provincia. Da quel giorno, poi iniziera il conto alla rovescia”. In altre parole, dalla firma dell'impresa dovranno trascorrere altri sessanta giorni per la presentazione del progetto esecutivo che dovrà essere successivamente approvato poi dovranno esserci altri trenta giorni per la sottoscrizione del contratto d'inizio dei lavori. Se non ci saranno altri problemi, quindi, il cantiere - aggiunge Spalluto - il cantiere potrebbe riaprire a novembre”. E così, i lavori per la ristrutturazione e riqualificazione del liceo classico “Archita” potrebbero riprendere dopo sette anni. Poi tocca all'ingegner Aniello Moccia, dirigente della direzione Lavori pubblici, precisare che “l'importo dell'appalto è di 36 milioni di euro. Di questi, 11 ne coprirà il Comune con un mutuo, 8.5 la Provincia (pagamento a rate bimestrali dopo un anno dal verbale della consegna dei lavori) ed il resto lo coprirà l'impresa. La superficie interessata è di 23mila metri quadrati. Di questi, 6mila 500 metri saranno destinati alle attività del liceo classico, 2.500 metri al Comune che lì sistemerà alcuni suoi uffici comunali ed il resto delle superfici disponibili andranno all'azienda concessionaria che sfrutterà economicamente quegli spazi per sistemarvi attività commerciali e culturali di vario genere”. Il presidente della Provincia, Gianni Florido, parla di evento storico “considerato che la prima pietra fu posta 220 anni fa”. Il sindaco Ezio Stefàno ha annunciato, infine, che chiederà che “almeno il 40 per cento dei lavori venga svolto da ditte locali”. L'impresa si accollerà eventuali oneri per il fitto nel caso in cui fosse necessario trasferire gli studenti in un'altra sede.

              articolo di Fabio Venere
              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 24 Luglio 2011

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                #52
                Università: si riparte dalla Rossarol

                COMPLETAMENTE RISTRUTTURATO, IL CONVENTO DI SAN FRANCESCO NELLA CITTÀ VECCHIA OSPITERÀ GIURISPRUDENZA, LETTERE E SCIENZE DELLA FORMAZIONE
                Università: si riparte dalla Rossarol
                Oggi il forum sulle prospettive formative dà l'avvio ufficiale nella nuova sede

                Sarà un forum sul tema “Le prospettive formative e professionali del polo universitario”, organizzato dal Comitato per la Qualità della Vita, alla presenza dei laureati tarantini nell'anno accademico 2010-2011, ad animare l'avvio ufficiale quest'oggi delle attività presso la nuova sede universitaria dell'ex Caserma Rossarol, ossia il Convento San Francesco, nel cuore della Città Vecchia. “La nostra università per il mio futuro”, è quanto impresso sulle pergamene che stamane saranno consegnate dal Comitato ai laureati tarantini. A coordinare i lavori del Forum il segretario generale della Cisl, Daniela Fumarola. Intervengono anche i rappresentanti dell'Università, del Politecnico di Bari, della Lumsa. “L’evento della mattina con inizio alle ore 9,30 Convento San Francesco - dice il presidente del comitato organizzatore, Carlucci , vuole rappresentare un alto momento di riflessione sulle prospettive dell'università a Taranto fra offerta formativa e organizzazione dipartimentale con un preciso riferimento anche ai servizi per gli studenti e al rapporto con scuola, imprese e territorio nella prospettiva della crescita socio-economica del territorio. Gli interventi dei rappresentanti istituzionali e accademici coordinati dal segretario generale della Cisl, Daniela Fumarola, possono aprire al confronto sulle “ cose da fare” nei prossimi giorni”. Ma l'ex Convento San Francesco, tornato praticamente a nuova vita dopo anni ed anni di restauro, comincerà effettivamente a funzionare con l'avvio delle lezioni del nuovo anno accademico, avvio fissato dalla facoltà di Giurisprudenza che occupa il secondo piano, al 26 settembre. Ma già dalla prossima settimana ulteriori iniziative accademiche - inaugurazione ufficiale ad ottobre - serviranno a vitalizzare la sede. Intanto, in questi giorni si sta completando l'opera di pulizia degli spazi che saranno destinati ad attività accademiche e amministrative. Si tratta di oltre 7 mila metri quadrati di superfici coperte divise tra Giurisprudenza, appunto, e al primo piano i corsi di laurea della facoltà di Lettere (anch'esso in coabitazione finora con Giurisprudenza in via Acton) e quelli della facoltà di Scienze della Formazione, fino ad ora ubicati presso la struttura di via Grazia Deledda al quartiere Tamburi. La nuova struttura di via Duomo è stata anche attrezzata di nuove suppellettili (spesi 600 mila euro), non ancora del tutto sufficienti però ad allestire gli spazi disponibili.

                articolo di Maria Rosaria Gigante
                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 15 Settembre 2011

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                  #53
                  Riferimento: Rassegna Stampa 2011

                  Studenti in bus a prezzi scontati
                  Si va verso il rinnovo della convenzione fra Amat e Università, a giorni la firma

                  Mezzi pubblici a prezzi scontati per gli studenti universitari di Taranto. Si avvia verso il rinnovo la convenzione tra Università e Amat. I tecnici dell'azienda per il trasporto pubblico locale presieduta da Walter Poggi hanno infatti approntato il testo dell'accordo da sottoporre ad Adisu Puglia, Università e Politecnico di Bari. E ieri la convenzione, che grosso modo ricalca i contenuti di quella scaduta lo scorso 30 giugno, è stata trasmessa alle parti interessate alla firma. A sollecitarne l'immediato rinnovo sono stati nei giorni scorsi gli stessi studenti riuniti nel sindacato Link Taranto. Il sindacato studentesco ha infatti sottolineato in una nota stampa che “la convenzione ha permesso negli anni passati una sensibile diminuzione dei costi del servizio di trasporti urbani per tutti gli studenti del polo universitario ionico, che hanno potuto usufruire di un prezzo agevolato sull'abbonamento mensile”. L'Amat si era già attivata. “Ma - ricorda il presidente Poggi - abbiamo dovuto attendere le varie deliberazioni degli enti che contribuiscono economicamente a sostenere i costi delle agevolazioni concesse agli universitari”. In effetti, l'Università di Bari ha comunicato solo l'8 settembre all'Amat e al Comune di Taranto la decisione di destinare diecimila euro a favore del servizio di trasporto pubblico di cui usufruiscono gli studenti iscritti a Taranto, ovvero un decimo degli iscritti a Bari. Sulla base di questo contributo, è stato perciò messo a punto il nuovo testo della convenzione, che tiene conto anche del numero degli abbonati e dei rinnovi effettuati oltre che del contributo del Comune. Tutti fattori determinanti per stabilire la tariffa agevolata . “L'iter della convenzione - spiegano dall'azienda per la mobilità urbana - sta seguendo la regolare tabella di marcia. Siamo per questo convinti che la firma al protocollo d'intesa potrà essere apposta al più presto, e comunque nei tempi sufficienti perché la convenzione possa diventare operativa in concomitanza con la ripresa delle attività accademiche”. Per quanto riguarda infine l'eventualità di prevedere linee dedicate per gli studenti che frequentano i corsi di laurea di Giurisprudenza, Lettere e Scienze della Formazione, che proprio da oggi saranno trasferiti nella ex caserma Rossarol a città vecchia - suggerimento avanzato dal sindacato studentesco Link - dall'Amat fanno sapere che “l'ipotesi sarà valutata successivamente. Al momento non è stata presa in considerazione perché il nuovo contenitore si trova in una zona ben servita dai mezzi pubblici”.

                  articolo di Pamela Giufrè
                  pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 15 Settembre 2011

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                    #54
                    La Rossarol si popola di universitari

                    La Rossarol si popola di universitari

                    L'invasione degli studenti universitari in Città vecchia. Auspicata, da qualcuno anche temuta, sicuramente attesa da tempo, da domani sarà realtà. Quale e con quali numeri reali, come e con quali servizi all'utenza, forse è ancora una scommessa da vincere. Però, accade. In una (sicuramente) torrida giornata di metà settembre. Da domani, infatti, l'ex Caserma Rossarol, o se si preferisce l'ex Convento San Francesco, apre agli studenti universitari della facoltà di Giurisprudenza e dei corsi di laurea di Lettere, Beni culturali e Scienze della formazione.
                    Se tutti insieme i 2015 studenti di Giurisprudenza, i 670 di Scienze della Formazione ed i 357 di Lettere dovessero decidere di andare a lezione nello stesso giorno, certo la Città vecchia sarebbe subito al collasso. Auspicabile, peraltro, che anche al fine di garantire la viabilità e la tranquilla fruizione delle aree di parcheggio nella zona, si rinnovi al più presto l'accordo con l'Amat che consente tariffe agevolate per gli studenti universitari sui mezzi pubblici.
                    La data è, dunque, giunta. Più volte fatto slittare a causa dei lavori protrattisi a lungo presso l'ex Rossarol, il trasferimento dalle sedi di via Acton e da via Grazia Deledda è stato completato in questi giorni. E la struttura di via Duomo, rimessa a nuovo dopo una attenta e radicale operazione di ristrutturazione portata avanti prima dal Comune di Taranto e poi completata dall'Università di Bari, è oggetto in queste ultime ore di lavori di pulizia straordinaria per poter rendere agibile ogni spazio. Si tratta di 7 mila metri quadrati coperti ed altri 3 mila scoperti (l'atrio centrale ed altri piccoli atri ai piani) distribuiti su due piani: il piano terra che ospita la biblioteca ed un prezioso ipogeo destinato (e già in parte utilizzato) ad attività convegnistiche; il primo piano dove saranno ubicati invece i corsi di Lettere e Scienze della formazione; il secondo piano dove c'è Giurisprudenza.
                    Nei prossimi giorni anche l'inaugurazione ufficiale.
                    Cosa ne sarà ora delle sedi ormai in via di definitiva dismissione? “In via Acton (ex sede di Giurisprudenza e Lettere ndr) saranno presto cantierizzati i lavori per la realizzazione di uno Student Center, con annessa casa dello studente” annuncia il responsabile amministrativo del Polo universitario jonico, Raffaele Elia, smentendo così le recenti voci secondo cui i finanziamenti ottenuti dall'Ateneo di Bari per la trasformazione della struttura, bloccati già da anni, sarebbero andati persi. Non ci sarà, invece, una vera e propria dismissione per la sede di via Grazia Deledda (ex Scienze della formazione ndr) dove da qualche anno sono anche ubicati i corsi dell'area sanitaria, vale a dire Infermieristica e Tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro. “Quella sede - dice Elia - continuerà ad essere utilizzata dagli studenti di questi corsi di laurea”. In attesa, a loro volta, di un promesso (anche qui da lunghi anni) trasferimento nella sede dell'ex ospedale vecchio nel Borgo (San Giovanni di Dio), oggetto di interminabili restauri da parte dell'Asl. Ad ottobre, inoltre, annuncia sempre Elia, si sbloccherà anche la questione legata al rinnovo dell'accordo di programma scaduto ad ottobre dello scorso anno. Novità sostanziale quest'anno la sottoscrizione da parte di un numero consistente (quasi raddoppiato rispetto al passato) di nuovi enti. “Questo - dice Elia - ci consentirà di potenziare l'offerta formativa sul territorio”. Sarà anche per questo, però, che viene mantenuto un certo riserbo sull'identità dei nuovi enti.

                    articolo di Maria Rosaria Gigante
                    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 14 Settembre 2011

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                      #55
                      Palazzo degli Uffici: firmato il contratto

                      Palazzo degli Uffici: firmato il contratto
                      I lavori di ristrutturazione dovrebbero riprendere a gennaio

                      Palazzo degli Uffici, firmato il contratto tra il Comune di Taranto e la società appaltatrice. Le firme sono state apposte ieri mattina, in Municipio, dai rappresentanti della società “Palazzo degli Uffici srl”, Flavio Zuanier, amministratore unico della società rappresentata anche dall'avvocato Mariano Maggi e da Anna Maria Franchitto e Aniello Moccia, rispettivamente, segretario generale e dirigente della direzione Lavori pubblici del Comune, Aniello Moccia.
                      Non ha nascosto la sua soddisfazione l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Alfredo Spalluto (il sindaco, Ezio Stefàno, ieri era assente per partecipare alla protesta dell'Anci contro la manovra economica che taglia i trasferimenti statali per gli enti locali).
                      “Abbiamo portato a termine - osserva - un lavoro lungo, faticoso, importante che contribuirà a riqualificare un immobile storico che ospita un liceo classico prestigioso come l'Archita e, nello stesso tempo, potrà essere un volàno allo sviluppo economico del nostro Borgo. In questo modo - prosegue Spalluto - Taranto si inserisce nel contesto di quelle importanti città italiane che hanno nel proprio centro una piattaforma commerciale di qualità ed attrattiva”.
                      Di qualità ed attrattiva. Sono, peraltro, gli stessi aggettivi che usa l'amministratore unico della società (che fa riferimento al consorzio Aedars). “Non pensiamo certo - assicura Zuanier - di sistemare nei circa 10mila metri quadrati che avremo a disposizione degli esercizi commerciali di generi alimentari. E non abbiamo neppure intenzione di puntare sulla media distribuzione. All'interno di Palazzo degli Uffici ci saranno negozi di vicinato di qualità. Poi, certo, sistemeremo anche degli uffici e qualcos'altro. Non posso essere preciso - aggiunge l'amministratore della società - perché abbiamo affidato ad una società il compito di studiare cosa i cittadini di Taranto desiderano avere nel proprio Borgo”.
                      Non solo negozi, però. Nel nuovo edificio, il Comune potrà sistemare anche dei propri uffici alleggerendo così il gravoso onere finanziario dei fitti passivi (1,8 milioni di euro all'anno).
                      Già, ma quando inizieranno i lavori fermi da ormai sette anni? A scandire i tempi del restyling sono il dirigente Moccia e l'assessore Spalluto: “Il contratto spiegherà i suoi effetti entro due mesi, poi ci vorrà un altro mese ancora per la cosiddetta validazione del progetto. In questo periodo, bisognerà acquisire i pareri di altri enti necessari per la riapertura del cantiere (Soprintendenza; Asl; Vigili del fuoco; Provincia). A gennaio 2012, dunque, i lavori potrebbero materialmente riprendere”.
                      Ora, qualche cifra: tempo di realizzazione: 30 mesi; durata della gestione da parte della società: 34 anni; importo dell'appalto : 33,2 milioni di euro.
                      L'amministratore unico della società ha poi toccato il nodo Archita. E, pur usando toni concilianti (“decideremo insieme alla direzione scolastica, alla Provincia ed al Comune”) ha praticamente messo in conto il trasferimento degli studenti. “Vedremo - spiega Zuanier - ma, per motivi di sicurezza, ritengo sia plausibile l'ipotesi di trasferire gli studenti e gli insegnanti durante i lavori. In questo caso, ci accolleremmo noi le spese”.


                      LA SCHEDA: ALLA SOCIETÀ PRIVATA ANDRANNO QUASI 10MILA METRI QUADRATI CHE UTILIZZERÀ PER SISTEMARE ESERCIZI COMMERCIALI ED UFFICI. I LAVORI DURERANNO 30 MESI
                      Un progetto da 33 milioni di euro
                      Il Comune sborserà, grazie ad un mutuo, 11 milioni. La Provincia, a rate, ne verserà 8,5
                      Ma quali sono le “cifre” di questo progetto? Il Comune, grazie ad un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti, verserà 11 milioni di euro. E la Provincia? La giunta Florido sborserà a rate 8.5 milioni di euro. Pagherà un anno dopo la consegna dei lavori con otto rate bimestrali da un milione di euro ciascuna (l'ultima da 534mila euro).
                      Riepilogando, dunque, gli enti locali contribuiranno alla realizzazione dell'opera sborsando 19,5 milioni di euro. La somma rimanente (14,5) sarà coperta dall'impresa che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all'interno del Palazzo. Il tutto, per un importo di 33,2 milioni di euro.
                      Infine, la durata del contratto è di 36 anni mentre le superfici verranno così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune; 6.500 al liceo classico “Archita” (e, quindi, alla Provincia competente alla manutenzione degli istituti scolastici superiori). La superficie che resta a disposizione (circa 9mila10mila metri) sarà, invece, a disposizione del consorzio Aedars. E lì, in pratica, verranno sistemate le attività commerciali e culturali previste dal progetto.
                      Resta da affrontare, però, ancora il nodo relativo alla direzione dei lavori. Sul punto, ieri mattina, l'assessore Spalluto è stato chiaro: “Recentemente, ci è giunto un parere dell'Autorità di vigilanza sui lavori pubblici che ha chiarito l'equivoco. Ovvero, il direttore dei lavori va individuato con un bando di gara pubblico. Lo faremo entro tre mesi. Cercheremo, in questo modo, di avere il direttore dei lavori - sottolinea l'assessore - contestualmente con l'acquisizione dei pareri dei vari enti necessari per poter far ripartire il cantiere “ .
                      A questo punto, forse, è opportuno ricordare che in questi sette anni si sono succeduti all'interno della società costituita ad hoc (Palazzo degli Uffici srl) ben cinque cambi di assetto societario. Ora la società fa riferimento al consorzio Aedars di cui, a sua volta, fanno parte a pieno titolo circa 60 aziende presenti in tutt'Italia da Sondrio sino alla Sicilia. Si tratta di un consorzio piuttosto solido economicamente che ha un fatturato (stando ai dati dello scorso anno) di 1 miliardo di euro.


                      articoli di Fabio Venere
                      pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 16 Settembre 2011

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                        #56
                        Si popola di vita e di sogni il palazzo della Rossarol

                        Si popola di vita e di sogni il palazzo della Rossarol
                        Con l'Università una pagina nuova per la storia della Città vecchia

                        Quando, percorso il primo tratto di via Duomo, nel cuore della Città Vecchia, pieghi sulla destra per superare l'ampio portone, è un pò come ritrovarsi in una realtà diversa. Nuova e piacevole, insieme. Ma, soprattutto, inattesa. Note, musica e echi del bel canto ti accolgono nell'ampio e fresco chiostro centrale. Sono le prove per l'imminente festival Paisiello. Tutt'intorno è un via vai di gente, studenti, docenti, gente che entra a curiosare. Sotto il porticato si attardano a parlare e ammirare. Da una porta sul lato destro, le scale conducono ai piani superiori. Ed è un bel andare. Lì, nel cuore della città antica, lì dove la storia sembrerebbe aver cambiato pagina. È la vita che comincia a pulsare nel Convento San Francesco, come gli storici preferiscono lo si chiami, più noto ai più come ex Rossarol. L'imponente e prestigioso immobile si incastona nel centro dell'Isola, a cavallo sul salto di quota. Dall'altro ieri è la nuova sede della facoltà di Giurisprudenza, che si distribuisce al piano terra, al secondo e nei tre piani sotterranei che si affacciano sulla parte interna, a ridosso del salto di quota appunto. Al primo piano, invece, si sistemeranno docenti e studenti dei corsi di laurea in Lettere, Beni culturali, e dei corsi della facoltà di Scienze della formazione. A fare gli onori di casa, negli spazi della propria facoltà, è il preside di Giurisprudenza, Antonio Felice Uricchio, particolarmente soddisfatto della nuova, agognata e prestigiosa sistemazione. Ma anche sui volti dei numerosi studenti in giro per gli ampi corridoi e gli spazi di collegamento, nelle aule dove ieri erano in corso gli esami di Procedura penale e Diritto amministrativo, si legge un'evidente ammirazione. Una bella soddisfazione anche per i docenti passati da aule di scuola elementare adattate ad aule universitarie a spazi decorosi. Qualcuno, avvicinandosi al preside Uricchio, non può non far cenno alla splendida e ripagante vista sul mare che si gode da uno degli ampi terrazzi su cui si affacciano le due aule più grandi.
                        Ma anche all'interno non si può che restare sorpresi. La lunga opera di restauro, travagliata sul piano burocratico-amministrativo ma evidentemente anche difficile sul piano tecnico ed architettonico, restituisce spazi non omogenei e di diversa dimensione. Corridoi, scale, passaggi, spesso formano un unicum in cui c'è da apprezzare la preziosità dei soffitti in pietra, l'intersezione di colonne nelle pareti, le ampie arcate-finestre che aprono sul celeste del cielo e del mare. Ma anche sul degrado delle vicine costruzioni.
                        È evidente che con questa distribuzione di spazi occorrerà ripensare e riorganizzare attività ed uffici in maniera diversa. La stessa presidenza è un ampio open space. E così anche le pur meno prestigiose aule destinate a studi per i docenti disseminate in sequenza una dietro l'altra nei tre piani sotterranei (con affaccio sul lato est).
                        I segni del recente trasloco (dalla dismessa sede di via Acton), dopo i lavori di pulizia straordinaria (spesi 20 mila euro) ultimata solo l'altro ieri, sono ancora evidenti. Come quando si è appena arrivati in una casa nuova e occorre riorganizzare la propria esistenza. Le bacheche degli avvisi agli studenti sono ancora depositate al piano terra (gli studenti ne approfittano per chiedere al preside di trasferirle su, in luoghi più luminosi). Tante le scrivanie da dover essere ancora allestite. Da allestire anche, al piano terra, il bar (in attesa delle ultime autorizzazioni) dove presto ci sarà anche un servizio di mensa-catering. Pronta, funzionante e già utilizzata la biblioteca con i suoi circa 100 posti a sedere. Da allestire, invece, i laboratori di informatica e lingue, accanto a quello che sarà anche il laboratorio di archeologia dell'area umanistica. Tra le difficoltà in cui ci si imbatte, come spesso capita all'inizio di una nuova sistemazione, quella del mancato collegamento con ciò che per la vita amministrativa di una facoltà è essenziale. “Ci manca la linea telefonica e la linea internet”, dice il preside, mentre gli amministrativi sono costretti a fare la spola col vicino Palazzo d'Aquino (sede del Rettorato). Ci vorrà ancora almeno un mese perché il problema sia risolto.



                        Tremila studenti nel convento nato nel 1200

                        Diecimila metri quadrati di superficie, di cui 7mila coperti e 3mila sotto un cielo che, sotto il sole di una lunghissima estate, illumina volti e attese. Il convento più antico della città, dopo cinque anni di interminabili traversie e progetti legati ai finanziamenti Urban prima e della stessa Università di Bari dopo, si declina dall'altro ieri a nuova vita. In fase definitiva di rilascio tutte le certificazioni necessarie di agibilità. La nuova prestigiosa sede in Città vecchia ospiterà gli oltre 2mila studenti di Giurisprudenza, 670 di Scienze della Formazione e 357 di Lettere. Ma non capiterà mai che gli studenti arrivino a frequentare tutti insieme la struttura.
                        Sette le aule (due con 150 e 120 posti) destinate a Giurisprudenza al secondo piano, un'aula magna molto ampia, altre aule più piccole anche al piano terra, 9 gli studi destinati ai docenti, presidenza, biblioteca, laboratori, sala convegni, uffici amministrativi, infine un'aula master. Al primo piano, invece, altre 3 aule sono destinate a Scienze della Formazione e 2 a Lettere e Beni Culturali. Tutto climatizzato. L'inaugurazione ufficiale è rinviata intorno al 20 ottobre, periodo in cui ci si attende anche di firmare il nuovo accordo di programma tra Università ed enti locali.
                        Insomma, volta pagina l'antica dimora minoritina francescana fondata nel 1224 dal fraticello Francesco. La sua costruzione più completa - secondo la ricostruzione storica dello storico Enzo Risolvo - risale al 1309 per volontà del principe Filippo d'Angiò. Nel 1568, nel luogo fu eretta la confraternità dell'Immacolata che nel 1679 fece arrivare da Napoli la statua lignea della Vergine Immacolata, elevata poi a patrona di Taranto. Dal 1750 al 1787, il convento fu sede del decurionato (consiglio comunale). Nel 1801, fu confiscato dai francesi che lo utilizzarono come caserma di cavalleria. Nel 1828 divenne caserma del 48° reggimento di fanteria “Cesare Rossarol”.

                        articoli di Maria Rosaria Gigante
                        pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 17 Settembre 2011

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                          #57
                          Il futuro dell'Università si gioca sull'istituzione dei dipartimenti

                          L'ISTRUZIONE: PONE IL PROBLEMA IL COMITATO QUALITÀ DELLA VITA. SINORA ISTITUITO SOLO QUELLO GIURIDICO-ECONOMICO
                          Il futuro dell'Università si gioca sull'istituzione dei dipartimenti

                          “Tutti i docenti che hanno conseguito la cattedra a Taranto non potranno non aderire ai Dipartimenti da istituire nella realtà jonica”. Va dritto al nocciolo della questione il Comitato per la qualità della vita in tema di sviluppo e consolidamento del polo universitario jonico. La riforma Gelmini, infatti, restringe il numero di facoltà per Ateneo e questo di fatto costringe anche l'Università di Bari ad una cura dimagrante che cancella il concetto di facoltà autonome su Taranto (tre quelle ancora di fatto attive: Giurisprudenza, Economia e Scienze), affidando all'istituzione di dipartimenti l'offerta formativa sul territorio. Il punto è: quanti dipartimenti? Al momento quello già istituito (ubicato parzialmente nella nuova sede di Giurisprudenza presso il convento San Francesco in Città vecchia in attesa del trasferimento a Palazzo Delli Ponti) è solo quello giuridico-economico, anche se il numero dei docenti che sinora hanno aderito è ancora al di sotto del paletto fissato come standard perché un dipartimento possa mantenersi in piedi, vale a dire 40 docenti. Al momento al dipartimento giuridico-economico hanno dato la propria adesione una trentina di docenti, prevalentemente dell'area giuridica, come conferma lo stesso preside della seconda facoltà di Giurisprudenza, Antonio Uricchio. Però non manca l'espressione fiduciosa che al momento in cui occorrerà fare quadrato sulle scelte, si arrivi a quota 40. D'obbligo, quindi, chiedersi cosa ne sarà per il resto dell'offerta formativa presente a Taranto. E se lo chiede anche il Comitato per la qualità della vita in una nota in cui, rifacendo il punto sui problemi relativi all'università a Taranto, chiede l'istituzione di una Fondazione di comunità che superi il concetto del Consorzio universitario jonico e rilanci, sia pure in un periodo di crisi generale, il tema dell'Università. Ma è sempre il Comitato per la qualità della vita ad evidenziare che, affinché i docenti che hanno conseguito la cattedra a Taranto possano scegliere di restare aderendo ai dipartimenti jonici, occorre loro assicurare prospettiva di ricerca. “A questo dovrà provvedere la Fondazione istituendo e finanziando posti” dice il Comitato. “Inoltre - prosegue - nella prospettiva, ormai realtà, delle Università federate, a Taranto potranno trovare le condizioni ottimali nel sistema universitario pugliese alcuni corsi di laurea magistrale specifici come, per esempio, Scienze dei beni culturali, Scienze ambientali, Maricoltura”. Il Comitato invita quindi il presidente della Provincia ed il sindaco a convocare una conferenza programmatica sul tema Università.

                          articolo di Maria Rosaria Gigante
                          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 18 Settembre 2011

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                            #58
                            Riferimento: Rassegna Stampa 2011

                            “Idonei per le altre Università ma non vanno bene come docenti di Economia aziendale a Taranto”
                            Verdetto della commissione, salta un posto da ordinario

                            Idonei ad insegnare nelle Università italiane, ma il loro curriculum non soddisfa le caratteristiche previste per il piano di studi e più in particolare per il profilo di ordinario di Economia aziendale (disciplina al momento insegnata da docenti associati) messo a concorso per la seconda facoltà di Economia di Taranto. E così un posto da ordinario a Taranto salta. A deciderlo l'apposita commissione riunitasi l'altro ieri e composta - come prevede la norma - da tre docenti ordinari, vale a dire i presidi delle due facoltà joniche di Economia, Bruno Notarnicola, di Giurisprudenza, Antonio Felice Uricchio, e della prima facoltà di Economia di Bari, Vittorio Dell'Atti. La comunicazione formale giungerà al Senato accademico dell'Ateneo barese che deciderà il da farsi e come utilizzare i fondi messi a disposizione per la cattedra da ordinario e rimasti al momento inutilizzati. “I fondi non sono comunque persi” dice il preside Uricchio. Di fatto potrebbero essere “riconvertiti” e al posto di un ordinario potrebbero essere banditi concorsi per l'assunzione di associati e/o più ricercatori. Il punto è che, però, i fondi destinati alla cattedra a Taranto potrebbero finire in altre sedi. Proprio ora che si fa la conta dei docenti - tutti - che dovranno aderire al Dipartimento giuridico-economico, l'unico istituito a Taranto e che al momento conta sull'adesione di 20 docenti di Giurisprudenza, 5 di Economia e 2 dei corsi di laurea della facoltà di Scienze della Formazione. Un totale di 27 docenti, dunque, ancora al di sotto dei 40 necessari a confermare un Dipartimento che è la struttura che insieme alle Scuole sostituirà da fine ottobre le vecchie Facoltà. Lo prevede il nuovo Statuto dell'Università, respinto però dal Senato accademico ed ora rinviato indietro alla apposita commissione statuto per una revisione.
                            “Sono fiducioso che le adesioni arriveranno, c'è tempo sino a novembre - afferma sempre il preside Uricchio -. Mi auguro, tuttavia, che le adesioni giungano su base volontaria e non per obbligo. Al di là di quello che deciderà il ministero, non vorremmo né catene, né gabbie. Non vorremmo gente costretta a lavorare a Taranto contro il proprio volere”, aggiunge Uricchio riferendosi esplicitamente al quesito rivolto dal Comitato per la qualità della vita al ministro Mariastella Gelmini proprio sul tema delle adesioni. Il quesito intende sciogliere un nodo ora fondamentale: se sia o meno obbligatorio per chi ha vinto una cattedra a Taranto aderire ai Dipartimenti che qui vengono istituiti. Di fatto starebbe accadendo che, nonostante le prime disponibilità, le adesioni non stiano giungendo, a conferma probabilmente di qualche problema nel polo jonico.
                            Intanto, tornando ai due docenti “bocciati” a Taranto - uno proveniente da Foggia e l'altro da Pisa -, si fa notare che in realtà entrambi possiedono validi profili più orientati uno alla ragioneria e l'altro alle tecniche di validazione dei bilanci. Tant'è che ad entrambi i candidati è stata attribuita dalla commissione composta dai presidi Notarnicola, Uricchio e Dell'Atti, l'idoneità a livello nazionale. Per le loro discipline di studio e ricerca, i due aspiranti ordinari potranno essere assunti da qualsiasi Università italiana nell'arco dei prossimi tre anni.

                            articolo di Maria Rosaria Gigante
                            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 25 Settembre 2011

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                              #59
                              Finirà in Parlamento il caso dei docenti e dello “stop” su Taranto

                              Finirà in Parlamento il caso dei docenti e dello “stop” su Taranto

                              Possibile che i docenti vincitori di concorsi universitari banditi per Taranto possano non afferire ai dipartimenti jonici? Il quesito era stato rivolto nei giorni scorsi dal Comitato per la Qualità della Vita al ministro Gelmini. Da ieri, la lettera-quesito è stata anche girata ai parlamentari jonici Vico, Patarino e Poli Bortone perché la trasformino in interrogazione parlamentare. Ma sulla questione dell'afferenza ai dipartimenti jonici, ed ancor più sull'ipotesi che questo sia obbligatorio, si stanno scatenando non poche preoccupazioni. Sono circa un centinaio, secondo alcune stime, i docenti - gli ordinari, gli associati e i ricercatori - “vincitori” a Taranto. Il dato riguarderebbe tutte le facoltà esistenti (le seconde facoltà di Giurisprudenza, Economia e Scienze dell'Università di Bari la seconda facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari), nonché i corsi di laurea delle facoltà di Lettere e Beni Culturali, e Scienze della Formazione.
                              Perché l'afferenza ai dipartimenti jonici è un nodo cruciale? Con la riforma Gelmini di fatto tramonta l'epoca delle facoltà e con esse il sogno tarantino di avere più facoltà autonome con cui rivendicare l'autonomia del polo jonico. Completamente superata quest'ottica, oggi - sia pure in attesa del nuovo statuto dell'ateneo barese lo strumento con cui si potrà continuare ad avere quanto meno un polo più forte è costituito dai dipartimenti. Strutture queste ultime che diverrebbero referenti per l'erogazione dei corsi di laurea sul territorio ed in assenza delle quali, invece, potrebbero sorgere delle scuole a fungere da elemento di raccordo per l'erogazione dell'offerta formativa sul territorio.
                              Un dipartimento - almeno per quanto riguarda l'offerta dell'ateneo barese - in realtà a Taranto c'è già, istituito qualche tempo fa prima della riforma Gelmini. Si tratta del “Dipartimento in Sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture” le cui linee di ricerca individuano nelle peculiarità del territorio jonico - dal mare, al porto, alla logistica, ai trasporti, all'ambiente, alla storia ed alle tradizioni - gli spazi piuttosto ampi di cui occuparsi. “È stata la nostra grande scommessa, ancor prima della legge Gelmini. Se oggi non avessimo il dipartimento, a Taranto sarebbe preclusa la possibilità di conservare una sua autonomia”, dice il preside di Economia, Bruno Notarnicola. Il punto è che, però, per poter rimanere tarantino, il dipartimento deve acquisire le afferenze di 40 docenti. Al momento, invece, le afferenze sono 27, di cui 20 da Giurisprudenza, 5 da Economia e 2 dai corsi di laurea della facoltà di Scienze della Formazione. Completamente assenti, invece, le afferenze da corsi e facoltà dell'area scientifica. Ulteriori adesioni, in particolare da Economia, sono tuttavia date per prossime. Il tutto andrà deciso entro fine ottobre. Ma, stando ai si dice ed alle resistenze neanche tanto nascoste, sarà dura. Per questo una ipotetica linea dura del ministro renderebbe più facile il tentativo di chi sta battendosi per dare forza al dipartimento jonico, ma al tempo stesso rischierebbe di creare malcontenti e amarezze. Meglio, dunque, una decisione meditata e convinta, che una adesione sofferta e obbligata.
                              Il dissenso, intanto, in qualche modo emerge. “I concorsi sono nazionali, non locali. Le afferenze ai dipartimenti sono sempre state libere, ma ritenere che possa essere un'associazione a rivolgere un quesito al ministro, quasi qualcuno volesse imporre al docente universitario dove fare ricerca, è una questione fuori di testa. La didattica, invece, è un'altra cosa: lì ci sono degli impegni presi”, è il commento anonimo di qualcuno. Una posizione che evidentemente scopre altre criticità, in particolare relative alle possibilità di fare ricerca nella realtà jonica. “Per tanti motivi, è tutto bloccato, tutto fermo. È difficile - continua la stessa voce anonima - fare un progetto in cui stimolare e coinvolgere le persone senza motivazioni reali”. Inutile illudersi, dunque: se dal ministero dovesse giungere una risposta in qualche modo più coercitiva, questa rischia di far scattare nuovi contenziosi. “Preferiremmo avere una squadra di docenti motivati - dice a sua volta il preside di Economia, Notarnicola , ma se il ministro risponde in modo netto, coloro che sono stati destinati a questa sede dovranno afferirvi. Non c'è ricorso che regga”.

                              articolo di Maria Rosaria Gigante
                              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 28 Settembre 2011

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                                #60
                                Università in campo contro l'inquinamento

                                Università in campo contro l'inquinamento
                                Polo scientifico tecnologico, si presenta il progetto

                                Da Taranto città inquinata a Taranto città della ricerca sull'inquinamento. È la scommessa del Polo scientifico tecnologico Magna Grecia. Ma a che punto siamo con l'intero progetto? Dopo una lunga gestazione, durata un paio di anni, per il progetto del Polo scientifico tecnologico Magna Grecia è arrivato il momento della presentazione. L'occasione giunge da un incontro in programma domani, con inizio alle 10, nella nuova sede universitaria appena restaurata in Città vecchia, il Convento S. Francesco, ex Caserma Rossarol. A volere questa presentazione ufficiale, alla presenza dei due ministeri competenti, e nella fattispecie alla presenza dei sottosegretari all'Ambiente, Giampiero Catone, e alla Pubblica istruzione, Guido Viceconte, è il preside della Facoltà di Giurisprudenza, Antonio Uricchio. A collaborare al progetto sono Università di Bari, Politecnico di Bari, Consiglio nazionale delle ricerche, Arpa Puglia, Comune e Provincia di Taranto, Asi, Confindustria, Camera di Commercio, Asl e Distretto Dipar.
                                “La ricerca ambientale. Il Polo scientifico tecnologico laboratorio di sperimentazione di tecnologie e di modelli innovativi nelle bonifiche ambientali”: questo il tema dell'incontro di domani a cui parteciperanno, oltre ai rettori dell'Università di Bari, Corrado Petrocelli, e del Politecnico, Nicola Costantino, il sindaco Ippazio Stefàno, il presidente della Provincia, Gianni Florido, il presidente di Confindustria, Luigi Sporteli, il presidente dell'Asi, Emanuele Papalia, il commissario straordinario dell'Asl, Fabrizio Scattaglia. Ad illustrare il progetto saranno Angelo Tursi (Università di Bari), i presidi Uricchio (Giurisprudenza) e Gregorio Andria (Ingegneria), il direttore generale dell'Arpa, Giorgio Assennato, il responsabile dell'istituto Talassografico Cnr di Taranto, Nicola Cardellicchio.
                                “Il Polo scientifico tecnologico - dice il preside Uricchio - dovrà favorire un cambiamento innanzitutto culturale in merito al problema ambientale. Verranno affrontate specificatamente i temi delle bonifiche e del riutilizzo dei rifiuti. Il sistema che opera a Taranto tra Università e Politecnico di Bari - prosegue Uricchio - ha investito da decenni su quest'argomento con i suoi corsi di studio e facoltà tipizzate sugli aspetti ambientali ed ha avanzato congiuntamente, ad agosto 2011, una richiesta al ministero dell'Istruzione per poter acquisire le attrezzature scientifiche indispensabili al funzionamento del Polo”. Da una parte il ministero dell'Istruzione, dall'altra quello dell'Ambiente. “A quest'ultimo ministero - aggiunge Uricchio - viene richiesto di mettere a disposizione i fondi necessari per il risanamento della città da tempo promessi e che, alla luce della situazione di forte degrado presente nell'ambiente tarantino, risultano essere quanto mai necessari ed indispensabili”.
                                Il Polo scientifico tecnologico, secondo le indicazioni fornite in fase di ideazione del progetto, dovrebbe sorgere nell'area che si sviluppa tra il Politecnico di Bari, al quartiere Paolo VI, e la Cittadella della Carità su suoli che potrebbero essere anche confinanti con l'area destinata al nuovo ospedale di Taranto, il San Raffaele del Mediterraneo. Progetto quest'ultimo che ha ricevuto nei giorni scorsi la conferma di interesse del nuovo cda del San Raffaele di Milano, targato Ior-Malacalza, sia pure in attesa di vedere i risvolti che la vicenda San Raffaele assumerà dopo la richiesta di fallimento da parte della Procura di Milano e ora anche della nuova pista legata ad una ipotesi di bancarotta da parte del vecchio cda.

                                articolo di Maria Rosaria Gigante
                                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 2 Ottobre 2011

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