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Rassegna Stampa 2011

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    “Blocchiamo la fuga dei nostri giovani”

    “Blocchiamo la fuga dei nostri giovani”
    In 19 tra movimenti e associazioni ora fanno rete “Una nuova vision per combattere la precarietà”

    “L'ombra della precarietà investe anche il nostro territorio che, ormai da anni, conosce il problema della crisi e della disoccupazione. I nostri brillanti studenti universitari conoscono i sacrifici di studiare in strutture non idonee, con servizi insufficienti. Sono quelle eccellenze in grado di collezionare riconoscimenti fuori dalla Puglia, rimanendo lontani dai loro affetti e dalla loro terra. Un Sud che perdendo queste risorse, perde la possibilità di crescere, migliorare, emergere”. È uno dei passaggi forti della piattaforma rivendicativa per l'attuazione di politiche giovanili elaborato dalla rete dei movimenti giovanili recentemente costituitasi a Taranto alla stregua di quanto sta accadendo in tutta Italia (un'assemblea c'è stata sabato scorso). Anche a Taranto, dunque, il movimento c'è. Costituito da 19 gruppi: Arci, Cloro Rosso, Giovani Chiesa Madonna di Fatima, IdV, Sel, Giovani Democratici, Link, Progetto Universitario, Precari Scuola, Consulta Cgil, Federazione degli Studenti, Giovani Comunisti, Fgci, Comitato Studentesco Jonico, Consulta Studentesca, Giuristi Jonici, Nidil Cgil, Uds e Cemea Liberamente. Il documento - da ieri reso noto alla città ed alle istituzioni - parte da riflessioni di carattere nazionale, in particolare sulla situazione di profonda precarietà della condizione giovanile. Passa poi ad approfondire il contesto locale avanzando proposte a Comune, Provincia e Regione. Un tasso di disoccupazione giovanile che nel mese di febbraio, dai dati Istat, ha toccato il 28,1% con tagli indiscrimati in vari settori. Il senso della precarietà e della precarizzazione della vita sta già lì, in quel dato. “Eppure - attaccano i giovani nella loro analisi - la nostra è una terra meravigliosa non solo per le sue risorse naturali o per la sua storia, ma anche per le sue potenzialità produttive. In questo senso servono investimenti, occorre riaprire cantieri, serve offrire una prospettiva, un nuovo obiettivo: quello della vera ripresa dell'intero sistema della terra jonica. Occorre - dicono - una nuova vision. Il permanere di una situazione di crollo occupazionale e di fuga dei cervelli, senza un'adeguata e concreta risposta che tenda alla ripresa, rischia di compromettere complessivamente il tessuto sociale tarantino con il ritorno di devianze, degrado sociale e criminalità”. Le proposte. Si va dall'individuazione di una struttura comunale da adibire a spazio di incontro delle diverse organizzazioni e movimenti sociali giovanili alla richiesta di convenzioni tra istituzioni locali, famiglie e strutture che seguano ragazzi diversamente abili. Si chiede anche una rete più strutturata tra Università, istituzioni e imprese e investimenti su nuovi progetti come quello di ecosostenibilità ed ecocompatibilità. Occorre - aggiungono - ripensare i Centri territoriali dell'impiego, prevedere nel bilancio comunale una percentuale da destinare alla programmazione delle politiche giovanili, potenziare il trasporto pubblico. Anche sul piano scuola-Università, si chiede l'adeguamento degli edifici scolastici, più convenzioni per i mezzi pubblici, l'estensione dell'orario di apertura della Biblioteca Acclavio, rete wi-fi nelle diverse facoltà. Ed ancora, in riferimento alle politiche regionali e provinciali, i giovani chiedono un utilizzo migliore del Piano regionale per il lavoro, il rafforzamento del progetto “Coltivare giovani talenti”, il rilancio di Isola Porta Napoli quale luogo da destinare ai giovani, l'attivazione di corsi serali come strumento per combattere la precarietà degli insegnanti e per il recupero dei giovani. Dall'accesso al credito agli sgravi fiscali ad una rete di interventi, anche il livello più regionale è oggetto di attenzione dei giovani. Ma basterà a sollecitare l'attenzione delle istituzioni nei loro confronti?

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 14 Aprile 2011

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  • Plautus
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    Riferimento: Rassegna Stampa 2011

    Alleanza tra 19 movimenti giovanili
    “Ecco i nostri bisogni sottovalutati”

    Un documento dopo l'assemblea, oggi la presentazione

    “Comune, Provincia e Regione dovrebbero guardare con interesse a questi giovani”. Anche a Taranto un gruppo cospicuo di “ragazzi e ragazze non più disposti a tutto per poter affermare la propria esistenza”, un pezzo di Italia che potrebbe essere utile all'Italia. Si sono ritrovati in tanti, in effetti, sabato sera all'incontro convocato per costituire la rete dei movimenti giovanili, nella stessa giornata in cui a Roma sfilavano i precari di tutta Italia. Denunce, riflessioni e proposte viaggiano su due binari: uno nazionale, ad affiancare i temi che hanno animato le piazze italiane sabato scorso, ed un altro prettamente locale. “Hanno parlato di università, lavoro, centri per l'impiego e tanto altro ancora - racconta Lucia La Penna che ha fatto in qualche modo da coordinatrice -. Hanno denunciato, espresso esigenze e si sono impegnati a trovare delle soluzioni. Ed essendo peraltro molto creativi, hanno fornito un ventaglio di soluzioni possibili”. Un esempio? “Beh - dice La Penna -, si parla tanto di ecosostenibilità ed ecocompatibilità, e poi manca l'abc. E così da un gruppo di giovani studenti arriva la proposta di istituire parcheggi per bici davanti alle loro scuole. E' un modo per contribuire a risolvere il problema ambientale ed al tempo stesso recuperare il loro stato di salute”. Insomma, anche per numerosi giovani tarantini “il loro tempo è adesso”. Per questo, rivendicano rispetto ed attenzione. Il lungo elenco di inefficienze e disattenzioni, ed al tempo stesso il vademecum di proposte per contrastare le precarietà, da quella lavorativa a quella economica e sociale, è ora un libro nero. Sostanzialmente un documento che quest'oggi sarà presentato nel corso di una conferenza stampa. “Nero su bianco il malessere dei ragazzi del territorio: quelli che tendono a sottrarsi al processo di fuga dei cervelli che impoverisce il Sud e l'Italia; quelli che vogliono mettere su famiglia ma non riescono a trovar casa; quelli che malgrado le loro competenze vengono umiliati da proposte indicibili o non considerati a causa di assurde discriminazioni di genere”: così è raccontato il loro disagio. Arci, Cloro Rosso, Giovani Chiesa Madonna di Fatima, Idv, Sel, Giovani Democratici, Link, Progetto Universitario, Precari Scuola, Consulta Cgil, Federazione degli Studenti, Giovani Comunisti, Fgci, Comitato Studentesco Jonico, Consulta Studentesca, Giuristi Jonici, Nidil Cgil, Uds e Cemea Liberamente: ben 19 le sigle al momento aderenti al movimento locale. “Ci sono frange giovanili afferenti anche ai vari partiti dice Lucia La Penna , ma tutti i giovani sono accomunati dallo sforzo di lasciare da parte la dissertazione politica e far emergere soltanto i bisogni dei giovani”.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 13 Aprile 2011

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  • Plautus
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    “Si studi di più la nostra realtà”

    “Si studi di più la nostra realtà”
    Stefàno al rettore di Bari: nella progettazione del futuro i giovani sono indispensabili

    Coinvolgere gli studenti nelle attività didattiche e di ricerca maggiormente orientate allo studio della storia locale e del contesto culturale, sociale ed economico del territorio. A chiederlo, alla vigilia della presentazione dell'offerta formativa per il nuovo anno accademico nel passaggio cruciale verso il modello accademico disegnato dalla recente riforma, è il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, al rettore dell'Università di Bari, Corrado Petrocelli. In realtà si è anche in una fase in cui risulta praticamente scaduto già da qualche mese l'ultimo accordo di programma tra Università ed enti locali per la realizzazione ed il mantenimento dei corsi di laurea e facoltà universitarie dell'Ateneo barese presenti su Taranto. Corsi e facoltà che potrebbero subire una revisione nell'ottica della riforma. In futuro, infatti, non si parlerebbe più di facoltà, ma di scuole e dipartimenti. Un assetto sul quale è al lavoro un apposito comitato (da poco eletto) per la definizione di un nuovo statuto.
    Ma torniamo alla lettera del sindaco Stefàno. “Questa Amministrazione, che crede fermamente nella partecipazione dei cittadini, è impegnata a disegnare il futuro della città di Taranto - è la premessa del sindaco -. Dopo la crisi, che ci stiamo lasciando alle spalle, si offre ora una grande occasione di cambiamento. In questa opera di progettazione vanno doverosamente coinvolti i giovani: la nuova generazione che sarà chiamata ad attuare e a vivere il cambiamento. E' un compito che non spetta solo al civico ente e alle sole forze politiche ed amministrative. Deve essere la comunità tutta ad esprimersi”.
    Insomma, dopo la crisi e gli anni difficili che ci si augura presto di lasciare alle spalle, l'amministrazione comunale si dice pronta a voltare pagina, ma per farlo ha evidentemente bisogno di maggiori investimenti sul suo capitale umano più giovane e qualificato. “Con questo intento, all'Università degli Studi e in particolare ai responsabili delle facoltà e dei corsi di laurea presenti a Taranto - è questo nella sostanza l'appello di Stefàno al rettore Petrocelli -, chiediamo di coinvolgere gli studenti, affinché siano “motori di progettazione partecipata” attraverso attività didattiche e di ricerca orientate maggiormente allo studio della storia e del contesto culturale, sociale ed economico del territorio”.
    Nella prospettiva di sviluppo e di futuro, il destino di una comunità non può rinunciare allo strumento principale di conoscenza e ricerca. Per questo, l'appello è incalzante: “Crediamo che alla Università spetti un compito specifico e determinante, perché solo attraverso la conoscenza e il sapere scientifico, unitamente alla partecipazione e alla coscienza civica, è possibile progettare il futuro”.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 10 Aprile 2011

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  • Plautus
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    Il Politecnico si rafforza con sei corsi di laurea

    Il Politecnico si rafforza con sei corsi di laurea
    Arriva una nuova “triennale” in Ingegneria meccanica

    Si amplia l'offerta formativa della facoltà di Ingegneria di Taranto del Politecnico di Bari. Diventano, infatti, tre i corsi di laurea triennali, che si aggiungono agli altri tre corsi di laurea magistrali già esistenti, per un totale ora di sei corsi di laurea a fronte dei cinque dell'anno in corso, uno dei quali (tra i corsi triennali) interclasse. Ma si tratta di corsi interfacoltà, quindi accorpati ai corsi attivati a Bari, vale a dire un unico corso su due sedi. E' l'ipotesi approvata dal Senato accademico del 21 marzo scorso che dovrà definitivamente varare la sua offerta formativa entro fine maggio. Ipotesi di corsi interfacoltà messa a punto dal Senato accademico non solo per Taranto, ma anche per l'altra sede decentrata di Foggia. In questo modo il Politecnico eviterebbe il ricorso al numero programmato per l'accesso ai corsi di laurea garantendo al tempo stesso qualità, efficacia ed efficienza a tutti corsi di laurea triennale e magistrale erogati. Ma ecco le novità nel panorama dell'offerta formativa per il prossimo anno accademico. Nell'ambito delle lauree triennali, previsti i corsi in Ingegneria civile ed ambientale (nell'ambito del curriculum in Ingegneria civile e per l'ambiente e il Territorio), Ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni (nell'ambito del curriculum in Ingegneria dei sistemi elettronici e della comunicazione digitale) e - questa la vera novità sul territorio - Ingegneria meccanica (nell'ambito del curriculum dell'Ingegneria dei sistemi industriali). Gli ultimi due corsi in pratica sostituiscono l'unico interclasse di Ingegneria dei sistemi industriali ed elettronici, attualmente attivo in aggiunta a Ingegneria civile per l'ambiente ed il territorio. Quanto alle nuove lauree magistrali, previste Ingegneria civile ed ambientale (nell'ambito del curriculum in Ingegneria civile per l'ambiente ed il territorio), Ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni (nell'ambito del curriculum in Ingegneria dei sistemi elettronici e della comunicazione digitale) e Ingegneria meccanica (nell'ambito del curriculum in Ingegneria dei sistemi industriali). “Si avranno così - rende noto la facoltà jonica - tre filiere complete (3+2) di formazione in tutte e tre le macroaree dell'ingegneria: civile e ambientale, industriale e dell'informazione, così come richiesto dallo stesso territorio, che ha già dimostrato sinora grande apprezzamento della qualità e della competenza dei neoingegneri di Taranto, viste le statiche occupazionali (83% entro tre anni dalla laurea) e le posizioni lavorative (dirigenti, progettisti, ricercatori etc.) che essi ricoprono attualmente presso le piccole, medie e grandi imprese operanti sul territorio jonico e su quelli limitrofi”. Infine, l'ulteriore novità annunciata per Taranto riguarda la possibilità di aprire sperimentalmente un curriculum del corso di laurea triennale in Disegno industriale della facoltà di Architettura, che potrebbe ben orientarsi non solo nel filone dell'ecodesign, ma anche in quelli del turismo e dell'archeolo gia, specifici dell'area jonica.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 26 Marzo 2011

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  • Plautus
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    Deserta l'assemblea del Cuj

    Deserta l'assemblea del Consorzio universitario che doveva avviare la procedura di liquidazione

    E' andata praticamente deserta lunedì sera l'assemblea del Corsorzio Universitario jonico convocato per discutere delle dimissioni del Comune di Taranto (peraltro assente) e della proposta di scioglimento dell'ente consortile avanzata anche dal Comune di Grottaglie (anch'esso assente). Presenti, invece, solo i Comuni di Manduria, Laterza e San Marzano. Ora sarà il commissario, il prefetto Carlo Sessa, a dover fare l'ulteriore mossa e probabilmente a recarsi dal prefetto di Taranto, Carmela Pagano, per concordare le azioni future. Lo stesso commissario Sessa aveva ammesso che, viste le condizioni ma soprattutto considerato il fatto che il Consorzio chiude il bilancio in pareggio, dopo aver erogato l'ul tima tranche di aiuti economici del 2010 all'Università di Bari, questo sarebbe il momento più adeguato per andare allo scioglimento dell'ente. Rimane il fatto, però, che nel frattempo non ha mosso alcun passo l'idea di costituzione di una Fondazione e che a breve ci sarà da formalizzare un nuovo accordo di programma con l'Università alla vigilia, peraltro, di una radicale trasformazione dell'organizzazione universitaria (non più per facoltà, ma per dipartimenti e scuole, corsi di laurea). Intanto, così come previsto dallo statuto dei Cuj, le delibere con cui gli enti locali danno le proprie dimissioni dall'ente non producono effetti immediati sull'erogazione delle risorse che dovranno continuare ad essere versate per l'anno in corso. Quanto ha fatto per il 2010 anche l'Amministrazione provinciale che si era tirata indietro dall'anno prima. Ora l'aggiunta della fuoriuscita dal Cuj anche del Comune di Taranto - di cui pare ci sia solo la delibera di giunta e non quella di consiglio - riduce all'osso la percentuale delle quote dei soci presenti.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 23 Marzo 2011

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  • Plautus
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    “Archita inagibile se i lavori non iniziano entro dicembre”

    “Archita inagibile se i lavori non iniziano entro dicembre”
    Il progettista Vecchi: corsa contro il tempo per i lavori a Palazzo Uffici
    “Se i lavori di ristrutturazione di Palazzo degli Uffici non dovessero partire, al massimo, entro la fine dell'anno, questo palazzo rischierà l'inagibilità”. A pronunciare queste parole è l'ingegner Giuseppe Vecchi, responsabile del progetto esecutivo per il consorzio Aeders, ovvero dell'impresa che si è aggiudicata i lavori. Il motivo? Il cantiere è chiuso da cinque anni e l'immobile versa in evidente degrado. Degrado strutturale e non tanto (o meglio, non solo) estetico e di decoro. L'affermazione di Vecchi, esperto progettista, ha assunto nello stesso tempo il duplice carattere della “doccia fredda” e del “grido d'allarme”. In un caso o nell'altro, queste parole hanno avuto il merito di scuotere chi si aggrovigliava su altre ipotesi e percorreva altri sentieri. Ma in quale contesto le dichiarazioni dell'ingegner Vecchi sono state amplificate? Nell'aula “Paisiello” del liceo classico “Archita”. Lì, infatti, ieri mattina, si è tenuta una riunione del consiglio circoscrizionale Borgo Città vecchia, presieduta da Luigi Paradiso. Al consiglio di quartiere, inoltre, hanno partecipato, tra gli altri: l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Alfredo Spalluto; l'assessore provinciale al Bilancio, Giampiero Mancarelli; alcuni insegnanti del liceo (Loredana Flore e Francesca Poretti), il rappresentante degli studenti (Andrea Andriani) e la presidente del consiglio d'istituto (Rosa Stallo). L'ingegner Vecchi poi, a margine della riunione del consiglio circoscrizionale, avvicinato dai cronisti presenti, ha spiegato che “già quando, per le note vicende amministrative che hanno colpito il Comune di Taranto, fummo costretti a chiudere il cantiere notammo alcune anomalie. E questo, accadeva cinque anni fa...”. Per la serie, in questo periodo, con il passar del tempo, la situazione dello stabile non potrà certo essere migliorata. Ma cosa notarono i tecnici dell'impresa? “Avevamo riscontrato - spiega Vecchi - dei problemi di copertura del solaio. E poi, essendo intervenuti nelle fondazioni dell'edificio è probabile che ci siano state poi delle depressioni considerato che il terreno su cui sorge Palazzo degli Uffici è in parte frutto di un riempimento. A questo, si aggiunge che la tipologia di quel suolo è, in parte, calcarea. Per questo, se non si dovesse intervenire entro la fine dell'anno, l'intero palazzo rischierebbe di essere dichiarato inagibile considerato, peraltro, che versa in condizioni di degrado”. È stato sempre l'ingegner Vecchi, sempre ieri, a precisare che “i lavori di ristrutturazione dovrebbero durare tra i due ed i tre anni”. Poi sarà l'assessore provinciale Mancarelli a specificare che “Comune e Provincia hanno chiesto all'impresa di finire, prima degli altri interventi previsti, i lavori relativi al liceo”.


    Comune e Provincia rassicurano:“Rispetteremo gli impegni assunti”
    Le amministrazioni verseranno complessivamente 19 milioni

    “Quando saranno ultimati questi lavori di ristrutturazione e riqualificazione, l'Archita avrà una scuola moderna e sicura e la città, il Borgo soprattutto, potranno rinascere. Verrà realizzata una galleria commerciale che potrà, potrebbe attirare oltre ai residenti famiglie provenienti da Bari, Lecce e Matera”. La pensa così Alfredo Spalluto, assessore comunale ai Lavori pubblici. Per il resto, l'esponente della giunta Stefàno cerca, di fronte al consiglio circoscrizionale Borgo - Città vecchia e ad alcuni professori, di dettare i tempi per la riapertura del cantiere di Palazzo degli Uffici: “Entro un mese, così come ci ha assicurato l'assessore Mancarelli, il Consiglio provinciale dovrebbero approvare il nuovo schema di accordo. Poi, da quel momento potranno partire i 60 giorni necessari per la presentazione del progetto esecutivo e, da questi, ancora altri 30 giorni per la cosiddetta validazione del progetto. In altre parole - sintetizza Spalluto - se non ci dovessero essere ulteriori ostacoli entro 3 - 4 mesi potrebbero iniziare i lavori. E questi, come confermava l'ingegner Vecchi, potrebbero durare 3 anni”. Dal canto suo, l'assessore provinciale al Bilancio, Giampiero Mancarelli, ha ieri ricordato le modalità di pagamento che saranno osservate dalla Provincia. Prima, però, ha ribadito che “nonostante i tagli a cui siamo stati sottoposti dal Governo centrale pari a 4 milioni 200mila euro e nonostante le difficoltà legate al mantenimento del Patto di stabilità e nonostante il pagamento a cui dobbiamo far fronte di un contenzioso del ‘78 per la realizzazione dell'istituto Pacinotti (13 milioni di euro in tre anni), nonostante tutto questo -osserva Mancarelli - abbiamo confermato il nostro impegno finanziario di 8,5 milioni di euro. Abbiamo chiesto al Comune di Taranto - aggiunge Mancarelli - proprio per consentirci di rispettare il Patto di stabilità di iniziare a versare la nostra quota di finanziamento in un periodo successivo. Ovvero, l'Amministrazione comunale erogherà prima le sue 10 rate per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro (cifra che verrà coperta con l'accensione di un mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti, ndr) e poi la Provincia pagherà in otto rate bimestrali da 1 milioni di euro ciascuna mentre ci sarà poi una nona rata dall'importo di 500mila euro”.


    I “PROF”: AL LICEO SERVONO ALMENO 15-20 AULE. IN CASO CONTRARIO DOVE ANDREBBERO GLI STUDENTI?
    “Noi vogliamo rimanere qui anche durante i lavori di ristrutturazione”
    I docenti: il cantiere può coesistere con le nostre attività

    “Noi, vogliamo rimanere qui. Non vogliamo lasciare questa sede, anche quando inizieranno i lavori di ristrutturazione”. La professoressa Loredana Flore usa il linguaggio della chiarezza. E per rimanere lì servono almeno 15 - 20 aule. In questo sa di avere con sè la stragrande maggioranza dei suoi colleghi. Un'affermazione, questa, che è il frutto evidentemente di un certo scetticismo per non dire diffidenza. Del resto, esordendo la stessa Flore, aveva parlato di “una situazione che si trascina ormai da anni” ed aveva ammesso “che in queste condizioni è davvero difficile lavorare in maniera decorosa”. Subito dopo, la sua collega Poretti aveva chiesto agli assessori Spalluto e Mancarelli “che cosa manca materialmente per sbloccare questa vicenda amministrativa ed avviare i lavori”. Tra le due “prof”, il rappresentante degli studenti (Andrea Andriani) non nasconde la sua diffidenza rispetto a queste rassicurazioni ed arriva a dire: “C'è l'interesse a far andare via l'Archita da qui anche per poter realizzare così degli interessi commerciali e dei profitti economici”. Sul tema posto inizialmernte dalla professoressa Flore, si sintonizza anche la presidente del Consiglio d'istituto (la componente dei genitori), Rosa Stallo, che ad un certo punto, afferma: “Al reparto Cardiologia dell'ospedale “SS. Annunziata” sono stati realizzati dei lavori di ristrutturazione senza per questo costringere il personale ad abbandonare il reparto stesso”. Nel suo intervento poi è toccato all'ingegner Giuseppe Vecchi, responsabile del progetto esecutivo del consorzio Aeders (società aggiudicataria dei lavori) spiegare che “le attività scolastiche possono coesistere con i lavori di ristrutturazione e riqualificazione previsti. Verrebbero, ovviamente, garantite le misure di sicurezza necessarie per gli studenti e le insegnanti. Ma - avverte Vecchi - se l'impresa concessionaria avesse la disponibilità dell'intero edificio, potrebbe ridurre i suoi tempi d'intervento di almeno sei mesi”. Ed ancora: “Dal punto di vista edile - osserva Vecchi - non sono preoccupato per un'eventuale convivenza tra scuola e cantiere ma dal punto di vista impiantistico, invece, questo potrebbe crearci qualche problema”. Ed infine, il progettista aggiunge: “Se l'impresa, titolare della concessione prevista dal progetto di finanza, avesse tutto il palazzo nella sua disponibilità potrebbe allestire due cantieri e non, invece, uno solo”.

    articoli di Fabio Venere
    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 23 Marzo 2011

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  • Plautus
    ha risposto
    “Cuj verso la liquidazione e la Fondazione non si farà”

    “Cuj verso la liquidazione e la Fondazione non si farà”
    Sessa: vani i tentativi di coinvolgere altri soggetti
    Carlucci: forse il prefetto può fare un ultimo tentativo

    Consorzio universitario jonico verso lo scioglimento? Dopo anni di commissariamento, a questo punto pare la via quasi obbligata. Il commissario, il prefetto Carlo Sessa, ha infatti convocato per domani un'assemblea con all'ordine del giorno la presa d'atto delle decisioni del Comune di Taranto di venir fuori dal Cuj e l'esame della proposta del Comune di Grottaglie di scioglimento del consorzio. Ma l'eventuale scioglimento del Cuj cancellerebbe ogni strumento di coordinamento della politica universitaria sul territorio perché, nel frattempo, non c'è stata in questi anni, al di là delle dichiarazioni, alcuna reale intenzione di andare all'istitutuzione di una Fondazione. “Eppure una Fondazione avrebbe senso ancor più di prima”, dice l'ex presidente del Cuj, Carmine Carlucci. “Ma attenzione prosegue , qui nessuno parla di Fondazione universitaria così come è intesa dalla riforma Gelmini, secondo cui la stessa Università sarebbe l'attore principale, ma di una Fondazione di comunità, così come indicato dalla proposta che i docenti della Facoltà di Economia hanno recentemente suggerito nel corso di una iniziativa pubblica”. Ma veniamo all'intervista col commissario del Cuj.
    Prefetto Sessa, lei è il commissario del Cuj. Quale è stato il ruolo del consorzio in questi ultimi anni?
    “Negli ultimi tre anni il Cuj ha attuato l'accordo di programma con l'Università che scade quest'anno, provvedendo a riscuotere le somme dai soci (gli enti locali - ndr) ed a ridistribuirle all'Università secondo gli impegni assunti. Un mese fa abbiamo provveduto a versare l'ultima tranche di finanziamenti per il 2010. Sotto il profilo della contabilità abbiamo proceduto con puntualità ed abbiamo chiuso il bilancio in assoluto pareggio”.
    Ma ora il Comune va via seguendo di un anno l'uguale decisione della Provincia. Cosa accadrà?
    “Sì, la Provincia era uscita dal Consorzio da un anno circa, ma come previsto dall'accordo ha pagato le quote per il 2010. Ora dal 2011 queste quote non saranno più versate. Viene così meno una grossa fetta di contribuzione. Non ho ancora visto la delibera del Comune e, comunque, se il Comune conferma la sua decisione, decadrà il numero legale”.
    D'altro canto, da tempo era anche venuto meno il ruolo politico del Cuj...
    “Da un paio di anni la Provincia si era allontanata, era rimasta alquanto defilata dalla gestione. Il Comune sembra aver preso la stessa strada”.
    Ed anche l'idea della Fondazione è stata più sbandierata che realizzata, non pensa?
    “Il mio tentativo un anno-un anno e mezzo fa è stato quello di passare dal Consorzio alla Fondazione facendo entrare altri enti come la Camera di Commercio, la Confindustria, l'Asl e di chiunque altro potesse usufruire delle attività universitarie. Sia il Comune che la Provincia avevano condiviso questa mia idea, ma poi di fatto, considerata anche la difficile situazione economica degli enti, non hanno fatto passi di alcun tipo in tal senso. La Provincia continua a versare autonomamente i propri contributi all'Università e ad altre facoltà. E non sappiamo il Comune sotto il profilo finanziario come possa contribuire. A questo punto...”
    A questo punto, cosa fare?
    “E' inutile tenere in piedi un organismo che non può svolgere alcun ruolo propositivo. Visto che chiudiamo in pareggio, è il momento più opportuno per arrivare allo scioglimento. D'altro canto, in queste condizioni, non saremmo neanche più in grado di andare ad un nuovo Accordo di programma con l'Università “ .
    Professor Carlucci, lei invece è stato l'ultimo presidente del Cuj. Con una delibera, lei stabilì che i pagamenti degli enti locali venissero messi a ruolo perché fossero regolari. Oggi, con Provincia e Comune di Taranto che ne sono fuori, il Cuj va verso lo scioglimento, ma nel frattempo la cosa per la quale lei si è battuto, la Fondazione, non ha ancora trovato compimento.
    “Sciogliere non sarà comunque facile perché pare occorra la nomina da parte del prefetto di un commissario liquidatore. Quanto alla decisione del Comune, c'è da capire se questa ha trovato formalizzazione in una delibera di giunta o di consiglio, tenendo peraltro conto che per statuto e regolamento la recessione non ha effetti immediati sul piano del contributo economico. Ed ancora c'è da capire, se sono state già emesse le cartelle esattoriali per l'anno in corso, come cancellare i relativi ruoli”.
    Insiste per la Fondazione?
    “Sicuramente sì e, a mio avviso, il prefetto di Taranto, Carmela Pagano, è l'unica autorità che può mettere tutti intorno ad un tavolo e far fare i passi necessari per andare verso una Fondazione che esprima una presidenza di altissimo profilo e che abbia la credibilità necessaria per continuare a parlare di Università in questa città”.



    DI FONDAZIONE SI PARLA DA DIECI ANNI
    E c’è anche un appello a Stefàno e a Florido

    “Che il ruolo del Cuj sia ormai esaurito è negli atti, ma è assurdo che la realtà jonica che per “mere beghe politiche” ha fatto miseramente naufragare il consorzio, ora non trovi la forza, la capacità, la spinta creativa a realizzare quella Fondazione che pure è presente da circa 10 anni nei programmi elettorali di Provincia e Comune di Taranto, ma che non si riesce a far decollare” scrive in una nota l'ultimo presidente del Cuj, Carmine Carlucci, nel rivolgere un nuovo appello al prefetto di Taranto, Pagano, perché convochi il “tavolo” e al presidente Florido e al sindaco Stefàno “perchè concordino un confronto nei Consigli per pervenire a impegni unitari da un lato per lo sviluppo e il consolidamento del polo universitario jonico, dall'altro per la costituzione della Fondazione”.


    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 20 Marzo 2011

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  • Plautus
    ha risposto
    Palazzo Uffici, c'è l'intesa

    Palazzo Uffici, c'è l'intesa
    Tutto a rate: prima il Comune con 11 milioni, poi la Provincia con 8,5

    Palazzo degli uffici, c'è la “fumata bianca”. Viene definito “positivo” il confronto avuto ieri tra Comune e Provincia di Taranto. I rappresentanti dei due esecutivi, infatti, si sono nuovamente incontrati per cercare di sbloccare la situazione e riaprire il cantiere dello storico immobile di piazza della Vittoria fermo ormai da quasi sei anni. Ed allora, al termine del vertice tra i due enti locali la ripresa dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione dell'edificio sembra decisamente più vicina. Per questo, forse, è ipotizzabile che gli interventi riprendano nella prossima estate o, al massimo, a settembre. Salvo ulteriori intoppi, sia chiaro. Tornando alla riunione di ieri, infatti, la Provincia non solo ha confermato la “dote” finanziaria per cui si era già impegnata nei precedenti bilanci (8,5 milioni di euro) ma ha trovato l'intesa col Comune sulle modalità di pagamento. In estrema sintesi, l'accordo prevede che i pagamenti dovranno avvenire con il sistema dei sal (stato avanzamento lavori). Ecco, ma se inizialmente la Provincia era disposta a pagare solo a fine lavori, ieri si è registrato un passo in avanti. Infatti, la giunta Florido aprirà i cordoni della borsa quando il Comune terminerà di pagare la sua parte (circa 11 milioni). Ed allora, per essere ancora più chiari, la giunta Stefàno verserà i suoi soldi in dieci rate e subito dopo toccherà alla giunta Florido intervenire pagando secondo questo schema: otto rate bimestrali da 1 milioni di euro ciascuna ed un'ultima rata da 500mila euro. In altre parole, la Provincia potrebbe iniziare a corrispondere la propria quota tra l'estate e l'autunno del 2012. In questo modo, l'Amministrazione provinciale potrà far fronte anche al pagamento rateale dovuto per il contenzioso Pacinotti (13 milioni) ed alla copertura del primo lotto della Taranto-Avetrana. A questo punto, incassata la “fumata bianca”, quale sarà l'iter da seguire? Entro aprile, il Consiglio provinciale dovrà esprimersi su quanto deciso ieri ed approvare, quindi, una delibera che disciplini chiaramente le nuove modalità di pagamento. Poi, una volta superato questo, non ci dovrebbero essere più particolari ostacoli. O meglio, bisognerà approvare il progetto definitivo ma è presumibile che il consorzio Aeders, aggiudicatario dell'appalto, sia già pronto ad esibire il progetto nella sua ultima... edizione. Non è stato, però, affrontato ieri l'ultimo (ma ugualmente importante) aspetto di questa complessa vicenda? Le dodici classi del liceo “Archita” rimarranno lì durante l'esecuzione dei lavori o verranno trasferite? E in questo caso dove andrebbero? Per saperne di più, però, è opportuno attendere le indicazioni tecniche dell'impresa.

    articolo di Fabio Venere
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 16 Marzo 2011

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  • Plautus
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    “Vogliamo aiutare ad emergere i giovani talenti”

    “Vogliamo aiutare ad emergere i giovani talenti”
    Centotremila euro a disposizione, 50 i selezionati ma solo 4 i premiati

    Talenti cercasi. In qualsiasi campo e, soprattutto, non necessariamente in ambito artistico. E' aperta ai giovani dai 18 ai 30 anni, non solo tarantini ma dell'intero territorio regionale, anche stranieri ma con regolare permesso di soggiorno, l'iniziativa “Scuola di talenti” messa in campo dall'Amministrazione provinciale. Ieri, nella sala riunioni della Provincia, è stata l'assesso re provinciale alle Politiche giovanili, Marta Teresita Galeota, in una conferenza stampa, ad illustrare i contenuti ed i risvolti dell'iniziativa. Presenti anche il preside della facoltà di Giurisprudenza, Antonio Uricchio, il direttore della Scuola edile, Angelo Lorusso, che, insieme a Comune di Taranto e Camera di Commercio, sono enti partner. A spiegare i dettagli dell'iniziativa il consigliere provinciale Giorgio Grimaldi e il dirigente del settore, Cosimo Andriulo. A disposizione del progetto un finanziamento di circa 103 mila euro nell'ambito della misura “Azione Province Giovani” promossa dal ministero delle Politiche giovanili. “La Provincia punta sui suoi giovani. Vogliamo evidenziare i talenti di terra jonica - dice l'assessore Galeota -. Intendiamo essere di stimolo soprattutto a chi, non vedendo un futuro per il proprio talento, ha cessato di credere nelle proprie capacità decidendo quindi di non investire più su se stesso. Ecco, noi vogliamo provare a ridare fiducia. Su indicazione dello stesso presidente Florido, la Provincia ha deciso di dare risposte. Basta con le buone proposte”. “Scuola di talenti”, su ammissione dello stesso assessore Galeota, ha mutuato parecchio dall'anima di “Bollenti spiriti”, l'iniziativa condotta dalla Regione. Ma questa tarantina - che si concluderà a dicembre non senza l'auspicio di dare continuità - si articola con modalità diverse. Intanto, i giovani che decideranno di aderire dovranno manifestare la propria volontà attraverso le schede che potranno essere scaricate dal sito www.donointerrajonica.it, ricco peraltro di indicazioni e informazioni utili. Oppure ci si potrà presentare in uno dei 15 focus calendarizzati e programmati nell'intera provincia allo scopo appunto di incontrare e dialogare con i giovani. Sarà quindi un team di sei esperti già individuati a selezionare 50 giovani allo scopo di dare loro gli strumenti necessari a fare emergere talenti e spirito di iniziativa. Durante il percorso, saranno quindi selezionati 4 giovani a cui sarà offerta la possibilità di partecipare anche all'estero a corsi di formazione o quant'altro dovesse esser utile a mettere a profitto le proprie capacità. Sicuramente non si tratta di una sorta di ufficio di collocamento alternativo, è stato sottolineato: non si garantisce alcun posto di lavoro, ma un percorso di crescita. Una prospettiva che, insomma, spinge i partner - in particolare Università e Scuola edile - ad aderire con particolare entusiasmo a questa iniziativa. A metà percorso, tra qualche mese, una prima verifica di quello che starà accadendo.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 10 Marzo 2011

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  • Plautus
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    Università, preoccupazione per eventuali tagli ai corsi. A breve un vertice

    “Il nodo è il sostegno del territorio”
    Università, preoccupazione per eventuali tagli ai corsi. A breve un vertice

    C'è attesa per l'incontro fissato il prossimo 9 marzo tra il ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, il ministro per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca, Mariastella Gelmini, con i rettori delle università meridionali per un esame delle diverse problematiche che riguardano in specie le Università del Mezzogiorno. Intanto, proprio nelle sedi più piccole delle università meridionali - e Taranto è una di queste - si cerca la strada per poter garantire la permanenza e possibilmente l'ampliamento dell'offerta formativa esistente. Se il futuro potrà essere rappresentato - come fiduciosamente commenta il rettore dell'Università di Bari, Corrado Petrocelli - dai “percorsi federativi finalizzati ad avviare concrete attività di collaborazione, ad ottimizzare le risorse, a mettere insieme ed esaltare le eccellenze, a creare attrattive realtà di ricerca e formazione”, nell'immediato c'è da fare i conti con difficoltà contingenti. “Per procedere sereni, ci occorre il sostegno del territorio”, dice Gregorio Andria, preside della II facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari con sede a Taranto. “Il problema è capire se il territorio vuol darci una mano, se e quanto ci tengano alla nostra presenza. Perché anche questo ci aiuta ad avere un peso nelle scelte strategiche del Politecnico. Convocherò a breve un forum presso la nostra facoltà con gli enti locali, Comune e Provincia, Confindustria, altre associazioni di categoria per discutere delle esigenze reali del territorio”. Insomma, a distanza di oltre 20 anni dall'istituzione del Politecnico a Bari e la conseguente istituzione di una seconda facoltà di Ingegneria a Taranto, c'è da far quadrato su questa presenza a Taranto. Entro il prossimo 30 aprile, la facoltà dovrà presentare la sua offerta formativa per il prossimo anno accademico e si tratterà di un'offerta basata ancora per un anno sull'assetto in facoltà e interfacoltà con Bari. Allo studio la possibilità di rilanciare l'offerta con una triplice filiera in Ingegneria civile, ambientale e del territorio, in Ingegneria dell'informazione (che racchiuderebbe l'elettronica, le telecomunicazioni, l'informatica e l'automazione), ed ancora - questa la novità - una nuova filiera in Ingegneria meccanica. Nel frattempo, la commissione dei 15 elaborerà entro fine luglio, al massimo settembre, un nuovo statuto per i dipartimenti che dal primo ottobre 2012 sostituiranno le facoltà. Insomma, si va verso assetti ed organizzazioni diverse che scardinano il concetto di facoltà autonoma. I dipartimenti potranno, infatti, anche prevedere l'organizzazione didattica distribuita tra Taranto e Bari, a seconda delle esigenze del territorio ed essere interateneo, in sinergia quindi con l'Università di Bari.



    E nei docenti resta alta la voglia di “fuggire”

    “Forse la facoltà di Taranto non è molto amata”. Il preside Gregorio Andria sceglie un eufemismo, ma non nega che anche presso la sua facoltà - come nelle altre del territorio - ci sia una certa tendenza da parte dei docenti a “fuggire” da Taranto. “Questa, però - assicura -, magari è una tendenza di chi ha già fatto carriera, non di chi voglia crescere. Il problema per i docenti - poi in qualche modo giustifica - è quello di vedersi assicurata una prospettiva di lavoro, ricerca, carriera. E per chi ha già fatto carriera, il problema è quello di fare scuola. Ebbene, al momento, con gli attuali sistemi, tutto ciò non ci è assicurato. E' vero, c'è malcontento, a Taranto come a Bari. Ma si tratta di qualche docente sfiduciato del sistema universitario in generale e che sta pertanto pensando di lasciare l'Università. La maggioranza, però, vorrebbe continuare e posso assicurare che si tratta di docenti che vogliono lavorare in questo territorio. Certo - prosegue il preside Andria - poi ci sono i docenti che andranno in pensione e per i quali sarà difficile assicurare il turnover e, se fatalmente dovessero mancare i requisiti minimi (oggi 45 docenti tra ordinari, associati e ricercatori, a Taranto ne sono incardinati 47, altri due ricercatori sono in arrivo e per un terzo sta per essere effettuato il concorso, ndr), il rischio di sopravvivenza per la facoltà aumenterebbe”. Ma scendere sotto quel requisito minimo non è poi cosa tanto difficile considerato che i ricercatori possono essere assunti a tempo determinato per due anni e con una sola riconferma. Se poi non trovano il posto da associato, sono fuori. A sostegno della spesa per i ricercatori, però, la riforma Gelmini mette in campo anche altri enti e mondo dell'impresa. Più attenzione del territorio verso questo sistema significa più ricerca, più offerta formativa, più crescita del territorio stesso.


    Università e studenti un legame più stretto

    Università e studenti. Due iniziative nei giorni scorsi presso le due facoltà di Scienze e Giurisprudenza dell'Università di Bari, con sede a Taranto. La prima. Attività di orientamento presso la II Facoltà di Scienze matematiche e fisiche, dove 338 studenti di otto scuole di Taranto e provincia hanno incontrato docenti e la preside Silvia Romanelli. Presentata loro l'offerta formativa della Facoltà costituita dai tre corsi di laurea in “Scienze Ambientali”, “Informatica e Comunicazione Digitale” e “Scienze e Gestione delle Attività Marittime” e i due spin-off della Facoltà (Geoprosys S.r.l. e EN.SU. S.r.l.). Gli studenti hanno avuto modo di visitare i laboratori didattici e informatici e il laboratorio Geomorfologia e GIS “L AGAT-TA”.
    La II Facoltà di Giurisprudenza di Taranto introduce a sua volta un tema di grande interesse. All'interno del progetto “L aworo “, sull'orientamento al Lavoro, si è tenuta una lezione dal titolo “La Psicologia del Successo”. Il relatore è stato il Personal Coach Luigi Turchiarulo, Master Trainer in PNL e presidente di “FormAzione Community”, considerato uno dei massimi esperti Italiani sulla motivazione e leadership personale. A partecipare all'incontro numerosissimi studenti provenienti anche da altre facoltà e, docenti. Durante la lezione, introdotta dal preside della II Facoltà di Giurisprudenza, Antonio Felice Uricchio, Turchiarulo ha spiegato come la parola successo va intesa come la capacità di realizzare la vita che si desidera, raggiungere importanti obiettivi nel totale rispetto dei propri valori e di quelli altrui. Con questa iniziativa, la facoltà ha dimostrato grande apertura verso tematiche innovative e che permettono agli studenti di avere una formazione sia di carattere accademico che di natura personale.

    articoli di Maria Rosaria Gigante
    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 6 Marzo 2011

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  • Plautus
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    Meno rischi in sette scuole superiori

    Meno rischi in sette scuole superiori

    Lavori di manutenzione straordinaria in sette scuole superiori di Taranto e provincia finalizzati alla messa in sicurezza, alla prevenzione e alla riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità degli elementi anche non strutturali. Insomma, in molte scuole potranno finalmente essere cambiati, ad esempio, gli infissi o sistemate nuove controsoffittature. La soluzione arriva dopo anni in cui nelle scuole si è spesso fatto ricorso anche a soluzioni estemporanee per ovviare a finestre rotte e pericolanti o pannelli delle controsoffittature divelti. Questo per salvaguardare l'incolumità di studenti e operatori delle scuole. Ma gli interventi che saranno realizzati non riguarderanno solo la sistemazione di nuovi infissi. Intanto, la spesa prevista: ammonta a 780 mila euro e rientra nei finanziamenti in un capitolo di spesa avallato da una serie di norme ed intese nazionali. Per usufruirne la Provincia di Taranto ha sottoscritto le convenzioni che regolano i rapporti tra Stato ed Ente con i ministeri delle Infrastrutture e Trasporti (Dipartimento per le infrastrutture, gli affari generali e il personale, Direzione generale per l'edilizia statale e per gli interventi speciali) e dell'Istruzione, Università e Ricerca. Ieri la presentazione del programma di interventi urgenti da parte dell'assessore provinciale ai Lavori pubblici, Costanzo Carrieri. “Questi interventi - dice Carrieri - rappresentano anche il risultato di un impegno profuso dal presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, in sede di Unione Province italiane. Florido è infatti il responsabile nazionale del Dipartimento edilizia scolastica dell'associazione che raccoglie e rappresenta tutte le Province italiane”. Questa la mappa degli interventi che saranno realizzati: a Manduria, presso il liceo De Sanctis, lavori di manutenzione delle controsoffittature e degli infissi esterni, spesa di 120 mila euro; a Martina, al liceo classico Tito Livio, lavori di manutenzione di natura edile, spesa prevista 120 mila euro; sempre a Martina, all'istituto professionale Motolese, lavori di mantenzione di natura edile, spesa prevista 130 mila euro; ed ancora a Martina, all'istituto Leonardo da Vinci, altri lavori di manutenzione di natura edile, spesa prevista 50 mila euro. E ancora: a Maruggio, presso l'istituto professionale per i servizi alberghieri, sempre lavori di manutenzione di natura edile, spesa 90 mila euro. A Taranto, inoltre, ulteriori lavori di manutenzione di natura edile all'istituto tecnico Maria Pia, spesa 20 mila euro. L'intervento più consistente è, infine, quello previsto per l'istituto professionale Archimede: 250 mila euro per lavori di manutenzione straordinaria per gli infissi esterni ed opere edili connesse.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 5 Marzo 2011

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  • Plautus
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    Edilizia scolastica: saliamo di quattro posti

    Edilizia scolastica saliamo di quattro posti
    Meglio nella classifica generale, giù nell'ecocompatibilità

    Per l'edilizia scolastica c'è un leggero avanzamento per il Comune di Taranto che passa dal 71° posto della rilevazione dello scorso anno al 67°. Anno di riferimento è il 2009. Un leggero passo in avanti che tiene comunque bloccata Taranto su posizioni inferiori della graduatoria costituita da 92 comuni capoluoghi di provincia. È quanto riferisce l'undicesimo rapporto nazionale di Legambiente, il più completo rapporto nazionale sullo stato dell'edilizia scolastica in assenza dell'anagrafe scolastica. La graduatoria delle città (i cui dati sono riferiti alle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado) è il risultato finale dell'intreccio dei dati relativi alle informazioni generali su edifici, certificazioni, manutenzione, servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche, avvio di pratiche ecocompatibili, esposizione a fonti di inquinamento ambientale. A sua volta la graduatoria generale si suddivide in più graduatorie che tengono conto di ulteriori aspetti specifici. Ed allora emerge che, in tema di buone pratiche, ossia sulla base dei dati relativi agli investimenti in servizi e pratiche ecocompatibili, Taranto torna ad occupare una posizione ancora più in giù: siamo al 76° posto. Graduatoria del rischio: sembrerebbe esser stata nuovamente guadagnata qualche posizione, ma la legenda dei criteri di formulazione della graduatoria anche qui non lascia granché scampo. In questa ulteriore graduatoria, che indica i comuni dove il livello di attenzione sulla qualità dell'edilizia scolastica è più basso, Taranto è al 59° posto. Nelle posizioni più alte sono quindi i Comuni le cui scuole hanno i problemi maggiori. Da segnalare come molti dei dati richiesti da Legambiente (in particolare sulla presenza di fonti d'inquinamento) sono di difficile reperibilità da parte dei Comuni per la mancanza di un vero monitoraggio. Questo - viene spiegato - talvolta comporta vantaggi per chi non risponde a queste domande, quindi non è detto che i Comuni che si trovano più in basso nella graduatoria siano senza scuole a rischio. Potrebbero in effetti non aver compiuto dei monitoraggi accurati. Nella sezione destinata all'anagrafe scolastica, Taranto è insieme a Lecce la realtà fotografata per la Puglia. Presi dunque in esame complessivamente 36.684 studenti e 98 istituti. In relazione al patrimonio edilizio emerge che il 3% delle scuole è stato realizzato prima del 1900, oltre il 5% entro il 1940, il 21,21% tra il '40 ed il '74 (anno dell'en trata in vigore dei provvedimenti per le costruzioni localizzate in aree sismiche), il 62,63% tra il '74 e il '90, oltre l'8% dopo il '90. Il 94,90% degli istituti è ubicato in edifici nati come scuole, il 54% ha giardini, il 71,43% palestre. Ma il 37,76% ha bisogno di interventi di manutenzione urgenti (la media nazionale è del 36%). Ed ancora collaudi statici sono stati effettuati nel 13,56% dei casi, l'idoneità statica è presente nel 41,84% dei casi, il certificato agibilità 27,55%, la certificazione igienicosanitaria 32,65%, prevenzione incendi 35,71%, scale di sicurezza 34,69%, porte antipanico 81,63%, impianti elettrici a norma 93,88%, eliminazione barriere architettoniche 6,12%. Inoltre, il 5,1% degli edifici è entro un chilometro dalle industrie e il 7,69% è tra 1 e 5 chilometri da una discarica. Una situazione difficile, dunque, a Taranto come nel resto d'Italia. L'assessore comunale alla Pubblica istruzione, Anna Rita Lemma, tira un leggero sospiro di sollievo per quelle quattro posizioni avanzate nella graduatoria generale. “Certo - dice - paghiamo anni di mancate manutenzioni ordinarie che ora comportano la necessità di manutenzioni straordinarie. Ma quel leggero avanzamento ci dice che da qualche tempo le risorse per gli adeguamenti vengono messe a budget e realmente si comincia a spenderle nelle scuole. Negli ultimi anni, in effetti, il piano triennale delle opere pubbliche comincia ad essere attuato ed anche per il prossimo triennio sono stati previsti interventi di adeguamento finalizzati alla messa in sicurezza degli edifici. Ci sono ulteriori criticità nelle nostre scuole, come la situazione dei solai che si conta di risolvere con interventi correttivi di impermeabilizzazione anche finalizzati all'in stallazione di pannelli fotovoltaici”.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 2 Marzo 2011

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  • Plautus
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    Via libera della Provincia per Palazzo degli Uffici

    Via libera della Provincia per Palazzo degli Uffici
    Florido si accinge a dare l'ok al Comune. Il pagamento avverrà in tre rate

    “Semaforo verde” dalla Provincia. Nei prossimi giorni, la giunta Florido darà l'atteso via libera all'operazione di riqualificazione di Palazzo degli uffici. La sede del liceo “Archita” tanto per essere chiari. L'Amministrazione provinciale, infatti, spedirà (forse lunedì) agli amministratori del Comune di Taranto un messaggio dal contenuto molto rassicurante. Per la serie, i patti sottoscritti vanno ed andranno rispettati . La giunta di centrosinistra guidata da Gianni Florido non si sottrarrà agli impegni assunti e, quindi, confermerà il suo contributo finanziario di 8,5 milioni di euro per ristrutturare l'edificio di piazza della Vittoria. Una rata all'anno per il prossimo triennio (due da 3 milioni di euro, una da 2,5) consentirà alla Provincia di non uscire di scena. In attesa della definizione formale di tutti gli atti è agevole comunque fissare la data per l'inizio dei lavori per la prossima estate. Intanto, un mese fa, è stata definita la convenzione che disciplina i rapporti tra il consorzio Aeders e l'Amministrazione comunale di Taranto, proprietaria dello storico immobile che insiste nel quadrilatero compreso tra via dei Comizi (ovvero, piazza della Vittoria), via D'Aquino, piazza Archita e corso Umberto. A questo punto, si attende che venga accolta la richiesta (già avanzata) alla Cassa Depositi e Prestiti per ottenere il mutuo. La somma (11 milioni di euro) serve per coprire la quota finanziaria di competenza comunale. Una volta definite tutte queste procedure, il Comune (per la giunta sta seguendo questa complessa vicenda l'assessore ai Lavori pubblici, Alfredo Spalluto) dovrà definire con la Provincia e l'impresa aggiudicataria le modalità con cui Palazzo del governo dovrà garantire la sua dote finanziaria (8.5 milioni). E si dovrebbe procedere nella direzione descritta prima (tre rate). Riepilogando, dunque, gli enti locali (Comune e Provincia di Taranto) dovranno contribuire alla realizzazione dell'opera sborsando circa 19 milioni di euro. La somma rimanente (14) sarà coperta dall'impresa che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all'interno del Palazzo). Aree che avranno soprattutto una destinazione commerc iale. Inoltre, la durata del contratto è di 36 anni mentre le superfici vengono così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune; 6.500 al liceo classico “Archita” (e, quindi, alla Provincia competente per legge alla manutenzione degli istituti scolastici superiori). La superficie che resta a disposizione (circa 9mila-10mila metri quadrati) sarà, invece, a disposizione del consorzio Aeders. Lì, in pratica, verranno sistemate le attività commerciali e culturali anche se la stessa società concessionaria si è impegnata a non aprire le porte del palazzo ad attività che siano in palese contrasto con la storia di questo prestigioso immobile.

    articolo di Fabio Venere
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Giovedì 17 Febbraio 2011

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  • Plautus
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    A caccia di alunni le superiori aprono a ragazzi e famiglie

    INIZIATIVE NELLE PROSSIME DOMENICHE
    A caccia di alunni le superiori aprono a ragazzi e famiglie

    Scuole superiori aperte la domenica per consentire agli alunni di terza media ed alle loro famiglie di prendere i primi contatti con le nuove realtà in vista delle preiscrizioni in scadenza il 12 febbraio. Aperto l'istituto professionale Cabrini domenica 30 gennaio e 6 febbraio (dalle ore 10 alle 12). “Visitabili - informa il preside Angelo Carrieri - gli ambienti di apprendimento in situazioni concrete di lavoro scolastico, con la presenza di alunni dei diversi corsi di studio, dalla grafica al chimico, dal commerciale all'audiovisivo“ . Apertura domenicale informa il preside Michele Marangi anche per il liceo Archita dalle 10 alle 12 di domenica prossima (sede centrale, piazza Archita e succursale di via Bruno 7) e di domenica 6 febbraio (sede centrale, piazza Archita e succursali di via Bruno 7 e di via Pitagora 14). Inoltre, apertura quotidiana, dalle ore 11 alle ore 12 di uno Sportello orientamento presso la segreteria alunni (piazza Archita) . All'Archita attivi il liceo classico (istituito nel 1872), il liceo scientifico, il liceo musicale (uno dei tre dell'intera Regione) e il liceo delle scienze umane (anche con opzione economico-sociale). Tre i plessi in cui sono allocate le classi: la sede principale nel Palazzo degli Uffici che ospita l'indirizzo classico e il musicale; mentre le due succursali in via Pitagora (ex scuola media Mazzini) e in via Bruno (Sant'Antonio), ospitano il liceo delle scienze umane e lo scientifico. Intensa la tradizione culturale presso l'Archita: pubblicazione della rivista Galaesus, progetti Pon, produzione di ipertesti, attività teatrale, attività concertistica, organizzazione di agoni e certamina, conferenze e seminari. Numerosi, inoltre, i servizi per gli studenti: visite guidate e viaggi di istruzione, stages estivi in colleges stranieri, corsi di potenziamento e approfondimento, corsi di lingua inglese con certificazione Cambridge, corsi di informatica per il conseguimento della patente europea Ecdl, corsi di storia e archeologia, cineforum, preparazione ai test universitari, interventi per il sostegno e il recupero, sportello didattico. Presenti anche numerosi laboratori.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 28 Gennaio 2011

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  • Plautus
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    Rivisitata la storia locale per i 150 anni dell'unità

    L'INIZIATIVA VEDE IMPEGNATE 25 SCUOLE TARANTINE GEMELLATE CON ISTITUTI DI ALTRE REGIONI
    Rivisitata la storia locale per i 150 anni dell'unità

    E' stato presentato ieri il programma delle iniziative rientranti nel progetto “Dalle tessere del localismo al mosaico Italia” , nato nell'ambito delle celebrazioni del 150° anniversario della Unità di Italia, con patrocinato di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Puglia, Provveditorato agli studi, Provincia e Comune di Taranto e la collaborazione dell'Università di Bari (polo jonico). Al progetto, che ha ottenuto l'encomio della Camera dei deputati (che ha inviato una medaglia d'argento), hanno aderito 25 istituti scolastici di ogni ordine e grado, gemellati con scuole di altre regioni. Claudio Morbidelli, responsabile del progetto, ne ha illustrato i contenuti, alla presenza dell'assessore comunale alla pubblica istruzione, Anna Rita Lemma, e del presidente dell'associazione “Taranto Centro Storico” Enzo Risolvo. L'idea consiste nella rivisitazione e nella valorizzazione del patrimonio storico, di tradizioni, usanze e vernacolo tarantino, per favorire lo scambio culturale con altre realtà scolastiche di Italia, nella convinzione che in questo momento storico, in cui sembra prevalere la cultura della divisione, la differenza va percepita come un valore unificante. Tra le iniziative programmate rientrano due concorsi: “L'Italia è...”, concepito per valorizzare l'evento storico e ad acquisire la consapevolezza della memoria come elemento di cittadinanza e di proiezione al futuro, e “Ideazione di un bozzetto”, per la realizzazione di una cartolina da utilizzare per annullo filatelico. Ci saranno poi incontri presso emittenti televisive e sette appuntamenti a tema. Il primo sarà martedì prossimo alle 11, nell'aula magna del liceo Quinto Ennio. Relazioneranno Piero Massafra e Tommaso Anzoino sulle “radici storiche della percezione di una patria comune”. Il 15 febbraio, all'istituto Pitagora, si parlerà invece de “La scuola postunitaria come strumento di unificazione nazionale” con Francesco Terzulli e Riccardo Pagano. “Italianità nella letteratura” è il tema dell'incontro del 2 marzo alle 10 alla Biblioteca comunale che sarà sviluppato da Stefano Milda, Paolo De Stefano e Tommaso Anzoino. Il 22 marzo al Pacinotti, l'obiettivo si sposterà sulla “Industrializzazione come contributo alla integrazione nazionale”, tematica che sarà approfondita da Alfredo Cervellera e Giovanni Battafarano. L'8 aprile, nel Salone di rappresentanza della Provincia, saranno presentati i risultati dell'indagine sulla percezione di appartenenza nazionale dei giovani. Negli ultimi due incontri si discuterà del “contributo delle istituzioni prefettizie nel processo dell'unità d'Italia” e sull'“unificazio ne economica e processi di unificazione valutaria e bancaria dell'Italia nel primo decennio post unitario”. La manifestazione conclusiva del progetto si terrà, presumibilmente in piazza Garibaldi, dall'8 al 10 aprile. Nell'occasione saranno esposti gli elaborati grafici, pittorici, musicali e teatrali realizzati dalle scuole tarantine partecipanti e da quelle gemellate.

    articolo di Sabrina Esposito
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Sabato 22 Gennaio 2011

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