L’8 gennaio si inaugura a Taranto l’anno accademico con D’Alema
«Nella città in crisi l’Università di Bari decide di restare e si potenzia»
«Nella città in crisi l’Università di Bari decide di restare e si potenzia»
Arriva il giorno dell’evento. L’evento più significativo per l’Università che c'è, che decide di restare e invece di scappar via - dice il rettore dell’ateneo barese Corrado Petrocelli - rafforza la sua presenza in un momento di crisi e sofferenza per la realtà tarantina.
L’otto gennaio sarà una data storica per Taranto. La prima volta della cerimonia accademica di più alto significato per un ateneo che in questa occasione ha scelto, come location, una sede decentrata. Per ospitare tale evento, si affida all’altro simbolo di presenza costante e di identificazione con la città, la Marina Militare, che offre la disponibilità dell’ampia aula magna della Scuola sottufficiali. Ed evidentemente anche maggiori garanzie organizzative per la prima partita che si decide di «giocare» fuori casa. Con un solo rischio: che il tutto possa sì costituire una grossa occasione di visibilità per la città, ma soprattutto che migliaia di cittadini rimangano «assenti» da ogni punto di vista da ciò che accade intorno a loro, assistendovi solo dagli schermi delle emittenti che effettueranno la diretta televisiva (il rettore non ha voluto concedere l’esclusiva a nessuno) o dalle cronache dei giornali.
Prevale, tuttavia, l’alto significato simbolico per la città che sarà rappresentata dai suoi massimi esponenti che avranno così l’occasione di assistere, insieme agli esponenti del governo regionale (non dovrebbe esserci, però, il governatore Nichi Vendola, pare sostituito dal presidente del Consiglio regionale Pietro Pepe), e soprattutto insieme al vicepresidente del Consiglio, Massimo D’Alema, alla presentazione dei programmi per il futuro del più grande ateneo pugliese. Un ateneo impegnato nella condivisione di un Codice Etico, nei mesi scorsi investito dalla bufera per i test di ingresso a Medicina e più recentemente dall’ultima indagine ministeriale sulla quantità di ricerca che lo posiziona a metà classifica.
Nella cerimonia, per la quale saranno impegnate almeno 50 addetti dell’Università affiancati dal personale della Marina Militare, il rettore Petrocelli indosserà, come tutti i suoi colleghi provenienti da altri 17 atenei italiani, l’abito ufficiale, vale a dire toga ed ermellino. I presidi indosseranno anch’essi la toga con i colori identificativi della propria facoltà. Ma ci saranno anche rettori provenienti da atenei stranieri con cui l’Università di Bari intrattiene rapporti di collaborazione.
La cerimonia ufficiale sarà aperta alle 10,30 dall’esecuzione di un brano da parte del Coro Harmonia dell’ateneo, composto da 35 elementi provenienti dai ruoli amministrativi. Seguiranno gli interventi dei lavoratori precari, del personale tecnico-amministrativo, del Comitato Pari opportunità, nonché del direttore amministrativo Giorgio De Santis. Sarà quindi la volta della prolusione del rettore Petrocelli che, nello specifico, in riferimento a Taranto, dopo aver fatto i conti con i limiti imposti dal decreto Mussi, potrebbe annunciare qualche ridimensionamento per l’offerta formativa ed il contestuale ampliamento in altri settori.
L’attesa è per possibili future nuove facoltà di Scienze Umane e Scienze della Salute. Potrebbe rimanere deluso, invece, chi magari si attende particolari aperture verso un’ipotesi di autonomia dell’intero polo jonico. Già in precedenti occasioni, Petrocelli ha chiarito la sua idea di rete universitaria regionale all’interno della quale il polo jonico potrebbe raggiungere una sua particolare identità. Dopo l’intervento di D’Alema, al quale sarà consegnato il sigillo d’oro, la cerimonia si trasferirà a Palazzo D’Aquino, recentemente inaugurato sede rettorale, per un rinfresco ed un brindisi per il nuovo anno accademico.
articolo di Maria Rosaria Gigante
tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno di Domenica 06 Gennaio 2008
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