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Rassegna Stampa 2010

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    Palazzo Uffici: intesa tra Comune e Provincia

    Palazzo Uffici, c’è intesa tra Comune e Provincia ma la strada resta in salita

    • Palazzo degli Uffici, Comune e Provincia tornano a muoversi sulla stessa lunghezza d’onda. Dopo aver navigato su rotte diverse, i due enti salgono idealmente insieme sulla stessa imbarcazione. La stagione estiva, entrata nel vivo, agevola la metafora appena illustrata che, peraltro, rende bene l’idea di quel che sta accadendo tra Palazzo di città e Palazzo del governo. Le due amministrazioni, entrambe di centrosinistra, in queste ultime settimana, avevano avuto qualche divergenza sull’iter da seguire per l’avvio dei lavori di ristrutturazione di Palazzo degli uffici.
    In altre parole, da tre anni ormai, la Provincia ha stanziato dal proprio bilancio 8.5 milioni di euro da destinare alla riqualificazione di questo storico immobile in cui insiste il liceo classico «Archita». Solo che questa somma è vincolata, in virtù di una delibera del Consiglio provinciale, sino al prossimo 30 ottobre.
    E, in questo clima di tagli governativi, la tentazione di liberare quest’ingente cifra per fare altro è stata forte in alcuni settori della giunta Florido. Ad alimentare questa strada, secondo una parte della Provincia, avrebbe contribuito il Comune di Taranto accusato di aver perso tempo prezioso nel adottare il progetto esecutivo e nel richiedere il mutuo alla Cassa depositi e prestiti. Poi, però, le divergenze tecnico - politiche si sono appianata (almeno, così pare) ed il progetto condiviso andrà avanti con l’invito degli assessori provinciali ai loro omologhi di Palazzo di città di far presto.
    E, in effetti, in queste ultime settimane, la giunta Stefàno ha accelerato su questo versante. L’assessore al Bilancio, Dante Capriulo, è stato recentemente a Roma per sondare il terreno per la concessione del mutuo. Poi, si spera prima della breve pausa estiva, Comune e Si.el. dovranno ridefinire la convenzione d’uso in base ad alcune modifiche apportate e, infine, il progetto dovrà incassare il nulla osta della Soprintendenza.
    Riepilogando, dunque, cosa serve? La Cassa depositi e prestiti deve concedere un mutuo da 11 milioni di euro. Soldi, questi, necessari per coprire la quota che spetta a Palazzo di città.
    Ma non è questo l’unico problema. I lavori non possono iniziare ed il mutuo, di conseguenza, non si può richiedere se prima l’impresa aggiudicataria del progetto di finanza (la Siel, appunto) non presenta il progetto definitivo che, a sua volta, deve essere sottoposto ed avere il via libera del Comune e della Sovrintendenza. Poi, ancora, serve che ci sia il quadro economico che illustri i termini dell’intervento nell’immobile di piazza della Vittoria.


    IL PROPRIETARIO DELL’EDIFICIO PRETENDE DAL COMUNE 200MILA EURO E NON PIÙ 60MILA
    E spunta un altro ostacolo: Opere Pie vuole più soldi

    • A dire il vero, in questi giorni è spuntato un altro ostacolo per la riapertura del cantiere-Palazzo degli uffici. Superabili, dicono però i tecnici. Eppure, è comunque un aspetto da risolvere. L’ente Opere Pie, proprietario di alcune aree e di alcuni locali dell’immobile, di fatto intende rivedere i termini dell’accordo siglato anni fa e chiede al Comune, proprietario dell’edificio, una somma non più di 60mila ma di 200mila euro. Alla fine, assicurano i legali, si troverà un’intesa e comunque questo recente carteggio firmato «Opere Pie» non dovrebbe bloccare il cantiere quando (già, ma quando?) ripartiranno i lavori di ristrutturazione.
    Riepilogando gli enti locali (Comune e Provincia di Taranto) dovranno contribuire alla realizzazione dell’opera per circa 18 milioni di euro. La somma rimanente (15) sarà coperta dall’impresa che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all’interno del Palazzo. Aree che avranno soprattutto una destinazione commerciale. Ed ancora: la durata del contratto è di 36 anni e non più, quindi, a 44 così come la società concessionaria aveva richiesto mentre le superfici vengono così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune; 6.500 al liceo classico «Archita» (e, quindi, alla Provincia competente per legge alla manutenzione degli istituti scolastici superiori). La superficie che resta a disposizione (circa 9mila-10mila metri quadrati) sarà, invece, a disposizione della Siel. Lì, in pratica, verranno sistemate le attività commerciali e culturali anche se la stessa società concessionaria si è impegnata a non aprire le porte del palazzo ad attività che siano in palese contrasto con la storia di questo prestigioso immobile.
    La Provincia finanzierà questi lavori di ristrutturazione con 8.5 milioni di euro. E il Comune? L’Amministrazione comunale, come si riferisce in questa stessa pagina, sarà costretta ad accendere un mutuo per poter avere a disposizione 11 milioni di euro. Un mutuo trentennale che peserebbe sulle casse comunali per 640 - 700mila euro all’anno.
    Un bel peso, certo, per un ente che ancora non è formalmente uscito dal dissesto finanziario. Eppure, questo va detto, si tratterebbe comunque di un impegno finanziario inferiore rispetto a quanto originariamente previsto (1 milione 200mila euro all’anno) per chiudere questo lungo contenzioso.

    articoli di Fabio Venere
    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di lunedì 19 Luglio 2010

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      Liceo Ferraris a caccia di aule

      Liceo Ferraris a caccia di aule

      • Liceo scientifico Ferraris a caccia di aule. E’ una situazione che si trascina da qualche tempo ormai e in passato – lo scorso anno scolastico in particolare – la carenza di aule ha creato qualche disagio all’intera organizzazione scolastica. Ieri, intanto, dopo che il dirigente scolastico Mario Dalbosco, aveva puntato i piedi, sopralluogo dell’assessore provinciale alla pubblica istruzione, Emanuele Fisicaro, alle prese dalle prossime settimane con il nuovo piano di dimensionamento. Per trovare una soluzione all’emergenza del Ferraris ci sarà un vertice venerdì mattina alle 10,30. Questa la decisione emersa ieri. Al vertice sono invitati i dirigenti scolastici sia del liceo Ferraris sia dell’istituto tecnico Maria Pia che dispone di una succursale proprio nelle immediate vicinanze del Ferraris, vale a dire presso la parrocchia di Santa Teresa. Evidente, quindi, che una ipotesi di soluzione del problema potrebbe essere proprio su questo versante. Il plesso di Santa Teresa, infatti, non sarebbe al momento pienamente utilizzato nel senso che il Maria Pia usufruirebbe degli spazi necessari solo per sei classi. Insomma, si vedrà venerdì se la soluzione potrà essere cercata in buona armonia.
      Ma l’assessore Fisicaro è alle prese anche con una serie di altre questioni ed emergenze che potrebbero trovare risposta nei finanziamenti del Fesr (fondo europeo di sviluppo regionale) destinati alla ristrutturazione di aule, alla realizzazione di strutture per lo sport, rimozione di barriere architettoniche, dotazione di strumentazione per l’uso di energie rinnovabili. “Si tratta di finanziamenti che verranno gestiti direttamente dalle scuole – dice Fisicaro -. Vista questa novità, convocherò a breve i dirigenti scolastici per sollecitarli a muoversi in tale direzione. Personalmente spingerò per la costituzione di una commissione di garanzia nella quale inviterò la Procura della Repubblica, la Prefettura, Guardia di Finanza e Questura a nominare un proprio delegato in modo da garantire la massima trasparenza nell’utilizzo dei fondi”.

      articolo di Maria Rosaria Gigante
      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 20 Luglio 2010

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        Ingegneria Taranto: test di orientamento

        Ingegneria, primi test in arrivo le scadenze
        Due triennali e tre specialistiche per gli oltre 1.100 iscritti

        • A sei mesi dalla laurea l’82% dei laureati tarantini in Ingegneria sono già occupati, il 76% trova lavoro nella propria città di residenza, il 16% fuori regione, il 6% fuori provincia, il 2% all’estero. Il 16% dei maturati tarantini opta per gli studi di Ingegneria, di questi il 49% sceglie di rimanere a studiare in città (confermato negli ultimi anni un trend di 250 nuove immatricolazioni), mentre il 51% si rivolge ad altre facoltà di Ingegneria italiane.
        Con un’offerta didattica “razionalizzata”, in base alla più recente normativa, e articolata in due corsi di laurea triennali e tre lauree specialistiche (la triennale in Ingegneria Civile e per l’ambiente ed il territorio legata alla relativa specialistica, nonché l’altra triennale in Ingegneria dei Sistemi Industriali ed Elettronici legata alle due specialistiche in Ingegneria meccanica e Ingegneria Elettronica), nonché nel Dottorato di Ricerca in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio” e nel Master in “Tecniche avanzate di saldatura”, la II Facoltà di Ingegneria di Taranto - oltre 1100 iscritti, 50 prof di ruolo -, affiancata anche da un Diass (dipartimento di ricerca), evidenzia i suoi punti di forza, proprio nel momento in cui gli studenti tarantini sono alle prese con la delicata scelta del loro futuro. “E’ da piu’ di vent’anni che la Facoltà opera sul territorio e soprattutto per il territorio, favorendo anche con tirocini formativi e stage aziendali l’inserimento dei nostri laureati nel mondo del lavoro – dice il preside Gregorio Andria -. La missione della Facoltà è in particolare quella di essere al completo servizio del territorio, con competenza e professionalità, per contribuire alla sua crescita e al suo sviluppo. Questo ci consente anche di condurre ricerca di eccellenza in collaborazione con le grandi e medie imprese del territorio. Abbiamo, inoltre, un ottimale rapporto docenti studenti – 1 a 25 – che favorisce l’apprendimento e consente di curare la preparazione dei nostri studenti per educarli a prendere responsabili decisioni tecniche e gestionali nei più svariati campi dell’ingegneria; l’ambiente, l’edilizia, la pianificazione territoriale, l’impiantistica, l’automazione, l’industria, le telecomunicazioni, l’informatica e così via. Un ruolo importantissimo è esercitato, nell’ambito della loro preparazione, dal laboratorio didattico”.
        Anche in materia di servizi – nonostante la cronica assenza di una mensa il cui progetto è pronto presso l’Adisu -, la facoltà jonica ha i suoi buoni “numeri”: iscrizioni online e la possibilità di seguire tutta la propria carriera sul sito internet ( http://www.fataing.poliba.it/   ), rete wireless gratuita, biblioteca e internet point sempre disponibili, punto ristoro, spazi studio, disponibilità dei docenti, contratti part-time, borse di studio, formazione all’estero.
        Importanti scadenze. Gli studenti che intendono immatricolarsi potranno iscriversi entro il prossimo 6 agosto al test di orientamento (obbligatorio, ma non selettivo) in calendario il primo settembre. Servirà a valutare le capacità attitudinali a seguire gli studi di Ingegneria e ad assegnare eventuali obblighi formativi aggiuntivi a coloro che non risulteranno in possesso di un’adeguata preparazione iniziale. Tutti i partecipanti potranno immatricolarsi a prescindere dai risultati conseguiti.

        articolo di Maria Rosaria Gigante
        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 22 Luglio 2010

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          Liceo Tito Livio: nuova sede cercasi

          MARTINA: LE AULE DELL’ATENEO BRUNI NON BASTANO PER OSPITARE TUTTI GLI STUDENTI. POLEMICA CON LA PROVINCIA
          Nuova sede cercasi per il liceo Tito Livio

          • MARTINA. Estate di bufera, nei rapporti fra il liceo “Tito Livio” di Martina Franca e l’amministrazione provinciale. Proprio dalla Provincia dipende la gestione delle scuole superiori e il “Tito Livio”, comprendente le sezioni del liceo classico, dello scientifico e del linguistico (circa 1600 studenti in totale) anche quest’anno fa registrare un buon trend in tema di iscrizioni. Ma andare bene, per una delle istituzioni scolastiche più prestigiose della regione, deve preoccupare perché, soprattutto nella sede dell’ateneo Bruni, non si sa letteralmente più dove mettere gli studenti. Sono stati sacrificati la biblioteca, l’aula magna, laboratori scientifici per ricavare aule, ci si è stretti all’impossibile, ma ora basta.
          «Servirebbe un’altra sede per il linguistico - dice il preside Vincenzo Monaco - per fare capire in concreto l’urgente bisogno di una decina di aule, almeno. Se il plesso del Pergolo, che ospita lo scientifico, è appena appena sufficiente a far fronte al numero di iscritti, per il classico e il linguistico insediati all’ateneo Bruni è stracolma la misura, da almeno tre anni, stando per lo meno alla serie lunghissima di lamentele, richieste, formalizzate, da parte dei vertici di istituto. Ma, se negli anni scorsi, c’era stato qualche segnale come un bando-burletta messo in internet e non visto da nessuno, per il reperimento di una sede per il linguistico - aggiunge il preside Monaco al telefono - quest’anno alcune dichiarazioni del presidente della Provincia hanno scatenato un intero consiglio di istituto».
          Il presidente Antonio Lanzillotta racconta perché: «in consiglio provinciale, a giugno, il presidente dell’amministrazione provinciale ha detto che vanno praticamente limitate le iscrizioni, che non c’è niente, ma la terminologia stessa usata dal presidente Florido in consiglio provinciale ci ha lasciati veramente perplessi». Anche il preside del “Tito Livio” ribadisce le considerazioni di Lanzillotta. In più, c’è un documento del consiglio di istituto, firmato anche dagli altri 12 consiglieri: è un appello al prefetto, al sindaco, alle autorità scolastiche, perché facciano sentire le rispettive voci, ed è anche una “denuncia” delle “inadempienze” e della «ostentata indifferenza verso una grave limitazione nell’erogazione del servizio scolastico, peraltro in una situazione di serio pregiudizio alle condizioni minime di sicurezza». All’ateneo Bruni, per esempio, ci sono anche infiltrazioni di acqua. L’indifferenza della quale parlano i membri del consiglio di istituto del “Tito Livio” sarebbe quella dell’amministrazione provinciale dopo «infruttuosi, ripetuti inviti a provvedere», che anche l’ufficio scolastico regionale aveva rivolto alla Provincia di Taranto. E l’intervento di Florido in consiglio provinciale, riguardo a questo problema, l‘8 giugno, viene considerato alla stregua di «incredibili dichiarazioni, caratterizzate da un tono inaccettabilmente arrogante e da argomentazioni assurde per giustificare l’ingiustificabile rifiuto ad adempiere ai propri doveri istituzionali».

          articolo di Agostino Quero
          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 22 Luglio 2010

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            Riferimento: Rassegna Stampa 2010

            INSIEME PROVINCIA, COMUNE, CONFINDUSTRIA, CDC, SINDACATI E COMITATO QUALITÀ DELLA VITA
            Università, verso un nuovo accordo
            Insediato il tavolo di lavoro congiunto dopo gli annunci di «tagli»

            • Non sarà disdettato al momento l’accordo di programma triennale con l’Università di Bari, ma all’ateneo barese sarà comunicato che le istituzioni tarantine stanno lavorando su un nuovo accordo da sottoporre alle autorità accademiche nel prossimo mese di settembre. E’ il presidente della Provincia, Gianni Florido, a prendere posizione in tal senso nel corso della prima riunione del tavolo istituzionale insediatosi ieri per discutere della riduzione dell’offerta formativa universitaria sul territorio decisa unilaterlamente dall’ateneo barese, sia pure sulla base dei criteri ministeriali più restrittivi e delle sempre minori risorse finanziarie destinate alle sedi decentrate. Ma il tutto è avvenuto nonostante un accordo di programma con gli enti locali jonici che parla invece di consolidamento del polo jonico.
            E’ la prima volta che accade che si insedi un tavolo istituzionale che vede coinvolte insieme le diverse istituzioni. Al tavolo siedono, infatti, la Provincia – col presidente Florido e l’assessore Fisicaro -, il Comune (con l’assessore Ciocia), Confindustria, Camera di Commercio, organizzazioni sindacali della confederazione e della scuola, ed in primis la Cisl che ha promosso questa concertazione, Comitato per la Qualità della Vita.
            Si continuerà a parlare e predisporre il percorso da delineare in questo scorcio di mese e ad agosto per essere pronti a settembre con una bozza definitiva di nuovo accordo da sottoporre all’Università di Bari e con un documento che non faccia cadere dall’alto il dimensionamento e l’organizzazione della formazione sul territorio.

            articolo di Maria Rosaria Gigante
            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 23 Luglio 2010

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              Università: borse di studio e servizio mensa

              Borse di studio: c’è il bando

              • Approvato dall’Adisu (agenzia regionale diritto allo studio) Puglia il bando di concorso per il conferimento di borse di studio e servizi per l’anno accademico 2010/2011 a favore degli studenti iscritti ai corsi di studio dell’Università e del Politecnico di Bari attivati presso le sedi di Taranto. Il testo integrale del bando è disponibile sul sito www.adisupuglia.it   selezionando la sede territoriale di appartenenza. Il bando può anche essere ritirato presso gli sportelli della segreteria studenti della sede in via De Cesare 100/102 dalle 9 alle 12,30 di tutti i giorni escluso il sabato e dalle 15 alle 16,30 del martedì e giovedì.



              Servizio mensa: convenzione con l’Ipercoop

              • In assenza di una mensa universitaria nelle sedi ubicate al quartiere Paolo VI, gli studenti delle facoltà di Ingegneria e di Scienze potranno dal prossimo primo settembre fruire del servizio di ristorazione attivo presso il Centro commerciale Ipercoop. Una apposita convenzione è stata, infatti, sottoscritta l’altro ieri dall’Adisu (agenzia regionale per il diritto allo studio) con l’Ipercoop. A sollecitare in tale direzione sono stati i rappresentanti degli studenti nel consiglio d’amministrazione dell’agenzia, Lazzaro e Russo. E’ possibile visionare la convenzione su www.adisupuglia.it  , cliccando il link sede di Taranto, oppure recandosi presso gli uffici in via De Cesare 100/102. La sottoscrizione di tale convenzione è una prima risposta alla richiesta pluriennale da parte degli studenti di una mensa universitaria in zona.

              articoli pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 24 Luglio 2010

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                Università: L’allarme del Pd nuovi tagli in arrivo?

                Università | L’allarme del Pd: nuovi tagli in arrivo?

                Democratici preoccupati per la tenuta del sistema universitario jonico. Preoccupano gli ultimi tagli di un miliardo e 300 milioni di euro all’università pubblica italiana e gli ulteriori effetti che saranno dati dalla riforma in discussione alla Camere. Preoccupa la cancellazione di una parte dell’offerta formativa in loco, vale a dire il primo anno di corso (quindi nessuna nuova immatricolazione) di Lettere, Scienze della Moda, Maricoltura e della specialistica in Scienze ambientali, a cui l’ateneo barese è stato costretto. Ma la situazione rischia di “complicarsi ancor più” se nella prossima settimana, nell’ambito della manovra di rientro che dovrà essere approntata dall’ateneo barese, dovessero esserci ulteriori “sacrifici” e penalizzazioni per Taranto che resta, comunque, trattandosi di sede gemmata, indissolubilmente legata alle sorti dell’ateneo centrale. Conferenza stampa dell’on. Ludovico Vico, del segretario provinciale del Pd Luciano Santoro, del responsabile Università dei Giovani Democratici Paolantonio Palumbo e del segretario provinciale dei Giovani Democratici Giuseppe Fontana, ieri, emblematicamente sul tema “L’Università verso il tracollo”. “Siamo consapevoli che le vicissitudini di Taranto dipendenderanno da quello che accade a Bari”, dicono. Ma non possono non partire da una premessa ancor più generale che vede l’università pubblica italiana messa sotto scacco dallo stesso governo. Significherà pur qualcosa, a loro avviso, se l’unica visita istituzionale del presidente del Consiglio Berlusconi in una università, sia stata presso quella telematica della Cepu. “Il rettore Petrocelli – aggiungono – la prossima settimana presenterà il piano di rientro dal deficit. Se ai primi tagli dovessero aggiungersene degli altri, è evidente che si rischia di far morire l’Università di Bari e di trascinare con sé anche Taranto”. Da qui, comunque, un appello a Petrocelli perché “tutto ciò che è stato costruito in questi ultimi tre anni a Taranto sia in capo ai pensieri dell’Università di Bari e della battaglia da fare. Insomma, che le tre facoltà qui istituite (Scienze, Economia e Giurisprudenza, ndr) siano un punto di non ritorno”. Questione correlata che i ds non trascurano di mettere sul tavolo anche il rapporto che Università e in questo caso pure il Politecnico di Bari hanno col territorio. Citano il caso della presenza di 40 stagisti di Ingegneria siderugica provenienti dall’ateneo milanese in Ilva a Taranto e la mancanza, invece, di un’offerta formativa universitaria in loco sui temi della siderurgia, così come dell’aero spazio e dell’energia.

                articolo di Maria Rosaria Gigante
                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 25 Luglio 2010

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                  Comitato tecnico-scientifico sulla riforma Gelmini

                  L’ORGANISMO INSEDIATO DALL’ASSESSORE PROVINCIALE ALL’ISTRUZIONE, FISICARO
                  Riforma dell’Università: ecco una cabina di regia

                  • Un Comitato tecnico-scientifico che elabori a Taranto il percorso culturale della riforma Gelmini (Decreto Legge 1 settembre 2008, n. 137 - “Disposizioni urgenti in materia di istruzione e di università”) e indirizzi le risorse finanziarie, insomma una sorta di cabina di regia che gestisca l’evoluzione della riforma all’interno delle scuole nel rispetto della legalità. E’ quanto istituito ieri dall’assessore provinciale alla pubblica istruzione e università, Emanuele Fisicaro.
                  Ne fanno parte i dirigenti scolastici di alcune scuole di istruzione secondaria superiore presenti a Taranto e provincia (G.B. Vico di Laterza, Tito Livio di Martina, De Ruggieri e Amaldi di Massafra, Isiss di Crispiano, Cabrini, Ipsia Archimede, Liceo Archita tutti di Taranto, Orazio Del Prete di Sava), nonché i responsabili provinciali dei sindacati confederali ed autonomo della scuola, e di associazioni che si occupano di scuola ed università. “L’obiettivo – dichiara l’assessore Fisicaro - è quello di poter puntare su un organo collegiale di rappresentanza per portare avanti con maggiore incisività le istanze e le proposte della scuola secondaria di secondo grado della provincia ionica”. Il Comitato si riunirà con cadenza periodica per un confronto costante e per pervenire a valutazioni, analisi e proposte più efficienti ed efficaci, ma è chiaro che affronterà anche emergenze e situazioni particolari a prescindere dalle date prefissate. Per questo l’organismo sarà in stretto contatto con i referenti territoriali del mondo scolastico e universitario, oltre che con tutte le Istituzioni locali, regionali e nazionali. Intanto, il Comitato ha prodotto un primo documento in cui si chiede agli organi competenti il ridimensionamento dei tagli per il personale docente e per il personale Ata, previsti dalla normativa vigente. “L’istruzione – commenta Fisicaro - rappresenta uno dei pilastri fondamentali su cui poggia la nascita del nuovo assetto socio-economico che dovrà necessariamente intervenire a sostituire quello attuale, fondato su canoni e criteri di una modernità ormai tramontata. Questa è la ragione per cui non sono ammissibili risparmi di spesa su un settore dalla valenza così strategica”. Nel proprio documento, infatti, il neo Comitato giudica “non più rinviabile un adeguamento delle strutture, delle attrezzature e soprattutto delle risorse umane ampiamente disponibili nel mondo della scuola”, nonché “drammatica” la “situazione dei tagli indiscriminati che il Ministero sta operando sugli organici del personale scolastico, sul numero degli alunni per classe”.

                  articolo di Maria Rosaria Gigante
                  pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 30 Luglio 2010

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                    Martina Franca: scuole superiori a rischio agibilità

                    MARTINA FRANCA - L’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE NON HA ALCUNA DOCUMENTAZIONE. COINVOLTI DUEMILA STUDENTI CIRCA. LA QUESTIONE PASSERÀ IN MANO AL PREFETTO?

                    Scuole superiori, rischio agibilità

                    Si tratta del liceo scientifico e dei due istituti tecnici. Il timore è che non riaprano

                    • MARTINA. Le indiscrezioni sono allarmanti. Per le tre scuole superiori di Martina Franca (Itis, Itc e liceo scientifico) senza certificato di agibilità, si sarebbe già all’ultima spiaggia.
                    L’amministrazione provinciale, che è competente per gli istituti superiori (martinesi e del resto del territorio) non ha alcuna documentazione riguardante la ragioneria, ha un solo documento relativamente all’istituto tecnico industriale e altrettanto per il liceo scientifico. In queste condizioni è impossibile il rilascio dell’agibilità, mancando appunto le certificazioni di collaudi, impianti e rispetto delle norme di sicurezza. Il Comune di Martina Franca, dal canto suo, ha specificato che in assenza di documentazioni il rilascio dell’agibilità non è possibile. Nessuno lo dice ancora ufficialmente, ma il ragionamento ha una sola conseguenza: senza agibilità impossibile aprire. Così, per un paio di migliaia di studenti, per i loro docenti e per il personale non docente, è davvero a rischio l’apertura delle scuole, che hanno sede in zona Pergolo, per il prossimo anno scolastico.
                    Alla Provincia di Taranto il lavoro è frenetico per tentare di venire a capo di un problema che di giorno in giorno assume, però, i contorni di una storia irresolvibile. Ed è tale, secondo i bene informati, per due ordini di motivi, essenzialmente: mancano i soldi, manca il tempo. Questione economica: l’amministrazione provinciale non avrebbe la possibilità, e se anche l’avesse sarebbe molto limitata, di completare le pratiche, che non sono solo il riempimento di alcune carte, ma quelle carte devono giungere al termine di un percorso ben preciso. Esempio: certificare il rispetto delle norme di sicurezza significa che la situazione deve essere reale. E in caso di lacune, occorrerebbe riparare. E qui subentra l’altro grave problema: il tempo. Anche avendone le possibilità economiche, mettere su un’intera realizzazione, con procedura incorporata, finalizzata all’agibilità, non sarebbe certo possibile (affermano alcuni tecnici che hanno esaminato la situazione) entro il prossimo mese e mezzo.
                    In condizioni del genere, c’è già chi ipotizza di suggerire all’amministrazione provinciale di giocarsi l’unica carta attualmente possibile: chiedere al prefetto di dare l’ok. all’apertura di quelle tre scuole. L’ultima spiaggia, appunto. È molto grave esserci arrivati dopo che per oltre venti anni, sono state mandate a scuola generazioni di studenti senza che le carte di quelle scuole fossero a posto.

                    articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 4 Agosto 2010

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                      "Molte scuole restano insicure bisogna pensare ad un piano"

                      LA RICHIESTA: IL COMITATO QUALITÀ DELLA VITA CHIEDE L’INTERVENTO DEL PREFETTO E DEL DIRETTORE REGIONALE

                      «Molte scuole restano insicure bisogna pensare ad un piano»

                      • Un intervento del prefetto di Taranto e del direttore generale regionale della Pubblica istruzione, ma anche la convocazione del Tavolo e della Consulta: sono le proposte che lancia il comitato Qualità della vita manifestando preoccupazione per la situazione delle scuola a Taranto a un mese e mezzo dal riavvio dell’anno scolastico. Per il comitato «sono pochissime le scuole a Taranto e nella provincia in possesso dei previsti certificati di sicurezza e agibilità. Stesso discorso vale per le attuali sedi universitarie. Conseguentemente senza creare inutili allarmismi - dice ancora il comitato, il quale precisa di non voler minimizzare la questione - è indispensabile avviare un serrato confronto e un progetto programmatico».
                      Il Cqv parla di «criticità del sistema formativo jonico e, in particolare, dell’inadeguatezza delle strutture scolastiche e universitarie. E’ un “male endemico” - viene detto - che ogni anno alla vigilia della riapertura delle scuole assume aspetti allarmanti che poi con il passare delle settimane si “sgonfiano “ e vengono riposti nei cassetti della burocrazia. Che le nostre strutture formative - afferma il Cqv - non sono in regola lo sappiamo da decenni, lo sanno le autorità competenti in materia, i dirigenti scolastici e le autorità accademiche. Da anni si parla a vari livelli di monitoraggio delle strutture formative e in tale contesto da una parte il ministero della Pubblica istruzione, dall’altro la Regione Puglia hanno avviato indagini e progetti». Però, osserva il comitato, «a tutt’oggi non sembra esistano tabulati precisi sull’argomento e se esistono, non sono stati resi disponibili per una verifica seria e un approfondimento programmatico». Sarà quindi questo, afferma ancora il Comitato qualità della vita, «uno dei compiti sia del Tavolo istituzionale che della Consulta, sapendo però che la “bacchetta magica” per superare anni di immobilismo non è nelle disponibilità di nessuno. E allora ben venga un intervento del prefetto di Taranto finalizzato a impostare un programma di interventi che, tenendo conto anche del dimensionamento scolastico e della riorganizzazione dell’offerta formativa scolastica e universitaria, faccia intravedere nel medio e lungo termine la soluzione del problema sicurezza e agibilità delle strutture».

                      articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 5 Agosto 2010

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                        La protesta dei ragazzi del liceo Ferraris

                        «Non ci date le aule? Lezioni all’aperto»

                        Oggi i ragazzi del liceo Ferraris in piazza Immacolata

                        • In piazza Immacolata, e quindi nel pieno centro di Taranto, a cinque giorni dal Ferragosto. E’ l’insolita forma di protesta che hanno scelto gli alunni del liceo Galileo Ferraris per manifestare tutto il loro disappunto sul fatto che a poco più di un mese dalla ripresa delle lezioni per il nuovo anno scolastico ancora non è chiaro il futuro dell’istituto. C’è un problema di spazi e di locali che mancano per le aule, il che rischia di ridimensionare l’offerta formativa del Ferraris per l’anno 2010-2111. E per evidenziare questo problema, alunni e docenti stamattina terranno una lezione in piazza Immacolata. Sì, una lezione per evidenziare all’opinione pubblica quello che, di qui ad alcune settimane, potrebbe accadere se al liceo dovessero mancare le aule che servono. In verità, non è la prima volta che studenti e professori decidono di tenere le lezioni all’esterno di una sede scolastica. Solo che questo non era mai capitato in piena estate e sotto Ferragosto. «Sì - dice il preside del Ferraris, Dal Bosco - mi rendo conto che la cosa è davvero singolare, forse unica. In questi giorni viene voglia di pensare solo al mare, alla spiaggia e al relax, sia perchè siamo nel cuore dell’estate, sia perchè l’anno scolastico non è proprio alle porte. Invece, i miei studenti hanno scelto simbolicamente proprio questi giorni per far sentire la loro voce. Mi si chiederà: ma per tenere una lezione come avete fatto a reclutare gli studenti visto che sono tutti in vacanza? Non suoni eccessivo, ma i ragazzi del Ferraris sono splendidi da questo punto di vista. Eppoi, noi anche in estate abbiamo comunque contatti con i loro referenti per cui sentirsi e organizzare un qualcosa non risulta alla fine un’impresa impossibile».
                        «Ad un mese di distanza dall’inizio delle lezioni - si legge in una nota dell’istituto - il nostro liceo è ancora privato delle aule necessarie ad ospitare 6 classi su 38. Le diverse riunioni interlocutorie seguite alla manifestazione dell’8 giugno, quando una delegazione del Liceo incontrò il direttore generale della Provincia, Domenico Mosca, a tutt’oggi non hanno prodotto alcun risultato positivo. La popolazione studentesca del nostro liceo sfiora ormai i 1.000 alunni. Essendo purtroppo impensabile che per quest’anno la Provincia giunga a decisioni più razionali sotto il profilo logistico, si tratterà di aggiungere una ulteriore quarta sede, alle tre già esistenti (centrale di via Mascherpa 10/a; succursale di via Lago di Como davanti allo stadio; succursale di Santa Teresa con accesso da via Mascherpa). Il male minore, a questo punto, è il seguente: sia assegnato in uso al liceo “Ferraris” un altro blocco di aule di proprietà della parrocchia di Santa Teresa, quello con accesso da via Battisti. Soluzione tutt’altro che soddisfacente - commentano dalla scuola - che però avrebbe per lo meno il vantaggio di mantenere 26 classi su 38 del liceo vicine tra di loro in una zona ristretta».
                        «Sull’opportunità di tale soluzione, per quanto emergenziale, si sono espresse favorevolmente la Provincia - ente preposto all’edilizia scolastica per le scuole superiori - e l’Ufficio scolastico provinciale, interpellato in merito. Eppure, qualcosa ancora impedisce di chiudere la questione. Nell’attesa che ciò avvenga al più presto, oggi - conclude la nota - il liceo Ferraris dà avvio al clamoroso ciclo di “lezioni all’aperto”. Esso continuerà sino a che non sarà necessario».

                        articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 10 Agosto 2010

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                          Liceo «Ferraris», le lezioni in piazza

                          Liceo «Ferraris», le lezioni in piazza
                          La protesta per la carenza di aule. Il preside e i ragazzi parlano di democrazia


                          • Ore nove, lezione di democrazia. In piazza Immacolata, la piazza che ha visto le forche comuniste nel 1948. Una bella nemesi, se vogliamo, nell’anno del signore 2010.
                          Ore nove, lezione di democrazia. A scuola, la scuola a cielo aperto, la scuola sognata di don Milani e di Barbiana (se lo ricorda presidente Florido? Era uno dei suoi miti giovanili), la scuola che se ne frega di una città indifferente, abulica, apatica, abituata ormai a specchiare la sua stracca abbronzatura sulle solite vetrine perché la luce ormai l’ha spenta da un pezzo.
                          Ore 9, lezione di democrazia. È accaduto ieri nella più profonda provincia italiana, nel più profondo mezzogiorno. La civile protesta dei ragazzi del liceo scientifico «Galileo Ferraris» guidati da un preside, Marco Dal Bosco, che non abdica alla ragione con ferrea volontà, personaggio che ricorda vicino il capitano di Withman, reso celebre da Peter Weir nel film l’«Attimo fuggente» con Robin Williams. Magari con meno poesia, ma con uguale, intensa, capacità di trascinare i suoi ragazzi nella più bella protesta che Taranto abbia mai visto e vissuto: chiedere all’Amministrazione provinciale, finalmente, di risolvere la questione delle aule mancanti «perché - spiega Dal Bosco al vice presidente della Provincia Emanuele Fisicaro accorso in piazza per rassicurare sulle intenzioni dell’Amministrazione Florido - non possiamo perdere 35mila euro di finanziamento europeo per il laboratorio di Fisica, quello che non potremo mai allestire se non avremo la possibilità di trovare una sistemazione per 6 classi su 38». E quella sistemazione la Provincia ha promesso di trovarla più volte. E, ancora ieri, il vice presidente Fisicaro si è impegnato personalmente a chiudere la partita, d’accordo con il presidente Florido, sistemando i ragazzi del liceo scientifico «Ferrarsi» nel complesso di Santa Teresa in via Cesare Battisti.
                          Perché questo accada sarà necessario «convincere» l’istituto Maria Pia a lasciare i locali. In questo senso è lecito chiede se basterà la moral suasion di Palazzo del governo. Anche perché il preside Del Bosco, dietro la mite apparenza, ha sfoderato un sorriso d’acciaio, promettendo a Fisicaro di essere nuovamente in piazza venerdì 13, antivigilia di Ferragosto, con i suoi ragazzi, anzi di più, per riprendere le lezioni e quella forma di protesta civile inaudita per Taranto: dalle 9 alle 11, lezioni di democrazia. Se non ci saranno soluzioni e la speranza resterà chiusa sotto il cielo aperto, grigio, afoso, di un agosto così.
                          Ore 9 lezione di democrazia. In fondo ci dispiace, per paradosso, se non si ripeterà. Tra i banchi avremmo avuto bisogno di sedere anche noi, nessuno escluso.
                          Ore 9 lezione di democrazia. Con l’anello mancante della partecipazione, scritta in blu sulla lavagna che ammicca alle vetrine, stonando con l’arredo del salotto buono. Partecipazione, tara cittadina, difetto genetico. Partecipazione. Il preside-capitano cerca di spiegare ai ragazzi citando Platone e i libri della Repubblica: «Basta affermare di essere amico del popolo e la democrazia diventa demagogia». Esempi ce ne sono a bizzeffe, fuori e dentro le mura della Taranto accaldata, fiacca, stanca, spiritualmente disadorna già col pensiero alle patrie spiagge e alla scorza d’anguria.

                          articolo di Fulvio Colucci
                          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 11 Agosto 2010

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                            «Ferraris», studenti nello stabile di Santa Teresa

                            Emergenza aule c’è la soluzione

                            «Ferraris», studenti nello stabile di Santa Teresa

                            • Si torna in piazza Immacolata ma per festeggiare. Cosa? Il preside del liceo scientifico «Ferraris» ha ottenuto dall’Amministrazione provinciale l’impegno formale che attendeva da giorni, costato un protesta inedita e inaudita in piazza Immacolata: una lezione degli studenti in pieno agosto, in città. Una lezione sulla democrazia che una città civile non dovrebbe dimenticare.
                            Ieri mattina il vice presidente della Provincia Emanuele Fisicaro, «tenendo fede - scrive il preside Dalbosco in una nota - alla parola data, ha trasmesso al presidente della Provincia, al Provveditore agli studi ed ai due dirigenti Scolastici del liceo “Galileo Ferraris” e dell’istituto “Maria Pia” una nota che risolve in modo chiaro il problema della sistemazione di tutte le classi del nostro istituto, almeno per l’anno scolastico che sta per iniziare».
                            «La soluzione individuata - prosegue Dalbosco - assegna in uso al liceo le aule di proprietà della parrocchia di Santa Teresa, con accesso da via Cesare Battisti, precedentemente utilizzate dall’istituto “Maria Pia”».
                            «Come già abbiamo più volte precisato - prosegue la nota del preside Dalbosco - si tratta per il liceo “Ferraris” del male minore, che con senso di realismo accettiamo: le nostre classi insisteranno su ben quattro sedi; vero è, però, che tre di esse saranno tra loro vicine, all’interno di un raggio di cento metri, consentendo così un uso abbastanza razionale delle risorse umane e strumentali. Siamo certi, inoltre, che la decisione della Provincia non mancherà di soddisfare anche le esigenze della scuola “Maria Pia”, a riprova di quanto sia necessaria una collaborazione sistemica tra l’ente locale e tutte le istituzioni scolastiche del territorio».
                            Poi l’annuncio della «festa». Domani mattina (oggi, ndr), in piazza Maria Immacolata, alle ore 10, un secondo incontro pubblico con gli studenti del liceo “Ferraris” suggellerà l’esito positivo della vicenda. Come ci si impegna per ottenere civilmente il riconoscimento dei propri diritti, così si riconosce all’interlocutore i suoi meriti. A tale riguardo, ci auguriamo che al sit-in conclusivo possa partecipare nuovamente il vice presidente della Provincia». Alla soluzione ragionevole ed equa, alla moral suasion dell’Amministrazione provinciale, all’impegno delle scuole, del preside del liceo «Ferraris» ma anche del preside dell’istituto «Maria Pia», bisognerà dare lo spazio adeguato nel racconto di una vicenda che spiega tante cose di una città.
                            All’iniziativa del preside Dalbosco il merito di aver trafitto il torpore estivo, di averlo bucato, di aver creato un momento, sano, di tensione civile e di «verità»: la società, con il suo carico di problemi, di ansie, di fervore - soprattutto tra i giovani - ma anche, purtroppo, con il peso di spente virtù civiche, faccia a faccia con la politica, con la sua arte della mediazione che non sempre, a Taranto, ha garantito, storicamente, insieme, il «buon fine» e il lieto fine.
                            Per la Provincia un successo d’iniziativa e d’immagine, un fil rouge da giocare senza frontiere sotto l’ombrellone e alla ripresa.
                            Se poi qualcuno prendesse spunto dalle lezioni di democrazia per organizzare qualcosa che si avvicini all’allegro happening del preside del «Ferraris», non sarebbe idea malvagia. Di educazione civica abbiamo sempre bisogno. Un grazie, infine, al professor Dalbosco che ha ricordato l’antica vocazione democratica della piazza. Ci voleva un uomo del Nord per rammentarlo a noi inventori dell’agorà...

                            articolo di Fulvio Colucci
                            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 13 Agosto 2010

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                              E il «Ferraris» festeggia di nuovo in piazza

                              E il «Ferraris» festeggia di nuovo in piazza

                              • Non era più il giorno della protesta, anche civile. È stato il giorno della festa per gli studenti del liceo «Ferraris». Il ritorno in piazza Immacolata, lì dove mercoledì scorso il preside Dalbosco ha tenuto quella che passerà alla storia cittadina come una delle poche, forse l’unica, «lezione di demcorazia». Lì dove, se una soluzione al problema della carenza delle aule non fosse stata trovata, gli studenti si sarebebro ritrovati per continuare in questa manifestazione civile permanente, inaudita e inedita per la città.
                              Invece piazza Immacolata, come dicevamo, è diventato luogo di festa perché nella giornata di venerdì il vice presidente della Provincia Emanuele Fisicaro, mantenendo la promessa fatta al preside e ai ragazzi, dopo aver consultato il presidente Gianni Florido, ha dato il via libera all’operazione che trasferisce, a partire dall’inizio del nuovo anno scolastico, gli studenti del liceo scientifico nei locali della parrocchia Santa Teresa a via Cesare Battisti, gli stessi utilizzati dall’istituto «Maria Pia». L’Amministrazione provinciale si è impegnata, dopo aver concesso le sei aule e egli spazi per i laboratori al «Ferraris», a trovare un’altra soluzione per restituire all’istituto «Maria Pia» gli spazi dati al liceo scientifico.
                              Sull’argomento interviene Carmine Carlucci, presidente del Comitato Qualità della vita. «La vicenda legata alle aule del “Ferraris” - non può e non deve essere considerata una vittoria nè della scuola - che ha il merito di aver con coraggio posto il problema - nè delle istituzioni; è invece l'amara constatazione - ha detto il presidente del Comitato qualità della vita Carmine Carlucci - che è giunto il momento di voltare pagina e di impegnarsi per la scuola e l'università in termini programmatici di medio e lungo termine. Certo Florido e Fisicaro insediando il tavolo istituzionale e la Consulta hanno dimostrato di voler programmare il futuro, ma subito dopo ferragosto è necessario avviare i lavori dei due tavoli e operare seriamente per i nostri giovani».
                              «Stesso discorso per i nostri siti archeologici: positivo che potremo visitare la Tomba degli Atleti e il museo a Ferragosto, ma quando apriremo alla fruizione dei cittadini e dei turisti, ma anche allo studio da parte degli studenti tutti i nostri siti archeologici a cominciare dal Chiostro di Sant’Antonio? E' non una domanda ma un impegno che pretendiamo venga mantenuto e attuato dai nostri ammnistratori ma anche dalla Sovrintendenza».

                              articolo di Fulvio Colucci
                              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 14 Agosto 2010

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                                «Ora salvate il liceo Archita» Appello urgente agli enti locali

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                                Appello urgente agli enti locali
                                Lettera aperta sullo storico liceo al sindaco e al presidente della Provincia

                                • Il liceo Archita, la più insigne istituzione culturale (non solo scolastica) della città, chiede certezze.
                                Sempre a rischio di deportazioni dalla sua sede storica, il Palazzo degli Uffici, che fa gola agli speculatori di ogni colore, l’Archita chiama al confronto pubblico gli amministratori locali di Comune e Provincia. E lo fa con una lettera-appello del Comitato costituito a suo tempo (con migliaia di adesioni in pochi giorni) proprio per salvare lo storico Liceo.
                                «La delibera del 5 agosto ha rotto il lungo silenzio che di nuovo era calato sul Palazzo degli Uffici. Un silenzio che era iniziato da quella mattina del 24 dicembre 2009, quando, al termine di una festosa cerimonia che si svolse tra via D’Aquino e Piazza della Vittoria, apparve una scritta che ancora oggi campeggia su pannelli che vogliono dare l’idea di come potrebbe essere il Palazzo degli Uffici una volta ristrutturato. Una scritta, oggi un tantino sbiadita, che dice così: “Ricostruiamo la nostra storia. Rinasce Taranto”. Chi l’aveva immaginata voleva evidentemente legare la ristrutturazione del Palazzo alla rinascita della città. Tutti gli intervenuti, dal Sindaco al Presidente della Provincia, ribadirono la scelta che l’Archita non si sarebbe mossa da lì, tanto che la Provincia aveva approntato nei locali dell’ex Capuana 18 aule per altrettante classi del glorioso Liceo. Un presidio, si disse allora, una sorta di avamposto che voleva testimoniare l’irrinunciabilità di una scelta tutta politica e culturale. Oggi apprendiamo che la delibera del 5 agosto prevede un’agenda dei lavoro che inizia dalla coda: via l’Archita, per far sì che i lavori di ristrutturazione procedano più speditamente. Dalla stessa delibera, però, si evince altro: che l’inizio dei lavori non è imminente e che ci sono ancora problemi di natura più o meno burocratica da affrontare e superare: l’approvazione del bilancio consuntivo 2009 del Comune di Taranto, precondizione per il mutuo della Cassa Depositi e Prestiti, l’approntamento del progetto esecutivo, la riconferma da parte della Provincia degli stanziamenti per la ristrutturazione dell’Archita, il contenzioso con le Opere Pie... L’agenda dei lavori e delle priorità va invertita. Innanzitutto riteniamo necessario conoscere la data effettiva di inizio dei lavori, troppe volte data per certa negli anni passati... In secondo luogo crediamo prioritario che il Comune porti a termine gli adempimenti che gli competono (approvazione del bilancio consuntivo 2009 e preventivo 2010, finanziamento del progetto esecutivo, disbrigo delle pratiche con la Cassa Depositi e Prestiti) e che la Provincia riconfermi il suo impegno finanziario (8.530.000 euro) per la ristrutturazione dei locali dell’Archita. Solo dopo si potrà affrontare la compatibilità tra la presenza della scuola ed il cantiere e si potrà eventualmente pensare ad una soluzione per la sistemazione temporanea dei locali e dei servizi della scuola».

                                articolo di Giuseppe Mazzarino
                                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 19 Agosto 2010

                                Commenta

                                Sto operando...
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