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Rassegna Stampa 2010

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    #76
    «La sede universitaria dei Tamburi sarà migliorata e sorvegliata»

    LA SCHIARITA: CONFERMATO CHE CHE I CORSI DELLE PROFESSIONI SANITARIE NON SARANNO TRASFERITI
    «La sede universitaria dei Tamburi sarà migliorata e sorvegliata»
    Impegno della Provincia dopo il vertice di Bari con l’Ateneo

    •La Provincia assicurerà la sorveglianza e si occuperà di rendere più consoni gli ambienti esterni della sede universitaria di via Grazia Deledda, da quest’anno anche sede dei corsi di laurea dell’area sanitaria. A breve sarà anche fissato un tavolo di programmazione con i rappresentanti degli enti interessati proprio per concordare queste cose.
    Trova riscontro anche a Taranto l’esito dell’incontro di mercoledì sera in Ateneo a Bari dove è stato scongiurato il rischio del trasferimento dei corsi di laurea dell’area sanitaria in altro polo didattico pugliese. A confermare all’assessore provinciale all’Università, Emanuele Fisicaro, che aveva convocato per ieri un incontro sul tema, le intese raggiunte la sera prima sono stati i professori Losacco e Santacroce, rispettivamente presidente interclasse dei corsi presenti a Taranto e presidente del corso di Riabilitazione psichiatrica. All’incontro di ieri in Provincia hanno anche partecipato gli assessori del Comune di Taranto, Pierri e Romeo. Ma, appunto, l’incontro è servito non solo a chiarire ulteriormente cosa è avvenuto tanto da mettere a rischio a Taranto la permanenza dei corsi, ma anche a rilanciare gli impegni dell’Amministrazione provinciale.
    «E’ emersa chiara la volontà dell’Università di non ostacolare il percorso del Polo universitario ionico e di potenziarne le attività sempre, però, nel rispetto della qualità formativa - ha detto Fisicaro -. Le perplessità erano legate al succedersi degli eventi. Infatti, la protesta degli studenti che frequentavano il corso di Scienze infermieristiche presso i locali di viale Virgilio aveva indotto il rettore, una volta riscontrate personalmente le precarie condizioni strutturali, a spostare le lezioni frontali presso la sede di via Grazia Deledda. Successivamente, era pervenuta presso il Rettorato la richiesta di spostamento delle lauree, oltre alle lamentele di alcuni docenti di Taranto relative all’ubicazione decentrata della sede. A ciò si aggiunge un provvedimento dell’Asl con cui era stato disposto il ritiro di quattro unità impiegate in quanto si trattava di figure professionali il cui contratto non prevedeva quel tipo di mansione specifica. Tuttavia, già nell’incontro di Bari, il direttore generale dell’Asl, Domenico Colasanto, si è impegnato a ripristinare la presenza del personale amministrativo». Per Fisicaro occorre insomma «individuare una linea procedurale sinergica per evitare il trasferimento che lascerebbe non solo la città, ma l’intera area ionica, ancora più impoverita. Gli studi e la ricerca - ha ribadito - vanno sostenuti e non preclusi».

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 7 Maggio 2010

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      #77
      Il dirigente del Provveditorato Studi? Soppresso, Brindisi governa Taranto

      A RIVELARE IL RIDIMENSIONAMENTO CHE COLPISCE DI NOI È IL DEPUTATO VICO DEL PD
      Il dirigente del Provveditorato Studi?
      Soppresso, Brindisi governa Taranto
      I tagli del decreto Gelmini si abbattono sulla scuola

      • «Decapitata» la scuola jonica. Non c’è più, infatti, la figura del dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale - ruolo al quale era stato chiamato il preside Pietro Di Noi, a questo punto «sollevato» dall’incarico -, che aveva sostituito la figura del vecchio provveditore agli studi. In realtà il preside Di Noi era subentrato ad Anna Cammalleri, chiamata a ricoprire altro ruolo dirigenziale presso l’Ufficio scolastico regionale. Ora, invece, dopo Di Noi, a governare la scuola jonica sarebbe stato infatti chiamato ad interim il dirigente dell’Ufficio scolastico di Brindisi, Capobianco.
      La notizia - in circolazione da qualche giorno nelle scuole - è stata rilanciata ieri dal parlamentare Pd, Ludovico Vico, che ieri ha esplicitamente chiesto al dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Lucrezia Stellacci, di fare marcia indietro. «Se un taglio proprio si deve operare, forse è opportuno che la stessa guardi tra le stanze e tra i ruoli equipollenti della sua sede barese», alza il tiro Vico.
      «Scuola al collasso, ridimensionata, tagliata, depredata ed ora anche subappaltata»: è questo il commento di Vico, che bolla la notizia trapelata come «inverosimile». Ma tutto trova conferma anche in ambienti sindacali perplessi anch’essi perché sia toccato proprio a Taranto, che pure rispetto alla realtà di Brindisi è più consistente nel numero di scuole e popolazione scolastica, essere stata penalizzata così.
      La scuola jonica ha già subito troppi tagli. «La dottoressa Lucrezia Stellacci - dice Vico -, in applicazione del decreto ministeriale Gelmini che dice di tagliare, e di farlo anche per un ulteriore dirigente amministrativo di alto livello, ha deciso di tagliare indovinate un pò? Proprio a Taranto cancellando di fatto la figura di riferimento di tutto il mondo scolastico jonico. Il danno va sottobraccio con la beffa. Dopo il taglio - spiega ancora Vico -, toccato guarda caso tra le sei province pugliesi proprio a quella tarantina, la dottoressa ci ha mandato il supplente, nominando una reggenza ad interim del direttore dell’ufficio scolastico provinciale di Brindisi».
      Insomma, Vico appare molto polemico su questa manovra ed annuncia battaglia. «Taranto non merita questo ulteriore schiaffo dopo aver pagato direttamente e indirettamente (riduzione degli organici del personale docente e Ata - taglio delle ore lavoro per le imprese di pulizia - ndr) una riforma della scuola tra le più scellerate della storia italiana. Chiedo con forza che la direttrice Stellacci faccia marcia indietro».

      articolo di Maria Rosaria Gigante
      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 7 Maggio 2010

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        #78
        il provveditore di Brindisi guida anche la scuola di Taranto

        Da ieri il provveditore di Brindisi guida anche la scuola di Taranto

        • BRINDISI. Francesco Capobianco, dirigente scolastico provinciale a Brindisi e preside del liceo classico «Vincenzo Lilla» di Francavilla Fontana (foto), è stato nominato reggente dell'Ufficio scolastico di Taranto. La notizia circolava già da giorni ma è stata ufficializzata soltanto ieri quando Capobianco - per disposizione del dirigente dell'Ufficio scolastico regionale Lucrezia Stellacci - è subentrato a Pietro Di Noi, che sinora ha retto l’incarico a Taranto. Capobianco sovrintenderà ai vecchi provveditorati agli studi di Brindisi e Taranto per i prossimi sei mesi fino a quando cioè compirà il 65esimo anno d'età. Dopodiché potrebbe ottenere una proroga biennale dell'incarico. È possibile, infatti, che nel frattempo l'Ufficio scolastico provinciale tarantino venga soppresso e accorpato a quello brindisino per il contenere la spesa pubblica per l'istruzione. Capobianco si dice pronto a sobbarcarsi le nuove responsabilità, grato per la fiducia che i vertici dell'Istruzione hanno voluto accordargli.

        articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 11 Maggio 2010

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          #79
          No al taglio della figura del provveditore

          «La Gelmini ci ripensi e ripristini la direzione scolastica provinciale»
          No al taglio della figura del provveditore

          • «La Gelmini colpisce ancora: tagliata la Direzione scolastica provinciale di Taranto». Coro di proteste alla decisione emersa nei giorni scorsi di accorpare l’Ufficio scolastico provinciale di Taranto a quello di Brindisi, con la conseguente cancellazione della dirigenza qui a Taranto (rimangono ovviamente uffici e servizi - ndr). Dopo la nota dell’on. Ludovico Vico (Pd), a protestare è anche Luciano Santoro (Pd), che si aggiunge a Vico nella richiesta al direttore generale della Puglia, Lucrezia Stellacci, di fare «un passo indietro». «Faccio appello agli enti locali, Comune, Provincia, ma soprattutto alla giunta regionale, al nuovo assessore al Diritto allo studio, Alba Sasso, e alle sue specifiche competenze, per un intervento concreto e forte su quello che sempre più rappresenta un depauperamento di funzioni importanti per il mondo scolastico jonico - dice Santoro -. Un appello va anche ai parlamentari del centrodestra perché per una volta si spendano per fare realmente gli interessi del territorio e non quelli di una maggioranza che a colpi di tagli di personale, di investimenti e risorse guarda al Mezzogiorno come ad un territorio subalterno al Nord».
          In realtà, già nei giorni scorsi anche l’on. Pietro Franzoso (Pdl) aveva annunciato una interrogazione al ministro Gelmini e la richiesta di una ispezione ministeriale negli uffici regionali. «Condivido e sottoscrivo le dichiarazioni del collega deputato Ludovico Vico - aveva commentato Franzoso -. Ritengo il provvedimento dell’ufficio scolastico regionale inopportuno, immotivato e iniquo, oltre che fortemente penalizzante per la città». Chiedendo chiarezza su quanto accaduto ed auspicando la condivisione di parlamentari, consiglieri regionali e istituzioni anche di diverso colore politico, Franzoso auspicava anche l’intervento del ministro «di fronte ad un’evidente prevaricazione delle sue funzioni da parte della dirigente, atteso, tra l’altro, che anche un dirigente ministeriale, nel predisporre ed emettere atti, debba opportunamente motivarli per giustificare le scelte compiute». Per Franzoso, un provvedimento di tale natura «avrebbe dovuto tenere conto quantomeno di precisi riferimenti territoriali, di popolazione e di numero dei plessi scolastici provinciali». Tutti elementi che Franzoso sostiene d’aver segnalato alla Stellacci - prima ancora della determinazione ufficiale, avendo appreso la notizia in via informale - e che pare non siano stati assolutamente presi in considerazione «dal momento che - dice Franzoso - la scelta è stata effettuate, pare, sulla scorta di motivazioni tutte individuali». Nessuna considerazione è stata, inoltre, riservata al documento di plauso al lavoro svolto proprio sul provveditore Di Noi, ai titoli, meriti e curriculum del dirigente. «Mi sono informato personalmente - precisa Franzoso - e il dottor Di Noi è l’unico ad essere in possesso di attestati di corsi certificati di formazione dirigenziale riferito al piano industriale per la riforma della Pubblica ammnistrazione; sulle politiche di bilancio e dei criteri di gestione promosso dal dipartimento della Funzione pubblica presso la presidenza del Consiglio dei ministri».

          articolo di Maria Rosaria Gigante
          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 11 Maggio 2010

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            #80
            Rischi per Economia aziendale

            LA PROTESTA: NO ALL’INTRODUZIONE NELL’ORDINAMENTO DI UNA NUOVA FIGURA CON CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO
            OGGI INCONTRO COL RETTORE PETROCELLI

            Rischi per Economia aziendale
            Ricercatori sul piede di guerra: niente lezioni se non cambia la riforma degli Atenei

            • La facoltà di Economia aziendale di Taranto rischia di non partire il prossimo anno accademico. E’ solo uno dei tanti, dirompenti effetti della riforma Gelmini che sta scatenando in tutta Italia proteste anche dal mondo universitario. A dare l’allarme sono i ricercatori della facoltà tarantina, resa autonoma nel 2006, che in questi giorni si stanno interrogando sul futuro di una categoria che, già fortemente penalizzata nelle retribuzioni (dalla metà a un terzo della media europea), potrebbe ricevere il «colpo di grazia» dalle innovazioni che il ministro Gelmini vorrebbe introdurre. Intanto, anche a Taranto si è registrata piena adesione all’iniziativa di astensione dall’assunzione di incarichi di natura didattica, cui i ricercatori non sono tenuti e che tuttavia hanno sinora svolto a titolo completamente gratuito. Si pensi che circa il 40 per cento dell’offerta formativa universitaria italiana è sostenuta proprio dai ricercatori. E poiché la Facoltà di Economia aziendale di Taranto, viene affermato, si regge più che in altre realtà sull’attività dei ricercatori, 17 in tutto su un totale di 25 docenti, se non saranno apportate sostanziali modifiche al disegno di legge di riforma degli Atenei, non potrà essere garantito l’avvio delle lezioni per il prossimo anno. Attualmente, dunque, i 1200 iscritti a questa Facoltà potrebbero dover fare le valigie per continuare a studiare, senza peraltro avere alcuna certezza che in altre sedi la situazione sia differente. I ricercatori tarantini di Economia aziendale (Stefania Ragni, Caterina Marini, Francesco Prota e Ezio Ritrovato) spiegano le ragioni della protesta, appoggiata dal preside Bruno Notarnicola e dall’intero Consiglio di facoltà. Fortemente avversata è l’introduzione nell’ordinamento universitario di una nuova figura di ricercatore che avrà un contratto a tempo determinato e che dovrà sottoporsi ad una valutazione di soli titoli per conseguire l’abilitazione nazionale. Dopodichè potrà essere assunto dalle Università con chiamata diretta. Il timore, dicono, è che gli attuali 26mila ricercatori italiani vedano ulteriormente mortificate le loro aspettative e svolgano senza motivazione il loro lavoro, non avendo la possibilità di una progressione di carriera attraverso le nuove modalità di immissione in università come associati. Potranno farlo solo ottenendo l’abilitazione nazionale e superando poi un concorso su base locale. Non è prevista per loro la chiamata diretta. Poi, a causa del taglio delle risorse sul Fondo di finanziamento ordinario delle università e il blocco del turn over, non sarà possibile finanziare i concorsi su base locale per l’avanzamento di carriera dei ricercatori (tra l’altro bloccati da sei anni). Per di più, tra qualche tempo il sistema sarà saturo per l’ingresso delle nuove figure dei ricercatori a tempo determinato. «Chiediamo - dicono i ricercatori tarantini - l’immissione di risorse destinate alla nostra progressione di carriera, ovviamente se sarà riconosciuto il merito (cioè dopo il conseguimento dell’abilitazione) e l’estensione della possibilità di “chiamata diretta” anche per noi. Questo per evitare che i nuovi ricercatori a tempo determinato possano diventare associati beneficiando di un sistema di arruolamento più semplice e che non tiene conto né dell’anzianità di servizio, né di alcun tipo di pubblicazione o di esperienza qualificante».
            Oggi, in occasione della seduta del Senato accademico, una delegazione presenterà formale al rettore Corrado Petrocelli di pronunciarsi sui punti maggiormente controversi della riforma Gelmini e sulla protesta in atto. Dal 17 al 22 maggio, poi, si procederà al blocco totale delle attività.

            articolo di Sabrina Esposito
            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 11 Maggio 2010

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              #81
              «Non aumentate le tasse universitarie»

              Si mobilita Link Udu
              «Non aumentate le tasse universitarie»

              Da oggi e sino a giovedì 13 parte presso tutte le sedi del Polo universitario ionico la raccolta di firme per il referendum studentesco «che vedrà gli studenti tarantini chiamati ad esprimersi sulla proposta alternativa della contribuzione studentesca» Lo annuncia il movimento Link Udu. «L'Università di Bari ha un buco di bilancio di 52 milioni di euro e ha già deliberato un taglio consistente del 40 % in meno ai servizi per gli studenti. In commissione Bilancio - dice Link Udu - è stata presentata dal Pro Rettore una proposta di aumento delle tasse che massacra i redditi più bassi, determinando un aumento del 25% per i redditi dal 13.000 a 25.000 euro e un ulteriore aumento del 27,41 per i redditi superiori ai 25.000. Si tratta di un aumento privo di qualsiasi razionalità, realizzato senza un analisi delle fasce di reddito».

              articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 11 Maggio 2010

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                #82
                «Il taglio del provveditore è frutto di un’operazione politica»

                LE REAZIONI: NON C’È PIÙ LA FIGURA DEL DIRIGENTE.
                «È CONSEGUENZA DELLO SCONTRO IN CASA PDL DOPO LE REGIONALI»
                «Il taglio del provveditore è frutto di un’operazione politica»

                I sindacati: non possiamo essere «colonia» di Brindisi

                • Nuovo dirigente reggente per l’Ufficio scolastico provinciale. Si tratta del preside Francesco Capobianco, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Brindisi, che dal 3 maggio scorso - comunica una nota stampa - è anche il responsabile dell’istruzione a Taranto su incarico della direzione dell’Ufficio scolastico regionale. Il nuovo dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale (in passato il provveditore agli studi - ndr) sostituisce il preside Pietro Di Noi. Ieri, Capobianco è stato in visita a Taranto ed ha annunciato che nei prossimi giorni incontrerà il personale in servizio presso l’ufficio di via Lago di Como, nonché la delegazione dei sindacati della scuola.
                Numerose, intanto, le proteste che si sono sollevate nei giorni scorsi allorquando la notizia del «taglio» della dirigenza provinciale tarantina è divenuta una certezza. L’attacco non è evidentemente al nuovo dirigente, ma all’operazione condotta e che ha privato Taranto con un bacino di scuole e di utenza di gran lunga superiore a quello brindisino ad essere «accorpato» a quello della vicina provincia di Brindisi. Una mera operazione di razionalizzazione delle dirigenze secondo alcuni già prevista da tempo col progressivo depauperamento di compiti e funzioni per i provveditorati, il contestuale affidamento di più compiti alle singole scuole e l’accentramento, a livello regionale, di ulteriori mansioni. Una più probabile e mera operazione politica, invece, secondo altri, il taglio a Taranto. Anzi, una lettura politica dell’accaduto - di fatto censurata nelle dichiarazioni rese - legherebbe il «taglio» della poltrona del dirigente tarantino a quanto sarebbe accaduto durante l’ultima campagna elettorale per le regionali in casa Pdl. Di fatto, tra i primi a protestare ed a chiedere al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Lucrezia Stellacci, di tornare indietro sulle proprie decisioni, sono stati i politici con una soprendente posizione bipartisan. Nella fattispecie e nell’ordine, ad intervenire è stato prima l’on. Ludovico Vico (Pd), quindi l’on. Pietro Franzoso (Pdl), che esplicitamente si è aggiunto alla richiesta di Vico, nonché Luciano Santoro (segretario provinciale del Pd). Ma anche i sindacati tutti, dai confederali agli autonomi, quando la notizia ha cominciato a circolare nel corso delle ultime riunioni del tavolo di informativa preventiva sugli organici, sono stati estensori di un documento critico rivolto alla Direzione generale a cui chiedevano lumi sull’operazione. La richiesta sindacale tendeva anche a salvaguardare un certo ruolo per Taranto, realtà già tanto tartassata e che avrebbe finito col perdere un altro «pezzo» delle sue istituzioni. Ma quel documento non ha avuto la considerazione che chiedeva. In attesa, ora, di essere convocati dal nuovo dirigente Capobianco, i sindacati focalizzano soprattutto il drastico ridimensionamento, il «trattamento di favore», la scarsa considerazione riservata ad una provincia, quella jonica appunto, già fortemente colpita da grossi disagi.
                «Nessuna guerra nei confronti di Brindisi e del dirigente del suo ufficio scolastico provinciale, ma la nostra provincia è tre volte più grande di quella brindisina - dichiara il segretario provinciale della Cisl Scuola, Antonio Cirillo -. Sapevamo che la riforma della pubblica amministrazione avrebbe portato una serie di tagli, ma ora al di là della persona sul cui mandato ci siamo peraltro espressi favorevolmente, è la figura del dirigente provinciale che difendiamo. Prenderemo posizione. Non entriamo però nel merito della valutazione politica perché è qualcosa che viene deciso dal potere legislativo. La nostra posizione rimane critica nei confronti della direzione generale regionale».
                «Questo non era uno sgarbo che ci dovevano fare», dice a sua volta il segretario provinciale della Uil Scuola, Pasquale Di Taranto. «Con tutti i suoi addetti e l’estensione del territorio, Taranto non può divenire colonia di Brindisi, suddita di una provincia più piccola. I sindacati - dice Di Taranto - hanno comunque anche interessato le segreterie nazionali. Vedremo cosa accadrà ed attendiamo, comunque, nei prossimi giorni di essere convocati dal nuovo dirigente».

                articolo di Maria Rosaria Gigante
                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 12 Maggio 2010

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                  #83
                  L’assessore Ciocia: «Temo tagli selvaggi alle nostre scuole»

                  L’assessore Ciocia: «Temo tagli selvaggi alle nostre scuole»

                  «Sapevamo che la ristrutturazione dell’ufficio scolastico regionale e conseguentemente degli uffici provinciali era un processo in corso, ma francamente il provvedimento di taglio della dirigenza provinciale qui a Taranto ci ha preso alla sprovvista». Critico su quanto accaduto anche l’assessore comunale all’Università, Paolo Ciocia. «Ci viene sempre richiesto a tutti i livelli un raccordo con le istituzioni locali, ma quando si tratta di prendere provvedimenti che in qualche modo penalizzano la comunità tarantina, tutto viene adottato senza che ci sia il minimo coinvolgimento. Se le esigenze ci fossero state rappresentate, in qualche modo avremmo difeso le nostre necessità. Certamente questo provvedimento - prosegue Ciocia - priva Taranto di una figura a tempo pieno che è cosa di non poco conto. Sono certo, tuttavia, che il nuovo dirigente sia una persona qualificata ed esperta. Credo tuttavia che il governo di due realtà territoriali diverse sarà compito abbastanza complesso. Questa ha tanto il sapore di una dequalificazione territoriale». Ora si teme che le operazioni future, legate soprattutto ai delicati processi di razionalizzazione che richiedono una conoscenza approfondita del territorio, possano in qualche modo subire un contraccolpo. «Temo che la razionalizzazione possa prendere una piega selvaggia - dice Ciocia -. Temo che si prosegua e che si perderanno non solo posti di dirigenza, ma anche altri posti di lavoro e questo il territorio non può permetterselo». Non c’è alcuna prevenzione nei confronti del nuovo dirigente, ma all’operazione sin qui condotta senza considerazione di tutte le implicazioni. «Colgo l’occasione - conclude l’assessore Ciocia - per ringraziare pubblicamente Pietro Di Noi. Un galantuomo».


                  articolo di Maria Rosaria Gigante
                  pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 12 Maggio 2010

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                    #84
                    Il preside Notarnicola: Economia aziendale non corre rischi

                    «Docenti e ricercatori sufficienti
                    Economia aziendale non corre rischi»
                    Il preside Notarnicola rassicura gli studenti sui due corsi di laurea

                    • «Non vi sono ragioni per ritenere a rischio l’avvio e il regolare funzionamento dei corsi di studio in Economia e Amministrazione delle aziende e Strategie d’impresa e management poiché i docenti in organico ed i ricercatori che non hanno ritirato la propria disponibilità ad impartire insegnamenti dovrebbero essere sufficienti per svolgere con regolarità le attività didattiche». Dopo l’intervento di alcuni ricercatori dell’Università di Bari, che avevano fatto destare preoccupazioni circa la tenuta, per il prossimo anno accademico, della facoltà di Economia a Taranto, è il preside della stessa Facoltà, Bruno Notarnicola, a rassicurare studenti e famiglie che questo rischio a Taranto non c’è. «Ritengo che molti dei nostri ricercatori - dichiara il preside - saprebbero perfino rinunciare al proprio, con grande sacrificio, pur di non mettere a rischio gli interessi istituzionali e soprattutto degli studenti. L’intera comunità accademica non resta insensibile dinanzi alle difficoltà e ai problemi che i ricercatori contribuiscono a mettere in luce. Del resto il Senato accademico ha già adottato un documento che manifesta grande attenzione e sostegno ai problemi che riguardano la figura del ricercatore universitario nel quadro della riforma dell’Università. Pertanto - conclude Notarnicola -, mi preme rassicurare gli studenti ionici e le loro famiglie che l’Università saprà affrontare ogni difficoltà e impartire con piena efficacia i due corsi di laurea che sono attivi presso la seconda Facoltà di Economia».
                    Certo, il problema dei ricercatori c’è. Lo stesso Senato accademico dell’Ateneo barese che negli ultimi anni ha investito delle proprie risorse privilegiando il reclutamento di giovani meritevoli, ha espresso la più viva preoccupazione per la sostenibilità piena dell’offerta formativa relativa all’anno accademico 2010-2011 alla luce delle posizioni assunte da numerosi ricercatori nelle Facoltà. Intanto, in riferimento al disegno di legge 1905 di riforma del sistema universitario, proposto dal ministro Mariastella Gelmini ed in discussione presso la settima commissione del Senato, il Senato accademico indica delle misure correttive: la ridefinizione dello stato giuridico dei ricercatori e la garanzia che, almeno nei primi sei anni di applicazione della legge attualmente in discussione, sia consentito a quanti ottengano l’abilitazione scientifica nazionale il transito nelle fasce superiori della docenza in tempi rapidi.
                    Intanto martedì alle 9, presso la Facoltà di Giurisprudenza di Bari, nell’ambito della settimana di mobilitazione nazionale dei ricercatori universitari, incontro-dibattito promosso dal coordinamento dei ricercatori dell’Università di Bari.

                    articolo di Maria Rosaria Gigante
                    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 16 Maggio 2010

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                      #85
                      L'assessore Ciocia: «Indenni ai tagli ministeriali»

                      «Indenni ai tagli ministeriali»
                      L’assessore all’Università, Ciocia: Economia è una Facoltà che sta crescendo

                      • «La Facoltà di Economia a Taranto è solida. Non ci saranno contrazioni per effetto deI tagli ministeriali. Quelle dichiarazioni sono state improvvide». Anche l’assessore comunale all’Università, Paolo Ciocia, cerca e riporta i chiarimenti in merito al rischio che avrebbe corso la Facoltà tarantina per il prossimo anno accademico. «Si tratta di uno dei fiori all’occhiello della presenza universitaria a Taranto che ha conseguito anche un significativo incremento di iscrizioni. Vi si porta avanti una ricerca significativa che comporta anche scambi internazionali e tirocini formativi. Significativo anche l’avvio del Dipartimento di studi giuridici del Mediterraneo che mette insieme le facoltà di Economia, Giurisprudenza e Scienze della formazione. Un Dipartimento distribuisce anche risorse economiche e impegni di ricerca. Inoltre, la Facoltà ha avviato una convenzione con le scuole superiori tarantine per una fase di formazione di passaggio per gli studenti che si immatricoleranno qui. Insomma, ci sono una serie di condizioni, compresi appunto gli investimenti dell’Ateneo su Taranto, che portano a ben altre conclusioni».
                      Certo, talune situazioni critiche ci sono state e ci sono tuttora. E’ stato appena sventato il rischio che si assottigliasse ulteriormente l’offerta dell’area sanitaria con il ventilato trasferimento altrove dei due corsi presenti (Infermieristica e Tecnici della prevenzione). «A Bari nei giorni scorsi - dice l’assessore Ciocia - abbiamo ricevuto impegni formali a rafforzare il polo sanitario jonico». Insomma, l’auspicio è che, superata l’attuale fase di difficoltà, si possa puntare al ripristino di corsi di laurea «scippati» a Taranto, come Fisioterapia, ad esempio. «C’è un interesse ed un impegno complessivo dell’Ateneo barese a rinforzare Taranto», ribadisce Ciocia, pur consapevole che altri corsi di laurea, come quello in Scienze della maricoltura, corre rischi più che concreti. «Sì, è vero, ma anche in quel caso, non sarà un caso che l’Università sia partita con i lavori di ristrutturazione di Palazzo Amati».

                      articolo di Maria Rosaria Gigante
                      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 16 Maggio 2010

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                        #86
                        Protesta Cobas: «Alt ai tagli» è sciopero scrutinii

                        SCUOLA: LA PROTESTA COBAS
                        «Alt ai tagli» è sciopero scrutinii

                        • «Pur consapevole della gran mole di lavoro che mi attende e della notevole responsabilità che mi sono assunto, ho certezza di poter assolvere al mio compito contando sulla collaborazione del qualificato personale dell’Ufficio, dei dirigenti scolastici, dei docenti, del personale Ata e di quanti hanno a cuore le sorti della scuola. Un affettuoso saluto rivolgo anche a tutti gli alunni con l’augurio che l’anno scolastico si concluda positivamente secondo i meriti di ciascuno».
                        E’ il messaggio di saluto rivolto dal nuovo dirigente reggente dell’Ufficio scolastico provinciale di Taranto, Francesco Capobianco, dirigente anche presso l’Ufficio scolastico provinciale di Brindisi. La nuova nomina e l’improvvisa sostituzione del precedente dirigente Pietro Di Noi, a causa dei tagli anche in ambito amministrativo, ha suscitato non poche polemiche nei giorni scorsi, non certamente legate alle persone del vecchio e del nuovo provveditore agli Studi ma all’operazione in sé.
                        Intanto, intervengono anche i Cobas della scuola che stigmatizzano i tagli del prossimo anno in Puglia: 2.600 posti tra i docenti (di cui 1.339 al superiore per effetto delle riduzioni orarie). I Cobas sono già stati solidali con i dirigenti scolastici che a loro volta hanno denunciato la carenza di fondi per il funzionamento didattico. Insomma, una sequela di tagli e riduzioni dagli effetti «devastanti». Per questo i Cobas hanno indetto lo «sciopero degli scrutinii» di fine anno. Ma la scure ha anche colpito il vertice con la «rimozione» di Pietro Di Noi. «In tutta la Puglia, che consta di sei province - dicono i Cobas -, si tratta dell’unico provvedimento del genere e cade in un momento particolarmente critico dell’anno scolastico: la fase che vede i movimenti della mobilità, la determinazione degli organici e la gestione dei soprannumerari perdenti cattedra».

                        articolo di Maria Rosaria Gigante
                        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 16 Maggio 2010

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                          #87
                          I sindacati: «Ridateci il dirigente dell’Ufficio scolastico»

                          LA PROTESTA: COSÌ I SINDACATI
                          «Ridateci il dirigente dell’Ufficio scolastico»

                          • Altolà di tutti i sindacati della scuola alla soppressione della figura del provveditore agli Studi (il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale) decisa nelle scorse settimane dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale Lucrezia Stellacci. Con una lettera alla stessa Stellacci intervengono Anna Santoro della Flc Cgil, Antonio Cirillo della Cisl scuola, Pasquale Di Taranto della Uil scuola ed Elvira Serafini dello Snals contestando «l’affidamento dell’ufficio territoriale di Taranto a reggenza. Pur esprimendo apprezzamento per l’operato sia pure breve del dottor Francesco Capobianco» i sindacati della scuola tuttavia «desiderano farsi portavoce di tutto il disagio conseguente alla soppressione del posto di dirigente sull’ufficio di Taranto. Al di là di ogni velleità campanilistica, riflettono sulla situazione più generale di interventi governativi sulla scuola che insieme a tutto il pubblico impiego, si è assunta l’onere del risanamento dell’economia italiana. Ritenendo non razionalmente rispondente alla necessità di una diversa e più efficiente organizzazione del lavoro oltre al sottodimensionamento dell’organico, l’ulteriore penalizzazione della soppressione della dirigenza» i sindacati della scuola chiedono al direttore regionale della Pubblica istruzione «la rivalutazione della situazione tarantina e pugliese con la restituzione delle cinque dirigenze alle rispettive province».
                          Capobianco, infatti, oltre ad essere preside del liceo classico Lilla di Francavilla Fontana, è provveditore a Brindisi e reggente a Taranto dove sino alle scorse settimane era insediato Pietro Di Noi. La soppressione della figura del provveditore agli Studi (che non tocca però gli uffici amministrativi dello stesso provveditorato) è diventata anche un caso politico con le interrogazioni presentate al ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, dai deputati del Pd, Ludovico Vico, e Pietro Franzoso, del Pdl. I due parlamentari hanno evidenziato come la soppressione della figura del provveditore costituisca un’oggettiva penalizzazione per la scuola tarantina considerato che Taranto è la seconda città della Puglia e che tutta la provincia ionica ha una popolazione scolastica e un numero di istituti superiore a quello della provindia di Brindisi. Anche i due deputati hanno chiesto al ministro Gelmini di intervenire sulle scelte della Stellacci.


                          articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 19 Maggio 2010

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                            #88
                            LINK Udu: «Salviamo dai tagli l’Università»

                            «Salviamo dai tagli l’Università»
                            La protesta di Link Udu.
                            Preoccupazione per i corsi di laurea tarantini e appello agli enti locali

                            • Protestano anche gli universitari tarantini. Il ritiro dei tagli previsti dalla legge 133 del 2008 e il rifinanziamento dell’Università pubblica, copertura totale delle borse di studio per tutti gli aventi diritto, convenzioni per trasporti e servizi, l’istituzione di organi di controllo da parte degli studenti per la qualità dei servizi e lotta serrata all’evasione fiscale nella contribuzione studentesca: queste solo alcune delle richieste che gli universitari tarantini hanno avanzato ieri mattina nel corso di una assemblea indetta del Link Udu Taranto. Protestano, dunque, per i tagli che colpiscono indistintamente tutta l’Università italiana, con qualche preoccupazione in più per una sede decentrata come quella tarantina, e sollecitano una mobilitazione unitaria e un dialogo con le categorie dei ricercatori, dei lavoratori e degli accademici. Per il polo jonico, poi, si chiede maggiore attenzione degli enti locali non solo in materia di servizi, in modo da sopperire a quelle che sono le mancanze dell'Università, ma anche per porre gli studenti al centro della vita della città in quanto risorsa economica presente e futura del territorio.
                            Studenti alleati con i ricercatori anche a Taranto. Per loro chiedono il riconoscimento dello status giuridico, una giusta retribuzione in base al carico didattico da essi svolto, attualmente non invece giustamente retribuito, e la permanza dei contratti a tempo indeterminato.
                            In contrasto con le misure previste dal decreto Gelmini di riforma dell’Università, anche gli studenti tarantini contestano l’ingresso di enti privati o locali all’interno degli organi centrali di governo degli atenei. «Che ci sia maggior partecipazione e coinvolgimento degli studenti in maniera democratica con l’istituzione di referendum studenteschi e di assemblee di Facoltà periodiche ed ufficiali con sospensione delle lezioni», chiedono gli studenti. Poi, in merito all’aumento previsto delle tasse del 25% nella fascia di reddito che va dai 13.000 ai 25.000 euro e del 27% nelle fasce superiori, in aggiunta ad un taglio dei servizi pari al 40%, rivolgono un appello all’Ateneo barese: «Che la commissione di bilancio prenda realmente in considerazione la nostra proposta del piano di rientro riguardante la rimodulazione della retribuzione studentesca - affermano -. Cioè l’aumento della no tax area da 8.000 a 13.000 euro, la suddivisione degli scaglioni delle fasce di reddito da 5 a 13 per favorire un’equa distribuzione della contribuzione studentesca». Con i soldi che si risparmierebbero con questo piano (una stima di 1.400.000 euro), si potrebbe coprire il 40% dei tagli previsti sui servizi. La richiesta finale riguarda la costituzione di gruppi di lavoro composti da studenti per denunciare disservizi e carenze del polo jonico.


                            articolo di Maria Rosaria Gigante
                            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 20 Maggio 2010

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                              #89
                              Università: il 1° giugno l’offerta formativa

                              A RISCHIO IL CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA MARICOLTURA E SCIENZE DELLA MODA
                              Università, il 1° giugno l’offerta formativa

                              • Quale sarà l’offerta formativa del polo universitario il prossimo anno accademico? Il tutto è in via di definizione presso gli organi accademici, ma occorrerà attendere ancora un pò prima di sapere. Il ministro Gelmini ha, infatti, prorogato dal 15 maggio al prossimo 1° giugno la data entro la quale gli atenei dovranno predisporre l’offerta formativa per il prossimo anno accademico. Intanto, a livello locale, sventato da poco il rischio che i corsi dell’area sanitaria di Scienze Infermieristiche e Tecnici della Prevenzione fossero trasferiti in altri poli didattici (trovate le soluzioni nel corso di un incontro in Ateneo a Bari con i vertici accademici ed i vertici dell’azienda sanitaria locale che hanno assicurato la presenza di una unità di personale amministrativo nella sede di via Grazia Deledda) e giunte altrettante garanzie che i tagli e le drastiche misure in via di adozione per i ricercatori non penalizzeranno la facoltà di Economia, ora l’attenzione è puntata su altri corsi di laurea che appaiono correre reali rischi. Tra questi il corso di laurea in Scienze della Maricoltura, la laurea magistrale che il prossimo anno avrebbe dovuto essere attivata a Scienze, ma anche – secondo alcune voci – il corso di laurea in Lettere ed il corso in Scienze e Tecnologia della Moda che già lo scorso anno aveva avuto un esiguo numero di iscritti.
                              A porre il quesito – quale l’offerta del prossimo anno nel polo jonico? – è il Comitato per la Qualità della Vita che per fare il punto della situazione ha convocato per lunedì prossimo un forum al quale sono anche invitati Comune, Provincia, parlamentari, consiglieri regionali e sindacati. Ma per il prossimo anno accademico dovrà anche essere elaborato il nuovo accordo triennale per il polo jonico che dovrà appunto contenere gli impegni dell’Università di Bari e di enti ed istituzioni locali a garanzia della presenza universitaria sul territorio.
                              Nel forum di lunedì si parlerà anche di scuola. In questi giorni – dice il Comitato per la Qualità della Vita - si stanno definendo gli organici delle scuole di ogni ordine e grado e cominciano ad emergere le incongruenze e carenze strutturali, ma soprattutto emergono le difficoltà rivenienti dall’applicazione dei regolamenti relativi alla riforma della scuola secondaria, una riforma che proprio per l’applicazione non razionale sul territorio rischia di decollare con difficoltà. Criticità vengono individuate per i professionali per il mancato accordo fra Regioni e Istruzione professionale. Infine, preoccupazioni sono espresse per il mancato avvio di confronto sulla razionalizzazione da chiudersi entro novembre /dicembre.

                              articolo di Maria Rosaria Gigante
                              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 22 Maggio 2010

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                                #90
                                Riferimento: Rassegna Stampa 2010

                                IL CASO: IL DEPUTATO DEL PD, LUDOVICO VICO, SOTTOPONE L’ATTEGGIAMENTO DELLA BUSATO ALL’ATTENZIONE DI MARIASTELLA GELMINI
                                «Ministro, intervenga sul liceo Battaglini»
                                E l’Ufficio scolastico regionale reintegra la preside al suo posto dopo il verdetto del Tar

                                • Vicenda liceo Battaglini: in un’interrogazione al ministro Maria Stella Gelmini l’on. Ludovico Vico (Pd) chiede una visita ispettiva per far luce su un rapporto di fiducia - quello tra la preside Gabriela Busato e il corpo docente e il personale tecnico, amministrativo e ausiliario - ormai compromesso. Intanto, da oggi scatta il provvedimento di reintegro della preside disposto dalla direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale in esecuzione al dispositivo del giudice del lavoro che aveva accolto il ricorso della stessa Busato contro il trasferimento d’ufficio. Negli ultimi periodi, infatti, dopo un periodo di sospensione, la dirigente scolastica era stata trasferita d’ufficio presso un istituto scolastico di Mottola, sede per così dire «vacante» e quindi affidato in reggenza ad altro dirigente. A dirigere il liceo Battaglini, invece, in funzione di reggente era stato chiamato il preside Stefano Milda, capo di istituto del liceo scientifico «De Ruggieri» di Massafra.
                                La vicenda del Battaglini - riepiloga l’on. Vico - è costellata da ricorsi, appelli e trasferimenti, documenti e carte bollate, esposti e denunce di Cgil, Cisl, Uil e Snals. «Mi raccontano - spiega Vico al ministro Gelmini - di una condizione difficile, di incompatibilità di rapporti e di violazioni alle norme etiche, professionali e persino di inadempienze amministrative, che pregiudicano la normale attività scolastica e la serenità indispensabile ad alunni ed insegnanti che in quel luogo dovrebbero essere protagonisti di percorsi educativi e formativi». Vico riferisce di «irregolarità in alcune gare d’appalto, scavalcamento del consiglio d’Istituto, esautorazione dei ruoli del reggente e dei revisori dei conti sino all’assoluta assenza di comunicazioni con i docenti o l’utenza. Un quadro da abuso di potere e a tratti di arroganza e violenza verbale che non è ammissibile all’interno di una scuola», scrive il parlamentare nella sua interrogazione. Tutto questo accadrebbe «malgrado la preside Busato abbia raggiunto i limiti d’età per andare in pensione, malgrado la condanna “per atteggiamento antisindacale poste in essere dalla stessa Busato dell’istituto da lei presieduto” ( ricorso dello Snals ex art 28 - in data 23 dicembre 2009 del Tribunale del Lavoro di Taranto) e malgrado i ripetuti interventi da parte della direzione dell’Ufficio scolastico regionale e del giudice del lavoro». Vico riferisce anche di come nel maggio 2002 «il quotidiano La Repubblica nelle pagine di Torino pubblicava una corposa denuncia dei docenti e dei genitori dell’istituto Grassi», all’epoca diretto dalla preside Busato.

                                articolo di Maria Rosaria Gigante
                                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 26 Maggio 2010

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                                Sto operando...
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