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    #61
    Student card: sconti per gli studenti universitari

    Sconti per gli studenti universitari
    La Provincia lancia la «card», ora bisognerà sottoscrivere le convenzioni con i negozi

    • Promette agli studenti universitari tarantini sconti e agevolazioni presso i punti vendita e le attività commerciali della provincia che ora saranno chiamate a sottoscrivere una convenzione e a esibire all’esterno del locale un logo di riconoscimento. Le attività convenzionate saranno presto elencate sul sito web della Provincia.
    E’ la «student card», il nuovo servizio messo a punto dall’assessorato provinciale alla Scuola ed all’Università e dal sindacato degli studenti universitari Link di Taranto. Ieri mattina la presentazione ufficiale da parte dell’assessore Emanuele Fisicaro e dagli studenti aderenti all’Udu. Il servizio intende colmare anni di ritardo in questo settore considerato che in numerose altre realtà universitarie italiane le agevolazioni agli studenti sono prassi consolidata e gli stessi universitari sono visti come opportunità per l’economia di quelle città sede di strutture universitarie.
    Si tratta in buona sostanza di agevolare la qualità della vita degli studenti, ridurre le spese sostenute dalle famiglie e, in una realtà difficile come quella tarantina, fare in modo non solo che i cervelli non emigrino altrove, ma le risorse finanziarie restino qui ad accrescere i redditi locali e che la stessa realtà locale funga da polo attrattivo per la popolazione giovanile anche delle zone vicine.
    L’assessore Fisicaro non manca di sottolineare aspetti di questa portata, ma evidenzia anche come si avvii con questa iniziativa il percorso di miglioramento dell’immagine delle facoltà joniche presso la popolazione studentesca, aumentando così il loro grado di attrattività e, di conseguenza, il numero delle iscrizioni di studenti residenti in altre province o regioni, a partire da quelle limitrofe come Calabria e Basilicata.
    Insomma, fornire servizi, diventare attrattivi, nella convinzione che la scelta di andare a studiare fuori «non dipende dal livello di formazione accademica delle nostre Università, secondo quanto asserito dal Rettore Corrado Petrocelli, in quanto i laureati delle nostre Facoltà possiedono un bagaglio di conoscenze apprezzato in altri contesti territoriali dove trovano opportunità lavorative » .
    Per mettere a punto questa iniziativa, che gli studenti sollecitavano da tempo, sono in agenda nei prossimi giorni alcuni incontri con le associazioni di categoria. L’auspicio, appunto, è che percentuali e occasioni di sconto ed agevolazioni per gli studenti siano accolte come opportunità da parte dei commercianti per accrescere e qualificare la propria clientela.

    articolo di Maria Rosaria Gigante
    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 21 Marzo 2010

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      #62
      Salva la seconda facoltà di Ingegneria

      UNIVERSITA': PARLA IL PRESIDE GREGORIO ANDRIA
      «Piccoli sacrifici ma è salva la seconda facoltà di Ingegneria»

      • Non sarà attivato solo per il 2010-2011 il primo anno della laurea magistrale in Ingegneria civile. Rimangono invece confermate le specialistiche in Ingegneria industriale, Ingegneria dell’informazione, Ingegneria per l’ambiente e il territorio. Inoltre, saranno accorpati i due curricula della laurea interclasse in Ingegneria dei sistemi industriali ed elettronici (i due corsi nei quali erano confluiti i corsi in Ingegneria industriale e Ingegneria dell’informazione) mentre permane il corso di laurea triennale rimodulato secondo il decreto ministeriale 270 del 2004 in Ingegneria civile per l’ambiente e il territorio. Saranno queste le novità che caratterizzeranno, nel prossimo anno, la seconda Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari con sede a Taranto in attuazione della circolare del ministro Gelmini (nota 160 del 2009), la quale ha cambiato in senso più restrittivo i requisiti di sostenibilità dei corsi di studio. Nella raffica dei tagli all’Università, la facoltà jonica ed il Dipartimento di ricerca, il Diass, restano dunque una certezza.
      «L’intento dichiarato dall’ultima nota ministeriale è stato quello di chiudere le sedi decentrate - commenta il preside della facoltà tarantina, Gregorio Andria -. I requisiti previsti hanno reso teoricamente insostenibile l’attuale offerta formativa. E’ stato un pò come cambiare le regole del gioco mentre la partita era ancora in corso. Atenei come il Politecnico di Torino hanno totalmente chuso le loro sedi decentate. La Facoltà di Ingegneria di Taranto, invece, anche grazie ad un progetto previdente costruito negli anni, ha arginato con successo l’effetto del combinato disposto delle norme restrittive date non solo dalla nota 160 ma già in precedenza anche dalla riforma degli ordinamenti».
      Insomma, ce l’ha fatta la facoltà jonica a non chiudere, ma a costo di «piccoli» sacrifici che sarebbero - a dire del preside Andria - più nella forma che nella sostanza. Nella forma, infatti, c’è il congelamento per il prossimo anno accademico della laurea magistrale in Ingegneria civile e l’accorpamento dei due curricola della triennale in Ingegneria dei sistemi industriali ed elettronici. «Nella sostanza - dice il preside Andria - gli studenti potranno seguire gli stessi percorsi formativi attuali, all’interno di altri corsi di studio, sempre erogati dalla Facoltà, senza alcun debito formativo per il passaggio all’anno successivo. E questo è un grande successo, considerato il quadro disastroso dell’offerta formativa delle altre sedi italiane».
      E’ quanto deliberato prima in un consiglio di facoltà e quindi nel Senato accademico riunitisi distintamente giovedì e venerdì scorsi. Ma i due organi accademici hanno anche posto le basi per una completa ristrutturazione dell’intera offerta formativa a partire dal 2011-12. Quali le prospettive, dunque? «Siamo nell’ottica di offrire finalmente al territorio quella specificità e quell’eccellenza che renderanno unici e richiesti nel territorio pugliese i nuovi corsi di studio da attivare. Non potremo sicuramente prescindere dai temi civili-ambientali e da quelle legate al polo industriale-aeronautico».
      Il preside Andria conclude con l’auspicio che «lo sforzo fatto dalla Facoltà e dai suoi docenti sia ora seguito dall’impegno delle istituzioni, degli enti pubblici e privati e da quanti hanno a cuore lo sviluppo culturale, tecnologico ed economico del territorio, affinché non facciano mancare il loro sostegno al Politecnico e perché Ingegneria continui ad essere un affidabile riferimento tecnico-scientifico in terra jonica».

      articolo di Maria Rosaria Gigante
      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 13 Aprile 2010



      Gli studenti di Cinetyk «Ma i nostri corsi di laurea adesso sono a rischio»
      L’associazione studentesca Cinetyk è preoccupata del futuro dell’Università. E prendendo spunto proprio da quanto deciso dalla seconda Facoltà di Ingegneria sottolinea il contenuto di due note del ministro Mariastella Gelmini. Si tratta della 160 del 4 settembre 2009 e della 18 del 27 gennaio 2010. «La prima - sottolinea Cinetyk - si occupa della razionalizzazione dell'offerta didattica delle Università pubbliche italiane, aumentando i requisiti minimi per attivare i corsi di laurea. La seconda nota è la vera stangata per le Università italiane in quanto specifica che per l'anno prossimo verranno meglio remunerate attraverso i finanziamenti statali le università che prima si adegueranno alla nota sulla razionalizzazione. Consideriamo questo un comportamento assolutamente poco serioso da parte di un organo come deve essere un ministero - rileva Cinetyk - e inoltre consideriamo le note sulla razionalizzazione un ulteriore attacco alle Università pubbliche che durante gli ultimi decenni sono in continuo declino. Il Politecnico di Bari, nonostante il suo buon livello nelle graduatorie ministeriali, deve vedersela con queste linee guida prese dal governo ed in particolare si trovano in grave pericolo le sedi distaccate di Taranto e Foggia. Desideriamo con tutta la nostra forza che la Facoltà di Ingegneria di Taranto rimanga lì dov'è ancora a lungo e possa soltanto migliorare, magari con l'aiuto anche degli enti locali migliorando i servizi che per troppo tempo sono mancati agli studenti della provincia ionica, vedi trasporti e mensa».

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        #63
        Riferimento: Rassegna Stampa 2010

        TEMPI LUNGHI: L’INTESA CHE SBLOCCÒ IL CONTENZIOSO PRESENTATA IN UNA CERIMONIA IL 24 DICEMBRE
        Palazzo degli Uffici: il cantiere riaprirà in estate

        • Il cantiere per la ristrutturazione di Palazzo degli uffici si riaprirà nella prossima estate. Non prima. Eppure, l’intesa tra il Comune di Taranto e la società aggiudicatrice dell’appalto (la Siel) era stata presentata in pompa magna lo scorso 24 dicembre. Alla vigilia di Natale.
        Ma cosa manca all’appello, dunque? Il consiglio comunale di Taranto, entro fine mese, deve approvare il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2010. E, nell’ambito della manovra finanziaria, l’Amministrazione comunale prevede di sottoscrivere un mutuo di trent’anni per un importo complessivo che sfiora gli 11 milioni di euro ed il cui peso annuale oscilla tra le 640-700mila euro. Una volta poi approvato il bilancio, entro fine maggio, la Cassa depositi e prestiti dovrebbe accogliere positivamente la richiesta di mutuo avanzata da Palazzo di città. A quel punto, mancherebbe poi solo il nulla osta al progetto esecutivo da parte della Sovrintendenza. Progetto che, peraltro, i tecnici della Siel stanno per consegnare all’Amministrazione comunale.
        Riepilogando gli enti locali (Comune e Provincia di Taranto) dovranno contribuire alla realizzazione dell’opera per circa 18 milioni di euro. La somma rimanente (15) sarà coperta dall’impresa che poi sfrutterà economicamente anche gli utili derivanti dalla gestione delle aree presenti all’interno del Palazzo. Aree che avranno soprattutto una destinazione commerciale.
        Ed ancora, la durata del contratto è di 36 anni e non più, quindi, a 44 così come la società concessionaria aveva richiesto mentre le superfici vengono così attribuite: 2.870 metri quadrati al Comune; 6.500 al liceo classico «Archita» (e, quindi, alla Provincia competente per legge alla manutenzione degli istituti scolastici superiori). La superficie che resta a disposizione (circa 9mila-10mila metri quadrati) sarà, invece, a disposizione della Siel. Lì, in pratica, verranno sistemate le attività commerciali e culturali anche se la stessa società concessionaria si è impegnata a non aprire le porte del palazzo ad attività che siano in palese contrasto con la storia di questo prestigioso immobile.
        La Provincia finanzierà questi lavori di ristrutturazione con 9 milioni di euro. E il Comune? L’Amministrazione comunale, come si riferiva prima, sarà costretta ad accendere un mutuo trentennale che peserebbe sulle casse comunali per 640 - 700mila euro all’anno.
        Un bel peso, certo, per un ente che ancora non è formalmente uscito dal dissesto finanziario. Eppure, questo va detto, si tratta di un impegno inferiore rispetto a quanto originariamente previsto (1 milione 200mila euro all’anno).

        articolo di Fabio Venere
        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 13 Aprile 2010

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          #64
          Riferimento: Student card: sconti per gli studenti universitari

          Originariamente inviato da Plautus Visualizza il messaggio
          Sconti per gli studenti universitari
          La Provincia lancia la «card», ora bisognerà sottoscrivere le convenzioni con i negozi

          • Promette agli studenti universitari tarantini sconti e agevolazioni presso i punti vendita e le attività commerciali della provincia che ora saranno chiamate a sottoscrivere una convenzione e a esibire all’esterno del locale un logo di riconoscimento. Le attività convenzionate saranno presto elencate sul sito web della Provincia.
          E’ la «student card», il nuovo servizio messo a punto dall’assessorato provinciale alla Scuola ed all’Università e dal sindacato degli studenti universitari Link di Taranto. Ieri mattina la presentazione ufficiale da parte dell’assessore Emanuele Fisicaro e dagli studenti aderenti all’Udu. Il servizio intende colmare anni di ritardo in questo settore considerato che in numerose altre realtà universitarie italiane le agevolazioni agli studenti sono prassi consolidata e gli stessi universitari sono visti come opportunità per l’economia di quelle città sede di strutture universitarie.
          Si tratta in buona sostanza di agevolare la qualità della vita degli studenti, ridurre le spese sostenute dalle famiglie e, in una realtà difficile come quella tarantina, fare in modo non solo che i cervelli non emigrino altrove, ma le risorse finanziarie restino qui ad accrescere i redditi locali e che la stessa realtà locale funga da polo attrattivo per la popolazione giovanile anche delle zone vicine.
          L’assessore Fisicaro non manca di sottolineare aspetti di questa portata, ma evidenzia anche come si avvii con questa iniziativa il percorso di miglioramento dell’immagine delle facoltà joniche presso la popolazione studentesca, aumentando così il loro grado di attrattività e, di conseguenza, il numero delle iscrizioni di studenti residenti in altre province o regioni, a partire da quelle limitrofe come Calabria e Basilicata.
          Insomma, fornire servizi, diventare attrattivi, nella convinzione che la scelta di andare a studiare fuori «non dipende dal livello di formazione accademica delle nostre Università, secondo quanto asserito dal Rettore Corrado Petrocelli, in quanto i laureati delle nostre Facoltà possiedono un bagaglio di conoscenze apprezzato in altri contesti territoriali dove trovano opportunità lavorative » .
          Per mettere a punto questa iniziativa, che gli studenti sollecitavano da tempo, sono in agenda nei prossimi giorni alcuni incontri con le associazioni di categoria. L’auspicio, appunto, è che percentuali e occasioni di sconto ed agevolazioni per gli studenti siano accolte come opportunità da parte dei commercianti per accrescere e qualificare la propria clientela.

          articolo di Maria Rosaria Gigante
          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 21 Marzo 2010
          speriamo si faccia presto..

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            #65
            Riferimento: Rassegna Stampa 2010

            L’EVENTO: GLI STUDENTI TARANTINI SECONDI IN UN CONCORSO UE
            Dal Quinto Ennio a Strasburgo grazie a un video

            • Il video «La politica ambientale» realizzato dalla III A e dalla II A del Quinto Ennio si è classificato al secondo posto in Italia in un concorso promosso dal Parlamento europeo in collaborazione col ministero per l’Università, istruzione e ricerca, molto interessante anche se barbaricamente intitolato UEisU! (che vorrebbe dire supperggiù, traducendo dall’inglese, dalle sigle e dalle trascrizioni fonetiche, che l’Unione europea sei tu!) si ripropone di far imparare partecipando e creando: attraverso la realizzazione e la visione dei filmati mira a migliorare le conoscenze sull'Unione europea e a far percepire la sua reale influenza nella vita quotidiana dei cittadini europei. In particolare, il progetto mira a far conoscere meglio il Parlamento europeo: ruolo, attività, funzioni, obiettivi prefissati e conseguiti.
            «L'idea - si legge nel programma - è quella di far sì che i giovani comunichino I'Europa ad altri giovani attraverso un'attività creativa e attraverso un unico portale web: EUisU! Gli studenti, poi, attraverso l'utilizzo dei moderni strumenti tecnologici, potranno realizzare video sull'Unione europea mettendo in campo tutta la loro energia creativa, la loro originalità, le loro conoscenze e perché no?... la loro allegria e le loro aspettative!».
            Il video dei ragazzi dell’Ennio, come detto, realizzato per il coordinamento della professoressa Rosanna Sergi, si è classificato secondo in Italia e verrà premiato con un viaggio di tre giorni (dal 25 al 27 aprile) in autobus gran turismo a Strasburgo, con visita alla sede del Parlamento europeo: sei fra gli studenti che hanno partecipato alla realizzazione del filmato ed un docente partiranno quindi alla volta di Strasburgo, ceneri del vulcano islandese permettendo (è vero che il viaggio Milano/Strasburgo si effettuerà in pullman, ma a Milano bisogna in qualche modo arrivarci, e in questi giorni è difficile...).

            articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 20 Aprile 2010

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              #66
              Riferimento: Rassegna Stampa 2010

              LA CERIMONIA FINALE SI È SVOLTA L’ALTRO GIORNO AL LICEO SCIENTIFICO BATTAGLINI
              Olimpiadi di matematica premiati i superbravi

              • Primo Iaccarino Salvatore, 2° a pari merito Russo Italo, Bongermino Costantino, Buffo Francesco, 3° a pari merito Latagliata Luca, tutti studenti del liceo Battaglini, Clemente Enzo (Liceo Vico di Laterza), Pugliese Gaetano (Istituto Righi), 4° Frascella Carmine (Liceo Battaglini), 5° a pari merito Lacorte Pierpaolo (Liceo Galilei di Manduria), Fanuli Gregorio (Liceo Galilei di Manduria). Ecco i “bravissimi” in Matematica, i primi dieci nella graduatoria provinciale delle Olimpiadi di Matematica. L’altro ieri, al liceo Battaglini, la premiazione, alla presenza dell’assessore comunale all’Università, Paolo Ciocia, e della preside della Facoltà di Scienze dell’Università di Taranto, Silvia Romanelli. A fare gli onori di casa il dirigente reggente del Battaglini, Stefano Milda, e la professoressa Giuseppina Serafica, responsabile provinciale del Progetto Olimpiadi.
              Valorizzare i nostri ragazzi ponendone in evidenza le eccellenze, il valore sottolineato dall’assessore Ciocia.
              Entusiamo è stato espresso anche dalla preside Romanelli, in qualità di membro dell’Unione Matematica Italiana, che è l’associazione che organizza le Olimpiadi di Matematica in Italia, e di docente di Analisi Matematica. Il preside Milda ha, poi, approfittato dell’occasione per ricordare che gli alunni del Liceo Battaglini hanno conquistato i primi posti a livello regionale anche nelle Olimpiadi di Filosofia.
              Ringraziamenti sono stati espressi nei confronti dei docenti che hanno preparato le migliaia di ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa, nonché nei confronti del preside Milda, “che ha manifestato grande sensibilità e interesse nei riguardi del progetto Olimpiadi permettendo alla scuola di investire risorse economiche ed umane”, e del preside Guglielmo Matichecchia, dirigente del Liceo Moscati di Grottaglie, che ha organizzato, presso la sua scuola, in gennaio, uno stage di perfezionamento per tutti gli alunni della provincia.

              articolo di Maria Rosaria Gigante
              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 22 Aprile 2010

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                #67
                Raid all’Archimede: furto da 30mila euro

                Raid all’Archimede furto da 30mila euro
                I ladri hanno rubato computer e macchine da cucire

                • Furto notturno nell’istituto professionale «Archimede» di via Lago di Misurina. Il colpo è stato messo a segno durante il fine settimana. I ladri sono entrati da un cancello posteriore e hanno asportato numerosi computer dotati di schermo piatto e una decina di macchine da cucire. Inoltre, forzando i distributori automatici, sono riusciti a prelevare sia le monete che i generi alimentari. Da un successivo sopralluogo i poliziotti hanno accertato che i ladri si sono introdotti anche nello studio del preside portando via computer, telefoni e fax. Il valore della merce rubata, secondo una prima stima, ammonta a 30mila euro. Il furto è stato scoperto ieri mattina dagli insegnanti che, arrivati a scuola, si sono resi conto che qualcuno aveva forzato una finestra ed era riuscito ad arrivare ai locale dove vengono custoditi i computer. Un danno non solo economico per la scuola, visto che studenti e professori con il materiale trafugato svolgono una parte importante del loro lavoro.
                Da un primo sopralluogo è emerso che i ladri erano almeno un paio. Gli agenti, infatti, avrebbero riscontrato la presenza di impronte diverse. Forse sapevano dove colpire perché altre aule sono state ignorate. I ladri si sono diretti senza indugio verso la presidenza, segno che, con tutta probabilità, avevano la certezza, o quantomeno il sospetto, che lì ci fosse materiale di valore.
                Indagini sono state avviate dalla Polizia per risalire ai responsabili.
                La notte tra il 20 e il 21 febbraio scorsi fu presa di mira la scuola «Bettolo». I poliziotti trovarono l’ingresso del plesso scolastico aperto e, dopo un controllo effettuato alla presenza del direttore didattico, constatarono il furto di due lettori dvd, che erano stati rubati dall’aula di sostegno.

                articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 27 Aprile 2010

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                  #68
                  Gli studenti si laureano ma due corsi universitari non esistono quasi più

                  Gli studenti si laureano ma due corsi universitari non esistono quasi più
                  Il singolare caso dei fisioterapisti e dei tecnici della riabilitazione psichiatrica
                  Con i tagli della Gelmini per queste specializzazioni prospettive incerte

                  • Toghe ed invitati. L’auditorium del padiglione Vinci, al SS. Annunziata, trasformato in palcoscenico delle grandi occasioni, quale sicuramente è una seduta di laurea. Sono 51 gli studenti che tra ieri, oggi e domani acquisiranno il titolo di dottore. Si tratta di 18 tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, 18 infermieri, 8 fisioterapisti e 7 tecnici della riabilitazione psichiatrica. Non è la prima volta, tuttavia, che il padiglione Vinci è utilizzato come sede di sedute di laurea. E’ accaduto negli ultimi anni, almeno una volta all’anno, per i laureandi in tecnici della prevenzione. La seduta tarantina serviva, in realtà, anche ai laureandi dell’omonimo corso di Bari (una seconda seduta di laurea annuale si tiene a Bari nel corso di ogni anno - ndr). Ma la cerimonia di ieri riveste una particolare importanza perché è la prima volta che gli studenti degli altri corsi di laurea presenti a Taranto, sempre nell’area sanitaria, possono laurearsi nella stessa città in cui hanno studiato. In passato, più volte, futuri infermieri e fisioterapia sono stati costretti alla trasferta a Bari. Paradossalmente, però, i primi fisioterapisti e tecnici della riabilitazione psichiatrica a laurearsi a Taranto potrebbero essere anche gli ultimi, nel senso che quelli per fisioterapia e tecnici della riabilitazione psichiatrica sono corsi ad esaurimento ormai. Nessun primo anno, quindi, nell’anno accademico che sta per concludersi per questi due corsi di laurea, né le prospettive future, stando ai tagli previsti con la riforma, sembrano riservare un recupero dei corsi «persi». C’è da augurarsi, quindi, che per i laureandi nella Professione sanitaria infermieristica la prima seduta di laurea a Taranto sia l’avvio di un nuovo corso considerato che dallo scorso anno accademico il numero degli studenti da preparare a Taranto è salito a 90. Più che a questi aspetti, tuttavia, la giornata di ieri e quelle in programma oggi e domani sono riservate alla consacrazione degli obiettivi raggiunti, a volte anche dei sogni, degli studenti giunti al traguardo della laurea, ma anche al riconoscimento degli sforzi effettuati dall’Asl di Taranto per alimentare l’obiettivo collettivo di una città, di avere cioè una dimensione accademica. «L’Asl spende annualmente 200 mila euro per la formazione universitaria in ambito sanitario» dice Giancarlo Magno, responsabile dell’Ufficio studi e formazione dell’Asl. Il quale sottolinea anche il buon livello di preparazione raggiunto dagli studenti tarantini e che consente loro, non solo perché si tratta di titoli di studio molto richiesti dal mercato del lavoro, di trovare tutti rapidamente occupazione al massimo nel giro di qualche mese dalla laurea.

                  articolo di Maria Rosaria Gigante
                  pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 28 Aprile 2010

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                    #69
                    l’Udu presenta «Altrariforma»

                    E l’Udu presenta «Altrariforma»
                    Oggi incontro in Provincia per avviare il progetto della «card» per gli studenti

                    • Una proposta di riforma universitaria che si discute in parallelo a quella che, presentata dal ministro Mariastella Gelmini, fa il suo iter in Parlamento. «Altrariforma»: hanno voluto chiamarla così gli studenti universitari del LinkUdu una loro proposta che sta facendo il giro delle sedi universitarie italiane con la contestuale verifica attraverso consultazione sulla riforma Gelmini e su quella proposta dal movimento studentesco. Tappe tarantine di questa consultazione sono quelle di oggi e del 30 aprile, presso la sede di Via Acton, sede dei corsi di laurea di Giurisprudenza e Lettere e Filosofia, per passare poi nelle sedi di Scienze matematiche, fisiche e naturali, Economia, Scienze della Formazione e Maricoltura. «Dopo anni di devastanti riforme calate dall’alto - dicono gli studenti -. La nostra proposta è fondata sull'idea di un'università pubblica e di qualità, accessibile a tutti». La consultazione studentesca si concluderà il 12 e 13 maggio, giorno delle elezioni del Consiglio nazionale degli studenti universitari, a cui LinkUdu ha deciso di non partecipare, «poiché - affermano - vogliamo dimostrare la differenza tra un organo inutile e burocratico, che va assolutamente riformato, e un grande momento di partecipazione democratica diretta». Proposte in discussione anche su wikisaperi.org  .
                    Sul piano più prettamente locale, invece, dopo un anno di contrattazione, sempre gli studenti del LinkUdu quest’oggi incontreranno in Provincia gli assessori all’Università ed alle Politiche giovanili insieme all'associazione dei commercianti per redigere il documento finale di approvazione del progetto «Student card». Discusso infine ieri sera, in un incontro del Comitato qualità della vita, un documento su criticità e priorità di scuola e università a Taranto. Il quesito di fondo rimane l’applicazione della nota 160. Dopo Fisioterapia e Tecnici per la riabilitazione psichiatrica, sembra cancellata anche Lettere e l’attivazione della specialistica in Beni culturali. Incertezze sulla magistrale in Scienze ambientali ed il primo anno di Scienze della maricoltura.

                    articolo di Maria Rosaria Gigante
                    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 28 Aprile 2010
                    Ultima modifica di Plautus; 30/04/2010, 14:45. Motivo: l’Udu presenta «Altrariforma»

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                      #70
                      Student Card: «Vogliamo sconti del 30 per cento»

                      «Vogliamo sconti del 30 per cento»
                      La proposta degli universitari: ecco le tipologie di negozi che vanno convenzionati

                      • Esercizi di ristoro in primo luogo, anche per sopperire alla mancanza di mense universitarie (con l’unica eccezione di quella ubicata presso la facoltà di Economia - ndr), librerie, topografie e copisterie, agenzie viaggio soprattutto per agevolare la mobilità degli studenti pendolari, ma anche musei, teatri, centri sportivi, abbigliamento e elettronica. Sono i diversi generi commerciali - e non solo - che gli studenti universitari chiedono di poter individuare come settori presso i quali ottenere sconti. Non meno del 30% di sconto perché il discorso possa essere conveniente per chi lo chiede e per chi dovesse aderirvi garantendosi così una certa clientela.
                      A sollecitarlo sono gli studenti del LinkUdu, associazione nazionale che conta numerosi iscritti anche a Taranto. Le modalità sono la sottoscrizione di uno specifico protocollo di intesa tra associazione studentesca, Provincia di Taranto e Confcommercio. Agli studenti dovrebbe essere rilasciata una apposita «student card». Gli esercizi commerciali che dovessero aderire alla proposta ed al protocollo evidenzieranno la loro adesione, appunto, attraverso una vetrofania.
                      Fa qualche passo avanti la proposta già avanzata e discussa prima della campagna elettorale con gli assessori provinciali all’Università, Emanuele Fisicaro, e alle Politiche giovanili, Katia Marinò. Dopo l’elaborazione di una bozza di protocollo d’intesa, ieri avrebbe dovuto essere l’occasione per una riunione operativa conclusiva con la Confcommercio, rinviata tuttavia al prossimo lunedì. Per gli studenti interessati è stata comunque l’occasione per perfezionare con gli amministratori provinciali le loro proposte.
                      «Abbiamo ridefinito le nostre proposte con la Provincia - dichiara il portavoce provinciale dell’associazione studentesca, Remo Pezzuto -. Lunedì prossimo concorderemo il tutto con l’associazione commercianti che già si è detta disponibile all’operazione. D’altro canto, anche una serie di commercianti sono favorevoli ed alcuni di loro già attuano una politica di sconti nei confronti di alcune organizzazioni studentesche. Si tratta, dunque, in buona sostanza di istituzionalizzare il tutto ed estendere tali opportunità agli esercizi commerciali dell’intera provincia».
                      Una volta sottoscritto il protocollo di intesa, la Confcommercio dovrà emettere un bando e poi sottoscrivere le varie convenzioni. Il protocollo, evidenziano gli studenti, sarà di durata triennale e funzionerà sotto la vigilanza attiva da parte degli studenti. Per gli esercizi commerciali che dovessero sottoscrivere il protocollo e poi non rispettare l’intesa sono previste sanzioni amministrative.

                      articolo di Maria Rosaria Gigante
                      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 29 Aprile 2010

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                        #71
                        Il preside di facoltà Quaranta: "Medicina non va via se sostenuta"

                        «Medicina non va via se sostenuta»
                        Il preside di facoltà, Quaranta: la realtà locale non può chiamarsi fuori dagli impegni


                        • «Da parte nostra, non c’è alcun retropensiero. Se avessimo avuto qualche retropensiero, avremmo per tempo preso altre decisioni come quella di chiudere totalmente il polo di Taranto. Non abbiamo questa intenzione. Però, vorremmo che tutti condividessero con noi il nostro impegno. Almeno non ci guardino come invasori».
                        A parlare è il preside della facoltà di Medicina dell’Università di Bari, Antonio Quaranta, dopo la convocazione di una seduta del consiglio di facoltà - il prossimo 10 maggio - in cui c’è all’ordine del giorno il trasferimento dei corsi di laurea attivi a Taranto in altri poli didattici. L’annuncio ha destato non poca indignazione soprattutto tra gli studenti che, dopo la chiusura del primo anno del corso in Fisioterapia quest’anno, e la chiusura in passato di altri corsi dell’area sanitaria, come quello per Tecnici della riabilitazione psichiatrica, Educatore professionale e per igienisti dentali, adesso temono una sorte analoga per i corsi attivi in Scienze infermieristiche e per Tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro. Ma dalle parole del preside Quaranta si evince che il rischio sembrerebbe legato al mantenimento di alcuni impegni a livello locale, mentre i «tagli» ed i sacrifici previsti dalla riforma Gelmini non dovrebbero riguardare almeno quest’area dell’offerta formativa erogata da Bari. Per il futuro, invece, eventuali ampliamenti sembrano piuttosto improbabili. Intanto, proprio per affrontare le difficoltà più immediate e chiarire cos’è che non va, il preside Quaranta ed il rettore dell’Università di Bari, Corrado Petrocelli, hanno chiesto un incontro urgente al direttore generale dell’Asl, Domenico Colasanto. L’incontro dovrebbe essere fissato per la prossima settimana.
                        Preside Quaranta, quali sono i problemi alla base dell’odg del prossimo consiglio di facoltà?
                        « L’Università di Bari da tempo ha investito e risposto alle esigenze di Taranto, attivando facoltà e corsi di laurea in diversi settori. Naturalmente tutto questo necessita di accordo, condivisione, sostegno da parte di tutti. Per i corsi delle professioni sanitarie, c’è un protocollo all’interno del quale ci sono degli obblighi da parte delle aziende sanitarie in termini di personale, ambienti e strutture. Per quanto riguarda le strutture, noi abbiamo finalizzato alle attività didattiche di Taranto il plesso di via Deledda, didatticamente molto più apprezzabile di quello precedentemente utilizzato per anni. Quando, però, ho notizia di un comando a ritornare in Asl, comando firmato dal direttore generale o dal coordinatore didattico alle persone che l’azienda ha il dovere di mettere a disposizione per l’organizzazione dei corsi, capisco che all’Asl questi corsi non interessano più. Naturalmente io ho l’obbligo di salvaguardare gli studenti, offrendo loro un minimo. Poi, pare che queste decisioni siano rientrate, ma peraltro tutto questo avviene senza che si informino le autorità accademiche».
                        Dunque, decidereste di portar via i corsi?
                        «Con il rettore abbiamo chiesto un incontro con le autorità politiche ed il direttore generale perché, se dobbiamo portare avanti un progetto condiviso, occorre farlo bene. La volontà non è quella di penalizzare. Noi stiamo investendo su Taranto. Io stesso insegno e una volta al mese vengo a tenere esami a Taranto».
                        Ma su una eventuale decisione di trasferimento, peserebbero anche i nuovi paletti posti dalla riforma?
                        «Questo è un altro discorso, ma noi siamo già sulla buona strada perché con l’adeguamento che faremo con il 2011-2012, non credo che avremo difficoltà. Abbiamo già disattivato alcuni corsi per motivi d’organico, e peraltro a novembre altri 30 docenti andranno in pensione, ma abbiamo anche instaurato un moto della rete formativa che, se siamo intelligenti, servirà a salvaguardare l’esistente applicando solo soluzioni oramai applicate in tutto il mondo e non penalizzanti per nessuno».
                        Come vede la prospettiva dell’arrivo a Taranto del San Raffaele del Mediterraneo?
                        «Bene, sia da un punto di vista accademico che da un punto di vista sanitario. Tutto quello che sarà fatto, avverrà in accordo e sarà condiviso con le Università pugliesi. Spero che anche la qualità dell’offerta e le prestazioni assistenziali possano migliorare. Noi ci confrontiamo con molta dignità con tutti, abbiamo un ottimo rapporto di collaborazione con tutte le facoltà mediche d’Italia e credo che all’interno della conferenza dei presidi delle facoltà mediche ci sia un patto d’onore e di rispetto».
                        Ci sarà da clinicizzare i posti letto ospedalieri?
                        «Si, se si entrasse in futuro nell’ordine di idee di attivare un corso di laurea in medicina. Attenzione, però, perché con la riduzione del corpo docente, per noi diventa assai difficile pensare ad un corso di laurea. Tuttavia, se c’è un accordo condiviso e l’impegno delle autorità politiche e civili, quindi anche un impegno economico, potremmo pensarci».

                        articolo di Maria Rosaria Gigante
                        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 30 Aprile 2010

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                          #72
                          Monito da Infermieristica: «Il corso di laurea resti qui»

                          UNIVERSITÀ: APPELLO DEGLI STUDENTI CHE TEMONO NUOVI TAGLI.
                          IL COMUNE INTERVIENE CON CIOCIA
                          Monito da Infermieristica: «Il corso di laurea resti qui»

                          • Gli studenti di Infermieristica proprio non ci stanno all’ipotesi di trasferimento del loro corso di laurea fuori dal polo jonico. Con loro potrebbero anche doversi trasferire i colleghi del corso di laurea per Tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro, gli ultimi due dell’area sanitaria rimasti a Taranto. E’ quanto potrebbe essere deciso nel corso di una riunione del consiglio di facoltà di Medicina il 10 maggio. In settimana, però, un incontro tra il rettore dell’Università di Bari, Corrado Petrocelli, il preside della facoltà di Medicina, Antonio Quaranta - intervistato nei giorni scorsi dalla «Gazzetta» -, e i vertici dell’Asl potrebbe servire a chiarire la situazione e, si spera, a superare le criticità. Le difficoltà, infatti, dovrebbero essere al momento sostanzialmente tra Università ed Asl. Intanto, ieri, gli studenti hanno avviato la loro mobilitazione e coinvolto gli amministratori locali. Annunciato anche un documento da proporre alle autorità accademiche, ai vertici Asl, agli amministratori locali. «Auspichiamo inoltre - hanno detto ieri - che la classe politica tarantina sia compatta per scongiurare questa evenienza e dia maggior rigore e futuro al polo universitario jonico in termini di stanziamenti economici e di personale. Vorremmo ricordare e sottolineare - aggiungono - la volontà degli studenti che si iscrivono a questo corso di laurea di rimanere a Taranto poiché, oltre a sostenere il test di selezione a pagamento, devono classificarsi in graduatoria pur di studiare nella propria città». Un principio giuridicamente riconosciuto, dice l’assessore comunale all’Università, Paolo Ciocia, intervenuto all’assemblea degli studenti per esprimere loro la solidarietà propria e degli altri consiglieri comunali. «Rivolgo un appello al rettore Petrocelli ed al preside Quaranta - dice Ciocia che si è reso disponibile di fare da mediatore tra le istanze degli studenti, quelle dell’Università e dell’Asl - perché considerino che noi siamo pronti a concorrere alla soluzione dei problemi purché questi ci vengano rappresentati». Ciocia non nasconde l’effetto sorpresa dell’ipotesi trasferimento, emersa solo con la comunicazione apparsa sul sito della facoltà di Medicina dell’odg della prossima seduta del consiglio di facoltà. «Voglio ricordare - dice Ciocia - che siamo tutti firmatari di un accordo di programma triennale per il consolidamento del polo universitario jonico, ma stranamente questa decisione è stata assunta unilateralmente senza aver interessato gli altri partner istituzionali».

                          articolo di Maria Rosaria Gigante
                          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 4 Maggio 2010

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                            #73
                            Ipotesi trasferimento corsi di laurea area sanitaria

                            IL FUTURO DELL’UNIVERSITÀ: CRESCONO I DISSENSI E LA PROVINCIA CONVOCA UN INCONTRO PER DOMANI
                            «Non potete toglierci i corsi dell’area sanitaria»

                            • Ipotesi di trasferimento dei corsi di laurea dell’area sanitaria attivi a Taranto - Infermieristica, Tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro e, ad esaurimento, i corsi di Fisioterapia e Riabilitazione psichiatrica - in altri poli didattici dell’Università di Bari distribuiti in Puglia. La decisione che la facoltà di Medicina di Bari discuterà in consiglio di facoltà il prossimo 10 maggio trova nette opposizioni, soprattutto tra gli studenti. Intanto, allo scopo di chiarire le motivazioni reali, si succedono gli incontri. Il primo, quello più atteso, ed annunciato dallo stesso preside della facoltà di Medicina, Antonio Quaranta, alla «Gazzetta» la settimana scorsa, è in programma oggi alle 17,30 in Ateneo a Bari. Di sicuro ci saranno i vertici accademici, lo stesso rettore Corrado Petrocelli, il preside Quaranta, gli altri docenti presidenti dei corsi di laurea tarantini. Nonché, altrettanto certa la presenza dei vertici dell’Asl di Taranto, in primo luogo del direttore generale Domenico Colasanto. Il braccio di ferro, infatti, almeno in prima battuta, sembrerebbe essere tra Università ed Asl, firmatari insieme agli enti locali di un accordo triennale peraltro ormai in scadenza. Nella vicenda vogliono vederci chiaro gli stessi enti locali. In questo senso si era espresso l’altro ieri l’assessore comunale all’Università, Paolo Ciocia, incontrando gli studenti. E ieri anche l’assessore provinciale all’Università, Emanuele Fisicaro, ha preso posizione ed ha convocato per domani alle 12 un incontro a Taranto con il rettore Petrocelli, il preside Quaranta, il presidente di Interclasse Tommaso Losacco, il coordinatore didattico Maria Antonietta Panaro (Infermieristica) e il direttore generale dell’Asl Domenico Colasanto. «Ancora una volta - dice Fisicaro - si assiste ad una mancata considerazione dello sviluppo di questo territorio e ad una conseguente accelerazione di quel processo di depauperamento che trova proprio nella diffusione degli studi accademici, della cultura e della ricerca gli antidoti più efficaci. Sarebbe, dunque, un fallimento delle istituzioni che non sarebbero in grado di garantire lo sviluppo locale e, invece di favorire lo studio e la ricerca, assisterebbero, inermi, alla loro preclusione con gravi conseguenze sul futuro dei giovani della provincia e sulle opportunità dell’intera area ionica».
                            L’Asl, chiamata in causa, sostiene annualmente a sua volta una spesa - come documentato da delibere e bonifici - di 12 mila euro per ogni anno di corso di laurea (i 3 di Infermieristica, i 3 di Tecnici della prevenzione, i 2 di Fisioterapia e Riabilitazione psichiatrica), più la diaria giornaliera per ogni docente universitario che venga a fare lezione a Taranto (per norma il carico didattico è diviso al 50% tra Università ed Asl).



                            LETTERA-APPELLO GLI STUDENTI AL GOVERNATORE NICHI VENDOLA
                            «Ma col trasferimento molti studenti sarebbero costretti a ritirarsi»

                            • Blog su Facebook - «No alla chiusura di professioni sanitarie a Taranto» -, assemblee, tam tam generale, una lettera al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, al quale si chiede di comprendere la gravità della situazione ed intervenire. Agguerrita la pattuglia di studenti dei corsi di laurea che la facoltà di Medicina intende trasferire altrove. In particolare, nella lettera inviata via mail al governatore - e rimasta al momento senza risposta -, è una giovane studentessa del primo anno di corso di Infermieristiche a spiegare le ragioni della propria protesta. «Siamo circa 90 studenti del primo anno. Ci è stato detto che verremo trasferiti in altri poli come quello di Tricase, Bari ed Acquaviva. Siamo veramente preoccupati in quanto il 90% di noi sarebbe costretto a ritirarsi poiché molti non possono permettersi questi spostamenti per ragioni economiche e lavorative. Nel mese di settembre 2009 - spiega la studentessa - dal Policlinico di Bari siamo stati convocati per scegliere la sede più adatta alle nostre esigenze in base alle nostre posizioni in graduatoria (la prima in graduatoria è una tarantina). Ora ci viene negato anche il diritto allo studio a causa di problemi interni tra la Asl di Taranto ed il Policlinico di Bari. Molti di noi - prosegue la studentessa - hanno anche famiglia e svolgono lavori, addirittura in orari notturni, per poter prosegurie gli studi. Personalmente ritengo sia una mossa illogica in quanto sappiamo che tra circa 3 anni si aprirà a Taranto il San Raffaele e questa città si ritroverebbe senza un polo di riferimento. Come al solito la nostra Taranto, invece di progredire e prendere al volo queste grande occasioni, le rifiuta e le delega agli altri. Noi volevamo solo essere l’orgoglio di questa città che ha tanto bisogno di una buona sanità. Tutto questo, invece, ci mortifica».

                            articoli di Maria Rosaria Gigante
                            pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 5 Maggio 2010

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                              #74
                              Ancora un successo per Architeatro con un classico trasposto in musical

                              «Anfitrione»: il doppio made in Archita
                              Ancora un successo per Architeatro con un classico trasposto in musical

                              Vivere cornuti e contenti, anche perché contro gli dei poco è possibile fare... questa la sconsolante morale «comica» dell’Anfitrione, una delle commedie più ambigue e perturbanti dell’antichità, giocata sul tema del doppio e dominata - caso raro, nell’universo plautino ma anche, in genere, della commedia romana - dall’intervento indiscreto delle divinità olimpiche nella vita quotidiana (tanto che Plauto stesso affida a Mercurio, nel prologo, la definizione di «tragicommedia» per la sua opera). Al lavoro di Plauto si ispirò per il «suo» Anfitrione Molière, dopo che già Shakespeare ne aveva mutuato alcuni spunti nella Commedia degli errori, ed altri commediografi ancora rielaborarono il testo nel Sette ed Ottocento.
                              L’Anfitrione portato al successo dai ragazzi di Architeatro in sei rappresentazioni all’Orfeo, e che andrà alla rassegna di Teatro classico dei giovani di Palazzolo Acredide, oltre che al Festival di teatro scuola di Altamura, è una contaminatio operata da Nella Abruzzese, da 14 anni regista di Architeatro, sui testi di Plauto e Molière, portati in musical.
                              Anfitrione, col fidato servo Sosia, è partito per la guerra, lasciando a casa la bellissima moglie Alcmena. Il donnaiolo Giove, invaghito della donna, assume le fattezze di Anfitrione, accompagnato da Mercurio che diventa identico a Sosia (il qual Sosia diverrà il doppio per antonomasia), e si accoppia con l’inconsapevole Alcmena. Nel frattempo, i veri Anfitrione e Sosia, tornati dalla guerra, restano frastornati: Mercurio nelle vesti di Sosia porta Sosia a dubitare della sua stessa identità personale; Anfitrione capisce che qualcuno l’ha sostituito nel talamo coniugale e accusa la moglie di infedeltà... ad appianare le cose interviene Giove in persona che «consola» Anfitrione: Alcmena partorirà due bambini: uno, Ercole, figlio di giove, destinato a grandi imprese; l’altro figlio di Anfitrione. Che prende atto dell’innocenza della moglie ingannata e deve consolarsi...

                              articolo di Giuseppe Mazzarino
                              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 5 Maggio 2010

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                                #75
                                Le professioni sanitarie restano a Taranto

                                Le professioni sanitarie restano qui
                                Nessuna smobilitazione dei corsi di laurea.
                                L’Asl e il Comune: abbiamo chiarito tutto

                                • Qualche giro di parole, qualche imbarazzo, rassicurazioni affidate ad uno stringato comunicato stampa. Sembra essersi superata così la questione legata all’ipotesi di trasferimento in altri Poli universitari pugliesi dei corsi dell’area sanitaria attivi a Taranto (Infermieristica e Tecnici della prevenzione sui luoghi di lavoro, più gli altri corsi ad esaurimento in Fisioterapia e Tecnici della riabilitazione psichiatrica) che interessano all’incirca 400 studenti. Un incontro ieri a Bari tra il rettore Corrado Petrocelli, l’assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore, il prorettore Augusto Garuccio, il preside della facoltà di Medicina e chirurgia, Antonio Quaranta, il direttore generale della Asl, Domenico Colasanto, il direttore amministrativo dell’Università, Giorgio De Santis, il delegato del Rettore per le sedi decentrate Giovanni Dotoli, il direttore del Polo jonico Raffaele Elia, il presidente di interclasse Asl Taranto Giovanni Pertosa, i responsabili dei corsi di laurea delle Professioni sanitarie presenti a Taranto, l’assessore comunale all’Università Paolo Ciocia, è servito proprio a scongiurare il rischio trasferimento.
                                Il rischio era stato reso manifesto attraverso una convocazione per il prossimo 10 maggio di una seduta del consiglio di facoltà di Medicina con uno dei punti all’ordine del giorno che parlava chiaramente di trasferimento altrove dei corsi attivi a Taranto. Dalla nota stampa dell’Ateneo emessa a fine riunione si apprende che «i presenti hanno ribadito l’impegno comune già sottoscritto a giugno 2009 a cooperare, ognuno per gli aspetti di propria competenza, per realizzare al meglio e secondo criteri di qualità, alla formazione del personale delle Professioni sanitarie attive a Taranto, al cui consolidamento e sviluppo come Polo universitario ionico tutti i convenuti confermano ogni volontà di pieno sostegno».
                                Ampie assicurazioni ed impegni ribaditi, dunque, ma nulla viene specificato su come le eventuali criticità - se di questo si tratta - saranno superate anche per ridare serenità agli studenti che avevano espresso vibratamente le loro preoccupazioni. «C’è stato solo un corto circuito di comunicazione»: così definisce ciò che è accaduto il direttore generale Colasanto convinto, tuttavia, che se non fossero sorti ulteriori complicazioni nel completamento dei lavori nel San Giovanni di Dio (l’Ospedale vecchio), destinato dall’Asl ai corsi di laurea dell’area sanitaria, il conseguente trasferimento dei corsi di laurea dalla sede di viale Virgilio utilizzata per anni all’altra sede universitaria di via Grazia Deledda, non avrebbe ingenerato una serie di difficoltà, non ultimi appunto i recenti fraintendimenti. «Tutto superato, possiamo anche litigare ma non ci separiamo» commenta Colasanto. Insomma, si intuisce che il braccio di ferro su alcune figure amministrative che l’Asl mette a disposizione nella sede di via Grazia Deledda, improvvisamente ritirate con un provvedimento poi sospeso, è stato già superato e che forse si era tirata un pò troppo la corda.
                                Testimone della pace fatta l’assessore Paolo Ciocia. «E’ stata una riunione positiva, ci sono stati gli opportuni chiarimenti - asserisce -. L’Università e l’Asl hanno manifestato e confermato la piena volontà alla cooperazione anche per poter meglio definire gli aspetti organizzativi e superare le criticità».

                                articolo di Maria Rosaria Gigante
                                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di giovedì 6 Maggio 2010
                                Ultima modifica di Plautus; 08/05/2010, 13:32.

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