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Rassegna Stampa 2010

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    #31
    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

    RIFORMA GELMINI: domani c'è un tavolo di lavoro
    «Discutiamo subito come cambiare le scuole superiori»

    • Domani c’è già un primo incontro in Confindustria per cominciare ad attivare quello che dovrà essere un tavolo di lavoro intorno al quale far sedere esponenti del mondo scolastico, accademico e formativo nel suo complesso insieme alle parti sociali intese non solo come sindacati ma anche e soprattutto come Camera di Commercio, Confindustria, Confartigianato. Ha questo primo effetto a livello locale la recentissima riforma della scuola secondaria superiore targata Gelmini. Se infatti il prossimo sarà solo un anno di transizione in cui l’offerta formativa esistente sarà «rincasellata» secondo le nuove cosiddette tabelle di confluenza, occorre sin da subito mettersi a lavorare su un’idea comune e condivisa di sviluppo territoriale al quale coniugare l’offerta formativa per preparare adeguatamente i giovani e pensare al loro inserimento futuro nel mondo del lavoro. E d’altro canto questa è anche la filosofia insita nel processo di riforma voluto dal ministero, il quale ha delegato Regioni e Uffici scolastici regionali a rimodulare gli assetti delle proprie scuole in linea appunto con lo sviluppo e le vocazioni territoriali.
    «Sì, da lunedì (domani - ndr) si comincia a ragionare con il mondo degli imprenditori. Ho già incontrato i dirigenti scolastici dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali che si sono detti d’accordo con questa impostazione», dice l’assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Emanuele Fisicaro. «Questa riforma ci impone di ragionare in termini di ambiti territoriali - aggiunge Fisicaro che è anche vicepresidente della Provincia -. Dobbiamo partire dalle vocazioni territoriali e sulla base di queste ragionare intorno al tavolo con gli addetti ai lavori del mondo della formazione e gli imprenditori su quale idea di sviluppo abbiamo e su come distribuire l’offerta formativa. Il che significherà anche fare scelte precise in termini di razionalizzazione della rete scolastica con possibili rivisitazioni della stessa presenza scolastica».
    Al momento, per governare la fase transitoria del prossimo anno, l’assessore Fisicaro ha intanto tempi strettissimi. Si tratta di deliberare la proposta di offerta formativa da inviare a Ufficio scolastico regionale e Regione a cui competerà la decisione finale. Entro venerdì prossimo (12 febbraio) infatti le singole scuole dovranno aver fatto pervenire le eventuali modifiche alle proposte già inviate in passato relativamente a come intendono rimodulare la propria offerta. Tali proposte erano già state formulate sulla base di bozze di tabelle di confluenza che erano circolate nelle settimane passate, parzialmente riviste ora dal ministero che le ha ufficializzate nei giorni scorsi. Questo comunque in attesa dei regolamenti definitivi che saranno emanati successivamente. Recepite eventuali modifiche, la Provincia invierà entro il 12 febbraio la proposta complessiva a Regione e Ufficio scolastico regionale. Quest’ultimo dovrà esprimere il proprio parere entro il 15 febbraio, mentre la Regione dovrà adottare una propria delibera entro il 19 febbraio.
    «Certo, l’offerta formativa si ridurrà - dice Fisicaro -, ma faremo in modo che nessuno perda il proprio posto di lavoro per effetto di questa riduzione e della più complessiva riduzione oraria che parte in realtà già dal prossimo anno nelle classi successive alle prime. C’è da iniziare un nuovo percorso che deve poggiare le sue basi sul concetto di sussidiarietà. Va creato un percorso nuovo finalizzato alla formazione dei giovani. Anche per questo ho in mente un modello diverso di orientamento per il quale abbiamo stanziato una apposita voce in bilancio. Occorre, insomma, che i ragazzi siano più correttamente orientati verso l’istruzione secondaria superiore e verso l’Università o il mondo del lavoro » .


    GLI EFFETTI DELLA RIFORMA GELMINI: QUASI IN CONTEMPORANEA CON IL VIA LIBERA ALLA LEGGE C’È STATO UN DIBATTITO DEL COMITATO PER QUALITÀ DELLA VITA
    Che ne sarà dei 250 corsi attuali?
    Oggi le scuole offrono doppioni, lezioni standard e sperimentali che occorrerà rivedere

    • «Io faccio una provocazione: quale effetto avrà sull’opinione pubblica l’idea che il liceo Archita potrà non essere più un liceo classico, ma istituto di istruzione superiore? O che liceo classico tout court sarà il Quinto Ennio? E che licei scientifici potranno essere solo il Battaglini e il Ferraris o che l’Aristosseno potrà essere liceo solo linguistico?» Praticamente in contemporaneità rispetto al varo della riforma della scuola secondaria superiore e con tempestività rispetto all’atto di indirizzo emanato giovedì 4 febbraio dall’Ufficio scolastico regionale, a Taranto si è discusso di riforma esaminando i primi documenti ufficiali. L’occasione è offerta da una tre giorni di incontri - giovedì dedicato ai licei, venerdì ai tecnici e ieri ai professionali - organizzata dal Comitato per la Qualità della Vita e dalla Città dei Mestieri e delle Professioni d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale ed il patrocinio della Provincia. «La mia - dice il presidente del Comitato organizzatore, Carmine Carlucci - ha voluto essere una provocazione, ma ci sono una serie di nodi che vengono al pettine. Certo, al momento non ci si è ancora avventurati nel ragionamento che prima o poi occorrerà giungere all’individuazione di un polo classico e di un polo scientifico, tanto per rimanere nell’ambito dei licei, ma c’è ormai la piena consapevolezza che è finito il tempo di discussione sulla riforma ed è cominciato il tempo di capire come occorre applicare questa riforma coniugandola con le esigenze territoriali e col più complessivo tema del dimensionamento delle scuole».
    La riforma, insomma, è legge. Snellisce l’offerta formativa attuale che consta di oltre 250 corsi diversi, sostanzialmente altrettante opportunità distribuite in tutte le scuole del territorio con inevitabili doppioni. Una «sventagliata» di offerte tra corsi standard e corsi sperimentali così come emerge dalla mappatura dell’offerta formativa redatta dalla Provincia di Taranto. Molti di questi sono ovviamente corsi sperimentali che ora, per effetto della riforma, dovranno essere ricondotti ad una configurazione più univoca, vale a dire essere incasellati in uno dei sei indirizzi di liceo, o dei sei indirizzi degli istituti professionali (divisi in due settori) o degli 11 indirizzi degli istituti tecnici (divisi in due settori). Ogni scuola dovrà, insomma, avere una sua fisionomia più definita e precisa anche se è prevista la configurazione di istituti di istruzione secondaria, più generici quindi ed evidentemente con più indirizzi ancora, soprattutto in prima battuta. L’attuazione della riforma sarà in ogni caso soft. Dal prossimo anno riguarderà solo le prime classi rispetto alle quali, appunto, le scuole hanno già rimodulato i propri indirizzi di studio incasellandoli nelle cosiddette tabelle di convergenza, rimodulazione che potranno parzialmente modificare ancora nei prossimi giorni. Ma tutto dovrà essere stato definito a grandi linee entro il 26 febbraio, data a partire dalla quale gli studenti di terza media potranno fare la loro scelta entro il 26 marzo. L’attuazione della riforma sarà soft ed il prossimo sarà ancora un anno di transizione. Gli assetti definitivi - fermo restando l’impostazione generale che dovrà essere stata acquisita dal prossimo anno - potranno entrare a regime dal 2011-2012. Dal prossimo anno, però, scattano già i ridimensionamenti orari anche per gli studenti degli anni successivi al primo. «Quello che è emerso anche nei nostri incontri - dice Carlucci - è che tutto dovrà essere improntato al principio della curvatura e della flessibilità».

    articoli di Maria Rosaria Gigante
    pubblicati su La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 7 Febbraio 2010

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      #32
      Riferimento: RASSEGNA STAMPA

      L'INIZIATIVA: Ieri prima riunione del Comitato strategico nella sede degli industriali
      Lavoro giovanile, a confronto Scuola e Confindustria

      Due importanti iniziative di collaborazione tra il mondo dell'istruzione e del lavoro per trovare soluzione alla questione lavorativa giovanile.
      Sono lo scopo del Comitato strategico della Formazione di Confindustria riunito ieri mattina nella sede degli industriali ionici in via Diego Peluso. All'incontro hanno partecipato l'assessore provinciale all'Università ed alla Scuola Emanuele Fisicaro, il presidente di Confindustria Luigi Sportelli, il vice presidente dell'associazione con delega alla formazione Fabrizio Nardoni, numerosi dirigenti scolastici e professori universitari. Gli invitati si sono confrontati su idee e punti di vista diversi per concertare un'azione comune che possa iniziare nel più breve tempo possibile.
      Primo impegno è il “Salone del lavoro” che si svolgerà per la prima volta nel capoluogo ionico il 9 ed il 10 marzo; secondo progetto in rampa di lancio è un protocollo d'intesa tra ente Provincia, Confindustria ed Università di Bari per stabilire definitivamente a Martina Franca il corso di laurea in Scienze della Moda e creare in Valle d'Itria un vero e proprio distretto industriale e culturale competitivo.
      Nel primo caso i giovani ionici neodiplomati o neo laureati incontreranno al Palamazzola le aziende del territorio ionico, la Marina Militare e le Forze dell'Ordine per verificare sul campo attitudine e capacità nella scelta del mestiere.
      «Sarà un'ottima occasione – ha spiegato la giovane imprenditrice Beatrice Lucarella - per lasciare il proprio curriculum o seguire i workshop di orientamento tenuti dai manager delle grandi aziende come Eni, Vestas o Ilva. Due giornate che impegneranno quasi trentacinquemila studenti dell'intero arco ionico».
      Nel secondo caso il progetto durerà nel tempo e darà la possibilità di ottimizzare le risorse economiche ed umane in un determinato territorio. Le parti sono già d'accordo e la firma della bozza di protocollo arriverà nelle prossime settimane.
      «Un risultato importante – ha sottolineato il vicepresidente della Provincia – perchè raggiunto in pochissimo tempo. Sono convinto che in questo territorio, depredato dal punto di vista economico, sia mancata l'azione sinergica. Vogliamo produrre effetti concreti contro la dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile che in questa terra raggiunge il 47%».
      Un nuovo corso intrapreso anche alla luce della riforma scolastica che entrerà in vigore da settembre.
      La cosiddetta Riforma Gelmini dovrebbe avvicinare gli studenti, soprattutto quelli degli istituti professionali e tecnici, al mondo del lavoro attraverso tirocini, stages e orientamento ma alcuni docenti e dirigenti scolastici hanno espresso le loro perplessità sulla possibilità di fare ore pratiche all'interno di cantieri o aziende.
      «Fare stage – ha detto la dirigente scolastica dell'istituto Archimede Rosa D'Onofrio – nel mondo della moda è drammatico. Le imprese dicono quasi sempre no».
      Per studiare il fenomeno lavorativo Confindustria ha realizzato un sondaggio su alcune aziende locali fornendo dati interessanti.
      «La formazione – è stato riferito – è essenziale a tutti i livelli, dall'operaio all'impiegato. Dalle indagini si nota che le figure professionali maggiormente richieste sono gli operatori informatici, i periti elettrici ed elettronici. Particolarmente importanti sono le conoscenze in ambito giuridico internazionale ed economico. Inoltre si seleziona sempre più il candidato che abbia un'ottima conoscenza scritta e parlata dell'inglese e di una seconda lingua straniera».
      Tutti i partecipanti hanno sottolineato l'importanza della continua analisi del territorio e di una flessibilità scolastica ed universitaria che vada di pari passo con le esigenze del mondo del lavoro per non diplomare e laureare studenti disoccupati.

      articolo di Luca Caretta
      pubblicato sul Corriere del Giorno di Martedì 9 Febbraio 2010

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        #33
        Riferimento: RASSEGNA STAMPA

        Impresa e scuola prove tecniche di comunicazione

        • Prove tecniche di comunicazione tra imprenditori e mondo della scuola, dell’università, della formazione in generale. Promette di funzionare il tentativo messo in campo da Confindustria all’indomani del varo della riforma della scuola secondaria superiore. Primo incontro ieri per il gruppo messo in campo dal vicepresidente di Confindustria Taranto, Fabrizio Nardoni, con delega proprio alla formazione. In casa Confindustria non hanno mancato di garantire la propria presenza dirigenti scolastici, presidi di facoltà, il vicepresidente della Provincia, Emanuele Fisicaro.
        «Come imprenditori rivendichiamo un ruolo diverso - dice Nardoni -. Abbiamo messo in piedi questo gruppo ed abbiamo anche avviato una prima indagine tra le imprese non solo per capire cosa le imprese chiedono al mondo della formazione, ma anche per capire quanto le imprese sono disposte a investire in stage, percorsi formativi e tirocini pratici. Questo anche nella convinzione che quel che serve ai giovani non sono le aule, ma i laboratori. Come imprenditori sappiamo che i giovani che per la prima volta si affacciano nel mondo del lavoro hanno notevoli difficoltà. Mancano del tutto di pratica. Ben venga la nuova riforma dell’istruzione secondaria - aggiunge Nardoni -. Le considerazioni confindustriali a tal proposito non sono negative».
        Insomma, gli interessi degli imprenditori e quelli del mondo formativo sembrano incontrarsi su un campo più che scontato. La sfida, caso mai, è nel mettere in pratica queste convinzioni. I tempi e le occasioni in realtà sembrano più che maturi. La progettualità messa in campo da Confindustria intercetta perfettamente le finalità delle politiche scolastiche poste anche dall’amministrazione provinciale. «C’è necessità di porre grande attenzione alle risorse che la Provincia mette in campo per la formazione - aggiunge Nardoni -. Il vicepresidente Fisicaro ha annunciato la costituzione di un comitato scientifico che valuti quale tipo di orientamento dare ai giovani. Il tentativo deve essere quello di coniugare le esigenze delle imprese territoriali con i prossimi bandi operativi e la formazione professionale». Cruciale, quindi, l’orientamento. La stessa Confindustria ha già in agenda una due giorni - il prossimo 9 e 10 marzo al Palamazzola - che servirà a fare incontrare le imprese del territorio, grandi e piccole, con i giovani delle scuole superiori e delle università. A seguire, sempre nel mese di marzo, gli imprenditori vareranno un progetto che offrirà borse lavoro.
        Intanto, l’incontro di ieri è servito anche a far stipulare un protocollo di intesa tra Provincia e Confindustria. L’intesa è sul distretto della moda di Martina. La Provincia - lo ha più volte ribadito Fisicaro - punta al rilancio del corso di laurea in Scienze e Tecnologie della Moda, di fatto quasi cancellato anche dalle più recenti norme ministeriali che prevedono criteri minimi per garantire la permanenza di un corso universitario e che qualche altra realtà pugliese sembra abbastanza pronta a «scippare». «Il polo tessile martinese - afferma Nardoni - ha interesse a qualificare il proprio personale. Gli imprenditori si sono resi disponibili a ospitare stage e ragionare su questa opportunità che non possiamo perdere».

        articolo di Maria Rosaria Gigante
        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 9 Febbraio 2010

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          #34
          Petrocelli: Siamo partiti da zero, ora inauguriamo dipartimenti e sedi prestigiose

          UNIVERSITÀ: Ospiti al Corriere del Giorno il rettore Petrocelli e presidi delle facoltà tarantine
          «Siamo partiti da zero, ora inauguriamo dipartimenti e sedi prestigiose»

          Non solo Rossarol. Il polo ionico è un cantiere aperto e a dirlo a chiare lettere sono stati il rettore dell'Ateneo di Bari Corrado Petrocelli e i presidi delle facoltà ioniche intervenuti al forum organizzato dal Corriere del Giorno sul futuro della realtà universitaria di Taranto. «Per l'inaugurazione della Rossarol è tutto pronto e lo dimostra la sigla sul protocollo di gestione della sede. Fare aule laboratori non è stato facile, il Comune sta ancora questionando con l'Enel e noi stiamo aspettando il via libera per la piena abilità della struttura. Ma ora è una questione di giorni, in tempi rapidi dovrebbe avvenire anche la consegna del mobilio», ha spiegato il rettore Petrocelli ai giornalisti del Corriere tra i quali vi erano il nostro direttore Luisa Campatelli e il vicedirettore Pierpaolo D'Auria. All'incontro hanno preso parte il preside di Economia Bruno Notarnicola, di Giurisprudenza Antonio Uricchio, il prorettore Augusto Garuccio, il coordinatore amministrativo del Polo ionico Aniello Zanfino, Lucia Pellegrino dello staff della delegazione direttoriale, Anna Pastore della segreteria di presidenza di Giurisprudenza.
          «Le critiche sono dietro l'angolo, ma il salto di qualità è notevole», ha rimarcato il rettore parlando della prossima inaugurazione della Rossarol. «A Taranto le facoltà umanistiche erano sparse per la città, presto saranno accorpate nella sede prestigiosa della Rossarol. Con il passaggio di Giurisprudenza, Lettere e scienze della Formazione nella nuova sede si libererà la struttura di via Acton, destinata a diventare un centro multifunzionale per studenti, centro già finanziato con fondi ministeriali e regionali». «Abbiamo fatto molto e voglio ricordare che siamo partiti a Taranto da una situazione in cui nessuno degli immobili ci era stato dato in comodato, in questi anni così abbiamo dovuto acquisire i comodati e poi abbiamo iniziato a progettare piano piano». Anche la vecchia sede della corte d'Appello sembrava fosse lì dietro l'angolo per essere consegnata all'università e quindi alla sede di Giurisprudenza, «ma non è né pronta, né vuota. Abbiamo così deciso di dare vita ad un progetto massiccio di trasferimento alla Rossarol di tutte le facoltà umanistiche». La Rossarol accoglierà 3500 studenti delle facoltà di Giurisprudenza, Scienze della formazione e Lettere.
          Altre iniziative sono quelle con la Marina Militare con cui l'università ha varato un corso di laurea innovativo. Se il trasferimento delle tre facoltà nella sede della Rossarol è un progetto che si andrà a concretizzare a breve, lo sguardo che punta lontano dell'università di Taranto guarda al Polo tecnologico, «Anche qui grande fatica - ha spiegato il rettore Petrocelli - è una piattaforma che deve servire a Taranto ma deve avere un respiro mediterraneo. Noi abbiamo competenze per farlo, siamo spesso sui giornali per le nostre scoperte, il problema a questo punto è finanziario».
          Per il rettore, l'entusiasmo della città di Taranto nei confronti dell'università è alto: «Quando vengo a Taranto trovo un entusiasmo maggiore di quello più compassato che trovo altrove». Conosco bene la realtà: «Ho fatto lezione per anni a Martina nella facoltà di Beni culturali. E ho insegnato anche in via Acton, dove ho dovuto discutere una tesi con una studentessa sul cofano di un'auto, ora che sono rettore mi sono ricordato di questo e sto cercando di risolvere i problemi che ho trovato» .
          Il polo ionico ha da poco varato il suo primo dipartimento dei sistemi giuridici del Mediterraneo, società cultura ed economia. Un progetto condotto in cooperazione tra le facoltà di Giurisprudenza, Economia e Scienze della formazione, che costituisce la base per attrarre fondi e dalla ricerca.
          «Quando ho ricevuto la notizia del dipartimento ionico ho fatto i salti di gioia», ha detto il rettore che ha precisato come questi sono «segni chiari di investimento», nella realtà tarantina: «Due anni fa ho voluto svolgere l'inaugurazione dell'Anno accademico qui a Taranto e nella facoltà di Scienze ionica si è svolta l'importate evento nazionale didamatica».
          Il grosso nodo tarantino è proprio legato alle sedi universitarie: «Per migliorare le strutture noi facciamo quello che possiamo, gli studenti mi hanno mandato delle mail dicendomi che sentivano freddo nella sede di via Grazia Deledda, siamo andati a scavare e abbiamo trovato delle vecchissime bollette non pagate e in pochi mesi abbiamo sanato la situazione. Gli studenti ionici si devono sentire studenti universitari a tutti gli effetti» .
          La popolazione studentesca di Taranto sta crescendo, dall'anno scorso le iscrizioni sono incrementate di un centinaio di unità: «Mentre le iscrizioni sono in decremento noi siamo in controtendenza - ha detto Petrocelli - la nostra è un’università che sta crescendo ed è affidabile e questo i ragazzi lo sanno».
          Critico il rettore sul proliferare dei corsi di laurea: «Abbiamo avuto un’esplosione eccessiva di crescita formativa, un’esplosione indotta dall'intervento riformatore, che ha voluto fare il tre più due, e dalle sollecitazioni del territorio. Un esempio è Scienze della comunicazione, sette corsi in Puglia e ora questi corsi si stanno svuotando perché manca la richiesta da parte del mondo del lavoro. Ora, prima di decidere devo portare avanti il corso di Scienze della moda (la cui sistemazione è prevista a Martina Franca ndr), io devo sapere se riesco a reggere il corso di laurea in Lettere, Filosofia Giurisprudenza. L'offerta di base deve essere garantita da professori di ruolo e non dai professionisti, i quali devono solo integrare».
          Tra le facoltà che danno dopo la laurea un’immediata immissione nel mondo del lavoro vi è Scienze infermieristiche. «È una laurea di alta specializzazione. Abbiamo il 100% degli assunti dal mercato del lavoro perché c'è carenza di infermieri bravi». Un rapporto non sempre semplice quello tra Università e mondo del lavoro: «Noi insegniamo alla gente a pensare, e questo dà i suoi risultati, le aziende quando prendono nostri laureati con progetti finanziati con fondi pubblici prima li assumono storcendo il naso e poi non li voglio mollare, perché notano che i neoassunti sanno usare internet, sanno fare le ricerche conosco almeno una lingua straniera, sono specializzati».
          «In Italia c'è scarsa mobilità sociale e l'università per il mezzogiorno è l'unico ascensore che permette ad un ragazzo di cambiare le sorti della sua famiglia, ma il laureato deve essere pagato dalle aziende per quello che vale per la sua specializzazione. Purtroppo non è la stessa cosa stare in Calabria e in Lombardia».

          articolo di Gianni Svaldi
          pubblicato sul Corriere del Giorno di giovedì 11 Febbraio 2010

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            #35
            Le facoltà ioniche, officine a lavoro

            UNIVERSITÀ: Il prorettore e i presidi di Giurisprudenza ed Economia hanno presentato le iniziative in corso
            Le facoltà ioniche, officine a lavoro

            Presentate dai presidi intervenuti al forum alcune iniziative che riguardano le loro facoltà.
            «La produzione di energia verde, pulita con il fotovoltaico è un’iniziativa che stiamo mettendo in atto nella nostra facoltà - ha spiegato il preside di Economia Bruno Notarnicola -. Il progetto è nato da una forte attenzione nei confronti dell'ambiente. L'impianto produrrà energia elettrica pari a 20mila euro di risparmio sulla bolletta e l'incentivo proveniente dal conto energia sarà destinato all'azienda che realizzerà l'impianto. Cercheremo di aggiudicare la gara quanto prima, la macchina è partita e in tempi brevi riusciranno a cantierizzare l'opera. Inoltre, presto sarà in rete il nostro sito web, una segreteria on-line a tutti gli effetti» .
            L' orientamento e la grande attenzione ai rapporti col territorio sono le grandi scommesse d i Giurisprudenza. «Stiamo per riproporrere un corso destinato ai ragazzi delle scuole superiori - ha spiegato il preside Uricchio - A breve poi riprenderanno i corsi di orientamento in un’uscita. L'obiettivo è di incentivare e favorire il passaggio nel mondo del lavoro dei nostri laureati. Inoltre tra le nuove iniziative di Giurisprudenza vi è “la collana di facoltà” che a breve vedrà tre importanti pubblicazioni». «Due giornate - ha aggiunto - nel ciclo di orientamento al lavoro saranno dedicate a come affrontare le pensati prove concorsuali. E tra le altre iniziative mi piace sottolineare è quella della banca del tempo, un progetto di solidarietà dove gli studenti mettono a disposizione parte del loro tempo».
            Presente all'incontro il prorettore Augusto Garuccio: «Sono convinto che a Taranto si deve investire in ricerca e la nascita del Polo tecnologico per l'ambiente si integra bene in questo territorio, qui ci sono grandi dalinsediamenti che nel bene e nel male hanno condizionato il progresso in Puglia. Ora è il momento di fare sinergia tra la facoltà di Scienze, quella di Ingegneria e il Cnr. Questa sinergia è un elemento fondamentale a garanzia del futuro dei giovani».

            articolo di Gianni Svaldi
            pubblicato sul Corriere del Giorno di giovedì 11 Febbraio 2010

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              #36
              L'ombra dei tagli minaccia la facoltà di Ingegneria

              POLITECNICO: Il prof. Ciavarella parla del potenziale collasso delle sedi decentrate
              L'ombra dei tagli minaccia la facoltà di Ingegneria

              In principio fu Torino. Gli studenti temono che alla fine toccherà anche a Taranto. Negli scorsi giorni, nella sede della II Facoltà di Ingegneria, si è tenuto un incontro per parlare degli ulteriori tagli previsti dalla nota 160 del ministro Gelmini. Un provvedimento che ha portato il rettore del Politecnico torinese Profumo a decidere di chiudere le sedi periferiche, e che potrebbe condurre anche la sede di Paolo VI del Politecnico barese alle medesime conseguenze. I toni usati nel corso del vertice dal rettore del Poliba Nicola Costantino sono stati rassicuranti: per ora non si chiuderanno i battenti; ma l’allarme resta. Durante il vertice se ne è fatto portavoce l’ingegner Michele Ciavarella, docente di meccanica dei materiali al Politecnico e nella sede distaccata tarantina. Lui da qualche mese ha deciso di intraprendere una “battaglia” affinché non passi inosservato il problema del potenziale collasso dell’università tarantina, e si trovino soluzioni alternative. Il suo blog (www.rettorevirtuoso.blogspot.com) ogni giorno è visitato da decine di ragazzi che commentano gli articoli ed avanzano proposte. Anche la pagina di Facebook dedicata all’argomento gode di altrettanto successo. L’idea del professore, lanciata ufficialmente lo scorso weekend nel corso della manifestazione “Bollenti Spiriti Camp” Open Space, è che i candidati alla presidenza della Regione, tengano a Taranto un tavolo di confronto con gli universitari, per far comprendere loro come intendono affrontare il problema e quale posto riveste nella loro agenda.
              Professore, l’università a Taranto secondo lei è davvero destinata a scomparire?
              «Direi che c’è questa possibilità, che io chiamo “scenario zero”, ma spero che, nonostante le ristrettezze della riforma, si possa trovare una maniera di rinnovarsi in modo low cost, sfruttando le risorse tecnologiche, che purtroppo l’università italiana recepisce con molta lentezza. Il mondo americano al 50% va all’università sul web, e con un semplice i-phone un ragazzo può usufruire delle lezioni dei migliori professori del mondo, scaricabili on-line. In Italia invece c’è un livellamento verso il basso della qualità dei corsi di laurea che non può portarci lontano. Poi a Taranto penso a realtà industriali significative e anche nuove che si affacciano, come la Boing, e che non riusciremo a cogliere se ci presentiamo nella forma in cui siamo».
              Lei ha parlato di “scenario zero”. Suppongo ci sia anche lo “scenario uno”…
              «Sì, ed anche il due. Il primo è un polo di sola didattica, in cui, seppur in linea con i parametri del ministro Gelmini, si cerchi di rilanciare l’università attraverso consorzi con altre università, lezioni telematiche e maggiore attenzione a categorie come quella degli studenti lavoratori, che diventano sempre di più. Poi c’è lo “scenario due” costituito dalla ricerca nella meccanica, nell’aereonautica, nell’ambiente e nella siderurgia».
              Da dove dovrebbe partire l’università per attuare questi due scenari?
              «Dalle agevolazioni agli studenti lavoratori e dall’e-learning. Ormai molti, avendo colto la difficoltà del mercato di collocare laureati di livello troppo alto, entrano nel mondo del lavoro da posizioni basse, ma poi hanno l’esigenza di laurearsi nonostante lavorino per migliorare la loro situazione. Da questo punto di vista il Politecnico di Bari ha molto da migliorare, perché non ha recepito alcuni strumenti come l’iscrizione a tempo parziale, cosa che al Politecnico di Milano interessa il 30% degli studenti».
              Di che si tratta?
              «Vuol dire che ciascuno studente può decidere quali esami fare ogni anno e sulla base di questo pagare le tasse. Certo ci si laurea in più anni, ma è un’idea ottima per i lavoratori. Noi abbiamo solo nove studenti che hanno fatto questa scelta, che dai più non è conosciuta».
              Parlava poi di e-learning, cioè di insegnamento via computer. Ma attraverso questo metodo non si rischia di svuotare l’università del suo ruolo sociale, o di far venir meno quel rapporto personale tra alunno e docente che è un reciproco arricchimento?
              «E-learning non vuol dire che lo studente debba guardare soltanto ad internet, altrimenti potremmo chiudere le università. Bisogna studiare delle forme di tutoraggio tra il docente e lo studente, che a sua volta dovrà studiare il materiale a cui può accedere su internet. Al professore spetterà il compito di far svolgere delle esercitazioni, di seguire il ragazzo durante il percorso, di aggiornarsi per fornire sempre il miglior supporto, ed invogliarlo a studiare evitando che si perda e non consegua l’obiettivo della laurea».
              Lei negli scorsi giorni ha avviato una petizione. Perché?
              «Perché penso che possa tornare utile un dibattito. I candidati alla presidenza della Regione dovrebbero sedersi ad un tavolo e parlare del futuro delle università pugliesi, alla presenza dei rettori e degli studenti. Sinceramente non capisco come mai questo argomento non sia tra le priorità della campagna elettorale. Certo un dibattito in sé lascia il tempo che trova, ma da questo si potrebbe partire per provare a trovare delle soluzioni, nella consapevolezza che i miglioramenti al sistema universitario non possono essere fatti da un giorno all’altro».

              articolo di Marina Luzzi
              pubblicato sul Corriere del Giorno di giovedì 11 Febbraio 2010

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                #37
                GLI STUDENTI: «Vogliamo l'Università al “centro” della città»

                GLI STUDENTI: «Vogliamo l'Università al “centro” della città»

                “Vogliamo l'Università al centro della città”; la delegazione guidata dal rettore Corrado Petrocelli è stata accolta all'ingresso nella sede del Corriere del Giorno da un gruppo di rappresentanti del sindacato studentesco Link Udu Taranto.
                «Abbiamo ritenuto opportuno portare alla loro attenzione - ha spiegato il coordinatore ionico Remo Pezzuto - quelle che sono le esigenze e le problematiche che affliggono gli studenti tarantini. Il nostro slogan, “Vogliamo l'Università al centro della città”, non nasce solo dalla necessità di trasferimento in una sede dignitosa per gli studenti delle Facoltà di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia e Scienze della Formazione, che da anni ormai, aspettano il passaggio all'ex caserma “Rossarol”, ma anche, di centralizzare la figura dello studente universitario e una rete di servizi creata appositamente per lui, nelle politiche dell'amministrazione locale e del Governo dell'Università. Tutto ciò, porterebbe ad uno sviluppo della vita e della cultura universitaria nella città, ma anche un vero sollievo alla vita degli studenti».
                «Per il trasferimento - spiegano inoltre il coordinatore dell'Udu - purtroppo, non è stato ancora fissato un termine, ciò che manca è l'allaccio alla rete elettrica e il mobilio, per il quale è stata già indetta una gara d'appalto. I tempi, come ci confermano anche le parole del Magnifico Rettore, non saranno certo brevi, ma c'è tutta la sua volontà di accrescere il Polo Universitario Jonico. Gli studenti non possono più sopportare la loro condizione precaria in strutture che sono sorte come cattedrali nel deserto o in ex scuole materne, che tutto sembrano fuorché sedi universitarie; per non parlare della mancanza di spazi idonei allo studio come biblioteche, già poco fornite, e sale lettura. Ci auguriamo che il nuovo “ateneo tarantino”, non abbia le stesse problematiche, inoltre intorno a quella struttura, a nostro avviso, deve essere creata e sviluppata una rete di trasporti che colleghi la città alle sedi universitarie o delle zone di parcheggio, nonché la creazione di una mensa o delle convenzioni con esercizi di ristoro della zona, che vadano a sopperire questa mancanza. Apprendiamo con piacere, che sono stati finalmente stanziati i soldi per la creazione di una casa dello studente, che dovrebbe sorgere presso la sede che attualmente ospita la II Facoltà di Giurisprudenza e i corsi di laurea di Lettere e Filosofia, e che verrà risolta al più presto la mancanza di riscaldamenti per la sede di Via Grazia Deledda. Ci teniamo a precisare però, che senza l'attuazione di questi servizi e di queste politiche, non ci sarà mai un reale sviluppo universitario della città di Taranto».

                articolo pubblicato sul Corriere del Giorno di giovedì 11 Febbraio 2010

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                  #38
                  Riferimento: RASSEGNA STAMPA

                  LA NOVITÀ: SARÀ IN AMMINISTRAZIONE DELLE AZIENDE. RESTA QUELLA MAGISTRALE IN STRATEGIA IMPRESE
                  Economia cambia rotta e propone una sola laurea triennale
                  E debutta il nuovo sito web della facoltà: servizi per gli studenti

                  • Nuovo sito web per la facoltà di Economia di Taranto, ma soprattutto anche nuova offerta formativa ridisegnata secondo la nota 160 (non ancora legge) già per il prossimo anno accademico. La seconda facoltà di Economia di Taranto presenterà sostanzialmente una sola classe di laurea triennale, quella in Economia e amministrazione delle aziende. Non ci sarà più anche l’opzione per l’Economia e Commercio come è stato sino a quest’anno in corso. Continuerà, invece, ad esserci la laurea magistrale in Strategia delle imprese e management. Una scelta obbligata per la giovane facoltà tarantina quella di adeguarsi anche anzi tempo alle previsioni ed ai requisiti minimi ancor più stringenti posti dalla nota ministeriale 160 soprattutto per le sedi decentrate.
                  A presentare e spiegare il tutto ieri nel corso di una conferenza stampa sono stati il preside Bruno Notarnicola, i presidenti dei due attuali corsi di laurea, Tafaro e Sportelli, il delegato per l’informatizzazione, prof. Scalera.
                  La nuova offerta formativa. Sostanzialmente la facoltà di Economia di Taranto sembra tornare alla sua vocazione storica, l’economia aziendale appunto. Se quindi anche qui si produce sostanzialmente un assottigliamento del numero di corsi di laurea presenti a Taranto - così come accade anche in altre facoltà -, rimane il fatto importante che il corso di laurea strutturato su Taranto è unico a livello regionale. Nessuna duplicazione, dunque, a Bari, né in alcun altro ateneo pugliese. Come dire che Taranto potrebbe fungere da polo di attrazione per chi è interessato alle discipline economico-aziendali. Si arriva comunque a questa soluzione in quanto l’applicazione della nota 160 impone che su un corso di laurea - con l’attuale numero di matricole, quest’anno 410 (il 13% in più rispetto allo scorso anno) - siano incardinati 23 docenti. In realtà, spiega il preside Notarnicola, la facoltà tarantina ne ha già un paio in più e presto arriveranno, per effetto di alcuni concorsi, altre due unità.
                  In quanto al nuovo sito web sarà estremamente dinamico e consentirà agli studenti di gestire la propria carriera accademica e presto anche la registrazione ed il pagamento di tasse e quant’altro. Ma con un sito più performante, la facoltà sembra più di tutto puntare all’e-learning, la nuova frontiera dell’offerta accademica. On line ci sono già una ventina di cicli di lezioni tenute da altrettanti docenti.

                  articolo di Maria Rosaria Gigante
                  pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 16 Febbraio 2010

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                    #39
                    Riferimento: RASSEGNA STAMPA

                    L'INDAGINE: INSIEME SPESAL, INAIL E CPT
                    Rischi alle persone ecco cosa spaventa di più i giovani

                    • Assumere droghe pesanti e andare in auto con guidatore ubriaco: sono i due comportamenti a cui si attribuisce un valore quasi massimo di rischio. Il rischio che maggiormente si teme per sé deriva invece dalle malattie infettive, mentre a preoccupare sì, ma molto meno, sono le calamità naturali. Ed ancora, il comportamento non certo salutare messo più frequentemente in atto è ascoltare la musica ad alto volume.
                    Che percezione di rischio hai? Ha scandagliato numerosi comportamenti un’indagine dal titolo «La vita si-cura», con un evidente significativo gioco di parole, condotta tra 550 studenti degli ultimi anni degli istituti tecnici e professionali (complessivamente avvicinati, però, un numero maggiore di studenti) e portata avanti dallo Spesal dell’Asl di Taranto d’intesa con il Comitato paritetico territoriale (Cpt) e Inail. Indagine ed attività connessa rientrano nel progetto «Sicurezza nella scuola», presentato ieri in una conferenza stampa all’Asl. Il paradigma seguito conduce, quindi, dalla percezione di rischi nella vita comune alla percezione di rischio legata al mondo lavorativo per educare a questo scopo e avere come ricaduta comportamenti più corretti in generale.
                    «Il nostro fine - spiega Cosimo Scarnera, dirigente dello Spesal - è capire quale sia la percezione del rischio lavorativo tra i giovani. Emerge che c’è una coscienza del rischio maggiore rispetto alla precedente generazione. C’è tuttavia ancora da accrescere la cultura della sicurezza». Per questo si comincia dai banchi di scuola e, soprattutto, si viaggia su tre direttrici: sensibilizzazione, informazione e formazione. Così, se in questa prima fase sono stati coinvolti gli studenti delle scuole superiori, a breve toccherà ai più piccoli delle scuole medie inferiori ed anche ai più piccini della scuola elementare. Certo, verranno diversamente incontro strategie e approccio di tipo diverso e più ludico. Ma la sostanza non cambia. Lo Spesal appare così in prima linea in tema di prevenzione dei rischi anche grazie alla valorizzazione di un patrimonio di cui è stato dotato con l’attribuzione lo scorso anno e per progetti biennali di 4 giovani laureati in un corso di laurea tarantino, quello in Tecnici della prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro. Quanto è servito, insomma, a far sì che quella jonica fosse la prima a Asl a mettere in campo - in tema di prevenzione appunto - quanto previsto dal decreto legislativo 81/2008, successivamente aggiornato, e da ulteriori direttive regionali.
                    Interessanti anche gli altri aspetti e i vissuti indagati dal questionario. Le persone - sostengono gli studenti - rischiano in primo luogo per «sentirsi vivi e provare sensazioni forti» (circa 3 su una scala da 1 a 4), ma anche «per farsi notare e mettersi in evidenza» (meno di 3), ancor meno sicuramente per «andare contro corrente» (poco più di 2). Al rischio, gli studenti associano l’incoscienza (più di 3), il coraggio (tra 2 e 3), la trasgressione e la sfida (poco più di 2). Oltre il 90% degli studenti ritiene di essere capace di evitare i rischi per se stesso, intorno all’85% coloro che ritengono di essere in grado di valutare i rischi che corrono. Per gli studenti, inoltre, sono molto frequenti gli incidenti per strada, un po’ meno sul lavoro; a scuola c’è invece l’incidenza minore di frequenza di infortuni.
                    Per quanto riguarda poi gli infortuni sul lavoro, gli studenti concordano con valore pari a 3 (da 1 a 4) su espressioni del tipo «se si seguono scrupolosamente le norme, non ci si infortuna»; «per prevenire gli incidenti si deve intervenire sul comportamento dei lavoratori»; «di solito si infortuna chi è imprudente anche al di fuori del lavoro»; «gli interessi degli imprenditori impediscono di realizzare buone condizioni di sicurezza». Concordano piuttosto poco sull’affermazione «la sicurezza appesantisce lo svolgimento del lavoro». Ed ancora, si esporrebbero ad un rischio di infortunio sul lavoro oltre il 60% degli studenti, per carriera, se ben pagato, se fosse un lavoro fisso, se fosse un lavoro gratificante. Ma quasi l’80% dice di non voler fare un lavoro che esponga al rischio di malattia professionale. Infine il fumo: oltre il 65% dei ragazzi si dichiara fumatore ed oltre il 55% ha fumatori nel gruppo di amici.

                    articolo di Maria Rosaria Gigante
                    pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 19 Febbraio 2010

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                      #40
                      Riferimento: RASSEGNA STAMPA

                      Scuole, stretta finale sul piano di riassetto
                      La Regione smentisce le proposte della Provincia?
                      L’assessore Viesti: no, non abbiamo ancora deciso

                      • Si aprono il 26 febbraio, i termini per le «immatricolazioni» nelle scuole secondarie di secondo grado, ma è ancora confusione sui futuri assetti delle scuole. Poiché la riforma che entra in vigore dal prossimo anno, relativamente proprio al primo anno di corso, taglia le tante sperimentazioni in atto nella maggior parte delle scuole, c’è l’esigenza che Province e Regioni facciano conoscere al più presto quale sarà l’offerta del prossimo anno. Ovvero incasellando ogni scuola ed ogni corso nelle cosiddette tabelle di confluenza del ministero.
                      Ma veniamo alle scadenze. Le scuole hanno già fatto pervenire alla Provincia (competente in materia di istruzione secondaria di secondo grado) la «riconversione» dell’offerta sulla base delle tabelle di confluenza e la Provincia ha provveduto il 16 febbraio - rispettando i tempi - a predisporre una propria delibera. Stranamente, però, la stessa delibera pubblicata sul sito della Provincia, pur facendo riferimento ad un allegato con il piano proposto a Ufficio scolastico regionale e Regione - cui tocca la parola finale -, non contiene alcun allegato. Intanto, voci insistenti raccontano di un piano rivisto e corretto a livello regionale - probilmente d’intesa tra Ufficio scolastico regionale e Regione Puglia (che doveva deliberare entro il 19 febbraio) - che smentirebbe il piano della Provincia almeno su alcune proposte. Le più eclatanti: la cancellazione dei corsi di liceo scientifico e di liceo ad indirizzo musicale per il liceo Archita e la trasformazione dell’istituto d’arte di Grottaglie in liceo artistico. Quanto basta per mandare su tutte le furie il vicepresidente della Provincia, con delega alla Pubblica istruzione, Emanuele Fisicaro che, per l’Archita, contesta all’Ufficio scolastico regionale d’aver disatteso le indicazioni fornite dalla Provincia che confermava tutta l’offerta esistente. Per l’istituto d’arte, la protesta è ancora più vibrata. Scende in campo anche il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Pietro Di Noi, e in un documento congiunto Fisicaro e Di Noi affermano: «Chiederemo conto agli interessati dei criteri che hanno portato alla trasformazione dell’istituto d’arte Calò di Grottaglie in liceo artistico. Purtroppo non si tratta solo di un cambio nominale, ma della perdita della tipicità e della storicità di un istituto che fa parte a buona ragione dell’identità di una città. Il Calò non manca del prestigio di quasi un secolo e mezzo di vita, eppure gli è stato riservato un trattamento diverso rispetto all’istituto d’arte di Faenza che potrà mantenere la denominazione originaria».
                      Ma l’assessore regionale alla Pubblica istruzione, Gianfranco Viesti, smentisce che ci sia alcun piano in circolazione. «La scuola è nel caos più totale. Siamo alla pura follia - commenta -. I regolamenti attuativi della riforma sono stati approvati nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri, non c’è stato ancora il passaggio alla Corte dei Conti, ma il ministro ha deciso che la riforma deve entrare in vigore dal prossimo anno anche con un taglio secco per tecnici e professionali al secondo anno. Con le Province, pertanto, abbiamo deciso di fare un percorso più ordinato. Per questo faremo slittare di qualche giorno l’approvazione dell’offerta formativa in Puglia. Ma entro il 26 febbraio sarà tutto pronto. Cercheremo di far valere al massimo più opzioni laddove sarà possibile andando incontro alle scuole, ma laddove si è obbligati non potremo fare diversamente se non rimanere nei vincoli in cui ci mette il ministero che dovrà poi autorizzarci la presenza di insegnanti».

                      articolo di Maria Rosaria Gigante
                      pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 21 Febbraio 2010

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                        #41
                        Riferimento: RASSEGNA STAMPA

                        BUFERA SUL LICEO UN ALTRO EPISODIO DI UNA LUNGA SERIE DI SCONTRI E TENSIONI NELLO SCIENTIFICO
                        Battaglini, la preside torna e rimuove la sua vice

                        • Vicenda Battaglini, nuovo colpo di scena. Ha destato sorpresa ieri l’improvviso rientro a scuola della dirigente scolastica, Gabriela Busato, che, in congedo per malattia, era stata provvisoriamente sostituita dal dirigente scolastico del liceo scientifico De Ruggieri di Massafra, Stefano Milda, nominato «reggente» dalla direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale fino al rientro della titolare. Era voce diffusa che la dirigente Busato stesse usufruendo nell’ultimo periodo di un mese di congedo per malattia e che tale mese sarebbe scaduto il 27 febbraio. Tra i primi provvedimenti adottati subito ieri dalla dirigente la rimozione dal proprio incarico del docente primo collaboratore in regime di semiesonero (era la vicepreside). Al ricevimento della lettera con il provvedimento - pare privo di motivazione -, la docente in questione ha accusato un malore ed ha dovuto far ricorso alle cure dei medici.
                        La cronaca di ieri è l’epilogo di una complessa e lunga vicenda di tensioni, battaglie legali e giudiziarie e denunce anche alla stampa. Il caso esplode la scorsa primavera quando la dirigente dello scientifico ottiene dalla direzione generale l’autorizzazione a rimanere in servizio oltre i 40 anni di anzianità, ma un esposto di un certo numero di docenti e le denunce dei sindacati spingono il direttore generale Lucrezia Stellacci a revocare la conferma. La preside si rivolge quindi al giudice del lavoro che il 28 agosto scorso, alla vigilia del nuovo anno scolastico, dispone all’Ufficio scolastico regionale il trattenimento in servizio della Busato in via provvisoria e urgente sino al 31 agosto 2011. Per il giudice, una volta disposto il trattenimento in servizio, l’amministrazione non poteva revocare un suo procedimento amministrativo, ma avrebbe dovuto far ricorso all’istituto del recesso per giusta causa o per giustificato motivo. Ma per la direzione generale dell’Ufficio scolastico non poteva all’epoca essere fatto un recesso di un contratto che sarebbe stato vigente dal successivo primo settembre. Di qui reclamo al giudice dello stesso Ufficio scolastico per quella decisione. A metà novembre i giudici del lavoro rigettano il reclamo e la preside Busato rimane al suo posto. Il 23 dicembre, accogliendo un ricorso ex articolo 28 presentato dallo Snals, il giudice pronuncia una condanna di «antisindacalità delle condotte poste in essere dal liceo scientifico Battaglini». Si arriva quindi a gennaio con la nomina del reggente. Infine il prossimo 4 marzo è fissata in Tribunale la discussione di un ricorso ex 700 presentato dalla titolare del bar autorizzato nella scuola contro l’installazione di distributori automatici di caffé senza il preventivo consenso del consiglio di istituto e dell’amministrazione provinciale.

                        articolo di Maria Rosaria Gigante
                        pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di domenica 21 Febbraio 2010

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                          #42
                          Riferimento: RASSEGNA STAMPA

                          «Università, è già in cantiere un accordo sino al 2013»
                          Ciocia: nella nuova intesa parleremo di futuro, non più di emergenza

                          • Un bilancio più che positivo per i protagonisti dell’accordo di programma triennale per il consolidamento del polo universitario jonico siglato nell’ottobre 2008 e a valere sino al 2010. Otto i protagonisti, tra Ateneo barese, enti locali, Marina Militare, Asl, Arpa, che firmarono allora. Mancano all’appello oggi, pare per un difetto di comunicazione, Camera di Commercio e Consorzio universitario jonico. Vero è però che proprio su quest’ultimo organismo pende già una delibera della Provincia con cui l’ente se ne dichiara fuori.
                          Bilancio positivo nel suo complesso. Eppure non mancano le criticità legate soprattutto all’attuazione dei corsi dell’area sanitaria ed agli aspetti logistici dei corsi di laurea in Scienze infermieristiche, Tecnici della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro, Fisioterapia (ad esaurimento), ma l’accordo ha funzionato e soprattutto viene indicato come modello perché unico nel panorama nazionale. Per cui, questa volta in anticipo rispetto alla scadenza di fine anno accademico, già si pongono le basi per il suo rinnovo a valere dunque dal 2011 e sino al 2013.
                          Si è mosso lungo queste direttrici ieri l’incontro convocato a Palazzo di Città dal sindaco Ezio Stefàno e dall’assessore all’Università, Paolo Ciocia, ed al quale hanno partecipato l’ammiraglio Cusmai per la Marina Militare, il dottor Giancarlo Magno per l’Asl, il delegato del Rettore per l’Università di Bari, Giovanni Dotoli, il direttore del Polo universitario jonico, Raffaele Elia, la direttrice del Servizio territoriale dell’Arpa Puglia, Maria Spartera, i dirigenti della Provincia, Pietro Capuzzimati, e del Comune, Claudio Fabrizio.
                          Ora si tratta già di impostare il lavoro futuro. L’incontro di ieri voleva infatti essere anche organizzativo e metologico. Si procederà con incontri specifici su singoli temi su cui lavoreranno gruppi ristretti nell’auspicio di arrivare ad una bozza condivisa di nuovo accordo entro l’estate ed a ottobre, novembre firmare il tutto. «Il dato positivo - dice Ciocia - è che una volta tanto non ci riuniamo per parlare di emergenze ma per fare previsioni». L’ambizione è quella di elaborare un documento che consenta in prospettiva al polo universitario jonico di giocare un ruolo strategico nel bacino del Mediterraneo. Propedeutico a questo è anche il primo dipartimento di Studi giuridici economici del Mediterraneo avviato all’inizio di quest’anno e che vedrà il prossimo 19 marzo il taglio ufficiale della sede a Palazzo delli Ponti. Si lavora, nel frattempo, anche per fissare una data del taglio del nastro anche per l’ex Rossarol, ufficialmente ceduta già dal Comune all’Università, uno degli altri impegni fissati e raggiunti dall’accordo di programma tuttora in corso.
                          Infine, il Consorzio universitario. L’assessore Ciocia non ha difficoltà ad ammettere che la Provincia con la sua delibera ha anticipato i tempi. Altrettanto resta da fare, dunque, al Comune. «I tempi sono maturi - aggiunge Ciocia - perché si vada o ad un azzeramento del Cuj o, come sosteniamo noi da tempo, ad una trasformazione dell’ente, magari con l’insediamento di una Fondazione aperta a istituti di credito ed enti territoriali».

                          articolo di Maria Rosaria Gigante
                          pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 24 Febbraio 2010

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                            #43
                            Riferimento: RASSEGNA STAMPA

                            Via alle iscrizioni ma c’è attesa sulle novità
                            Oggi la Regione farà conoscere quale sarà l’offerta formativa

                            • Da oggi al via le iscrizioni alle scuole secondarie superiori, ma solo oggi la Regione - dopo una serie di trattative tra Province, Uffici scolastici provinciali e Ufficio scolastico regionale - approverà l’offerta formativa del nuovo anno scolastico alla luce della riforma. I numerosi indirizzi che ogni scuola ha offerto sino a quest’anno, saranno «incasellati» secondo le tabelle di confluenza dettate dal ministero e che sostanzialmente ridimensionano fortemente il ventaglio di offerte riconducendo il tutto a sei licei (classico, scientifico con eventuale opzione per le scienze applicate, linguistico, artistico articolato in sei indirizzi, musicale e coreutica, delle scienze umane con opzione economico-sociale), due tecnici (economico con 2 indirizzi in amministrazione e tecnologico con 9 indirizzi), due professionali (settore servizi con 4 indirizzi e settore industria ed artigianato con 2 indirizzi).
                            «La delibera sarà adottata domattina (stamane - ndr). Al momento ci stiamo ancora lavorando», ha dichiarato ieri l’assessore regionale alla Pubblica istruzione, Gianfranco Viesti.
                            Intanto, è quasi un clima da suspence sulle proposte in campo. C’è una delibera provinciale adottata il 16 febbraio scorso ed un allegato con le proposte immesso solo ieri sul sito della Provincia. La proposta della Provincia dovrebbe aver recepito le richieste delle scuole e sostanzialmente sarebbe un testo concordato con l’Ufficio scolastico provinciale. Sempre ieri l’Ufficio scolastico regionale avrebbe trasmesso all’Ufficio scolastico provinciale il proprio parere sulla proposta provinciale, ma sembrerebbe ancora per alcune ore una proposta top secret. Parere che, tuttavia, non avrebbe avallato proprio tutte le proposte partite da Taranto.
                            Ci sono, insomma, nodi rispetto ai quali c’è parecchia attesa. Intanto, il liceo Archita. Nei giorni scorsi si era diffusa la voce che i due livelli regionali - Ufficio scolastico regionale e stessa Regione cui compete l’ultima parola - avrebbero potuto cancellare l’indirizzo musicale e quello scientifico. Successivamente, stando ad alcune indiscrezioni, l’indirizzo musicale sarebbe stato salvato. Un altro nodo è costituito dall’istituto d’arte di Grottaglie che diverrebbe liceo artistico a cui verrebbe assegnato l’unico indirizzo in grafica nella provincia. Nei giorni scorsi erano stati l’assessore Emanuele Fisicaro e il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Pietro Di Noi, a stigmatizzare in un documento congiunto tale decisione: «Chiederemo conto agli interessati dei criteri che hanno portato alla trasformazione dell’istituto d’arte Calò di Grottaglie in liceo artistico», avevano scritto in un documento, evidenziando che all’istituto d’arte di Faenza fosse stato riservato un trattamento diverso potendo quest’ultimo mantenere la denominazione originaria. Dalla proposta messa on line dal sito della Provincia, si evince però che la richiesta di far confluire l’istituto d’arte in liceo artistico è proprio partita da Taranto. Per il Calò di Grottaglie si chiedono, infatti, gli indirizzi in Design, Arti figurative e Grafica del liceo artistico secondo la riforma. Intanto, Fisicaro annuncia per lunedì prossimo l’insediamento di un comitato scientifico di cui faranno parte dirigenti scolastici, parti sociali e organizzazioni sindacali allo scopo di ottimizzare al massimo sul territorio quella che sarà stata l’offerta deliberata definitivamente dalla Regione.

                            articolo di Maria Rosaria Gigante
                            pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di venerdì 26 Febbraio 2010

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                              #44
                              Riferimento: RASSEGNA STAMPA

                              Scuole, la Regione disegna la mappa delle strutture

                              • Al via da ieri le iscrizioni degli studenti di terza media al primo anno delle scuole superiori dell’anno scolastico 2010-11. Ma le proposte di quella che sarà l’offerta formativa alla luce della riforma Gelmini non sono ancora del tutto definite. La giunta regionale ha deliberato ieri il piano dell’offerta formativa, sciogliendo però solo alcuni e non tutti i nodi sul tappeto. Le cosiddette tabelle di confluenza entro le quali incasellare tutti gli indirizzi e le sperimentazioni esistenti, infatti, non sono ancora state interamente ufficializzate anche perché – viene riferito da fonti regionali – martedì prossimo ci sarà una ridefinizione delle proposte provinciali direttamente con le stesse Province. Sarà in quella sede che potranno essere attivate quelle opzioni che, al momento, la Regione sembrerebbe non aver ancora garantito.
                              E veniamo a quello che la Regione, che ha ribadito la propria potestà riguardo all’offerta formativa, ha lasciato trapelare non senza spiegare che, visti i tempi ristretti ed i vincoli posti dal ministero, la “programmazione definisce l’a.s. 2010-2011 come un anno di transizione, nell’attesa di poter esercitare, a partire dall’a.s. 2011-2012, il proprio pieno potere programmatorio nell’interesse delle scuole e delle famiglie pugliesi”. Ed allora: a 17 licei delle scienze umane in Puglia, tra cui il Vittorino da Feltre a Taranto, viene riconosciuta l’opzione economico sociale; la Regione riconosce a licei scientifici la possibilità di attivare l’opzione “scienze applicate” e chiede alle Province “l’individuazione dei Licei Scientifici presso i quali attivare tale opzione sin dall’anno scolastico 2010-2011 e la trasmissione del relativo elenco entro le ore 12,00 del giorno 02/03/2010”; per quanto riguarda i licei musicali e coreutici, la Regione ritiene che esistano i presupposti giuridici per la confluenza nei licei musicali e coreutici a partire dalle prime classi funzionanti nell’anno scolastico 2010-2011 per il Liceo “Archita” di Taranto. “Presso il L.C. “Archita” - I.M. “Andronico” di Taranto – aggiunge la Regione - risulta autorizzata con D.M. 30.7.1999 una sperimentazione autonoma ad indirizzo Beni Culturali e, nell’ambito di tale sperimentazione, è stato introdotto dall’istituto, negli anni successivi, l’insegnamento di discipline musicali (Musicologia, teoria e analisi musicale, Strumento), che hanno anche formato oggetto di valutazione nell’esame di stato conclusivo del percorso di studi”.
                              Alla luce, insomma, di tali informazioni, non si evince con chiarezza se sono state accolte o diventano oggetto di valutazione martedì prossimo le richieste avanzate nel piano della Provincia di Taranto relative alla confluenza dell’istituto d’Arte di Grottaglie in liceo artistico, dell’indirizzo di liceo scientifico dei licei Archita ed Aristosseno nell’opzione scienze applicate dei nuovi licei scientifici e del liceo scientifico tecnologico degli istituti tecnici Maria Pia e Righi sempre nell’opzione delle scienze applicate dei nuovi licei scientifici. Né, in base a ciò che è emerso ieri, appare detto con chiarezza se è confermata l’opzione ecnomico-sociale chiesta anche per la sezione del liceo delle scienze umane presso l’Archita-Andronico. Ieri sera, è stato l’assessore provinciale alla pubblica istruzione, Emanuele Fisicaro, sentito l’assessore regionale Gianfranco Viesti, a confermare il liceo musicale per l’Archita e i tre indirizzi di Design, Arti Figurative e Grafica per il trasformato Istituto d’Arte di Grottaglie in Liceo Artistico. Confermato che martedì prossimo arriverà anche l’ufficializzazione dell’opzione scienze applicate nell’ambito del liceo scientifico presso il liceo Archita.

                              articolo di Maria Rosaria Gigante
                              pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di sabato 27 Febbraio 2010

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                                #45
                                Riferimento: RASSEGNA STAMPA

                                Le superiori del futuro? C’è caos
                                La Provincia chiede le scienze applicate per un numero esorbitante di licei

                                • Grande indeterminatezza e confusione sulla distribuzione a Taranto dell’offerta formativa delle scuole secondarie superiori secondo la riforma targata Gelmini. Sarà comunque in queste ore la Regione - ad iscrizioni praticamente avviate - a sciogliere i nodi e probabilmente a rendere finalmente note tutte le decisioni. Intanto, entro quest’oggi alle 12 - ma l’amministrazione provinciale di Taranto lo ha fatto ieri - dalle Province deve giungere l’indicazione di dove si vorrà andare a collocare l’opzione delle scienze applicate ai licei scientifici. Ed inoltre sul liceo musicale, che la Regione aveva previsto come opzione del liceo Archita, potrebbe esserci un dietro-front. E’ in realtà il ministero ad aver comunicato nei giorni scorsi ai sindacati che il numero dei licei musicali in tutto il Paese dovrà essere contenuto entro le dieci unità, più uno coreutico, ed essere peraltro a numero chiuso con test di ingresso. Taranto, insomma, dovrebbe essere fuori dalla partita anche perché, nel frattempo, i licei musicali assegnati alla Puglia dovrebbero essere solo due. Secondo alcune anticipazioni ed indiscrezioni, le due classi di liceo musicale dovrebbero essere a Brindisi ed Acquaviva. Il discorso non riguarda in alcun modo il Paisiello che è un istituto musicale.
                                Torniamo, quindi, all’opzione scienze applicate nei licei scientifici. Secondo la comunicazione inviata ieri dall’assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Emanuele Fisicaro, all’assessore regionale Gianfranco Viesti, che aveva raccomandato di evitare le sovrapposizioni, la distribuzione territoriale dell’opzione scienze applicate dovrebbe essere questa nella provincia di Taranto: presso il liceo Moscati di Grottaglie (già inserito dall’Ufficio scolastico regionale), il liceo Vico di Laterza (già inserito dall’Usr), liceo De Santis di Manduria (da questa scuola in poi non si parla più di inserimento anche da parte del’Usr), il liceo De Ruggieri di Massafra, il liceo Eistein di Mottola, il liceo Archita di Taranto, il liceo Battaglini di Taranto, il liceo Ferraris di Taranto, il liceo Tito Livio di Martina. Per quanto riguarda nello specifico l’Archita, la nota di ieri della Provincia, dopo aver chiesto l’opzione scienze applicate, chiede l’autorizzazione ad un indirizzo liceo scientifico. La nota precisa ulteriormente che in prima battuta nei giorni scorsi era stata prevista la confluenza dell’indirizzo ambientale in liceo scientifico con opzione scienze applicate, ma che ora la richiesta è più esattamente di autorizzazione di indirizzo scientifico senza opzione scienze applicate. Secondo ulteriori indicazioni, tuttavia, la Regione autorizzerebbe solo 20 opzioni in scienze applicate ad altrettanti licei scientifici in tutta la Regione e quindi da distribuire alle sei province. Se così fosse, quella di Taranto - con 9 indicazioni - sarebbe una richiesta esorbitante. Richiesta esorbitante e dalla quale, pur tuttavia, rimarrebbero fuori - previsto invece negli allegati alla delibera provinciale di proposta dell’offerta formativa - il liceo Aristosseno e gli istituti tecnici Righi e Maria Pia dove gli indirizzi di liceo scientifico tecnologico del vecchio ordinamento erano stati fatti confluire nell’opzione scienze applicate del liceo scientifico del nuovo ordinamento.
                                Intanto, ieri sera, in un incontro con i genitori, il Comitato per la Qualità della Vita ha ribadito la propria richiesta di un liceo musicale presso l’Archita in convenzione col Paisiello di Taranto.

                                articolo di Maria Rosaria Gigante
                                pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 2 Marzo 2010

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