(ASCA) - Roma, 7 feb - ''Mi colpisce molto la parola 'omicidio' oggi usata dal cardinale Camillo Ruini per commentare la vicenda di Eluana. Se anche un alto rappresentante della Chiesa cattolica come Ruini, senz'altro guidato dall'intento dell'imitazione di Cristo e dalla carita', usa la parola 'omicidio' allora e' evidente che non c'e' piu' mediazione possibile. Se c'e' un omicidio c'e' un omicida, il padre Beppino. Tertium non datur, ogni sofisma a proposito sarebbe del demonio. E gli omicidi si fermano, con ogni mezzo''. Lo dichiara il deputato del Pdl Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori liberali. ''Per me, e credo per molti altri, cattolici e no, Beppino Englaro non e' l'omicida, l'assassino di sua figlia. Per me e per molti altri e' un padre che da 17 anni accudisce con amore e pieta' il corpo irrimediabilmente inanimato della figlia. Beppino Englaro ha chiesto se la legge degli uomini consentisse di rispettare la volonta', da lei espressa in vita, di sospendere le terapie che ne prolungano inutilmente l'agonia e gli e' stato risposto di si'. Se questa legge consente l'omicidio, allora va cambiata. Se invece, come io penso, difende solamente la liberta' e la dignita' degli uomini malati dalle pretese dello Stato, va difesa. E io continuero' a difenderla''.
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