Via le tre facoltà, al loro posto arriva il nuovo Dipartimento
Scompaiono Giurisprudenza, Economia e Scienza e nasce la struttura economica-giuridica.
Uricchio: bene per Taranto
Scompaiono Giurisprudenza, Economia e Scienza e nasce la struttura economica-giuridica.
Uricchio: bene per Taranto
Taranto perderà le sue tre facoltà universitarie di Giurisprudenza, Economia e Scienze, ma avrà il suo Dipartimento economico-giuridico il cui direttore sarà membro di diritto del Senato accademico dell'Ateneo barese. Per certi versi una sconfitta per il vecchio sogno di avere facoltà autonome a Taranto quale passaggio preliminare - così si riteneva in passato - verso l'autonomia del polo jonico. Per altri versi, invece, un riconoscimento ufficiale e diretto di Taranto quale sede decentrata dell'Ateneo di Bari.
È l'importante novità contenuta nello Statuto dell'Università di Bari appena approvato in Senato accademico e nel cda dello stesso Ateneo in applicazione della riforma del sistema universitario voluto dal ministro Gelmini.
Ad illustrare il riconoscimento che dal nuovo Statuto deriva a Taranto è il preside della seconda facoltà di Giurisprudenza a Taranto, Antonio Uricchio. “Il riconoscimento, introdotto all'articolo 11 del nuovo Statuto del nostro Ateneo, dell'esistenza del polo jonico quale sede decentrata è una questione di grande importanza - dice Uricchio -. Significa che per sopprimere la sede jonica, occorre modificare lo Statuto. È la logica conseguenza dell'accordo sottoscritto qualche giorno addietro qui a Taranto con 15 partner istituzionali. Ora, però, il tutto è anche inserito in una norma di rango superiore”.
Il direttore del Dipartimento jonico - al momento il prof. Mastroberti - sarà, dunque, membro di diritto del Senato accademico. Non sarà così per i direttori degli altri 10 dipartimenti istituiti dall'Ateneo barese, presenti invece con una loro rappresentanza nell'organo di governo centrale. Diverso il discorso relativo alla presenza di un rappresentante locale nel cda, aperto a cariche elettive. Ed, infatti, intervenendo a Taranto alla cerimonia della firma del nuovo accordo di programma, il rettore dell'Uniersità , Corrado Petrocelli, aveva proprio insistito su questo: “Nel cda c'è spazio per due esterni. Ci sarà il relativo bando. Auspico la presenza di persone di qualità”.
Un ulteriore novità riguardo il Dipartimento jonico - ubicato al momento presso la nuova sede della facoltà di Giurisprudenza presso l'ex convento di San Francesco in Città Vvcchia - è legata ad una sorta di deroga che questo ha ottenuto nel numero di docenti relativi alla sede jonica. Saranno, infatti, sufficienti 40 docenti, mentre per gli altri dipartimenti i docenti dovranno essere 50. La deroga sul numero di adesioni dovrebbe quindi consentire al Dipartimento jonico di non avere problemi considerato che, nelle settimane passate, proprio tale questione numerica aveva creato qualche apprensione per il mantenimento di una struttura più forte a Taranto. Tanto da spingere il Comitato per la qualità della vita a rivolgere un quesito al ministero, se sia cioè naturale l'adesione al polo jonico di quei docenti risultati vincitori di concorso per posti banditi in passato a Taranto.
Cosa ne sarà degli altri corsi di laurea presenti a Taranto (dai corsi di Scienze ambientali ai corsi della facoltà di Scienze dell'educazione per finire a Scienze infermieristiche) non legati alle due facoltà di Giurisprudenza e Economia che confluiscono nel Dipartimento economico-giuridico? Il loro destino non sembrerebbe al momento ancora ben definito, ma è abbastanza probabile che confluiscano negli altri dipartimenti relativi alla tipologia di offerta formativa erogata ed esistenti a Bari. “Gli assetti futuri sono da decifrare - dice Uricchio -. Una volta entrato in vigore lo Statuto, dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, si presume dunque verso febbraio 2012, si dovrà mettere mano al riordino dei Dipartimenti. Quella attuale è, dunque, una fase transitoria”. Discorsi, quindi, da dover al momento rinviare.
articolo di Maria Rosaria Gigante
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno di Venerdì 28 Ottobre 2011
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