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STATUTTO in 5 PUNTI - le proposte di LINK sugli statuti

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    STATUTTO in 5 PUNTI - le proposte di LINK sugli statuti

    STATUTTO in 5 PUNTI - le proposte di LINK sugli statuti



    Continua la battaglia contro l'applicazione della Legge Gelmini. Per quanto approvata, l'iter di attuazione ci consente di portare dentro le facoltà e gli atenei una battaglia per sbarrare la strada alla riforma, utilizzando ogni mezzo a nostra disposizione, senza per questo accettare una logica emendativa della Legge Gelmini che per noi è da respingere in toto.

    Non si può, infatti, legittimare alcun articolo di una legge che distrugge l'università pubblica e la svuota delle sue funzioni di didattica e ricerca, l'obiettivo delle nostra battaglia resta quello della cancellazione e della non applicazione dei principi contenuti nella legge.

    Negli atenei si apre oggi una battaglia in difesa degli studenti e della democraticità in ateneo legata
    alla modifica degli statuti delle università, che dovranno essere modificati entro 6 mesi, più 3 di proroga a partire dalla pubblicazione della legge sulla gazzetta ufficiale.

    Come studenti che si sono mobilitati nel corso di tutto l'autunno non vogliamo chiuderci in
    una battaglia di retroguardia o solo difensiva dell'esistente ma aprire in tutti gli atenei una fase
    di conflitto che permetta di ottenere un espansione dei diritti degli studenti, dei precari e dei
    ricercatori..

    E' necessario da subito condurre con forza una battaglia radicale, e intensa, con i ricercatori, i precari, i dottorandi e tutti gli studenti, nelle piazze e nelle commissioni, per affermare alcuni prìncipi fondamentali:




    1 - Partecipazione e Trasparenza

    Riteniamo imprescindibile per il regolare e democratico svolgimento delle operazioni di modifica
    dello statuto che tutto si svolga in modo pubblico e trasparente.

    La commissione per la riscrittura dello statuto non può essere espressione di equilibrismi e lobby baronali. Sosteniamo l'approvazione della mozione proposta dai ricercatori della Rete29aprile che propone che esclusi il Rettore e i due studenti prevede l'elezione diretta di due tecnici amministrativi all'interno del personale d'ateneo, un precario
    eletto a suffragio universale tra le varie figure precarie del singolo ateneo e nove membri eletti tra tutta la componente docente (ordinari, associati e ricercatori).

    Pensiamo che sia inaccettabile qualsiasi forma che limiti la partecipazione, rifiutiamo meccanismi di nomina, cooptazione o altro proposte dai Rettori per eleggere i membri della commissione di modifica dello statuto, pensiamo che questa commissione abbia un ruolo meramente istruttorio.

    Per quanto concerne la nomina dei due studenti richiediamo le elezioni a suffragio universale su
    tutta la componente studentesca, in alternativa o una votazione e la nomina dei due componenti da
    parte del consiglio degli studenti o in assenza di esso da parte di una assemblea di consiglieri di
    facoltà convocata appositamente.

    Pensiamo che sia altre si indispensabile che qualsiasi lavoro sulla riscrittura degli statuti veda tutto
    l'ateneo e tutte le sue componenti partecipi del lavoro, nelle forme più democratiche e partecipative
    possibili, chiediamo che siano tenute assemblee di facoltà per discutere dello statuto, che tutti i
    consigli di facoltà siano costantemente informati, che siano previsti momenti e assemblee pubbliche
    e di confronto con tutta la popolazione universitaria.

    2 - Democrazia partecipata
    Crediamo che, come dopo la grande fase di partecipazione degli anni '60/'70 furono ridefinite le modalità di partecipazione, delega e rappresentanza dentro scuole e università, oggi ci si debba porre la sfida dell'espansione dei diritti e della partecipazione democratica alle scelte operate nei propri luoghi di formazione.
    È evidente da parte del ministro Gelmini la volontà di togliere quel poco di agibilità che gli studenti hanno all'interno degli organi di governo dell'Università, come è chiara la volontà di spostare la maggior parte del potere decisionale nelle mani dei rettori. Risulta necessaria una mobilitazione che vada nella direzione di aumentare la qualità della partecipazione degli studenti nelle scelte che li riguardano, sia garantendo forme di democrazia diretta, sia provando a legare la rappresentanza a questi strumenti.
    Pensiamo, quindi, che all'interno della battaglia per le modifiche di statuto, mentre difendiamo ciò che resta della rappresentanza studentesca, sia necessario per il movimento studentesco intraprendere una battaglia espansiva verso la conquista di nuovi diritti, quali l'istituzionalizzazione del referendum studentesco, dell'iniziativa studentesca e dell'assemblea di facoltà con scadenza regolare e sospensione della didattica, come già avviene nelle scuole e in tutti i luoghi di lavoro.

    Gli atenei devono poi modificare e rendere trasparenti le procedure e i meccanismi di accesso agli atti istituzionali, incentivare tutti i meccanismi di accountability perché i rappresentanti rendano conto direttamente agli studenti, e iniziare a sperimentare nuove pratiche di partecipazione democratica, come ad esempio il bilancio partecipato.


    3 - Statuto dei diritti e dei doveri degli studenti

    Proponiamo l'adozione in tutti gli atenei dello Statuto dei diritti e dei doveri degli studenti.
    Riteniamo lo statuto dei diritti e dei doveri degli studenti, uno strumento democratico e di controllo
    dei diritti, come la difesa dei regolamenti in sede di esame, a lezione, sull'accesso ai servizi...
    Pensiamo che solo garantendo gli adeguati diritti agli studenti si possa parlare di un'università realmente democratica.
    Si tratterebbe in gran parte di norme che non sono interessate dalla riforma Gelmini, e di conseguenza è possibile intervenire senza alcun vincolo legislativo su questo tema.

    4 - Dipartimentalizzazione e accorpamento facoltà.

    Crediamo che l'accorpamento delle facoltà non generi nessun risparmio economico, come invece
    viene propagandato dal Ministro, e che non via nessun miglioramento reale dei servizi o della
    didattica.
    Riteniamo che ove si debba verificare un accorpamento tra facoltà differenti questo debba basarsi su
    criteri di omogeneità didattica e non su logiche baronali e di potere presenti in tutti gli atenei.
    Se si verificheranno accorpamenti di facoltà, questi devono avvenire con meccanismi il più
    democratici e trasparenti possibili, volti a salvaguardare la didattica e il percorso di studio di ogni
    singolo studente e a mantenere inalterati i servizi e la didattica aggiuntiva.

    La riorganizzazione dei dipartimenti in scuole/facoltà – come predispone la legge - deve avvenire senza aumentare la distanza tra gli studenti e i luoghi decisionali con il rischio di privare chi studia di ogni elemento di democrazia e di ogni potere di discussione e proposta di modifica e organizzazione della didattica.
    Inoltre qualsiasi processo di accorpamento di facoltà o creazione di scuole/facoltà deve avvenire
    con regole chiare e trasparenti sul ruolo degli organi e sulle modalità di elezione dei rappresentanti degli studenti nelle scuole.


    5 - Esterni in Consiglio di Amministrazione
    Crediamo che nessun privato, o singolo cittadino in rappresentanza di privati possa sedere all'interno di un Consiglio di amministrazione di un università pubblica che si occupi di formazione e ricerca.
    Chiediamo che gli esterni in Consiglio di amministrazione previsti dalla Legge Gelmini vengano scelti sulla base di un programma ed eletti mediante elezione democratica tra tutte le componenti di ateneo
    Crediamo inoltre che gli esterni possano essere scelti anche tra i precari dato che questi non appartengono formalmente ai ruoli di ateneo, come previsto dalla Legge Gelmini.
    sigpic
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